Nel vortice del tempo

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nota

Rimase un po' in silenzio poi Matilde riprese - Beh... ora sarà meglio che si sistemi, oltre quella porta che vede in fondo alla stanza ci sono delle brocche e dei secchi pieni d’acqua e un mastello, veda di farsi un buon bagno, e qui dentro… - aggiunse la serva avvicinandosi ad una grande cassa con il coperchio cesellato - … ci sono tutte le cose che usava suo padre quando era in vita, cose alle quali teneva moltissimo - continuò, avvicinandosi a dei grossi armadi - qua dentro invece ci sono degli abiti, questi che indossa chissà mai da dove vengono, faranno parte del maleficio che le hanno lanciato, io li brucerei fossi in lei. Qualche strega da queste parti ci deve essere di sicuro, ho sentito raccontare storie di streghe che abiterebbero a Chioalengo in un gruppo di catapecchie, sotto a delle piante di noce non molto lontano da qui. Pensai ad un maleficio persino quando si ammalarono i suoi genitori. Beh! Adesso si riposi. Dopo il tramonto sentirà la campana della cappella suonare e sarà l’ora della cena. Io sono al piano di sotto, se non la sento alzarsi la chiamerò. A più tardi, Giovanni, e speriamo che gli torni la memoria in fretta - così dicendo, Matilde, trascinando i piedi uscì dalla stanza e il giovane rimase da solo con le sue paure. Si guardò attorno per familiarizzare con l’ambiente e solo allora ricordò la borsa che aveva con sé. La prese e l’appoggiò sul letto a baldacchino che occupava buona parte della stanza. Faceva un caldo insopportabile e l’afa rendeva l’aria quasi irrespirabile. Svuotò la borsa sul letto e ne fuoriuscirono degli oggetti che non aveva mai visto: uno era di una lega che non conosceva e con una finestrella di vetro scuro con dei bottoni numerati. Una giacca, di un tessuto strano, con un sistema di chiusura sul davanti che valutò portentoso. Poi, l’altro oggetto che aveva vicino a sé e al bastone - che diavoleria sarà? - si chiese. Una scatola argentata con un occhio di vetro e dei bottoni anch’essi con delle scritte incomprensibili: pla., una lettera che non capiva cosa fosse, poi off, e on, latino non lo era di sicuro, che voleva dire? distolse l’attenzione da quegli oggetti misteriosi e si guardò attorno. Doveva essere pomeriggio inoltrato considerando la luce e la posizione del sole. Vide una porta finestra e l’aprì, affacciandosi, rimase meravigliato dal panorama che vide: una distesa di colline verdeggianti che si perdevano all’orizzonte tra la foschia. In lontananza vide un villaggio - sarà Varengo? - pensò, il posto dove si sarebbe ubriacato alla taverna? rientrò nella stanza e la sua attenzione cadde su di un oggetto che mandava riflessi dalla parete: non aveva notato lo specchio che rifletteva la sua immagine. Beh... se quello sono io, e lo spec30


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