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DAVID ERBA/GREENCHIC

INTERVISTA David Erba

Ceo Greenchic

«Siamo paladini del riuso, ma adesso anche un fashion brand»

Il 2021 segna un upgrading per l'azienda di second hand, nata sei anni fa come Armadioverde. La nuova carta da giocare? Upcycled by greenchic

DI ANGELA TOVAZZI

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1. David Erba ed Eleonora Dellera, co-founder di Armadioverde, ribattezzato Greenchic nel 2021 2. Un look di Upcycled by greenchic

Dal 2015 lo conosciamo come Armadioverde, ma dal 2021 il suo nome è Greenchic, uno specialista del second hand che ha l’obiettivo di trasformare lo scarto in opportunità: per l’ambiente, salvando dalla discarica i capi inutilizzati, e per i consumatori, che possono fare decluttering senza buttare niente e rinnovare il loro guardaroba risparmiando. La startup, che oggi è una società benefit, nel 2020 ha mosso circa 800mila capi e recentemente ha ottenuto un round di finanziamento da 2,6 milioni di euro, che le permetterà di aprire una nuova fase di crescita, con un upgrading dell’offerta. Ce ne parla il ceo e co-founder David Erba.

Perché il rebranding con Greenchic?

Perché bello e sostenibile sono due concetti ormai indisgiungibili, l’uno non può vivere senza l’altro. E poi perché volevamo un nome adatto a proiettare l’azienda verso lo scale up internazionale. Stiamo lavorando a molti progetti che ci daranno una marcia in più.

Quali le novità?

Abbiamo appena lanciato la nostra prima linea di moda upcycled, che metterà in commercio in maniera continuativa pezzi unici, realizzati con materiali di scarto e recupero. Designer giovani ed emergenti hanno il compito di disegnare capi ex novo, che poi vengono realizzati da una serie di sartorie sociali e messi in vendita in una sezione dedicata del sito. Abbiamo iniziato prototipando 12 modelli, di cui quattro sono già in produzione, con l’obiettivo di arrivare a un centinaio di capi prodotti alla settimana. Che diventeranno un centinaio al giorno entro fine anno. Un’altra novità è il progetto Regenerate, che permette di ridare valore ai capi con difetti, non commercializzabili, tramite piccole riparazioni, aumentando così il numero di vestiti che verranno risparmiati dallo smaltimento. Vogliamo estrarre il massimo del valore da tutto quello che entra nel nostro circuito.

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Complice la pandemia, l’usato ha avuto un boom. Qual è il valore aggiunto di Greenchic rispetto ai competitor?

Non parlerei tanto di competitor, ma di player. Noi non siamo un mero e-commerce, né facciamo reselling. Ci consideriamo gestori di traffico intelligente, perché risolviamo il problema dell’usato. Ci occupiamo di tutto il processo: il cliente non deve scattare foto, caricare le immagini e sperare di vendere dopo contrattazioni che a volte non portano a niente. Greenchic ritira i capi e assegna loro un valore con un sistema di “stelline”, base per i successivi acquisti della cliente, che per finalizzare dovrà aggiungere una quota in denaro. Senza la fretta e l’affanno di chiudere il carrello: può anche decidere di comprare in diversi step, finché con il volume raggiunge la spedizione gratuita. Un sistema che funziona. Lo testimoniano i nostri 25mila utenti attivi, su 750mila iscritti. Il nostro cliente compra in media più di 30 articoli l’anno. E con la nuova Upcycled by greenchic ce ne aspettiamo ancora di più. 

PIQUADRO Ancora più green con PQ Modular

Messa a punto con materiali ecologici ma anche capace di proteggere dal Covid e dagli altri virus: è la nuova linea sostenibile PQ Modular di Piquadro, realizzata in poliestere ecologico 100% ottenuto da bottiglie di Pet riciclato. Oltre a essere leggera e modulare, adatta alla mobilità urbana come all’outdoor, la collezione di zaini, marsupi, trolley, borsoni e monospalla è trattata con Viral Off, una nuova tecnologia in grado di bloccare oltre il 99% dell’attività virale entro due ore dal contatto tra gli agenti patogeni e il tessuto. (a.t.)

NO NAME Nuovi passi in direzione eco con le Flex Ripple Upcycling

No Name, il marchio di “plato sneaker” nell’orbita del gruppo francese Rautureau (Compagnie Marco Polo) compie nuovi passi per una moda più sostenibile e nella collezione per la primaveraestate 2021 realizza alcuni modelli con materiali riciclati, tra i quali spicca la Flex Ripple. Si tratta di una jogger dove le influenze urbane e le ispirazioni outdoor si intrecciano in una versione patchwork di denim riciclato e una maglia ricavata dal riutilizzo di bottiglie di plastica. Una nuova freccia all’arco per il brand, che a 30 anni dalla nascita è pronto a debuttare sul mercato italiano: l’appuntamento è per il prossimo autunno-inverno. (a.t.)