Missione Compiuta PLUS 4 - Guida

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GUIDA PER L’ INSEGNANTE Linguaggi

Per facilitare la PROGRAMMAZIONE PER UNITÀ DI APPRENDIMENTO

Percorsi semplificati con

Metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica

Programmazione didattica e progettazione educativa

Programmazione annuale di Educazione Civica

Suggerimenti metodologici: apprendimento cooperativo, compiti di realtà, classe capovolta

Accoglienza: attività e strumenti

Abilità iniziali: attività e strumenti

Attuazione della didattica inclusiva

Griglie per la rilevazione delle abilità

Rubriche valutative

Schede operative per lo sviluppo, il consolidamento e la verifica delle strumentalità, delle abilità e delle competenze

Percorsi su: riflessione linguistica, comprensione, riassunto, tipologie testuali

Antologia

Compiti di realtà

Percorso di approfondimento di EDUCAZIONE CIVICA

LOGICA LINGUISTICA: strumenti e schede

PLUS Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi Oltre l’insegnamento Educ Ability
PLUS GUIDA PER L’ INSEGNANTE Linguaggi Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi
con
Percorsi semplificati
Il progetto didattico 4 La metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica 4 Perché leggere 5 Le strategie di lettura per comprendere bene 6 Perché questo corso si intitola “Missione Compiuta! PLUS”? 7 La metodologia nel progetto Missione Compiuta! PLUS 8 Il Libro di Lettura 9 Il Libro delle Verifiche 17 La Riflessione Linguistica 18 Missione Regole! PLUS 19 Il Quaderno di Scrittura e Riassunto 20 Il Libro di Arte e Musica 22 I Percorsi semplificati 23 La Guida per l’insegnante 24 L’offerta digitale 25 Le parole della didattica 27 Insegnare per competenze 29 Le Life skills 31 #altuofianco sostegno 33 MISSIONE compiuta PLUS letture Programmazione annuale 36 Programmazione annuale: Italiano 36 Metodologia 39 Educazione Civica 40 Programmazione annuale: Educazione Civica 41 EDUCAZIONE CIVICA 42 Accoglienza 81 Abilit à inizia l i 82 Prova di lettura 84 Dettati 85 Ascolto 86 Schede operative 87 Scrivere 92 Scheda personale per la rilevazione delle abilità socio-relazionali 94 Scheda personale per la rilevazione delle abilità cognitive iniziali 95 Schede per la rilevazione delle abilità cognitive iniziali 96 Riflessi o ne sulla lin g ua 97 Attività e consigli per l’insegnante 98 Dettati 100 Schede operative 101 Verific h e di asco l to 116 Ascolto 116 Compren s i one 120 La comprensione del testo 120 Schede operative 122 Riassu n t o 130 Il riassunto 130 Schede operative 132 Tipolo g i e testu a l i 148 Le tipologie testuali 148 Il testo narrativo: realistico e fantastico 149 Schede operative 150 2
INDICE
INDICE Il testo descrittivo 160 Schede operative 161 Il racconto d’avventura 166 Schede operative 167 Il mito 172 Schede operative 173 Il racconto fantasy 176 Schede operative 177 Il racconto biografico e autobiografico 182 Schede operative 183 Il diario • La lettera 190 Schede operative 191 Il testo teatrale 198 Schede operative 199 Il testo informativo-espositivo 204 Schede operative 205 Il testo poetico 210 Schede operative 211 Mappa delle tipologie testuali 216 Antolo g ia 217 CompitiREALTÀ di 235 Il compito di realtà 236 La bacheca 237 Gara di dizione 238 L’angolo della letteratura 239 Teatro sulle onde radio 240 Fitness sulle onde radio 243 LOGICA LINGUIST ICA 245 Lo sviluppo intellettivo nella Scuola Primaria 246 La logica: un mezzo, non un fine 247 Perché un percorso di logica linguistica? 247 Le indicazioni per il curricolo 248 La metodologia 248 Programmazione 249 Primo Step Indicazioni metodologiche 250 Osservare e dedurre Schede operative 251 Giocare con le parole Schede operative 259 Giocare con i testi Schede operative 267 Secondo Step Indicazioni metodologiche 275 Osservare e dedurre Schede operative 276 Giocare con le parole Schede operative 284 Giocare con i testi Schede operative 292 Soluzioni degli esercizi 300 Percorsi semplificati 305 3

La metodologia del GRUPPO RICERCA E SPERIMENTAZIONE DIDATTICA

METODO TESSITORE

CODING DELLA DIDATTICA

Il percorso didattico di Missione Compiuta! PLUS è la declinazione delle metodologie di insegnamento proposte da anni dalle autrici componenti del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica

Il percorso si articola su due filoni portanti.

Metodo tessitore

Metodo tessitore

Coding della didattica

Coding della didattica

È la metodologia che parte dalla visione unitaria del bambino/della bambina per farlo giungere all’ unitarietà del sapere

Il nome stesso indica l’importanza della costruzione di una rete di competenze individuali che “trattenga” le diverse conoscenze che la scuola, la realtà, le agenzie educative esterne alla scuola forniscono al bambino e alla bambina.

Le conoscenze possono essere trattenute dagli allievi e delle allieve solo se sono:

• collegate tra loro;

• essenziali alla costruzione del sapere;

• ancorate a una struttura specifica per ciascuna disciplina;

• acquisite attraverso la scoperta personale.

I “pilastri” del Metodo tessitore

Didattica partecipata Elaborazione personale

Metacognizione

È la declinazione dei diversi contenuti e obiettivi che afferiscono a ciascuna disciplina e che permettono di acquisire conoscenze , abilità e competenze

Il Coding della didattica conduce all’acquisizione di un metodo di studio che non è soltanto acquisizione di conoscenze, ma favorisce un habitus mentale di approccio al sapere in funzione dell’acquisizione di competenze.

I “pilastri” del Coding della didattica

Pensiero computazionale

Organizzazione del sapere per mezzo di mappe attive

I “pilastri” del Metodo tessitore e del Coding della didattica sono articolati e concretizzati nel progetto Missione Compiuta! PLUS attraverso tutte le attività proposte nei diversi volumi.

Il progetto didattico 4

L’importanza della lettura

Perché leggere?

La lettura è uno degli strumenti che permettono di acquisire conoscenze.

Un altro scopo importante della lettura è quello di fornire i bambini e le bambine di uno strumento particolare: una specie di “bacchetta magica” che consenta loro non solo di conoscere, ma anche di sognare, immaginare, vivere avventure, riflettere sui messaggi che ciascun racconto e ciascun libro forniscono. Si spalancano così le porte al piacere di leggere . I bambini e le bambine, attraverso i messaggi contenuti nei racconti, saranno aiutati a mettere in atto le Life skills nelle esprerienze di tutti i giorni.

Non è vero, infatti, che i messaggi contenuti nei racconti servono solo per situazioni straordinarie: possono invece aiutarci a mettere in atto Life skills nella vita quotidiana. È importante che i bambini e le bambine raggiungano fluidità ed espressività nella lettura per leggere con piacere e comprendere con facilità

LA LETTURA

Il piacere di leggere

La comprensione

Lettura silenziosa o lettura a voce alta?

Scegliere in base ai propri interessi:

• un argomento;

• una tipologia testuale.

• Comprendere la struttura del testo.

• Cogliere il significato testuale.

• Comprendere le informazioni esplicite.

• Comprendere le informazioni implicite.

• Conoscere la forma e il significato delle parole.

La lettura silenziosa consente di assaporare il contenuto di un libro seguendo i propri ritmi . Per questo è importante favorire questo tipo di lettura anche in classe, in momenti dedicati in cui le bambine e i bambini possono leggere ciò che vogliono, come vogliono (sala o angolo della lettura).

La lettura a voce alta serve all’insegnante per monitorare il livello di fluidità e di espressività raggiunto. Ai bambini e alle bambine serve per rendersi conto dei propri miglioramenti e per imparare a leggere con espressività, ascoltando la propria voce e quella altrui.

Il progetto didattico 5

Le strategie di lettura per comprendere bene

LE STRATEGIE DI LETTURA PER LA COMPRENSIONE

Lettura analitica o di approfondimento (Receptive reading)

Consiste nel leggere il testo con attenzione per approfondirne il contenuto.

Nella lettura analitica si effettuano le seguenti operazioni:

• smontare il testo (suddividere il testo in paragrafi);

• ricavare l’informazione principale di ciascun paragrafo;

• individuare la frase chiave di ciascun paragrafo in base al contenuto.

Lettura orientativa (Skimming)

Si leggono i titoli, i sottotitoli, l’inizio e la fine dei paragrafi per conoscere il tema trattato.

Lettura di consultazione (Scanning)

Si scorre velocemente il testo per trovare le informazioni più importanti, saltando le parti ritenute “superflue”. Lo scopo di questo tipo di lettura è farsi un’idea generale del contenuto.

Il progetto didattico 6

Perché questo corso si intitola

“Missione Compiuta! PLUS”?

Questo corso si chiama Missione Compiuta! PLUS perché fare in modo che i bambini e le bambine amino la lettura e siano in grado di comprendere ciò che leggono non sono missioni impossibili.

Per portare a compimento queste missioni è necessario che lo studio delle tipologie non sia fine a se stesso, ma aiuti a capire che esse sono un mezzo utilizzato da autori e autrici per esporre nel modo più avvincente differenti argomenti.

Per gli allievi e le allieve

• Amare la lettura.

• Scoprire come gli argomenti trattati da autori e autrici aiutino a riflettere e a crescere.

• Acquisire competenze nella comprensione e nella produzione di un testo.

Per gli/le insegnanti

• Fornire strumenti per analizzare le tipologie testuali e comprendere un testo.

• Fornire un percorso affinché i propri allievi e le proprie allieve diventino lettori e lettrici competenti.

Le strategie da utilizzare per poter dire “ Missione Compiuta!” sono:

• presentare le tipologie testuali introducendole attraverso la didattica partecipata , suggerita dagli Spunti per discutere che introducono ciascuna tipologia;

• proporre argomenti diversi , vicini alle emozioni e ai sentimenti dei bambini e delle bambine, collegati alle Life skills;

• favorire la lettura critica per sollecitare i bambini e le bambine alla riflessione personale su quanto letto.

Il progetto didattico 7
PLUS

Leggere perché

La metodologia nel progetto Missione Compiuta! PLUS

La lettura è un’attività che porta benefici a breve e a lungo termine.

Leggere fa bene, sotto molti aspetti:

• migliora le competenze linguistiche;

• sviluppa capacità logiche e di comprensione;

• amplia la conoscenza del mondo, ma anche la conoscenza di sé e degli altri;

• mantiene attive le funzioni cognitive di memoria, attenzione e concentrazione;

• favorisce la capacità critica.

La lettura propone la calma, la tranquillità e la serenità. Attraverso le storie si può accedere ai sentimenti e alle emozioni dei protagonisti e delle protagoniste. In questo modo si sviluppa l’ intelligenza emotiva

Il progetto didattico del corso Missione Compiuta! PLUS propone un approccio che coinvolge emotivamente gli alunni e le alunne, dando molta importanza a:

• Life skills ;

• mindfulness ;

• lettura critica

La motivazione

Puntare sull’aspetto formativo delle letture vuol dire favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

I bambini e le bambine intraprenderanno così il percorso didattico per l’acquisizione di competenze linguistiche con una forte motivazione.

In questo corso i brani di lettura e la modalità in cui essi sono proposti si prefiggono di creare un approccio positivo e coinvolgente alla attività di lettura.

La curiosità e l’interesse dei bambini e delle bambine sono sollecitati:

• dall’aderenza degli argomenti a temi vicini al loro mondo;

• dall’invito a riflessioni personali;

• dal confronto con i pari.

Il percorso per il raggiungimento delle competenze è proposto attraverso esercitazioni che, pur mantenendo lo scopo di fornire strumenti per la comprensione e l’approfondimento, mirano a creare la capacità di sviluppare un pensiero critico e autonomo.

Requisito fondamentale perché scatti la scintilla dell’amore verso la lettura è avvertirla come un piacere, una fonte di conoscenza, ma anche un momento di coinvolgimento emotivo.

I bambini e le bambine, più che le persone adulte, quando leggono, si avvicinano in modo empatico ai personaggi, ai contenuti, alle situazioni narrate in un testo o in un libro. “Vedono” nella loro mente, attraverso le parole, ciò che sta accadendo nelle pagine del libro.

Favorire la loro intelligenza emotiva e la loro intelligenza visiva aiuterà a far capire loro come si possono immergere nella lettura provando piacere e divertimento.

Il progetto didattico 8

La struttura del libro

Il Libro di Lettura

Nella prima parte del testo le Unità di Apprendimento sono relative alle tipologie testuali , con un percorso che guida all’analisi di ciascuna tipologia.

Nella seconda parte del testo le Unità di Apprendimento presentano le tematiche , gli argomenti utili alla riflessione e allo sviluppo delle Life skills.

IL PIACERE DI…

Ciascuna Unità di Apprendimento è aperta da una doppia pagina che vuole suscitare il piacere della lettura , sia in forma attiva sia in modalità di ascolto

Sono pagine senza attività di comprensione o di analisi del testo perché leggere e ascoltare sono competenze importantissime che però possono essere acquisite con facilità solo se vissute come un piacere.

Spunti per sviluppare un pensiero personale e critico .

Spunti per riflettere su come il contenuto di un testo aiuti a comprendere se stessi/e , il mondo esterno e ad agire in modo consapevole nelle differenti situazioni.

Suggerimenti per aiutare i bambini e le bambine a utilizzare le letture per riflettere sulle proprie emozioni e sensazioni e raggiungere un equilibrio che li metta in armonia con il mondo esterno.

Il progetto didattico 9
LEGGERE
ASCOLTARE

Le tipologie testuali

COME INIZIA L’UNITÀ DI APPRENDIMENTO

La tipologia testuale viene introdotta attraverso la didattica partecipata

Gli Spunti per discutere offrono l’opportunità di mettere a fuoco le caratteristiche principali della tipologia.

In questo modo, attraverso la discussione, le bambine e i bambini cominciano a riportare alla mente le loro conoscenze pregresse ( metacognizione ).

La definizione della tipologia testuale trattata anticipa la mappa, chiarendo il contenuto e lo scopo della tipologia stessa.

La mappa concettuale anticipa le caratteristiche della tipologia testuale . Attraverso il pensiero computazionale gli “ingredienti” della tipologia sono presentati in modo chiaro e semplice. Si favorisce così l’ inclusività

COME TERMINA L’UNITÀ DI APPRENDIMENTO

La mappa mentale sintetizza gli aspetti principali della tipologia. I bambini e le bambine la completeranno dimostrando di saper organizzare le conoscenze , ricordando e ripetendo quanto imparato.

La visione mentale rafforza la specificità della tipologia testuale conosciuta.

Il progetto didattico 10

PERCORSO PER L’ANALISI DELLE TIPOLOGIE TESTUALI

Il percorso dell’analisi delle tipologie testuali è scandito in due specifiche tappe:

• scopri ;

• riconosci

Attraverso domande chiuse e/o aperte, gli alunni e le alunne scoprono la struttura della tipologia testuale

Spiegazione delle caratteristiche della tipologia

Gli alunni e le alunne lavorano in modo autonomo utilizzando quanto imparato.

Ogni Unità di Apprendimento inerente alla tipologia testuale termina con una verifica Le verifiche

Analisi della tipologia testuale

Autovalutazione delle conoscenze e mindfulness

Comprensione del testo secondo gli aspetti indicati dal Quadro di Riferimento Invalsi

Verifica delle competenze attraverso compiti non noti

Il progetto didattico 11

Gli argomenti: Life skills e comprensione del testo

COME INIZIA L’UNITÀ DI APPRENDIMENTO

L’ argomento è messo in evidenza. Le attività di didattica partecipata e di metacognizione servono per introdurre l’argomento e far affiorare i sentimenti, le emozioni e le idee che bambini e bambine hanno sulla tematica presentata.

Ciascuna tematica o argomento è collegata a una Life skill

Gli spunti di conversazione proposti aiuteranno le bambine i bambini a capire come nei testi siano sempre presenti spunti per riflettere su sé stessi/e e acquisire competenze di vita da utilizzare nella quotidianità.

COME TERMINA L’UNITÀ DI APPRENDIMENTO

Attraverso le pagine intitolate Life skills in azione i bambini e le bambine avranno la possibilità di immergersi e rappresentare nella propria mente situazioni che potrebbero essere chiamati ad affrontare mettendo in atto la Life skill presentata nell’Unità di Apprendimento.

In queste pagine i bambini e le bambine troveranno modalità diverse (test, quiz, letture, poesie…) per mettere in gioco le loro capacità di utilizzare le Life skills in diverse situazioni.

Il progetto didattico 12

COMPRENSIONE DEL TESTO: COMPETENZA TRASVERSALE

La capacità di comprensione del testo è trasversale a ogni tipo e scopo di lettura. Anche per analizzare una tipologia testuale è necessario saper comprender un testo. Per questo, nelle pagine di verifica al termine delle Unità di Apprendimento riferite alle tipologie testuali sono state inserite alcune domande di comprensione del testo.

IL PERCORSO PER LA COMPRENSIONE DEL TESTO

Il percorso di comprensione del testo è basato sul Quadro di Riferimento Invalsi , con esercitazioni graduali e differenziate.

Spunti per arricchire il lessico individuale e facilitarne l’utilizzo.

Suggerimenti per acquisire velocità , intonazione ed espressività nella lettura.

Nelle varie tappe si esplicita chiaramente ai bambini e alle bambine su quale aspetto della comprensione è centrata l’esercitazione.

Gli aspetti Invalsi indagati nel percorso di comprensione del testo sono:

Individuare informazioni

• Ricavare informazioni esplicite e/o implicite

• Fare inferenze

Contenuto e forma del testo

• Inizio, svolgimento, conclusione

• Struttura

• Contenuto

• Ordine dei fatti

Significato del testo

• Idea principale

• Scopo

• Lessico

Il progetto didattico 13

STRUMENTI PER ACQUISIRE COMPETENZE

Nelle pagine dedicate alle tipologie testuali le esercitazioni sono finalizzate alla scoperta delle caratteristiche peculiari di ciascuna tipologia e all’ analisi del testo sia in un percorso guidato sia in autonomia. Nelle pagine relative alle tematiche sono presenti esercitazioni per la comprensione del testo

Su questi due percorsi di apprendimento si innestano altre attività mirate all’acquisizione di

L’ intelligenza visiva è uno dei tipi di intelligenza che, secondo Gardner, noi mettiamo in atto per comprendere e conoscere il mondo in cui viviamo. Generalmente si privilegiano le intelligenze linguistica e logico-matematica, dimenticando il ruolo che l’impatto visivo ha nell’apprendimento.

Aiutare i bambini e le bambine a rappresentare mentalmente, quindi ad avere una visione mentale di ciò che hanno letto, non solo coinvolge, ma aiuta anche l’attività di comprensione del testo.

Nelle pagine espressamente dedicate all’ arte di leggere e nelle attività simili presenti in alcune pagine del testo, attraverso il Coding , cioè una precisa sequenza di suggerimenti, vengono offerti alle bambine e ai bambini gli strumenti per acquisire

Attraverso immagini e suggerimenti di lavoro per una , nelle pagine dedicate alle stagioni vi è un percorso che permette agli alunni e alle alunne di avvici e sperimentare differenti tecniche espressive.

Il progetto didattico 14

METTERE IN ATTO LE COMPETENZE

La logica linguistica è uno dei pilastri per imparare a organizzare il pensiero ed esporre in modo coerente e coeso

Attività di logica sono proposte in modo giocoso perché risultino quasi un momento di relax, pur favorendo la messa in atto delle competenze acquisite

Il progetto didattico 15

L’EDUCAZIONE CIVICA

Al termine dei due percorsi dedicati a tipologie testuali e tematiche viene proposto un percorso di Educazione Civica . L’insegnante potrà presentare i diversi contenuti quando lo riterrà opportuno, cercando di collegarli agli spunti di vita reale e alle situazioni contingenti.

Citta DINO e Citta DINA sono un bambino e una bambina che provengono dal pianeta Demos e hanno un’importante MISSIONE da compiere: effettuare un sondaggio che ha per oggetto l’ Educazione Civica sulla Terra. Dino e Dina sono i due personaggi che aiutano gli alunni e le alunne a essere più sensibili ai temi dell’Educazione Civica.

Nella sezione dedicata alle stagioni vengono inoltre presentate alcune giornate importanti indicate dagli Organismi Internazionali La sensibilizzazione a temi di importanza globale che riguardano l’umanità intera aiuta i bambini e le bambine ad allargare il proprio orizzonte e a rendersi conto che tutti e tutte possono e devono fare qualcosa per il bene comune.

Nella presente Guida l’insegnante troverà un percorso specifico dedicato all’Educazione Civica, interamente fotocopiabile.

Il progetto didattico 16

L’importanza di verificare

Il Libro delle Verifiche

La verifica deve essere intesa nella corretta accezione del verbo “valutare”.

Valutare non significa solo controllare, ma vuol dire principalmente “dare valore”.

Portare i bambini e le bambine ad affrontare le verifiche sapendo qual è il loro reale significato vuol dire aiutarli a vederle con occhi diversi.

Per l’insegnante vuol dire monitorare gli apprendimenti degli alunni e delle alunne, capire i loro punti di forza e i loro punti deboli.

Il progetto Missione Compiuta! PLUS è particolarmente attento al percorso di valutazione e ne propone uno nel volume delle Letture, al termine di ogni UA relativa alle tipologie testuali, e uno in un libro di verifiche individuale

La struttura del libro

Le diverse intelligenze

La valutazione partecipata

Nel Libro delle Verifiche il percorso di valutazione/autovalutazione prevede quattro prove che vertono ciascuna su;

• ascoltare ;

• leggere ;

• comprendere ;

• scrivere ;

• riassumere ;

• riflettere sulla lingua

Nel Libro delle Verifiche i bambini e le bambine hanno la possibilità di utilizzare le diverse intelligenze e, attraverso i compiti non noti , mettere in atto le competenze acquisite.

Al termine di ciascuna serie di prove bimestrali , attraverso la valutazione partecipata , gli allievi e le allieve autovalutano il loro stato d’animo e il loro lavoro, confrontando il giudizio dell’insegnante con il proprio.

L’indice mostra la scansione dei diversi aspetti e la tipologia delle prove bimestrali.

Per ciascuna prova, i bambini e le bambine sono invitati ad autovalutarsi e a confrontare la propria valutazione con quella dell’insegnante.

Il progetto didattico 17

Le grammatiche

La Riflessione Linguistica

Il percorso sulla Riflessione Linguistica ha come MISSIONE aiutare i bambini e le bambine ad acquisire sicurezza nell’uso dello strumento linguistico per giungere alla consapevolezza che esso è trasversale a tutte le attività.

I bambini e le bambine usano autonomamente le strutture grammaticali perché possiedono la grammatica implicita acquisita con l’esposizione costante alla lingua parlata dalle persone adulte.

Riflettere sulla lingua consente di capire la funzione delle parole e la struttura e la completezza della frase

Permette quindi di giungere al traguardo finale: la conoscenza della grammatica esplicita

Per questo, nel percorso si trovano le principali tappe della:

• grammatica funzionale ;

• grammatica valenziale ;

• morfologia ;

• sintassi

Non manca il percorso per la conoscenza degli aspetti ortografici e lessicali della nostra lingua.

Gradualità e operatività

La conoscenza di ciascuna categoria grammaticale avviene attraverso un percorso che si apre con la grammatica funzionale per comprendere la funzione della categoria stessa all’interno della frase.

Il percorso è graduale e ricco di operatività.

Il testo presenta anche un percorso inerente la grammatica valenziale

Imparo Grammatica attiva Scoprire la regola dall’uso quotidiano della lingua.

La regola

Il progetto didattico 18

Le mappe riassuntive

Le mappe interattive e le videolezioni

Le mappe riassuntive, anche digitali, sottolineano gli aspetti delle diverse categorie grammaticali.

Una importante estensione digitale del volume di Riflessione Linguistica è rappresentata dalle mappe interattive di sintesi e approfondimento delle diverse categorie grammaticali. Delle vere e proprie videolezioni che, con una grafica accattivante e un audio chiaro e preciso, possono essere utilizzate in classe, secondo le strategie che l’insegnante riterrà più opportune, oppure in autonomia dallo studente e della studentessa, come valido strumento di ripasso e consolidamento, ma anche di applicazione della classe capovolta e in caso di Didattica Digitale Integrata

Le mappe sono realizzate con un font ad alta leggibilità, che le rende fruibili da tutto il gruppo classe.

Dei puntuali esercizi di verifica sono presentati in itinere alle videolezioni, ma possono anche essere saltati, per rendere ciascuna mappa davvero personalizzabile a seconda dell’esigenza della classe.

In un unico oggetto digitale sarà possibile riprodurre il video, esercitarsi e rinforzare le conoscenze, il tutto in un contesto coinvolgente e divertente.

Missione Regole! PLUS

Missione Regole! PLUS è un agile volume che può essere facilmente consultato dai bambini e dalle bambine quando non ricordano le principali regole grammaticali

Queste sono sempre accompagnate da esempi perché la regola non rimanga astratta, ma si concretizzi in un suo utilizzo pratico.

Il progetto didattico 19

Il Quaderno di Scrittura e Riassunto

I percorsi per il raggiungimento delle competenze nella produzione e nel riassunto di un testo hanno un tracciato specifico che rispetta le diverse tappe per il raggiungimento del traguardo, ma allo stesso tempo sono correlati

Collegamento con la tipologia testuale

Coding per la stesura del testo

Smontaggio e scaletta

Coding per il riassunto di un testo

Il percorso del riassunto e il percorso della scrittura sono operazioni inverse

Per quanto riguarda il riassunto i bambini e le bambine devono imparare a eliminare informazioni non essenziali per comprendere la trama e quindi arrivare allo smontaggio , cioè l’insieme delle frasi chiave riferite alle sequenze principali.

Per stendere correttamente un testo, i bambini e le bambine devono invece partire dalla scaletta (il corrispettivo dello smontaggio) e arricchirla con informazioni, descrizioni, riflessioni…

Il riassunto

La scrittura

Per raggiungere la capacità di riassumere e sintetizzare occorre prima fare un sistematico e metodico lavoro sullo smontaggio di un testo nelle sue parti essenziali.

Tappe :

• la trama

• i vari tipi di sequenze

• le sequenze narrative principali

• la frase chiave

• lo smontaggio

• il riassunto

Il percorso di scrittura inizia con la presentazione degli strumenti base necessari per produrre un testo.

Seguono esercitazioni per imparare a stendere un testo , trattando un argomento o utilizzando una precisa tipologia testuale , in modo coerente e coeso.

Il progetto didattico 20

Il percorso di scrittura e riassunto

Le esercitazioni proposte nel Quaderno di Scrittura e Riassunto sono strettamente collegate alle tipologie testuali e agli argomenti presentati nel Libro di Lettura

Scrittura guidata sull’ argomento che meglio si aggancia alla tipologia

Riassunto di un brano della tipologia testuale legata all’ argomento

Suggerimenti per la stesura di un testo collegato alla tipologia testuale .

Suggerimenti per la scrittura creativa

Il progetto didattico 21

L’Arte La Musica

Il Libro di Arte e Musica

Il percorso relativo ai Linguaggi Espressivi è affidato a uno specifico volume, unico per le classi quarta e quinta, che condurrà i bambini e le bambine in un viaggio all’interno di un particolare Museo.

I principali concetti della grammatica artistica vengono trattati in differenti “sale” di Museo . In ciascuna di esse viene spiegata una delle caratteristiche necessarie per analizzare un’opera d’arte, poi viene presentato/a l’artista che meglio identifica la caratteristica appena descritta.

La sagoma di un tablet presenta la vita dell’artista in questione; successivamente vengono proposte due sue opere . La prima è descritta in prosa, la seconda in poesia, grazie alle splendide composizioni di Germana Bruno. Infine, una attività laboratoriale conclude il percorso della sala.

La sezione dedicata alla Musica affronta argomenti come il ritmo , la durata , l’ intensità dei suoni, e aiuta i bambini e le bambine a familiarizzare con i concetti musicali più semplici.

Al termine di ciascun percorso annuale è proposta una verifica sugli argomenti presentati.

Gli argomenti trattati sono:

classe 4

• il colore;

• la luce;

• le ombre;

• la scultura.

classe 5

• la prospettiva;

• le emozioni;

• le tecniche artistiche;

• la fotografia.

L’estensione digitale

Il volume contiene anche l’estensione digitale, nella quale le bambine e i bambini potranno virtualmente entrare nelle sale di questo Museo, esplorando Gallery di opere d’arte, scoprendo curiosità e aneddoti sulla vita degli artisti e delle artiste e svolgendo semplici ma coinvolgenti esercizi-gioco.

Il progetto didattico 22

Bisogni speciali

I Percorsi semplificati

Lo sforzo più impegnativo è includere nel percorso didattico del gruppo classe chi ha Bisogni Educativi Speciali o Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Parlare di Didattica Inclusiva vuol dire quindi parlare di una didattica attenta ai bisogni particolari di questi bambini e bambine.

Bisogna distinguere BES e DSA, perché identificano esigenze diverse e hanno bisogno di percorsi didattici differenti. Il ventaglio di difficoltà è in ogni caso molto ampio e spesso si intreccia con difficoltà relazionali. Per superare le difficoltà relazionali dovrà subentrare un coinvolgimento nel lavoro della classe con i compagni e le compagne e una maggiore attenzione al versante emotivo.

Un percorso didattico inclusivo per tutti/e

Il percorso di facilitazione

Alla luce di queste premesse, il team didattico che ha elaborato il progetto Missione Compiuta! PLUS ha cercato di proporre un corso che fosse inclusivo su più fronti:

• per tutta la classe, perché non tutti e tutte hanno le stesse conoscenze pregresse, le stesse capacità cognitive e attentive;

• per bambini e le bambine con BES e DSA, proponendo una metodologia didattica coinvolgente e adatta alle diverse capacità.

Nel Libro di Lettura vi sono testi ed esercizi con font ad alta leggibilità ; nel libro di Riflessione Linguistica gli esercizi sono contrassegnati con un colore differente nella numerazione per indicarne il grado di difficoltà.

In tutti i libri sono presenti mappe riassuntive che aiutano a ricordare gli aspetti principali di quanto appreso e possono essere utilizzate come strumenti compensativi.

I sussidi multimediali sono un ulteriore aiuto per chi presenta Bisogni Educativi Speciali.

I l percorso di facilitazione, che può essere richiesto come volume separato per gli alunni e le alunne che ne avranno necessità, presenta in modo adattato e semplificato la quasi totalità dei testi di Missione Compiuta! PLUS in cui ci sono attività di comprensione o di analisi testuale. È sempre segnalata la pagina corrispondente sul testo della classe, per cui l’insegnante può assegnare la stessa tipologia di lavoro ai bambini e alle bambine con BES e DSA.

L’intero volume è stampato in Leggimi , carattere ad alta leggibilità.

Il progetto didattico 23

I contenuti della Guida

La Guida per l’insegnante

Nella presente Guida per la classe quarta i filoni metodologici portanti del progetto vengono analizzati per poter comporre un piano didattico e metodologico completo, coerente ed efficace.

Inoltre, vengono offerte all’insegnante alcune schede per ampliare e approfondire le diverse abilità che si vogliono sviluppare.

Le pagine dedicate all’Antologia propongono una serie di brani che il bambino o la bambina potrà leggere da solo/a o insieme alla classe, per sviluppare il piacere della lettura.

Nella Guida l’insegnante troverà:

• la programmazione per l’anno scolastico;

• suggerimenti per l’accoglienza;

• consigli metodologici e schede integrative relative: – alle abilità iniziali;

– alla riflessione sulla lingua;

– alla comprensione del testo; – al riassunto;

– all’analisi delle tipologie testuali;

• le rubriche valutative relative all’anno scolastico;

• un’antologia di testi tratti dalla letteratura per l’infanzia;

Educazione Civica Compiti di realtà Logica linguistica Percorsi semplificati

Programmazione

• un percorso di Educazione Civica con attività su Costituzione , Agenda 2030 e Cittadinanza digitale ;

• un percorso unitario , intitolato “ Radio School ”, che propone compiti di realtà collegati tra loro da svolgersi durante l’intero anno scolastico;

• un percorso di logica linguistica , per stimolare tutte le differenti “ intelligenze ” e acquisire competenze logiche, pensiero logico e riflessivo;

• un percorso di semplificazione , presente sia in Guida sia, per chi ne faccia richiesta, come volume separato, secondo le caratteristiche descritte a pagina 23.

La programmazione evidenzia:

• le competenze da raggiungere al termine dell’anno scolastico;

• le conoscenze e le abilità che gli allievi e le allieve devono raggiungere;

• i contenuti.

Il progetto didattico 24

Il Libro digitale

L’offerta digitale

Missione Compiuta! PLUS comprende anche l’estensione digitale, interattiva e multimediale: il Libro digitale

Il Libro digitale è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i device a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo.

Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Libro digitale contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni e delle alunne.

Le soluzioni digitali presenti sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da chiunque, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Libro digitale e delle risorse a disposizione di docenti e studenti/studentesse, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’offerta digitale.

La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più opportuni.

Il Libro digitale è uno strumento fondamentale per l’ insegnante , che lo può utilizzare per arricchire e approfondire la lezione in classe o in caso di Didattica Digitale Integrata , ma anche per l’ alunno/a , in quanto incoraggia all’ autonomia e alla personalizzazione del percorso di apprendimento.

Caratteristica del Libro digitale è quindi la flessibilità : non sarà predefinito ma sempre in progress; il supporto non sarà solo cartaceo ma anche digitale; non si svilupperà solo sul livello testuale ma sarà ricco di immagini, schemi, suoni; non progredirà in maniera lineare ma si svilupperà anche in reti concettuali.

Il Libro digitale, prestando particolare attenzione alla personalizzazione , si rivela uno strumento indispensabile in caso di Didattica Digitale Integrata , ma anche e soprattutto per l’integrazione degli alunni e delle alunne che presentano difficoltà di apprendimento , quelli con BES e DSA , non italofoni/e o diversamente abili nel tessuto della classe.

Gli strumenti

Gli strumenti di lavoro a disposizione nel Libro digitale sono raccolti in una barra dedicata. Dalla barra degli strumenti all’interno della piattaforma è possibile non solo accedere alla tradizionale palette di strumenti (matita, evidenziatore, riquadri per inserire note, gomma), ma anche effettuare ritagli di testo, inserire esercizi o file preparati personalmente, aggiungere note, video, collegamenti ipertestuali.

Il Libro digitale diviene quindi uno strumento da personalizzare , che può essere declinato a seconda delle necessità e integrato di ulteriori risorse, funzioni e materiali aggiuntivi, in base alle proprie esigenze formative.

Il progetto didattico 25

Creare mappe concettuali

L’importanza di Classroom

Un utilissimo tool all’interno del Libro digitale è lo strumento che consente di disegnare mappe concettuali usando forme, colori e brevi etichette di testo. Diventerà così immediato e intuitivo organizzare in pochi clic le idee o trasformare in semplici schemi dei concetti complessi: le mappe prodotte potranno essere utilizzate durante una lezione, frontale o a distanza, oppure essere sfruttate per facilitare lo studio a casa. Sarà sufficiente scegliere il titolo della mappa, disegnarla e salvala. Comparirà tra le risorse personali e potrà essere aggiunta a qualsiasi pagina del Libro digitale semplicemente trascinandola sulla pagina; per un utilizzo ancora più personalizzato, la mappa prodotta potrà anche essere esportata come immagine

La necessità di fornire strumenti che sempre più riducessero le difficoltà date da una didattica digitale ha fatto sì che nascesse l’idea di Classroom , uno spazio di condivisione tra insegnanti e classe . In questa aula virtuale l’insegnante può assegnare i compiti alla propria classe e controllarne i risultati, condividere risorse e creare percorsi personalizzati. L’alunno/a può fare i compiti da qualsiasi dispositivo e controllare il proprio andamento. E grazie alla presenza di una “bacheca”, insegnante e alunni/e avranno sempre la possibilità di comunicare, in uno spazio protetto e sicuro.

Classroom può essere utilizzato sia nella piattaforma di uso del Libro digitale sia in Google Classroom , aumentando così notevolmente la facilità di uso da parte di tutti/e.

Il Libro digitale ha una particolare attenzione per l’accessibilità

Il libro liquido

ELI LINK

Cliccando sull’icona Cambia vista in alto a destra, è possibile passare alla versione accessibile del Libro digitale, conosciuta anche con il nome di libro liquido

In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile:

• visualizzare quali risorse (audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina;

• ascoltare il testo , scegliendo anche la velocità di lettura;

• cercare specifiche parole contenute nel testo;

• personalizzare l’ aspetto grafico del testo selezionando:

- il tipo di carattere;

- le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo o rimpicciolirlo;

- la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo;

- il colore di fondo della pagina.

ELI LINK è un’ applicazione gratuita scaricabile dagli store digitali sul proprio smartphone o tablet. Grazie a ELI LINK la realtà che vediamo sotto i nostri occhi si arricchisce degli elementi multimediali del corso, attivabili direttamente da smartphone o da tablet . Dopo aver scaricato l’applicazione , è possibile inquadrare la pagina del proprio volume cartaceo e accedere subito ai contenuti digitali collegati

QR code

Il Grande Gioco dell’Educazione Civica

Ulteriore strumento a disposizione è il QR code , immagine che, una volta inquadrata da uno smartphone o da un tablet, consente di rimandare direttamente ai contenuti collegati : video, audio, tutorial, presentazioni in PowerPoint... In questo modo, senza dover scaricare applicazioni e senza dover accedere al Libro digitale , i contenuti saranno direttamente disponibili, per una rapida ed efficace fruizione.

Nell’ottica della didattica partecipata, i temi più sensibili legati all’ Educazione Civica e all’ Agenda 2030 saranno oggetto del divertente gioco SMILE GAME presente all’interno del Libro digitale da proporre al gruppo classe.

Il progetto didattico 26

Didattica partecipata e attiva

Le parole della didattica

L’insegnamento, per essere efficace, deve essere motivante e coinvolgente . Deve dunque rendere gli alunni e le alunne consapevoli delle proprie/e capacità e pronti a modellare diverse strategie rispondenti alle richieste dell’insegnante, ma soprattutto al loro modo di apprendere e riutilizzare le conoscenze pregresse.

Anche la didattica deve trovare nuovi modelli di insegnamento/apprendimento. Nei volumi del progetto Missione Compiuta! PLUS sono proposti stimoli o esercitazioni che fanno riferimento alle nuove “parole della didattica”.

È il momento della partecipazione collettiva alla costruzione del sapere comune È la partenza, la “presa di coscienza” che si imparerà qualcosa di nuovo, tutti/e insieme. Nessuno/a parte dal nulla e dunque offriamo ai bambini e alle bambine l’opportunità di “tirar fuori” ciò che già sicuramente sanno su un argomento. Avranno così la soddisfazione di verificare che il loro bagaglio culturale pregresso serve, anzi, è indispensabile per costruire nuovi saperi.

È il momento che nella cultura anglosassone si definisce “ brainstorming ” o “ circle time ” e serve a “mettere sul piatto” ciò che ciascuno/a possiede e che tutti/e insieme possediamo. È un momento di grande inclusività sia per chi ha difficoltà sia per chi ha “una marcia in più” a patto che si osservi l’unica regola valida: il rispetto degli altri e delle altrui conoscenze

Metacognizione

Pensiero computazionale

La metacognizione è la consapevolezza e il controllo dei propri processi cognitivi È la riflessione su che cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare quella determinata nozione. Si attua attraverso la selezione, l’organizzazione, la rielaborazione delle informazioni pregresse apprese.

Come?

Insegnando a chiedersi: che cosa so già su questo argomento? Se ciò che sto apprendendo è un problema, come ho risolto un problema simile in altre situazioni?

L’insegnante può chiedere agli alunni e alle alunne: perché pensi che il compito sia difficile? Perché hai rinunciato a farlo? Perché hai fatto proprio così? Sei sicuro/a di non sapere proprio nulla su questo argomento? Questo argomento non riporta nella tua mente qualcosa che già conosci? Dai, parti da lì!

Queste riflessioni possono aiutare a mettere in gioco delle strategie, ad acquisire fiducia in sé e avere un atteggiamento più sereno di fronte a novità e difficoltà.

Soprattutto i bambini e le bambine in difficoltà imparano a “capire che cosa non capiscono”, senza avere la sensazione di “non capire nulla”. Imparano che tutti/e abbiamo un punto di partenza, che può essere il nostro trampolino di lancio.

Il pensiero computazionale è l’ insieme dei percorsi mentali che portano alla visione e alla soluzione di un problema. Il problema non è inteso solo in senso matematico: il problema è qualsiasi situazione presenti la necessità di una soluzione.

Il pensiero computazionale, dunque, agevola il susseguirsi di procedure da attuare per giungere a un obiettivo. Nel caso degli obiettivi scolastici non è solo la strada da seguire per risolvere il problema, ma è il raggiungimento della consapevolezza delle diverse tappe. Il pensiero computazionale è un processo logico-creativo che abitua a pensare in modo non ripetitivo, dunque porta a sviluppare competenze.

Coding

Coding è traducibile con la parola programmazione : indica un processo che serve a dare sistematicità al lavoro. Con il Coding si sviluppa il pensiero computazionale e la capacità di risolvere situazioni di diversa complessità.

Il progetto didattico 27

Peer Teaching, Peer Learning e Cooperative Learning

È la conoscenza trasmessa tra pari

Si basa sulla comunicazione paritaria e dunque accettata dal gruppo, in una condizione di non soggezione o gerarchia.

Questi momenti didattici migliorano l’autostima, mettono alla prova e migliorano le abilità relazionali e di comunicazione. Sono momenti altamente inclusivi perché nel piccolo gruppo è più facile aiutare chi è in difficoltà ed è altresì più facile accettare l’aiuto.

Dal lavoro in piccoli gruppi si manifesta che ciascuno/a “è bravo/a in qualcosa” e che ciascuno/a “può imparare qualcosa”.

Questi momenti non annullano il ruolo dell’insegnante, anzi… l’insegnante diventa mediatore, facilitatore dell’interazione tra gli alunni e le alunne.

Tinkering

Il Tinkering (letteralmente “armeggiare”) è una situazione di apprendimento “ informale ”, stimola l’attitudine alla soluzione dei problemi coniugando competenze, abilità pratiche e creatività.

Il Tinkering incoraggia a sperimentare e nello stesso tempo a tener presente le regole e le procedure.

Le attività vengono proposte in forma di gioco e di sfida con se stessi/e per arrivare a ottenere un prodotto che si può vedere, toccare e mostrare. Il Tinkering abitua a realizzare oggetti e manufatti seguendo procedure e tappe. Che cos’è l’apprendimento se non una procedura per tappe per giungere al sapere?

Dunque, l’attuazione della metodologia del Tinkering è la costruzione di una forma mentale che insegna a procedere per tappe, cioè per “piccoli passi”.

Lo STEAM ( Scienza , Tecnologia , Ingegneria , Arte , Matematica ) è un metodo di apprendimento interdisciplinare che porta a riflettere, a rielaborare le proprie conoscenze e le proprie abilità per il raggiungimento di un obiettivo anche pratico.

Lo STEAM è un utile strumento per scoprire come le conoscenze si possono integrare, si possono coniugare, si possono assimilare in funzione di un unico traguardo.

Classe capovolta

Mindfulness

Il metodo della classe capovolta o flipped classroom prevede l’inversione dei due mo menti educativi classici dell’insegnamento, lezione frontale dell’insegnante e studio individua le a casa dell’alunno/a.

Tale inversione prevede che l’insegnante condivida con la classe del materiale in sostituzione della tradizionale lezione frontale . Questo materiale può essere costituito da video , mappe , infografiche … che l’alunno/a guarderà o consulterà a casa, seguendo peraltro i suoi personalissimi ritmi, e che poi condividerà il giorno dopo in classe, con l’insegnante e con i compagni e le compagne. Sarà l’occasione per sottoporre eventuali dubbi, chiedere chiarimenti, risolvere quesiti che dovessero nascere, verificare ipotesi fatte, soddisfare curiosità. Per l’insegnante sarà l’occasione per far svolgere attività di tipo più prettamente laboratoriale, lavori di gruppo, compiti autentici.

La mindfulness è un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica; aiuta a portare tutta la propria attenzione verso il momento che si sta vivendo e l’attività che si sta svolgendo. È utile proporre attività di mindfulness per coltivare l’abitudine a raggiungere uno stato mentale che possa rendere consapevoli delle proprie possibilità e della capacità di vincere l’ansia e lo stress

In questo modo si aiuteranno gli alunni e le alunne anche a concentrarsi maggiormente. Se la mente riesce a mantenersi ancorata al presente, sarà in grado di esprimere tutta la sua potenzialità.

Il progetto didattico 28

Che cosa vuol dire essere competenti

Insegnare per competenze

La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imprevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia.

Conoscenze, abilità, competenze

Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze

teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto:

• atteggiamenti di apertura verso le novità;

• disponibilità:

– all’apprendimento continuo;

– all’assunzione di iniziative autonome;

– alla responsabilità;

– alla flessibilità.

La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni e le alunne sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano.

La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano e entrano a far parte di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”.

La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno/a di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo/la appassiona e ciò che vuole realizzare.

È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed esportabile in diversi contesti.

Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco frequentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, sempre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida.

Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze

Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…).

Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni e le nostre alunne devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita.

Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe.

Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di ciascun insegnante.

Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti.

In modo particolare negli ultimi anni i/le docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica” , cioè non deve servire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi. La competenza: una necessità

Il progetto didattico 29

Uno stile di insegnamento e di apprendimento

Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rapportarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”.

Certamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini e alle bambine la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo.

Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi/e che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare…

Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stile di insegnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e definizioni da imparare a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova rotta; vuol dire fare scuola per consentire agli alunni e alle alunne di imparare in modo:

• significativo , facendo sì che per loro apprendere abbia un significato, una valenza;

• autonomo , mettendoli in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte;

• responsabile , cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da grandi;

• curioso , cioè facendo assaporare il piacere della scoperta.

Una nuova definizione di competenza

Il concetto di competenza si è via via arricchito fino a comprendere anche le “abilità trasversali”, cioè le cosiddette Life skills , che sono estremamente “immateriali” e che appartengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità.

La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).

Consapevolezza di sé

Gestione delle emozioni

Creatività Empatia

Senso critico

Relazioni efficaci

Comunicazione efficace

Il progetto didattico 30
Gestione dello stress Prendere buone decisioni Problem solving

Life skills: le abilità di vita

Le Life skills

CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING)

Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi trovando soluzioni anche non standardizzate

E NELLA CLASSE? “Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzione dei problemi”.

Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni e le alunne ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri e le altre.

CREATIVITÀ

Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni.

E NELLA CLASSE? Sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini e le bambine…

In ciascuna attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per portarli a riflettere sulla opportunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto.

CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI

Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano.

E NELLA CLASSE? Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per una persona adulta... a maggior ragione per un bambino o una bambina!

Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire.

I compiti autentici , i compiti di realtà possono essere un valido strumento. Messi di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, i bambini e le bambine si misurano con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze.

AUTOCOSCIENZA

Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica dell’altro/a.

E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’operato degli alunni e delle alunne “più deboli” e ridimensionare l’operato di quelli/e “troppo sicuri/e di sé”. Questi interventi sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti/e e soprattutto permetta di “non perdere per strada” chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti/e di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.

Il progetto didattico 31

SENSO CRITICO

Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e delle coetanee e l’influenza dei mass media.

E NELLA CLASSE? Il senso critico non è importante solo per valutare il proprio operato. In un’età così delicata, in cui il giudizio altrui può “far male”, è veramente importante abituare gli alunni e le alunne a mantenere un certo distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni e le alunne si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi.

CAPACITÀ DI RELAZIONARSI

Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri/le altre in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo.

EMPATIA

Capacità di comprendere gli altri/le altre, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione.

GESTIONE DELLE EMOZIONI

Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri/nelle altre. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzino il comportamento e capacità di gestione delle stesse.

GESTIONE DELLO STRESS

Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni.

COMUNICAZIONE EFFICACE

Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione particolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato, comprendendo l’altro/a. Capacità di chiedere aiuto, quando necessario.

E NELLA CLASSE? Le dinamiche interpersonali sono fondamentali per creare un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni e alle alunne di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri e le altre.

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sostegno

La sezione “ altuofianco sostegno ” ( https://www.gruppoeli.it/altuofianco ), sul sito del Gruppo Editoriale ELi, offre una vasta gamma di strumenti, materiali e risorse utili per supportare l’insegnamento e l’apprendimento degli studenti e delle studentesse con Bisogni Educativi Speciali

Per la Scuola Primaria, il materiale è creato dall’Associazione IL MONDO DI DIEGOSAURO , che si occupa di creare materiale didattico adatto a disabilità complesse

Il progetto è nato con l’idea di adeguare le Unità di Apprendimento già presenti nei libri di testo per renderle adatte veramente a tutti/e, anche attraverso l’uso della C.A.A.

Il progetto didattico 33

UN PROGETTO UNICO NEL SUO GENERE

• È la prima volta che un gruppo di specialisti del settore collabora attivamente con un editore di scolastica. Tutto il materiale è creato e visionato da figure professionali quali: logopedisti/e, neuropsicomotricisti/e, psicologi/ghe.

