Boom Economy: banche, armi e paesi in conflitto

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La questione idrica. Negli anni '80 il Governo di Ankara ha manifestato l'intenzione di realizzare il progetto di sfruttamento delle risorse idriche e dei territori dell'Anatolia del sud in gran parte abitati dai kurdi, noto come GAP. Questo piano di opere pubbliche (21 tra dighe e sbarramenti e 19 centrali idroelettriche sul corso e sugli affluenti del Tigri e dell'Eufrate per un investimento complessivo di circa 42 miliardi di dollari) è il più importante nella storia della Turchia e si è posto una serie di obiettivi strategici: valorizzare l'intera regione, una delle più povere del paese con una popolazione in forte crescita trasformandola in un'area di grande produzione agricola; sfruttare le risorse idriche per ridurre la dipendenza dalle importazioni di idrocarburi e aumentare il potere turco nella Regione; far diminuire l'appoggio popolare al PKK ed ai movimenti indipendentisti attraverso il miglioramento delle condizioni di vita. Le prime grandi opere sono state terminate da pochi anni, ma sembra che molte delle speranze riposte nel GAP siano andate deluse e che da sola la maggior disponibilità di risorse idriche non sia bastata a far progredire una agricoltura largamente dominata dal latifondo e dalla carenza di infrastrutture. I costi ambientali ed umani del progetto sono stati enormi. Per esempio per la realizzazione dello sbarramento Atatürk, terminato nel 1992, circa 70.000 persone, in maggioranza curdi, hanno dovuto abbandonare i loro villaggi e ciò ha destato preoccupazione per la sorte di altre centinaia di migliaia di persone. Secondo alcuni la massima “acqua contro Kurdi e Kurdi contro acqua” è stata alla base delle azioni diplomatiche tra Governo turco e Governo siriano: informazioni sul dislocamento delle basi dei guerriglieri kurdi in Siria sarebbero state fornite in cambio della disponibilità a non ridurre i rifornimenti idrici siriani provenienti dalla Turchia. I progetti infrastrutturali del settore energetico. La questione curda si interseca anche con i grandi progetti infrastrutturali nel settore energetico per i quali la Turchia è in competizione con l'Iran e la Russia. La posta in gioco sono i tracciati degli oleodotti e dei gasdotti che dovrebbero trasportare verso l'Europa occidentale il petrolio ed il gas estratto nei ricchi giacimenti delle repubbliche islamiche ex sovietiche dell'Asia centrale. Tutti i percorsi di queste linee prevedono l'attraversamento del Kurdistan. Altra merce a cui il Governo turco sembra non essere insensibile è il petrolio proveniente dal Kurdistan iracheno. Inoltre lo stesso Esercito turco, se da un lato è stato un bastione della modernizzazione laica e kemalista del paese, dall’altro ha sempre più accentuato la propria identità di corpo 78


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