i.OVO n°022 - Marzo 2013

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DENTRO AL CONTEMPORANEO

ZHIVAGO DUNCAN - PAPILLON a cura di Saskia Neuman Galleria Poggiali e Forconi, Firenze

fino al 10 Marzo 2013 Giocando con un’estetica della pop-distruzione, Zhivago Duncan inscena una commedia pirandelliana dalle molteplici sfumature, che riflette sul potere della memoria storica e sulla sua attendibilità commemorativa, non demonizzando, bensì costruendo sui nostri demoni le fondamenta di un futuro migliore.

Avventurarsi in Papillon è come assistere alla visione di un film. Una pellicola di sensazioni primitive che arrivano fin da subito dritte alla coscienza dello spettatore, al pari di tanti immediati fotogrammi estrapolati al montaggio cinematografico di una commedia dell’assurdo, in cui, a dispetto delle apparenze, ai toni drammatizzanti si predilige la genuinità schietta dell’esasperazione ludica. Zhivago Duncan (Terre Haute, Indiana, 1980) ne è il regista ardito e divertito. Riducendo la sceneggiatura a sterile e grezzo canovaccio, e dilatando la scenografia nell’ovatta di una dimensione post-apocalittica, questo giovane cerimoniere dell’anomalia dirige un grottesco da Oscar, con un’attenzione ai costumi da circo tutta particolare. All’intuito lungimirante dei Coen unisce l’urgenza critica e il gusto del macabro di Cronenberg, spingendosi ben oltre

i classici clichè del genere, forte di un alfabeto visivo dell’infanzia che assurge a qualcosa di più che un semplice espediente neo-dada per avvicinare il pubblico al significato coinvolto; non si limita solo a ridicolizzare le contraddizioni dell’esistenza, ma riesce nel velleitario compito di conferire a tutto quel bagaglio di retaggi storici, politici e religiosi della società odierna, comprensivo di abiezioni ed iniquità di ogni sorta, un rinnovato e fascinoso allure di finalità costruttiva, arrivando ad educare la crisi, quasi addomesticarla. A partire da uno status quo che è denigrazione ai minimi termini della realtà, e da un concentrato di icone che ne rappresentano la discesa verso l’abisso, il risultato di dittature cadute, guerre e quant’altro, Duncan distrugge per ricostruire, utilizzando proprio questo patrimonio mitologico gretto ed esasperato di glo-

Nella pagina a fianco: Installation view della mostra di Zhivago Duncan Papillon alla galleria Poggiali e Forconi.


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