• L’associazione offre supporto e assistenza durante tutto l’anno scolastico anche con percorsi formativi (online e in presenza).

• Il materiale è pensato per essere utilizzato anche dal gruppo classe : tutte le schede o attività didattiche usano infatti strategie di Comunicazione Alternativa Aumentativa, in modo da semplificare l’apprendimento degli alunni e delle alunne e il lavoro dei/delle insegnanti.

• Il materiale è di semplice utilizzo ed è di valido supporto anche per le alunne e gli alunni stranieri

• Il sito è in costante aggiornamento e settimanalmente viene caricato materiale nuovo.

I MATERIALI A DISPOSIZIONE

• Letture semplificate con supporto immagini e, su richiesta dell’insegnante, possibile traduzione in pittogrammi Arasaac ( autorizzazione speciale ricevuta dall’Associazione ).

• Alfabetieri individuali riadattati; passaporto comunicativo.

• Discipline fornite in diversi formati già strutturati: PowerPoint, slide in PDF da inserire nel portalistino, video animato per LIM, flashcard di ripasso per argomento.

• Verifiche facilitate.

• Volumi extra, scaricabili in PDF : veri e propri libri per la formazione degli/delle insegnati: tombole sillabiche, volume di preparazione al grafismo.

• Agende visive, token economy, task analysis.

• Attività extra gioco, narrative in pittogrammi, storie sociali e… molto altro ancora!

Il progetto didattico 34

PROGRAMMAZIONE

Per tessere abilità e conoscenze in funzione dell’acquisizione di competenze.

CODING DELLA DIDATTICA

Le tappe per acquisire la competenza linguistica:

• abilità iniziali

• riflessione sulla lingua

• comprensione

• riassunto

• tipologie testuali

• antologia

Letture PLUS

Programmazione annuale

Italiano

DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA • LIBRO DIGITALE

Far scaricare agli alunni e alle alunne il Libro digitale sul proprio device (PC, tablet…); il codice si trova all’interno della copertina di ciascun volume.

TRAGUARDI DI SVILUPPO

DELLE COMPETENZE

DA RAGGIUNGERE

AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA

Ascoltare e parlare

Partecipa a scambi comunicativi con compagni, compagne e docenti (conversazione, discussioni, scambi epistolari…) attraverso messaggi semplici, chiari e pertinenti, formulati in un registro il più possibile adeguato alla situazione.

CONOSCENZE E ABILITÀ

Ascoltare con attenzione e comprendere le diverse comunicazioni degli/delle insegnanti (consegne/spiegazioni/narrazioni). Prestare attenzione alle conversazioni e ai diversi interlocutori.

Cogliere l’argomento principale dei discorsi altrui.

Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione) rispettando i turni di parola, ponendo domande pertinenti e chiedendo chiarimenti.

Riferire su esperienze personali, organizzando il racconto in modo essenziale e chiaro, rispettando l’ordine cronologico e/o logico e inserendo elementi descrittivi funzionali al racconto.

Chiedere spiegazioni quando ci si rende conto di non aver capito.

Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni e dalle compagne ed esprimere la propria opinione su un argomento.

Esprimersi in modo chiaro e corretto utilizzando un lessico via via più ricco e specifico, avvalendosi dell’apporto delle varie discipline.

Comprendere le informazioni essenziali di un’esposizione, di istruzioni per l’esecuzione di compiti, di messaggi trasmessi dai media (annunci, bollettini…).

Conoscere e utilizzare pause, intonazioni, gestualità come risorsa del parlato nell’esposizione di esperienze personali e di argomenti di studio.

CONTENUTI

Dialoghi, conversazioni, discussioni collettive, guidate e non.

Strategie dell’ascolto finalizzato e attivo: lettura dell’insegnante, dei compagni e delle compagne e di materiali multimediali.

Processi di controllo da mettere in atto durante l’ascolto (rendersi conto di non aver capito, riconoscere una difficoltà, chiedere chiarimenti).

Comprensione di racconti letti dall’insegnante.

Individuazione di sequenze in storie di complessità crescente.

Ricostruzione della storia attraverso le sequenze.

Individuazione della corretta cronologia delle sequenze.

Modalità per prendere appunti mentre si ascolta.

Interazione fra testo (messaggio) e contesto.

Forme più comuni di discorso parlato: il racconto, il resoconto, la lezione, la spiegazione, la spiegazione orale.

Alcune forme comuni di discorso parlato dialogico: l’interrogazione, la conversazione, il dibattito, la discussione.

Resoconti orali di racconti letti e/o narrati o di esperienze.

Descrizione orale di un’immagine, di un fatto, di un esperimento scientifico… Domande per la comprensione del testo letto o ascoltato.

36
one annua l e
Programmaz i

Leggere e comprendere

Legge testi letterari di vario genere appartenenti alla letteratura dell’infanzia, sia a voce alta, con tono di voce espressivo, sia con lettura silenziosa e autonoma, riuscendo a formulare su di essi semplici pareri personali.

Comprende testi di tipo diverso, ne individua il senso globale e/o le informazioni principali.

Sviluppa gradualmente abilità funzionali allo studio estrapolando dai testi scritti informazioni su un dato argomento, utili per l’esposizione orale e la memorizzazione, acquisendo un primo nucleo di terminologia specifica.

Consolidare la tecnica della lettura ad alta voce, leggendo in modo corretto, scorrevole ed espressivo, rispettando i tratti prosodici.

Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.

Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.

Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici e/o conoscitivi.

Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento.

Leggere semplici e brevi testi letterari sia poetici sia narrativi mostrando di riconoscere le caratteristiche essenziali che li contraddistinguono (versi, strofe, rime, ripetizione di suoni, uso delle parole e dei significati) ed esprimendo semplici pareri personali su di essi. Sintetizzare testi mediante strategie diverse: sottolineature, cancellature, schemi, domande guida, riduzioni progressive.

Rilevare forme linguistiche nuove: parole chiave, modi di dire, proverbi. Ricercare il significato e l’origine delle parole.

Individuare la struttura di un testo (parte iniziale, parte centrale, parte finale).

Rilevare le informazioni principali e secondarie, esplicite e implicite, in testi di diversa tipologia.

Letture e analisi di testi di diverso tipo e crescente complessità lessicale e di contenuto.

Strategie di lettura.

Lettura a colpo d’occhio.

Comprendere dal titolo.

Caratteristiche strutturali, sequenze, informazioni principali e secondarie, personaggi, tempo, luogo in testi narrativi, espositivi, descrittivi, informativi, regolativi.

Alcune figure di significato: onomatopea, similitudine, metafora.

Relazioni di significato fra parole (sinonimia, iper/iponimia), in rapporto alla varietà linguistica: lingua nazionale, scritto e orale, informale e formale.

L’idea principale del testo.

La struttura del testo.

Il flashback.

Il montaggio parallelo.

Il contesto.

Il significato delle parole.

Gli elementi fondamentali di un racconto.

Le informazioni esplicite.

Le informazioni e gli elementi del testo.

Le inferenze.

37 Programmaz i one annua l e

Scrivere

Produce testi di tipo differente, rispettandone la struttura.

Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.

Elaborare testi espressivi/narrativi anche partendo da esperienze personali/ collettive che contengano le informazioni essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.

Produrre testi descrittivi anche utilizzando dati sensoriali.

Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).

Produrre semplici testi a carattere pratico/comunicativo (avvisi, relazioni, moduli, diari, telegrammi, inviti, lettere). Completare storie, scegliendo, trovando, modificando la parte iniziale/centrale/finale.

Riproporre per iscritto con parole proprie i contenuti di testi.

Trasporre semplici testi passando dal discorso diretto al discorso indiretto e viceversa.

Produrre testi corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, in cui siano rispettate le funzioni sintattiche e semantiche dei principali segni interpuntivi.

Operare con le parole (inventare e utilizzare codici, risolvere rebus, anagrammi, parole crociate, indovinelli, inventare acrostici…).

Differenze essenziali fra forma orale e forma scritta.

Rielaborazione in forma scritta di conversazioni e spiegazioni.

Utilizzo di schemi, scalette e mappe concettuali per organizzare idee, per sintetizzare, per costruire testi.

Utilizzo di schede e domande di comprensione di testi letti (a scelta multipla, domande aperte…).

Giochi linguistici di vario tipo.

Produzione individuale, a gruppi e collettiva di testi di diverse tipologie. Strategie di scrittura adeguate al testo da produrre.

Le tappe del riassunto (le sequenze principali, le frasi chiave, lo smontaggio, dallo smontaggio al riassunto).

38 Programmaz i one annua l e

Riflettere sulla lingua

Svolge attività esplicite di riflessione linguistica su ciò che si dice o si scrive, si ascolta o si legge; mostra di cogliere le operazioni che si fanno quando si comunica.

Consolidare correttamente le norme grafiche e ortografiche.

Riconoscere e denominare le parti principali del discorso e gli elementi basilari di una frase; individuare e usare in modo consapevole modi e tempi del verbo; riconoscere in un testo i principali connettivi (temporali, spaziali, logici).

Sviluppare/Ridurre frasi per sintagmi categoriali approfondendo il concetto di espansione.

Analizzare la frase nelle sue funzioni (predicato e principali complementi diretti e indiretti).

Conoscere i principali meccanismi di formazione e derivazione delle parole (parole semplici, derivate, composte, prefissi e suffissi).

Comprendere le principali relazioni tra le parole (somiglianze, differenze) sul piano dei significati.

Comprendere e utilizzare il significato di parole e termini specifici legati alle discipline di studio.

Riconoscere vocaboli entrati nell’uso comune, provenienti da lingue straniere. Ricercare autonomamente il significato delle parole non note. Utilizzare il dizionario.

Riconoscere la funzione dei principali segni interpuntivi.

DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA

Gli elementi della comunicazione.

Il codice non verbale.

Il codice verbale.

Le espressioni gergali.

L’intenzione comunicativa.

Le regole ortografiche.

Il discorso diretto e indiretto.

Le parti del discorso e le categorie grammaticali.

Relazioni di significato tra parole (sinonimia, omonimia, polisemia…).

La lingua italiana come sistema in evoluzione continua attraverso il tempo.

La punteggiatura come insieme di segni convenzionali che servono a scandire il flusso delle parole e della frase in modo da riprodurre l’intenzione comunicativa.

Modalità e procedure per strutturare una frase semplice e per riconoscere gli elementi fondamentali della frase minima.

Funzione del soggetto, del predicato e delle espansioni.

Il gruppo nominale e il gruppo verbale.

Per Prove di ingresso , Schede operative , Verifiche e Didattica inclusiva , utilizzare i materiali a disposizione alla pagina https://www.gruppoeli.it/altuofianco

Metodologia

Metodo deduttivo

Pensiero computazionale

Coding

Metacognizione

Partendo dal testo, abituare gli alunni e le alunne a dedurre le caratteristiche delle tipologie testuali e gli elementi della comprensione del testo.

Imparare a individuare, in un testo, le tappe per acquisire conoscenze e abilità.

Sapere dare sistematicità nell’analisi di una tipologia testuale e, di conseguenza, alla produzione scritta e alla capacità di riassumere.

Capacità di “recuperare le conoscenze” relative alle tipologie testuali già affrontate e utilizzarle per dedurre e operare confronti.

39 Programmaz i one annua l e

Educazione Civica

L’ Educazione Civica è sempre stata un pilastro su cui si sono fondate, ancor prima di qualsiasi insegnamento, la necessità e la volontà di costruire il gruppo classe, la convivenza civile e democratica al suo interno e la consapevolezza di non vivere da soli/e su questa Terra.

La normativa

La Costituzione

Con la Legge 92 del 2019 l’ Educazione Civica è introdotta nel curricolo come disciplina alla quale vanno dedicate almeno 33 ore all’anno di insegnamento, con relativa valutazione periodica

I documenti ministeriali ai quali deve fare riferimento l’insegnamento dell’Educazione Civica nella Scuola Primaria sono:

• le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, giugno 2020;

• la Legge 92 del 2019;

• le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012.

“ Tre saranno gli assi attorno a cui ruoterà l’Educazione Civica: lo studio della Costituzione , lo Sviluppo sostenibile , la Cittadinanza digitale

Studentesse e studenti approfondiranno lo studio della nostra Carta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’obiettivo sarà quello di fornire loro gli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadine e cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità.

Lo Sviluppo sostenibile

La Cittadinanza digitale

Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’ Agenda 2030 dell’ONU. Rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute, la tutela dei beni comuni, i principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento.

A studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali . In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei Social media e alla navigazione in Rete, in contrasto al linguaggio dell’odio.”

https://www.miur.gov.it/

i one annua l e 40
Programmaz

Programmazione annuale Educazione Civica

FINALITÀ DELL’EDUCAZIONE CIVICA

• Diventare bravi cittadini e brave cittadine.

• Vivere bene con gli altri/le altre.

• Far stare bene gli altri/le altre insieme a noi.

• Imparare a utilizzare in modo consapevole ciò che abbiamo.

COMPETENZE OBIETTIVI

L’alunno/a:

comprende l’importanza di prendersi cura di sé, della comunità, dell’ambiente

è consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile

conosce i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana comprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali promuove il rispetto verso gli altri/ le altre, l’ambiente e la natura e sa riconoscere gli effetti del degrado e dell’incuria

è in grado di comprendere i diversi device e di utilizzarli correttamente

è in grado di comprendere il concetto di dato e di individuare le informazioni corrette o errate, anche nel confronto con altre fonti

è consapevole dei rischi della rete e di come riuscire a individuarli

Comprendere che i comportamenti individuali hanno effetti su tutta la collettività.

Imparare a rispettare gli altri e le altre.

Saper rispettare le diversità.

Comprendere il concetto di diritto e dovere.

Riflettere sulle conseguenze degli atti di bullismo.

Conoscere la storia della Costituzione Italiana.

Conoscere i principi fondamentali contenuti nella Costituzione Italiana.

Conoscere i simboli dello Stato Italiano (bandiera, inno nazionale). Impegnarsi per diminuire le disuguaglianze.

Comprendere l’importanza di assumere comportamenti di rispetto della propria e altrui salute.

Conoscere e rispettare alcune regole fondamentali per tutelare la propria e altrui salute.

Imparare a non sprecare e a riciclare.

Riflettere su alcuni comportamenti discriminanti, propri o altrui.

Utilizzare in modo consapevole le risorse tecnologiche a disposizione della scuola.

NUCLEI TEMATICI

La Costituzione: diritti e doveri.

L’Agenda 2030: assicurare a tutti e a tutte un’istruzione di qualità.

Cittadinanza digitale: la tecnologia informatica e la scuola.

Programmaz i one annua l e 41

l’Educazione Civica?

Come si diventa cittadine e cittadini consapevoli?

• Osserva le situazioni. Secondo te, quali riguardano l’Educazione Civica? Indicale con una X. Poi confrontati con i compagni e le compagne. Avete indicato le stesse immagini?

L’ Educazione Civica ci farà capire come vivere nel rispetto degli altri e del mondo, ci mostrerà le regole importanti da rispettare!

Come possiamo acquisire una buona Educazione Civica? Per diventare bravi cittadini e brave cittadine occorre soprattutto l’impegno individuale. Osserva la mappa mentale. Fai delle ipotesi su quali saranno gli argomenti che verranno trattati.

SVILUPPO RISPETTOSO PERSONE AMBIENTE AGENDA 2030

EDUCAZIONE

...
USO CONOSCENZA
DCITTADINANZA IGITALE
DIRITTI DOVERI COSTITUZIONE
42
CIVICA Che cos’è...

Ma per arrivare alla meta dobbiamo conoscere:

la COSTITUZIONE ITALIANA

Per sapere quali sono i tuoi diritti e i tuoi doveri.

la CITTADINANZA DIGITALE

Per utilizzare i mezzi digitali in modo consapevole.

l’AGENDA 2030

Per capire che cos’è uno sviluppo che rispetti le persone e il pianeta. L’Agenda 2030 è un piano creato dall’ONU per realizzare entro il 2030 dei miglioramenti significativi per il nostro pianeta e i suoi abitanti. Conoscerlo significa comprendere gli obiettivi (chiamati goal) e capire il loro impatto sulla nostra vita.

43

IN RELAZIONE CON…

Il primo passo per diventare bravi cittadini e brave cittadine è comprendere che non siamo “isole”.

Qualsiasi cosa facciamo, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, ci fa entrare in relazione con il mondo che ci circonda e con le altre persone

La semplice azione di bere o di fare una doccia sembra che riguardi solo chi la fa, ma non è così perché qualcuno ha lavorato per permettere all’acqua di arrivare nelle nostre città, nelle nostre case… E se sprechiamo l’acqua, anche l’ambiente più lontano da noi ne risente.

Le azioni di ognuno di noi sono collegate a quelle degli altri in diversi modi.

Soffermati a pensare a una semplice azione come disegnare.

• Leggi e completa ciò che ha permesso alla bambina di avere un album da disegno. Inserisci le seguenti parole al posto giusto.

energia • rivenditore • autostrada • benzina • carta • alberi

Una cartiera ha prodotto i fogli. Per la produzione ha usato acqua ed .

Un camion ha trasportato l’album.

La cellulosa ricavata dagli ............................................... ha fornito la materia prima, cioè la .

Un , come una cartoleria o un supermercato, ha venduto l’album e i colori.

Secondo voi, sono stati elencati tutti i passaggi necessari oppure ne manca qualcuno?

Con l’aiuto di una persona adulta, cercate in internet come si costruisce una matita e riflettete su quante persone siano coinvolte. Fate lo stesso per scoprire come nascono altri oggetti di uso quotidiano.

44 NOI e...

Le conseguenze delle azioni

Le nostre azioni possono avere sia conseguenze positive sia conseguenze negative.

• Osserva i disegni e, per ognuno, scrivi una breve didascalia per spiegare le conseguenze delle azioni. Poi colora in verde il quadratino accanto alle conseguenze positive.

.................................................................................................................................................................... 45 ... gli altri

“Mettersi nei panni delle altre persone” non vuol dire indossare i loro vestiti. Vuol dire cercare di entrare nella loro testa e nel loro cuore per imparare a capirle e a rispettarle, anche se la pensano in modo diverso da noi.

M

T TERSI NEI PANNI

D E LLE ALTRE PERSONE

Ecco una rivoluzione divertente e fantasiosa, che assomiglia a un gioco, ma che ti permetterà di vedere le cose da una prospettiva insolita: dovrai far finta di essere un alieno naufragato sulla Terra. Una creatura che non sa assolutamente nulla degli esseri umani e osserva con curiosità tutto quello che si ritrova intorno.

Perciò, cerca di guardare tutto con occhi nuovi –per esempio quello che fanno le persone più vicine a te – e sforzati di capire, senza dare nulla per scontato, perché lo fanno in quel certo modo. Forse riuscirai a comprendere il vero motivo delle cose e, probabilmente, anche alcune cose che i grandi non ti dicono.

Cerca di capire davvero come le azioni delle persone sono legate fra di loro, perché si fa prima una cosa e poi l’altra. Ogni comportamento umano si è evoluto nel corso del tempo: camminiamo appoggiando il tallone e poi la punta, per esempio, perché in questo modo ci assicuriamo un punto d’appoggio al suolo, trasferiamo il peso del corpo su una parte robusta e poi appoggiamo la pianta e le dita, che sono articolate e assumono diverse posizioni, per controllare meglio la nostra postura rispetto al terreno. In questo modo, se incontrassimo un ostacolo sotto i piedi, avremmo tutto il tempo per riaggiustare la nostra posizione. Ci avevi mai pensato?

E
L ’Educazione Ci v i c a n ei libri 46

“Devi disimparare ciò che imparato hai”, dice il Maestro Yoda a Luke Skywalker, in Star Wars. Ecco, devi fare come Luke. Guarda come tuo fratello apparecchia la tavola e chiediti per quale motivo compie quei determinati movimenti. Osserva i gesti di tua madre quando cambia canale del televisore e cerca di scoprire come funziona il telecomando.

Fatti aiutare da un compagno. Potreste fare un video! Basta anche una cosa semplice come… tuo papà che si prepara un panino in cucina. Riprendetelo. Fate la videocronaca di ogni singola azione e spiegatene il motivo. Se riuscirete a cogliere i dettagli e a trovare la risposta alla domanda: “Ma perché sta facendo proprio questo e non invece…” allora avrete capito come osservare il mondo con occhi nuovi. E questo vi servirà ad allenare una facoltà indispensabile per tutti i rivoluzionari: la capacità di non fermarsi alle apparenze, di farsi sempre nuove domande, e di usare sempre la propria testa nel considerare tutto quello che ci circonda.

• Rivoluzione compiuta

• Trovate insieme la spiegazione del nome di cinque oggetti che avete in casa. Seguite l’esempio.

• La sedia si chiama così perché è l’oggetto su cui ci si siede.

• ..................................................................................................................................................

Pierdomenico Baccalario - Federico Taddia, Il manuale delle 50 (piccole) rivoluzioni per cambiare il mondo, Edizioni Il Castoro

47

LA COSTITUZIONE

Il nostro primo allenatore che ci insegnerà a fare goal è la Costituzione. Come il migliore personal trainer, ci prenderà per mano e ci aiuterà a percorrere la strada per aiutarci a diventare cittadine e cittadini consapevoli

Chi sei?

Che cosa fai?

Sono la Costituzione della Repubblica Italiana. Stabilisco i Principi Fondamentali della nostra società.

Dal 1° gennaio 1948.

Da quando esisti?

Nel 1948, gli Italiani, con un referendum, decisero di passare dalla Monarchia alla Repubblica. Dal 1948 la Costituzione sancisce i diritti e i doveri dei cittadini e delle cittadine italiani.

48 NOI e...

Osserva la mappa mentale per capire quali contenuti della Costituzione affronterai.

DIRITTI E DOVERI

PRINCIPI FONDAMENTALI

ORGANIZZAZIONE DELLO STATO MAGISTRATURA

PRESIDENTEDELLAREPUBBLICA GOVERNO PARLAMENTO

SENATO CAMERA

COSTITUZIONE

• Queste definizioni si riferiscono alla Costituzione. Collega ogni definizione alla parola corrispondente. Usa i numeri.

1 Monarchia 2 Repubblica 3 Referendum 4 Parlamento

5 Assemblea Costituente 6 Magistratura 7 Governo

Insieme di tutti coloro che amministrano la giustizia.

Il gruppo di persone (un’assemblea) che scrisse la Costituzione.

Insieme dei rappresentanti eletti da cittadini e cittadine. Il suo compito è formulare le leggi. ....

Forma di governo in cui il potere è nella mani di una sola persona (re o imperatore). Il potere si tramanda di padre in figlio.

Forma di governo in cui il potere appartiene al popolo, che elegge i suoi rappresentanti.

Strumento con cui le cittadine e i cittadini esprimono un parere su un argomento di interesse generale.

Organizzazione del potere politico che prevede la nomina di ministri.

CONTENUTO SIMBOLI ASSEMBLEACOSTIUTENTE REFERENDUM ORIGINE
49 ... la Costituzione

L’Italia è una Repubblica democratica

Nella prima parte della Costituzione sono scritti i principi fondamentali su cui devono “appoggiarsi” tutte le leggi italiane e le nostre azioni.

Articolo 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

• Che cosa significa “democratica”?

Democratica significa che rispetta i principi della democrazia. Cioè: tutti i cittadini e tutte le cittadine partecipano alla vita pubblica ed eleggono i propri rappresentanti.

solo i cittadini e le cittadine iscritti ai partiti eleggono i propri rappresentanti.

solo alcuni cittadini e alcune cittadine “scelti” partecipano alla vita pubblica ed eleggono i propri rappresentanti.

• Inserisci le seguenti parole al posto giusto.

• Che cosa significa “fondata sul lavoro”?

Significa che la Repubblica:

impone a tutti di lavorare il più possibile per guadagnare tanto. riconosce come cittadini e cittadine solo coloro che lavorano.

riconosce l’importanza di ogni lavoro e di ogni lavoratore e lavoratrice perché ciascuno, facendo il proprio dovere, contribuisce a far stare bene tutto il Paese.

Parlamento • rappresentanti • leggi • cittadini • cittadine

“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” significa che il popolo, quindi tutti i e le eleggono i loro nel . I deputati e i senatori propongono, discutono e votano le , tenendo conto dei principi della Costituzione.

• Quale importante lavoro devono svolgere tutti i bambini e tutte le bambine per migliorare se stessi e quindi in futuro anche il Paese?

50 NOI e...

L’Italia è una e indivisibile

Articolo 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo.

• Colora:

• in giallo l’Italia che rappresenta la parte dell’articolo che dice: “La Repubblica, una e indivisibile”;

• in rosa l’Italia che rappresenta la parte dell’articolo che dice: “La Repubblica… riconosce e promuove le autonomie locali”.

• Colora solo il quadratino accanto a ciò che indica le autonomie locali.

Teatri. Comuni. Cinema. Club. Città metropolitane. Bar. Discoteche. Regioni. Province.

• Inserisci le seguenti parole al posto giusto.

cittadine • cittadini • territorio italiano • Parlamento • ente locale Fare le leggi e farle attuare è compito del e del governo, cioè gli organi istituzionali centrali.

Le leggi però devono tenere conto dei bisogni e delle esigenze dei cittadini e delle cittadine che vivono in parti del ..................................................... molto diverse tra loro.

Perciò la Costituzione ha stabilito che bisogna “attuare il più ampio decentramento amministrativo”. Ciò significa fare in modo che ogni (regione, comune, provincia, città metropolitana) proponga e voti leggi e regole adatte alle esigenze dei e delle .................................... che vivono in quel luogo.

Palazzo del Capitaniato, sede del Comune di Vicenza.

• In quale Comune abiti?

• In quale Provincia?

• In quale Regione?

51 ... la Costituzione

I simboli dello Stato italiano

Quando assisti alla premiazione di un avvenimento sportivo vedi issare una bandiera su un pennone e ascolti le note di un inno nazionale. Questi sono i simboli che indicano a chiunque qual è la nazionalità del vincitore, dell’atleta o della squadra. Anche l’Italia ha una bandiera, un inno nazionale e un emblema.

L’emblema

L’emblema è formato da tre simboli: la stella, la ruota dentata e il ramo di ulivo e di quercia.

• La stella è associata alla personificazione dell’Italia.

• La ruota dentata indica l’attività lavorativa

• Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nostra nazione e il ramo di quercia rappresenta la forza del popolo italiano.

La bandiera Articolo 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso a bande verticali di uguali dimensioni.

Davanti alle scuole e agli enti pubblici vengono esposte la bandiera italiana e la bandiera dell’Unione Europea

• Che cosa rappresentano i tre colori della bandiera italiana? Completa.

Il colore

Il colore

Il colore

I colori della bandiera non sono un verde, un bianco e un rosso qualsiasi, ma sono felce,

• Inserisci

le seguenti

parole al posto giusto.

• alzabandiera

• ammaina bandiera

• pennone

52 NOI e...

L’Inno nazionale

Il nostro Inno nazionale è conosciuto come “Fratelli d’Italia” o “Inno di Mameli” dal nome dell’autore del testo, Goffredo Mameli. L’inno fu composto nel 1847.

L’elmo di Scipio è l’elmo di Scipione l’Africano, un generale romano che vinse i Cartaginesi, grandi nemici di Roma.

“Stringiamoci a coorte” vuol dire “uniamoci in un esercito se fosse necessario difendere la nostra libertà”. La “coorte” era una parte dell’esercito romano.

Fratelli d’Italia, L’Italia s’è desta, Dell’elmo di Scipio

S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria?

Le porga la chioma

Ché schiava di Roma

Iddio la creò.

Stringiamoci a coorte, Siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò.

“S’è cinta la testa” significa “si è ornata la testa” con l’elmo.

“Le porga la chioma ché (perchè) schiava di Roma” fa riferimento all’uso, nell’antica Roma, di tagliare i capelli alle schiave. Significa che la (dea) Vittoria deve appartenere all’Italia, cioè l’Italia deve vincere.

• Qual è il giusto titolo dell’Inno nazionale? Scrivi le lettere corrispondenti ai numeri.

Utilizzando internet cercate notizie sulla storia dell’Inno nazionale e il testo completo. Per evitare di trovare notizie che potrebbero non essere affidabili

al sito www.quirinale.it

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z 9 18 1 10 9 1 12 9 3 1 12 18 13 4 5 7 10 9 9 10
collegatevi
53 ... la Costituzione

Il “tricolore” a tavola

I cibi salutari contengono sostanze nutritive che ti fanno crescere in buona salute... ... cioè con una “sana e robusta costituzione”.

Durante una festa o una ricorrenza offri agli invitati e alle invitate cibi sani che ricordino i colori della nostra bandiera.

Ingredienti:

Sono: semi. ortaggi. radici.

• Com’è condita la pasta verde?

• Com’è condita la pasta bianca?

• Com’è condita la pasta rossa?

• Da quali frutti è composto questo tricolore? ............................................................................................

• Con questi ingredienti quale pasta “costituzionale” puoi preparare? ............................................................................................................

Chiedi a una persona adulta di aiutarti a scrivere la ricetta. Non dimenticate di scrivere gli ingredienti, il tempo necessario per prepararla e il procedimento.

54

I simboli della nostra classe

Se avete capito l’importanza della Costituzione, organizzate tra voi un’Assemblea Costituente per dare il vostro contributo alla democrazia nella classe.

• Scrivete 5 articoli fondamentali della vostra Costituzione. Dovete rispettare questi principi:

• libertà di espressione • uguaglianza • aiuto reciproco e collaborazione

• rispetto per l’ambiente • rispetto per i beni e gli spazi comuni

Articolo 1

..............................................................................................

Articolo 3

Articolo 2

..............................................................................................

Articolo 4

Articolo 5

• Ideate la bandiera della vostra classe. Poi realizzatela con carta o stoffa.

’ E ora e la volta dell’Inno. Sulla musica di una canzone che conoscete e che vi piace (o che ideate voi) trovate le parole di un Inno che identifichi la vostra classe.

55

L’AGENDA 2030

Chissà come saremo fra qualche anno?

Non lo so!

Ma mi piace pensare al mio futuro.

Il nostro secondo allenatore, che ci insegnerà a “fare goal”, è l’Agenda 2030.

L’Agenda 2030 pensa al futuro dei cittadini e delle cittadine.

Come hai imparato, le azioni che fai in qualsiasi momento hanno conseguenze su di te, sugli altri e sull’ambiente.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Indica gli obiettivi (i goal) da raggiungere, da soli e insieme, affinché tutti sul nostro pianeta possano stare bene.

Nelle squadre di calcio tutti i giocatori contribuiscono alla vittoria, ognuno con le proprie capacità e il proprio ruolo: il portiere, il difensore, l’attaccante…

Allo stesso modo tutte le piccole azioni di ognuno/a contribuiscono al risultato finale.

Il logo dell’Agenda 2030 è un cerchio formato da sezioni di colori diversi che ci ricordano che l’unione di diversi obiettivi permette di raggiungere un grandissimo obiettivo comune: lo sviluppo sostenibile.

56 NOI e...
? ? ? ?

Le icone ci ricordano il problema di cui tutti devono occuparsi. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono 17. Ma qui troverai solo quelli che puoi raggiungere anche tu.

• Collega ogni icona al suo goal. Segui l’esempio.

Uguali diritti per donne e uomini. Energia pulita per tutti.

A tutti acqua per bere e per lavarsi.

Diminuire le differenze tra poveri e ricchi.

Una scuola di qualità per tutti.

Sconfiggere la fame nel mondo.

Cure e benessere per tutti.

Consumare prodotti sostenibili.

Conservare il mare e le sue risorse.

Creare delle società pacifiche e giuste. Città vivibili e sicure. Conservare la biodiversità.

Fermare il riscaldamento globale.

Eliminare la povertà dal mondo.

57 ... l’Agenda 2030

Fino ad alcuni anni fa solo gli studenti e le studentesse più grandi si avvicinavano allo studio della Costituzione perché si riteneva che il contenuto e il linguaggio della Costituzione fossero troppo difficili per i bambini e le bambine.

Ma, come si impara da piccoli/e a camminare per poter poi correre da grandi, allo stesso modo è importantissimo avvicinarsi molto presto ai principi fondamentali che ci permettono di diventare cittadini e cittadine consapevoli.

Insieme per la nostra Costituzione

Ciao, mi chiamo Anna. Ho avuto l’incarico, e ne sono felice, di accompagnarti in questo viaggio che ti porta a comprendere che differenza c’è tra essere cittadini e diventare bravi cittadini, aperti, consapevoli, impegnati. Prima di tutto, però, ti chiedo scusa, perché nel mio discorso mi rivolgerò spesso a te usando il maschile, pur non sapendo se tu che mi leggi sei un bambino o una bambina. Nella lingua italiana, come sai, solo il maschile comprende tutti, maschi e femmine. Per non sottostare a questa regola dovrei ogni volta dire cittadino e cittadina, bambina e bambino e così via. Perciò non ho scelta e posso solo augurarmi che col tempo i linguisti trovino un rimedio a questa ingiustizia, e inventino un genere indefinito che si rivolga a tutti. Ho detto essere cittadini. Anche qui sento necessario un chiarimento.

L ’Educazione Ci v i c a n ei libri 58

Quando parlo di cittadini mi rivolgo a te e a tutte le tue compagne e i tuoi compagni, nessuno escluso. Sappiamo che per gli stranieri che si stabiliscono in Italia occorrono tempi molto lunghi per acquisire la cittadinanza. Ma dal momento che sono tuoi compagni di scuola, vicini di pianerottolo, amici dei giardini, giocatori della stessa squadra, di fatto sono cittadini e cittadine. Il viaggio per diventare bravi cittadini è lungo, potremmo dire che è lungo quanto la nostra vita. Ogni giorno siamo messi alla prova e scegliamo parole e comportamenti che possono essere rispettosi o non rispettosi delle regole del nostro Stato. Il punto di partenza è conoscere queste regole, che sono scritte nella Costituzione. Ecco l’obiettivo: farti conoscere le regole più importanti e invitarti a pensare come si riflettono nella tua vita individuale e collettiva. Con tutti gli altri, perché anche quando pensi di essere solo nella tua camera o nella tua aula o in palestra, tu sei parte di una comunità che ha bisogno di te, come tu hai bisogno degli altri. Insieme, questa è la preziosa password per la vita che ti consegno. Buon viaggio! Anna Anna Sarfatti, Una Costituzione piena di bambini, Rizzoli

• Perché l’autrice, al termine del suo testo, augura “Buon viaggio”?

• Nel testo si parla di un “obiettivo”. Qual è?

.......................................................................................................
59

UGUALI O DISUGUALI?

Guarda intorno a te nella tua classe.

Quante sono le femmine? Quanti i maschi?

Quanti di voi sono biondi? Quanti di voi sono castani?

Chi è sempre sorridente? Chi, invece, ride poco?

Chi chiacchiera molto? Chi, invece, parla poco?

Osservate le due immagini. In quale gruppo preferireste stare? Perché?

60 NOI e...

Siamo tutti differenti!

Però dobbiamo

essere uguali nei diritti e nei doveri.

I nostri, anzi le nostre “personal trainer” di Educazione Civica (Costituzione e Agenda 2030) ci aiutano a ricordare che le diversità esistono, ma non devono creare disuguaglianze.

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni sociali e personale. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

• Dopo aver letto l’Art. 3 della Costituzione, collega in modo opportuno.

Le parole scritte in blu…

Le parole scritte in viola…

… sanciscono l’impegno a rimuovere le disuguaglianze.

… sanciscono l’uguaglianza.

L’Agenda 2030 ci ricorda che la disuguaglianza più grande che occorre eliminare nel mondo è la differenza tra ricchi e poveri.

Purtroppo questa disuguaglianza esiste: in diverse parti del mondo molte persone non hanno cibo a sufficienza.

Questo è il goal n. 10 dell’Agenda 2030.

Diminuire le differenze tra poveri e ricchi.

61 ... le diversità

Amici e amiche dal mondo

Nella classe della maestra Caterina e del maestro Giuseppe ci sono bambini e bambine arrivati da differenti parti del mondo.

Ena, dhlo, tria!

I nostri bambini e le nostre bambine sono tutti uguali e tutti diversi.

Ognuno è speciale e unico!

Ciao!

Hola!

• Capisci che cosa stanno dicendo? Scrivilo.

Hola! Merci! Merci!

Ena, dhlo, tria!

Il bambino e le due bambine parlano una lingua diversa dall’italiano. Certo è una differenza!

Ma è una differenza importante?

Può impedire agli altri bambini o alle altre bambine di essere loro amici o loro amiche?

62 NOI e...

Il maestro Giuseppe e la maestra Caterina pensano che i bambini e le bambine che vengono da lontano siano una risorsa. Permettono a tutti di conoscere realtà, abitudini, lingue diverse. Ogni bambino e ogni bambina insegna qualcosa agli altri e dagli altri impara qualcosa.

Oggi nella loro classe chi viene da lontano ha portato qualcosa per far conoscere il suo Paese d’origine.

• Osserva le immagini e completa.

Emily ha mostrato il modellino di un monumento della sua città. Il monumento è la Statua della

Emily viene da

Ghedi ha parlato degli che vivono nella savana, dove sorge il suo villaggio.

Ghedi viene dall’

Pedro, che viene dall’Ecuador, ha mostrato la pianta e i frutti del cacao. Così ora tutti sanno da dove si ottiene il

Nella vostra classe ci sono bambini e bambine che provengono da Paesi diversi dall’Italia? E nella vostra scuola? Avete imparato qualcosa da loro? Avete insegnato qualcosa a loro?

Cercate notizie sui Paesi di origine dei vostri compagni e delle vostre compagne che provengono da altre parti del mondo.

63 ... le diversità

• In questo brano sono stati tolti i titoletti. Se hai imparato a vedere le disuguaglianze e a cercare di superarle, saprai dove inserirli. Sottolinea poi le esortazioni degli autori per ricordarle sempre!

A volte c’è disagio

A volte c’è violenza

A volte c’è sorpresa

A volte c’è diffidenza

Wla diversità !

Con gli stessi capelli, gli stessi vestiti, lo stesso accento, gli stessi gusti e lo stesso carattere, gli stessi difetti e le stesse qualità? Che incubo!

Come faremmo a distinguerci? Come faresti a sapere chi sei?

Per fortuna, la realtà è diversa. Le differenze tra persone sorprendono, attirano. Ma non è così facile! E tu, che cosa puoi fare? Ecco quattro situazioni in cui ti puoi trovare, che con qualche consiglio per affrontarle in modo giusto.

1 ........................................................................

È normale restare sorpresi di fronte a ciò che non si conosce, ed è normale porsi delle domande.

Se qualcuno ti parla in una lingua straniera, chiedigli di insegnarti qualche parola. Allora scoprirai che si può dire la stessa cosa con parole diverse.

Per vivere meglio insieme agli altri, sii curioso/a!

2

Ci sentiamo a disagio nel vedere qualcuno che non può muoversi, correre, giocare come noi. Abbiamo paura e ci chiudiamo agli altri.

Se sei a disagio, cerca di immaginarti al posto dell’altro, parla con lui, dagli una mano.

Scoprirai che è come te: ha voglia di ridere e di farsi degli amici.

Per vivere meglio insieme agli altri, sii aperto/a!

i c a n ei libri 64
L ’Educazione Ci v

Ci innervosiamo, litighiamo. Non è una buona ragione per perdere le staffe. Anche tu avresti potuto fare uno sgambetto. Può capitarti che ti scappi una parolaccia, ma non permettere mai che un insulto esca dalla tua bocca.

È una cosa cattiva e ingiusta e può far male per molto tempo.

Per vivere meglio insieme agli altri, sii giusto/a!

4

Nel tuo quartiere, nella tua scuola, ci sono bambini di origine straniera. Forse sei un po’ diffidente nei loro confronti.

Se dimentichi la diffidenza e ti avvicini agli altri, farai dei veri incontri.

Conoscerai altri modi di vivere e, più li conoscerai, più li troverai interessanti e li rispetterai.

Per vivere meglio insieme agli altri, sii tollerante!

3 ........................................................................
65

IL DIRITTO ALLA SALUTE

Ciao, come stai?

Io bene, grazie. E tu?

Quando due persone si incontrano, in genere, dopo i saluti si informano sulla salute reciproca. Il verbo “salutare” deriva dal latino e vuol dire “augurare salute”.

Da sempre la salute è stata considerata il bene più prezioso per l’uomo, tanto che si è giunti a stabilire un diritto alla salute per tutti.

Oggi non posso lavorare, devo avvisare l’ufficio.

Quando il nostro diritto alla salute viene garantito?

Pensate a diverse situazioni in cui il diritto alla salute viene tutelato. Aiutatevi con le immagini.

• Quando ci troviamo in pericolo di vita e…

• Quando una persona adulta si assenta dal lavoro, senza…

• Quando una persona ammalata si deve operare e può essere ricoverata in…

66 NOI e...

Alla mia salute ci devono pensare i grandi! No, ci devi pensare anche tu!

Che cosa fa?

Tutti noi dobbiamo imparare stili di vita che ci aiutino a mantenerci in salute.

• Osserva le situazioni e dai alcuni buoni consigli a questi bambini.

Che cosa dovrebbe fare per tutelare la sua salute? Gnam! Che buono! Ne voglio ancora!

MI piace il rischio! ..............................................................................................

da qui! Posso starci per ore!

Quali sono, secondo voi, gli stili di vita corretti che ci mantengono in salute? Discutetene insieme.

Per riuscire a realizzare questo goal, oltre all’impegno delle istituzioni, occorre soprattutto il nostro! Il goal n. 3 dell’Agenda 2030 è questo.

Cure e benessere per tutti.

67 ... il diritto alla salute

Il Covid-19

Sai che cos’è il Covid-19?

Sì!

Mi ha costretto a non andare a scuola!

Nel 2020 un virus sconosciuto, un coronavirus, ha dato vita a una pandemia, cioè a una malattia, chiamata Covid-19, che si è diffusa in tutto il mondo. Tantissime persone sono state contagiate, molte si sono ammalate gravemente e molte altre ancora sono morte.

Per ridurre il contagio è stato necessario fare dei lockdown, cioè chiusure generali delle attività definite “non essenziali”. Anche tu sei rimasto/a a casa da scuola per diversi mesi.

Il coronavirus al microscopio.

Perché si chiama Coronavirus?

Perché ha una struttura particolare: sulla sua superficie ci sono tanti piccoli “uncini” che agganciano il virus alle cellule che vengono infettate.

Come si trasmette?

Gli scienziati e le scienziate ritengono che questo virus utilizzi le goccioline respiratorie come “mezzo di trasporto” per passare da una persona all’altra.

Da dove ha avuto origine?

Da alcuni animali, forse pipistrelli, che hanno infettato altri animali e poi l’uomo.

68 NOI e...

Che cosa dobbiamo fare per proteggerci?

Rispettare alcune semplici norme, che comunque valgono sempre!

Nel periodo più difficile della pandemia da Covid, i virologi e le virologhe, cioè i medici che studiano i virus, hanno diffuso alcune norme da rispettare.

Queste norme, però, dovrebbero essere considerate abitudini quotidiane.

Ci aiutano, infatti, a prevenire e a evitare il contagio di altre malattie.

Norme da attuare sempre

Gettare via i fazzoletti di carta, una volta utilizzati.

Lavarsi le mani più volte al giorno con estrema cura.

Igienizzarsi le mani ogni volta che si entra in un locale pubblico.

Norme da attuare in caso di diffusione del virus

69 ... il diritto alla salute

Ogni Stato ha un Ministero che si occupa della salute delle persone.

Studia la situazione, propone leggi e indica

le norme per i medici, i cittadini e le cittadine. In caso di grave emergenza o in particolari condizioni come incendi, alluvioni, valanghe, terremoti, pandemie, interviene anche la Protezione Civile.

Essa ha il compito di coordinare le azioni delle istituzioni e degli enti che intervengono per proteggere i civili, cioè i cittadini e le cittadine.

La Protezione Civile mette in campo strutture e attività per proteggere la vita delle persone, i beni e l’ambiente dai danni derivati da calamità naturali, anche causate dall’incuria dell’essere umano.

Della Protezione Civile fanno parte anche uomini e donne che offrono il loro lavoro in modo del tutto gratuito, come volontari.

Questo è il logo ufficiale della italiana

Il disegno centrale ha la forma di triangolo. Ti fa pensare a un segnale stradale di pericolo, divieto o indicazione?

70 NOI e...

• Osserva alcune situazioni in cui interviene la Protezione Civile.

Sono varie e hanno cause differenti.

Associa ogni immagine al tipo di rischio che rappresenta, numerando.

1 rischio incendio 2 rischio idrogeologico 3 rischio valanghe

4 rischio sismico 5 rischio antropico (minaccia di inquinamento) 6 pandemia

.... .... .... .... 71 ... il diritto alla protezione

Durante la pandemia da Covid-19 tutte le pagine dei giornali erano dedicate alle informazioni sull’andamento della malattia e ai consigli per cercare di arginare la sua diffusione.

Coronavirus: il bilancio

della protezione civile

Diciottomila volontari al lavoro ogni giorno per contenere i contagi e sostenere le persone più fragili durante la quarantena per il Coronavirus.

Mascherine

Nella fase dell’emergenza, la protezione civile si è attivata per garantire la fornitura dei dispositivi di protezione individuali al personale sanitario e a quello impegnato sul territorio, e a reperire e distribuire i macchinari necessari al trattamento dei malati.

I volontari

Sono migliaia gli uomini e le donne del volontariato di protezione civile che operano quotidianamente in tutta Italia. Oltre che nei controlli aeroportuali, i volontari sono impegnati nell’assistenza alle persone fragili, anziani e disabili, consegnando farmaci, spesa e altri generi di prima necessità. Medicine e alimenti sono consegnati anche alle persone positive al coronavirus che si trovano in isolamento domiciliare.

Le associazioni di volontariato si sono molto occupate di allestire le tende per accogliere i malati davanti agli ospedali.

La task force di medici e infermieri

Centinaia i medici e infermieri reclutati dalla Protezione Civile. Il nuovo personale sanitario ha preso servizio nelle regioni più colpite dalla pandemia per rispondere alla carenza di personale.

A questi si aggiungono le squadre giunte dai Paesi europei ed extra-europei.

Il trasporto dei malati

La Protezione Civile si è occupata del trasferimento dei malati nelle fasi più acute dell’emergenza quando i posti letto liberi in terapia intensiva scarseggiavano.

da Il Corriere della Sera

L ’
v i c a n ei libri 72
Educazione Ci

Cerca nel testo le informazioni e completa.

• I dispositivi di protezione individuale sono: letti in ospedale. autoambulanze attrezzate. guanti e mascherine.

• La task force è: l’insieme delle informazioni. un gruppo di esperti. un gruppo di soldati.

• La terapia intensiva è: un reparto dell’ospedale specializzato per curare le persone molto gravi. l’elenco delle medicine che devono essere somministrate.

il luogo in cui vengono accolti i malati appena arrivano in ospedale.

• Questo è un testo: narrativo. informativo. regolativo.

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Si salva chi sa!

In caso di emergenza non bisogna mai farsi prendere dal panico, cioè da quella paura che ci blocca e non ci permette di agire.

Sapere esattamente che cosa occorre fare nei momenti di pericolo, conoscere le procedure da adottare può salvare la propria vita e quella degli altri.

Perciò il nostro motto sarà: Si salva chi sa!

• Che cosa occorre fare se, mentre sei in classe, suona l’allarme che indica che è necessario evacuare la scuola? Trova la norma e colora il quadretto.

L’aprifila è il bambino o la bambina designato/a a guidare la fila e ad aprire le porte. Deve conoscere il percorso per giungere al luogo di raccolta.

Il/La chiudifila è l’ultimo/a bambino/a. Si accerta che tutti/e siano usciti/e dall’aula. L’insegnante porta il registro.

Il punto di raccolta è il luogo all’aperto in cui si radunano le classi.

sonoQueste le norme!
74 NOI e...

In caso di incendio

L’evacuazione dalla scuola non deve essere una fuga disordinata: sarebbe estremamente pericoloso perché si creerebbe confusione e si ostacolerebbe la messa in salvo di molte persone. Per questo sono stati ideati dei simboli che segnalano il percorso più breve e sicuro da seguire.

Ma la cosa più importante è la calma: non ci si deve spaventare eccessivamente perché seguendo regole e indicazioni tutti e tutte potranno evitare il pericolo.

• Collega con una freccia ogni cartello al suo significato.

Sono situati in posti diversi e indicano il percorso da seguire.

Con un suono particolare e ripetuto più volte indica che si deve evacuare la scuola.

Rende visibili le uscite di sicurezza anche al buio.

In ogni classe lungo i corridoi indica la mappa e le vie di fuga.

Segnala la presenza di una scala perché non bisogna utilizzare l’ascensore.

Indica il punto di ritrovo.

Questi cartelli si trovano a scuola e in numerosi edifici. Devono aiutarci nei momenti di pericolo. Perciò occorre rispettarli e non danneggiarli. La stessa attenzione deve essere data agli estintori e a qualsiasi oggetto che permette di segnalare una situazione di pericolo. Che cosa faresti se ti capitasse di vedere qualcuno che danneggia questi “oggetti”?

75 ... il diritto alla prevenzione

LA POVERTÀ NEL MONDO

Uno dei più grandi problemi dell’umanità è la povertà.

