4 minute read

TRICOT SI RIFÀ IL LOOK «L'innovazione è un fatto culturale prima ancora che tecnologico

GIACOMO VANNUCCINI RACCONTA IL NUOVO FORMAT «Per Tricot l'innovazione è un fatto culturale prima che tecnologico»

Una casa per le grandi griffe, ma anche per i nomi in ascesa. Un luogo di incontro fisico, dove si promuove il confronto attraverso eventi, mostre e progetti, per stimolare la creatività e non solo la voglia di shopping: questo il format del nuovo negozio Tricot, inaugurato a ottobre a Chianciano Terme in provincia di Siena. Uno spazio di oltre 500 metri quadrati su tre livelli, in viale della Libertà, che si affianca allo storico spazio di via Roma. Un concept ideato da Giacomo Vannuccini con la sorella Maria Giulia e la madre Stefania Capitini, sulla base di una convinzione: «L’innovazione è un fatto culturale, prima ancora che tecnologico».

Le sembra il momento giusto per inaugurare un multibrand così?

In realtà ci lavoravamo da tempo, ma la formula non è stata superata dal Covid: al contrario, la pandemia l'ha resa ancora più attuale. Dal punto di vista commerciale, quella multimarca è ancora l'esperienza migliore possibile. Si tratta solo di renderla più memorabile e per questo non potevamo contare sugli shop in shop o puntare tutto sul digitale, che è importante, ma ha dei limiti. Perciò abbiamo deciso di riservare un intero piano della boutique, per ospitare colab speciali con brand-clienti o eventi culturali aperti all'arte, ma anche al food. La moda non deve stare da sola, deve aprirsi. Investiremo anche sul visual, lavorando con persone sempre diverse e provenienti anche da settori extra-fashion. L'immagine del punto vendita dovrà cambiare in continuazione.

La brand list resta ancora uno strumento indispensabile per conquistare il cliente?

Assolutamente sì e infatti in questo nuovo negozio abbiamo puntato su una selezione variegata e sperimentale. Nei due piani dedicati alla moda uomo e donna c'è di tutto: i pezzi più speciali delle grandi griffe, ma anche il meglio dei nuovi talenti e dei colossi dello sportswear. Il punto di via Roma, invece, avrà un posizionamento più commerciale, con i best seller delle griffe e il prodotto più basico.

L'opening vi offre la possibilità di lavorare con nomi nuovi?

Decisamente sì. Citare tutte le new entry è impossibile, però grazie a questo progetto iniziamo a lavorare con Celine, Vetements, Margiela, Tom Ford, Thom Browne.

C'è spazio anche per la tecnologia?

Per noi phygital e omnichannel non sono semplici parole, ma fatti. Con l'opening abbiamo programmato il reboot del nostro e-commerce. Fisico o online poco importa, il negozio è uno solo e dovevamo ripartire contemporaneamente con un'immagine nuova di entrambe le vetrine. Abbiamo anche creato un App collegata allo store, che consente di programmare la visita e prenotare l'addetto alla vendita preferito. (an.bi.)

NUOVO PROGETTO PER ERCOLE CELLINO Il Duomo cresce e apre a Chamonix

Dopo aver rilanciato lo storico store Il Duomo di Novara (rilevato nel 2017) e fatto decollare il business dello store online, Ercole Cellino affronta un nuovo progetto retail inaugurando un punto vendita a Chamonix. La nuova boutique Il Duomo, attiva da ottobre, è situata al centro di Rue Paccard, la via pedonale principale della località sciistica. «Si tratta di uno spazio di 100 metri quadrati - spiega Cellino - che ospita collezioni uomo e donna e che ha dato subito segnali positivi soprattutto nei weekend in quanto tanti italiani, francesi, tedeschi e svizzeri hanno qui le loro seconde case. Certo la stagione si annuncia difficile, ma non molliamo». A fare da traino la brand list, che include i marchi moda più hype del momento come Alexander McQueen, Balenciaga, Bottega Veneta e Manolo Blahnik.

TRA I PROGETTI IL MARKETPLACE E LA PRIVATE LABEL 30 multimarca italiani si uniscono in Histores: «Non siamo l'anti-Camera Buyer»

L'idea è partita da una chat tra buyer su WhatsApp durante il lockdown ed è cresciuta fino a diventare un progetto concreto, che vede coinvolti 30 multimarca di abbigliamento e accessori i in tutta Italia. A lanciare l'iniziativa sono stati Marco Inzerillo e Pietro Pasquale, rispettivamente titolari delle boutique Michele Inzerillo for Gentleman a Palermo e Il Setaccio a Novara. «Sentivamo la mancanza di un'associazione di negozi che parlasse la nostra lingua - racconta Inzerillo -. Abbiamo lanciato l'idea e 30 colleghi l'hanno sposata ed è così che è nata Histores». Gli associati (nella foto) rappresentano insegne con una forte connotazione territoriale «e soprattutto - dice Inzerillo - che fanno del business to consumer la prima fonte di fatturato». Histores non vuole essere l'"anti-Camera Buyer": «Non siamo in competizione - commenta Inzerillo -: Camera Buyer è una realtà rivolta a multimarca più proiettati a un prodotto fashion e alla clientela internazionale. Le nostre brandlist sono più sartoriali e meno incentrate sulle grandi griffe». Tanti i progetti messi in campo da Histores per farsi conoscere: le co-lab (le prime con Herno e Paul & Shark), il lancio di una private label e soprattuto la creazione di un marketplace: «Ci stiamo lavorando - conclude il presidente - e contiamo di lanciarlo tra un anno». (an.bi.)

This article is from: