Nel vortice del tempo

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Iniziarono a salire lentamente, la strada si inerpicava dolce sul pianoro di Montarucco. Il mezzo corazzato cigolava e gli zoccoli dei palafreni tambureggiavano sul tratto in terra battuta, il carro aveva gli sportelli alzati dai quali si intravedevano le teste delle donne sormontate da copricapi con i veli abbassati per ripararsi dalla polvere; parlottavano tra loro, tra non molto gli sportelli sarebbero stati abbassati. Edoardo ne approfittò indirizzando il suo cavallo a lato del carro per dare una sbirciata all’interno, e sorrise, facendo l’occhietto alla sua donna che lo guardò attraverso la trama del velo che nascose alla sua vista un leggero arrossamento del viso. Per non innervosire l’amico Edoardo, Lorenzo, se ne stava da bravo accanto ad Umberto che, a sua volta, era tutto orecchi mentre lo ascoltava che gli raccontava cose del tempo dal quale proveniva. Fu quando arrivarono al culmine della salita che in lontananza si sentì il cupo rombo di un tuono. Alcuni corvi si erano alzati in volo spaventati, battendo le ali rumorosamente e volando verso l’interno del bosco; le rane smisero di gracidare e il canneto di una roggia vicina ondeggiò ad un colpo di vento che improvvisamente si era alzato, la polvere della strada mulinò nell’aria e finalmente gli stendardi mostrarono le loro illustri insegne spiegandosi alla folata improvvisa. - L’avevo detto - osservò l’armigero che la sera prima aveva scorto da lontano il bagliore della luce del flash della macchina fotografica prendendolo per un lampo - che avrebbe fatto temporale! Lorenzo e Umberto si guardarono sorridendo mentre fermavano le loro cavalcature. Osservarono attraverso degli alberi radi verso la montagna che si intravedeva il lontananza: il cielo era nero come la pece e i bagliori dei lampi illuminavano grosse nuvole foriere di una imminente tempesta. - Si mette male! - gridò Lorenzo per farsi udire da tutti mentre Zero sbuffava. - Tra non molto scoppierà un bel temporale, che si fa? Ludovico guardò Fosco, poi, con due colpi di sperone portò il suo cavallo al galoppo avvicinandosi a Lorenzo per osservare con i propri occhi il formarsi del brutto fenomeno atmosferico. - Sì! proprio brutto, e quelle nuvole bianche che si stagliano sul nero sono cariche di grandine. Proprio ora che siamo lontani dall’abbazia Girò il cavallo per tornare sui suoi passi, un altro tuono, più forte del primo, squassò l’aria spaventando i cavalli che nitrirono e si agitarono. Alcuni goccioloni iniziarono a cadere. 115


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