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DALL'AUTUNNO-INVERNO 2023

A PARTIRE DALL’AUTUNNO-INVERNO 2023 People of Shibuya diventa People: «Un renaming per non avere confini»

Un nuovo nome più globale, che non impatta sullo spirito della collezione, incentrata sull’innovazione, e partnership di prodotto con Thermore, Primaloft e Loro Piana

People of Shibuya cambia nome. Dall’autunno-inverno 2023 si chiamerà semplicemente People e la novità coincide con la partecipazione a Pitti Uomo 103, dove il brand presenta una collezione caratterizzata dall’utilizzo di tessuti innovativi (Thermore, Primaloft, Goretex e la lana tecnica di Loro Piana). È lo stesso co-fondatore e coo Angelo Loffredo ( a spiegare le ragioni di un renaming che, assicura, non coglierà di sorpresa né gli 850 clienti wholesale nel mondo, né i consumatori: «Sarà che va di moda accorciare tutto, ma partner e clienti ci chiamavano già People, quindi la nostra scelta non porta alcun stravolgimento».

Però la parola Shibuya raccontava molto dello stile del brand...

Siamo partiti avendo una visione italiana ed europea d’ispirazione Japan, che per sei anni ci ha connotati. Oggi però la nostra visione si allarga al mondo, dagli Usa all’Asia. “Shibuya” (riferimento all’incrocio di Tokyo più trafficato del pianeta, ndr), che era stato un plus, in un mondo dove non esistono più barriere e si va sempre più verso l’inclusione e la multietnicità, si trasforma in un limite. Da qui la scelta di trasformare il brand in “People”, parola globale con cui venivamo già identificati.

Il focus sulla sostenibilità resta?

Da diverse stagioni stiamo lavorando in questa direzione, senza dimenticare che la vera sostenibilità si ottiene evitando gli sprechi e soprattutto realizzando capi duraturi. People è nato sette anni fa con un capo 4 season, da usare tutto l’anno in ogni situazione e con ogni clima: questo dimostra che la tutela del pianeta è da sempere un valore fondamentale per noi.

Come avete chiuso il 2022 ?

Nonostante guerre e pandemie, People cresce a doppia cifra di stagione in stagione, segno che il prodotto risponde alle esigenze del consumatore.

Quali sono i mercati su cui puntare?

Il core business resta tra Italia ed Europa, rispettivamente con 400 e 350 clienti, ma ci sono Paesi, come la Russia e il Canada, dove stanno nascendo nuove opportunità. (an.bi.)

DOPO L’ACQUISTO DA PARTE DI MITTEL Il futuro di Jeckerson inizia da Pitti

Jeckerson, il marchio iconico dei “pantaloni con le toppe”, sarà annoverato tra i grandi ritorni del 2023. Il brand – dal nome inglese, ma italianissimo per storia e dna, visto che è stato creato nel 1995 da Carlo e Alessandro Chionna - dal 2021 è di proprietà di Mittel, società finanziaria nella cui compagine è presente Franco Stocchi, co-fondatore di Jeckerson insieme ai fratelli Chionna. Per presentarsi nuovamente al mercato, dopo anni di blackout, Jeckerson ha deciso di partecipare a Pitti Uomo, dove presenterà la collezione autunno-inverno 2023/2024 (nella foto, un’anticipazione) insieme al nuovo business plan, che punta a un forte aumento del fatturato e dei margini reddituali.

DIGEL «Un 2022 in crescita, con la forza del Never Out of Stock»

Digitalizzazione e casualizzazione saranno due parole chiave per Digel nel 2023. Come spiega Cristobal Felipe Machhaus (nella foto), director International Sales del marchio tedesco di menswear, alla presenza in 3mila multimarca nel mondo e in 20 monomarca tra Francia, Austria, Polonia e la madrepatria si associano investimenti crescenti nel digitale, «con una maggiore presenza in selezionati marketplace e il potenziamento del sito di e-commerce - afferma - ma anche nella logistica aziendale, implementando la tecnologia Rfid applicata ai capi, e nella comunicazione social». L’attenzione al canale fisico resta comunque molto alta e uno degli ultimi progetti portati a termine è l’intesa con Rinascente per allestire pop up nel department store italiano. La casualizzazione è tangibile nelle proposte per la FW 23/24, presenti a Pitti Uomo: «Puntiamo sull’innovazione applicata al formalwear, che si traduce nei nuovi capispalla, nelle giacche e in un outerwear “cosy and warm”». Digel stima di chiudere il 2022 a 100 milioni di euro di ricavi, +40% sul 2021 e con la prospettiva per il 2023 di superare i numeri del 2019, che era a quota 120 milioni. «Merito anche di un mercato chiave come l’Italia - precisa Machhaus -. Un Paese dove contiamo su partnership spesso ultradecennali, “matrimoni” fatti di amore reciproco e di confronti costruttivi». «Digel non è il classico brand internazionale distribuito con una showroom a Milano - conclude -. Ci affidiamo a un forte network di agenti e offriamo il più grande magazzino Nos (Never Out of Stock) d’Europa: i clienti scelgono tra oltre 100 soluzioni Mix & Match, potendo combinare una giacca in una taglia e un pantalone in un’altra. Questi abiti sono riassortibili in tre giorni, il che permette ai retailer di non avere grandi stock: per loro comprare 10 completi e venderne 100 attraverso continui riordini è decisamente meglio che acquistarne 100 senza sapere se si venderanno!». (a.b.)