Nel mondo molti bambini e molte bambine non hanno un’alimentazione adeguata, non ricevono cure adatte, non frequentano una scuola che li aiuti a crescere e a istruirsi.

Il problema dell’estrema povertà richiede l’impegno delle persone adulte perché possa essere risolto. È importante, però, che tutti i bambini e tutte le bambine siano consapevoli di quello che accade per essere persone sensibili, capaci di mettersi nei panni degli altri e per imparare ad apprezzare e a non sprecare le risorse di cui dispongono. I bambini e le bambine hanno il diritto di mangiare e bere quando hanno fame o sete, giocare, andare a scuola ed essere curati quando si ammalano.

Ma non è così per tutti.

Vivere in povertà non significa non avere la possibilità di fare una vacanza, di comprare

76 NOI e...

67 milioni di bambini/e nel mondo non frequentano la scuola.

Ancora oggi ci sono tante guerre nel mondo: in esse oltre il 90% delle vittime sono civili, cioè non soldati e, tra questi, molti sono bambini e bambine.

I bambini e le bambine che vivono in Paesi dove sono presenti le guerre non possono frequentare la scuola, e spesso sono costretti a lavorare per aiutare le loro famiglie. Inoltre in questi Paesi mancano gli ospedali, le medicine e i dottori e le dottoresse non sono sufficienti per curare tutti e tutte coloro che si ammalano.

• Immagina di essere un bambino o una bambina senza istruzione: che cosa non riusciresti più a fare? Come sarebbe la tua giornata se non potessi andare a scuola?

L’albero della povertà ha radici e foglie. Le radici sono tutte quelle situazioni negative che hanno purtroppo conseguenze estremamente gravi. Scrivi nelle radici le cause e nelle foglie le conseguenze:

• scarso nutrimento • malnutrizione

• mancato accesso alle cure

• aumento delle malattie

• scarso apprendimento • guerra

• mancanza di acqua • mancanza di scuole • distruzione e morte

In molte parti della Terra l’acqua è un bene raro Tanti bambini e tante bambine devono percorrere anche chilometri per avere una sola tanica di acqua. Senza acqua non si può vivere. Avere a disposizione poca acqua pulita significa aumentare la possibilità di malattie.

• Immagina una sola delle tue giornate senza acqua: ti sembra possibile vivere così?

.................................. 77 ... la povertà

Sconfiggere la fame e la povertà

Una delle conseguenze più gravi della povertà è la fame. Chi vive in povertà non può comprare alimenti nutrienti, si indebolisce, spesso si ammala e non può lavorare. La maggioranza delle popolazioni povere vive nei Paesi colpiti dalle guerre, le persone non possono coltivare la terra e di conseguenza non hanno cibo per sostenersi.

• Quante persone soffrono la fame?

più di 40 persone su cento da 30 a 40 persone su cento da 20 a 30 persone su cento da 5 a 20 persone su cento

Sconfiggere la fame è un’impresa molto ardua. Oggi 1 persona su 9 nel mondo non ha abbastanza da mangiare e 1 su 3 è malnutrita. Nei Paesi più ricchi, invece, molte persone sono sovrappeso e moltissimo cibo viene scartato ogni giorno e finisce nei rifiuti.

Questo è il goal n. 1 dell’Agenda 2030.

Eliminare la povertà dal mondo.

Che cosa dobbiamo fare per riuscire a sconfiggere la fame e la povertà?

Confrontatevi su queste possibili soluzioni e trovatene altre insieme.

DARE SEMENTI PER POTER AVVIARE LE COLTIVAZIONI. INTERVENIRE SUGLI EFFETTI DEL CLIMA, COME LA SICCITÀ. ASSICURARE LA PACE. 78 NOI e...

In Italia Anche

In Italia, purtroppo, più di 1 milione e mezzo dei bambini e delle bambine vive sotto la soglia di povertà, cioè non ha mezzi sufficienti per avere una vita accettabile. Dovremmo imparare a rinunciare a qualcosa per aiutare chi ha meno di noi.

• Ti sarà capitato di vedere al supermercato delle grandi ceste dove viene raccolto materiale da distribuire alle famiglie in difficoltà.

Tra questi disegni ci sono quattro cibi che non vengono raccolti. Indicali con una X e poi spiega il perché.

Non vengono raccolti questi cibi: , , , .

Non vengono raccolti perché:

• Anche prodotti non alimentari vengono raccolti perché sono necessari.

Tra questi prodotti, quali doneresti a chi non può comperarli?

• Non hai segnato qualche prodotto? Perché?

In alcuni momenti di grande difficoltà la distribuzione di alimenti e di prodotti per l’igiene personale viene effettuata non solo nei supermercati, ma anche in altri luoghi.

Vi è capito di vedere luoghi in cui si raccolgono queste donazioni o volontari che fanno questo tipo di distribuzione

alle persone in difficoltà?

Dove? Quando?

79 ... la povertà

• Risolvi i cruciverba per riassumere tutto ciò che hai imparato e che ti può aiutare a diventare un cittadino o una cittadina consapevole. Poi leggi in ordine le lettere nelle caselle colorate.

1. La forma di governo dell’Italia.

2. L’altra faccia dei diritti.

3. Quando lo scherzo diventa pesante e frequente è…

4. Insieme al Senato forma il Parlamento italiano.

5. È formato da Camera e Senato.

6. La legge fondamentale dello Stato.

7. La prima parola dell’Inno nazionale.

8. Non li segnano solo i calciatori, ma devi segnarli anche tu.

9. Il Canto degli Italiani e delle Italiane è il nostro...

10. Quella 2030 riguarda tutta l’umanità.

1. Così è chiamata la nostra bandiera: il…

2. Lo Stato in cui abiti.

3. Il grande problema di chi non ha soldi a sufficienza.

4. L’altra faccia dei doveri.

5. Non siamo solo… italiani, ma anche del… mondo.

6. Troppi bambini e bambine nel mondo la soffrono.

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CruciTest

Che cos’è un anno scolastico?

Accoglienza

Oltre a essere un periodo di tempo stabilito per legge dal Ministero, l’anno scolastico è il periodo di tempo in cui i protagonisti/le protagoniste cercano di dare una risposta ai bisogni che questa ”esperienza comune” suscita. Quali sono i bisogni a inizio anno scolastico?

I BISOGNI…

DEI BAMBINI/DELLE BAMBINE DELLE FAMIGLIE DEGLI/DELLE DOCENTI

Sicurezza: esprimere e riconoscere le emozioni legate al rientro a scuola.

• Ritrovare/Stabilire legami e relazioni con i pari e con gli adulti.

• Valorizzare il proprio vissuto.

• Considerare e valorizzare le proprie competenze.

• Condividere il proprio vissuto e le proprie emozioni con i pari e con gli adulti.

• Sentirsi partecipi e coinvolti.

• Ricevere informazioni, conferme e rassicurazioni.

• Ritrovare/Stabilire relazioni con gli altri genitori e con gli insegnanti.

• Costruire un percorso di fiducia con gli insegnanti per poter affrontare i problemi legati alla crescita dei propri figli.

• Conoscere i percorsi educativi e didattici.

• Conoscere le competenze del proprio bambino.

• Conoscere gli interessi dei bambini per poter progettare e/o programmare.

• Conoscere contesti in cui le competenze si sono consolidate, per valorizzarli e inserirli nel proprio progetto.

• Stabilire/Ritrovare relazioni con bambini e le famiglie.

Accoglienza

Obiettivi Stare bene in classe

L’attività di accoglienza ha una valenza estremamente rilevante, perché il momento iniziale dell’esperienza scolastica è determinante per riannodare “i fili” della conoscenza, della condivisione delle esperienze, per poter, in modo proficuo, costruire il processo formativo di alunni e alunne, che stanno peraltro entrando in una fase particolare della loro crescita.

• Costruire un clima sereno nella classe.

• Stabilire relazioni tra bambini/e e tra bambini/e e adulti/e.

• Rendere gli allievi e le allieve partecipi e coinvolti nelle attività scolastiche.

Le attività proposte nei primi giorni di scuola dovranno essere stimolanti e coinvolgenti. Questo non vuol dire che non debbano essere impegnative, ma serviranno a rassicurare gli alunni e le alunne, a passare il messaggio che l’apprendimento è piacere e soddisfazione. Dedicare spazio all’ascolto delle esperienze degli allievi e delle allieve non sarà “perdere tempo”. Se l’insegnante continuerà, come avrà già fatto negli anni precedenti, a costruire un clima sereno, a stabilire relazioni positive tra bambini/e e tra bambini/e e adulti/e e a motivare all’apprendimento, il percorso didattico dell’intero anno scolastico sarà facilitato.

Imparare insieme

( cooperative learning)

Creare un’atmosfera serena di lavoro collettivo è fondamentale per mettere le basi per attuare in classe l’ apprendimento cooperativo

Questa strategia di lavoro è fondamentale per stimolare gli alunni e le alunne alla discussione mirata all’individuazione di una soluzione condivisa di una situazione problematica, all’attuazione di strategie risolutive che coinvolgono anche chi ha scarsa fiducia nelle proprie possibilità. È il punto di partenza per l’attuazione della didattica inclusiva

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Accoglienza

Funzione didattica

Abilità iniziali

L’inizio di un nuovo percorso didattico deve fondarsi su una valida piattaforma di conoscenze e competenze.

Valutare quali siano le abilità, le conoscenze e le competenze iniziali degli alunni e delle alunne permette di avere a disposizione informazioni decisive per favorire il processo di insegnamento/apprendimento.

La valutazione scolastica costituisce una fase fondamentale, in quanto può offrire all’insegnanti informazioni essenziali per calibrare i percorsi formativi sulla base delle caratteristiche cognitive, affettive e motivazionali di ogni alunno/a e del gruppo classe.

I test di ingresso si collocano nell’ambito della valutazione diagnostica , cioè della valutazione mirata alla rilevazione dell’adeguatezza della preparazione degli alunni e delle alunne in relazione alla programmazione di nuove attività didattiche. Corrisponde all’intervento del medico che raccoglie dati sull’ammalato per poi stabilire la cura e il dosaggio dei farmaci.

Questa valutazione va effettuata anche per accertare, dopo la lunga pausa delle vacanze estive, il livello di mantenimento delle conoscenze e delle competenze dell’anno scolastico precedente, che costituiscono prerequisiti indispensabili per il nuovo anno scolastico. Accertare il possesso da parte degli alunni e delle alunne dei prerequisiti necessari ad affrontare adeguatamente le attività che verranno proposte permette di adattare e calibrare il nuovo percorso in tappe che siano rispettose dei ritmi personali e dunque più proficue.

Obiettivi

La rilevazione delle conoscenze e delle abilità

Si possono utilizzare molte tipologie di prove per valutare le diverse caratteristiche degli alunni e delle alunne, che durante le vacanze possono essere cambiati.

La somministrazione di prove di ingresso deve avere i seguenti obiettivi di valutazione:

• la motivazione scolastica;

• gli aspetti socio ­ relazionali;

• l’autonomia;

• i livelli di attenzione;

• gli interessi;

• le capacità cognitive;

• gli stili di apprendimento;

• le abilità relative ai diversi contenuti della programmazione.

Fatta eccezione per gli alunni e le alunne con DSA o BES, in questa Guida sono proposte prove standardizzate, perché esse permettono di rilevare come si colloca la prestazione di ogni alunno/a e di valutare il livello della classe nel suo insieme.

Per la rilevazione del livello delle conoscenze e delle abilità iniziali, in questa Guida sono presenti alcune schede relative ai seguenti aspetti specifici.

• Lettura : i due testi per la prova di lettura servono a rilevare due aspetti differenti: la velocità nella lettura e l’espressività nella lettura.

La rapidità di lettura si calcola dividendo il tempo impiegato in secondi per il numero di sillabe del racconto letto.

Non è una rilevazione diagnostica, ma può dare l’idea della velocità media di lettura che hanno i singoli alunni e le singole alunne, per poter poi adeguare il lavoro da svolgere con l’intera classe. L’espressività nella lettura si rileva osservando se gli alunni e le alunne: leggono scorrevolmente, rispettano la punteggiatura, danno intonazione al testo.

• Correttezza ortografica : dettati di parole e frasi. Le modalità sono indicate prima di ogni batteria di parole e frasi.

Abili t à inizi a l i 82

• Comprensione : testo letto dall’insegnante; testo letto individualmente. Si consiglia di stabilire e comunicare agli alunni e alle alunne un tempo massimo per l’esecuzione della prova, calibrato sul livello raggiunto dalla classe.

• Tipologie testuali : la scheda serve per rilevare il livello di conservazione delle conoscenze pregresse, perché nel Libro di Lettura sono riproposte tipologie studiate lo scorso anno.

• Riassunto : un brano breve in cui il bambino è aiutato nello smontaggio. Anche in questo caso, va assegnato un tempo per l’esecuzione.

• Scrivere : produzione di un testo su un’esperienza vissuta, sulla base di una scaletta.

• Riflessione sulla lingua : conoscenza delle principali categorie grammaticali.

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Prova di lettura

LETTURA ESPRESSIVA

Domani è la festa di un mio compagno di classe. Si chiama Sandro e vorrebbe tanto i roller. Non fa che dirlo a tutti, sembra quasi che chieda a noi di regalarglieli. Ma i roller costano cari. È stata Luisella a dire: – Perché non ci mettiamo insieme tutti, invece che fare ognuno il suo regalino?

Che bella idea. L’ho detto in casa e il babbo ha commentato: – Dev’essere una socia della Coop. – Perché?

– Perché l’unione fa la forza.

Era un po’ misterioso, il babbo. Ma effettivamente tutti insieme abbiamo potuto comprare i roller per Sandro.

Ma guarda se dovevo nascere d’estate! Chissà se anche i grandi sarebbero capaci di unirsi per farmi un bel regalo… Ma il regalo che vorrei io forse non possono comprarmelo. Io vorrei la nonna. Lucia Tumiati, Vorrei volare sulla neve, Giunti Junior

VELOCITÀ DI LETTURA

Sssh! Ascolta…

Viviamo in un mondo pieno di rumore. I suoni ci inseguono ovunque, dentro e fuori casa. In ogni negozio o bar o stazione c’è un sottofondo musicale, spesso a volume altissimo. In casa, le nostre voci lottano spesso contro la tivù o contro il frastuono che proviene dall’esterno. E per la strada, chi corre per sport, chi si affretta verso la fermata dell’autobus, chi semplicemente passeggia, ha spesso due cuffiette dentro l’orecchio. Come se il silenzio ci facesse paura.

Certo, ci sono rumori fastidiosi, e ci sono suoni armoniosi e gradevoli. Ci sono rumori violenti o ossessivi, e suoni carezzevoli e rilassanti. Ma la maggior parte dei suoni che arrivano al nostro orecchio, e da lì al nostro cervello, è soltanto rumore.

Viviamo in un mondo pieno di voci. Mai come nella nostra epoca si parla: si comunicano i propri pensieri sulle chat e sui social network, ci si scambia messaggi, si ricevono e commentano informazioni. Siamo parte di un immenso auditorio, dove tutti parlano, ma dove forse si ascolta pochissimo.

Shakespeare fece dire al personaggio di una sua opera: “Porgi a tutti l’orecchio, a pochi la tua voce”. Ascolta le opinioni altrui, ma pensa con la tua testa.

Anna Vivarelli, Pensa che ti ripensa - Filosofia per giovani menti, Piemme

Abili t à inizi a l i 84

Dettati

Suoni omologhi

Difficoltà ortografiche (doppie, mb, mp, cvc, vcccv, qu, gn, gli)

Le parole contenute nel gruppo sulla distinzione di suoni omologhi sono state scelte appositamente tra parole poco conosciute dai bambini e dalle bambine, perché durante la dettatura essi devono concentrarsi sulla distinzione del suono.

Dettare una parola per volta, evidenziando il suono sottolineato, senza però accentuarlo troppo.

ca t ino ba d ile e b ano e p ico bi f ora e v aso g eriatra lo c ale mi g ale f a v ore d en t iera b i p ede f an f ara t rac c iato

Le parole contenute nel gruppo sulle difficoltà ortografiche sono state scelte appositamente tra parole assonanti, perché durante la dettatura i bambini e le bambine devono concentrarsi sulla pronuncia della parola nel suo insieme e sulla divisione in sillabe per la corretta scrittura.

Dettare una parola per volta, in modo naturale, senza evidenziare il raddoppio della consonante.

pallina melina boccino vicino addizione acquazzone lampadina ombrello partito castello inchiostro bistecca piastrella pigliare abbaiare niente ognuno qualunque straniero estraneo

Leggere prima tutte le frasi.

Dettatura di frasi

Il dettato può essere effettuato con due modalità diverse:

• per verificare solo la correttezza ortografica: si dettano al massimo tre parole per volta;

• per controllare la capacità di memorizzare una frase e procedere all’autodettatura: si detta la frase completa.

Rileggere le frasi affinché i bambini e le bambine possano autocorreggersi.

Invitarli a rileggere e a procedere nell’autocorrezione. Il dettato è diviso in due livelli di difficoltà.

La finestra è aperta.

Mio fratello l’ha chiusa.

Prepara la tua cartella.

La bottiglia dell’olio è sul tavolo.

L’attore è sul palcoscenico.

L’auto del papà è parcheggiata in giardino.

Il mio vicino di casa ha comprato un computer nuovo.

In montagna s’è ghiacciata l’acqua del ruscello.

Andrea ha dimenticato l’astuccio e la nonna gliel’ha portato.

Abili t à inizi a l i 85

Ascolto

UN PROBLEMA D'IMBOTTITURA

I materassi delle streghe non sono imbottiti di lana, e neppure di crine o di gommapiuma come quelli dei comuni mortali. Ogni strega ha bisogno di un’imbottitura personale, specialissima, senza la quale non potrà mai godere sonni tranquilli.

Per sapere qual è l’imbottitura più adatta, prima ancora che la streghetta nasca, sua madre va a consultare uno specialista che risponde allo strano nome di Duermetenignaquerida. Dunque, il Duermetenignaquerida misura con un nastro azzurro a pallini rosa la pancia della mamma strega in attesa, poi le fa il solletico sotto il naso con una fogliolina di menta selvatica. Fa la somma dei centimetri della circonferenza della pancia col numero degli starnuti, getta altrettanti pizzichi di borotalco in un bicchiere di latte di cocco, mescola il tutto, lo agita e recita la formula magica.

Poi, a seconda di come gli prude il ditone del piede sinistro, il Duermetenignaquerida fa la sua prescrizione: “Il materassino della neonata dovrà essere imbottito con capelli rossi raccolti dal pettine di una baronessa” oppure “con petali secchi di fiore di cactus” o “con calze di nailon vecchie di una portinaia francese”, “con cenere di unghie di rana” e altre stranezze del genere, che le mamme streghe devono procurarsi al più presto, se non vogliono che la creatura appena nata si riempia di eczemi e di croste e pianga disperata giorno e notte rompendo i timpani a tutta la famiglia.

Alla madre di Etrusca il Duermetenignaquerida aveva prescritto un’imbottitura di penne di spiumaccione. Forse non avete mai sentito parlare di questo strano uccello, o meglio, di questo gallinaceo, perché lo spiumaccione, nonostante abbia due belle e lunghe ali, non è capace di sollevarsi in volo. Le sue origini sono antichissime. Qualcuno sostiene che risalga addirittura al tempo dei dinosauri. Se non si è estinto come gli altri animali alati, per esempio gli pterodattili, è perché possiede un formidabile sistema di difesa.

Infatti quando si sente in pericolo questo gallinaceo preistorico non si limita a sbatter le ali e a starnazzare. Nossignore. Lo spiumaccione è capace di scagliare contro l’aggressore le penne più dure e appuntite, proprio come l’istrice fa con gli aculei, mentre con le piumette, che ha fittissime e leggere, crea attorno a sé una specie di nebbia che confonde ancora di più l’avversario e gli consente di battersela in men che non si dica. E il bello è che, appena lo spiumaccione è fuori pericolo, penne e piumette gli ricrescono immediatamente. – Meno male! – aveva commentato la mamma di Etrusca, che era amante degli animali e rispettosa della natura. – Così non dovremo uccidere né spennare vivo nessun volatile. Basterà fargli buh! E poi raccogliere con una paletta il piumaggio che ci scaglierà contro prima di scomparire.

Bianca Pitzorno, A cavallo della scopa, Mondadori

Prove d’ingresso Lettura dell’insegnante Abili t à inizi a l i 86

Nome e cognome Data

Ascoltare e comprendere

Segna con una X lo spiumaccione.

Rispondi segnando con una X

Come si chiama lo specialista dei materassi?

Cinquantatenignaquerida.

Duermetenignaquerida.

Duarmatanignaquarida.

Perché le streghe che aspettano un bambino vanno dallo specialista?

Per scegliere il colore del materasso del bambino.

Per scegliere l’imbottitura del materasso del bambino.

Per scegliere un materasso per la mamma.

Che cosa utilizza lo specialista quando visita le mamme in attesa?

Menta selvatica, borotalco, latte di capra.

Rosa selvatica, borotalco, latte di soia.

Menta selvatica, borotalco, latte di cocco.

Chi è Etrusca?

Una specialista.

Una piccola strega.

Una mamma strega.

Disegna il nastro che usa lo specialista per misurare la pancia della strega in attesa.

Lo specialista su che cosa basa la scelta dell’imbottitura del materasso?

Prurito al ditone del piede destro.

Prurito al ditino del piede sinistro.

Prurito al ditone del piede sinistro.

Risposte giuste su 7 Valutazione
Abili t à inizi a l i 87 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Prove d’ingresso

Leggere e comprendere

TIMMY

Il gatto si chiamava Timmy. L’abbiamo portato a casa da un gattile. Era un micino. E aveva il raffreddore. Non mangiava, non beveva e non si muoveva.

La sua pelliccia era come quella di una tigre, ma senza le strisce. Anche se si vedeva benissimo dove avrebbero dovuto essere le strisce. Aveva il pelo corto e ispido e quando lo accarezzavo era come passare la mano sulla paglia. Lo tenevo sempre in braccio o sulle ginocchia. Volevo metterlo sul cuscino quando dormivo, ma mamma e papà non me lo hanno permesso perché avevano paura che svegliandomi avrei scoperto che era morto.

I primi due giorni papà ha fatto almeno dieci telefonate al ricovero per animali. Ogni volta che riagganciava il telefono era più triste. – Che cosa hanno detto?

– chiedevamo io o mamma, e tutte le volte papà rispondeva: – Hanno detto: “Non c’è da preoccuparsi”.

Come se “non c’è da preoccuparsi” fosse una specie di maledizione, come se per Timmy non ci fosse più speranza. Mi faceva venire voglia di piangere.

Mamma mi abbracciava e si arrabbiava con papà. Mi diceva: – Vedrai che starà bene, te lo prometto.

Mamma, papà e persino mia sorella Halley davano da mangiare a turno a Timmy con un contagocce. Lui rimaneva sempre immobile, se ne stava sdraiato tutto il giorno nello stesso punto del tappeto dove il sole del mattino entrava dalla finestra.

Ci sono volute due settimane e tre visite dal veterinario. Papà gli ficcava in gola certe pastiglie. Timmy le sputava. Allora papà gliele ficcava di nuovo in gola e gli teneva chiusa la bocca e gli accarezzava la gola come gli aveva insegnato il veterinario. Io, mamma e Halley stavamo a guardare e dicevamo: – Bravo, Timmy.

Ma era inutile. Sputava tutte le pastiglie. Era come se non gliene importasse niente di guarire. Importava solo a noi.

Poi una mattina mi sono svegliata e Timmy sembrava due volte più grande del giorno prima e si faceva le unghie su una gamba del divano.

Mamma ha gridato: – Ucciderò quel gatto!

Ma noi altri eravamo felici, soprattutto io.

Jules Feifffer, La mia stanza è uno zoo!, Piemme Junior

Prove d’ingresso 88 Abili t à inizi a l i © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Lettura autonoma
1 5 10 15 20 25 30
Data © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome

Leggere e comprendere

Segna con una la sequenza in cui viene descritto il gatto.

Rispondi e completa segnando con una X .

Che cos’è un gattile?

Un negozio di animali che vende solo gatti.

Un ospedale specializzato nella cura dei gatti.

Un luogo dove vengono accolti i gatti senza padrone.

Il ricovero per animali a cui telefona il papà è: il luogo dove è stato preso il gattino. un ospedale veterinario della città. il negozio in cui vendono gatti.

Perché il papà è sempre più triste quando telefona al ricovero?

Perché non gli danno una cura che faccia guarire subito il gattino.

Perché gli rispondono: “Non c’è da preoccuparsi”.

Perché gli rispondono piangendo.

Alla riga 18 si legge “se ne stava sdraiato”. L’espressione si riferisce: al gatto. al papà. al contagocce.

Che cosa fa capire che il gattino è guarito?

Si capisce dal fatto che il gatto: si fa le unghie sulla gamba del divano.

sputa le pastiglie. è sdraiato al sole.

Perché la mamma esclama “Ucciderò quel gatto!” (riga 30)?

La mamma dice ciò perché il gatto: sta sul tappeto. rovina il divano. è sempre malato.

Alle righe 21-22 si legge “Papà gli ficcava in gola certe pastiglie”. Questa frase indica che la bambina: sa che sono pastiglie speciali. non sa che tipo di pastiglie siano. conosce bene la quantità di pastiglie che viene data al gatto.

Nome e cognome Data Abili t à inizi a l i 89 Prove d’ingresso Risposte giuste su 8 Valutazione
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Conoscere le tipologie testuali

Segna con una X il contenuto di ogni tipologia di testo.

Testo narrativo

Una storia vissuta da uno o più personaggi realistici o immaginari.

Una serie di informazioni su un argomento.

Una serie di istruzioni per realizzare un oggetto.

Favola

Un racconto a lieto fine.

Un racconto che vuole spiegare l’origine del mondo.

Un racconto che vuole dare un insegnamento.

Fiaba

Le avventure, in genere a lieto fine, di un personaggio che deve superare delle difficoltà.

Il racconto di avventure di animali che insegnano le regole di comportamento. Il racconto di fatti realmente avvenuti.

Mito

Un racconto fantastico che vuole spiegare l’origine del mondo.

Un racconto realistico che spiega l’origine del mondo.

Un testo scientifico che dà informazioni sull’origine del mondo.

Leggenda

Un racconto realistico che spiega la trasformazione di animali e ambienti naturali.

Un racconto che vuole spiegare in modo fantastico l’origine di animali, piante, elementi naturali, o le loro caratteristiche.

Un testo scientifico che dà informazioni su animali e ambienti naturali.

Abili t à inizi a l i 90 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Prove d’ingresso Risposte giuste su 5 Valutazione
Nome e cognome Data

Riassumere

LA LEGGENDA DEL GIRASOLE

Era una fresca mattina d’estate e i fiori dalle belle e coloratissime corolle non volevano vicino un fiore brutto e triste. Tutti quanti temevano che la sua bruttezza li danneggiasse e li facesse apparire meno splendenti e profumati.

Anche tutti gli animali del cortile lo schernivano, gli facevano dispetti e lo chiamavano “brutto sgorbio”.

Il povero fiore soffriva molto, ma, in silenzio, senza lamentarsi, guardava il Sole, che amava e ammirava con tutte le sue forze.

Il Sole, sebbene fosse molto lontano, se ne accorse e decise di premiarlo: volse i suoi raggi splendenti intorno all’umile fiore finché alcuni di essi rimasero impigliati, creando una stupenda aureola d’oro. Allora il fiore crebbe, crebbe, e, con grande sorpresa, superò tutti gli altri suoi compagni, proteso verso il Sole.

– D’ora in poi tu porterai il mio nome – gli disse il Sole – e sarai il mio amico prediletto e nessuno oserà più prenderti in giro.

Con i tuoi petali d’oro gli uomini tingeranno le loro stoffe e ricaveranno un olio utile per cucinare; con i tuoi semi gli uccelli si nutriranno a volontà. Non sarai solo bello, ma anche tanto utile a tutti.

M. Spano, Enciclopedia della fiaba, Principato

Il brano è stato suddiviso in cinque sequenze. Completa le frasi chiave che indicano il fatto principale di ognuna.

1. Un fiore veniva preso in giro da

2. Il fiore

3. Il Sole lo premia

4. Da allora il fiore portò il nome

5. Il fiore divenne utile per

Nome e cognome Data Abili t à inizi a l i 91 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Prove d’ingresso Valutazione

Scrivere

1. Proporre agli alunni e alle alunne la stesura di questo testo. Lo sport che vorrei praticare quest’anno.

2. Introdurre l’argomento attraverso una conversazione con gli alunni e le alunne. Chiedere loro se:

• amano lo sport;

• praticano già uno o più sport;

• hanno interrotto la pratica dello sport;

• ritengono utile la pratica sportiva (a che cosa può essere utile);

• i loro genitori li hanno avviati alla pratica dello sport da loro preferito;

• i genitori non sono d’accordo con la loro scelta; quali motivazioni possono portare per convincerli.

3. Proporre poi questa scaletta

Quale sport vorresti praticare.

Le motivazioni per cui hai scelto questo sport.

In quale giorno o in quale periodo dell’anno vorresti praticare questo sport.

Con chi ti piacerebbe praticarlo.

In quale luogo o con quale società sportiva vorresti praticare questo sport.

Che cosa valutare nella produzione del testo

Nella valutazione tenere presente se gli alunni e le alunne:

• hanno sviluppato tutti i punti della scaletta;

• strutturano le frasi in modo semplice, ma completo;

• arricchiscono le frasi per rendere più esauriente l’esposizione del loro pensiero;

• organizzano il loro pensiero e il testo in modo logico e cronologico;

• usano in modo corretto la punteggiatura;

• fanno errori ortografici;

• hanno una buona ricchezza lessicale.

Prove d’ingresso Abili t à inizi a l i 92

Nome e cognome

Riflessione sulla lingua

Data

In ogni gruppo di parole ce ne sono tre che non appartengono alla categoria grammaticale evidenziata. Colorale.

Nomi

Aggettivi

Verbi

Articoli

Per ogni frase, scrivi se il verbo è al presente, al passato o al futuro.

Il nonno da piccolo abitava in campagna.

Camilla andrà in gita a Roma.

Lorenzo, un giorno, perse le chiavi di casa.

Il fratello di Mauro vive in Toscana.

La campanella suona all’inizio delle lezioni.

Il papà mi accompagnerà al museo.

Nelle seguenti frasi, sottolinea in rosso il soggetto e in verde il predicato.

Domani Luigi partirà.

Il grillo saltella nel prato.

In garage è parcheggiata la moto.

Ieri Lidia ha letto un libro.

La mamma ha cucinato il pollo con le patate.

In autunno cadono le foglie. Alpi forse verde ieri in la un le una gli per i alla uno giocava ascolterà librerie questo Rosa velocissimo cascò dici scrittrice scrittura sporco colorato però fresca leggere rumore ormai affettuoso tosse ho visto letto civiltà bellino famoso fosse abbia mangiato

Abili t à inizi a l i 93 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Prove d’ingresso Valutazione

Scheda personale per la rilevazione delle abilità socio-relazionali

Alunno/a

ABILITÀ INIZIALI INDAGATE

ATTEGGIAMENTI AFFETTIVO-EMOTIVI

Manifesta:

1. controllo dell’emotività

2. sicurezza e fiducia in sé

3. instabilità

4. disinteresse verso gli altri/le altre

5. disinteresse verso le proposte degli altri/delle altre

6. impulsività

Reagisce al successo:

7. esprimendo gioia

8. mostrando indifferenza

Reagisce agli insuccessi:

9. manifestando autocontrollo

10. manifestando preoccupazione

11. manifestando indifferenza

ATTEGGIAMENTI SOCIALI

Nelle attività ludiche dimostra:

12. accettazione degli altri/delle altre

13. accettazione delle regole

14. partecipazione

15. aggressività

16. tendenza alla leadership

Nelle attività scolastiche dimostra:

17. collaborazione

18. dipendenza

19. indipendenza

20. partecipazione

21. intolleranza

22. sottomissione

23. isolamento

Sì No In parte

Abili t à inizi a l i 94

Scheda personale per la rilevazione delle abilità cognitive iniziali

Alunno/a

ABILITÀ INIZIALI INDAGATE

1. Legge a voce alta in maniera scorrevole un breve testo.

Sì No In parte

Lettura

Ascolto e comprensione

Lettura e comprensione

Tipologie testuali

Lettura e riassunto

Scrittura

Riflessione sulla lingua

2. Legge a voce alta con espressione, rispettando la punteggiatura, un breve testo.

3. Mantiene l’attenzione durante l’ascolto di un brano letto dall’insegnante.

4. Risponde a domande su aspetti specifici del testo letto dall’insegnante.

5. Legge autonomamente e comprende un testo.

6. Conosce le caratteristiche delle tipologie testuali studiate.

7. Legge e completa le frasi chiave di un racconto diviso in sequenze.

8. Scrive correttamente sotto dettatura parole con suoni omologhi.

9. Scrive correttamente sotto dettatura parole con difficoltà ortografiche.

10. Scrive correttamente sotto dettatura sintagmi di una frase.

11. Scrive correttamente sotto dettatura una frase complessa.

12. Scrive un testo seguendo la scaletta in modo coerente e coeso.

13. Riconosce articoli, verbi, nomi, aggettivi.

14. Identifica i tempi dei verbi: passato, presente, futuro.

15. Individua soggetto e predicato.

16.

17.

18.

Abili t à inizi a l i 95
Abili t à inizi a l i 96
ELENCO ALUNNI/E 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26.
Scheda per la rilevazione delle abilità cognitive iniziali Classe 4 a

La scoperta

Riflessione sulla lingua

Dalle Indicazioni Nazionali del 2012:

“[…] Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di formulare frasi ben strutturate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, soggetto ecc. Questa ‘grammatica implicita’ si amplia e si rafforza negli anni attraverso l’uso della lingua, che permette di giungere a forme ‘corrette’ (in italiano standard). […]

Inoltre, sin dai primi anni di scolarità, i bambini e le bambine hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo/a verso forme di grammatica esplicita.

È molto importante acquisire una progressiva consapevolezza e sicurezza nell’uso dello strumento linguistico. […]

Per quanto riguarda l’ortografia, da una parte è fondamentale che essa sia acquisita e automatizzata in modo sicuro nei primi anni di scuola, in quanto diventa difficile apprenderla più in là con gli anni; dall’altra la correttezza ortografica deve essere costantemente monitorata a tutti i livelli di scuola.

Gli aspetti morfologici e quelli sintattici, semantici e testuali […] devono essere ripresi ciclicamente, al fine di poter operare precisazioni e approfondimenti e raggiungere una valida sistematizzazione dei concetti centrali. […]

Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico […]”

Le regole grammaticali devono essere “una scoperta” per gli alunni e le alunne. Per questo non si può trasformare la grammatica solo in una “materia di studio”. Gli alunni e le alunne devono costruire le loro conoscenze grammaticali mettendo in atto capacità di:

• osservazione (quali parole trovo in questa frase? A che cosa servono? Che cosa mi fanno capire?);

• classificazione (ho osservato che questo tipo di parola mi indica persone, animali, cose, azioni, caratteristiche);

• confronto (alcune parole cambiano nel contesto, mi indicano una cosa o tante, stanno al posto di un nome, possono indicare un’azione che è avvenuta o che avverrà);

• categorizzazione (tutte le parole che mi indicano persone, animali, cose posso inserirle in una categoria; i verbi “terminano” con una desinenza diversa e posso raggrupparli in tre gruppi).

Questo modo di procedere nella scoperta di una conoscenza è trasversale a tutte le discipline e ha una valenza formativa che porta all’acquisizione di competenze

Con un percorso di questo tipo si promuove la motivazione , perché è l’alunno/a che scopre la regola, risolve il problema di categorizzare le parole.

Brain storming e Cooperative Learning

La discussione, la formulazione di ipotesi, il confronto tra le diverse ipotesi formulate dal gruppo su un’ipotesi di regola, di funzione di una parola, di categorizzazione possono essere un passaggio fondamentale della metodologia della “ricerca” delle regole grammaticali. È uno scambio cognitivo che fa progredire le conoscenze di tutti.

Rifless i o n e sulla li n g u a 97

Due percorsi

Attività e consigli per l’insegnante

Insegnare la grammatica : si parte da una regola della lingua, la si propone agli alunni e alle alunne, la si spiega, si propongono esercizi strutturati, si fa ritrovare la regola e la si fa applicare per mezzo di altri esercizi strutturati.

Riflettere sulla lingua : si parte da un testo (verbale o scritto), si riflette sulla funzione di una o più parole, le si confronta, si arriva a estrapolare una regola, si applica la regola in esercizi strutturati.

Insegnamento della grammatica

La funzione alunno/ insegnante

Le grammatiche

Alunno/a

Ha un ruolo passivo: impara le regole dall’insegnante, si esercita su esercizi strutturati che riguardano solo la regola appresa, non sperimenta la presenza della struttura della lingua in testi.

Insegnante

Presenta le regole secondo una precisa scansione temporale e di consuetudine (in genere nome, articolo, aggettivo, verbo). Propone esercizi mirati che però non permettono di riflettere sulla struttura della lingua. Si tratta di classificare e catalogare parole. La grammatica è: fonologia ­ ortografia, morfosintassi e grammatica del testo. Si presentano liste di regole morfologiche, di meccanismi di riconoscimento delle categorie grammaticali. Prevale la classificazione della parola sulla sua funzione.

Riflessione sulla lingua

Alunno/a

Con l’aiuto dell’insegnante osserva frasi e brevi testi, elabora e verifica ipotesi sulla funzione delle parole, le confronta, le classifica, ipotizza categorie grammaticali, si esercita infine con esercizi applicativi strutturati.

Insegnante

È il “direttore d’orchestra”: propone frasi e testi su cui lavorare (anche presi dal libro di testo), guida le riflessioni che fanno gli alunni e le alunne, ascolta le ipotesi, guida l’elaborazione della “regola” e il completamento dello schema delle diverse categorie grammaticali. La grammatica diventa la comprensione della struttura della lingua che usiamo per giungere alla competenza grammaticale “tradizionale”.

Riflettere sulla lingua, quindi capire il suo funzionamento, vuol dire vedere lo strumento linguistico che utilizziamo da versanti diversi. Per questo oggi si parla di grammatiche e non più solo di grammatica.

In questo testo, pur mantenendo principalmente l’approccio tipico della grammatica esplicita , si sono volute aprire piccole finestre sulle altre grammatiche ( funzionale e valenziale ) perché gli alunni e le alunne abbiano la possibilità di rendersi consapevoli del funzionamento della lingua italiana.

Grammatica funzionale

Le frasi che noi componiamo per esprimere un’idea sono formate da parole che hanno un significato per se stesse anche se inserite in contesti diversi. Perché la nostra frase “significhi qualcosa” occorre combinare le parole in una determinata relazione e in un determinato ordine in modo che la nostra frase abbia un senso.

Rifless i o n e sulla li n g u a 98

La funzione didattica

degli esercizi strutturati

Ecco dunque che in una frase ogni parola ha una propria funzione, cioè contribuisce in modo diverso alla costruzione del senso della frase.

È importante che il bambino capisca che ci sono parole che hanno un senso compiuto (verbi, nomi), altre che invece non hanno un senso preciso, ma servono a determinare la parola che segue (per esempio, l’articolo ci fa capire se la parola che segue è maschile o femminile), altre ancora che modificano parzialmente la parola a cui si riferiscono (per esempio, l’aggettivo: casa bella/casa brutta).

Nella riflessione sulla lingua la grammatica funzionale aiuta gli alunni e le alunne a capire a che cosa servono le parole e dunque ad acquisire la consapevolezza dell’uso dello strumento linguistico anche nella produzione autonoma.

Grammatica valenziale

È la grammatica che mette al centro il verbo e tutti gli elementi che sono necessari perché esso possa avere un valore significante e completo. Ci sono:

• verbi che si completano da soli (per esempio, piove);

• verbi che hanno bisogno di un elemento per rappresentare un’idea (per esempio, piange in sé è solo un’azione, ma per significare un’idea precisa occorre mettere un soggetto);

• verbi che hanno bisogno di più argomenti (per esempio, mangia: in questo caso occorre chiarire chi mangia e che cosa mangia).

Questa grammatica aiuterà gli alunni e le alunne ad avere maggiore coerenza e coesione nella produzione dei loro testi.

Gli esercizi strutturati forniti in questa Guida hanno valore “universale” e valgono per qualunque tipo di percorso l’insegnante abbia deciso di intraprendere. Che si privilegi la riflessione sulla lingua o l’”insegnamento della grammatica”, l’esercizio strutturato serve per verificare le conoscenze e le abilità.

Queste schede di esercizio possono essere somministrate agli alunni e alle alunne come momento riassuntivo di un argomento o come verifica. Il livello degli esercizi è leggermente più alto di quello presente nel libro di testo perché le schede possono essere utilizzate anche come sviluppo di argomenti già conclusi.

Rifless i o n e sulla li n g u a 99

Dettati

Questi dettati possono mettere in evidenza le difficoltà ortografiche non ancora superate dagli allievi e dalle allieve nella scrittura non spontanea.

Suoni omologhi

• Aldo è un ragazzo molto alto.

• Il papà ha comperato una confezione di budini.

• Nel vaso ci sono i fiori freschi.

• Sul divano c’è la tenda stirata.

• Un vento fresco entra dalla finestra.

• Ho portato in spiaggia le palline e le biglie.

Suoni GL GN LI NI

• I fari dell’auto abbagliano gli occhi degli automobilisti.

• Nella grande fattoria, situata nella campagna della pianura Padana vicino a Piacenza, si coltivano granoturco, foraggio, alberi da frutto.

• Il disegnatore di fumetti ha fatto il disegno di gnomi impigliati in una gigantesca ragnatela.

• Nella giungla le liane dondolano lievi spostate dal vento.

• Niente mi farebbe più piacere che stare in compagnia della mia compagna di banco dello scorso anno.

• Il cognato di Ignazio ha avvolto l’asciugamano bagnato attorno alla bottiglia per tenere fresca l’acqua.

Suoni SC SCH

• Ho visto un film in cui persone vestite da scheletri si scambiavano scherzi orribili.

• Mio nonno dice che quando era piccolo i pattini venivano chiamati schettini.

• Alcuni scienziati sostengono che gli uomini discendono dalle scimmie, ma io mi sono guardato allo specchio e mi sembra che abbiano preso un grosso abbaglio.

• Questo è il testo di una vecchia canzone: Dal cucuzzolo della montagna con la neve alta così per la valle noi scenderemo con ai piedi un paio di sci. E io aggiungo: – Scivolando e fischiettando scieremo in allegria.

Suoni CU QU CQU

• Qualcuno ha bussato alla porta.

• Lo zio vuole cuocere i cuori di carciofo.

• Il boscaiolo scuote i rami della quercia per far cadere le ghiande.

• Quando vedo una bella pizza mi viene l’acquolina in bocca.

Uso dell’H

• Ho accompagnato Giulia al maneggio perché a lei piace tanto andare a cavallo.

• Lo scorso anno hai trascorso gran parte del tuo tempo libero ai giardini a giocare a pallone.

• Quest’anno, invece, hai deciso di iscriverti a un corso di nuoto.

• I miei genitori avevano deciso di andare a trovare i loro amici a Roma, ma hanno dovuto rinunciare perché la mamma non aveva ferie.

• Quando ho letto il libro che hai regalato a mio fratello ho pensato: “Oh, che bella storia!”.

• Vorrei farti un regalo. Puoi scegliere: o un libro o un gioco in scatola.

• Ahi, che male! Non ho fatto attenzione ai gradini e ho fatto un bel ruzzolone!

Prove d’ingresso 100
i o n e sulla li n g u a
Rifless

Nome e cognome Data

Sottolinea la parola scritta nel modo corretto e cancella quella sbagliata.

Per assistere alla partita della nazionale, molti italiani/itagliani si sono recati in Spania/Spagna.

Nella Valle dei Templi, in Siciglia/Sicilia, si possono ammirare resti risalenti all’epoca della Magna/Magnia Grecia.

I bambini stranieri/stragneri che frequentano la mia scuola provengono soprattutto da Paesi orientali.

Tutti i mercoledì utilizziamo l’aula di disegno/disegnio.

Gli aglievi/allievi della scuola di pianoforte hanno dato un saggio musicale per le loro famiglie/familie.

Il cigliegio/ciliegio in giardino è ricoperto di fiori bianchi. Sul ciglio/cilio della strada c’è un’automobile abbandonata.

Scrivi la parola che corrisponde alla definizione. Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà il nome di un eroe dei fumetti!

Il settimo mese dell’anno.

Per ogni suono, scrivi due parole. GL

Rifless i o n e sulla li n g u a 101
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
I suoni GL GN LI NI
Sinonimo di
8 Cadono in autunno dagli alberi. 7 Un pesce piatto. 6 Il nome della regione che precede Romagna. 3
comparativo di maggioranza di buono. 5 Il risultato di 10 x 100 000. 9
persona super precisa. 4
seme della pigna che viene utilizzato per fare il pesto. 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9
1
nulla.
Il
Un
Il
NI
GN LI

Nome e cognome Data

I suoni SC SCH

Per ogni frase, sottolinea la parola scritta in modo sbagliato e scrivila nel modo corretto. Ieri per strada ho assistito a una sciena, triste e comica allo stesso tempo: un signore è scivolato su una buccia di banana.

La maestra ci ha dato uno sciema per memorizzare le preposizioni e gli articoli.

Che schiagura! Il pesciolino rosso è saltato fuori dall’acquario. In teatro, sul palcoscienico, gli attori stanno recitando il terzo atto di una divertente commedia.

I passeggeri sono sciesi dall’aereo e si avviano al ritiro dei bagagli.

L’uschita di emergenza è ben segnalata, ma è difficile da raggiungere.

Scrivi la parola che corrisponde alla definizione.

Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà un nome.

Sei capace di darne la definizione?

Scrivi due parole con:

(suono della parola pesce)

SC (suono della parola scatola)

SC (suono della parola schiena)

Rifless i o n e sulla li n g u a 102
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
gruppo
4 Lo usano i vigili e gli arbitri. 5 7 8 Animaletto dalla lunga coda che si arrampica sugli alberi. 3 2 Un tipo di scimmia. 9 Si mette attorno al collo per ripararsi dal freddo. 11 La fai quando devi decidere tra due cose. 6 Se la mettevano sulla faccia gli attori nel teatro greco. 1 Lo era Albert Einstein. 10 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Un
di api.
Definizione:
SC

Nome e cognome Data

I suoni CU QU CQU

Per ogni frase, sottolinea la parola scritta nel modo sbagliato e scrivila nel modo corretto.

La mamma, quando va al supermercato, aquista sempre il latte fresco.

Il nonno, cualche volta, quando guarda la televisione, si addormenta.

La nostra vicina di casa aspetta un bambino e ha comperato una qulla per quando nascerà. La quriosità aiuta a conoscere cose nuove. Ti serve un quaderno? Prendine uno cualunque nel cassetto! Quasi ogni giorno salta la corrente, perché si verifica un cortocirquito nell’impianto elettrico.

Scrivi la parola che corrisponde alla definizione. Poi riporta le lettere nello schema in basso. Apparirà il nome di una persona che usa la maschera, ma non a Carnevale.

Il rapace che vive sulle vette delle montagne.

L’azione che fa il cuoco in cucina.

Lo trovi sul letto, sul divano e… sotto il gatto.

Si usa sotto le scarpe, per le borsette e per le cinture.

Sono differenti quelli per i pesci di mare e quelli per i pesci di acqua dolce.

Quelli di ghiaccio stanno nel freezer o nelle bibite.

Prima di imboccarla, bisogna diminuire la velocità.

1

Per ogni suono, scrivi due parole.

CU

Q CQU

2

5 8

1 9

7

6

3

4

Rifless i o n e sulla li n g u a 103
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2 3 4 5 6
7 8 9

Nome e cognome Data

L’uso dell’H

Completa. Poi colora: in rosa se hai inserito un verbo; in verde se hai inserito una congiunzione; in giallo se hai inserito una preposizione; in azzurro se hai inserito un nome. Non so se offrire una fetta di torta un gelato.

insegnato tuoi genitori come utilizzare il nuovo cellulare.

I genitori della scuola firmato una petizione perché per l’ prossimo venga costruito un campo da calcio da pallacanestro.

I bambini partecipato un corso di nuoto e ricevuto un attestato.

La mamma regalato mia sorella un bellissimo ombrellino pois.

Leandra detto tuo fratello che andrà Torino visitare il Museo Egizio.

Completa inserendo la forma corretta tra quelle indicate tra parentesi. Sandro è tornato a Milano: ( lo/l’ho) incontrato ieri.

La mamma ha comperato ( la/l’ha) verdura e ( la/l’ha) lavata prima di cucinarla.

La nonna aveva una brutta tosse e ( la/l’ha) curata con una nuova medicina. Guarda quella casa: ( l’anno/l’hanno) ridipinta completamente ( l’anno/l’hanno) scorso.

( Lo/L’ho) scoiattolo è salito sul ramo e il turista ( la/l’ha) fotografato. Il papà ha portato ( la/l’ha) macchina dal meccanico che ( la/l’ha) riparata e poi ( la/l’ha) riverniciata.

