Nel vortice del tempo

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Dagli usci delle case la gente usciva incuriosita dall’insolita colonna di cavalieri, non era di tutti i giorni vedere tanti armigeri tutti assieme e armati fino ai denti. Gli stendardi sventolavano alla brezza mattutina e una leggera nuvola di polvere si alzava dalla strada polverosa; il cigolio dei carri e il rumore degli zoccoli dei cavalli al trotto, rapivano lo sguardo degli astanti, per lo più contadini del luogo e forestieri, alloggiati nella vicina locanda del piccolo borgo. - Fosco! - chiamò ad alta voce un tipo vestito di nero che se stava ad osservare i soldati che gli sfilavano davanti - ha preso fuoco il fienile! lo hai saputo? Il sergente aveva fermato il cavallo e stava ad ascoltare quello che gli diceva l’uomo - Solo il fienile? ne sei sicuro, vecchio? - chiese Fosco preoccupandosi. - Sì, solo il fienile. Sono riusciti a salvare le bestie che erano nelle stalle ma il fabbricato è andato tutto distrutto. Sembra che sia fuggito il prigioniero che tenevate sotto la torre, per distrarre le guardie ha appiccato il fuoco gettando una torcia sul fieno - Meno male! pensavo peggio! - esclamò Umberto che si era fermato ad ascoltare assieme a Lorenzo. - Nessun ferito? - domandò Lodovico - No messere! nessun ferito! - rispose il vecchio. Si separarono all’incrocio, Lodovico e Fosco si erano avvicinati con i loro destrieri e si strinsero la mano promettendosi che si sarebbero rivisti molto presto alle nozze di Edo e Francesca. - Arrivederci! signori! è stato un piacere conoscervi. E tu, ragazzina! - disse il cavaliere a Francesca che faceva capolino dalla finestra del carro - stai accanto al tuo sposino e vogliatevi bene, mi farete sapere quando sarà il giorno delle nozze. Riattraverserò il Po anche a nuoto pur di non mancare, stanne pure certa - gli sorrise, dall’alto del suo cavallo - Ci rivedremo ancora Lorenzo? - domandò al giovane che era sempre più triste e pensieroso. - Mai dire mai, si dice dalle mie parti, signore! - Lorenzo sguainò la spada imitato dagli altri cavalieri e, tenendola ben salda in pugno, l’alzò puntandola verso il cielo per un breve attimo, in segno di saluto. Riposte le spade nel fodero, il drappello di Lodovico ritornò sui propri passi sulla strada che conduceva al guado e alla via che li riportava a casa, a Vercelli. Edoardo e la sua sposina, dopo aver cambiato carro e trasbordato la dote si in-

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