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TAGLIATORE

STILISTA E IMPRENDITRICE Alessia Santi: «La mia è una donna libera da costrizioni»

A quattro anni dal lancio del suo brand, affiancata da Stefano Bonacini patron di Gaudì, Alessia Santi fa il punto sul mercato, il business e le prospettive

Come è andato il 2021 e quali le stime sul 2022?

Dopo aver difeso con le unghie e con i denti il problematico 2020, abbiamo quasi raddoppiato i ricavi nel 2021 a 10 milioni di euro e per quest’ anno resteremo stabili. Produciamo 80mila capi l’anno di target premium e siamo distribuiti in 460 multimarca.

Cosa caratterizza lo stile di Alessia Santi?

Mi rivolgo a chi ha una forte identità, è libera da costrizioni e rifiuta i cliché. Il mio payoff è “la bellezza di ogni donna è essere donna”.

Cosa c’è in cantiere?

Il posizionamento del marchio in importanti department store italiani ed esteri, con un focus su mercati come Francia e, in seguito, Scandinavia, guardando per il futuro anche alla Cina. (a.b.)

50 ANNI FESTEGGIATI ALLA FASHION WEEK Tagliatore cerca a Milano la location per il primo monomarca

Tagliatore ha scelto Milano, durante la fashion week, per celebrare con un cocktail party all’hotel Principe di Savoia i suoi primi 50 anni: correva infatti il 1972 quando Franco Lerario, sulle orme del padre Vito, fondava l’azienda con una quindicina di dipendenti, contro i 200 di oggi. Dal capoluogo lombardo partirà, in data ancora da definire, la strategia retail del marchio pugliese di abbigliamento uomo e donna, distribuito in circa 800 punti vendita tra Italia ed estero: «Stiamo cercando la location per il nostro primo monomarca in centro - spiega il direttore creativo Pino Lerario - con una superficie indicativa di 120 metri quadri». Sempre a Milano, in corso Italia angolo piazza Missori, è stata aperta un anno fa la prima showroom direzionale del brand, che ha archiviato il 2021 a quota 21 milioni di euro di ricavi e punta ai 25-26 per il 2022. Le collezioni, made in Italy e capaci di unire sartorialità e contemporaneità, si rivolgono per l’80% all’uomo, ma la donna va così bene, che si prevede una crescita dal suo attuale 20%. (a.b.)

Pino Lerario, direttore creativo di Tagliatore, con i fratelli Teresa, Vito e Luciano durante l’evento all’Hotel Principe di Savoia

PER I 35 ANNI DI ATTIVITÀ Md Studio amplia la showroom

Si fa presto a dire manichini. Quelli di Md Studio sono opere d’arte 100% made in Italy, nei materiali più disparati ma sempre pensando all’ambiente: dalla cartapesta al legno, fino a quelli tecnologicamente più avanzati, riciclati e riciclabili, con cui vengono realizzati i più recenti manichini, configurabili e personalizzabili in tutte le componenti. La realtà di Opera (Milano) festeggia i 35 anni con il rinnovamento e ampliamento della showroom aziendale (nella foto). Uno spazio quasi raddoppiato - da circa 300 a oltre 500 metri quadri - studiato per dare risalto alle creazioni iconiche e a quelle nuove. Esclusiva anche la distribuzione: i manichini di Md Studio vengono commercializzati direttamente in Italia e all’estero, anche tramite alcuni dei brand italiani più significativi, e gli agenti di riferimento sono per scelta solo due, uno in Europa e uno negli Stati Uniti. (a.b.)