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Nome e cognome Data

Il nome

GRAMMATICA FUNZIONALE

Colora solo i nominali.

la biciclette in bagnino dalla camaleonte raggio

scrive comunque uno ballano marmotte squadra ballerine mai

Completa segnando con una X .

I nominali hanno la funzione di: indicare animali, persone, cose, sentimenti. far capire se l’oggetto indicato è maschile o femminile. indicare le caratteristiche di ciò di cui si parla.

I nominali sono: i nomi.

gli aggettivi.

gli articoli.

GRAMMATICA ESPLICITA (MORFOLOGIA)

Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso).

Tutti i nomi hanno la radice. V F

Tutti i nomi hanno il prefisso. V F

Solo alcuni nomi hanno la desinenza. V F

Alcuni nomi possono avere prefisso e suffisso. V F

Nessun nome può avere il suffisso.

Cancella le parole sbagliate.

V F

Il nome è una parte variabile/invariabile del discorso.

Il nome si può chiamare anche sostantivo/predicato

In un nome si analizza il genere/la coniugazione

Il nome non cambia/cambia di numero.

Rifless i o n e sulla li n g u a 105
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Nome e cognome Data

Il nome

Completa le tabelle segnando con delle X .

Comune Proprio Maschile Femminile Singolare Plurale

infermiere

poeta

cognata

Barbie

fiore

lavatrice

lance

Italia

pescispada

mandria

Dante presidi

tavolo

gambetta

gamba

portavaso

tacchino

gregge

gambale

tacchetto

fratellanza

tavolata

serpentello

fratellastro

Primitivo Derivato Alterato Composto Concreto Astratto Collettivo

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Nome e cognome Data

Il nome

Completa la frase colorando la scelta corretta.

I nomi maschili che terminano: in O oppure E fanno il plurale in I E in A fanno il plurale in E I

I nomi femminili che terminano: in A fanno il plurale in E A in E fanno il plurale in I E

Colora in rosso il quadratino accanto ai nomi di genere indipendente, in blu quello accanto ai nomi di genere promiscuo, in arancione quello accanto ai nomi di genere comune.

nuora musicista canguro nipote frate custode fratello cantante tigre moglie insegnante struzzo

Cancella le parole sbagliate.

I nomi variabili cambiano/non cambiano dal singolare al plurale.

I nomi invariabili cambiano/non cambiano dal singolare al plurale.

I nomi difettivi possono essere usati solo al singolare o solo al plurale/solo al singolare

Per ogni nome, scrivi se è variabile (V), invariabile (I), difettivo (D), sovrabbondante (S). tenebre caffè sangue metropoli fame specie cinema equatore filo ferie orecchio bontà re morbillo biologia tavolo forbici foto ciglio gru

Rifless i o n e sulla li n g u a 107
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Nome e cognome Data

Grammatica funzionale I modificanti

Completa segnando con una X .

I modificanti sono:

i nomi e gli aggettivi.

Colora solo i modificanti.

i verbi e i nomi. gli aggettivi e gli avverbi.

sinceramente sincero sincerità veloce velocità velocemente teatro buono gioca in colorato la ieri non luna

Completa la tabella inserendo al posto giusto i modificanti che hai colorato nell’esercizio precedente.

Aggettivi Avverbi

Completa segnando con una X .

I modificanti hanno la funzione di: indicare le caratteristiche dei nomi e dei verbi. indicare animali, persone, cose, sentimenti. indicare il tempo e il luogo.

Sottolinea i modificanti.

Il commesso rispose cortesemente alla signora.

Il famoso direttore d’orchestra ricevette gli applausi del pubblico.

Mio fratello non verrà alla festa.

Il famoso atleta ha vinto meritatamente la medaglia.

Ieri ho comperato un vestito nuovo.

Rifless i o n e sulla li n g u a 108
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Nome e cognome Data

L’aggettivo e l’avverbio

Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso).

Tutti gli aggettivi sono qualificativi. V F

I gradi dell’aggettivo qualificativo sono: positivo, comparativo, superlativo. V F

L’aggettivo possessivo può avere il grado superlativo.

V F

L’aggettivo può avere il prefisso. V F

L’aggettivo non può avere il suffisso.

L’aggettivo può svolgere il ruolo di sostantivo.

Cancella le parole sbagliate.

L’aggettivo è una parte invariabile/variabile del discorso.

L’aggettivo è sempre/può essere accompagnato dall’articolo.

L’aggettivo concorda/non concorda con il nome a cui si riferisce.

L’aggettivo non può cambiare/può cambiare di genere e di numero.

Per ogni affermazione, segna V (vero) o F (falso).

Gli avverbi possono essere di modo, tempo, luogo, quantità, affermazione, negazione, dubbio. V F

Gli avverbi si aggiungono solo ai verbi. V F

Gli avverbi si aggiungono a verbi, aggettivi, avverbi. V F

Le locuzioni avverbiali hanno la stessa funzione degli avverbi. V F

Cancella le parole sbagliate.

L’avverbio è una parte variabile/invariabile del discorso.

L’avverbio accompagna sempre/talvolta il verbo.

L’avverbio può/non può cambiare di genere e numero.

L’avverbio concorda/non concorda con la parola che accompagna.

Sottolinea in rosso gli aggettivi e in blu gli avverbi.

Il fratello di Filippo piange sempre.

La signora Martina abita al primo piano.

Rocco non trova il quaderno nuovo.

Il ghiro pigro entrò velocemente nella tana.

Ogni mattina esco presto di casa.

V F

V F

Rifless i o n e sulla li n g u a 109
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Nome e cognome Data

Grammatica esplicita Gli aggettivi

Completa la tabella segnando il grado di ogni aggettivo con delle X .

Comparativo

Superlativo

Positivo Maggioranza Minoranza Uguaglianza Assoluto Relativo stratopico

bugiardo

più stanco

il più stanco

brava come

meno piccolo di ottimo

Completa inserendo l’aggettivo possessivo adatto.

Michela è andata in montagna con i amici.

Alla fine della lezione ogni bambino ha messo il quaderno nell’armadio.

Ho incontrato Ada, Carlo e i genitori.

Ti conosco bene e so che i passatempi preferiti sono gli scacchi e i giochi enigmistici.

Scusateci, abbiamo preso i zaini, anziché i nostri.

Completa segnando con una X .

Nell’ultima frase dell’esercizio precedente il termine nostri è: un nome. un aggettivo. un pronome.

Colora in giallo gli aggettivi dimostrativi, in azzurro gli aggettivi numerali, in rosa quelli indefiniti.

questo qualche quello

nessuna terzo

centoventidue medesimo parecchio tre alcune

Rifless i o n e sulla li n g u a 110
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Nome e cognome Data

Il verbo

Per ogni affermazione, segna V (vero) oppure F (falso).

Il verbo è una parte invariabile del discorso. V F

I verbi hanno solo la forma attiva. V F

I verbi ausiliari hanno una coniugazione propria. V F

I verbi della seconda coniugazione hanno l’infinito che termina in -ere. V F

I modi dei verbi possono essere finiti o indefiniti. V F

Il modo indicativo si usa per esprimere un dubbio, un’incertezza. V F

Cancella le parole sbagliate.

I tempi composti di un verbo si formano con un ausiliare/una coniugazione.

Il modo indicativo indica azioni reali, certe/ incerte, possibili.

Il modo congiuntivo indica azioni reali, certe/ incerte, possibili

I modi infiniti hanno/non hanno la persona.

Completa la tabella inserendo le voci verbali al posto giusto. sia

hanno ballato

avessero ballato

Indicativo Congiuntivo

Scrivi il tempo di ogni voce verbale (modo indicativo).

Io andrò

Egli andò

Tu avevi sentito

Noi abbiamo cantato

Essi partirono

Voi avrete giocato

Rifless i o n e sulla li n g u a 111
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• sei • ebbi • abbia • mangiassimo
mangiammo
giocò
giocasse
ebbe cantato
abbia cantato

Nome e cognome Data

Il verbo

Completa la tabella inserendo le voci verbali al posto giusto. avrei • avesse • fossimo stati • sareste stati • sarebbe • sia • dormirebbe • dormisse • sia venuto • sarebbero venuti • fuggissimo • fuggiremmo

Condizionale Congiuntivo

Completa la tabella segnando con delle X , come nell’esempio.

Tempo Modo indicativo Modo congiuntivo Tempo semplice Tempo composto presente X X X passato prossimo trapassato trapassato prossimo passato imperfetto

Volgi ogni voce verbale al modo e tempo richiesto, come nell’esempio.

Io ho visto congiuntivo presente che io veda

Noi abbiamo avuto congiuntivo imperfetto

Io dormirò congiuntivo passato

Voi saltaste congiuntivo trapassato

Che tu mangi indicativo presente

Che voi aveste salutato indicativo futuro semplice

Che essi abbiano visto indicativo passato remoto

Che tu abbia sognato indicativo passato prossimo

Rifless i o n e sulla li n g u a 112
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Nome e cognome Data

I verbi irregolari

Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 1 a coniugazione .

ANDARE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente vado vai va andiamo andate vanno andrò andrai andrà andremo andrete andranno andai andasti andò andammo andaste andarono vada vada vada andiamo andiate vadano andassi andassi andasse andassimo andaste andassero andrei andresti andrebbe andremmo andreste andrebbero –––––va’ vada andiamo andate vadano

DARE

indicativo

congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente do dai dà

diamo date danno darò darai darà daremo darete daranno

diedi/detti desti

diede/dette demmo deste diedero/dettero dia dia dia diamo diate diano dessi dessi desse dessimo deste dessero darei daresti darebbe daremmo dareste darebbero da’ dia diamo date diano

STARE

indicativo

congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente sto stai sta stiamo state stanno starò starai starà staremo starete staranno stetti stesti stette stemmo steste stettero stia stia stia stiamo stiate stiano stessi stessi stesse stessimo steste stessero starei staresti starebbe staremmo stareste starebbero sta’ stia stiamo stiate stiano

Rifless i o n e sulla li n g u a 113
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Nome e cognome Data

I verbi irregolari

Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 2 a coniugazione .

PARERE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente paio pari pare paiamo parete paiono parrò parrai parrà parremo parrete parranno parvi paresti parve paremmo pareste parvero paia paia paia paiamo paiate paiano paressi paressi paresse paressimo pareste paressero parrei parresti parrebbe parremmo parreste parrebbero

PORRE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente pongo poni pone poniamo ponete pongono porrò porrai porrà porremo porrete porranno posi ponesti pose ponemmo poneste posero ponga ponga ponga poniamo poniate pongano ponessi ponessi ponesse ponessimo poneste ponessero porrei porresti porrebbe porremmo porreste porrebbero poni ponga poniamo ponete pongano

POTERE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente posso puoi può possiamo potete possono potrò potrai potrà potremo potrete potranno potei potesti poté potemmo poteste poterono possa possa possa possiamo possiate possano potessi potessi potesse potessimo poteste potessero potrei potresti potrebbe potremmo potreste potrebbero

Rifless i o n e sulla li n g u a 114
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Nome e cognome Data

I verbi irregolari

Studia la coniugazione di alcuni verbi irregolari della 3 a coniugazione

MORIRE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente muoio muori muore moriamo morite muoiono morirò morirai morirà moriremo morirete moriranno morii moristi morì morimmo moriste morirono muoia muoia muoia moriamo moriate muoiano morissi morissi morisse morissimo moriste morissero morirei (morrei) moriresti (morresti) morirebbe (morrebbe) moriremmo (morremmo) morireste (morreste) morirebbero (morrebbero) muori muoia moriamo morite muoiano

SALIRE

indicativo congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente salgo sali sale saliamo salite salgono salirò salirai salirà saliremo salirete saliranno salii salisti salì salimmo saliste salirono salga salga salga saliamo saliate salgano salissi salissi salisse salissimo saliste salissero salirei saliresti salirebbe saliremmo salireste salirebbero sali salga saliamo salite salgano

VENIRE

indicativo

congiuntivo condizionale imperativo presente futuro semplice passato remoto presente imperfetto presente presente

vengo vieni viene veniamo venite vengono verrò verrai verrà verremo verrete verranno venni venisti venne venimmo veniste vennero

venga venga venga veniamo veniate vengano venissi venissi venisse venissimo veniste venissero verrei verresti verrebbe verremmo verreste verrebbero

vieni venga veniamo venite vengano

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Ascolto

MA IL CATTIVO NON C'È?

C’era una torre, e dentro la torre era rinchiusa una principessa. A questo punto voi penserete che un drago cattivo faceva la guardia.

E invece no. Non c’era nessun drago cattivo a fare la guardia.

– Ma un cattivo ci dev’essere di certo – disse la principessa. E così decise di andare a cercarlo: scese le scale, uscì dalla torre e si incamminò per la foresta.

Vide un drago.

– Volevo ben dire. Ecco il cattivo!

Ma il drago non era cattivo. Era timido e sputava succo di lampone.

– D’accordo – disse la principessa, – tu non sei cattivo. Ma un cattivo ci deve pur essere.

– Lo penso anch’io – disse il drago.

E così drago e principessa s’incamminarono per la foresta alla ricerca del cattivo.

Videro un lupo.

– Il cattivo dev’essere lui – disse il drago tremando dalla fifa.

Ma il lupo non era cattivo. Era gentile e raccoglieva fiori da portare alla nonna.

– E va bene – disse la principessa, – questo qui è un lupo buono. Ma da qualche parte ci sarà il cattivo.

– È quello che dico anch’io – disse il lupo.

E così lupo, drago e principessa s’incamminarono per la foresta alla ricerca del cattivo.

Il lupo, il drago e la principessa frugarono per tutta la foresta alla ricerca di un cattivo.

Stavano quasi per arrendersi, quando videro una strega.

– Finalmente! – disse la principessa. – È lei di certo la cattiva.

E si avvicinò per domandarglielo. Il lupo e il drago, per sicurezza, stavano nascosti dietro di lei.

– Io cattiva? Certo che no! – disse la strega.

– Ah, no? E in quel pentolone cosa cuoci? Una pozione micidiale? Un filtro velenoso? – disse la principessa.

La strega rise e disse: – Sto cucinando i maccheroni per gli abitanti del bosco.

Quindi neanche la strega era cattiva.

– E allora chi è il cattivo di questa storia? – chiese la principessa.

– Ho un’idea – disse la strega, – domandiamolo allo specchio magico.

E così strega, lupo, drago e principessa andarono dallo specchio magico e gli domandarono:

– Specchio specchio delle nostre brame chi è il cattivo di questo reame?

Rispose lo specchio: – Cari amici, siate felici, in questa storia sono tutti buoni, mangiatevi un piatto di maccheroni!

E così tutti fecero festa e si papparono i maccheroni.

Giuditta Campello, È Primavera! – Una storia al giorno, Edizioni EL

Verifi c h e di asc o l t o 116 Lettura dell’insegnante Libro delle Verifiche, pagina 3

Ascolto

LA BAIA DELLE PERLE GIGANTI

Viaggiammo giorno e notte e incontrammo animali marini di ogni specie e dimensione. Arrivammo fino all’isola di Ceylon, famosa per le grandissime ostriche e per le altrettanto grandi perle che si potevano trovare al loro interno.

– Volete partecipare alla pesca delle perle? – propose il capitano Nemo una volta a terra.

– Corpo di mille collanine, certo che lo voglio! – si entusiasmò Ned. Prendemmo la solita barchetta sulla quale avevamo caricato la solita attrezzatura, e in compagnia del ben noto capitano ci dirigemmo alla Baia Delle Perle Giganti sulla barriera corallina. Una volta giunti a destinazione indossammo gli scafandri e ci buttammo in acqua. Il fondo della barriera era lastricato di molluschi. – Il fondo pullula di ostriche! – osservò Consiglio. – Venite con me! – fece cenno Nemo. Ci scortò in una grotta. In un angolo, nascosta a occhi indiscreti, c’era un’ostrica di straordinarie dimensioni. Il capitano ne forzò il guscio, che si aprì, rivelando la più grossa perla che ci fosse mai capitato di vedere. Il capitano non raccolse il prezioso oggetto ma richiuse con cura l’ostrica che lo conteneva. – Perché non l’hai presa? – chiese Ned. – Ogni volta che vengo a vederla è più grande e più bella. La lascio qui perché a me non interessa possederla: a me basta guardarla… – rispose umilmente il capitano.

Volume delle verifiche, pagina 3

Detto questo ci invitò a lasciare quel luogo. Intorno a noi c’erano decine di raccoglitori di perle che nuotavano sul fondo aprendo le ostriche alla ricerca del prezioso contenuto. Proprio in quel momento l’ombra di un grosso squalo si profilò davanti a uno dei pescatori. Il poveretto, che si era accorto troppo tardi del pericolo, si sentì perduto e restò immobile, in preda al terrore. Lo squalo, come se avesse percepito la paura della sua vittima, si scagliò contro il pescatore e gli assestò un tremendo colpo di coda che lo fece cadere svenuto.

– Dobbiamo aiutare quel poveretto! – gridò Nemo e si scagliò contro l’animale. Il capitano lottava con tutte le sue forze contro il pericoloso pesce: gli tirava le pinne, gli infilava le dita negli occhi e cercava in ogni modo di colpirlo con un pugnale. Lo squalo però era forte e non ne voleva sapere di lasciarsi sopraffare. Quando Ned si accorse che il capitano era in difficoltà, inforcò il suo famoso arpione e corse in suo aiuto.

– Prendi questo, brutto muso! – disse mentre colpiva quella terribile creatura dai denti affilatissimi. Lo squalo capì presto che non era aria e decise di sparire in tutta fretta. Nel frattempo Consiglio si era precipitato ad aiutare il pescatore, che era rimasto in acqua troppo a lungo e che, se non fosse stato soccorso al più presto, avrebbe rischiato di annegare. Lo raccolse che era ancora svenuto, lo portò in superficie, lo adagiò con delicatezza sulla nostra barchetta e lo fece rinvenire.

Jules Verne, 20000 leghe sotto i mari, Dami

Verifi c h e di asc o l t o 117 Lettura dell’insegnante
delle Verifiche,
11
Libro
pagina

Ascolto

L'ANELLO DI SAURON

Frodo, lo hobbit, tirò fuori l’anello dalla tasca dei calzoni, dov’era attaccato ad una catenella fissata alla cintura. Lo staccò e lo consegnò lentamente allo stregone Gandalf. Era diventato all’improvviso pesante, come se rifiutasse di essere toccato da Gandalf o come se Frodo stesso fosse riluttante a darlo.

Gandalf lo guardò alla luce. Sembrava fatto di oro puro e solido. – Ci vedi scritto nulla? – chiese. – No – rispose Frodo. – Non c’è assolutamente niente. È del tutto liscio e non troverai né un graffio né un punto logoro.

– Ebbene, osserva attentamente! – e lo stregone lo lanciò all’improvviso nel mezzo dei tizzoni incandescenti del camino.

Per un attimo lo stregone rimase in piedi fissando il fuoco, quindi dopo essersi chinato per prendere l’anello con le molle e posarlo per terra davanti al camino, lo raccolse subito.

– È perfettamente freddo – lo rassicurò Gandalf. – Prendilo. Tienilo tra il pollice e l’indice e guardalo da vicino!

Frodo fece come diceva lo stregone, e vide delle linee finissime, più fini di quella della più esile penna d’oca, tutto intorno all’anello, sia all’interno che all’esterno: linee di fuoco che parevano formare le lettere di un flusso di parole. Brillavano estremamente luminose e incandescenti, eppur remote, come se scolpite in abissali profondità.

– Non riesco a leggere questa scrittura di fuoco – confessò Frodo con voce malferma.

– No – disse Gandalf, – ma io sì. Le lettere sono elfiche, scritte alla maniera arcaica, ma la lingua è quella di Mordor, la Terra Oscura dove vive Sauron, l’Oscuro Signore, malvagio e potentissimo, creatore dell’Unico Anello. Una lingua che non voglio però pronunziare qui. Ti dirò semplicemente cosa vuol dire più o meno nella Lingua Corrente: Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Si interruppe qualche secondo e poi disse con voce lenta e grave: – Questo è l’Anello Sovrano, quello che serve per dominare tutto. L’anello dal potere malefico che l’Oscuro Signore perse molto tempo fa, affievolendo parecchio la sua potenza. Lo desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non deve mai più riaverlo. Lo voci che corrono sono vere. Sauron si è messo in movimento per ritornare ad abitare la vecchia fortezza nella Terra Oscura. Il Nemico sta diventando rapidamente forte. Dovremo lottare con accanimento. Al Nemico manca ancora una cosa che gli possa dare la forza e la scienza necessarie a demolire ogni resistenza, distruggere le ultime difese e far ripiombare di nuovo tutte le terre nella oscurità. Gli manca un anello: l’Unico.

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli ­ La compagnia dell’anello, RCS

Verifi c h e di asc o l t o 118 Lettura dell’insegnante Libro delle Verifiche, pagina 19

Ascolto

CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

In una scuola c’erano un maestro e una maestra con 18 bambini che lavoravano insieme come grandi amici. Ma un giorno il maestro, guardando un disegno di Bruno, non capiva perché avesse dipinto di viola gli alberi, e gli disse: – Tu hai visto qualche volta gli alberi viola?

– No – rispose Bruno.

– E perché allora hai usato quel colore? – gli disse il maestro incuriosito.

– Perché è bello e mi piace – rispose Bruno.

Ma il maestro non sembrava convinto della risposta e mostrò la pittura agli altri bambini dicendo:

– In questo disegno c’è qualcosa di sbagliato?

I bambini e le bambine dissero di no, anzi qualcuno disse che era molto bello.

Allora li invitò a uscire per vedere dal vivo gli alberi del giardino di fronte alla scuola. Ce n’erano di tanti colori: verde chiaro e verde scuro, gialli, marroni, ma viola nemmeno uno.

Il maestro non disse nulla, ma pensava che forse quel bambino era particolare. Ma gli altri?

Lo disse alla maestra la quale gli raccontò che a volte nei testi che scrivevano i bambini doveva correggere delle frasi strane, che per lei erano sbagliate. Per esempio: – Il mare mi piace perché dà sberle alle barche. E glielo lasciai scrivere – disse la maestra, – però mi venne un dubbio: perché i bambini vedono le cose diverse da noi?

Volume delle verifiche, pagina 9

Lo disse al maestro e insieme decisero di farsi visitare da un oculista speciale, il quale disse che gli occhi dei bambini vedono le cose del mondo diverse da noi, a volte in modo fantastico, a volte poetico che gli adulti hanno dimenticato.

– E non si può quindi far nulla? – domandarono.

– Il rimedio c’è – disse l’oculista, – se volete proviamo subito. Ma voi lo volete davvero?

I due maestri accettarono.

– Allora pensate alla vostra infanzia, tornate indietro nel tempo a quando eravate bambini... Fu così che da quel giorno i due maestri videro il mondo con occhi nuovi, che si erano dimenticati. La maestra, appena entrata a casa vide l’ombrello nel portaombrelli e le sembrò un paracadute: allora lo aprì, salì in piedi su una sedia e si lanciò fingendo di essere una paracadutista coraggiosa. Il maestro vide un segnale stradale di divieto di sosta, ma il palo metallico gli sembrava un albero della giungla. Allora, con un urlo si arrampicò sul tubo come Tarzan e si mise a dondolare. Le persone che lo vedevano fare quelle cose strane, gli chiedevano: – Maestro, sta bene oggi? –e lui rispondeva: – Sì, sì, mi sento benissimo, meglio del solito e so anche perché: vedo il mondo con gli occhi dei bambini.

Il giorno dopo entrarono a scuola sorridenti e rilassati: ora capivano i bambini perché vedevano il mondo con loro occhi.

Mario Lodi, Favole di pace, Edizioni La Meridiana

Verifi c h e di asc o l t o 119 Lettura dell’insegnante Libro delle Verifiche, pagina 27

La lettura

La comprensione del testo

Dalle Indicazioni Nazionali del 2012:

“[…] Gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono imparare a leggere e a scrivere correttamente e con crescente arricchimento del lessico. Questo significa, da una parte, padroneggiare le tecniche di lettura e scrittura, dall’altra imparare a comprendere e a produrre significati attraverso la lingua scritta […]”.

L’abilità nella lettura e la lettura scorrevole sono il primo passo per la comprensione di ciò che si legge.

La comprensione di un testo letto rientra nell’ambito della metacognizione, cioè della consapevolezza dello scopo per cui leggo, del modo in cui leggo, della strategia che metto in atto per leggere e infine capire se “ho capito” ciò che ho letto.

Si legge per essere informati, per rilassarsi, per comunicare, per comprendere a quale fermata dell’autobus scendere…

Un approccio metacognitivo alla lettura permetterà di raggiungere tre obiettivi importanti:

• affinare le strategie per ottimizzare la lettura ;

• comprendere gli scopi della lettura ;

• acquisire la consapevolezza delle caratteristiche dei diversi testi (tipologie testuali).

Attività e consigli per l’insegnante

La comprensione del testo

Giunti nell’ultimo biennio della Scuola Primaria gli allievi e le allieve dovrebbero aver acquisito la capacità di leggere in modo fluido e veloce.

Se così non fosse, sarà necessario invitarli a leggere a voce alta brani inizialmente brevi e poi via via sempre più lunghi.

Per coinvolgerli maggiormente, invitarli a:

• drammatizzare una scena teatrale, leggendo con intonazioni differenti le varie parti;

• immaginare di essere uno/a speaker radiofonico/a o televisivo/a, che deve essere chiaro/a nella lettura e espressivo/a per poter mantenere alto il livello di attenzione di chi ascolta;

• ascoltare la lettura dell’insegnante perché essa offre ai bambini e alle bambine un modello di lettura espressiva, con un uso corretto delle pause e la giusta modulazione della voce.

La comprensione di un testo è un processo dinamico che mette in collegamento le informazioni date dal testo con quanto gli alunni e le alunne già conoscono: è dunque un processo complesso, ma fondamentale; e il compito della scuola è proprio quello di fornire agli allievi e alle allieve i mezzi adeguati per effettuare queste operazioni mentali.

Perciò è importante che gli allievi e le allieve siano stimolati con molte e differenti attività di comprensione del testo: riconoscimento degli elementi fondamentali e dei collegamenti tra le parti, inferenze semantiche, deduzione dal contesto del significato lessicale di parole sconosciute.

Per chiarire quali siano le attività di comprensione che vanno scandite durante il percorso è utile rifarsi al Quadro di Riferimento Invalsi

Compren s i one 120

Attività e consigli per l’insegnante

Macro aspetti della comprensione desunti dal Quadro di Riferimento Invalsi

Individuare, con una lettura selettiva, le informazioni richieste, anche espresse in codici diversi.

Localizzare e individuare informazioni all’interno del testo

Ricostruire il significato del testo, a livello locale o globale

Effettuare confronti e distinguere l’informazione che risponde in modo pertinente alla domanda da informazioni concorrenti presenti nel testo e/o richiamate nei distrattori.

Riconoscere l’informazione richiesta presentata in una forma parafrastica.

Individuare informazioni discriminando l’informazione richiesta da altre informazioni.

Ricavare il significato di parole o espressioni dal contesto.

Identificare il riferimento testuale che lega fra loro frasi o parti del testo.

Ricostruire la sequenza, temporale e/o logica, di fatti, anche quando l’intreccio non la rispetta.

Mettere in relazione informazioni, implicite o esplicite.

Fare inferenze semplici o complesse.

Riconoscere il tema o l’argomento principale di un testo.

Cogliere le intenzioni, il punto di vista dell’autore o lo scopo per cui il testo è stato scritto.

Cogliere il messaggio che il testo vuole comunicare.

Riflettere sul contenuto o sulla forma del testo

Cogliere la struttura e l’organizzazione formale del testo.

Riconoscere nel testo argomentativo tesi, obiezioni e controobiezioni e le loro relazioni reciproche.

Riconoscere tipo, genere e forma del testo.

Riconoscere figure retoriche e usi figurati del linguaggio. Riconoscere la funzione logico ­ sintattica di frasi o la relazione tra frasi o parti del testo.

Gli ambiti su cui vertono i quesiti di riflessione sulla lingua sono:

• ortografia

• morfologia

• formazione delle parole

• lessico e semantica

• sintassi

• testualità

Oltre agli esercizi di comprensione del testo che sono proposti in modo organico e per step successivi in tutti i volumi di questo corso, si consigliano agli insegnanti altre attività:

• discussione libera su libri letti collettivamente: in questo modo si favorisce il confronto e la capacità di esprimere le proprie conoscenze;

• pro e contro : gli allievi e le allieve saranno suddivisi in due gruppi: un gruppo esporrà gli aspetti positivi di quanto letto, l’altro quelli negativi;

• emozioni e fatti : gli allievi e le allieve saranno suddivisi in due gruppi: un gruppo riassumerà i fatti esposti nel testo, l’altro le emozioni che il testo voleva suscitare;

• cut up : è una tecnica particolare che prevede il taglio della storia in sequenze che vengono poi mescolate in un ordine diverso; i bambini e le bambine potranno così inventare nuove storie;

• frammenti : raccolta, in un cartellone, di frasi o di paragrafi tratti dai testi letti che hanno suscitato maggiori emozioni.

Compren s i one 121

Nome e cognome Data

Il riso

La mamma si era raccomandata: – Assaggia tutto, non avanzare nulla.

La bambina aveva annuito, anche se sperava che in tavola non ci fosse il riso.

“Il riso non mi piace, non mi è mai piaciuto” disse tra sé. “Il riso lo mangiano i merli!”.

Ma a casa di Sunita, come aveva temuto, c’erano riso, lenticchie e ceci.

“Tutti semi” pensò la bambina.

La bambina, che si chiamava Luisa, non sapeva come comportarsi. Non voleva essere scortese con i genitori indiani della sua compagna di scuola, che erano giunti in Italia da poco tempo e non conoscevano ancora bene l’italiano, ma i semi proprio non le piacevano.

“Non sono un merlo” continuava a pensare.

Sunita, che aveva imparato l’italiano in pochi mesi, ma che aveva anche imparato a riconoscere da un solo sguardo ciò che pensavano le persone, provò ad aiutare l’amica.

– Vuoi qualcos’altro? Piselli, spinaci, insalata?

La lista era lunga, ma non comprendeva la carne, di cui Luisa era ghiotta.

– Noi siamo vegetariani – disse Sunita.

I genitori di Sunita guardavano Luisa e pensavano che fosse timida. – Mangia, cara, serviti di tutto quello che vuoi! – le dicevano. – Poi andrete a giocare. Ma Luisa esitava. Non si era ancora servita.

Non sapeva come fare a rifiutare, senza offendere gli ospiti che continuavano a guardarla e a incoraggiarla con tanta gentilezza.

Fu allora che Sunita ebbe l’idea. Si versò due cucchiaiate di riso e tracciò nel piatto con la forchetta strani segni che a Luisa parevano geroglifici.

– Ho scritto in hindi, la mia lingua, – disse.

– Cosa hai scritto?

– Vuoi saperlo? – chiese Sunita ridendo. – Dammi il tuo piatto.

Luisa porse il piatto e Sunita vi versò il riso. Poi iniziò a scrivere in italiano la stessa frase, disponendo i chicchi a forma di lettere dell’alfabeto.

Scrisse: IL RISO FA RIDERE.

– Il riso fa ridere? – domandò Luisa.

– Sì.

– E gli uccelli non lo sanno? – chiese.

– Non lo so – rispose Sunita. – Tu che cosa pensi?

– Penso che non lo sappiano, perché sono merli

– rise Luisa. All’improvviso le era venuta una gran fame.

Comprens i o n e 122
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Non aveva mai voluto assaggiare il riso, ma davanti ai genitori di Sunita che la guardavano gioiosi, Luisa pensò che avrebbe potuto provare: infilò la forchetta nel piatto e si mise in bocca, una dopo l’altra, la R, la L, la S e la O. In due morsi addentò l’articolo IL e il verbo FA.

La parola RIDERE fu lasciata per ultima, ma le sembrò che fosse quella che le piaceva di più.

E. Nava, Bambini del mondo, Einaudi Ragazzi

LE INFORMAZIONI ESPLICITE

Rispondi.

Perché Luisa pensa che il riso non sia un cibo adatto a lei?

Perché Luisa non sapeva come comportarsi a casa di Sunita?

Perché i genitori di Sunita non cucinano la carne?

Quale idea trova Sunita per invogliare Luisa a mangiare?

LE RELAZIONI TRA GLI ELEMENTI DEL TESTO

Con quali parole puoi sostituire quella evidenziata?

Luisa porse il piatto e Sunita vi versò il riso. Nell’alfabeto. Nel piatto. Nel riso.

E gli uccelli non lo sanno?

IL SIGNIFICATO LETTERALE DELLE PAROLE

Scrivi il significato di ogni parola.

Annuire:

Vegetariano:

Geroglifico:

L’ hindi è: un dialetto italiano. la lingua indiana. un’antica lingua che si parlava in Italia.

IL SIGNIFICATO FIGURATO DELLE PAROLE

Con quali parole puoi sostituire quella evidenziata? Segna con una X .

Dire a una persona sei un merlo significa dire: sei molto intelligente. sei vegetariano. sei un credulone.

Comprens i o n e 123 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Lo zainetto di Sara

Tutti i sabati la stessa storia: megaspesa al supermercato.

– Come fate a dire che è divertente riempire il carrello della spesa con decine di barattoli di conserva, montagne di carta igienica e tonnellate di pacchi di pasta? – brontola Sara, seduta sul sedile posteriore della macchina, durante il tragitto di ritorno dal supermercato.

Oggi fare la spesa è stato anche peggio del solito.

Prima di uscire di casa, Sara aveva chiesto di poter comprare uno zaino nuovo.

– Vedremo – aveva risposto la mamma distrattamente.

“Vedremo equivale a un sì”, aveva concluso Sara tra sé. E così, una volta tanto, aveva seguito i suoi nella maratona tra un reparto e l’altro senza lamentarsi del male ai piedi o di non poter vedere il suo telefilm preferito.

E una volta nel reparto “articoli scolastici”, che gioia vederlo là: lo zaino dei suoi sogni, rosa e con le tasche a forma di cuore…

Ma proprio mentre, al colmo della soddisfazione, stava per metterlo nel carrello della spesa, ecco che suo padre l’aveva bloccata:

– Posa immediatamente quella roba!

– Ma perché, papà? Ne ho assolutamente bisogno!

– Come fai ad aver bisogno di uno zainetto nuovo? – era intervenuta la mamma. – Che mi dici di quello che ti ho comprato l’anno scorso?

– Ma uno zainetto verde mela con tanto di orsetti in pigiama è da poppanti! Alla mia età non va più bene!

– Di’ un po’, signorina, ti sei dimenticata le storie che avevi fatto per avere quello zainetto? – le aveva ricordato la mamma.

– Ma è passato un mucchio di tempo!

– Adesso ascoltami bene! – aveva tagliato corto il papà. – La verità è che tu desideri uno zainetto nuovo, ma non tentare di convincerci che ne hai bisogno!

L. Jaffé - L. Saint-Marc, Il denaro, Il Capitello

Rispondi segnando con una X .

Perché a Sara non piace andare al supermercato?

Perché deve stare seduta sul sedile posteriore dell’automobile.

Perché lei lo ritiene noioso.

Perché è peggio del solito.

Perché Sara in questa occasione segue i genitori senza lamentarsi?

Sara non ha male ai piedi.

Oggi non ci sono telefilm interessanti alla televisione.

Sara è convinta che i genitori le compreranno uno zainetto nuovo.

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© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Perché Sara afferma di avere assolutamente bisogno di uno zaino nuovo?

Perché quello precedente è rovinato.

Perché ritiene che quello che possiede sia adatto solo a bambini piccoli.

Perché tutte le sue compagne hanno zainetti rosa.

Perché i genitori non comprano lo zainetto a Sara?

Perché non hanno molti soldi da spendere.

Perché sono convinti che Sara non ne abbia bisogno.

Perché Sara non aveva chiesto di mettere lo zainetto nel carrello.

Che cosa ricorda la mamma a Sara?

La mamma dice che Sara fa sempre un sacco di storie per nulla.

La mamma le dice che già l’anno precedente aveva insistito per avere un altro zainetto.

La mamma le dice che non serve prendere lo zaino nuovo.

Che cos’è una maratona?

Una corsa a ostacoli.

Un modo per definire il momento della spesa.

Una camminata lunga e faticosa.

GRAMMATICA

Completa segnando con una X .

Megaspesa e supermercato sono due nomi che hanno: un prefisso. un suffisso.

LESSICO

Articolo è una parola polisemica, cioè che ha molti significati.

Segna con quattro X i diversi significati della parola articolo.

Ciascuno degli scritti di cui si compone un giornale.

Categoria grammaticale.

Una pagina di quaderno.

Ciascuna delle parti che compongono una legge o un regolamento.

Una merce.

Un capitolo di un libro.

Nel testo è presente un flashback. Sottolinealo.

LE INFERENZE

Secondo te, la richiesta di uno zaino nuovo è un desiderio di Sara o un reale bisogno?

Motiva la tua risposta sul quaderno.

Comprens i o n e 125 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome

La cosa più bella

Data

La nonna che sta in città vuole sempre sapere tutto delle vacanze di Giulia. E quando Giulia ha finito di raccontare, ogni volta le domanda: – Sì, ma la cosa più bella quale è stata? È difficile rispondere perché di cose belle ne succedono così tante!

Sono belle le torte di sabbia e sono belli i buchi nella spiaggia che ci stai dentro con i piedi, i tuffi nel mare, e gli spruzzi che fai quando corri sul bagnasciuga.

Sono belle le onde alte, è bello il vento, sono belli i pesci sul banchetto di Carlone, anche se i polpi fanno un po’ pena. È bello l’odore del gelsomino e cercare le chiocciole in giardino dopo la pioggia è bellissimo.

Sono belli i gabbiani e, quando i gabbiani volano via, sono belle le piccole impronte che lasciano sulla spiaggia.

Raccogliere i sassi e i vetri lisci è bello, trovare un osso di seppia o un guscio di riccio è bello.

Insomma, tutto è bello, e dire quale è stata la cosa più bella è difficile, difficilissimo. Però questa volta Giulia lo sa quale è stata la cosa più bella e non ha bisogno di pensarci tanto.

– La cosa più bella è stato il giro in barca che ho fatto con Carlone, anche se ho dovuto alzarmi così presto che avevo un sonno che quasi non riuscivo a tenere gli occhi aperti.

– Allora finalmente sei andata sull’isola! – dice la nonna.

– No – risponde Giulia. – All’isola non ci sono andata. Carlone ci voleva andare, ma io gli ho detto di fare un altro giro. Sai, mi ha insegnato a pescare.

– Non ti sei fatta portare all’isola? Come mai? Dicevi sempre di volerci andare per scoprire se lì abitava un vecchio marinaio che da giovane era un pirata.

– Siamo andati un po’ vicino, ma non tanto. Non volevo disturbare il vecchio marinaio che abita nel faro...

– Hai fatto bene, non è educato disturbare i vecchi marinai al mattino presto – dice la nonna.

E naturalmente dice così perché ha capito: certi marinai, che da giovani sono stati pirati, con la maglia a righe bianche e rosse e dodici cuori sul

Comprens i o n e 126
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

braccio, esistono solo se nessuno li va a cercare. – Vieni – dice la nonna. – Andiamo a fare una passeggiata, ti voglio raccontare la storia di un pirata che tutti chiamavano il Corsaro Nero.

Fuori, la città si accende di mille luci.

G. Quarzo, Giulia e il pirata, Motta Junior

LE INFORMAZIONI ESPLICITE

Rispondi.

Perché per Giulia, quando ritorna dalle vacanze, è difficilissimo raccontare alla nonna la cosa che le è piaciuta di più?

Perché, invece, questa volta, riesce a farlo?

Qual è l’avvenimento che Giulia racconta alla nonna?

Perché Giulia voleva andare sull’isola?

Perché, invece, non ci è andata?

LE INFERENZE

La frase “certi marinai, che da giovani sono stati pirati, con la maglia a righe bianche e rosse e dodici cuori sul braccio, esistono solo se nessuno li va a cercare”, significa che: non si devono cercare questi pirati perché è bello solo immaginarli. non si devono cercare questi pirati perché non esistono. non si devono andare a cercare questi pirati perché sono pericolosi.

IL CONTESTO

Completa.

I personaggi del racconto sono

I personaggi dell’episodio ricordato sono

Il luogo in cui si svolge la storia è

Il luogo in cui si svolge l’episodio raccontato è

L’argomento è

GRAMMATICA

Scrivi se si tratta di superlativo assoluto o superlativo relativo.

Difficilissimo:

La cosa più bella:

Comprens i o n e 127 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Ulisse e Nettuno

Ulisse, sulla sua barca a vela, dopo aver tanto navigato, stanco di onde, stanco di pesci, stanco di sale, voleva tornare a casa, ma non soffiava un filo di vento: la barca era in mezzo al mare.

A un tratto le onde si mossero e uscì la testa bianca di Nettuno, dio del mare.

– Che cosa fai, Ulisse? – chiese.

– Aspetto il vento, e mi annoio – rispose Ulisse.

– Mi annoio anch’io – disse Nettuno.

– Facciamo una gara: tu con la barca, io a nuoto.

– A remi? – disse Ulisse. – Non ce la posso fare contro di te!

– No, con un po’ di vento – disse Nettuno. – Vediamo chi arriva prima all’isolotto.

– Se vinco, che cosa avrò? – chiese Ulisse.

– Vento sicuro fino a casa. Ma, se perdi, resterai sempre in mare. Accetti?

Ulisse pensò un poco, poi disse: – Accetto! Dammi un po’ di vento.

Nettuno allora soffiò in una conchiglia e chiamò Noto, un venticello che dormiva su un’isola poco lontano.

– Mettiti dietro la barca di Ulisse e soffia un pochino – disse Nettuno. – Soffia leggero come di solito fai: quanto basta perché la barca vada.

– Obbedisco, padre – disse Noto, e cominciò a soffiare leggero sulla vela di Ulisse, che si tese mentre la prua cominciava a tagliare l’acqua marina.

– Via! – gridò Nettuno, e cominciò a nuotare con gran potenza, mentre Ulisse, manovrando vela e timone, sfruttava il venticello. Ulisse era un bravissimo marinaio: ma Nettuno, con le lunghe braccia e gambe, fuggiva avanti nell’acqua.

– Soffia un po’ di più, Noto, per favore! – diceva Ulisse al vento.

– Non posso, Ulisse – diceva Noto. – Non posso disobbedire a Nettuno. Vuoi che mi rinchiuda per punizione in un vaso, come ha fatto l’altro giorno con mio fratello Maestrale, che gli aveva disobbedito?

– Eh, già, non puoi disobbedire: devi restare sempre dietro la barca, ricorda! – disse Ulisse, e prese dal fondo della barca un sacchetto di pepe di Rodi, e lo lanciò nell’aria.

– EEEEEEETCIUUM! – starnutì Noto, mandando un potentissimo soffio sulla vela: la barca balzò avanti, raggiungendo Nettuno. Ulisse buttò altro pepe.

– EEEEEEETCIUUM! – starnutì Noto, gonfiando la vela, e la barca filava tre volte più veloce di prima.

Con sette manciate di pepe, Ulisse arrivò all’isolotto, e aspettò Nettuno.

Comprens i o n e 128
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

– Come hai fatto ad arrivare così presto, con così poco vento? – chiese il dio. – Forse Noto mi ha disobbedito?

– No, certo! – disse Ulisse. – Si è messo a fare starnuti. Deve aver preso il raffreddore! Nettuno, che forse sapeva che cos’era accaduto o forse no, scoppiò a ridere e ordinò ai venti di spingere la barca di Ulisse fino a Itaca, dov’era la sua casa.

Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia? Edizioni EL

IL CONTESTO

Completa segnando con una X .

I personaggi del racconto sono: verosimili. reali. fantastici.

Il tempo in cui è ambientato il racconto è: indefinito. reale.

I luoghi in cui è ambientato il racconto sono: reali. fantastici. verosimili.

LE INFERENZE

Completa segnando con una X .

Il protagonista supera la difficoltà : con la forza. con l’astuzia. con il coraggio.

LE INFORMAZIONI ESPLICITE

Rispondi.

Perché Nettuno propone una gara a Ulisse?

Perché il venticello Noto non vuole disubbidire a Nettuno?

Perché Ulisse si annoia?

GRAMMATICA

EEEEEEETCIUUM! è un’ onomatopea . Segna con delle X solo le onomatopee.

BRRR! CIAO! SLAMM! SIGH! HO Completa.

Venticello e isolotto sono nomi: alterati. derivati. composti.

Comprens i o n e 129 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

La funzione didattica

Il riassunto

Nelle Indicazioni Nazionali del 2012, tra i traguardi per lo sviluppo delle competenze che ogni allievo/a deve raggiungere, si legge:

“[…] Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.

Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica […]”.

Imparare a riassumere è un’attività che richiede molte e complesse abilità, che devono essere acquisite in modo graduale e consapevole.

La capacità di sintetizzare è una competenza fondamentale per la costruzione di un efficace metodo di studio.

Un buon metodo di studio, infatti, non si insegna e non si impara: “si costruisce” mettendo in atto abilità, conoscenze e competenze.

Il metodo di studio rientra nell’ambito della metacognizione proprio perché implica una consapevolezza della finalità, della capacità di comprensione, dell’utilizzo delle proprie conoscenze.

Abilità

LETTURA COMPRENSIONE RIASSUNTO

Strategie Scopo Fatti Inferenze Sintesi Mappa

COMPETENZE

METODO DI STUDIO

ACQUISIRE INFORMAZIONI

Attività

e consigli per l’insegnante

ELABORARE INFORMAZIONI

RIPETERE INFORMAZIONI

Anche il percorso per arrivare all’abilità di “fare un riassunto” dovrebbe nascere dalla motivazione.

Per questo, prima di affrontare le diverse tappe, si potrebbe ricorrere al “problem solving”. Leggere un testo narrativo agli alunni e alle alunne chiedere loro di raccontare brevemente la trama.

Si potrebbe anche farli lavorare in gruppo e sentire a quali conclusioni giunge ciascun gruppo.

Solo dopo che gli allievi e le allieve avranno cercato di trovare delle risposte personali per risolvere il problema, l’insegnante potrà raccogliere le loro idee e sistematizzarle,

Riassu n t o 130

integrando gli eventuali passaggi omessi dagli allievi e dalle allieve. In questo modo ci si renderà conto di quali siano i passaggi meno riconosciuti e si potrà impostare il lavoro in modo proficuo.

Molti allievi e allieve, se non opportunamente guidati, nel fare i riassunti non eliminano il discorso diretto o cercano di sintetizzare anche le parti descrittive.

Si introduca il concetto che per “fare un buon riassunto”, cioè per trasformare il testo letto o ascoltato in un racconto molto più breve che, però, fornisca tutte le informazioni fondamentali, servono “strumenti” che ci aiutino.

Per portare gli alunni e le alunne a raggiungere la competenza di fare un riassunto bisogna aiutarli a percorrere diverse tappe:

• capire l’argomento;

• capire la trama;

• suddividere il racconto in sequenze narrative, temporali e logiche;

• distinguere le sequenze narrative rilevanti da quelle meno essenziali e trattenere solo quelle indispensabili per la comprensione della trama;

• eliminare le sequenze descrittive e riflessive;

• individuare il fatto principale di ciascuna sequenza e sintetizzarlo in una frase chiave (smontaggio);

• collegare le frasi chiave per trasformare lo smontaggio in una narrazione breve ed essenziale.

Per redigere un riassunto in modo corretto occorre anche tenere presenti alcune regole che riguardano la struttura e la forma. Bisognerà aiutare gli alunni e le alunne a:

• organizzare le informazioni in forma sintetica e coerente con il testo originale;

• trasformare i dialoghi in sequenze narrative attraverso il passaggio dal “discorso diretto” al “discorso indiretto”;

• scrivere le frasi chiave in terza persona;

• utilizzare sempre lo stesso tempo nelle voci verbali (nello smontaggio è preferibile l’uso del presente).

Riassu n t o 131

Nome e cognome Data

La trama

Leggi con attenzione.

PLIC LA LACRIMA

Plic la lacrima era sempre triste, perché era nata dal pianto di un bambino che si chiamava Oreste.

Scese giù giù lungo una guancia di Oreste, cadde a terra e si addormentò.

Quando si risvegliò, correva insieme a tante altre gocce in un fiume.

Quando però i pesci rossi si accorsero che Plic era triste, le chiesero: – Perché non sorridi?

Che cosa ti è successo, amica gocciolina?

– Niente – rispose Plic, – è solo che io sono una lacrima di pianto e non so proprio che cosa sia la felicità…

– Non ti preoccupare: la felicità è facile, ora te la insegniamo noi! – dissero i pesci in coro e si misero a cantare una canzoncina così allegra, che persino le trote non riuscivano a trattenere le risate.

Plic però non rise.

Il fiume poi la portò al mare e qui la piccola lacrima, persa in tutta quell’immensità d’acqua, si sentì ancora più triste.

Poi accadde che i raggi del sole la rapirono e la portarono sulle nuvole. Queste provarono a far ridere la piccola lacrima, facendole il solletico con lunghi sbuffi di vapore. Provò anche il vento, suonando una musica forte e allegra. Plic però rimase seria e triste. Un giorno, infine, si sentì un tuono: Boom! Cominciò un temporale e le nuvole correvano come impazzite da tutte le parti.

Plic cadde giù, come una goccia di pioggia, e si ritrovò di nuovo nel fiume dov’era già finita una volta.

Stavolta però non giunse al mare: una pompa la risucchiò e la costrinse a correre in un tubo di metallo. Il tubo era lungo e buio, e sembrava non finire mai. Invece, proprio quando Plic cominciava a disperare, la lacrimuccia uscì da un rubinetto aperto per finire in un bicchiere. Era il bicchiere di un bambino che lei conosceva già. Era proprio il bicchiere di Oreste.

Il bambino bevve tutta l’acqua e Plic si ritrovò là dov’era partita, dentro gli occhi di Oreste. Ma ci restò pochissimo: il bambino stava guardando dei cartoni animati così divertenti, ma così divertenti, che gli venne da ridere fino alle lacrime.

Allora Plic uscì dagli occhi di Oreste per la seconda volta, ma ora non era più triste, ora era felice…

S. Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi Ragazzi

Riassu n t o 132
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Osserva le immagini che rappresentano la trama del racconto e disegna le sequenze mancanti.

Nome e cognome Data

La trama

Leggi con attenzione.

LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO

Un giorno un uccellino fuggì dalla gabbia.

Quando sentì i canti che provenivano dal bosco, l’uccellino fu certo che là avrebbe trovato qualcuno della sua famiglia.

Ma nessuno degli uccelli lo riconobbe e lo accettò tra loro.

Così l’uccellino si sentì triste e solo.

Quando, la mattina dopo, si svegliò, l’uccellino fu abbagliato da una coltre bianca che ricopriva ogni cosa.

Era dunque arrivato il temuto inverno? Non era poi così ostile, pensò, con tutti quei fiocchi che svolazzavano nell’aria.

Anch’egli si mise a svolazzare nella radura, rincorrendo i fiocchi.

Fin quando, a un tratto, vide lupi e volpi in cerca di cibo.

– Qui sono troppo allo scoperto. È meglio che torni nel folto del bosco – si disse.

Mentre si addentrava tra gli alberi, sentì un gemito venire da una grossa tana. Era il gemito dell’orso.

– Non riesco ad andare in letargo. Mi si è conficcata una spina nella zampa – si lamentava l’orso. – Chi può soccorrermi?

L’uccellino non esitò e volò dritto verso la tana… e piano piano estrasse la spina dalla zampa dell’orso.

Era una grossa spina. Un po’ di sangue gli colò sul petto, macchiandolo di rosso, ma lui non se ne accorse. L’orso sì, e se ne scusò. Poi si leccò la ferita, invitò l’uccellino a ripararsi dal freddo nella sua tana e cadde subito in un profondo sonno.

Solo quando la neve cominciò a sciogliersi e spuntarono i primi fiori, si risvegliò. Si stiracchiò e uscì a rotolarsi nella neve, per ripulirsi il pelo dalle foglie su cui aveva dormito.

Ma, quando scorse l’uccellino che gli svolazzava accanto, dispiaciuto, disse: – Il tuo petto è rimasto macchiato di sangue. Che peccato!

Riassu n t o 134
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

– No, io… in realtà… sono rosso per l’emozione di rivederti – fece l’uccellino. – Sono così felice di rivedere un amico che mi viene voglia di cantare.

Appena lo sentirono, gli altri uccelli del bosco si chiesero chi fosse quell’uccellino, mai visto prima, che eguagliava, anzi superava tutti nel loro canto.

– Lui è il mio amico pettirosso – diceva a tutti l’orso.

E questo è il nome che gli è rimasto fino a oggi.

A. D’Este, Una fiaba nel bosco, Edizioni Arka

Qual è la trama corretta del racconto? Rispondi segnando con una X .

Un uccellino non viene accolto dagli altri uccelli. Scappa dalla gabbia.

Si rifugia nella tana dell’orso.

Toglie la spina dalla zampa di un orso.

Si macchia il petto con il sangue dell’orso.

L’uccellino si mette a cantare.

L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

Un uccellino scappa dalla gabbia.

È convinto di aver trovato qualcuno della sua famiglia.

Si accorge che è arrivato l’inverno.

Un orso si lamenta per la spina conficcata nella zampa.

Quando l’orso si risveglia l’uccellino diventa rosso per l’emozione di rivedere un amico.

L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

Un uccellino scappa dalla gabbia. Non viene accolto dagli altri uccelli.

Toglie la spina dalla zampa di un orso.

L’orso va in letargo e l’uccellino rimane con lui.

Quando l’orso si risveglia, l’uccellino diventa rosso per l’emozione di rivedere un amico.

L’uccellino viene chiamato “pettirosso”.

Riassu n t o

Nome e cognome Data

Le sequenze

Leggi con attenzione. Sulla pagina successiva, osserva le immagini che rappresentano le sequenze . Ritagliale e incollale accanto alla sequenza corrispondente.

TOM E HUCK

Tom e Huck, con il piccone e il badile in spalla, raggiunsero la casa abbandonata: c’era un’atmosfera così paurosa che per un istante ebbero timore di proseguire.

Avanzarono fino alla porta e videro una stanza senza pavimento. Entrarono con il cuore che batteva forte.

A poco a poco la loro paura scomparve. Salirono di sopra a curiosare.

Stavano per scendere quando… – Hai sentito? – fece Tom.

– Sì, scappiamo! – mormorò Huck. – Fermo, vengono verso la porta.

I ragazzi si sdraiarono sul pavimento di assi, guardando impauriti attraverso le fessure. Entrarono due uomini: i due erano dei pericolosi assassini.

Parlarono per un po’, poi si addormentarono. La casa era il loro rifugio.

Tom sussurrò: – È il momento buono: filiamo! Si alzò adagio e mosse il primo passo, ma il pavimento scricchiolò così forte che si lasciò ricadere giù, morto di paura.

A un certo punto i due cominciarono a mangiare. Mentre mangiavano, uno notò il piccone e il badile e disse: – Chi avrà portato qui quegli arnesi?

Riassu n t o 136
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

I due ragazzi rimasero senza fiato.

L’individuo portò la mano al coltello e si girò verso la scala. La scala scricchiolava sotto il suo peso… quando si udì un rovinio di legname marcio.

L’uomo precipitò a terra. Tom e Huck si alzarono in piedi e uscirono velocemente dalla casa.

M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Rizzoli

Riassu n t o 137 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Le sequenze

Leggi con attenzione.

PAPÀ GUGLIELMO E GLI UCCELLI

In una città lontana viveva un vecchio omino che tutti chiamavano papà Guglielmo.

Egli era buono e sempre pronto ad aiutare gli altri.

Alcune persone, però, lo credevano un po’ matto: egli, infatti, sosteneva di conoscere il linguaggio degli uccelli.

Un giorno, mentre si recava nel bosco, papà Guglielmo si sentì chiamare. Si guardò intorno e scorse un grosso corvo che cercava di attirare la sua attenzione.

L’omino comprese ciò che l’uccello voleva dirgli, e lo seguì immediatamente.

Il corvo lo guidò a una radura in cui giaceva una povera volpe ormai in fin di vita. Papà Guglielmo tentò di curarla, ma le ferite erano troppo profonde e gravi.

Proprio in quel momento si trovava a passare di lì il guardiacaccia.

Vedendo la volpe nella trappola, si rivolse all’omino dicendogli: – Ora capisco cosa vieni a fare nel bosco: dai la caccia alle volpi per vendere la loro pelliccia!

Il guardiacaccia gli mise le manette e lo costrinse a seguirlo in città.

Lì Guglielmo fu condotto davanti al giudice, che l’interrogò.

Quando egli affermò di comprendere il linguaggio degli uccelli, tutti scoppiarono a ridere.

Le prove sembravano tutte a sfavore di papà Guglielmo, ma il giudice non lo riteneva capace di un’azione così crudele.

Prima di prendere una decisione, quindi, volle riflettere e, siccome per legge non poteva lasciare libero il vecchietto, lo fece mettere in prigione in attesa del giorno successivo.

Ma durante la notte, sulla finestra della cella si appollaiò lo stesso corvo che già una volta lo aveva avvertito. Guglielmo alzò la testa e ascoltò.

Un bracconiere stava preparando altre trappole nel bosco. Non c’era un minuto da perdere, se si voleva salvare la vita di qualche altro povero animale!

Guglielmo fece subito chiamare il giudice e gli raccontò ciò che gli aveva rivelato il corvo.

– Voglio darti fiducia – disse il giudice. – Manderò le guardie a controllare. Le guardie, giunte nel bosco, scorsero il bracconiere con un grosso sacco sulle spalle. Nel sacco c’era la volpe caduta nella trappola il giorno prima.

Così, papà Guglielmo fu liberato e il bracconiere messo in prigione al suo posto.

Nel bosco trovò ad attenderlo tutti i suoi amici uccelli, che gli avevano preparato una gran festa di voli e canti per ringraziarlo di aver sconfitto il temibile bracconiere.

Salvatore Sciascia - Gloria Sartori, Papà Guglielmo e gli uccelli, Edizioni San Paolo

Riassu n t o 138
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nel testo puoi individuare questa successione di sequenze : colora le parentesi nel modo indicato. la situazione iniziale: arancione

interviene un nuovo personaggio: rossa

cambia il luogo dove accadono i fatti: verde

interviene un nuovo personaggio: rossa

cambia il luogo dove accadono i fatti e interviene un nuovo personaggio: verde cambia il tempo in cui si svolge la vicenda: blu accade un fatto nuovo: viola la vicenda si conclude: arancione

Leggi le frasi chiave e collegale alle sequenze corrispondenti, scrivendo i numeri.

1. Il guardiacaccia porta Guglielmo dal giudice.

2. Il corvo guida Guglielmo da una volpe ferita.

3. Durante la notte il corvo dice a Guglielmo che nel bosco c’è un bracconiere.

4. Guglielmo conosce il linguaggio degli uccelli.

5. Un guardiacaccia scambia Guglielmo per un cacciatore.

6. Guglielmo guida le guardie nel bosco.

7. Nel bosco un corvo chiama Guglielmo.

8. Guglielmo viene liberato e il bracconiere viene arrestato.

Riassu n t o 139 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

I fatti principali

Leggi con attenzione.

MICIO

Micio era molto affezionato ad Alessandro, il suo padroncino. Si sa che i gatti sono affettuosi. Certo, non così affettuosi come i cani, ma comunque affettuosi.

Micio però era un gatto speciale: lui soffriva davvero la mattina, quando Alessandro si preparava e andava a scuola.

Così, decise un giorno di seguirlo: aspettò che il suo padroncino uscisse, poi svelto svelto aprì l’armadio di Alessandro, tirò fuori un paio di calzoni a quadrettini azzurri con le bretelle e una maglietta scura, e li indossò.

Si guardò un attimo allo specchio: così vestito sembrava un bambino anche lui.

Raggiunse la scuola in quattro balzi, senza dare troppo nell’occhio, come solo i gatti sanno fare. Sgattaiolò dentro alla classe di Alessandro e si sedette nell’ultimo banco. La maestra intanto era entrata e aveva già tirato fuori il registro per fare l’appello.

Quando però ebbe chiamato l’ultimo nome sul registro, la maestra si accorse che c’era un bambino che non si era ancora alzato in piedi a dire “presente”.

Era un bambino che non aveva mai visto…

– Senti, bambino là in fondo, tu chi sei?

– Miao! – rispose il gattino educatamente, alzandosi.

Alessandro riconobbe subito il suo micetto e spalancò la bocca stupito: non riusciva a capire come mai si trovasse lì in classe con i suoi vestiti addosso. Era così meravigliato che non disse niente.

La maestra vide la lunga coda, i baffi e le orecchie a punta di quello strano bambino e capì subito la situazione.

– Chi è il padrone di questo gattino? – chiese senza arrabbiarsi.

Alessandro alzò la mano un po’ preoccupato: si aspettava una sgridata.

Ma la maestra disse solo: – Siediti vicino a lui, Alessandro. Per oggi può restare, ma domani ti dovrà aspettare a casa.

Riassu n t o 140
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data

Alessandro cambiò banco tutto contento, poi la brava maestra si mise a fare lezione come se niente fosse: in tanti anni di scuola i bambini le avevano portato in classe lucertole, rane, cagnolini, ragni, pesci, tartarughe, maggiolini, criceti e topolini. Un micetto non poteva meravigliarla davvero, neanche se era vestito da bambino.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi Ragazzi

Completa.

Situazione iniziale

Il primo fatto nuovo che avviene rispetto alla situazione iniziale è che il gatto

Il primo cambio di luogo avviene quando Micio

Il primo nuovo personaggio a intervenire è

Il fatto successivo all’ingresso del secondo personaggio è

I personaggi che dialogano sono

La storia si conclude con Colora con colori diversi i cerchiolini dell’esercizio precedente. Poi colora nello stesso modo le parentesi cui si riferiscono.

Completa segnando con una X .

La frase chiave della sequenza dialogica è: la maestra e Alessandro si accorgono della presenza del gatto.

Alessandro riconosce il suo gatto.

la maestra si accorge della presenza del gatto.

Riassu n t o 141 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Le frasi chiave

Leggi con attenzione.

LA FROTTOLA DI GENESIO

Si raccontava un tempo e si racconta ancora oggi… di quando Genesio, cuore semplice, raccontò una frottola proprio clamorosa.

Genesio abitava in un piccolo paese lontano qualche chilometro da Marsiglia e in quella grande città della Provenza si recava tutti i giorni per il mercato.

Genesio era sempre ben felice di rispondere alle domande dei suoi concittadini e ogni sera, al ritorno dal mercato, questi gli chiedevano: – Dicci, Genesio, che cosa è successo oggi a Marsiglia?

Genesio rispondeva gentile, raccontando per filo e per segno tutta la giornata al mercato: raccontava delle stradine del quartiere vecchio, dei grandi viali e del porto, ma tutte le volte, prima ancora di finire il racconto, qualcuno lo interrompeva: – No Genesio, non le solite cose… vogliamo sapere se è successo qualcosa di interessante.

E allora Genesio ci pensava un po’ e poi rispondeva: – Veramente, di interessante interessante non è successo nulla – e così tutti riprendevano le loro faccende.

Ma, una sera, Genesio era di buon umore e decise di fare uno scherzo ai suoi concittadini: decise che avrebbe raccontato una frottola così grande da far ridere tutto il paese. Così, quella sera, al ritorno dal mercato, quando gli altri chiesero: – Dicci Genesio, che cosa è successo oggi a Marsiglia? – Genesio rispose allegro: – Eh, sì, oggi è capitato qualcosa di incredibile. Stamattina è entrato in porto un pesce grande come tutta la città, ed è ancora lì: la testa bloccata tra i moli, la coda impigliata nelle isole di fronte a Marsiglia. Tutta la città è salita sulla collina di Nostra Signora della Guardia a godersi lo spettacolo. E tutti i pescatori di Marsiglia, oh poverini! oh disgraziati!,

Riassu n t o 142
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

sono al porto a cercare di liberare il pesce che blocca la città.

I concittadini di Genesio dissero in coro: – Oooh! Cose da non credere: un pesce grande come tutta Marsiglia! Bisogna andare a vedere!

E così, tutti gli abitanti del piccolo paese si diressero verso la grande città della Provenza. Genesio guardò la gente partire sorridendo in cuor suo, ma quando vide che tutti, ma proprio tutti, perfino i malati, erano partiti per Marsiglia si disse: – Oh! Accidentaccio! Se tutti gli abitanti del mio paese vanno a Marsiglia vorrà dire che la storia del pesce così grande da bloccare la città è vera!

Così Genesio strinse bene i lacci delle scarpe e si mise a correre forte per raggiungere i suoi concittadini che andavano a vedere il pesce talmente grande da bloccare Marsiglia.

A. Roveda - C. Dattola, Il cammello che sapeva leggere, Terre di Mezzo

Rispondi per trovare le frasi chiave

Che cosa fece Genesio?

Dove andava Genesio tutti i giorni?

Che cosa succedeva tutti i giorni?

Che cosa raccontò Genesio una sera per fare uno scherzo?

Che cosa fecero gli abitanti del paese?

Infine che cosa decise di fare Genesio?

Ora, nel testo, segna con colorate le sei sequenze identificate nell’esercizio precedente.

Ricopia in ordine le frasi chiave per fare lo smontaggio.

Riassu n t o 143 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Lo smontaggio

Leggi con attenzione.

ALBICOCCODÈ

Nel giardino dello zio della compagna di banco del cugino del vicino della nipote del… insomma, in un giardino, da qualche parte della città, se ne stava lì un bell’albicocco che non faceva più albicocche.

Be’, tanto bello non lo era più, quell’albicocco: da un po’ aveva smesso di sbocciare con mille fiori in primavera e, di conseguenza, niente più albicocche d’estate e, cosa ben più grave, niente più marmellata di albicocche tutto l’anno.

Solamente qualche foglia sui rami e nulla più.

A cosa serve un albicocco che non fa albicocche?

“Serve a me, per stare appollaiata sui rami”, pensava una gallina che, in effetti, aveva preso la bella abitudine di starsene un giorno su questo e un giorno su quel ramo, senza paura di cadere.

Lo zio, però, non la pensava per nulla così e dopo essersi consultato con la zia, prese un’accetta e una grossa sega e uscì nel giardino.

La pollastra, accovacciata lassù, appena vide lo zio intuì subito il grave pericolo che il suo albicocco stava correndo e, con quanta più voce aveva nel becco, cominciò a strillare come una matta per chiamare le altre galline.

– Coooo – co – co – co – co – cosa vuoi fare?

Cheeee – che – che – che – che – che intenzioni hai?

Coooo – co – co – co – co – come faccio adesso?

Caaaa – ca – ca – ca – caaaaalma e sangue freddo!

Coooo – co – co – co – correte!

Cuuuu – cu – cu – cu – cu – cugine!

Coooo – co – co – co – co – compagne!

Caaaa – ca – ca – ca – caspiterina!

In men che non si dica il pollaio si svuotò e, svolazzando un po’ goffe, tutte le galline accorsero in aiuto della sorella e del vecchio albicocco.

Lo zio alzò il naso e, ohibò, non c’era un ramo di quell’albero che non ospitasse una delle sue galline con lo sguardo minaccioso.

E non appena fu sotto l’albicocco, proprio accanto al tronco, con l’accetta in una mano e la sega nell’altra, le polle, dopo un rapido cenno d’intesa, sfornarono un bell’uovo, anche più grande del solito. Tutte, nessuna esclusa.

Riassu n t o 144
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Mamma mia che pioggia di uova… Meglio che a Pasqua! Tre finirono sulla testa dello zio, una sul ginocchio sinistro e una sulla scarpa destra, che era nuova e adesso nuova non lo era più.

Lo zio, spaventato e sbigottito, lasciò cadere i suoi arnesi e, tutto gocciolante di tuorlo e albume, tornò in fretta e furia dentro casa, dalla zia. Non sapendo come spiegarsi, disse solo: – Ho fatto una frittata!

E la cosa bella è che anche dopo molti anni, con sempre meno foglie, ma con sempre più galline, l’albicocco è ancora lì.

Andrea Valente, Chissà perché, Gallucci

Il testo è stato diviso in sequenze. Colora le parentesi delle tre che NON sono fondamentali.

Segna con delle X il tipo di sequenze che hai eliminato.

Sequenza descrittiva.

Sequenza dialogica.

Sequenza riflessiva.

Per ogni sequenza importante, scrivi la frase chiave per fare lo smontaggio .

Riassu n t o 145 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Nome e cognome Data

Il riassunto

IL BAMBINO CHE RIUSC A VOLARE

Una volta un bambino conobbe uno gnomo che gli insegnò a volare a dorso degli uccelli, facendosi piccolo come uno gnomo.

Questo era ciò che il bambino aveva desiderato da sempre.

Per questo si recò nel Bosco degli Gnomi, dove conobbe lo Gnomo Amico dei Grandi Uccelli Volanti.

Lo gnomo riunì tutti gli uccelli: l’aquila reale e il condor, l’albatros e l’airone cenerino. Ma nonostante le loro grandi dimensioni, questi uccelli non riuscivano a volare con il peso del bambino.

Allora l’Amico dei Grandi Uccelli Volanti decise che era necessario ridurre le dimensioni del bambino. Gli insegnò il Segreto per Farsi Piccolo, un segreto che il bambino non poteva rivelare a nessuno. Lui stesso doveva dimenticarselo, dopo ogni volo, fino al suo prossimo giro nell’aria.

Perché nessuno scoprisse il segreto, lo gnomo e il bambino si nascondevano a parlare sotto i rami di un albero frondoso, al riparo da orecchie indiscrete.

E così il fanciullo poté volare. Ogni volta che sorvolava il Bosco degli Gnomi, guardava in giù e sorrideva.

AA.VV., Il libro segreto degli gnomi (n. 10), De Agostini AMZ

Dividi il testo in sequenze .

Per ogni sequenza, sottolinea l’ informazione principale .

Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave che puoi ricavare dall’informazione principale di ogni sequenza.

Collega le frasi chiave per fare il riassunto .

Riassu n t o 146
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Il riassunto

IL VASO DI GIADA

Una notte un saggio stava leggendo nella sua casa quando entrò un ladro, armato di una sciabola affilata.

Con fare minaccioso ordinò al saggio di non muoversi e cominciò ad aprire i cassetti alla ricerca di denaro.

Allora il saggio gli disse: – Ti prego di non buttare tutto all’aria. Il denaro è lì in quel cassetto. Prendilo.

Lo sconosciuto prese il denaro e un vaso di giada. – Vedo che quel vaso ti piace – disse il saggio, – te lo regalo!

Il ladro, non vedendo altre cose da rubare, stava per andarsene, quando il saggio lo chiamò. – Dimentichi qualcosa – gli disse sorridendo, – non mi hai detto grazie. L’uomo, sorpreso, ringraziò il saggio e fuggì nella notte.

Qualche giorno dopo le guardie dell’imperatore bussarono alla porta del saggio. Con loro c’era il ladro. – Quest’uomo deve avervi rubato questo vaso. Se è vero, lo metteremo in prigione – dissero.

– Riconosco questo vaso, ma non l’ha rubato – disse il saggio. – Gliel’ho donato io. Mi ha anche ringraziato.

Le guardie liberarono immediatamente il ladro. Costui, pieno di gratitudine, ringraziò il saggio.

Promise di non dimenticare mai la semplice parola che lo aveva salvato: grazie.

M.C. Coles - M.L. Ross, L’alfabeto della saggezza, Einaudi Ragazzi

Dividi il testo in sequenze .

Per ogni sequenza sottolinea l’ informazione principale

Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave che puoi ricavare dall’informazione principale di ogni sequenza.

Collega le frasi chiave per fare il riassunto

Riassu n t o 147
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Funzione didattica

Le tipologie testuali

Dalle Indicazioni Nazionali del 2012:

“[…] La lettura va costantemente praticata su un’ampia gamma di testi appartenenti ai vari tipi e forme testuali per scopi diversi e con strategie funzionali al compito […].

Infatti l’uso del lessico, a seconda delle discipline, dei destinatari, delle situazioni comunicative e dei mezzi utilizzati per l’espressione orale e quella scritta, richiede lo sviluppo di conoscenze, capacità di selezione e adeguatezza dei contesti […]”.

I testi si diversificano tra loro per lo scopo comunicativo per cui sono stati scritti (suscitare emozioni, dare insegnamenti, creare suspense e aspettative, descrivere, informare…). Per realizzare questo scopo gli autori/le autrici hanno creato strutture narrative diverse, le quali sono alla base delle diverse tipologie testuali

Leggendo testi di tipologia diversa i bambini e le bambine, da soli/e, ne colgono inconsciamente le differenze, le caratteristiche, le peculiarità e gli scopi comunicativi.

Un percorso sull’analisi delle differenti tipologie testuali ha come obiettivo quello di offrire al bambino e alla bambina la possibilità di affrontare un argomento seguendo stili espositivi differenti e quindi comprendere quale sia il fine per cui i testi sono stati scritti.

Il riconoscimento delle caratteristiche strutturali di ciascuna tipologia ha bisogno di un lavoro di analisi che il bambino e la bambina non sono in grado di fare da soli. Per questo vanno aiutati attraverso un percorso che li induca a individuare gli aspetti specifici di ogni tipologia.

Discutere delle caratteristiche strutturali di ogni tipologia testuale li aiuterà a diventare consapevoli della necessità di adeguare il proprio registro linguistico (orale o scritto) alla situazione.

Il lavoro sarà scandito attraverso queste tappe:

Pensiero computazionale

• Scopri : il bambino/la bambina legge un testo e, attraverso domande a scelta multipla, ne individua lo scopo, il contenuto, gli elementi, la struttura della tipologia testuale.

• Riconosci : il bambino/la bambina lavora in modo autonomo sulle caratteristiche della tipologia.

• Verifica : una modalità per verificare le conoscenze apprese dal bambino/dalla bambina.

Tipolo g i e testu a l i 148

Il testo: realistico e fantastico

Il testo narrativo: realistico e fantastico

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Secondo voi, che cosa vuol dire narrare?

• I libri di Harry Potter raccontano fatti reali o fantastici? Perché? Che cosa c’è di reale? Che cosa c’è di fantastico?

• Se un amico o un’amica vi racconta che cosa ha fatto durante le vacanze, il suo racconto è fantastico o reale?

• È sempre facile, leggendo un libro, distinguere se in esso vi sono solo situazioni fantastiche o se contiene anche parti realistiche?

• È facile distinguere la realtà dalla fantasia?

Il testo narrativo racconta sempre una storia, cioè una serie di avvenimenti vissuti da uno o più personaggi, che si svolgono in un certo tempo e in un certo luogo.

Possiamo dividere testi in due grandi categorie: realistici e fantastici.

I testi narrativi, a seconda del loro contenuto, della struttura, dell’intenzione comunicativa dell’autore/dell’autrice, sono divisi in generi letterari (tipologie testuali).

IL TESTO NARRATIVO IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 18-30

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 22 a p. 35 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 149

I testi realistici e fantastici

Leggi i testi. Poi, per ognuno, scrivi se è realistico o fantastico.

MORGANA

La fata Morgana viveva nel folto di una foresta molto buia ed era molto sola, perché la sua magia era diventata oscura. Come succede che una magia diventi oscura? Come succede che una fata diventi simile a una strega?

A Morgana era successo così, perché provava un sacco di invidia (e l’invidia è proprio nera) per suo fratello, che si chiamava Artù ed era diventato un re famoso, oltre che il capo dei Cavalieri della Tavola Rotonda. E lei era gelosa, e stava lì nel folto della foresta buia come i suoi pensieri, tramando cose terribili e vendicandosi su tutti i cavalieri che riusciva ad attirare fin lì.

B. Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi

ALICE

Alice viveva in una bella casa insieme ai suoi genitori, quando c’erano, perché i genitori di Alice non c’erano quasi mai. Entrambi volavano, e non per qualche strana capacità o magia, ma perché la mamma di Alice era un pilota di una compagnia aerea russa e suo padre uno steward di una compagnia aerea giapponese.

Si erano conosciuti in uno dei tanti aeroporti in giro per il mondo… in un altro aeroporto si erano innamorati… in un altro aeroporto si erano sposati e in un altro aeroporto ancora era nata Alice.

A. Russo, La bambina Babilonia, Salani

Tipolo g i e testu a l i 150
Nome e cognome Data

VIOLA D 'AMORE

C’era una volta un violino che fra le mani del famoso violinista Melodio Von Diesis suonava melodie meravigliose.

Un giorno Melodio andò a suonare insieme alla celebre violinista Biscroma Bemolle.

Capitò una cosa strana: appena i due violinisti cominciarono, dai violini uscivano solo lamenti, cigolii.

I due violinisti, preoccupati, portarono gli strumenti da Liutus, un bravo aggiustatore di violini, che prese i violini, li osservò, li toccò e disse: – È chiaro, signori! Questi violini si sono innamorati. D’ora in poi non suoneranno più come prima. Dovrete prendere altri violini, e lasciare questi due insieme in una custodia grande, almeno saranno vicini.

– E non ci sarebbe un modo per poterli far suonare insieme? – chiese Melodio.

– Non da due suonatori diversi.

Fu così che Liutus costruì un violino un po’ più grande del normale: prese le corde dei due violini e le mise insieme come corde del nuovo violino. Era nata la Viola d’amore.

R. Piumini, Le mille e una note, Fabbri Editori

LA BAMBINA CON LA COPERTINA

Girava sempre con una copertina.

E che cosa ne faceva?

Le copertine servono per scaldare chi ha freddo, no? Ma lei girava con berretto e sciarpa e guanti, quindi di freddo non ne aveva.

Allora per chi erano le copertine?

Per i battitori di denti.

Appena vedeva o sentiva qualche animaletto che batteva i denti, si avvicinava e gli chiedeva: – La vuoi questa morbida copertina?

Si acciambellavano sotto, felici. Felici come bucaneve sotto la neve, come dolcetti sotto la panna, come gattini sotto la mamma, come voi bambini nei vostri caldi lettini.

V. Lamarque, I bambini

li salveranno, Einaudi Ragazzi

Tipolo g i e testu a l i 151 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Leggi con attenzione.

Il testo realistico

IL RAPIMENTO DELLA MAESTRA

Da tre giorni la maestra è assente e per Geremia è già troppo, perché sinceramente, per dirla con gentilezza, il supplente non è davvero il massimo!

Non si può dire che sia cattivo, ma quanto a sorrisi è un po’ avaro e poi non spiega bene come Silenzia.

Silenzia è il soprannome che Geremia e i suoi compagni hanno dato alla maestra, per via della mania che ha di ripetere sempre per tre volte: – Silenzio, silenzio, silenzio!

Sembra una formula magica inventata dalla fatina della classe per far tacere gli alunni che disturbano.

Silenzia è un soprannome affettuoso. Geremia, infatti, adora la sua maestra. Altro che il supplente!

Ogni volta che vuole interrogare qualcuno, punta sulla vittima un lungo dito minaccioso e Geremia trema di paura.

Cosa non darebbe per far tornare la sua maestra… subito… e per sempre!

Più il tempo passa e più Geremia si fa delle domande. Un’insegnante che sparisce così per giorni non è una cosa normale. Più ci pensa più gli vengono in mente cose terribili: forse è accaduto qualcosa al marito, oppure il figlio è stato investito da un’automobile, o addirittura Silenzia è stata rapita… Sì! Dev’essere sicuramente così!

Geremia comincia a riflettere. Ecco perché il Direttore, l’altro giorno, è entrato in classe a chiamare la maestra! Aveva appena ricevuto una telefonata anonima… Si trattava della trappola diabolica di qualcuno che voleva attirare Silenzia in un parcheggio deserto. E, una volta lì, in un attimo, una botta in testa, come nei film alla TV… Nessuno ha visto né sentito nulla ed ecco la povera maestra chiusa in una sordida cantina.

Geremia si rigira sulla sedia. Come si fa a concentrarsi sulla lezione di geografia sapendo che la maestra è in pericolo di vita?

In quel momento il Direttore entra in classe e dice: – Ragazzi, mi ha appena chiamato la vostra maestra. Suo figlio è praticamente guarito. Una leggera bronchite… Domani tornerà a scuola –aggiunge con un gran sorriso.

L. Jaffé - L. Saint-Marc, Vivere insieme a scuola, Il Capitello

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 152 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Nel testo, segna con una rossa l’ introduzione , con una blu lo svolgimento , con una verde la conclusione .

Cancella le parole sbagliate.

L’ordine della narrazione è/non è cronologico.

La narrazione contiene/non contiene flashback.

Per ogni affermazione riferita al testo, completa la tabella segnando con una X quale è vera e quale è invece immaginata dal protagonista.

Vero Immaginato

Il figlio della maestra è stato investito da un’automobile.

La maestra Silenzia è stata rapita.

Il direttore ha parlato in disparte con la maestra.

Geremia farebbe qualsiasi cosa per far tornare la maestra.

Qualcuno ha attirato Silenzia in un parcheggio deserto.

Completa la tabella.

Protagonista

Luogo

Tempo

Personaggio principale

Personaggi secondari

Completa segnando con una X .

Il narratore parla: in prima persona. in terza persona.

Cerca nel testo e scrivi:

il nome degli autori:

Gli elementi del testo

il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

Tipolo g i e testu a l i 153 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Un compagno terribile

Di Barry avevano tutti paura. Non si sapeva bene perché. Bastava sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla bocca dello stomaco.

A volte Peter pensava che il suo compagno fosse come un robot programmato per fare tutto quel che voleva. Che strano che non gli importasse di essere senza amici, o di essere odiato ed evitato da tutti.

Un giorno, a scuola, durante la ricreazione, Peter era sul punto di addentare la sua mela quando sollevò lo sguardo e si ritrovò gli occhi puntati sulla faccia di Barry. Sorrideva, ma non aveva l’aria contenta: voleva qualcosa. Tese molto semplicemente la mano e disse: – Voglio quella mela.

Poi tornò a sorridere.

Peter non era un vigliacco ed era abbastanza robusto per la sua età, ma odiava le risse.

– Avanti – disse Barry – passami quella mela, se non vuoi che ti disfi la faccia.

Peter sentì il gelo salirgli dai piedi e diffondersi in tutto il corpo.

Pensò alla sua mela: la buccia era un po’ vizza perché se l’era portata a scuola una settimana prima ed era rimasta nel banco tutto quel tempo. Valeva la pena di farsi disfare la faccia per così poco? Certamente no! E, d’altra parte, era giusto cederla, solo perché un prepotente la voleva?

Rivolse lo sguardo su Barry. Si era fatto un po’ più vicino. La sua faccia rotonda da rosa era diventata rossa.

A Barry non piaceva essere contrastato. Si stava preparando a menare le mani. Teneva le ginocchia leggermente piegate e ondeggiava di qua e di là.

Altri bambini si radunavano in cerchio. Arrivava gente da tutte le direzioni.

Peter sentiva il cuore battere forte dentro le orecchie. Cercando di prendere tempo, si passò la mela da una mano all’altra e disse:

– La vuoi davvero questa mela?

– Hai sentito benissimo – replicò Barry con voce piatta.

Peter osservò il bambino che si stava preparando a colpirlo e gli venne in mente la festa di compleanno di tre settimane prima, quando Barry era stato così affettuoso e cordiale.

E adesso, eccolo lì a fare tutte le smorfie possibili per sembrare cattivo.

Che cosa gli faceva credere che quando era a scuola aveva il diritto di fare e di prendersi tutto ciò che voleva?

Tipolo g i e testu a l i 154 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data
VERIFICA Il testo realistico

Peter vide il cerchio di facce spaventate che gli si accalcavano intorno. Barry il terribile stava per mettere a terra un bambino e nessuno poteva farci granché.

Che cosa rendeva tanto potente il roseo, il paffuto Barry?

E all’improvviso, dal nulla, Peter trovò la risposta. Ma è ovvio, pensò. Siamo noi.

Siamo noi che lo abbiamo sognato come il prepotente della scuola. Non è più forte di nessuno di noi. Tutta la sua forza e il potere ce li siamo sognati noi.

Noi abbiamo fatto di lui quel che è. Quando va a casa e nessuno gli crede se fa il prepotente, allora torna se stesso.

I. McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi

Cancella la scelta sbagliata e completa.

Il contenuto del racconto è realistico/fantastico perché narra fatti

I protagonisti sono

Completa segnando con una X .

Il luogo: è indicato in modo preciso. si può dedurre dal contesto. non si può dedurre dal contesto. Il tempo: è indicato in modo preciso. si può dedurre dal contesto. non si può dedurre dal contesto.

Se tu dovessi indicare il tempo e il luogo, che cosa scriveresti?

Tempo:

Luogo:

Completa segnando con una X

Il racconto è scritto dal punto di vista di:

Barry.

Peter.

Barry è: un bullo.

un bambino pauroso.

un bambino coraggioso.

Cerca nel testo e scrivi:

il nome dell’autore:

Peter è: un bullo.

un bambino pauroso. un bambino riflessivo.

il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

Tipolo g i e testu a l i 155 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Leggi con attenzione.

Il testo fantastico

LA VECCHIA CHE INGANN LA MORTE

Può darsi che sia vero, può darsi che non lo sia, ma c’era una volta una donna vecchia vecchia.

Eppure era piena di vita e non si sognava affatto di morire. Ma, un giorno, la Morte si ricordò della vecchia e venne a bussare alla porta di casa sua. La vecchia stava facendo il bucato e disse che proprio in quel momento non poteva andarsene via.

Doveva ancora sciacquare, strizzare, far asciugare e stirare la sua roba. A fare in fretta, pensava che sarebbe stata pronta la mattina dopo; quindi la Morte avrebbe fatto bene a ritornare da lei il giorno appresso.

– Aspettatemi, allora, domani alla stessa ora – fece la Morte e scrisse col gesso sulla porta: Domani.

Il giorno dopo la Morte tornò a prendere la vecchia.

– Ma, signora Morte, vi siete certamente sbagliata. Guardate sulla porta e vedrete quando è fissato che veniate a prendermi –osservò la vecchia.

La Morte guardò sulla porta e lesse: Domani.

– Vedete, dunque – aggiunse la vecchia, – venite domani e non oggi.

La Morte se ne andò e ritornò il giorno dopo.

E così la storia andò avanti per un mese intero.

Ma la Morte finì per stancarsi. L’ultimo giorno del mese disse: – Mi state ingannando, vecchia mia! Domani verrò da voi per l’ultima volta, ricordatevelo bene!

Cancellò dalla porta quel che lei stessa aveva scritto e se ne andò.

La vecchia, a questo punto, smise di sorridere.

Pensa e ripensa, voleva escogitare un’altra maniera per ingannare la Morte. “Mi nasconderò nel bariletto del miele” diceva tra sé e sé la vecchia. “La Morte non mi troverà certo lì dentro!”.

E si nascose nel bariletto del miele, lasciando scoperto soltanto il naso. Ma subito pensò: “Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nel bariletto del miele e mi porterà via!”.

Saltò fuori dal bariletto e andò a nascondersi in una cesta piena di piume d’oca.

Ma subito pensò: “Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nella cesta!”. Mentre saltava fuori dalla cesta, la Morte entrò nella stanza.

Guardò intorno e non riuscì a vedere la vecchia da nessuna parte. Al suo posto vide una spaventosa, terribile figura, tutta coperta di piume bianche e con qualcosa di denso che le gocciolava di dosso.

e cognome
Tipolo g i e testu a l i 156 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
Data

Non poteva essere un uccello e neppure una persona: era, comunque, una cosa terribile a vedersi. La Morte ne rimase così spaventata che alzò i tacchi e fuggì, e non tornò più a cercare la vecchia.

G. Rodari, Favole per bambini che non hanno paura di streghe, orsi e lupi cattivi, Editori Internazionali Riuniti

Nel testo, segna con una rossa l’ introduzione , con una blu lo svolgimento , con una verde la conclusione .

Completa segnando con una X .

I fatti narrati: sono realmente accaduti. potrebbero accadere. sono frutto della fantasia dell’autore.

Completa.

Il contenuto del racconto è perché narra fatti

Il personaggio fantastico è Il personaggio verosimile è

Completa segnando con una X

Il luogo in cui è ambientato il racconto è: Il tempo è: assolutamente reale. certo. verosimile. indefinito. assolutamente fantastico.

Per ogni affermazione riferita al testo, completa la tabella segnando con una X quale è verosimile e quale è assolutamente fantastica.

Verosimile Assolutamente fantastica

La vecchia faceva il bucato.

La vecchia parla con la morte.

La morte è spaventata.

La vecchia era piena di vita.

Cerca nel testo e scrivi:

il nome dell’autore:

il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

Tipolo g i e testu a l i 157 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

In una notte di temporale

Pioveva a dirotto. Goccioloni che cadevano al suolo. Le gocce del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di una capretta bianca.

La capretta, senza pensarci, si rifugiò in una ca panna abbandonata sul pendio della collina.

Si mise a riposare nell’oscurità aspettando tran quillamente che il temporale finisse.

Ansimando e facendo “Ah, ah, ah” qualcuno en trò nella capanna.

Chissà chi era.

La capretta si nascose e drizzò le orecchie. Tic, toc, tic, toc. Passi. Qualcosa di duro batteva sul pavimento. Era rumore di zoccoli. Doveva essere sicuramente una capra.

La capretta, sollevata, si rivolse al nuovo arrivato: – Bel temporale, vero?

– Come? Chi ha parlato? Ah, ah. Con questo buio, ah, ah, non si vede un accidente.

La capretta, un po’ stupita, rispose bruscamente: – Sono appena arrivata anch’io, ma non è così terribile.

– Ma sì, è vero… per fortuna ho trovato questo rifugio dopo essermi trascinato sotto il temporale.

Tirò un sospiro di sollievo e appoggiò il bastone sul pavimento. Già: quell’ombra indistinta, con il bastone, non era una capra, ma un lupo. Per di più era un lupo con una bocca grossa così, che andava ghiotto di carne di capra.

– Che sollievo che ci sia anche tu!

La capra non aveva ancora capito che il suo compagno era un lupo.

– Anch’io, se fossi capitato in questa capanna da solo, in una notte di temporale, mi sarei sentito perduto.

Anche il lupo non aveva capito che il suo compagno era un capra.

– Eeetcciuuù! – starnutì il lupo.

– Tutto bene? Mmmm… devi esserti beccato un raffreddore!

– Penso anch’io. Non sento per niente gli odori.

Improvvisamente il boato di un tuono fece tremare la capanna. – Aiuto!

I due si strinsero.

– Ah, scusami, è che mi sono spaventato.

– Sì, non importa, anch’io ho avuto paura.

– Però ci somigliamo molto, vero?

– Abbiamo avuto la stessa reazione!

– La prossima volta, perché non ci troviamo a mangiare con il bel tempo?

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 158 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
VERIFICA Il testo fantastico

– Va bene. Pensavo che sarebbe stata una pessima serata, per via di questo brutto temporale, ma siccome ho incontrato un buon amico, si è rivelata piacevole.

– Guarda, il temporale è passato, allora incontriamoci domani davanti a questa capanna, ti va bene?

– Ok. Ma se non ti riconosco dalla faccia?

– Già, per sicurezza diremo: “Sono chi ti è diventato amico in una notte di temporale”. Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salutarono agitando le mani.

Che cosa sarebbe successo il giorno dopo, ai piedi di quella collina?

Questo neanche il sole, che aveva appena mostrato la faccia per far brillare le gocce sulle foglie, poteva saperlo.

A tutti i lettori

In una notte di temporale, da soli, in un luogo sconosciuto, se incontrate qualcuno, che sollievo, non è vero? Ma se questo qualcuno fosse pericoloso, lettori miei, cosa fareste?

Y. Kimura, In una notte di temporale, Salani

Completa segnando con una X .

Ciò che rende il racconto fantastico è: la presenza di animali. il comportamento degli animali.

I personaggi sono: realistici. fantastici.

Il luogo è: realistico. fantastico.

Il tempo è: realistico. fantastico.

Il racconto è: realistico. fantastico.

La struttura del racconto è: una fabula. un intreccio.

Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una blu lo svolgimento, con una verde la conclusione, con una viola la riflessione dell’autore.

Cerca nel testo e scrivi:

il nome dell’autore:

il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

Conoscere le parole

L’onomatopea è un’espressione che riproduce il suono di una cosa o di un essere vivente. Accanto a ogni onomatopea scrivi chi la produce, nel testo, e il suo significato.

Tic, toc, tic, toc

Ah, ah, ah

Eeetcciuuù Mmmm

Tipolo g i e testu a l i 159 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il testo descrittivo

Il testo descrittivo

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Se voi doveste far capire in modo preciso a un extraterrestre com’è il vostro cane, quale sarebbe il modo più efficace?

• Ma se non poteste utilizzare l’immagine, che cosa sarebbe più utile fare?

• Vi è mai capitato di leggere un libro o un brano e di avere davanti agli occhi il/la protagonista, l’ambiente, di avere la sensazione di essere proprio lì accanto a lui?

• Secondo voi, a produrre questa sensazione sono state le avventure che questo/a protagonista ha vissuto o tutto quello che l’autore/l’autrice vi ha detto per fare in modo che voi poteste “vedere” quella situazione?

È difficile trovare un intero testo che sia totalmente e solamente ”descrittivo”.

Però è altrettanto difficile trovare un testo, di qualsiasi genere, che non utilizzi la descrizione per stimolare la fantasia visiva di chi legge.

All’interno di tutti i testi ci sono, infatti, parti descrittive, più o meno estese e più o meno particolareggiate.

La descrizione è molto importante perché permette all’autore/all’autrice di esprimere anche le proprie impressioni.

Imparare a descrivere vuol dire imparare ad arricchire il proprio lessico, non fermandosi solo all’utilizzo del pensiero e della fantasia, ma coinvolgendo anche le informazioni che i cinque sensi danno e quindi acquisire uno strumento di esplorazione della realtà più vasto.

IL TESTO DESCRITTIVO IN MISSIONE COMPIUTA!

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 32-45

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 36 a p. 49 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 160
PLUS

Il testo descrittivo

Leggi con attenzione.

A PROPOSITO DEGLI HOBBIT

Il popolo Hobbit è discreto e modesto, amante della pace, della calma e della terra ben coltivata. Essi non capiscono e non amano macchinari più complessi del soffietto del fabbro, del mulino ad acqua o del telaio a mano, quantunque abilissimi nel maneggiare attrezzi di ogni tipo. Hanno una vista e un udito particolarmente acuti e, benché tendano ad essere grassocci e piuttosto pigri, sono agili e svelti nei movimenti. Sin da principio possedevano l’arte di sparire veloci e silenziosi al so praggiungere di genti che non desideravano incontrare. Essi sono mi nuscoli: la loro statura è variabile e oscilla da un braccio a un braccio e mezzo.

Gli Hobbit sono un popolo allegro e spensierato; portano vestiti di colori vivaci, preferendo il giallo e il verde, ma calzano raramente scarpe, essendo i loro piedi ricoperti di un pelo riccio, folto e castano come i loro capelli, e le piante dure e callose come suole. I loro visi sono gioviali, illuminati da occhi vivacissimi e guance colorite, con una bocca fatta per ridere, bere e mangiare. Ed è proprio ciò che fanno: mangiano, bevono e ridono con tutto il cuore, amano fare a tutte le ore scherzi. Pranzano sei volte al giorno, quando ne hanno la possibilità. Sono ospitali: feste e regali, che offrono con grande generosità e accettano con entusiasmo, costituiscono il loro massimo divertimento.

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, RCS libri

Sottolinea:

in rosso le parti che descrivono il carattere degli Hobbit; in blu le parti che descrivono l’aspetto fisico degli Hobbit; in arancione le parti che descrivono l’abbigliamento degli Hobbit; in verde le parti che descrivono le abitudini degli Hobbit.

Copia solo le parti che descrivono l’aspetto fisico degli Hobbit.

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 161 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

Il testo descrittivo

Leggi con attenzione.

LULU

Lulu era un’antilope piccola come una gatta. Aveva occhi viola, sereni, zampe così fragili che, nel piegarsi e nel distendersi, pareva si dovessero spezzare.

Le orecchie, lisce come la seta, erano straordinariamente espressive, il naso nero era come un tartufo.

Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese vecchio stile, con i piedi stretti nei lacci.

Tenere in braccio una cosa così perfetta era un’esperienza rara.

K. Blixen, La mia Africa, Feltrinelli

LA GAZZELLA

La gazzella è un mammifero ruminante, appartenente alla famiglia dei bovidi, diffusa nelle savane erbose del continente africano. È alta circa settanta centimetri, ha il pelo corto e fulvo, con il ventre bianco e una fascia bruna a ogni lato del capo.

Snella e veloce nella corsa, ha corna affilate, zampe sottili e grandi occhi.

Le gazzelle si addomesticano abbastanza facilmente.

Enciclopedia, Utet

Colora in rosso il quadratino della descrizione oggettiva, in blu quello della descrizione soggettiva.

Scrivi quali sono le similitudini che, nel primo testo, vengono utilizzate dall’autrice.

Prova a disegnare su un foglio i due animali, seguendo le indicazioni delle descrizioni.

Tipolo g i e testu a l i 162 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome

Il testo descrittivo

Leggi con attenzione.

L ' ORTO

Entrare nell’orto. Camminando piano piano, trattenendo il respiro.

Per ascoltare la voce dell’orto: il lieve fruscio del vento tra le foglie, il cinguettio degli uccelli che si chiamano da un albero all’altro, il mormorio lontano dell’acqua.

Per guardare la fisionomia dell’orto: le aiuole punteggiate di erbe, di cespugli, di fiori, di morbido prato, il recinto che lo chiude.

Per sentire le fragranze dell’orto: l’odore della terra umida, l’olezzo dolce dell’erba, dei fiori, l’afrore del frutto marcio che in terra si fa terra.

Camminando piano piano con gli occhi al cielo per guardare la trama del cielo tra le foglie degli alberi, le nuvole che passano e che ombreggiano ora la foglia, ora il fiore; con gli occhi al suolo per guardare bolli di luce e ombre nette sul prato, sulla terra.

Tipolo g i e testu a l i
Data

Viaggio in Patagonia

Bahìa Blanca è l’ultimo posto importante prima del deserto della Patagonia. Bill mi lasciò all’albergo prima della stazione degli autobus. La sala del bar era verde, illuminata e gremita di uomini che giocavano a carte. Si sentivano il chiacchiericcio dei giocatori e talvolta le grida di gioia di chi vinceva.

Un giovane contadino stava in piedi, al banco: malfermo sulle gambe, ma a testa alta.

