Nel vortice del tempo

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La paura e il desiderio di scappare si fecero sempre più forti, ma che figura avrebbe mai fatto? che avrebbe raccontato a Francesca? stava pensando a queste cose quando all’improvviso si alzò dal nulla un soffio di vento che scosse le cime degli alberi e le foglie di un vicino canneto. Stranamente, le foglie, nel loro stormire sembrava parlassero e chiamassero bisbigliando sommessamente: - Giooovanni… Giooovanni - sembrava ripetessero questo nome frusciando. Percepiva chiaramente il nome: Giovanni. Ma chi era questo Giovanni? non conosceva nessun Giovanni. Non può essere, si disse reprimendo il panico: autosuggestione, non può che essere quella. In un baleno il clima cambiò, repentinamente. Non era possibile, non poteva cambiare il clima a quel modo: eravamo in agosto con trenta gradi e ora sembrava pieno autunno. Inquadrò la scena con la fotocamera tremando di paura senza smettere mai di filmare pur sapendo che rischiava il mosso. Un vento freddo gli soffiò contro, come se la natura volesse impedirgli di proseguire, poi, un vortice scuro alzò foglie e polvere che lo investirono avvolgendolo nelle sue spirali. Sentì un forte odore di fumo che gli impediva di respirare, e tutto intorno a lui divenne confuso, annebbiato. - Maledizione ma che sta succedendo? - esclamò sgomento. Perse l’equilibrio e cadde tra l’erba alta e le sterpaglie rivedendo in un flash il volto bello di Francesca che gli sorrideva. Perse la nozione del tempo, i muscoli del suo corpo non risposero più a nessun comando e si sentì catapultare nel buio assoluto in un tunnel nero e senza fine.

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