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BUYERS' REVIEW/ZONA TORTONA

LA PAROLA AI RETAILER ESTERI

Brand to watch in fiera

Incuriosisce la sezione Saudi100Arabia

Mai smettere di esplorare strade nuove: la regola di White attrae i compratori

Su 16mila ingressi all’edizione di settembre della rassegna (in crescita del 23% rispetto a un anno fa) i retailer provenienti da oltreconfine sono aumentati del 18%, attratti dalla varietà dell’offerta e da novità a tutto campo, che rendono White un hot ticket della settimana della moda

DI ALESSANDRA BIGOTTA

L’internazionalizzazione, sia delle presenze in fiera che delle strategie, è una delle leve su cui Massimiliano Bizzi, founder di White e la sua squadra stanno puntando. All’edizione di settembre, su un totale di 16mila ingressi (+23% rispetto a un anno fa), i compratori esteri sono saliti del 18%: non sono mancate le adesioni da Emirati Arabi, Usa, Canada, Asia e Africa, anche se la parte del leone l’ha giocata, come prevedibile, l’Europa, con parecchi addetti ai lavori provenienti dai Paesi del Nord. Arriva per esempio da Copenhagen Christoph Baran, titolare della boutique Mélange de Luxe, che dà un giudizio positivo sulla manifestazione. «L’ho trovata interessante - commenta -. Ho visto parecchi nuovi nomi, ma anche i nomi consolidati hanno saputo rinnovare le proprie collezioni». Baran si sofferma in particolare sul progetto Saudi100Brands, che ha presentato un’ampia selezione di marchi a cura della Saudi Fashion Commission, di cui ben l’85% in capo a donne, imprenditrici e creative che uniscono nei loro modelli heritage artigianale e design contemporaneo. Da citare per esempio Qormuz (linea di borse in cui i pattern geometrici si incrociano con decorazioni fatte a mano, ispirate alla cultura araba), Dazluq (marchio fondato nel 2016 da Salma Zharan, pensando ai red carpet e alle occasioni speciali) ed Eman Joharjy, progetto ideato nel 2008 dall’omonima stilista, che rivisita in chiave moderna l’abaya, abito tradizionale delle donne musulmane. «Questa sezione - dice Bahran - è stata una vera sorpresa e voglio approfondirla meglio attraverso la showroom digitale Joor». Più in generale, il buyer segnala tra i suoi preferiti i gioielli di Rada («Diversi dall’offerta disponibile abitualmente in Danimarca»), le proposte di Angelo Gallamini, unico nel suo genere grazie a una ricerca tessile che dura da oltre 30 anni, e Maison Co.Go, «uno dei nostri best seller». Katarina Nordström di Musa a Göteborg in Svezia segnala tra i nuovi talenti Francesca Bianchi Design, giovane

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artefice di gioielli made in Italy (è nata ad Arezzo nel 1989), ultima generazione di una famiglia dalla lunga tradizione orafa. «Inoltre abbiamo appena ricevuto le prime consegne di House of Florence e anche la prossima stagione promette bene, grazie a nuovi colori e fogge», afferma la retailer, che cita tra i suoi “like” La Milanesa - in particolare le borse grandi con le piume, nelle nuance del lilla e dell’acqua - e i sandali a tutto colore di Melissa. «Mi sono piaciuti inoltre i capi con lustrini di Jeminé, lo stile di Dreaming Eli by Elisa, Marshall Injection, una vera iniezione di energia e l’art&digital fashion del collettivo Pet Liger, da un’idea dell’artista visionario Constantinos Panayiotou. Ricca di spunti l’area dedicata a sostenibilità e tecnologia». «Se potessi dare due consigli agli organizzatori - conclude Nordström - suggerirei di introdurre più partywear, mentre ai brand direi di personalizzare meglio i propri stand. Come i nostri clienti, anche noi buyer cerchiamo l’experience. Ultima cosa, ho trovato utile la possibilità di visitare showroom

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1. Un modello di Eman Joharjy, uno dei marchi presenti nella nuova sezione Saudi100Brands 2. L’inaugurazione del salone alla presenza delle istituzioni 3. Allo stand del brand italiano Avant Toi anche coloratissime proposte per la casa

come Elisa Gaito direttamente da White. Anzi, vorrei che alcune showroom multibrand fossero inserite all’interno del salone». L’olandese Sacha Pardovitch di Oallery ad Amsterdam torna su Pet Liger, apprezzato insieme a Who Decides War, griffe dallo stile disruptive. «Due nomi fuori dal coro - sottolinea -. Soprattutto in Who Decides War vedo potenzialità inespresse». Anche il titolare di Oallery è rimasto colpito dalla sezione Saudi100Brands: «Le realtà provenienti da quest’area meritano più attenzione e a White l’hanno trovata». Come Katarina Nordström e Christoph Baran, Sacha Pardovitch torna dalla rassegna con un giudizio positivo, «che potrebbe essere ancora migliore se gli organizzatori ci interpellassero già in fase organizzativa». Intanto Massimiliano Bizzi tira le fila di questa edizione: «Il percorso intrapreso - precisa - sta dando frutti oltre le aspettative. La qualità del brand mix e dei talenti creativi, la forza dei contenuti innovativi e di format inediti per un trade show si sono rivelati vincenti». White, di cui Bizzi è anche direttore artistico insieme a Beppe Angiolini di Sugar, ha beneficiato del supporto di Maeci e Ice Agenzia, in sinergia con Confartigianato Imprese, affiancato da Regione Lombardia e patrocinato dal Comune di Milano. Si è avvalso inoltre della partnership con Scalapay (innovative FinTech partner) e di Bmw (sustainable mobility partner) 