La moglie del proprietario mi mostrò una stanza a due letti, calda, senz’aria, con le pareti rosso porpora. La stanza non aveva finestre e la porta dava su un cortile coperto da un lucernaio, il prezzo era basso.

Il giorno dopo, mentre l’autobus attraversava il deserto, guardavo assonnato i brandelli di nuvole d’argento che si spostavano in cielo e la polvere bianca che il vento sollevava dalle saline e, all’orizzonte, la terra e il cielo che si fondevano, mescolando e annullando i loro colori.

La Patagonia inizia sul Rio Negro.

A mezzogiorno l’autobus attraversò un ponte di ferro sul fiume e si fermò davanti a un bar. Una donna india scese col figlio. Con la sua roba aveva occupato due posti. Masticava aglio spandendone intorno l’odore intenso e portava dei tintinnanti orecchini di oro vero e un cappello bianco e rigido, appuntato con spilloni alle trecce. Le case del villaggio erano di mattoni, con tubi di stufa neri e, sopra, un intrico di fili elettrici. Dove finivano le case di mattoni, cominciavano le catapecchie degli indios, fatte con casse da imballaggio, fogli di plastica e teli di sacco. Un uomo risaliva la strada, con un cappello di feltro marrone tirato giù sulla faccia. Portava un sacco di tela e camminava in mezzo a nuvole di polvere bianca, diretto verso la campagna.

Lungo la riva del fiume i salici erano tutti germogliati e mostravano l’argento che brilla sotto le loro foglie. Gli indios avevano tagliato delle sottili bacchette lasciando sui tronchi delle bianche ferite e nell’aria l’odore della linfa.

Il fiume, gonfio per lo scioglimento delle nevi sulle Ande, scorreva veloce, facendo frusciare le canne. Rondini rossastre davano la caccia agli insetti. Quando volavano sopra la scogliera, il vento le afferrava e ne invertiva di colpo il volo, finché calavano di nuovo basse sul fiume.

Tipolo g i e testu a l i 164 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data
VERIFICA Il testo descrittivo

La scogliera si elevava a picco sull’approdo di un traghetto; mi arrampicai su per un sentiero e dall’alto guardai controcorrente verso il Cile.

Vedevo il fiume scorrere lucente fra le scogliere bianche come ossa, con strisce di terra coltivata da ogni lato.

Lontano dalle scogliere c’era il deserto. Nessun suono tranne quello del vento, che sibilava tra i cespugli spinosi e l’erba morta, nessun altro segno di vita all’infuori di un falco e di uno scarafaggio immobile su una pietra bianca.

B. Chatwin, In Patagonia, Adelphi

Sottolinea in verde le descrizioni degli ambienti e in rosso quelle delle persone.

Completa segnando V (vero) oppure F (falso). In questo brano ci sono:

dati uditivi. V F

dati gustativi. V F

dati visivi. V F

dati olfattivi. V F

dati tattili. V F

Nella seguente frase sottolinea: in rosso i dati uditivi; in verde i dati visivi; in blu i dati olfattivi.

Masticava aglio spandendone intorno l’odore intenso e portava dei tintinnanti orecchini di oro vero e un cappello bianco e rigido, appuntato con spilloni alle trecce.

Completa segnando con una X .

Questo testo esprime un punto di vista: oggettivo. soggettivo.

L’autore descrive:

l’ambiente in generale.

i vari elementi che compongono l’ambiente.

Inserisci il termine adatto scegliendo tra metafora e similitudine .

Scogliere bianche come ossa è una

L’argento che brilla sotto le foglie è una

Tipolo g i e testu a l i 165 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il racconto d’avventura

Il racconto d’avventura

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Che cos’è per voi un’avventura? Avete mai visto un film d’avventura? Chi era il/la protagonista? Che cosa accadeva? Che sensazioni vi ha trasmesso?

• Quali tra questi “ingredienti”, secondo voi, sono indispensabili per scrivere un testo dove si parli di avventura: pericolo, colpo di scena, risata, principi e principesse, suspense?

Nei racconti d’avventura si narrano in modo realistico imprese che non fanno parte dell’esperienza quotidiana. Infatti, sono imprese straordinarie, imprevedibili, pericolose.

Nei racconti d’avventura emerge il desiderio dei protagonisti/delle protagoniste di esplorare terre lontane, di mettersi alla prova, di superare i propri limiti, addirittura andando verso l’ignoto.

Il/La protagonista in genere deve trovare un tesoro nascosto, salvare qualcuno in pericolo, dimostrare di essere innocente di fronte a false accuse.

Spesso lotta contro i malvagi per il trionfo della giustizia.

Sovente deve affrontare un viaggio per portare a termine la sua missione.

Durante questo viaggio incontrerà difficoltà, ostacoli, nemici di ogni genere che metteranno alla prova il suo coraggio, la sua ingegnosità, la sua astuzia, il suo amore per la giustizia.

IL RACCONTO D’AVVENTURA IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 50-59

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 50 a p. 55 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 166

Il racconto d’avventura

Leggi con attenzione.

IL NAUFRAGIO

Non facemmo in tempo a precipitarci fuori dalle cabine che la nave si incagliò in un banco di sabbia: le onde presero a infrangersi contro di essa con tale violenza che tememmo di morire da un momento all’altro.

È impossibile descrivere i pensieri e le sensazioni che provai mentre venivo risucchiato dal mare. Non riuscivo a sottrarmi al vortice dell’onda per riprendere fiato, finché essa mi trascinò verso riva, lasciandomi mezzo morto per l’acqua che avevo inghiottito.

Ebbi la presenza di spirito di rimettermi in piedi prima che un’altra onda mi risucchiasse. Presto mi resi conto che era impossibile evitarla: il mare saliva alto come una collina; non mi restava che trattenere il respiro e cercare di mantenere la testa fuori dall’acqua, nuotando verso la riva senza sprecare fiato.

Quando già stavo correndo per raggiungere la terraferma e mi credevo in salvo, il mare mi scaraventò contro una roccia con un tale impeto da lasciarmi privo di sensi.

Fortunatamente mi ripresi un attimo prima che l’onda ritornasse e mi travolgesse, e mi aggrappai con forza a uno spuntone di roccia.

Mantenni la presa finché l’onda rifluì, poi con una corsa raggiunsi la riva, mi arrampicai oltre le rocce e mi lasciai cadere sull’erba, finalmente salvo.

D. Defoe, Robinson Crusoe, Einaudi Ragazzi

Per evidenziare la struttura di questo racconto d’avventura, completa segnando con una X .

L’autore ha scritto questo racconto d’avventura con lo scopo di: divertire chi legge. appassionare chi legge.

Per creare la suspense, cioè tenere chi legge con il fiato sospeso, l’autore usa sequenze: descrittive. dialogiche.

Il protagonista supera la difficoltà grazie: al suo sangue freddo e alla fortuna. all’astuzia e alla prudenza.

Nel testo, segna con una colorata i tre colpi di scena che l’autore utilizza per creare la suspense.

Nel testo, sottolinea le parti in cui sono descritti gli stati d’animo del protagonista.

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 167 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il racconto d’avventura

Leggi con attenzione.

ZANNA BIANCA

Per tutta la mattina Henry e Bill aiutarono i cani a trainare le slitte, che faticavano a scivolare sulla neve. Stremati, verso mezzogiorno decisero di fare una sosta per riposare e per far riprendere forze ai cani. Dopo aver bevuto un po’ d’acqua e mangiato qualche rimasuglio, si misero di nuovo in marcia.

– Henry, tu continua sul sentiero, io mi addentro nel bosco. Voglio vedere da vicino le bestiacce che ci danno la caccia.

– Sei sicuro?

– Sì, sono stufo di scappare. Voglio vedere quante sono e che aspetto hanno.

– Ma ci sono rimaste solo tre pallottole, non sarà pericoloso? – domandò Henry.

– Tranquilla, “mammina”, me la saprò cavare. Non ti preoccupare, ci tengo alla mia pellaccia… – rispose Bill strizzando l’occhio al compagno mentre prendeva la strada per il bosco. Era un intrico fitto di alberi. Nemmeno un raggio di sole riusciva a penetrare attraverso le folte chiome. Sembrava regnare l’oscurità. I rumori che si sentivano facevano immaginare la presenza di animali feroci.

Dopo qualche ora si ritrovarono sul sentiero e Henry tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’amico sano e salvo.

– Non crederai mai a quello che sto per raccontarti! – disse agitato Bill, una volta raggiunto il compagno.

– Non tenermi sulle spine. Dimmi tutto. Che cosa è successo? Che cosa hai visto?

– Nel bosco, mi sono ritrovato su un sentiero coperto dagli alberi. Alla mia sinistra c’era una collinetta e a destra un dirupo. A un certo punto, con la coda dell’occhio, ho visto qualcosa che si muoveva. Mi sono voltato e a pochi metri da me c’erano loro… i lupi. Mi sono imposto di stare tranquillo anche se dentro di me non lo ero. Non avevo bisogno di ripetermi che un branco di lupi… è un branco di lupi. Quindi sapevo benissimo che potevo trovarmi a un passo dalla fine.

– E che cosa hai fatto? Sei scappato? – sbottò Henry con gli occhi fuori dalle orbite. – No, ho dato ai cani l’ordine di fermarsi.

– Ma sei completamente impazzito?

– Volevo vedere chi ci dava la caccia – replicò Bill in tono deciso. – È un branco di lupi magrissimi. Si vede che non mangiano da mesi. Hanno il ventre schiacciato e le costole gli spuntano dalle pellicce. Per questo motivo continuano a seguirci. Siamo la loro unica speranza di sopravvivere.

Solo a sentire quelle parole a Henry si gelò il sangue nelle vene e un lungo brivido gli corse lungo la schiena.

G. Agnello, Zanna Bianca, La Spiga Edizioni

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 168 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Completa segnando con una X .

Questo testo è un racconto d’avventura perché i fatti narrati riguardano: difficoltà e pericoli da superare con il coraggio. difficoltà e pericoli da superare con l’intervento di un aiutante magico.

Bill supera le difficoltà grazie: al suo sangue freddo. all’astuzia e alla prudenza.

Rispondi.

Chi è il più coraggioso tra i due personaggi? Qual è l’ambiente in cui si svolge la vicenda?

Sottolinea nel testo: in verde le parti che descrivono l’ambiente tipico del racconto d’avventura. in rosso le parti che descrivono lo stato d’animo dei personaggi.

Tra le seguenti parti del racconto, segna con X le tre in cui si narrano momenti di suspense.

Voglio vedere da vicino le bestiacce che ci danno la caccia.

– E che cosa hai fatto? Sei scappato? – sbottò Henry con gli occhi fuori dalle orbite. – No, ho dato ai cani l’ordine di fermarsi. – Ma sei completamente impazzito?

Dopo qualche ora si ritrovarono sul sentiero e Henry tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’amico sano e salvo.

Mi sono voltato e a pochi metri da me c’erano loro… i lupi.

Solo al sentire quelle parole ad Henry si gelò il sangue nelle vene e un lungo brivido gli corse lungo la schiena.

Nel testo, segna con una rossa l ’introduzione , con una blu lo svolgimento , con una verde la conclusione .

Rispondi.

Quali caratteristiche tipiche dei luoghi dei racconti d’avventura puoi trovare in questo brano?

Cerca nel testo e scrivi: il nome dell’autore:

il titolo del libro da cui è stato tratto il brano:

Tipolo g i e testu a l i 169 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Una mela per la libertà

Guglielmo Tell era un cacciatore che viveva tanto tempo fa nelle Alpi svizzere.

Purtroppo la Svizzera era governata dall’imperatore austriaco e i suoi soldati se ne andavano in giro a terrorizzare il popolo.

Guglielmo Tell era stato a caccia sulle montagne e, quando era tornato al villaggio, aveva sentito parlare di Gessler.

– Chi è questo Gessler? – chiese un giorno Guglielmo a un vicino. – È il nuovo governatore appena arrivato dall’Austria – sussurrò il vicino. – È amico dell’imperatore ed è molto crudele.

Qualche giorno dopo decise di recarsi al villaggio per fare provviste. Guglielmo si mise la balestra a tracolla e, assieme a Walter, il figlio più piccolo, partì di buon’ora.

Padre e figlio raggiunsero la piazza del mercato. In mezzo allo spiazzo sorgeva un alto palo su cui era infilzato un grande cappello.

Guglielmo trovò strana la cosa, ma tirò dritto per la sua strada. Tutt’a un tratto i soldati si misero a urlare e gli corsero dietro.

– Non conosci la nuova legge? – ringhiò uno di loro. – Chiunque attraversi la piazza deve inchinarsi davanti al cappello del governatore. Facci vedere come ti inchini!

– No… non lo farò – disse Guglielmo tranquillo, con voce ferma.

– Benissimo – disse il soldato, – staremo a vedere cos’ha da dire il governatore su questa storia; ti sistemerà per le feste. Non fatevelo sfuggire, uomini!

Dopo qualche istante il soldato ritornò, seguito da un altro uomo. Guglielmo capì all’istante che si trattava di Gessler.

– Come mai non vuoi inchinarti davanti al mio cappello? –chiese il governatore. – Arrestatelo!

Proprio in quell’istante Walter saltò fuori: – Mio padre è Guglielmo Tell, il miglior tiratore di balestra di tutta la Svizzera!

– Ma davvero? – ribatté Gessler. Lanciò a Guglielmo la mela che aveva in mano e disse: – Saresti capace di centrarla da cento passi di distanza? Se ci riuscirai, sarai libero. – Sì, ne sono capace – rispose Guglielmo.

Allora Gessler, sorridendo, disse: – Mi è venuta un’idea: appoggiamo la mela sulla testa di tuo figlio.

Guglielmo allungò il braccio e si tirò Walter accanto: – No, è troppo piccolo – rispose. – Mi rifiuto di mettere mio figlio in pericolo.

– La tua scelta è semplice – ribatté Gessler. – Lancia quella freccia, oppure farò mettere a morte tuo figlio.

e cognome
Tipolo g i e testu a l i
Nome
Data
VERIFICA Il racconto d’avventura

Guglielmo si chiese se aveva modo di svignarsela assieme a Walter, ma i soldati erano troppi. Si infuriò con se stesso per non essersi inchinato davanti al cappello, ma poi Walter cominciò a parlare: – Padre, puoi farcela. Ne sono sicuro.

Guglielmo fissò il figlio negli occhi, ci vide una fiducia infinita e capì che non poteva deluderlo. Due soldati condussero il bambino alla porta della taverna e Gessler appoggiò la mela sulla sua testa.

Guglielmo estrasse una freccia dalla faretra e la mise nella balestra. La corda della balestra vibrò, risuonando con un’eco forte in quel silenzio di tomba. La freccia si conficcò nella porta della taverna, mentre la mela esplodeva in uno zampillo di pezzi verdi e bianchi e Walter sollevava le braccia trionfante.

T. Bradman, Spade, maghi, supereroi, Einaudi Ragazzi

Nel testo, segna con una rossa l’introduzione, con una blu lo svolgimento, con una verde la conclusione.

Completa per analizzare le diverse parti del testo.

INTRODUZIONE

L’a utore presenta l’ a mbiente in cui si svolge la vicenda, il protagonista e il tempo .

L ’ambiente è

Il protagonista è

Il tempo è

SVILUPPO

Nello sviluppo l’a utore narra l’i nizio della vicenda.

Per creare suspense, cioè tenere chi legge con il fiato sospeso, vi è un colpo di scena .

I soldati austriaci

Interviene un altro colpo di scena

Gessler obbliga Guglielmo

Il protagonista reagisce con coraggio .

Guglielmo estrae

CONCLUSIONE

Il racconto ha un lieto fine Rispondi.

Quale impresa pericolosa deve superare il protagonista?

Il protagonista per superare la difficoltà può contare solo su se stesso o riceve aiuto da qualcuno?

Tipolo g i e testu a l i 171 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il mito

Il mito

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Si dice spesso: – Sei un mito!

Che cosa significa, secondo voi, questa espressione?

• Quali personaggi (dei fumetti, dello spettacolo, dello sport...) sono i vostri “miti”?

• Lo scorso anno avete studiato i miti della creazione. Li ricordate? Chi erano i protagonisti di quei racconti?

Il mito non è solo il racconto fantastico di come ha avuto origine il mondo, ma è anche il racconto di imprese di uomini e donne speciali. In particolare, i miti delle civiltà antiche sono popolati di esseri umani e divinità che spesso intrecciano le loro vite. Per esempio, nei miti della civiltà greca, gli dèi abitano sull’Olimpo o nelle profondità terrestri. Sono esseri immortali dotati di poteri straordinari, ma con i sentimenti e le passioni degli esseri umani “normali”. Gli eroi e le eroine dei miti sono persone forti, coraggiose, audaci, che amano l’avventura e il rischio.

IL MITO IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 60-63

Tipolo g i e testu a l i 172

Leggi con attenzione.

Il mito

LA CASA DEL MINOTAURO

Dedalo fu il primo uomo che riuscì a volare; non solo, fu anche il più grande inventore della sua epoca.

Con il suo grande ingegno era in grado di fabbricare qualsiasi macchina e costruzioni di ogni tipo.

La sua fama era così grande che Minosse, il re di Creta, lo volle alla sua corte. Minosse era un re saggio e prudente e governava il suo popolo con grande amore. Ogni volta che aveva qualche incertezza, o si presentava qualche problema, chiedeva aiuto a suo padre Giove, il dio di tutti gli dèi. E fu proprio Giove a suggerirgli di chiamare Dedalo a Creta e di trattenerlo il più possibile per fargli realizzare le opere più belle che si fossero mai viste.

L’opera più grande che Dedalo realizzò per Minosse fu il labirinto, dove era rinchiuso il Minotauro, un mostro orrendo che si cibava soltanto di carne umana. Nel labirinto c’era una tale quantità di stanze, corridoi e gallerie che era impossibile non perdersi e sfuggire al mostro. Dopo aver lavorato per tanti anni per la costruzione della casa del mostro, Dedalo chiese a Minosse di poter ritornare nella sua città, Atene, insieme al figlio Icaro, ma il sovrano cretese non voleva che i due si allontanassero dall’isola perché temeva che potessero rivelare il modo per uscire dal labirinto.

C. Poggiali, Le storie degli dèi, Giunti

Completa segnando con una

Il racconto spiega: l’origine del mondo. le imprese di un personaggio eroico.

Il protagonista: riceve l’aiuto di una divinità. utilizza solo le sue conoscenze.

Questo è un mito: cretese. egizio.

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 173 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il mito

Leggi con attenzione.

VULCANO

Vulcano era figlio di Giove e Giunone. Essendo erede dei sovrani degli dèi, in teoria avrebbe dovuto essere un bambino bellissimo, invece già da bambino era piuttosto brutto. Quando lo vide, Giunone fu così indignata dal suo aspetto che lo gettò dalla cima del monte Olimpo.

Vulcano precipitò per un giorno e una notte, ma per fortuna cadde in mare. Affondò negli abissi azzurri e freddi, dove lo trovò la ninfa marina Teti che lo portò nella sua grotta e lo crebbe come un figlio.

Vulcano, malgrado zoppicasse un po’ a causa della caduta, ebbe un’infanzia felice, con i delfini come compagni di giochi e le perle come giocattoli. Poi un giorno trovò sulla spiaggia i resti di un falò di pescatori. Rinchiuse la brace in una conchiglia, la portò nella sua grotta sottomarina e imparò a usare il suo calore per lavorare i metalli. Si costruì perfino un carro d’argento con le briglie, perché i cavallucci marini potessero trasportarlo per mare!

Un giorno Teti andò a un banchetto sul monte Olimpo. Indossava una bella collana di argento e zaffiri che le aveva fatto Vulcano.

Giunone l’ammirò e le chiese come fare per averne una simile. Visto che Teti esitava, Giunone divenne sospettosa e alla fine scoprì la verità. Era furente e pretendeva che Vulcano tornasse da lei, ma il fabbro divino non ne voleva sapere. Qualche tempo dopo, però, mandò in dono a Giunone una splendida seggiola d‘oro e argento, con il sedile a forma di conchiglia e i braccioli modellati come delfini.

Giunone fu contentissima, ma appena si sedette il suo peso fece scattare delle molle nascoste e lei restò intrappolata nel sedile, con braccia e gambe bloccate. Più gridava e si dibatteva, più quel prezioso trono meccanico la stringeva!

e cognome
Tipolo g i e testu a l i
Nome
Data

Per tre giorni Giunone rimase seduta in preda a una rabbia incontenibile. Fu Giove a salvarla, promettendo a Vulcano che, se fosse tornato sull’Olimpo a liberare Giunone, gli avrebbe dato in moglie nientemeno che Venere, la dea della bellezza e dell’amore. Quale uomo o dio poteva resistere?

Così Vulcano salì sull’Olimpo per sposare Venere. In seguito si costruì una fucina sotto una grande montagna nell’isola di Sicilia. Dicono che ogni volta che si arrabbia, batte il metallo incandescente con tale forza che le scintille e il fumo schizzano fuori dalla cima del monte. Oggi chiamiamo “vulcani” le montagne che eruttano fuoco e fumo, proprio in suo onore. C. Lawrence, I segreti del Vesuvio, Piemme Junior

Rispondi.

Quali sono i luoghi in cui si svolge la vicenda?

Quali sono luoghi realistici?

Quali sono luoghi immaginari?

Completa segnando con una X .

Il protagonista è: figlio di divinità. figlio di eroi mitici.

I personaggi: mostrano sentimenti tipicamente umani. vivono, pensano e si comportano in modo completamente diverso dagli umani.

Questo mito spiega: l’origine dei vulcani. l’origine del nome di queste particolari montagne.

Questo mito è: greco. egizio.

Scrivi i nomi di tutti i personaggi tipici del mito che compaiono nel testo.

Tipolo g i e testu a l i 175 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il racconto fantasy

Il racconto fantasy

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Quali parole vi fa venire in mente il termine “fantasy”?

• Avete mai visto un film fantasy? Avete letto un libro fantasy?

• Se avete letto un libro o visto un film di questo particolare genere, vi siete immedesimati con il/la protagonista oppure no? In che cosa vi somigliava? In che cosa era completamente diverso/a da voi?

Il fantasy è un genere letterario che ha cominciato ad avere successo nella seconda metà dell’800.

I libri fantasy possono essere divisi in questo modo:

• il fantasy per ragazzi/e. Racconta le avventure e le vicende di adolescenti che apprendono le arti magiche. Sono in genere ragazzi/e apparentemente normali, disposti/e a combattere contro le forze del Male. L’ambiente in cui agiscono, generalmente, non è quello in cui vivono di solito. Il più celebre ciclo di fantasy per ragazzi/e è quello di Harry Potter.

• Il fantasy contemporaneo. Agli ingredienti del fantasy classico aggiunge quelli del mondo informatico e della tecnologia.

• Il fantasy urbano. Le avventure dei protagonisti/delle protagoniste sono ambientate non in strani mondi lontani, ma in città che hanno aspetti molto simili a quelli delle città reali.

Il fantasy oggi appartiene anche al mondo dei videogiochi, dei fumetti e dei giochi di ruolo.

IL RACCONTO FANTASY IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 66-77

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 56 a p. 63 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 176

Leggi con attenzione.

Il racconto fantasy

HARRY E VOLDEMORT

La furia del Signore Oscuro esplose con la forza di una bom ba. Voldemort alzò la bacchetta e la puntò contro Molly Weasley.

– Protego – urlò Harry e il Sortilegio Scudo si allargò al centro della sala. Voldemort si guardò intorno cercandone l’origine e finalmente Harry si tolse il Mantello dell’invisibilità.

La folla ebbe paura e il silenzio cadde improvviso e tota le, quando Voldemort e Harry si guardarono e cominciarono a muoversi in cerchio uno di fronte all’altro.

– Non voglio aiuto – disse Harry e nel silenzio assoluto la sua voce risuonò come uno squillo di tromba. – Deve andare così. Devo essere io.

Voldemort sibilò, ogni suo muscolo era teso e suoi occhi rossi erano immobili: un serpente pronto a colpire. – Pensi che sarai tu a sopravvivere, vero, il Ragazzo che è Sopravvissuto?

– Non ucciderai nessuno questa notte – ribatté Harry puntando la sua bacchetta magica.

Ancora si muovevano in cerchio e si fissavano, occhi verdi dentro occhi rossi. – Non potrai uccidere nessuno di loro, mai più. Non capisci? Ero pronto a morire per impedirti di fare del male a queste persone…

– Ma non l’hai fatto!

– Era mia intenzione ed è questo che conta. Non hai notato che nessuno dei tuoi incantesimi funziona su di loro? Non puoi torturarli. Non puoi toccarli. Io so cose che tu non sai. Io so molte cose importanti che tu non sai.

Voldemort non parlò, ma continuò a muoversi in cerchio e Harry seppe di averlo ipnotizzato; per il momento pendeva dalle sue labbra, trattenuto dalla vaghissima possibilità che Harry conoscesse davvero un ultimo segreto.

J.K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani

Rispondi.

Chi è il protagonista, colui che è l’unico in grado di compiere la difficile missione?

Chi è il personaggio che rappresenta il Male?

Quali sono gli oggetti magici di cui è dotato il protagonista?

Nel testo, sottolinea le parole che fanno capire a Voldemort che il Bene lo annienterà.

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 177 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Il racconto fantasy

Leggi con attenzione.

LO SCHIANTESIMO

Hagrid guidò Madame Maxime oltre una macchia di alberi e si arrestò. Harry si affrettò ad affiancarli – per un istante credette di vedere dei falò e degli uomini che correvano tutto intorno – e poi rimase a bocca spalancata.

Draghi!

Quattro enormi draghi dall’aria malvagia si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argenteo con lunghe corna appuntite, che ringhiava e tentava di mordere i maghi a terra; uno verde ricoperto di scaglie lisce, che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente attorno al muso, che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero, gigantesco, più simile degli altri a un lucertolone, il più vicino a loro.

Almeno trenta maghi, sette o otto per ciascun drago, cercavano di tenerli sotto controllo, tirando le catene agganciate a pesanti collari di cuoio fissati attorno al collo e alle zampe dei bestioni. Ipnotizzato, Harry guardò in su, molto in alto, e vide gli occhi del drago nero, dalle pupille verticali come quelle di un gatto, sporgere per la paura o la furia, non sapeva dire perché … emetteva un suono terribile, un urlo stridente, quasi un ululato …

– Stai indietro, Hagrid! – gridò un mago vicino alla staccionata, tirando la catena che aveva in mano. – Sputano fuoco nel raggio di sei metri, sai! Questo Spinato è arrivato anche a dodici, l’ho visto io!

– Non è bello? – disse Hagrid dolcemente.

– Non serve! – urlò un altro mago. – Schiantesimo, al mio tre!

Harry vide tutti i Guardadraghi estrarre le bacchette magiche.

– Stupeficium! – urlarono in coro e gli Schiantesimi sfrecciarono nell’oscurità come razzi infiammati, esplodendo in una pioggia di stelle sulla pelle squamosa dei draghi…

Harry vide il drago più vicino barcollare pericolosamente sulle zampe dietro; la mascella si aprì in un gemito improvvisamente muto; le narici d’un tratto furono prive di fiamme, pur conti -

Tipolo g i e testu a l i 178 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data

nuando a fumare; poi, molto lentamente, cadde: parecchie tonnellate di nerboruto drago nero squamato si schiantarono a terra con un tonfo che, Harry lo avrebbe giurato, fece tremare gli alberi dietro di lui.

J.K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, Salani

Completa segnando con una X

Il luogo è: reale. immaginario. verosimile.

I personaggi sono: reali e fantastici. solo fantastici. solo reali.

Il tempo è: storico. indeterminato. futuro.

I fatti narrati sono: fantastici. verosimili. reali.

Nel racconto agiscono diversi personaggi. Completa la tabella.

Il protagonista

Accompagnano il protagonista

Aiutano il protagonista

Minacciano il protagonista

In ogni frase, cancella l’espressione sbagliata.

In questo racconto:

è presente/non è presente un’introduzione in cui si presentano i personaggi, il luogo, l’ambiente; è presente/non è presente una conclusione che porta a termine tutta la storia; è presente/non è presente una conclusione che porta a termine solo l’episodio raccontato.

Dal contesto:

si capisce/non si capisce che è un racconto fantasy; si capisce/non si capisce che l’episodio narrato è parte di un libro.

Tipolo g i e testu a l i 179 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Bilbo e gli Uomini Neri

Adesso i Nani dalla Barba Blu che accompagnavano l’hobbit Bilbo e per i quali doveva affrontare la difficile impresa di recuperare il tesoro, erano tutti in un bell’imbroglio. Tutti ben legati nei sacchi, con gli Uomini Neri (i tre troll Maso, Berto, Guglielmo) arrabbiati, seduti accanto a loro, che discutevano se dovessero arrostirli lentamente, o tritarli finemente e bollirli, o semplicemente sedersi su di loro e schiacciarli uno per uno, riducendoli in gelatina: e Bilbo su di un cespuglio, dove si era rifugiato dopo essere riuscito a sfuggire ai troll, con la pelle e gli abiti lacerati, aspettava il momento giusto per intervenire.

Fu proprio allora che il mago Gandalf ritornò. Ma nessuno lo vide. Gli Uomini Neri avevano deciso di arrostire subito i nani e di mangiarli più tardi. L’idea era di Berto ed era stata approvata dagli altri dopo un bel po’ di discussioni.

– È stupido arrostirli subito, andremo avanti tutta la notte – disse una voce. Berto pensò che fosse quella di Guglielmo.

– Non ricominciare tutta la discussione da capo, Guglielmo – disse, – o andrà davvero avanti tutta la notte.

– Ma chi discute? – disse Guglielmo, che pensava fosse stato Berto a parlare.

– Tu – disse Berto.

– Sei un bugiardo – disse Guglielmo; e così la discussione ricominciò da capo.

– Voglio sedermi su quello coi calzini grigi – disse una voce simile a quella di Guglielmo. – Adesso piantala! – dissero insieme Maso e Berto. – La notte sta finendo e l’alba arriva presto. Finiamola una buona volta e sbrighiamoci.

– L’alba vi prenda tutti e sia di pietra per voi! –disse una voce che sembrava quella di Guglielmo. Ma non lo era. Infatti proprio in quel momento la luce apparve sopra la collina e si sentì un forte cinguettio tra i rami. Guglielmo non parlò più perché rimase fermo, mutato in pietra mentre si chinava; Berto e Maso si immobilizzarono come rocce mentre lo guardavano. Infatti gli Uomini Neri debbono trovarsi sottoterra prima dell’alba o ritornano alla sostanza petrosa di cui sono fatti e non si muoveranno mai più. Questo è quanto era accaduto a Berto, Maso e Guglielmo.

– Ottimo – disse Gandalf, mentre avanzava da dietro un albero e aiutava Bilbo a scendere dal cespuglio spinoso. Allora Bilbo capì. Era stata la voce dello stregone che aveva indotto gli Uomini Neri a litigare finché non era arrivata la luce a porre fine a tutto.

J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Adelphi

Tipolo g i e testu a l i 180 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data
VERIFICA Il racconto fantasy

Nel testo, segna con una rossa l’ introduzione , con una blu lo svolgimento , con una verde la conclusione .

LA STRUTTURA DEL TESTO

Sottolinea nell’introduzione la presentazione del protagonista e la situazione che deve affrontare per salvare i suoi amici dalle forze del Male.

Scrivi nei riquadri, al posto giusto, le caratteristiche della struttura del racconto fantasy.

Il Bene trionfa sul Male.

La magia agisce sui cattivi.

Interviene l’aiutante dotato di poteri magici.

Per evidenziare la struttura di questo racconto fantasy, completa segnando con una X.

Il racconto che hai letto è un fantasy perché narra un episodio: in cui personaggi fantastici compiono imprese eroiche. in cui personaggi fantastici lottano tra loro in una sfida tra Bene e Male.

I personaggi sono: fantastici. reali.

L’avventura ha un lieto fine grazie: alla forza e al coraggio del protagonista. all’intervento di un aiutante.

L’aiutante per permettere al protagonista di sopraffare le forze del Male: compie la magia di far bisticciare tra loro gli Uomini Neri in attesa che sopraggiunga la luce.

gli fornisce poteri magici.

La struttura narrativa del racconto fantasy è simile a quella: della favola, perché ha la morale. della fiaba, perché intervengono un aiutante e un oggetto magico. del mito, perché spiega l’origine del mondo. della leggenda, perché spiega un cambiamento.

Completa.

Il protagonista è

I malvagi sono

I buoni sono

L’aiutante è

Tipolo g i e testu a l i 181 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il racconto biografico

Il racconto biografico e autobiografico

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Se pensate a un personaggio importante, quale nome vi viene in mente?

• Secondo voi, è importante leggere le biografie dei personaggi dello spettacolo o dello sport?

• Avete mai sentito una persona adulta o anziana raccontarvi episodi realmente accaduti nella sua vita?

• Vi ha mai mostrato le foto che la rappresentano in diverse età, in diverse situazioni, con altre persone?

• È necessario essere persone “importanti” per raccontare episodi della propria vita?

Il racconto biografico in genere narra la vita di una persona che è stata importante per la società: scienziati/e, persone di cultura, personaggi storici, uomini/donne di pace. Accanto a queste figure carismatiche, vi sono anche biografie che narrano la vita di personaggi famosi nel mondo dello spettacolo e dello sport (attori/attrici, cantanti, sportivi/e…). Nel racconto biografico i fatti raccontati sono reali e il luogo e i riferimenti temporali sono facilmente individuabili.

Il racconto biografico di un personaggio è raccontato da un narratore esterno. Esistono biografie che presentano il personaggio in modo rigoroso, raccontando solo i fatti avvenuti; ce ne sono altre, invece, in cui il narratore inserisce anche riflessioni e considerazioni personali.

Le fonti a cui ricorre l’autore/l’autrice di un racconto biografico possono essere memorie, racconti, lettere, scritti offerti direttamente dal/dalla protagonista oppure il frutto di una ricerca storica.

Il racconto autobiografico

INel racconto autobiografico, l’autore/l’autrice racconta episodi della propria vita. Gli elementi narrativi, cioè il racconto dei fatti, sono spesso accompagnati dalla descrizione dei luoghi, degli oggetti, delle persone con cui ha condiviso momenti importanti. Un altro elemento significativo del racconto autobiografico è la riflessione che l’autore/ l’autrice fa su quanto gli/le è accaduto, riportando i pensieri e le sensazioni che ha vissuto in quel momento.

Il racconto autobiografico è importante per conoscere la personalità dell’autore/dell’autrice e anche per avere un quadro storico e sociale del tempo in cui è vissuto/a.

IL RACCONTO BIOGRAFICO E AUTOBIOGRAFICO

IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 89-91

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 64 a p. 69 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 182

Il racconto biografico

Leggi con attenzione.

WALT DISNEY

Walter Elias (Walt) Disney è nato a Chicago nel 1901.

Quando Walt ha 9 anni, suo padre si ammala gravemente, deve vendere la fattoria e, meno di un anno dopo, è costretto a trasferirsi di nuovo in città, a Kansas City. Qui distribuisce i giornali facendosi aiutare da due dei figli: Roy e Walt.

A 10 anni Walt inizia a frequentare la scuola media con la sorellina. È un pessimo alunno, ma passa tutto il tempo a disegnare.

A scuola scopre che ama mascherarsi, recitare dei ruoli, inscenare spettacoli.

A 16 anni Walt entra al liceo. In estate lavora con i fratelli, vendendo caramelle e bibite sui treni. In classe passa il tempo a disegnare. Sempre di più.

E poi scoppia la Prima Guerra Mondiale. Walt vuole arruolarsi, ma è troppo giovane. Mente sulla sua età falsificando i documenti e a 17 anni si unisce alla Croce Rossa.

A 18 anni Walt torna negli Stati Uniti. Ora ne è certo: vuole diventare un artista e cerca di trovare lavoro come disegnatore per i giornali.

Nel 1937 realizza il primo lungometraggio di animazione a colori: Biancaneve e i sette nani. Per la realizzazione del film 750 artisti disegnano un milione di schizzi di personaggi e ambienti, con costi faraonici. Alla fine questa scommessa azzardata si trasforma in una fiaba.

Centinaia di milioni di spettatori fanno della piccola impresa artigianale Disney la prima industria cinematografica nel mondo.

Oggi questo impero propone le sue trasmissioni e i suoi parchi di divertimenti e vende le sue creature ai bambini di tutto il mondo sotto ogni forma immaginabile.

J.B. Pouy - S. Bloch - A. Blanchard, L’enciclopedia degli asini, Rizzoli

Completa segnando con una X .

Questo testo è: una biografia.

una biografia romanzata.

Il biografo/La biografa è:

chi scrive la biografia di una persona.

chi scrive la propria biografia.

La biografia racconta le fasi più importanti della vita di Walt Disney.

Segna con colorate i momenti narrati: infanzia, studi, attività.

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 183 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Il racconto biografico

Leggi con attenzione.

CAIO GIULIO CESARE

Caio Giulio Cesare era davvero un grande generale, uno dei più grandi che siano mai esistiti. Pensa che una volta partì per una guerra e dopo pochi giorni mandò a Roma una lettera, su cui stavano scritte solo tre parole in latino: “Veni, vidi, vici”, che in italiano significano: venni, vidi, vinsi. Era un uomo svelto lui!

Conquistò anche la Francia, che allora si chiamava Gallia, e la fece diventare una provincia romana. Non era cosa da poco, considerato che lì vivevano popolazioni straordinariamente coraggiose e bellicose che non si lasciavano intimidire tanto facilmente. Cesare combatté in quei luoghi per sette anni, tra il 58 e il 51 avanti Cristo, contro gli Svizzeri, che allora si chiamavano Elvezi, contro i Galli e contro i Germani. Passò due volte il Reno nel territorio che oggi appartiene alla Germania, e due volte attraversò il mare sbarcando in Inghilterra, che i Romani chiamavano Britannia. E tutto questo lo fece per incutere alle popolazioni vicine una timorosa soggezione dei Romani. Nonostante i Galli cercassero disperatamente per anni di difendersi, lui continuò a combatterli, lasciando ogni volta dietro di sé le sue truppe a presidiare il territorio. Da allora la Gallia divenne provincia romana, e la popolazione si abituò in fretta a parlare latino, così come avvenne in Spagna.

Dopo la conquista della Gallia, Cesare tornò con il suo esercito in Italia, e a questo punto era l’uomo più potente del mondo.

Quanto agli altri generali con cui un tempo era stato alleato, li combatté e li sconfisse tutti. E.H. Gombrich, Breve storia del mondo, Salani

Completa segnando con una X Questo testo è: una biografia. una biografia romanzata.

Lo scopo di questo racconto biografico è: far conoscere la vita di Giulio Cesare. mettere in evidenza le doti di condottiero di Giulio Cesare.

relazionare su tutte le imprese di Giulio Cesare.

Tipolo g i e testu a l i 184 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data

Il racconto autobiografico

Leggi con attenzione.

CARLO GOLDONI

Sono nato il 25 febbraio del 1707, in una bella casa di Calle Zentani nel quartiere di S. Tomà, Venezia.

La famiglia di mio padre, originaria di Modena, era piuttosto agiata ai tempi del nonno Carlo Alessandro, notaio.

Mio padre, Giulio, era un uomo di carattere amabile, ma irrequieto. Abbracciò tardi la professione di medico e, per permetterci di mantenere un certo tenore di vita, dovette svolgere il suo lavoro spesso lontano da casa. Mia madre, Margherita Salvioni, era una bella brunetta arguta, che zoppicava un tantino.

Mentre mia madre si incaricò di educarmi, a mio padre toccò il compito più allegro… quello di divertirmi!

Ero il quinto di sei fratelli. Quelli prima di me morirono tutti in tenera età.

L’ultimogenito, Giovanni Paolo, nacque il 10 gennaio del 1712. Non posso nascondere che i nostri rapporti furono spesso burrascosi.

Mi piaceva molto assistere agli spettacoli di marionette che mio padre allestiva in casa e a quattro anni cominciai a crearne anch’io. Sin da piccolo, insomma, ho avvertito dentro di me il “genio comico”; non so definire diversamente la mia passione precoce per il teatro. Un precettore mi seguì nei primi studi.

Leggevo tantissimo, soprattutto andavo pazzo per gli autori comici della biblioteca di papà. Fra gli otto e i nove anni, non ricordo bene, abbozzai la mia prima commedia. E, orgoglioso più che mai, ne inviai una copia a mio padre, che allora stava esercitando la sua professione di medico a Perugia.

R. Agostini - P. Rossi, Goldoni racconta, Nuove Edizioni Romane

Completa segnando con una X .

Questo è un testo autobiografico perché l’autore: narra un episodio della sua vita. fa conoscere in breve la storia sua e della sua famiglia.

Segna con una : rossa i dati anagrafici; blu ciò che si riferisce alla famiglia di Goldoni; verde la descrizione del carattere; viola un episodio della sua vita.

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 185 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il racconto autobiografico

Leggi con attenzione.

L'ORA DI LETTURA

Un giorno la mia maestra annunciò alla classe: – So che è l’ora di lettura, ma oggi credo proprio di non farcela. Ho la voce troppo stanca. E proprio oggi avremmo dovuto leggere “Alexandra Po temkin e il suo viaggio sullo Space Shuttle verso il pianeta Zeta”. È un vero peccato – aggiunse. – Forse potremmo avere un lettore ospite. Che ne dite?

Be’, era difficile immaginare qualcuno che non fosse la maestra a leggere, ma nessuno voleva saltare l’ora di lettura e allora tutti dissero di sì con entusiasmo.

– Ida, so che hai letto il libro – mi disse la maestra debolmente. – Ti spiacerebbe leggere il primo capitolo, oggi?

Ero così imbarazzata che quasi non mi accorsi che gli altri bambini mi stavano guardando a bocca aperta. Raccontare una storia dove le parole diventassero musica come faceva la maestra era forse la cosa che più desideravo al mondo. Ma farlo davanti alla mia classe era praticamente l’ultima cosa che desideravo. Ero confusa e spaventata. La maestra si alzò, si avvicinò al mio banco e mi sussurrò: – Ida, ho bisogno del tuo aiuto. Allora decisi che l’avrei fatto.

– So che leggerai benissimo – gracchiò lei. Avvicinò la sedia e si sedette accanto a me.

La maestra mi aveva già dato da leggere diversi libri. “Alexandra Potemkin e il suo viaggio sullo Space Shuttle verso il pianeta Zeta” era il mio preferito, fino a quel momento. Mi sentii formicolare le dita al pensiero di leggere a voce alta, alzando e abbassando il tono, rendendolo via via duro e levigato a seconda delle situazioni, come facevo nella mia stanza.

Alla fine ce la feci: aprii il libro e mi preparai a leggere il titolo.

Mi mancava l’aria. Gli unici suoni che mi uscirono dalla gola furono dei piccoli trilli. – Dovresti leggere a voce più forte, così sentiranno tutti – mi sussurrò la maestra.

Allora feci un respiro profondo, mi riempii lo stomaco di aria e poi la buttai fuori con una contrazione dei muscoli in modo da dare forza alla voce.

– Capitolo uno – gridai. La voce mi era uscita così forte che mi sorprese e feci un piccolo salto indietro sulla sedia. Ma nessuno rise. Stavano ascoltando.

All’inizio ero molto preoccupata, ma dopo qualche minuto entrai nella storia. Ero nel laboratorio di Alexandra, invece che a scuola, e spiegavo a voce alta ogni cosa che le vedevo fare o sentire. Arrivò la fine del capitolo e fu come se qualcuno mi avesse svegliato di soprassalto da un bel sogno e io non riuscissi bene a capire dove mi trovavo.

Mi guardai intorno e vidi che ero seduta dietro un banco e che davanti a me c’era un libro e dei bambini che mi guardavano.

e cognome
Tipolo g i e testu a l i 186 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
Data

La maestra sussurrò: – Grazie mille, Ida, è stato bellissimo. Le porsi il libro e tornammo alla nostra lezione.

Completa segnando con delle X .

Questo testo è autobiografico perché: racconta l’esperienza di una persona. il narratore e il protagonista sono la stessa persona.

Il racconto autobiografico è un testo: regolativo. informativo. narrativo.

L’autore/L’autrice narra: in prima persona. in terza persona.

Nel racconto autobiografico l’autore/l’autrice: non esprime mai sentimenti ed emozioni. esprime anche i propri sentimenti e le proprie emozioni.

Il contenuto di questo testo è: un ricordo del passato dell’autrice. un’esperienza che lei sta vivendo. un progetto dell’autrice per il futuro.

Nella struttura di questo testo sono presenti sequenze: narrative. descrittive. dialogiche. riflessive.

Segna V (vero) o F (falso).

Nel racconto autobiografico l’unico personaggio è l’autore/l’autrice.

I personaggi di un racconto autobiografico, i protagonisti, sono solo l’autore/l’autrice e i componenti della sua famiglia.

I personaggi di un racconto autobiografico possono essere l’autore/l’autrice e altre persone che hanno condiviso episodi della sua vita.

V F

V F

V F

Tipolo g i e testu a l i 187 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Marie Curie, una donna da premio Nobel

Marie Sklodowska nacque a Varsavia nel 1867, in una famiglia dove la cultura era di casa.

Fin dall’infanzia si interessò alla scienza. Dimostrò subito le sue doti, ma non poté frequentare l’università, poiché a quei tempi era proibita alle donne. Si trasferì a Parigi: lì incontrò un giovane professore di chimica e fisica, Pierre Curie, che sposò. Da lui ebbe due figlie, Irène ed Ève.

Con Pierre si dedicò allo studio della radioattività e scoprì due nuovi elementi, il radio e il polonio. Così le fu conferito, all’età di trentasette anni, il premio Nobel per la fisica, che condivise con il marito e con Henri Becquerel.

Dopo la scomparsa di Pierre, morto in un tragico incidente stradale nel 1906, Marie divenne titolare della cattedra di fisica alla Sorbona, che già era stata del marito. Proseguì le ricerche e nel 1910 pubblicò il Trattato sulla radioattività. Continuò con successo le ricerche, tanto che nel 1911 le fu conferito (e questa volta a lei sola) il premio Nobel per la chimica.

Morì nel 1934, a seguito delle radiazioni assorbite durante gli esperimenti scientifici sulle sostanze radioattive, dopo aver terminato un secondo Trattato sulla radioattività.

Marie fu la prima donna a insegnare all’università e il primo scienziato a ricevere due volte il Nobel. Sua figlia Irène, per le sue scoperte sulla radioattività, vinse il Nobel nel 1935.

Albert Einstein disse di lei: – Di tutti i personaggi famosi che conosco, Marie è l’unica che non si sia lasciata corrompere dalla notorietà.

C. Coppini, Vita avventurosa delle donne famose, Dami Editore

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 188 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
VERIFICA Il racconto biografico

Completa segnando con una X . Lo scopo di questo testo è: far conoscere un personaggio famoso e gli avvenimenti più importanti della sua vita.

scrivere un racconto in cui il protagonista è un famoso personaggio.

Il contenuto di questo testo è: la narrazione di alcuni fatti importanti della vita di un personaggio famoso. un racconto realistico ambientato nell’epoca in cui è vissuto il personaggio famoso.

Nel testo, sottolinea: in rosso gli avvenimenti più importanti della vita di Marie Curie; in verde il commento su di lei riportato dall’autrice.

Rispondi.

Come viene definito chi scrive la vita di un personaggio famoso o di una persona?

Quale periodo della vita di Marie Curie non è raccontato, in questa biografia, in modo dettagliato?

In questa biografia vengono messe in risalto le scoperte scientifiche fatte da Marie Curie o gli avvenimenti salienti della sua vita?

Questa biografia contiene commenti personali dell’autrice?

Questa biografia è scritta in forma romanzata?

Tipolo g i e testu a l i 189 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il diario

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Qual è la differenza tra il diario che usate a scuola e il diario scritto da un ragazzino o da una ragazzina?

• Voi avete mai scritto un diario? Raccontereste i vostri segreti a un diario?

• Nella cassetta della posta di casa vostra trovate frequentemente delle lettere? Di che tipo di lettere si tratta?

• Qualcuno ha mai spedito a voi una lettera per raccontarvi qualcosa?

• Oggi qual è il tipo di posta che si usa di più per comunicare con parenti e amici/amiche?

Il diario è il testo più soggettivo che possa scrivere una persona. Chi scrive un diario lo fa per raccontare ciò che gli/le è accaduto. Nel diario riporta anche i suoi pensieri e le sue emozioni che non riguardano solo lui/lei stesso/a, ma anche amici/amiche, momenti vissuti, periodi della vita.

Ci sono anche altri tipi di diario:

• l’agenda, in cui si segnano i propri impegni, note per ricordare qualcosa, nomi di persone da incontrare;

• il diario di viaggio, in cui chi scrive descrive ciò che ha visto e le emozioni che ha provato durante un viaggio;

• il diario di bordo, che è nato come quaderno che usavano gli esploratori e soprattutto i navigatori per annotare le varie fasi delle proprie imprese e in particolare ciò che accadeva a bordo della nave stessa;

• il diario di fantasia, che è frutto dell’invenzione dello scrittore/della scrittrice, che usa la struttura del diario per raccontare fatti accaduti a personaggi inventati.

