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Daniel Lee, genio e sregolatezza, ai blocchi di partenza da Burberry nell’era post Tisci

Nei progetti del nuovo ceo Jonathan Akeroyd il designer britannico dovrebbe rafforzare le ambizioni di crescita legate alla griffe, forte degli ottimi risultati raggiunti da Bottega Veneta

La nomina di Daniel Lee a direttore creativo di Burberry giunge a pochi mesi dall’insediamento del nuovo ceo della casa di moda, Jonathan Akeroyd. Il manager ha preso il posto di Marco Gobbetti (passato in Ferragamo), arrivando da Versace, dove ha contribito a riportare i conti in nero e ha gestito il delicato periodo del passaggio sotto le fila di Capri Holdings. Ora ha il compito di disegnare la Burberry del futuro secondo le sue visioni. Tra queste c’è sicuramente il ruolo affidato a Daniel Lee, ex Bottega Veneta, che ha preso il posto di Riccardo Tisci (il cui contratto scadrà a inizio 2023). Il cambio di direzione stilistica farebbe parte della nuova tabella di marcia messa a punto da Akeroyd: «Daniel Lee è un talento eccezionale, con una comprensione unica del consumatore luxury di oggi, e può vantare numeri record di successo commerciale. La sua nomina rafforza le ambizioni che abbiamo per Burberry» ha dichiarato. Chissà che allo stilista inglese, nato a Bradford, questo ritorno a casa non giovi. Magari sarà fonte di maggiore serenità, aiutando a stemperare alcuni aspetti del suo carattere, che a quanto si è vociferato hanno concorso alla separazione lo scorso anno da Bottega Veneta, incarico arrivato dopo esperienze da Celine, Maison Margiela, Balenciaga e Donna Karan. Un distacco avvenuto nonostante Lee avesse portato una prospettiva inedita al marchio italiano, conquistando nuovi clienti e quote di fatturato anche nel 2020, annus horribilis per tutto il settore del lusso. Ma altri pensieri pesano sulla serenità di Akeroyd e riguardano le performance deludenti sul mercato cinese, che hanno portato a un primo quarter chiuso con solo un +1% di ricavi a store comparabili, con vendite retail pari a 505 milioni di sterline, dai 479 precedenti. Cali che, tuttavia, non hanno impattato sulle previsioni nel medio termine, sempre all’insegna di una crescita hig-single digit. A incidere positivamente sono stati i risultati in Emea, l’andamento soddisfacente dell’abbigliamento e della pelletteria e l’incremento del customer engagement, complici investimenti sui social media. Intanto il valzer delle poltrone prosegue, perché nella maison c’è un’altra casella da coprire: è quella del direttore operativo e finanziario, lasciata di recente da Julie Brown.

IL DENIM EXPERT RINO CASTIGLIONE SOSTIENE GAS CON ALPHA SQUARE

Il contributo di un denim expert come Rino Castiglione sarà importante per sostenere il rilancio di un marchio iconico come Gas Milano 1984, passato di recente nella fila della Milano 1984 di Andrea Citterio, dopo un periodo su cui aleggiava lo spettro del fallimento. Forte delle esperienze maturate a bordo di marchi come Guess, Wrangler e Lee, Castiglione entra nel board dell’azienda in qualità di socio fondatore e ceo di Alpha Square, holding di investimento svizzera in capo a Paolo Agazzone, insieme ad Andrew Bordin, Andrea Citterio e altri investitori. La mission è riportare in pochi anni Gas a competere nell’arena del fashion.

GIORGIO PRESCA AL TIMONE DI FURLA PER GUARDARE AL FUTURO

Sarà Giorgio Presca a guidare il marchio Furla in questa nuova fase del suo sviluppo. La label italiana ha affidato al manager la carica di ceo, al posto del coo Devis Bassetto, che ha ricoperto il ruolo di ceo ad interim in seguito all’uscita lo scorso aprile del precedente a.d., Mario Sabatini. Con 30 anni di esperienza nel fashion in realtà come Golden Goose, Geox, Citizens of Humanity, Clarks, Presca punta a massimizzare il potenziale della label, che ha visto il fatturato scendere dai 502 milioni di euro del 2019 ai 290,8 nel 2020 della pandemia, poi risalito a 305,8 nel 2021. Un trend di crescita che sarebbe in progress, grazie a Emea, Nord America e Giappone.

Robert Triefus super manager da Gucci alla scoperta dei mondi virtuali

Gucci mette sempre più a fuoco l’universo virtuale e il mondo del gaming, territori di sperimentazione importanti. Per questo la maison ha deciso di affidare un nuovo incarico strategico a Robert Triefus, l’executive arrivato da Armani nel 2008, che inanella ruoli sempre più prestigiosi all’interno della casa di moda. Alla poltrona di senior executive vice president Triefus aggiunge infatti quella di ceo di Gucci Vault and Metaverse Ventures, concentrandosi sulle opportunità emergenti per l’espansione del brand e dando ulteriore impulso alle strategie relative al metaverso e al gaming. Supervisiona inoltre Gucci Vault, lo spazio sperimentale online lanciato nel settembre del 2021, al cui sviluppo sembra abbia dato un impulso fondamentale insieme ad Alessandro Michele. Tappa di un viaggio nel futuro, che lo scorso marzo ha visto il lancio del progetto 10Ktf Gucci Grail insieme allo store virtuale 10Ktf, con la presentazione di una serie di outfit in versione Nft, tra cui la limited edition SuperplasticxSuperGucci e la collaborazione con la piattaforma di gaming Roblox. A dare manforte a Triefus in questa avventura nei mondi virtuali la casa di moda ha promosso Micael Barilaro, attualmente new business gaming & collectibles director, a vicepresidente di Metaverse Ventures.