Boom Economy: banche, armi e paesi in conflitto

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Passando ora a considerare i dati più in dettaglio, è innanzitutto necessario analizzare le autorizzazioni all’esportazione di armi tenendo conto delle principali organizzazioni con cui l’Italia intrattiene da anni relazioni economico-politiche e militari: l’insieme, cioè, dei paesi dell’Unione Europea e della NATO da un lato e, dall’altro, i paesi non appartenenti alla NATO e all’Unione Europea (UE). (Nota 19) Secondo quanto riportano diverse Relazioni della Presidenza del Consiglio, “gli Stati membri dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica rappresentano storicamente uno sbocco di primaria importanza per le esportazioni italiane di materiali per la difesa”. (Nota 20) Una meticolosa ricostruzione dei dati forniti dalla Relazioni governative mostra, però, che questa affermazione è vera solo in parte. Come appare, infatti, dalle figure 6 e 7, l’insieme delle autorizzazioni rilasciate dai Ministeri degli Esteri e della Difesa nell’intero periodo dal 1990 al 2011 verso i paesi appartenenti alla Nato e all’Unione Europea sommano a circa 23,1 miliardi di euro (pari al 51,2% del totale) ma superano solo di poco quelle emesse verso l’insieme dei paesi esterni queste alleanze che, con oltre 21,9 miliardi di euro raggiungono il 48,8% del totale. Figura 7 – Autorizzazioni all’esportazione di armamenti italiani nel periodo 1990-2011: ripartizione tra paesi NATO-UE e paesi extra NATO-UE

(in milioni di € costanti al 2011)

Extra Nato-Ue € 21.980

NATO-UE € 23.091

Fonte: elaborazione dalle Relazioni della Presidenza del Consiglio (vari anni)

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