Nel vortice del tempo

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Umberto sgranò gli occhi - Quindi quello che ho udito nelle stalle è esattamente quello che succederà? - chiese il ragazzo spaventato. - Beh! Umberto, almeno così dice il libro e noi due dobbiamo impedirlo. Sempre che si possa cambiare la storia! - affermò Lorenzo. - Hai sentito bene Umberto, la storia lo conferma e il grido di aiuto che mi è arrivato dal sogno non voglio passi inascoltato. Sembra che io sia qua per fare in modo che ciò non succeda, e quindi, tu mi aiuterai. Sarà pure un caso, ma il fatto che la sposa di Edoardo si chiami Francesca mi stimola ad aiutarla ancora di più Lorenzo guardò Umberto, gli appoggiò una mano sulla spalla: -Andremo fino in fondo, assieme, vero amico mio? - Puoi esserne certo, ormai ci sono dentro! - lo rassicurò il ragazzo osservando il maniero e rattristandosi. - Questo castello, secondo il tuo libro, dovrebbe bruciare? - chiese, tornando ad osservare Lorenzo negli occhi. - Secondo la storia sì, ma noi due dovremo trovare il modo che ciò non avvenga impedendo che il conte metta le mani su Francesca Tacquero pensosi e rabbuiati. In lontananza pervenne l’abbaiare di un cane. Rimasero in silenzio per un po’, poi, dopo un lungo sospiro il giovane stalliere si riprese - Beh! Giovanni, ora ti chiamerò di nuovo così, sarà meglio che ritorniamo al castello, avremo tempo per mettere in chiaro questo mistero durante il viaggio che inizieremo domani, spero che il ponte levatoio sia ancora abbassato se no dovremo passare la notte all’aperto e sarebbe un guaio - Senti Umberto, non devi parlare con nessuno di questa storia, va bene? Dobbiamo fare come se nulla fosse successo. Ok? Il ragazzo lo guardò interrogativamente: - Ok? - domandò. - Oh, scusami Umberto, da noi ok significa va bene! - Ah! - esclamò il giovane - Ok! ho capito! - disse sorridendo. Erano abituati al buio e videro benissimo il sentiero che li riportava al castello, anche la luna, ora libera dalla foschia li aiutò nel breve percorso. Il ponte levatoio venne loro incontro illuminato dalle torce contornate da falene e da miriadi di piccoli insetti. Un armigero di guardia li vide arrivare e andò loro incontro imponendogli di fermarsi - Alt! devo riconoscervi, portatevi vicino alla luce! Ordinò il soldato imperiosamente abbassando la picca in segno di offesa. - Sono Giovanni, il tuo signore e lo stalliere Umberto 75


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