Nel vortice del tempo

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do la bellissima macchia bianca a forma di stella che aveva sulla fronte. Zero sbuffò e nitrì ancora, ma gradatamente si calmò diventando sempre più mansueto. Nitrì ancora ed emise uno sbuffo. - Trovo strano questo comportamento Giovanni, avrà annusato il malocchio che ti porti addosso? chissà, magari gli animali lo recepiscono meglio degli umani, sembra quasi che non ti riconosca Posò la striglia e guardò Giovanni - Mi devi dire qualcosa? - chiese Umberto notando la perplessità di Giovanni. - No! nulla! Umberto, non ti preoccupare - gli rispose Giovanni sconcertato, avendo capito che Zero non lo riconosceva dall’odore. - Bene! Oggi pomeriggio faremo una cavalcata, andremo fino alla contea di Edoardo a Moncestino, così ti farò vedere le bellezze della zona e riprenderai confidenza con Zero - disse lo stalliere, che dopo un attimo di silenzio, come folgorato da un’idea improvvisa, esclamò - … e se avvisassimo Enrico e il figlio di quello che sta tramando Pietro? - Non sono sicuro se facciamo bene o male! - rispose Giovanni e aggiunse - Se glielo diciamo si scatena il finimondo. Il conte vorrà sapere chi è stato ad avvisarli e immagino quello che potrebbe succedere. Dannazione ho già tanti problemi e ci mancava pure questo. Dobbiamo pensare ad una soluzione! Passarono alcuni attimi di silenzio. - Ci pensi? che casino? - osservò Giovanni. - Non diciamo nulla per ora! aspettiamo, e nel frattempo ci penseremo, certo che non voglio essere complice - Ah! neppure io! - esclamò Umberto, pulendosi le mani con uno straccio che aveva appeso alla cintura. - Ora seguimi, andiamo in armeria da Alfio. Stamattina dobbiamo esercitarci con le armi Si avviarono attraversando il perimetro delle stalle, Umberto davanti e Giovanni dietro che osservava tutto ciò che lo circondava. Non ricordava nulla del posto in cui era capitato, tutto era nuovo per lui. Il sole, intanto, stava facendo capolino dal muro di cinta ed era già feroce, si preannunciava ancora una giornata rovente già dalle prime ore del mattino. Osservò un fienile stracolmo di paglia e dei servi che armeggiavano attorno ad un carro con scale e forconi, mentre un gruppo di tortore, disturbate dalla loro presenza, si alzò in volo andando a posarsi in alto tra i merli delle torri. Videro un fabbro che dalla forgia estrae47


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