INTESA CON PATRICIA URQUIOLA PER UYN Trerè Innovation sempre in crescita

Partendo dal core business della calzetteria, la Trerè Innovation di Asola (Mantova) ha lanciato alla fashion week l’avveniristica calzatura Urban del suo brand di punta Uyn-Unleash Your Nature, realizzata con l’architetto e designer Patricia Urquiola. Una scarpa frutto di tre anni di progettazione, che unisce il comfort di una calza alla resistenza di una sneaker. La calza diventa una tomaia in maglia seamless, con strato interno in lana Merino extrafine ed esterno in poliammide da riciclo. L’intersuola in EVA è a due intensità, per ammortizzare il passo, e il battistrada è suddiviso in quattro aree con pattern diversi. Tocchi finali, i rilievi tridimensionali e il grande logo sul retro. Guidata dal ceo Marco Redini, nei primi cinque mesi del 2022 l’azienda ha visto i ricavi salire del 60% sul 2021 e la stima sull’anno è di raggiungere 75-76 milioni solo in Italia e, in generale, 100 milioni. Tra i progetti futuri il lancio di un’Accademia per i nuovi talenti. (a.b.)

RISPARMIO ENERGETICO Il decalogo di Federazione Moda Italia

Dalla federazione che accorpa oltre 30mila aziende del dettaglio e ingrosso di moda arrivano 10 consigli anti-spreco. Intanto Valentino e Lvmh danno il buon esempio

Federazione Moda Italia-Confcommer-

cio ha messo a punto un decalogo di buone prassi per favorire il risparmio energetico e contrastare gli sprechi nei negozi di tessile, abbigliamento, calzature e accessori, pelletterie e articoli sportivi. L’iniziativa è stata resa nota a breve distanza dall’annuncio che da ottobre Valentino ha deciso di spegnere le luci delle sue 95 boutique monomarca nel mondo a partire dalle 22: una buona pratica che dovrebbe portare al risparmio di oltre 800 kWh di energia. Il mese scorso il buon esempio è arrivato dalla Francia, dove i marchi di proprietà di Lvmh (tra questi Louis Vuitton, Dior, Celine e Givenchy) e la catena Sephora hanno reso noto che spegneranno tutte le luci tra le 22 e le 7, mentre gli uffici amministrativi del gruppo del lusso saranno al buio dalle 21. La prima raccomandazione di Federazione Moda Italia ai dettaglianti (nella foto, la vetrina di Franz Kraler a Cortina) è effettuare un controllo tecnico del punto vendita per l’individuazione di eventuali sprechi e l’ottimizzazione del consumo energetico. Secondo: regolare la temperatura all’interno dell’attività commerciale, con l’obiettivo di mantenere un ambiente confortevole per il personale e la clientela e di contenere al contempo i consumi. Terzo step: interrompere, quando possibile, la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne. Bisogna, inoltre, evitare eventuali dispersioni termiche. Nei punti vendita andrebbero utilizzate luci a led ad alto risparmio energetico e sarebbe bene ridurre l’intensità luminosa negli ambienti poco frequentati degli store. Meglio anche spegnere le insegne luminose nelle ore in cui non sono strettamente necessarie, lasciando eventualmente una “luce di cortesia” alla chiusura dell’attività commerciale. Le spie delle apparecchiature non necessarie vanno spente all’orario di chiusura dell’attività commerciale e gli elettrodomestici devono essere utilizzati in modo efficiente. In ultimo la federazione, che accorpa oltre 30mila aziende iscritte del dettaglio e ingrosso di moda, suggerisce di razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, gestione delle forniture, incontri con agenti e rappresentanti ecc.) (e.f.)