La lettera

Nella lettera, chi scrive ha come scopo quello di comunicare qualcosa a qualcuno che è fisicamente distante. Con il progredire della tecnologia le lettere oggi vengono inviate prevalentemente per mezzo di e-mail. Con la connessione Internet si possono recapitare i messaggi in qualunque parte del mondo, in ogni momento, e saranno ricevuti in tempo reale.

IL DIARIO E LA LETTERA IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 94-105

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 70 a p. 75 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 190
lettera
Il diario • La

Il diario

Leggi con attenzione.

Venerdì 5 febbraio

Caro diario,

ieri il pomeriggio non finiva più. In piscina Paola ci ha fatto fare almeno dieci vasche senza quasi farci fermare. Poi, a lezione d’inglese dalla signora Judith, è successa una cosa che prima o poi lo sapevo sarebbe accaduta. Sono arrivata alle cinque, come ogni giovedì; la signora Judith mi ha fatto accomodare sul solito divano. Poi ha sparato tre, quattro delle solite domande e io, come faccio sempre, ho risposto due volte yes e due volte no. A quel punto la fortuna mi ha girato le spalle e la signora Judith deve aver realizzato in un colpo solo che io delle sue conversazioni non avevo mai capito un’acca. Il sorriso le si è come congelato sulla faccia e le sono diventate pallide persino le lentiggini. Si è seduta, si è presa la testa tra le mani e ha mormorato: – Oh, my God!

Io la guardavo quasi preoccupata e non sapevo che pesci pigliare: mi faceva pena. Dopo un paio di minuti molto imbarazzanti, la signora Judith mi ha detto: – Ma cara, potevi dirmelo prima che non capivi le mie parole.

Io sono quasi arrossita come quando penso a Roberto e ho provato a dirle che non ne avevo avuto il coraggio.

E così abbiamo iniziato con l’alfabeto e con i vocaboli più semplici. Mentre leggevo a voce alta apple, mela, car, automobile, dog, cane, pensavo che questo inglese sarà anche la lingua del futuro ma io, intanto, mi perdo il presente. Infatti non ho mai un pomeriggio intero tutto per me.

S. Bordiglioni - M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi

Completa segnando con una X .

In questa pagina di diario la bambina: racconta solo gli avvenimenti che le sono accaduti. racconta i fatti che le sono accaduti e li commenta.

In questa pagina di diario la bambina scrive: tutto ciò che ha fatto durante la giornata.

i fatti che le hanno suscitato particolari emozioni.

Il diario è stato scritto:

nel giorno stesso in cui sono avvenuti i fatti.

il giorno seguente.

Nel testo, sottolinea le espressioni gergali.

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 191 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

30 novembre

Caro diario, sono pentita di non averti scritto molto di Margot negli ultimi mesi. Dall’inizio della quarta è strana, nervosa, scorbutica ecc. Dirai tu: ma che cosa c’entra scrivere di lei col fatto che adesso sta male?

Stupisco, allibisco, e persino straluno (il verbo stralunare mi piace moltissimo. Io straluno, tu straluni… io stralunavo… io stralunai… tu straluneresti… se lui stralunasse, noi straluneremmo… Non piace anche a te?).

Io straluno: proprio tu, il mio diario intelligente e sensibile, fai questa domanda?

Non sai che scrivere di qualcuno o dei suoi problemi è come occuparsi di lui?

Voglio dire, se avessi parlato di Margot e dei suoi problemi, di come stava eccetera, sono sicura che avrei capito meglio quello che succedeva.

Capisco sempre meglio le cose, quando le scrivo.

Magari avrei trovato qualcosa da dirle, o qualcosa di buono da fare per lei, insomma: come aiutarla.

Ohi ohi ohi, vecchio mio, che discorso serio mi sta venendo!

Insomma, adesso sono così, un po’ triste e preoccupata.

Non solo per Margot, veramente.

Te l’ho detto? Non te l’ho ancora detto?

Ora te lo dico.

Qualche volta, da qualche tempo, mi capita di sentirmi tristissima.

All’improvviso, senza nessuna, ma proprio nessuna ragione.

Mi succede e basta.

E allora, adesso, uffa, smetto di scrivere.

Prometto che la prossima volta, amico mio, dolce e paziente, sarò più allegra.

R. Piumini, Molte lettere per Sei, Einaudi Ragazzi

Tipolo g i e testu a l i 192 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data
VERIFICA Il diario

Completa segnando con una X .

In questa pagina di diario la bambina: racconta al diario alcuni avvenimenti che le sono accaduti. confessa i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti.

Segna SÌ oppure NO.

Da questa pagina di diario puoi: ricostruire tutto ciò che la bambina ha fatto durante la giornata. SÌ NO dedurre che la bambina ha un’amica a cui tiene molto. SÌ NO

Quali elementi tipici del diario puoi rilevare da queste frasi?

Per ognuna scrivi se si tratta: del racconto di un episodio; dell’utilizzo di un linguaggio spontaneo; dell’utilizzo di un linguaggio colloquiale; dell’espressione di sentimenti; di riflessioni personali.

Stupisco, allibisco, e persino straluno:

Qualche volta, da qualche tempo, mi capita di sentirmi tristissima:

Te l’ho detto? Non te l’ho ancora detto? Ora te lo dico:

Margot… è strana, nervosa, scorbutica:

Capisco sempre meglio le cose, quando le scrivo:

Insomma, adesso sono così, un po’ triste e preoccupata:

Riporta le parti che, nel testo che hai letto, evidenziano la struttura del diario.

Tipolo g i e testu a l i 193 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Leggi con attenzione.

INVITO ALLA LETTURA

La lettera

Gentilissimo professore, mi scusi tanto se la disturbo, ma ho un grande problema. A scuola me la cavo, però non mi piace leggere. Leggere mi dà tristezza, mi annoia, perché le pagine sono tutte uguali.

Invece mi piace guardare la televisione. Secondo me uno che guarda la televisione impara sempre e non si annoia mai.

Insomma, perché devo vergognarmi se dico che non mi piace leggere?

Mi può rispondere? La saluto.

Annamaria De Bono

Cara Annamaria, non devi proprio vergognarti della franchezza con cui confessi la tua scarsa simpatia per la lettura.

Però sono convinto che leggere sia più importante che ascoltare o seguire le immagini.

E sai perché? Perché quando ascolti o guardi la televisione sei un soggetto passivo, mentre quando leggi sei un soggetto attivo.

Cosa significa? Significa che quando guardi un film assorbi una storia già completa di particolari, dalla faccia dei protagonisti alla loro voce, dall’orologio che hanno al polso all’ambiente in cui si muovono.

Se tu invece provassi a leggere una bella storia in un libro, senza accorgertene, cominceresti a lavorare con il cervello per dare un volto ai protagonisti, per dare un tono di voce alle frasi, per figurarti il viale alberato lungo il quale stanno camminando.

Ti accorgeresti allora che una storia di immagini è uguale per tutti, mentre una storia di pagine è diversa per ognuno.

L. Goldoni, Faccio un esempio, Bompiani

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 194 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

PRENDI IN ESAME LA PRIMA LETTERA

Nel testo, sottolinea: in rosso la formula di apertura; in verde la formula di chiusura.

Rispondi.

Chi scrive questa lettera?

Chi è il destinatario?

Rispondi segnando con delle X .

In questa lettera mancano alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali?

La data.

La formula di apertura.

La località da cui viene spedita la lettera.

La formula di saluto.

La firma del mittente.

PRENDI IN ESAME LA SECONDA LETTERA

Rispondi.

Chi scrive questa lettera?

Chi è il destinatario?

Rispondi segnando con delle X

In questa lettera mancano alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali?

La firma del mittente.

La formula di saluto.

La data.

La località da cui viene spedita la lettera.

La formula di apertura.

Confronta le due lettere e completa.

Il mittente della prima lettera è il della seconda.

Il della seconda lettera è il della prima.

Tipolo g i e testu a l i 195 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

La lettera

Carla Lombi carlom@merkurio.it

Daiana Tosetti daianatos@epis.it

Per un pelo ce l’ho fatta

Da: Carla Lombi carlom@merkurio.it

A: Daiana Tosetti daianatos@epis.it Inviato lunedì 20 maggio

Cara Daiana, ho rischiato proprio di non venirci alla settimana verde in vacanza con te. A raccontarla è una specie di telenovela… vediamo se ci riesco. La giornata è cominciata male fin dall’inizio perché sono arrivata a scuola in ritardo e la preside mi ha fatto la ramanzina nel corridoio. Va beh, pace. Poi mi ero dimenticata il quaderno di Inglese e Miss the Witch (la prof) mi ha messo la nota sul diario. Ha scritto: “Carla non ha svolto i compiti”. Falso, perché io i compiti li avevo fatti, a casa.

A cena pensavo: “Figurati se adesso mi lasciano andare”. Insomma ero in tensione e dovevo chiedere il permesso… così apro la mia boccaccia e parlo tutto d’un fiato, e mentre parlavo mi si ingarbugliavano i pensieri. Insomma ho detto qualcosa del tipo: – Dunque ecco la mia amica del mare Daiana che dopo sono anche andata a casa sua a Torino lei va alla settimana verde in Lombardia che i soldi ce li abbiamo già tutte e due e non c’è problema e la sua mamma è contenta che ci vado anch’io e io ci voglio andare mi lasci mamma ti prego che per me è la cosa più importante del mondo e giuro che non ti chiederò più niente per dieci anni…

I miei sono rimasti senza fiato, pensavano che mi fosse venuto un attacco epilettico o qualcosa del genere.

A quel punto ho pensato di essermi fregata con le mie mani. E dopo è successo un miracolo. Mia sorella Stefania è intervenuta in mia difesa dicendo che le persone diventano responsabili quando gli si comincia a dare le responsabilità, che quella della settimana verde poteva essere la mia prima occasione e che alla disperata la Lombardia comincia dall’altra parte del Ticino, per cui se ne combinavo qualcuna era un attimo venirmi a prendere con l’au to.

CE L’ABBIAMO FATTA!!!

Io la valigia comincio già da domani a prepararla, altroché.

Ciao

Tua super :-))) amica, felice come non mai.

P.S. Poi la nota me l’ha firmata il papà che si arrabbia di men o.

A. Lavatelli, Cara C@rla tua Daian@, Piemme Junior

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 196 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
VERIFICA La lettera

Completa segnando con una X .

Il testo è: una lettera. una e-mail.

una pagina di diario.

Rispondi segnando con delle X .

Il linguaggio utilizzato in questa mail è: formale. familiare.

In questo testo sono presenti alcuni elementi caratteristici della struttura di questa tipologia testuale. Quali?

Mittente.

Destinatario.

Formula di saluto.

Firma del mittente. Località. Data. P. S.

Scrivi:

l’indirizzo del destinatario.

la firma del mittente.

le parole con cui il mittente sintetizza il messaggio.

Scrivi l’autrice e il titolo del testo da cui il brano è tratto. Poi rispondi.

Da quale particolare capisci che il libro è una raccolta di mail?

Nel testo, circonda il gruppo di segni di punteggiatura utilizzati in modo particolare. Poi rispondi segnando con una X .

Qual è il loro significato?

Contentezza. Tristezza. Arrabbiatura. Delusione.

Per esprimere questi stati d’animo si usano anche gli emoji. Accanto a ogni stato d’animo nominato nell’esercizio precedente, disegna l’emoji che useresti tu.

Tipolo g i e testu a l i 197 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il testo teatrale

Il testo teatrale

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Siete mai stati/e a teatro?

• Che cosa vi ha colpito di uno spettacolo teatrale?

• Secondo voi, è facile per un attore o un’attrice recitare?

• Ricordate qualche recita fatta a scuola o in qualche altra occasione?

• Qual è stata la cosa più difficile: recitare con espressività o ricordare le parole della parte assegnata?

• Avete provato qualche emozione particolare?

Il testo teatrale ha una finalità ben precisa: è scritto per essere messo in scena, per mettere in contatto diretto lo spettatore e la spettatrice con la vicenda che gli attori e le attrici rappresentano.

Nel testo teatrale non sono importanti solo le parole scritte, ma anche la mimica e i gesti che devono fare gli attori e le attrici. Per questo le varie parti devono essere brevi e incisive.

Un’altra caratteristica dell’opera teatrale è quella di essere collettiva, perché accanto allo scritto dell’autore/dell’autrice devono intervenire anche scenografi/e, musicisti/e, costumisti/e e il/la regista, che ha il ruolo fondamentale di coordinare tutti i lavori. L’opera teatrale è un buon esempio di come, lavorando tutti e tutte insieme, si possa avere successo.

IL TESTO TEATRALE IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 110-121

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 76 a p. 81 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 198

Leggi con attenzione.

Il testo teatrale

IL SARTO E IL CALZOLAIO

Calzolaio : Dove state andando così di fretta, signor sarto?

Sarto : Non vi avevo visto, Mastro Calzolaio.

Calzolaio : Me ne sono accorto, amico. Che cosa c’è che non va? Sembrate agitato. Le cose vi vanno così male? Posso aiutarvi?

Sarto (scuotendo la testa): Non credo… sebbene sia gentile da parte vostra chiederlo. (Esita come se fosse incerto se andare avanti o meno; poi, d’impulso, si sfoga) È colpa di quell’imbroglione del mercante Filargiro. Mi ha promesso sei braccia di seta con la sua prossima nave a cinque pezzi d’argento il braccio. E ora chiede otto pezzi al braccio!

Calzolaio : È sempre stato un furbastro! Ma perché preoccuparsi, amico? Non dovreste far altro che rifiutarvi di comprare…

Sarto : Qui sta la sventura! Ho quasi venduto la stoffa… a sei pezzi il braccio! L’ho promessa, per fare un nuovo mantello, a quell’elegantone di Gherardo, per il ballo del Duca. Se non mantengo la parola sarà l’ultimo mantello che farò per lui. Devo riuscire a trovare il denaro per il mercante Filargiro, che la peste lo colga! Diciotto pezzi d’argento in più di quanto avessi calcolato!

Calzolaio : Non potreste portare la faccenda davanti alla Corte? Chi erano i testimoni del vostro contratto con il mercante Filargiro?

Sarto : Non ce n’era nessuno… è troppo astuto perché ve ne fossero.

Calzolaio : Che astuzia da parte sua!

Sarto : Se io andassi in tribunale, chi crederebbe a me invece che al mercante Filargiro?

Calzolaio (gridandogli dietro): Che la fortuna sia con voi, amico! (scuote la testa preoccupato ed esce di scena).

G.R. Crosher, Colpi di scena-Teatro per ragazzi, Nuove Edizioni Romane

Rispondi.

A che cosa servono le indicazioni scritte tra parentesi?

In questo copione, quali di questi ruoli mancano: protagonista, comparse, comprimario o personaggi secondari?

Segna V (vero) oppure F (falso).

In questo copione c’è il prologo. V F

In questo copione c’è l’epilogo. V F

Ci sono le indicazioni per le scene. V F

Il sarto è il protagonista. V F

Il calzolaio è il comprimario. V F

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 199 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Il testo teatrale

Leggi con attenzione.

IL SOFFIA SOGNI

Narratore : Sofia è stata rapita dall’orfanotrofio da un gigante. Fortunatamente si tratta del Grande Gigante Gentile, che le vuole bene e che impedisce che venga mangiata dagli altri giganti crudeli che vivono nel Paese dei Giganti. È mattino presto e Sofia è ancora addormentata nella caverna del GGG. Ma il GGG è in piena attività.

Sofia : GGG?

GGG : Che vuole?

Sofia : Dove sta andando?

GGG : A lavorare.

Sofia : Di nuovo dove vivevo prima? A soffiare in quella sua specie di tromba?

GGG : (scosso) Tu mi hai visto soffiare?

Sofia : Sì, che cosa stava facendo?

GGG : Può io aver fiducia in tu?

Sofia : Certamente.

GGG : Bene, allora. Io, Sofia, è un gigante soffia-sogni. Io soffia i sogni nelle camere da letto dei bambini tormentati. Bei sogni. Sogni d’oro. Sogni che rende felici.

Sofia : Da non credere.

GGG : Vede questi barattoli? Lì io tiene i sogni.

Sofia : Sono tutti sogni? Ma dove se li procura?

GGG : Io li acchiappa.

Sofia : Ma è impossibile!

GGG : Tu non crede nei sogni?

Sofia : Certamente, ma…

GGG : Ascolta. Sogni è una cosa molto misteriosa. Flotta nell’aria come bollicine di gazosa in cerca della gente tormentata. Viene. Io ti mostra. Tu diventerà un’acchiappasogni come io!

Sofia : (forte) Davvero? Oh, sì, per favore!

GGG : Shh! Tiene il respiro e tiene le dita incrocchiate. Andiamo!

D. Wood, Recitiamo il GGG di Roald Dahl, Salani

e
Tipolo g i e testu a l i 200 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
cognome Data

Completa segnando con una X .

Questo testo teatrale è: una commedia. un dramma. un melodramma. una tragedia. un monologo.

Nel testo, segna con una rossa il prologo, con una blu lo sviluppo. Poi inventa tu l’epilogo.

Nel testo, sottolinea in arancione i suggerimenti per la recitazione.

Disegna quale potrebbe essere la scenografia di questo testo teatrale.

Tipolo g i e testu a l i 201 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Scena prima

Il sindaco è furioso

Narratore : Il sindaco è nell’ufficio comunale, seduto alla sua scrivania. Legge alcuni documenti che gli hanno portato l’assessore alla cultura e il bibliotecario. Il sindaco è furente, gli altri due uomini sono

visibilmente preoccupati.

Sindaco (battendo energicamente i pugni sul tavolo) : No, no, no… Non è possibile! Non ci credo! Zero! Proprio zero… che assurdità! Ma cosa vuol dire poi questo zero?

Assessore alla cultura (esitante) : Vuol dire che anche quest’anno non abbiamo avuto alcun iscritto, signor Sindaco.

Bibliotecario : Proprio così, purtroppo. Nessun bambino iscritto alla biblioteca di via Col Vento. Nemmeno uno.

Sindaco (sempre più infuriato) : E perché invece la biblioteca di via Aerea ha cinquemilasettecentottantadue iscritti? Perché quella di via Vai ne ha ottomilaquattrocentosei? E quella di via Dotto novemilatrecentoventisette. Eh? Perché?

Assessore : Ma signor Sindaco, proprio a me lo chiede?

Sindaco (alzandosi in piedi) : Certo, proprio a lei. Non è lei l’assessore alla cultura? A chi lo dovrei chiedere, se no? Forse alla donna delle pulizie, eh? (indica una signora di mezza età che sta lavando i vetri sul fondo della sala)

Assessore (con un sorrisetto ironico) : Senta, io volevo solo dire che quelli sono quartieri facili, pieni di bambini educati, gentili, che non gridano, non litigano, non dicono mai parolacce. Proprio dei bravi bambini tranquilli che amano tanto passare i pomeriggi in biblioteca. Invece, nel quartiere di via Col Vento…

Bibliotecario : Ecco, appunto... In quel quartiere lì ci sono dei bambini scalmanati. Dei veri selvaggi. Altro che leggere, altro che venire a chiudersi in biblioteca.

Sindaco (avvicinandosi minaccioso al bibliotecario) : Lei chiuda il becco, caro il mio bibliotecario, che le conviene. Sono tre anni che lavora in via Col Vento. E con quale risultato? Con quale risultato, eh? Avanti, lo dica, il suo bel risultato. Lo dica dunque! Chiaro e forte.

Bibliotecario (a testa bassa) : Zero.

Sindaco : Zero, appunto. Uno zero… come lei!

e
Tipolo g i e testu a l i 202 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome
cognome Data
VERIFICA Il testo teatrale

Assessore : Non dica così, signor sindaco. Non sia ingiusto, adesso. (Indica il bibliotecario, che è rimasto a testa bassa, avvilito) Il ragazzo è preparato.

Sindaco (ironico) : Ma va?

Assessore : Non sa che è diplomato?

Sindaco : Però!

Assessore : Poi si è anche laureato.

Sindaco : Davvero?

Assessore : …documentato, aggiornato, informato, specializzato. È un ragazzo che ha studiato!

Ed è pure mio cognato.

Sindaco (ridacchia) : Insomma... raccomandato!

Assessore : Ma no, ma no… La verità è un’altra, signor sindaco. La verità è che la biblioteca di via Col Vento non ha mai funzionato. Né mai funzionerà. I bambini di quel quartiere non sanno che farsene dei libri. Preferiscono giocare a pallone, saltare alla corda, correre nei vicoli o fare giri in bicicletta. Questo è il problema.

A. Lavatelli, L’assalto alla biblioteca, Editrice Bibliografica

Completa segnando con una X

Le parole del narratore sono: il prologo. l’epilogo.

Il copione prevede: più ruoli. un solo ruolo.

Le parole tra parentesi sono: le battute che devono recitare i personaggi. i suggerimenti per la recitazione.

Il protagonista è: il sindaco. l’assessore alla cultura.

L’assessore alla cultura e il bibliotecario sono: le comparse. i comprimari.

Questo testo è: un dramma. una commedia.

Il copione: è diviso in atti. non è diviso in atti.

La scena è: l’ambiente in cui si svolge la vicenda. il momento più importante della recitazione.

Tipolo g i e testu a l i 203 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il testo informativoespositivo

Il testo informativo-espositivo

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Che cosa vuol dire “informare”?

• Che cosa vuol dire “esporre”?

• Potete esporre un argomento se non avete informazioni su di esso?

• Se pensate ai libri che utilizzate, quale testo è “il più espositivo”?

Il testo informativo-espositivo presenta un argomento con lo scopo di dare informazioni e trasmettere conoscenze a chi legge.

I testi informativi-espositivi sono forse quelli che incontriamo più frequentemente: pensiamo ai libri di testo, ai giornali, alle riviste, ai cartelloni pubblicitari, alle guide museali…

I testi informativi-espositivi usano linguaggi molto vari: accompagnano la parte scritta con foto, diagrammi, titoli, disegni, tutti funzionali a una migliore spiegazione dell’argomento.

Oggi i testi informativi-espositivi sono sempre di più “misti” perché mescolano ai segni della lingua, cioè le parole, segni di tipo diverso, cioè gesto, immagine, suono, spie luminose…

IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 124-135

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 82 a p. 89 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 204

Il testo informativo-espositivo

Leggi con attenzione.

LE ANTICHE OLIMPIADI

I giochi sacri, cioè le gare sportive organizzate in onore degli dèi, avevano una straordinaria importanza presso i Greci.

Questi giochi si svolgevano in varie città, ma i più importanti erano quelli di Olimpia.

Le Olimpiadi, così chiamate dal nome della città, si disputavano ogni quattro anni; in questo periodo si sospendevano tutte le ostilità.

Il vincitore di ciascuna gara era premiato con una corona di olivo, acquistava gloria e prestigio. E i cittadini della sua polis gli offrivano gratuitamente il cibo.

Durante le prime Olimpiadi la gara era una sola, la corsa; poi, a mano a mano, si aggiunsero la lotta, il pugilato, la corsa con i carri trainati da cavalli e il pentatlon, una disciplina composta da cinque specialità sportive: il lancio del disco, il lancio del giavellotto, la corsa, il salto in lungo e la lotta.

Le donne non potevano né partecipare né assistere alle gare, ma alle ragazze erano riservati giochi dedicati a Era, la moglie di Zeus.

La prima Olimpiade si svolse nel 776 a.C. e l’ultima Olimpiade dell’antica Grecia nel 393 d.C.: nell’antichità si tennero in tutto 292 edizioni dei giochi olimpici.

Gli antichi Greci cominciarono a contare gli anni del loro calendario dalla data della prima Olimpiade. Alle Olimpiadi partecipavano anche gli atleti delle colonie della Magna Grecia.

Completa per riferire brevemente le principali informazioni.

I Greci davano grande importanza

I più importanti giochi sacri erano ai quali partecipavano anche

Durante il periodo in cui

Il premio per

Le gare disputate erano

Alle donne erano riservati

Le Olimpiadi iniziarono e terminarono

Dalla prima Olimpiade i Greci

Nome e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 205 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il testo informativo-espositivo

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L ' ALIMENTAZIONE OGGI

Costi per la terra

Oggi il cibo che acquistiamo è per lo più prodotto, lavorato, impacchettato e conservato in parti diverse del mondo. Il prezzo che l’ambiente paga per queste scelte è assai alto. Per lavorare e trasportare il cibo si consuma molta energia, aumentando l’inquinamento e l’accumulo di rifiuti. Ambienti fragili inoltre sono stati distrutti da piccoli agricoltori che cercavano di guadagnarsi da vivere producendo alimenti da esportare.

Costi invisibili

Il panino con hamburger è diventato uno dei cibi più diffusi: ogni giorno se ne consumano milioni in tutto il mondo. Per prepararne uno occorrono più di 20 ingredienti prodotti in vari Paesi. Il cibo è economico per i consumatori che dovrebbero, però, anche riflettere su come viene preparato.

Distruzione dell’ambiente

La maggior parte del manzo per gli hamburger americani proviene dal Brasile. Per far spazio alle mandrie sono state abbattute vaste aree di foresta pluviale. L’erba sottile cresce per qualche anno, poi la terra viene abbandonata, perché incolta e sterile.

Immagazzinamento e trasporto

I supermercati consumano molta elettricità perché conservano i prodotti in frigoriferi e surgelatori. Una grande quantità di carburante viene bruciata inoltre da navi, aerei e camion che trasportano i prodotti. L’inquinamento prodotto dai gas di scarico dei mezzi di trasporto è una delle principali cause del cambiamento del clima mondiale.

Lavorazione del cibo

Prima di raggiungere i supermercati, molti prodotti freschi vengono lavorati e inscatolati. La preparazione di piatti pronti e di alimenti che si conservano a lungo permette a molta gente di lavorare, ma rende il cibo assai più costoso.

Montagne di rifiuti

Ogni settimana si buttano via tonnellate di scarti di cibo e di rifiuti casalinghi. La spazzatura in molti casi viene accumulata, compressa e sotterrata in discariche. Questo sistema non è ideale perché i rifiuti possono disperdere gas maleodoranti e sostanze chimiche inquinanti per l’acqua delle falde.

Tipolo g i e testu a l i 206 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome Data

Riciclare i rifiuti

I rifiuti in genere vengono sotterrati, ma si possono riciclare.

In molte città sono attivi servizi di riciclaggio dei rifiuti prodotti dai cittadini. Se si riciclano i materiali, si possono tagliare meno alberi e estrarre meno minerali dalla terra, dunque si danneggia meno l’ambiente.

M. Bramwell, Emergenza cibo, Mondadori

Segna con una X quale frase evidenzieresti in ogni paragrafo per indicare l’informazione principale.

Primo paragrafo

Si consuma molta energia.

Il cibo è prodotto in parti diverse del mondo.

Secondo paragrafo

Occorrono più di venti ingredienti.

Riflettere su come viene preparato il cibo.

Terzo paragrafo

Sono state abbattute vaste aree di foresta.

La terra viene abbandonata.

Quarto paragrafo

I supermercati conservano i prodotti in frigoriferi e surgelatori.

L’inquinamento è prodotto anche dai gas di scarico dei mezzi di trasporto.

Quinto paragrafo

I prodotti freschi vengono inscatolati.

La preparazione di piatti pronti rende il cibo assai più costoso.

Sesto paragrafo

Si buttano via tonnellate di scarti di cibo.

Questo sistema non è ideale.

Settimo paragrafo

I rifiuti vengono sotterrati.

Se si riciclano i materiali si danneggia meno l’ambiente.

Tipolo g i e testu a l i 207 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Giocattoli sicuri

Inventare e ricercare

Per inventare un giocattolo, la fantasia e l’esperienza non bastano: si devono anche studiare i gusti del pubblico e i temi che vanno di moda. – Tutto comincia con una riunione dove proponiamo idee su temi che secondo le ricerche di mercato, le analisi e la nostra esperienza piacciono ai ragazzi, per esempio i dinosauri – spiega Giuliano Meneghini, alla guida del gruppo di inventori dei giochi scientifici di una grande azienda.

Così si realizza un prototipo, cioè il primo esemplare del gioco che si vuole produrre: all’inizio viene disegnato su carta da un designer e poi costruito in cartone, cartapesta o resina. Una volta che il prototipo è completato, lo si presenta all’ufficio tecnico, che ordina la realizzazione degli stampi per creare tutti i pezzi. Quando tutti gli elementi sono pronti, può iniziare la produzione del giocattolo in serie.

Sicurezza e torture

Quando si studia un prototipo, bisogna pensare anche alla sicurezza dei bambini: bordi non taglienti, punte arrotondate, niente pezzi minuscoli. Tutti i giocattoli devono rispondere alle norme di sicurezza stabilite dalla Comunità Europea. Prima di arrivare in negozio, quindi, i giochi devono passare sotto le “grinfie” degli Enti di certificazione che, attraverso macchinari specifici, li “torturano” per controllarne le caratteristiche fisiche e meccaniche, tipo resistenza agli urti, infiammabilità e robustezza. Bambole e peluche, per esempio, vengono messi a contatto con una piccola fiamma per 3 secondi, in modo da misurare la velocità con cui prendono fuoco. Inoltre, vengono lanciati ad alta velocità, tirati e torti: in particolare gli occhi e i nasi devono resistere a uno strappo fortissimo praticato da una tenaglia, che simula il morso di un bambino.

Per assicurarsi, invece, che gli elementi piccoli non siano pericolosi, non potendo rivolgersi a bambini reali, si utilizzano strumenti che simulano le parti del corpo di un piccolo giocatore.

Data Tipolo g i e testu a l i 208 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome
VERIFICA Il testo informativo-espositivo

Quello che riproduce il naso verifica che non ci siano pezzi talmente piccoli da poter essere aspirati; un altro, a forma di cilindro e grande quanto la gola di un bambino sotto i tre anni, controlla che non siano ingeribili; quello che simula il dito accerta che le parti da non toccare, come le viti, non siano raggiungibili.

Una volta superati tutti i test, i giocattoli possono essere venduti con il marchio della Comunità Europea (CE), che ne attesta l’affidabilità.

I. Infante, Focus Junior n. 101

Per ogni frase, scrivi se si tratta dell’ informazione principale o di una informazione secondaria .

Il modo in cui si progettano i giocattoli.

Studiare i gusti del pubblico.

Il tema della sicurezza nei giocattoli.

Il modo in cui si verifica la sicurezza dei giocattoli.

Scrivi alcuni termini specifici di quest’argomento contenuti nel testo. Se di alcuni di essi non conosci il significato, cercalo sul vocabolario o su Internet.

Rispondi.

Qual è l’ordine in cui l’argomento è trattato nel testo?

Tipolo g i e t a l i 209 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Il testo poetico

Il testo poetico

Domande stimolo per introdurre il genere con la classe

• Vi piacciono le poesie? Perché?

• Secondo voi, le poesie hanno qualcosa di simile alla musica?

• Leggere poesie vi rende tristi o allegri/e?

• Avete mai scritto una poesia?

Gli esseri umani hanno iniziato a scrivere poesie nella notte dei tempi e continuano a farlo ancora oggi in un mondo ricco di tecnologia e multimedialità. Questo significa che la poesia è un bisogno profondo perché permette di mettere in forma scritta i sentimenti e, comunicandoli, suscitarne anche in chi legge.

Con l’utilizzo di figure retoriche, la poesia suscita immediatamente immagini evocative. Anche le poesie più semplici, come le filastrocche, hanno questa capacità e per questo sono molto amate dai bambini e dalle bambine. Infatti, oltre alla musicalità tipica di tutti i testi poetici, esse, in poche parole, riescono a rappresentare immagini, pensieri e sentimenti facilmente comprensibili.

IL TESTO POETICO IN MISSIONE COMPIUTA! PLUS

Analizzare la tipologia

Nel Libro di Lettura alle pp. 138-152

Scrivere utilizzando la tipologia

Da p. 90 a p. 95 nel Quaderno di Scrittura e Riassunto

Tipolo g i e testu a l i 210

Leggi con attenzione.

La poesia

IL CONTENUTO

L ' AMICIZIA

Coi miei migliori amici mi posso anche arrabbiare, tenergli a lungo il muso, farmi desiderare.

Sul filo dell’amicizia si formano dei nodi: ma noi sappiamo scioglierli, troviamo sempre i modi.

A. Sarfatti, Se vuoi la pace, Giunti Junior

LE TRE CIVETTE

Mentre dormite ci sono tre civette

Che se ne stanno nelle vostre camerette

Appollaiate sui comò e sui comodini

Per osservare il vostro sonno da bambini

Sanno quando state fermi e vi girate

Come parlate, sognate, respirate

Fanno la guardia sentinella al vostro sonno

E tutto ciò che fate voi, loro lo sanno!

B. Tognolini, Ufficio Poetico Tuttestorie, Gallucci

Rispondi.

In quale poesia il contenuto è l’espressione e la riflessione su un sentimento?

In quale poesia il contenuto è la rappresentazione di una situazione?

Quale dei due testi poetici è una filastrocca?

e cognome Data Tipolo g i e testu a l i 211 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome

Nome e cognome Data

La poesia

Leggi con attenzione.

SENZA CONFINI

Siamo diversi

siamo bambini usiamo una lingua senza confini.

Io ti parlo tu non ti confondi perché se sorrido tu mi rispondi.

Non ti conosco ma ti faccio un dono non ti comprendo ma ti perdono.

Se ho paura ti prendo la mano non importa se non ci capiamo.

Abbiamo parole di suono e di luce che nessuno di noi traduce.

Se le frasi ci pesano un poco avranno ali nel nostro gioco.

LA STRUTTURA

IL VENTO

Ascolto il vento.

Mi sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna.

Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo.

Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.

M. Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini, Piccoli

R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori

Tipolo g i e testu a l i 212 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Completa segnando con una X .

La poesia è un testo scritto in: versi. paragrafi.

Segna V (vero) o F (falso).

Un testo poetico è sempre scritto in versi. V F

Un testo poetico può anche non essere scritto in versi. V F

Un testo poetico può essere diviso in strofe. V F

Un testo poetico deve sempre essere scritto in rima. V F

Un testo poetico può essere scritto in rima. V F

Tutti i versi del testo poetico devono avere la stessa rima. V F

Analizza le due poesie rispondendo alle domande.

Quanti sono i versi?

La poesia è divisa in strofe?

Se è divisa in strofe, quante sono?

I versi sono in rima?

Se i versi sono in rima, qual è lo schema della rima?

Senza confini Il vento

Tipolo g i e testu a l i 213 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome Data

La poesia

Scrivi di che tipo di testo poetico si tratta.

MARCETTA

Notte sull’aia, il cane abbaia la luna è sola, non c’è parola bella così.

Ed il pompiere con la sirena trova nel mare, sapete chi?

Il palombaro solo che cena.

A. Gatto

Ora scrivi tu una poesia che abbia come argomento l’amicizia.

Completa il limerick e il nonsense.

UN PASTICCIERE DI NOME GAETANO

Un abile pasticciere di nome Gaetano andava a comprare i canditi a , così invece di tondi ciambelloni faceva morbidi

quel furbo

G. Rodari

IL FALCO DI AOSTA

Il falco di Aosta vola vola senza

Il falco di Trento vola anche contro

Il fringuello di Bratislava dopo un giorno che

Tipolo g i e testu a l i 214 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

La brezza

Le cime degli alberi s’inchinano, i pioppi sussurrano, i prati fremono, i ruscelli rabbrividiscono.

Da lontano

l’eco di una campana argentina.

È la brezza

Che soffia questa mattina.

C. Broutin, Filastrocche del tempo che fa

Il cielo è...

Il cielo è azzurro come l’oceano, è rosso come la lava del vulcano. Il cielo è grigio come un uomo triste che va velocissimo e piange. Il cielo all’alba è come un incendio oppure come la nascita di un bambino. Il cielo è nero come un uomo cattivo pieno di rabbia, però in certi momenti della sua vita si illumina come un cielo stellato di sera.

C. Broutin, Filastrocche del tempo che fa, Motta Junior Analizza le due poesie rispondendo alle domande.

La brezza Il cielo è…

La poesia è divisa in strofe?

I versi sono in rima?

La poesia contiene personificazioni?

La poesia contiene similitudini?

La poesia è un limerick?

È una filastrocca?

È un nonsense?

Data Tipolo g i e testu a l i 215 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Nome e cognome
VERIFICA
La poesia

Nome e cognome Data

Mappa delle tipologie testuali

Completa la mappa.

TESTI

NARRATIVI

Il TESTO NARRATIVO racconta una storia per appassionare chi legge. Il testo narrativo può essere o

Nel

l’autore/l’autrice narra le imprese di divinità o eroi.

Nel RACCONTO

l’autore/l’autrice narra imprese straordinarie affrontate da personaggi coraggiosi.

Nel RACCONTO

l’autore/l’autrice narra vicende fantastiche in cui si scontrano il Bene e il Male.

Nel RACCONTO

l’autore/l’autrice narra episodi della sua vita.

Nella chi scrive comunica con una persona lontana.

Nel l’autore/l’autrice scrive per se stesso/a, periodicamente, ciò che gli/le succede e le sue emozioni.

Il TESTO è scritto per recitare davanti a un pubblico avvenimenti reali o fantastici, comici o tragici.

TESTI NON NARRATIVI

Nel TESTO

l’autore/l’autrice rappresenta con parole le immagini di persone, animali, oggetti e ambienti.

Nel TESTO

l’autore/l’autrice fornisce informazioni su un argomento specifico.

Nel TESTO

l’autore/l’autrice usa le parole per comunicare emozioni e sensazioni, o divertire.

Tipolo g i e testu a l i 216 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Funzione didattica

Antologia

In questa sezione sono inserite parti significative di alcuni libri di narrativa per ragazzi e ragazze.

Nel Libro di Lettura si trovano solo brevi brani tratti da altri libri.

I brani inseriti sono significativi, interessanti e piacevoli per gli alunni e le alunne sia dal punto di vista del linguaggio sia dal punto di vista del contenuto trattato ma, inevitabilmente, sono brevi.

In questo modo i ragazzi e le ragazze non hanno modo di essere affascinati da una narrazione che ha ritmi e contenuti più ampi ed esaurienti.

La scelta di offrire brani più lunghi con argomenti interessanti e relativi alle tipologie testuali trattate durante l’anno scolastico è stata fatta per suscitare negli allievi e nelle allieve il desiderio di “vedere come va a finire”.

L’insegnante potrà utilizzare questi estratti nel modo che riterrà più opportuno:

Suggerimenti

• lettura collettiva in classe;

• lettura individuale a casa;

• lettura critica in cui i ragazzi e le ragazze, “verbalmente”, durante una discussione collettiva o a piccoli gruppi, esprimeranno le emozioni che ha loro suscitato la lettura di questi brani. Si può anche cominciare a chiedere loro un giudizio sullo stile adottato da chi scrive.

Si sconsiglia di utilizzare questi testi per esercizi di comprensione, riassunto, produzione. Sarà molto utile, invece, l’utilizzo finalizzato al piacere della lettura , al piacere della conoscenza e all’acquisizione della consapevolezza che la lettura favorisce lo sviluppo della fantasia e l’apertura verso il mondo.

Questo può essere un punto di partenza per far nascere il desiderio della lettura del “libro intero”. Sarebbe bene abituare i ragazzi e le ragazze a leggere il nome dell’autore/dell’autrice ed eventualmente ricercare notizie su di lui/lei e sulle sue opere.

Testi

I testi sono tratti dai seguenti volumi, editi da La Spiga Edizioni:

Annalisa Casali, Re Artù, il cuore e la spada

Gianluca Agnello, I viaggi di Ulisse

Mauro Martini Raccasi, TomTom e i predoni vichinghi

Antol o g i a 217

Re Artù, il cuore e la spada

EXCALIBUR

Re Artù non aveva più una spada perché aveva rotto la sua durante un combattimento.

Merlino e Artù arrivarono sulle rive di un lago lungo e stretto, chiuso tra due alte montagne. L’acqua del lago era così scura che non rifletteva neppure la vegetazione intorno. Il lago era tranquillo ma, a intervalli, un leggero soffio di vento increspava la superficie dell’acqua. Il cielo era nuvoloso e, solo ogni tanto, il sole faceva capolino da dietro le nuvole. Al centro del lago si vedeva un oggetto che brillava quando era colpito dal sole.

– Che cosa c’è laggiù? – chiese Artù.

– Guarda bene.

Il giovane scese da cavallo e si avvicinò alla riva. Fissando quella cosa misteriosa riuscì a distinguere un braccio che usciva dall’acqua. Era un braccio di donna ricoperto da una manica di seta bianca e teneva alta nella mano una spada: era quella che scintillava ogni tanto alla luce del sole.

– Ma è incredibile! Un braccio senza testa e un corpo nel centro del lago!

– Le meraviglie non sono finite – disse Merlino. – Guarda! Lontano, proveniente dall’altra sponda, si avvicinava una fanciulla che camminava direttamente sulla superficie dell’acqua. Era vestita con una tunica azzurra, fermata alla vita da una cintura ricoperta di pietre preziose che brillavano alla luce come la spada. Camminava leggera e sicura verso di loro. – Questo è un prodigio! Chi è quella ragazza? – chiese Artù. – È la Dama del Lago, ma ci sono anche molti altri prodigi e misteri qui. Sotto una grande roccia, nel profondo del lago, esiste un castello meraviglioso con così tante ricchezze che neppure puoi immaginare. È lì che la dama abita. Ora sta venendo da noi. Se glielo chiederai con gentilezza, forse ti regalerà la spada.

La fanciulla arrivò proprio davanti a loro e,

Antol o g i a 218 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

sempre restando sospesa sull’acqua, li salutò: – Buongiorno, Merlino. Buongiorno, mio signore. Tu sei Artù, il figlio di Uter Pendragon, vero?

Artù non si sorprese che la dama conoscesse il suo nome: in quel mondo magico tutto era possibile. Rispose: – Buongiorno, signora. Che spada meravigliosa là in mezzo al lago. Di chi è? È molto bella. Come vorrei poterla avere, perché, vedi, io non ne ho nessuna. Così dicendo, spalancò le braccia come a mostrare che in effetti era completamente disarmato.

– Quella è Excalibur. Significa acciaio tagliato ed è la mia spada. Se tu mi farai un dono quando te lo chiederò, potrai averla.

Artù si affrettò a rispondere: – Sul mio onore, mia signora. Ti darò tutto quello che mi chiederai. – Allora la spada è tua. Sali su quella barca e rema fino al centro del lago. Non temere, quando arriverai, prendi pure la spada, la mano te la consegnerà. Prendi sia la spada che il fodero. Per quanto riguarda il dono, te lo chiederò quando sarà venuto il momento. Detto questo, la dama si dissolse in una cascata di goccioline finissime.

Antol o g i a 219 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Artù seguì scrupolosamente le istruzioni. Prese la barca legata a un ramo di salice e remò fino al centro del lago. Ogni tanto guardava nell’acqua per scorgervi le meraviglie di cui aveva parlato Merlino, ma il lago era troppo profondo e scuro. Arrivò al misterioso braccio, prese con delicatezza la spada con il suo fodero e la mano, dopo aver fatto la consegna, sparì sott’acqua senza lasciare la minima increspatura sulla superficie.

Artù era turbato, non si sentiva molto sicuro su quell’acqua troppo silenziosa e nera e si affrettò a remare verso la riva. Con i suoi vigorosi colpi di remi, il ritorno fu molto più veloce dell’andata. Quando raggiunse la riva, mostrò raggiante la spada a Merlino, poi la estrasse dal fodero. Sulla lama lucida e tagliente si leggeva scritto in eleganti caratteri: Excalibur. – È meravigliosa! – esclamò. – Ti piace più la spada o il fodero? – gli chiese Merlino. Il fodero, che aveva deposto sull’erba, era di cuoio, con incastonate pietre preziose che creavano colorate decorazioni, e aveva una fascetta d’argento alla quale era fissata la cintura con cui si legava alla vita.

– La spada – rispose senza esitazione Artù.

– Il fodero è molto più prezioso. Finché lo porterai non potrai essere ferito. È un fodero magico, tienilo sempre con te. Forza, andiamo ora, torniamo a Camelot. Sulla strada del ritorno passarono davanti a una tenda elegante e Artù chiese a Merlino, che aveva sempre la risposta a tutto: – Di chi è questa tenda lussuosa?

– Ma come? Non la riconosci? È del tuo avversario, Pellinore.

– L’ultima volta che l’ho vista ero leggermente indaffarato a duellare – rispose un po’ risentito Artù. – Non ho potuto osservarla con attenzione! E lui dov’è?

– Si è battuto contro uno dei tuoi cavalieri, Ser Egglame, che però alla fine si è spaventato, ha voltato il cavallo ed è scappato via. Pellinore l’ha inseguito fino a Camelot. Lo incontreremo presto sulla strada del ritorno.

– Bene, ora che ho una spada potrò battermi di nuovo con lui! – esclamò tutto soddisfatto Artù.

– Ragazzo, ragazzo – sospirò Merlino, – queste non sono parole sagge. Ser Pellinore sarà sicuramente stanco per aver duellato e inseguito Ser Egglame fino a Camelot. Che onore ci sarebbe a duellare con un avversario che non è al meglio della forma? Lo batteresti facilmente e non ne otterresti nessuna soddisfazione. Dai retta a me, lascialo passare. In futuro ti renderà grandi servigi e anche i suoi figli ti faranno onore. Non essere così cocciuto.

Antol o g i a 220 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

I viaggi di Ulisse

LA MELA DELLA DISCORDIA

Tutto ebbe inizio per… una mela!

Ma facciamo un passo indietro.

Secondo il mito, tutti gli dèi dell’Olimpo vennero invitati al banchetto di nozze tra Peleo, re di Ftia, e la ninfa Teti. Tutti gli dèi furono invitati, tranne

Eris, la dea della discordia.

Infuriata, la dea decise di vendicarsi e fece cadere sulla tavola nuziale una mela d’oro su cui era scritto: ALLA PIÙ BELLA.

Afrodite, Era e Atena incominciarono a contendersi la preziosa mela e la lite terminò solo quando intervenne Zeus e decise che sarebbe stato un uomo, Paride, figlio di Priamo re di Troia, a stabilire chi fosse degna del pomo.

Era, per essere scelta, promise a Paride che in cambio gli avrebbe dato il dominio sull’Asia.

Atena gli promise la saggezza e l’invincibilità.

Afrodite, invece, gli promise che, se l’avesse fatta vincere, gli avrebbe fatto sposare la donna più bella del mondo: Elena, già moglie di Menelao, re di Sparta.

Paride scelse proprio Afrodite e la dea mantenne la sua promessa: con un incantesimo, fece in modo che la regina di Sparta si innamorasse a prima vista di Paride. Così fu. Elena, incontrato il principe durante una missione diplomatica, fuggì con lui a Troia, in Turchia.

Non appena Menelao lo scoprì, andò su tutte le furie e, deciso a riprendersi Elena, chiese aiuto a tutti i re greci: creò un potentissimo esercito e dichiarò guerra a Troia.

Ulisse, re di Itaca e protagonista di mirabolanti avventure, a dire il vero non aveva nessuna intenzione di partecipare a quella guerra.

Un oracolo gli aveva predetto che, se fosse andato a Troia, non sarebbe riuscito a tornare nella sua isola per venti anni. Egli, credendo a quel presagio, si finse pazzo.

Quando Palamede, messaggero del re Menelao, andò a Itaca, trovò Ulisse intento a seminare sale. Palamede, che ben conosceva l’astuzia del valoroso condottiero, non si fece trarre in inganno e lo mise alla prova: prese il piccolo Telemaco, figlio di Ulisse, e lo posò sul terreno davanti all’aratro.

– Se sei davvero pazzo, passa con l’aratro sul corpo di tuo figlio – disse con aria di sfida. Il re di Itaca non rispose. Armò i suoi uomini e partì per Troia. La guerra iniziò e fu lunga e sanguinosa.

Nonostante la forza dell’esercito greco, i guerrieri troiani furono così valorosi da riuscire a respingere tutti gli attacchi nemici per uno, tre, cinque, dieci anni!

Antol o g i a 221 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

SCILLA E CARIDDI

Terminata la guerra, Ulisse cerca di ritornare in patria, ma mille avventure lo attendono.

Le navi di Ulisse avevano da poco superato il luogo delle Sirene, quando si trovarono di fronte a uno scenario raccapricciante. L’acqua era stretta tra due alte rupi e da un lato c’era una nebbia fittissima sopra un vortice immenso e pauroso: Cariddi.

Sul lato opposto c’era Scilla: un mostro enorme con sembianze di drago. Aveva sei lunghissimi colli che sembravano serpenti e terminavano con feroci e terrorizzanti musi di cane: pareva fatto apposta per attaccare dall’alto gli equipaggi delle navi.

– Svelti, remate verso il vortice! – ordinò Ulisse.

In un batter d’occhio la nave fu inghiottita dalla nebbia e ben presto Ulisse intuì di aver sottovalutato la forza di Cariddi. Il mostro, un pesce enorme simile a una lampreda, aveva un’immensa bocca con la quale cercava di risucchiare la nave.

Attraverso le sue branchie creava onde altissime, che sballottavano la nave e la spingevano verso il centro del vortice per inghiottirla. Non c’era tempo da perdere: se non cambiavano rotta al più presto, il gorgo li avrebbe risucchiati e fatti affondare.

– Il mare è troppo forte – gridò Ulisse.

– Remate verso destra, se Scilla ci attacca lo ucciderò con le mie mani e… Non fece in tempo a finire la frase. Quando quella specie di mostruoso drago intuì che la nave si stava avvicinando, iniziò ad agitare i suoi lunghissimi colli.

