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PARLA IL CEO OIER URRUTIA

Q&A CON IL CEO OIER URRUTIA «Human touch e tecnologia, il mix vincente di Lookiero»

«Non siamo un semplice e-commerce, ma una piattaforma con un approccio umano e personale», dice il fondatore, che con la sua startup di personal shopping online si sta espandendo in tutta Europa. E non esclude di lanciare presto lo stesso servizio anche per l’uomo

DI ANGELA TOVAZZI

In circa sei anni ha raccolto oltre 60 milioni di dollari di finanziamenti ed è cresciuto fino a conquistare oltre 3 milioni di utenti registrati in Europa. Parliamo di Lookiero, piattaforma di personal shopping fondata da Oier Urrutia nel luglio 2015 in Spagna e sbarcata poi in Portogallo, Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Italia e Germania, che oggi impiega oltre 500 dipendenti. Il suo concept? Un mix di intelligenza umana e artificiale, empatia e tecnologia. La cliente fornisce i dati per la compilazione di un profilo, gli algoritmi si mettono al lavoro e selezionano i look più adatti fra tutti gli item dell’armadio Lookiero in base a età, corporatura, stile, destinazione d’uso e budget (fra tre diverse fasce di prezzo) e poi entrano in campo i personal shopper in carne ed ossa, che intuiscono desideri, scelgono, assemblano e preparano una box con cinque articoli tra abbigliamento e accessori. Il pacchetto (tutto una sorpresa) arriva al domicilio e la cliente ha due opzioni: restituire ciò che non gradisce senza costi aggiuntivi, oppure tenere tutta la scatola, ottenendo così uno sconto del 25%. Dei feedback ricevuti Lookiero fa tesoro e via via impara, riuscendo a conoscere sempre meglio la propria interlocutrice e a proporre composizioni ancora più personalizzate. La società non fornisce dati di fatturato, ma fa sapere che nella prima metà del 2021 le entrate sono aumentate di oltre il 50% a livello europeo e che in cantiere ci sono molti progetti. Come anticipa al nostro giornale Oier Urrutia.

Partiti da zero, siete cresciuti in fretta. Quale il valore aggiunto di Lookiero?

Il fatto che non siamo un semplice e-commerce, ma un servizio che permette a ogni donna di ricevere comodamente a casa capi selezionati appositamente per lei da un personal shopper, che la ascolta e vuole valorizzare la sua imma-

Oier Urrutia, fondatore di Lookiero gine. Il successo di Lookiero sta nel nostro approccio: personale e umano. Il fatto di riuscire a capire e interpretare i desideri delle nostre clienti, sviluppando il loro potenziale.

Quanto è fornito l’armadio Lookiero?

Al momento stiamo lavorando con 150 brand moda europei, ma la nostra idea è di continuare ad aggiungerne, per poter offrire più stili e taglie. Negli ultimi anni abbiamo tenuto conto anche di criteri come la sostenibilità nello scegliere i fornitori e inserito marchi italiani come, tra gli ultimi, Liu Jo e Marella. Per noi lo scouting è fondamentale: abbiamo uffici stile, oltre che a Bilbao, a Parigi, Milano e Londra.

Quali le sfide e le criticità in un business model come quello di Lookiero?

Per quanto semplice possa sembrare un’idea, trasformarla in azienda è estremamente complesso. Nel nostro caso, uno dei principali ostacoli è stata la mancanza di conoscenza di questa tipologia di servizio: poche persone avevano sperimentato il personal shopping. La sfida è stata, ed è ancora, spiegare i vantaggi di avere a disposizione un professionista che sceglie i capi per te, abbattendo le barriere fra online e offline.

Prossimi obiettivi?

Siamo appena approdati in Germania e stiamo potenziando la nostra presenza a Milano con un nuovo ufficio in centro. Attualmente siamo concentrati sulla messa a punto di nuove funzionalità e nel 2022 avvieremo una gamma di progetti, per rendere l’experience ancora più personalizzata. E poi non nascondo un desiderio: il lancio non è ancora in agenda, ma non ci dispiacerebbe rivolgerci anche all’uomo, con un servizio studiato ad hoc. Credo che Lookiero abbia ottime chance per entrare in sintonia con questo pubblico. 

Ottavo deal nella moda per Sys-Dat Group

A bordo della società attiva nel settore Ict arriva Emmedata

Nuovo deal in ambito moda per Sys-Dat Group. L’azienda attiva da oltre 40 anni nel settore Ict ha infatti acquisito Emmedata, storica società di informatica specializzata nel settore della moda e della calzatura, con un organico di oltre 50 persone e oltre 100 clienti che si affidano al suo know how. Nata nel 1985 a Civitanova Marche, Emmedata è stata ed è a fianco di importanti marchi della moda e, in particolare, della calzatura, fornendo loro soluzioni integrate per la gestione di tutti i processi, dalla progettazione al retail, puntando sulla massima scalabilità. Questa è l’ottava acquisizione nel fashion per Sys-Dat, che ultimamente ha fatto confluire in Sys-Dat Verona Accord, Progeco, Modasystem e Moda Solutions. Il ceo di Sys-Dat Group Matteo Neuroni si dice «particolarmente soddisfatto di questa operazione societaria, che consente di certificare ulteriormente il nostro percorso evolutivo». «Con Emmedata - ribadisce - accresciamo esperienze e competenze in uno degli ambiti per noi strategici, il Fashion&Luxury, creando un polo di eccellenza unico in Italia, che oggi conta oltre 1.000 clienti e 300 persone dedicate».

Matteo Neuroni, ceo di Sys-Dat Group

Axerve lancia Payment Orchestra anche in Uk

La piattaforma integrata è già attiva in Italia e in fase di lancio in Spagna

Lo specialista dei pagamenti Axerve porta Payment Orchestra in Uk. Già attiva nel nostro Paese e in fase di lancio di Spagna, questa piattaforma integrata sarà disponibile per tutti i retailer, gli imprenditori e le Pmi del Regno Unito. Come spiega la società, Payment Orchestra fornisce un servizio in grado di collegare esercenti e piattaforme di pagamento globali, per individuare le migliori soluzioni di incasso a livello internazionale, grazie a una infrastruttura «flessibile e intuitiva». Un modo per risparmiare risorse, ridurre i costi e alzare i tassi di conversione, orchestrando più pagamenti worldwide attraverso un unico touchpoint, in modo rapido e sicuro.

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