Nel vortice del tempo

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dio sotto la camicia, tolse il farsetto e sbottonò alcuni bottoni: una pergamena. Aggrottò la fronte e la svolse - Qua - pensò - ci sono sicuramente le scuse di Francesca e dei nostri amici con le informazioni per recuperare la mia roba Gli venne quasi da ridere mentre svolgeva la pergamena stendendola alla meglio per leggere. Lesse attentamente: una scrittura quasi infantile gli stava rivelando cose impossibili. - No! Ma come si può credere a queste cose? Non percepì più il calore del sole che gli bruciava la testa, anzi, giurò a sé stesso che sentiva accapponarsi la pelle mentre leggeva tali assurdità. Quello che leggeva non poteva essere vero e in sé covava la speranza di vedere da un momento all’altro spuntare da dietro i cespugli Francesca con i loro amici ridenti a crepapelle per la burla originale. Rimase seduto, anche perché non aveva la forza di alzarsi tanta era l’emozione che provava. La tremarella non accennava a diminuire. Storia incredibilmente pazzesca se fosse vera. - Io - disse a sè stesso - avrei una doppia vita: Lorenzo Belviso, quello che sono ora nel reale e Giovanni Miroglio, l’uomo che vive nel passato e che tornerà a rivivere se tornerò dall’altra parte. Il vortice… ma allora è tutto vero! rammentò il vecchio libro donato dalla vicina. Il vortice sarebbe un passaggio spazio-temporale oltrepassando il quale si può ritornare indietro nel tempo. Che storia! pensò Lorenzo, lo sapesse Francesca direbbe che sono impazzito. Roba da Stephen King, ragionava e meditava. Comprese che quando oltrepassava quella soglia dimenticava tutto, e che, quindi, si era scritto il promemoria che si era infilato al sicuro sotto la camicia. Il problema ora, era quello di trovare una penna per scrivere i nuovi appunti. La sua auto era troppo lontana e non aveva le chiavi per aprirla. Stava pensando di raggiungere Varengo che era a due passi quando sentì il rumore di un mezzo che saliva su dal sentiero: un fuoristrada, arrancava tra i sassi e il terriccio alzando nuvole di polvere. Lorenzo ebbe un tuffo al cuore, in sé ancora sperava di vedere arrivare gli amici con la sua amata Francesca che si sbellicavano dalle risa, invece - Salve! bisogno d’aiuto amico? - gli chiese dal finestrino abbassato un guardiacaccia osservandolo dalla testa ai piedi. - Non faccia caso al mio abbigliamento signore! - gli disse Lorenzo come per scusarsi - Stiamo scattando fotografie per una rivista storica, ci interessano i 69


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