Versace rafforza il posizionamento nel lusso con i nuovi opening

«Le recenti aperture di Shanghai, Parigi (nella foto), Tokyo, e presto Los Angeles e New York, rafforzano il posizionamento nel lusso di Versace e sono entusiasta di continuare questa strategia anche nel 2023 e oltre». Così Emmanuel Gintzburger, nuovo ceo della maison della Medusa, annuncia una serie di opening nelle principali città del mondo. Intanto si sa che nell’anno fiscale 2022 il brand ha contribuito al bilancio complessivo del gruppo che lo controlla, Capri Holdings, con un fatturato inatteso di 1,1 miliardi di dollari e che per l’esercizio in chiusura nell’aprile 2023 è previsto un aumento a 1,175 miliardi. Una crescita che secondo il business plan dovrebbe derivare principalmente dal retail diretto. I nuovi store Versace mostrano un inedito concept che sarà esteso a tutta la rete retail, composta attualmente da 212 boutique (a breve destinate a salire a 300), comprese quelle di Los Angeles e New York, che saranno inaugurate entro fine anno. I nuovi spazi sono progettati per completare l’intera linea di prodotti Versace - compresi gli accessori, visti come determinanti nella crescita del brand - e dare alle collezioni il massimo risalto. All’ultimo Investor day, infatti, è stato annunciato che il segmento della pelletteria è destinato a incrementare i ricavi dai 200 milioni di dollari del 2022 a oltre 1 miliardo. Le vendite delle calzature dovrebbero salire da 200 a 300 milioni di dollari nel fiscal year 2022-2023. (an.bi.)

Prove tecniche di e-commerce da Primark

Primark è uno dei pochi retailer rimasti ad essere attivo unicamente con i propri negozi fisici, ma qualcosa sta cambiando. Entro la fine dell’anno partirà infatti la sperimentazione in 25 punti vendita fra Nord ovest dell’Inghilterra, Yorkshire e Galles settentrionale del servizio di click & collect (ordinare online e ritirare offline). Finora la catena di moda low cost composta da 400 store in 14 Paesi ha continuato a scommettere esclusivamente sulla vendita in store, pagando questa decisione anche con perdite cospicue durante i lockdown. Tuttavia, il sito web ridisegnato all’inizio del 2022 e questi nuovi test suggeriscono un ripensamento sulle vendite online. In base alle previsioni della casa madre Associated British Foods, nel fiscal year che sta per terminare le vendite di Primark dovrebbero raggiungere i 7,7 miliardi di sterline (circa 8,85 miliardi di euro): il 40% in più rispetto all’anno prima a cambi costanti. (a.t.)

IL SUSTAINABLE SHEARLING DI SUPREMA È DI MODA E FA BENE ALL’AMBIENTE

Il valore di ogni capo sta nella sua unicità e anche nel contributo che può dare per salvaguardare il mondo che ci circonda, abbattendo gli sprechi: non un modo di dire per Suprema, che con i pellami scartati dalla produzione ha creato un giaccone in montone patchwork bellissimo da vedere, confortevole da indossare e campione di economia circolare.

«Ogni capo Suprema deve essere portato oggi e domani, rievocando in chi lo sceglie la stessa emozione della prima volta che l’ha indossato»: parole della designer Morena Baldan, che insieme al marito Alfio Vanuzzo ha fondato questo marchio più di 30 anni fa a Dolo, sulla Riviera del Brenta, un territorio con cui la famiglia e l’azienda, gestita insieme al figlio Alberto, hanno un legame profondissimo. La collezione Suprema lo è di nome e di fatto: un’eccellenza riconosciuta nel mondo grazie a modelli in pelle, in montone e pelliccia confortevoli, di qualità elevata e con un’immagine unica, sostenibili per dna e adesso ancora più attenti all’ambiente e all’economia circolare. Un esempio è il giaccone in montone patchwork, realizzato utilizzando i pezzi di pellami scartati (ritagliati) nel confezionamento di altri capi. Un capospalla che va visto, toccato, indossato ma anche illustrato nei dettagli ed è per questo che viene accompagnato da un cartellino con una spiegazione dettagliata sul perché si tratta di un montone diverso da tutti gli altri. «Suprema - si legge - ha da sempre l’obiettivo di creare capi senza tempo e questo è il livello più alto mai raggiunto in tale ambito: ora è stata data una seconda vita ai materiali naturali utilizzati nelle nostre collezioni». Questo capo «è fatto a mano e in edizione limitata. Indossarlo significa essere consapevoli dei valori che al giorno d’oggi devono guidare la vita di ognuno, al fine di unire e non di separare, di continuare e non di fermarsi, cercando di migliorare il mondo in cui viviamo». La conclusione va da sé: «Il valore di ogni pezzo risiede nella sua unicità. Questa è la moda del futuro».