Nel vortice del tempo

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accentuando l’attenzione. - Francesca! - esclamò Lorenzo che vide l’espressione della sua donna cambiare: - Sono storie! non farti suggestionare. Ok? - Continua a leggere! non ti preoccupare! - lo supplicò la ragazza. - Beh! come vedi abbiamo delle pagine rovinate e incollate tra di loro… ho paura che se faccio più forza rischio di rovinarle e a questo libro io ci tengo. Ha qualcosa di indefinibile! a parte la muffa! - Vediamo se parla anche questo della sposa violata dal signorotto di Varengo... - disse Francesca che ormai aveva preso a cuore l’argomento. Si raggomitolò accanto a Lorenzo come una gattina. I due sfogliarono con cura meticolosa le pagine, fino a quando, ad un certo punto, si trovarono di fronte a delle pagine in bianco, lasciate intonse, come se l’autore non avesse più avuto parole per finire l’argomento che stava trattando. Lorenzo contò le pagine ingiallite, prive di scrittura - Proprio strano questo volume! sei pagine lasciate in bianco alla fine del capitolo sullo strano vortice… mah! lo avrà voluto l’autore d’accordo con il tipografo? - esclamò meravigliato. - Lasciato incompleto! chissà perché? - si domandò Francesca aggrottando la fronte mentre si accarezzava il mento. Rimasero in silenzio per qualche attimo, pensierosi. Girarono lentamente altre pagine, il libro continuava ad emanare il suo odore sempre più forte e, sfogliandolo, piano piano arrivarono alla fine. Sulla storia degli sposini, il volume non riportava nulla. La mancanza della storia sul castello dei Miroglio e del suo incendio li turbava di più che la domanda del perché ci fossero quelle pagine lasciate in bianco. Lorenzo e Francesca sfogliarono ancora a ritroso, delicatamente, le pagine passavano con i loro racconti curiosi sui quali sarebbero tornati in altri momenti, e arrivarono ancora lì, dove le pagine continuavano ed essere bianche ma non erano più sei come prima, bensì cinque, sulla sesta vi era raffigurato un cavaliere medioevale armato di spada, con un cavallo nero sullo sfondo ed un falco appollaiato sulla sua mano destra protetta da un guanto, la didascalia, alla base di una cornice cesellata diceva in lettere incomplete e quasi del tutto consumate : Gio..n.i .ir.g.i. L’immagine in bianco nero era sbiadita e ingiallita dal tempo. - Ma Lorenzo? guarda attentamente! - disse allarmata Francesca guardando in viso il suo uomo - ma questo sei tu! il tuo sosia! cavoli come ti assomiglia! 14


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