Con una velocità impressionante scagliò le sei teste verso l’imbarcazione e con i suoi denti appuntiti afferrò sei compagni. – Nooooo! – urlò impotente il re di Itaca, ma ormai era troppo tardi: le sei bocche del crudele Scilla avevano divorato i suoi compagni. In qualche modo la nave riuscì a scivolare via dallo stretto e, per un pelo, il mostro non riuscì ad afferrare altri uomini. Poi, come per magia, tornò il silenzio. Anche se triste per la perdita dei sei compagni, l’equipaggio tirò un sospiro di sollievo. Nessuno disse una parola, ma tutti in cuor loro pensarono: “Anche questa volta ce l’abbiamo fatta!”.

Antol o g i a 222 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

ITACA, FINALMENTE!

Nel suo lungo peregrinare per mare, Ulisse era approdato su diverse isole. La sua ultima tappa era stata la terra dei Feaci, guidata dal re Alcinoo.

All’alba del giorno seguente, Alcinoo fece preparare la nave che avrebbe condotto Ulisse in patria.

– Alcinoo, io ti ringrazio con tutto il cuore – disse commosso Ulisse.

– Amico caro, il tuo coraggio e la tua storia mi hanno colpito e sono fiero di poterti offrire il mio aiuto.

E proprio mentre si scambiavano queste parole, Ulisse vide arrivare una folla di persone sorridenti.

Le sue gesta avevano fatto il giro del regno, commuovendo i Feaci, che erano venuti per omaggiarlo con cibo e doni di ogni tipo.

Tra di loro c’era anche la regina, che gli portò in regalo una tunica rossa.

Incredulo, Ulisse salì sulla nave e con un grande sorriso li salutò: – Amici, vi ringrazio per la vostra generosità e racconterò al mio popolo della grandezza di Alcinoo e dei Feaci.

I marinai lo fecero accomodare sul letto nella stiva e partirono alla volta di Itaca. Quando arrivarono a destinazione pensarono che fosse meglio non svegliarlo. Così, lo adagiarono sulla spiaggia circondato dai suoi doni.

Ulisse si svegliò dubbioso. Non riusciva a capire dove si trovasse: il porto, la spiaggia, le mura non erano quelle di Itaca o almeno quelle che ricordava. Disperato, si mise a battere i pugni sulla sabbia. “Povero me… sono condannato a non tornare mai più a casa…” pensò.

In quel momento, arrivò un giovane pastore che gli chiese: – Straniero, perché ti disperi?

– Da tempo sto cercando di tornare in patria, ma ogni volta finisco su una terra diversa. Mi puoi dire dove siamo?

– Siamo a Itaca!

Non appena sentì quel nome, il cuo re di Ulisse iniziò a battere più forte, ma senza darlo a vedere commentò:

– Ne ho sentito parlare – e tratte nendo la fortissima emozione, finse indifferenza. – Sai, io sto scappando da Creta.

Sorridendo, il pastore replicò: – Ulisse, la tua astuzia non ti abbandona mai.

– Conosci il mio nome? Sei per caso un dio?

Antol o g i a 223 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

– Sì, sono la dea Atena e sono qui per proteggerti.

– Divina Atena, perdonami, ma con quell’aspetto non ti avevo riconosciuta.

– È un travestimento per non dare nell’occhio. Ulisse, sei in pericolo: i Proci hanno occupato la tua reggia e si stanno contendendo la tua amata sposa Penelope. Un’ira incontrollabile lo assalì e, rosso in volto, iniziò a imprecare: – Maledetti, li ucciderò tutti.

– Stai tranquillo, tua moglie sa difendersi benissimo da sola. Siete fatti l’uno per l’altra: da anni li inganna con la propria astuzia.

– Davvero? In che modo?

– Ha promesso ai Proci che avrebbe scelto il suo sposo tra uno di loro soltanto nel momento in cui il lenzuolo funebre per tuo padre Laerte sarebbe stato finito. Ma quello che tesseva di giorno, lo disfava di notte. Così il lavoro non andava mai avanti.

– Senti senti la mia Penelope… sono fiero di lei.

– Tuttavia, alla fine hanno scoperto il suo inganno e ora è costretta a portare a termine il suo lavoro – replicò la dea.

– Quindi sono arrivato in tempo.

– Sì. Per prima cosa dovrai andare dal tuo vecchio servitore Eumeo, il pastore. Ti ricordi di lui?

– Certamente, è stato il mio più fedele servitore e da sempre custodisce le mie terre e il mio bestiame.

– Bene, recati alla sua stalla e aspetta lì. Io nel frattempo andrò a Sparta a chiamare tuo figlio.

– Telemaco è a Sparta? Perché?

– Da tempo sta andando in visita dai tuoi più fedeli compagni per avere tue notizie. Non si è mai rassegnato all’idea che tu potessi essere morto.

– Atena, non sai quanto mi fa piacere sentire queste parole. Non vedo l’ora di riabbracciarlo!

Antol o g i a 224 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

– Un’ultima cosa Ulisse: con il tuo aspetto sei in pericolo, dobbiamo porvi rimedio – e subito lo toccò con una bacchetta magica trasformandolo in un vecchio mendicante. – Oooh, molto meglio! – concluse soddisfatta. – Ora non ti riconoscerà più nessuno!

Sporco e zoppicante, Ulisse si incamminò verso la dimora di Eumeo. Quando arrivò, rimase stupito dall’ordine e dalla cura con cui erano coltivati i campi e dalla pulizia delle stalle che ospitavano decine di mucche, tori e maiali. Si fermò per un attimo ad ammirare tutto questo. “Anche in mia assenza Eumeo ha fatto davvero un ottimo lavoro, curando con costanza i miei terreni” pensò. All’improvviso, però, alcuni cani uscirono dal recinto e gli si fecero incontro minacciosi.

Erano i suoi cani ma, vestito di quegli stracci, non lo avevano riconosciuto e gli ringhiavano contro inferociti. Subito Eumeo uscì dalla stalla e fischiò per richiamarli. Poi si avvicinò al mendicante e disse: – Perdonali, straniero, ma fanno il loro lavoro.

– Certo, non ci sono problemi.

– Ti prego entra nella mia capanna, voglio offrirti del cibo.

Ulisse lo seguì.

Eumeo gli offrì un bicchiere di vino, pane e frutta, poi gli chiese: – Straniero, hai l’aria stanca, da dove vieni? Da quanto tempo sei lontano da casa?

– Sono scappato da Creta e purtroppo da moltissimo tempo non riesco a tornare a casa. Queste terre sono tue?

– No, sono del mio buon padrone Ulisse.

– Dov’è ora?

– È dovuto andare in guerra e non sai quanto mi manchi. Quando lui era qui, tutti erano felici, ma adesso…

– Chi c’è ora al suo posto?

– I Proci, i giovani e arroganti nobili che da tempo mangiano le bestie del mio padrone e cercano di prendere in sposa sua moglie.

– Qualcuno dovrebbe fargliela pagare, non credi?

– Hai perfettamente ragione, ma qui nessuno è in grado di combatterli.

In quell’istante i cani cominciarono a guaire senza ostilità. Stavano facendo le feste a un ragazzo. Non appena lo riconobbe, Eumeo gli corse incontro e, abbracciandolo come se fosse suo figlio, gli diede il benvenuto: – Bentornato Telemaco!

Ulisse riuscì a stento a trattenere la sua gioia e a non rivelare la sua vera identità. Non poteva credere ai suoi occhi: quell’uomo era il bambino che aveva salutato tanto tempo prima, quando era dovuto partire per Troia.

Antol o g i a 225 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

TomTom e i predoni vichingi

KARIN L ' ORGOGLIOSA

Vacanze estive: in un sito scandinavo di scavi archeologici, a causa di un bizzarro esperimento scientifico, Anna e i suoi amici, TomTom e Kid, subiscono un salto spazio - temporale e si ritrovano al cospetto dei leggendari guerrieri vichinghi.

Mentre fuggivano per mettersi in salvo, Anna, TomTom e Kid non si accorsero di due occhi chiari come acqua di fonte che li osservavano da un po’. Due occhi di ragazza che sembravano divertiti di fronte all’imbranataggine di TomTom. Occhi bellissimi che non avevano paura delle frecce e del fuoco, perché le ragazze vichinghe erano abituate a competere con i maschi della loro età. E le frecce le usava pure lei per cacciare: legate alla cintola aveva un paio di prede per la cena. Sapeva di dover essere prudente: il bosco pullulava di nemici decisi a farla pagare a quelli del suo villaggio per un episodio che li aveva portati a farsi la guerra. Ma, quando vide TomTom sfuggire per un pelo a Snorre, il grande cane di proprietà di suo

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zio Leif-il-peloso, la ragazza si portò una mano alla bocca per il gran ridere. Era esperta della vita, aveva pressappoco la stessa età di quei tre tonti che stava osservando, con la differenza che lei era dovuta crescere molto più in fretta di loro, tra mille avversità.

E, all’improvviso, il suo viso si fece serio. Era abituata a non sottovalutare il pericolo: un errore nella Scandinavia del X secolo si pagava caro. Una gamba rotta, una brutta frattura, una ferita infetta, spesso volevano dire un viaggio nell’Aldilà, nel loro paradiso chiamato Valhalla, tra le braccia delle Valchirie e del dio supremo, Odino.

Quei tre ragazzi sconosciuti stavano correndo proprio verso di lei e, quel che era peggio, si stavano tirando dietro un branco di inseguitori arrabbiatissimi.

Lo stesso gruppo di attaccanti che aveva scagliato le frecce incendiarie. Li riconosceva dai tatuaggi e dalle incisioni con le Rune su elmi e scudi: erano degli Gjoll (che significava Gli Urlanti), il clan del villaggio vicino, da pochi giorni in lotta contro di loro.

Lo stesso Wulfric-grande-assai, il capo del villaggio della ragazza, aveva guidato, appena il giorno prima, un’incursione di guerrieri Hlokk (il clan in cui viveva la ragazza e che significava I Risonanti) contro le navi dei Gjoll, incendiandole.

Ora la ragazza si stava irritando. Quei tre starnazzavano come oche e si erano tirati dietro un bel po’ di Gjoll molto arrabbiati. Si arrampicò su un ramo alto e attese.

Non ci volle molto. Sotto di lei passò di corsa Kid, urlando, che teneva per mano Anna, che teneva per mano TomTom. Il guerriero che li inseguiva passò ghignando proprio sotto l’albero dove stava seduta la ragazza: l’uomo sentiva di avere in pugno le prede.

Lei alzò i piedi che tenevano piegato all’indietro un ramo basso e lo lasciò andare proprio sulla faccia del guerriero grasso, barbuto e puzzolente che stava per raggiungere i ragazzi. Si udì il cozzare del legno contro il naso dell’uomo, che rimbalzò all’indietro per il contraccolpo, a cui seguì un gemito di dolore; poi, la ragazza si lasciò cadere direttamente sulla cassa toracica del guerriero steso a terra.

Tutto il fiato gli uscì in un sibilo da teiera e lei lo tramortì dandogli un colpo in fronte con un pezzo di legno. Risultato: naso rotto e bernoccolo da primato.

La ragazza si rialzò, snella e agile come chi è abituato a fare certe cose fin da bambino; osservò per un attimo la sua vittima priva di sensi, sorrise soddisfatta e partì alla rincorsa dei tre impacciati fuggiaschi.

Troppo tardi. Giunse alle loro spalle quando erano già accerchiati dai Gjoll. – Ma sono tre nanerottoli con il moccio al naso! – Olaf-cinque-pance era il loro re e quindi aveva il diritto di parlare per primo. – Tutta questa fatica per così poco! – ruggì minaccioso reggendo il manico della lunga scure. – Che ne dite amici… Mi rovino la buona reputazione con le mie ammiratrici se affetto tre mocciosi? – e alzò l’arma.

– Tu non hai nessuna buona reputazione da difendere, Olaf… – gracchiò il suo capitano. – Ne hai una pessima!

Gli altri Gjoll sputacchiarono e risero in modo sgangherato.

Di colpo si fece silenzio. Olaf-cinque-pance non aveva gradito la battuta.

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– Questo qui è arrabbiato seriamente! – TomTom schivò il colpo d’ascia riservato proprio a lui. Avevano armi tanto possenti quanto pesanti. Evitare i colpi era fattibile, sperando che le braccia dell’attaccante si stancassero presto, ma sarebbe stato impossibile sopravvivere se solo uno andava a segno.

Ma la ragazza non si era persa d’animo, aveva continuato a correre. Di slancio fece una capriola e colpì dietro le gambe un primo guerriero, che cadde a terra, poi si lasciò rotolare e finì la sua corsa dietro le ginocchia di un altro nemico, che rovinò al suolo impacciato dalle pesanti armi. I Gjoll si stavano ancora chiedendo chi fosse quel furetto rotolante, mentre lei si era già rialzata e, sempre correndo, aveva esortato i tre amici a fuggire, passando nello spazio che, proprio grazie a lei, si era creato in quell’accerchiamento.

Teneva per mano TomTom e correvano tutti a perdifiato verso una gola rocciosa.

Correndo come un forsennato, con il cuore in gola, il ragazzo poteva scorgere solo l’ondeggiare dei lunghi capelli biondi, legati a treccia, che oscillavano sull’arco da caccia messo a tracolla.

Inciampava con le sue scarpe da ginnastica tutte sbrindellate ed era preoccupato per Anna, così continuava a voltarsi scorgendola correre, insieme a Kid, tra un ostacolo e l’altro della foresta. Le voci accanite degli inseguitori erano pericolosamente ancora troppo vicine.

Piano piano un rombo, prima ovattato, poi sempre più possente, divenne un frastuono immane. “Una cascata!” pensò TomTom. “E che cascata! Deve essere larga almeno trenta passi e alta il doppio”. Non aveva più fiato, ma la ragazza non accennò a fermarsi, proseguendo verso quella barriera liquida. “Non vorrà tuffarsi, spero!”. Nemmeno il tempo di pensarlo e lei continuò su un cammino di roccia, che in apparenza finiva contro il fianco della cascata. Lei li guidò attraverso quella barriera, raggiungendo un luogo asciutto e, al momento, sicuro.

La sconosciuta perlustrò lo spazio dentro a quel nascondiglio e, quando fu sicura che fosse sgombro da pericoli, si avvicinò ai tre bislacchi stranieri in visita a quelle terre. Non aveva ancora pronunciato una parola. Fu allora che, con le spalle rivolte alla cascata, andò loro vicino. E, in quel momento, tutti videro in faccia Karin-l’orgogliosa: era una bellezza mozzafiato!

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RITORNO A CASA

Intanto nel campo di scavi archeologici la scienziata Rethel continuava nei suoi tentativi di far funzionare il “wormhole” (buco del verme), meccanismo che avrebbe dovuto riportare indietro nel tempo i ragazzi.

I tre amici manifestarono di nuovo quel fenomeno luminescente, questa volta forte e deciso. – Forza! Siamo in tempo per il pranzo alla mensa da campo! – Kid esultò, mentre si smaterializzava davanti ai vichinghi.

– Stiamo per partireeeeeeeeeeeee… – la voce scemò, mentre venivano risucchiati in un’altra dimensione attraverso il wormhole che Rethel era riuscita a ricreare. Anna e Kid urlavano come su un ottovolante. TomTom tenne fin che poté gli occhi fissi su Karin, che piangeva. Poi, nella radura del X secolo, più niente.

– Ancora fango! – TomTom cominciava ad averne abbastanza perché dopo un salto dimensionale attraverso il famoso buco del verme, non erano riemersi su un bel giaciglio pulito e comodo, ma in mezzo al fango di una porcilaia. Tutt’intorno le tipiche case vichinghe, ma di un villaggio sconosciuto. All’interno alcune donne tessevano a mano un arazzo, mentre altre pulivano la lana, prendendola pazientemente da grossi tini di legno grezzo. A mezz’aria l’immancabile puzzo di cavoli bolliti e lo starnazzare di grosse oche grigie.

Al centro del villaggio un’enorme tavolata: anche loro si preparavano al banchetto della Festa di Mezza Estate.

– Oooooh nooooooooooo! Questo è un altro villaggio vichingo. Ci siamo solo spostati nello spazio e non nel tempo. Siamo rimasti intrappolati nel passato. Rethel deve avere sbagliato i calcoli un’altra volta!

– E adesso chi lo spiega a mio padre? –chiese Anna, con la voce incrinata dal pianto.

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– Rischiamo di passare il resto della nostra vita in un’altra epoca e tu ti preoccupi della ramanzina di tuo padre?

Seduti in mezzo ai porci, non osavano rialzarsi. Kid notò un ragazzino biondo che passò davanti a loro correndo. Rise vedendoli in mezzo ai maiali, ma tirò dritto, nascondendosi dietro una quercia. Poi Kid si fece più attento e il cicalino elettronico che udì gli fece accapponare la pelle per la contentezza. Si alzò in un lampo-secondo e prese a correre verso il bambino che, vedendo arrivare il ragazzo a passo di carica, se la stava dando a gambe in mezzo al mar giallo di uno sterminato campo di fiori di colza.

– Aspetta! Accidenti a te! Aspettami! – gridava Kid.

Anna non si mosse e non disse niente. TomTom fece lo stesso. Ma, mentre Kid tornava sui suoi passi portandosi dietro a forza il bambino biondo, TomTom alzò gli occhi al cielo e vide ciò che mai si sarebbe aspettato: un aereo con una striscia bianca nell’azzurro sconfinato.

Stava per urlare quando Kid spinse avanti il bambino: – Forza, campione! Fai vedere ai miei amici che cos’hai in tasca!

Riluttante, temendo di essere punito perché in quella comunità non si potevano introdurre oggetti simili, mostrò un videogame nel palmo della mano. – È un villaggio ricostruito, capite? Kid allargò le braccia.

– Ne sei sicuro?

– Te lo dimostro – e strattonò il bambino. – Ehi tu, piccoletto, prova a parlare! L’altro si lamentò nella sua lingua, senza che i tre capissero nulla. – Visto? – Kid era su di giri. – Non li capiamo, quindi questa lingua non è scandinavo antico, ma moderno! Ce l’abbiamo fatta. Siamo nel presente!

– Ehi, voi! – li raggiunse la voce arrabbiata di un adulto che si avvicinava parlando in inglese. – È vietato l’uso di materiale elettronico qui! Abbiamo faticato tanto per ricostruirlo com’era nel X secolo a beneficio dei turisti… Cercate di non rovinarci l’opera. Siete con il dottor Scott, agli scavi?

Anna annuì, senza la forza di parlare.

– Bene, allora vi accompagno in macchina: non voglio intrusi qui senza autorizzazione!

TomTom si rilassò: – Mai sentito frase più bella negli ultimi undici secoli!

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Rubriche valutative

La rubrica valutativa è un prospetto che serve a descrivere in modo oggettivo la valutazione dei risultati del processo di apprendimento e di prestazione di ogni alunno/a.

Lo scopo ultimo, oltre alla rilevazione delle conoscenze, abilità e relative competenze, è quello progettuale e orientativo. La rubrica serve ad avere un quadro generale del livello raggiunto da ogni singolo/a alunno/a e dalla classe nel suo insieme e quindi a modulare programmazione e interventi sulle necessità reali degli allievi e delle allieve.

La rubrica può essere condivisa con gli alunni e le alunne e diventare uno strumento metacognitivo di autovalutazione. La rubrica offre una scala di livelli in base ai quali può essere garantita l’oggettività. Nulla però impedisce di considerare il percorso personale di ogni alunno/a e di inserire elementi che tengano conto della personalità e delle caratteristiche di ognuno/a.

Al momento della pubblicazione della presente Guida non sono ancora state diffuse le linee guida sulla nuova valutazione. Non appena possibile, le seguenti tabelle verranno aggiornate e rese disponibili sul sito del Gruppo Editoriale ELi.

LIVELLI

E INDICATORI ESPLICATIVI

Livello Voto

Avanzato

Intermedio

Base

L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.

In via di prima acquisizione L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.

ASCOLTARE E PARLARE

Comprende in modo corretto, esauriente e approfondito messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto, completo, approfondito e originale.

Comprende in modo corretto ed esauriente messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto, coerente e appropriato.

Comprende in modo essenziale messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo corretto e abbastanza appropriato e pertinente.

Comprende solo se guidato/a messaggi verbali. Si esprime oralmente in modo poco chiaro, non rispettando l’argomento di conversazione.

Livello

avanzato

intermedio

base

in via di prima acquisizione

Rubri c h e valuta t i ve 231

LETTURA AUTONOMA

Livello

Legge speditamente e con intonazione. avanzato

Legge correttamente e con intonazione. intermedio

Legge correttamente. base

Legge lentamente. in via di prima acquisizione

LEGGERE E COMPRENDERE

Livello

Legge in modo corretto, scorrevole ed espressivo utilizzando strategie di lettura funzionali allo scopo. Comprende in modo immediato l’argomento. Fa inferenze. Esprime valutazioni critiche e opera collegamenti. avanzato

Legge in modo corretto, scorrevole ed espressivo. Comprende e trae informazioni in modo completo e autonomo. Fa semplici inferenze. intermedio

Legge in modo abbastanza corretto, abbastanza scorrevole ed espressivo. Comprende in modo essenziale ma complessivamente adeguato. Se guidato/a, fa semplici inferenze. base

Legge meccanicamente. Comprende solo le informazioni esplicite più semplici di un testo.

LEGGERE E RIASSUMERE

in via di prima acquisizione

Livello

Divide un brano in sequenze; in ognuna individua l’informazione principale e la riporta in forma di frase chiave. Collega le frasi chiave per stendere un riassunto. avanzato

Divide un brano in sequenze; in ognuna individua l’informazione principale e la riporta in forma di frase chiave. intermedio

Divide un brano in sequenze e in ognuna individua l’informazione principale. base

Fatica a individuare anche le sequenze principali.

in via di prima acquisizione

Rubri c h e valuta t i ve 232

SCRITTURA AUTONOMA Livello

Scrive un testo utilizzando frasi complete e ricche, ortograficamente e sintatticamente corrette. avanzato

Scrive un testo utilizzando frasi strutturate senza errori di ortografia. intermedio

Scrive un testo utilizzando frasi sufficientemente strutturate con pochi errori di ortografia. base

Scrive un testo utilizzando frasi poco strutturate, ortograficamente poco corrette.

in via di prima acquisizione

RIFLESSIONE SULLA LINGUA Livello

Analizza le categorie della grammatica esplicita in modo corretto, completo e approfondito. Riflette sulla funzione delle parole all’interno della frase. Individua i principali elementi sintattici in frasi complesse. avanzato

Analizza le categorie della grammatica esplicita in modo corretto, completo. Individua i principali elementi sintattici anche in frasi complesse. intermedio

Analizza le principali categorie della grammatica esplicita in modo corretto. Individua gli elementi della frase minima. base

Analizza le principali categorie della grammatica esplicita solo se guidato/a. Individua gli elementi della frase minima solo se guidato/a.

in via di prima acquisizione

Rubri c h e valuta t i ve 233
Rubri c h e valuta t i ve 234 VALUTAZIONE COMPLESSIVA ALUNNO/A Ascoltare e parlare Leggere Comprendere Riassumere Scrivere Riflettere sulla lingua Livello complessivo ANNOTAZIONI

CompitiREALTÀ di

235

Che cos’è un compito di realtà

La proposta di Missione

Compiuta! PLUS

L’occorrente per questi compiti di realtà

Il compito di realtà

Il compito di realtà è uno strumento utile per consolidare le competenze in situazioni reali e informali.

Con il compito di realtà gli alunni e le alunne sono invitati a risolvere una problematica nuova, decontestualizzata dalle richieste più o meno formalizzate delle esercitazioni di routine.

Devono utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite trasferendo le procedure in ambiti diversi.

Per realizzare il compito di realtà gli alunni e le alunne devono partire dalle competenze che afferiscono anche a discipline diverse.

Il compito di realtà incrementa la motivazione ad apprendere perché attraverso la partecipazione attiva gli alunni e le alunne “vedono” che i loro sforzi si possono tradurre in un “prodotto”.

I l compito di realtà che proponiamo in questa Guida è RADIO SCHOOL : la radio di classe. I bambini e le bambine si succederanno come speaker e come esperti/e per le trasmissioni che possono anche avere una scadenza durante il corso dell’anno: una volta al mese, una a trimestre…

Per svolgere al meglio il percorso proposto è necessario dotarsi di:

• un microfono, anche non funzionante, da posizionare sulla consolle di trasmissione (per rendere più realistica la situazione);

• un leggio, per posizionare i fogli del copione;

• una bacheca (per comunicare le attività della “radio”).

CompitiREALTÀ di 236

Nome e cognome

La bacheca

Data

La bacheca è il pannello sul quale vengono esposti gli avvisi. Sicuramente ce ne sono anche nella vostra scuola.

Preparate la bacheca della vostra radio da appendere dentro l’aula o fuori, se volete dimostrare… quanto siete creativi!

Procuratevi tappi di sughero in quantità sufficiente per fare un bel pannello. Incollate i tappi su un supporto di cartone spesso o su del legno compensato. Sul bordo superiore applicate, con spilli con la capocchia colorata, la “testata” della vostra radio.

RADIO SCHOOL

(mettete il nome che avete scelto per la vostra radio).

Ogni volta che farete una trasmissione, appuntate alla bacheca un avviso con scritto: titolo della trasmissione; giorno e ora; argomento trattato; autori; speaker.

RCompiti EALTÀ di 237
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Nome e cognome Data

Gara di dizione

Un bravo speaker o una brava speaker deve avere una pronuncia quasi perfetta e allora… organizzate un quiz di dizione!

Nella locandina troverete alcune frasi da far leggere ai/alle concorrenti che parteciperanno al vostro quiz.

Preparate il volantino da affiggere sulla bacheca.

Ritagliate la parte illustrata.

Colorate i disegni.

Completate il volantino.

Preparate un foglio per le iscrizioni al quiz.

Scegliete chi presenta, che dovrà imparare le seguenti battute di presentazione del quiz:

– Benvenuti e benvenute al quiz che metterà alla prova la vostra dizione.

– Dovrete leggere a voce alta le frasi.

– Avete a disposizione un solo tentativo.

– Per ogni frase letta in modo corretto, verrà assegnato un punto.

Nel riquadro troverete le frasi che i concorrenti o le concorrenti dovranno leggere a voce alta.

Oggi capitàno / càpitano tutte a me!

Il capitàno / càpitano della nave diede ordine di levare l’ àncora / ancòra per salpare.

Ma non è àncora / ancòra ora di fare ricreazione?

Sei ancora a letto? Vèstiti / Vestìti siamo in ritardo!

Alla festa nel castello arrivarono tutti i princìpi/ prìncipi del regno.

Nella vetrina della gioielleria c’era un anello con un grande rubìno/rùbino rosso.

Vieni qui subìto/sùbito.

Ho subìto/sùbito un’ingiustizia: la Befana mi ha portato il carbone… sì, ma dolce! GIORNO

CompitiREALTÀ di 238
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.................... ORE .............
Spettacolare quiz
.................................................................. .................................................................. ..................................................................
“IL GIUSTO ACCENTO” Partecipanti:

Nome e cognome

Data

L’angolo della letteratura

Quanti sono gli audiolibri in circolazione? Beh, perché non trasmettere dalla vostra radio la lettura di un brano tratto da un libro? Potrebbe diventare una consuetudine e potreste leggere tutto il libro o brani di tipologia differente.

Ma occorre pubblicizzare l’iniziativa!

Preparate il volantino da affiggere sulla bacheca.

Ritagliate la parte illustrata.

Colorate i disegni.

Completate il volantino scegliendo il brano che intendete leggere.

Lettura di un brano tratto dal libro

Autore /Autrice

La lettura del brano è stata proposta da Speaker Chi

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.............................................. ORE ......................
GIORNO
like!
vuole può mettere i

Nome e cognome Data

Teatro sulle onde radio

C’erano una volta… le rappresentazioni teatrali trasmesse per radio!

Per radio? Sì, la TV non c’era, dunque la scena si poteva solo immaginare!

Riproponete quell’atmosfera!

Ecco la pièce (come dicono i Francesi!), cioè il “pezzo”, che dovrete rappresentare.

Ma il lavoro non finisce qui.

Sono due le compagnie teatrali che portano in tournée la pièce.

Quindi il cast, cioè l’insieme degli attori e delle attrici, sarà doppio, uno per ogni compagnia, e le trasmissioni saranno in due momenti differenti.

Ecco il testo che dovrete imparare a recitare. Leggetelo insieme più volte, così da coglierne bene tutti gli aspetti.

NAUFRAGHI

Narratore

Una zattera male in arnese, fornita di albero e di una vela di fortuna, naviga da tempo. Su questa zattera ci sono sei naufraghi con le vesti a brandelli. Sono quattro uomini e due donne: uno sta al timone, altri due ai remi e il quarto cerca di pescare; le donne badano alla vela e ogni tanto scrutano l’orizzonte. La situazione è preoccupante! Per quanto potranno resistere ancora?

Sottofondo con rumore del mare, vento ecc.

Naufrago al remo destro (smettendo di remare)

Non ce la faremo mai, questo ammasso di tavole non potrà resistere per tanto tempo.

Naufrago al timone

La zattera è solida e il mare si mantiene calmo.

Rumore del mare

Naufrago al remo sinistro

Non è la zattera il nostro problema, ma il cibo e l’acqua.

Naufrago al timone

Le provviste dureranno ancora una settimana e in una settimana possono accadere tante cose.

Naufrago al remo destro (ironico)

Che cos’altro può succedere? Ci spieghi meglio… capitano!

Rumore del vento

Naufrago al timone

Innanzitutto, potremmo incrociare una nave.

Naufrago al remo sinistro

Prima moriremo di fame e di sete.

CompitiREALTÀ di 240
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Naufrago al timone

Oppure sbarcare. La costa non dovrebbe essere lontana.

Rumore del mare e del vento insieme

Naufrago al remo destro

Ci sono rimaste solo due scatole di biscotti e tre bottiglie di acqua.

Prima donna

Lei pensa sempre a mangiare, signor rematore?

Naufrago al remo sinistro

Sì, signora, specialmente quando sono in mezzo all’oceano con due pacchi di biscotti da dividere.

Seconda donna

Perché, non li vorrebbe dividere? Sarebbe capace di tenerseli tutti per sé?

Naufrago al remo sinistro

Non ho detto questo, ma trenta biscottini non sono una grande provvista.

Rumore del mare

Naufrago pescatore

Terra! Terra!

Naufrago al remo destro

(allarmato) Sta entrando acqua, guardate qui, sta entrando acqua!

Naufrago al remo sinistro

Le provviste, mettiamo al riparo le provviste! (si alza e appende i biscotti all’albero)

Naufrago al timone

Non c’è nessun pericolo, si è rotta una bottiglia, è solo l’acqua di una bottiglia.

Naufrago al remo sinistro

Allora ne sono rimaste solo due! Oh, poveri noi! E lei dice che non c’è nessun pericolo.

Rumore del mare e del vento insieme

Naufrago pescatore

Terra! Terra!

Naufrago al timone

Terra! Laggiù!

Prima donna

È vero, si vedono le palme (sul telo bianco appare lontanissima l’ombra di un’isola tropicale che gradualmente ingrandisce).

Tutti

Evviva! Siamo salvi! Terra! Terra! Terra!

C. Leoni - D. Barbonetti, Le uova del re, Edizioni Era Nuova

RCompiti EALTÀ di 241 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Preparate la rappresentazione.

Scegliete:

sei “attori”/“attrici” che interpretino i personaggi; un narratore/una narratrice che legga la parte per far immaginare la scena; due rumoristi/e: uno/a farà il rumore del mare, l’altro/a il soffio del vento; un/una regista: deve avere in mano il copione per suggerire ai diversi personaggi quando devono intervenire.

Ogni compagnia (cioè l’insieme di attori/attrici) deve scegliere il suo nome.

E ora… preparate le locandine inserendo le informazioni.

Il giorno …………………………….. Alle ore ……………………………..

La compagnia teatrale presenta

“NAUFRAGHI”

Di Claudio Leoni, Domenico Barbonetti

Personaggi e interpreti

Primo naufrago:

Secondo naufrago:

Terzo naufrago: ........................................................................................

Prima donna: ..............................................................................................

Seconda donna:

Naufrago pescatore:

Rumoristi

Mare:

Vento: .............................................................................................................

Regia :

CompitiREALTÀ di 242 © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Nome e cognome

Fitness sulle onde radio

Data

Ora è la volta della trasmissione radio sulla salute. Leggete prima i testi che dovranno essere pronunciati dagli/dalle speaker e iniziate a capire come svolgere gli esercizi.

Speaker

Per stare in forma, niente di meglio di un po’ di esercizio fisico.

Farà bene anche al buonumore, perché vi divertirete certamente!

Seguite i nostri consigli e, come al solito…

Mens sana in corpore sano (se il corpo è sano, la mente sarà… sanissima)!

Secondo/a personal trainer

Stretching della farfalla

Primo/a personal trainer

Camminare come un ragno

Tenete le gambe bene aperte e le ginocchia un po’ piegate.

Piegate il busto in avanti fino a quando riuscirete a toccare il pavimento con le mani.

E ora, cominciate a camminare. Fate 10 passi. Poi fermatevi. Tutti i vostri muscoli lavorano: soprattutto quelli delle gambe, delle braccia e della schiena.

Alzatevi in piedi e stiratevi ben bene: tendete le braccia in alto sulla vostra testa, più che potete. Poi, se non siete stanchi, si ricomincia!

Sedetevi per terra, con le gambe piegate.

Unite i piedi il più possibile vicino al corpo.

Le gambe rimarranno divaricate verso l’esterno.

Piano piano, senza sforzare troppo, cercate di avvicinare le ginocchia al pavimento.

Rimanete in questa posizione per 10 secondi.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10… Alt!

Alzatevi, fate tre saltelli e poi, ricominciate!

RCompiti EALTÀ di 243
© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi

Terzo/a personal trainer

Come una tartaruga

Mettetevi in ginocchio. Chiudete gli occhi e immaginate di essere su una spiaggia o in un prato.

Piegatevi dolcemente fino ad appoggiare la pancia e il petto sulle gambe rannicchiate.

Nascondete bene la testa tra le braccia strette

Appoggiate la fronte a terra.

Ora allungate le braccia.

Cercate di spingere in avanti le dita delle mani per stirare un po’ la schiena, come farebbe una tartaruga che prova a camminare.

Rilassatevi e ascoltate i rumori intorno a voi: fate un bel respiro profondo, trattenete l’aria e soffiatela fuori piano, ancora una volta.

Restate un po’ nella posizione della tartaruga prima di rimettervi in piedi lentamente.

Preparate la vostra lezione di fitness.

Come al solito, scegliete: uno/una speaker per la presentazione; tre personal trainer che fanno eseguire gli esercizi. Attenzione al ritmo: dovete pensare che i vostri compagni e le vostre compagne eseguono realmente gli esercizi; una musica rilassante da mettere come sottofondo: il rumore del mare calmo, lo scorrere dell’acqua di un ruscello, il vento leggero…

I VOSTRI E LE VOSTRE PERSONAL TRAINER

VI ASPETTANO PER UNA NUOVA

LEZIONE DI FITNESS

Quando?

A che ora ?

IL PROGRAMMA

Camminare come un ragno

Personal trainer ………………………………..

Stretching della farfalla

Personal trainer ………………………………..

Come una tartaruga

Personal trainer ………………………………..

CompitiREALTÀ di

LOGICA LINGUIS T I CA

Il vero banco di prova per verificare se siamo stati/e in grado di “tessere bene” conoscenze e abilità. Un percorso per sviluppare capacità logiche esportabili in tutte le discipline. Le attività proposte in ogni unità sono collegate da un filo conduttore presentato in forma di narrazione.

Coding della didattica

Primo e secondo step:

• osservare e dedurre;

• giocare con le parole;

• giocare con i testi.

245

Coding

Lo sviluppo intellettivo nella Scuola Primaria

La crescita intellettiva attraversa fasi che procedono di pari passo con la crescita fisica.

Come per un equilibrato e costante sviluppo fisico sono indispensabili stimoli che si possono identificare in una corretta alimentazione, in un’adeguata attività fisica e in un ambiente salubre, così, per una crescita intellettiva che diventi un efficace strumento per capire la realtà e permetta di agire su di essa, sono altrettanto indispensabili stimoli diversificati e costanti.

Nel suo percorso di sviluppo il bambino/la bambina compie progressi intellettivi che gli/le consentono di acquisire conoscenze e abilità nuove.

Ma la conoscenza non è la semplice registrazione degli eventi che capitano, delle situazioni in cui si vive; essa è soprattutto un processo continuo che scaturisce dall’interazione del bambino e della bambina con l’ambiente che li circonda. Per questo, più l’ambiente sarà ricco di stimoli diversificati, più la conoscenza sarà attiva, cioè capace di diventare competenza che favorisca una strategia di apprendimento.

L’ interazione con la realtà circostante, che è la base dell’attività intellettiva e dello sviluppo, si concretizza nella tendenza all’adattamento e all’organizzazione.

L’ adattamento si realizza attraverso due processi complementari tra loro: l’ assimilazione , che consente al bambino e alla bambina di strutturare ciò che gli/le proviene dall’esterno attribuendogli un significato, e l’ accomodamento , che è la capacità di modificare i dati esterni per renderli funzionali agli schemi conoscitivi che via via si costruiscono. In un secondo momento interviene l’ organizzazione , che permette di coordinare tutti gli schemi gradualmente acquisiti.

È proprio nei bambini e nelle bambine della Scuola Primaria che si potenziano e sviluppano questi processi mentali che andranno a formare le basi delle strategie di apprendimento. È questa strutturazione del pensiero che va favorita nella Scuola Primaria attraverso giochi logici di vario tipo, che abituino il bambino e la bamina ad avere attitudini progettuali per la costruzione di nuove conoscenze e a sviluppare la capacità di modificare la realtà dopo aver imparato a osservarla e ad agire su di essa in modo consapevole.

Secondo Max Wertheimer, uno dei maggiori psicologi contemporanei, il pensiero produttivo non procede per prove ed errori, ma escogita altre soluzioni: prende in considerazione i dati a disposizione, li esamina, li confronta, li mette in relazione e con essi scopre le soluzioni al problema.

Questa modalità di procedere del pensiero è la logica che, dunque, fonda la conoscenza

Habitus mentale

Le abilità mentali che vanno conseguite sono quelle di saper osservare, descrivere, rappresentare, interpretare, simulare, modellizzare, fare collegamenti.

Le persone adulte hanno il compito di stimolare il bambino e la bambina all’osservazione per cogliere le analogie e le differenze e per porre in relazione oggetti. Fondamentale è anche la manipolazione concettuale della realtà perché essa permette di generalizzare, di costruire collegamenti, di imparare ad astrarre.

Da tutto ciò si evince che un apprendimento che sia solo registrazione di eventi o di nozioni non è adatto a formare un percorso intellettivo personale, cioè che si modella sulla propria struttura mentale e che consente di avere strumenti per conoscere, manipolare e modificare la realtà in modo proficuo.

246 LOGICA LINGU I STICA

Logica linguistica

La logica: un mezzo, non un fine

La logica permette non solo di apprendere, ma anche di manifestare e applicare le proprie conoscenze esportandole in ambiti diversi, perciò è fondamentale per ogni disciplina. Attraverso la logica, le conoscenze si trasformano in competenze e le abilità si consolidano. Un bambino o una bambina capace di osservare sarà in grado di rilevare analogie e differenze in ciò che osserva e riuscirà a comprendere la regola generale che sottende a un fenomeno. Per questo la logica non può rappresentare un fine da raggiungere, ma un mezzo per sviluppare capacità esportabili in tutte le discipline

Ma se alcuni processi di conoscenza sono, per così dire, naturali, la possibilità di svilupparli deve essere indotta attraverso proposte che facciano acquisire strategie per costruire un apprendimento significativo. Da qui la necessità di trovare stimoli nuovi che consentano di tracciare un percorso atto a formare nel bambino e nella bambina il pensiero divergente che, oltre ad essere creativo, risulterà anche idoneo ad affinare le capacità logiche.

Perché un percorso di logica linguistica?

La capacità di trovare convergenze e divergenze per affrontare in modo diverso uno stesso apprendimento è analoga in tutti gli ambiti della conoscenza, ma, poiché i contenuti delle discipline sono differenti, divergono le modalità di applicazione.

Il ragionamento deduttivo segue un procedimento preciso; si applica nello stesso modo sia in italiano sia in matematica, ma differisce il contenuto, per cui, apparentemente, può apparire diverso.

Da qui la necessità di offrire uno strumento didattico specifico che favorisca l’applicazione delle capacità logiche in campo strettamente linguistico, ma con modalità che consentano di formare un habitus mentale.

Per riuscire a mettere ordine nelle conoscenze occorre essere padroni del codice che sottende alla disciplina stessa. Perciò i giochi linguistici e logici proposti in questo testo portano, gradatamente, il bambino a riflettere sullo strumento “lingua”, per coglierne gli usi e i significati.

Codice linguistico

Il possesso sicuro del codice linguistico porta il bambino e la bambina a organizzare meglio il proprio pensiero e li mette in grado di capire la struttura della parola, della frase, della narrazione. In questo percorso, attraverso “giochi” di osservazione, di manipolazione di parole, si vuole offrire una modalità di approccio alla lingua che sia soprattutto riflessione sulla parola inserita in un contesto, sia esso iconico o scritto.

Nello stesso modo la capacità di comprendere un testo non è considerata solo nella capacità di capire ciò che è palesemente raccontato, ma è un invito ad andare oltre la frase per arrivare a fare inferenze che consentano una comprensione più profonda e più adatta a formare schemi mentali esportabili.

Tutte le situazioni proposte scaturiscono da storie graduate per complessità e difficoltà che inducono il bambino e la bambina ad analizzare la situazione, cercando di comprendere i nessi e, se necessario, trovare una soluzione o, comunque, il modo più coerente per intervenire nella situazione e rappresentare ciò che in essa è contenuto al di là di quanto si può evincere dalla semplice lettura.

La finalità delle attività è quella di conseguire una capacità di elaborazione del pensiero che consenta di acquisire una metodologia di apprendimento spendibile in ambiti diversi.

247 LOGICA LINGU I STICA

Unità di Apprendimento

Le indicazioni per il curricolo

Nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo i riferimenti all’acquisizione di un pensiero logico sono contenuti trasversalmente in tutte le discipline poiché l’educazione logica non può essere oggetto di un insegnamento a se stante, ma deve permeare tutto l’insegnamento.

Riportiamo dunque solo alcuni brani che possano meglio rendere evidente l’attenzione data allo sviluppo della logica.

“La Scuola Primaria… si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti delle discipline, permette di esercitare differenti potenziali di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico”.

In particolare, nel capitolo dedicato a “comunicazione, lingua, cultura”, le Indicazioni riportano, sin dalla Scuola dell’Infanzia, questi consigli: “La lingua diventa via via uno strumento con il quale giocare ed esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati; sul quale riflettere per comprenderne il funzionamento, attraverso il quale raccontare e dialogare, pensare logicamente, approfondire le conoscenze…”.

La metodologia

Questo percorso è costituito da due serie di unità dedicate alla logica linguistica, strutturate su due livelli di difficoltà.

All’inizio di ogni serie di unità l’insegnante troverà alcune indicazioni metodologiche per realizzare meglio il lavoro proposto.

In tutti i casi i concetti logici sono introdotti gradualmente attraverso giochi che tengono conto sia delle conoscenze pregresse dei bambini e delle bambine sia della realtà in cui vivono, ma che stimolano anche il mondo della fantasia, che è parte integrante della loro realtà in età scolare.

Gli esercizi sono sempre inseriti in un contesto narrativo per indurre il bambino e la bambina a viverlo come “situazione”. Le proposte didattiche non sono accompagnate da una consegna precisa, perché il bambino e la bambina deveono imparare ad attivare capacità interpretative più che di semplice comprensione: deveono essere invitati a osservare il contesto in cui si muove il protagonista e a svolgere le sue stesse azioni, a entrare, quindi, nella situazione rappresentata.

La mancanza di una consegna di lavoro precisa invita il bambino e la bambina ad attivare maggiormente le loro capacità di decodificazione della realtà, comprensione del problema e scelta della risposta.

Nel proporre il lavoro, l’insegnante terrà ben presente che alcuni esercizi non sono facili e potrebbe succedere che alcuni alunni e alcune alunne, se non sono abituati a risolvere quesiti logici, non riescano a comprendere il lavoro richiesto o non siano in grado di rispondere alle richieste, sviluppando atteggiamenti di delusione e di sfiducia in se stessi/e. Nel caso in cui qualche bambino/a dovesse presentare difficoltà nell’individuare il compito da svolgere, l’insegnante lo/la inviterà a osservare e a leggere con maggiore attenzione, poi porrà delle domande stimolo atte a far comprendere la consegna. È bene che l’insegnante abbia un ruolo “discreto” di aiuto e di stimolo.

Difficoltà e disagio possono essere evitati facilmente sottoponendo esercizi graduati. È bene spiegare alla classe che è importante anche solo provare a misurarsi con proposte differenti. Il fine non è solo trovare la soluzione ai quesiti del libro, ma, soprattutto, imparare a mettere in atto processi interpretativi e risolutivi diversificati e adatti alla situazione.

248 LOGICA LINGU I STICA

Programmazione

OBIETTIVI GENERALI

• Saper osservare e dedurre.

• Distinguere, riconoscere, classificare le caratteristiche di un oggetto, di un evento, di una storia.

• Ordinare secondo criteri (quantitativi e qualitativi).

• Stabilire e riconoscere relazioni e rapporti tra parole e tra situazioni.

• Sviluppare le abilità linguistiche.

• Sviluppare le abilità logiche.

• Favorire la crescita del senso critico.

• Saper rappresentare situazioni e procedimenti mentali.

OBIETTIVI SPECIFICI

Osservare

Riflettere sulla lingua

• Cogliere gli elementi incongrui in un testo iconografico.

• Osservare con attenzione per cogliere i particolari e i cambiamenti.

• Osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra oggetti e personaggi.

• Riconoscere un elemento da alcune particolarità.

• Riconoscere gli elementi descritti in un testo.

• Riconoscere analogie e somiglianze.

• Saper fare deduzioni da immagini e testi.

• Riconoscere analogie e differenze.

• Riconoscere oggetti in contesti differenti.

• Osservare con attenzione per cogliere le differenze, le incongruenze, gli anacronismi.

• Riconoscere le informazioni date dagli enunciati.

• Riconoscere gli enunciati adatti alla situazione.

• Riconoscere elementi descritti attraverso connettivi logici.

• Fare inferenze.

• Cogliere le relazioni tra frasi e immagini.

• Risolvere indovinelli.

• Riflettere sulla struttura delle parole.

• Utilizzare le lettere per formare più parole.

• Riconoscere le lettere comuni a più parole.

• Comprendere le connessioni logiche tra parole.

• Collegare logicamente tra loro le parole.

• Utilizzare lettere e sillabe per formare nuove parole.

• Utilizzare lettere e sillabe per risolvere anagrammi, sciarade, rebus, giochi linguistici.

• Saper fare anagrammi.

• Riconoscere parole che contengono la stessa sillaba.

• Ricostruire parole suddivise in sillabe.

• Riconoscere criteri per la formazione di parole.

• Collegare grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto.

• Riconoscere campi semantici.

• Saper riconoscere parole in rima.

• Formare nuove parole togliendo o aggiungendo lettere e sillabe.

• Riflettere sul significato semantico di alcune espressioni di uso comune.

• Saper fare logogrifi.

Riflettere sul testo

• Riconoscere la giusta successione cronologica.

• Comprendere i rapporti causali.

• Inserire una sequenza nel posto logicamente adatto di un racconto.

• Riconoscere la sequenza mancante.

• Riconoscere e inserire in un racconto una frase mancante.

• Riconoscere elementi discordanti con la trama di un testo.

• Riconoscere l’idea essenziale di un testo.

• Leggere con attenzione per ricavare informazioni.

• Leggere con attenzione e collegare le informazioni.

• Leggere con attenzione e fare inferenze.

• Dedurre dal testo informazioni nascoste.

• Riconoscere le informazioni appropriate al tipo di testo.

• Discriminare le informazioni essenziali in una storia.

• Comprendere dal contesto il significato di un termine.

• Comprendere in quale contesto può essere inserito un termine.

• Inserire logicamente una parte mancante di un testo.

• Dedurre dal contesto il significato di parole o espressioni.

249 LOGICA LINGU I STICA

Approccio intuitivo

Primo Step

Indicazioni metodologiche

Le prime tre unità hanno come protagonisti rispettivamente una fata, un mago, una strega. Sono personaggi del mondo della fantasia che consentono un approccio intuitivo. Il bambino o la bambina non è, apparentemente, legato/a alla rigidità delle regole e, per questo, sarà più facile per lui/lei mettere in atto personali modalità di esecuzione delle attività proposte. Questo stratagemma consentirà di elaborare un percorso personale per arrivare alla soluzione.

L’attività più strettamente didattica è inserita in un contesto narrativo che serve a contestualizzarla e a formulare le consegne in modo indiretto. Il bambino e la bambina dovranno decodificare la parte regolativa del testo, che è una consegna implicita.

In questo modo si presentano livelli diversi di comprensione di un testo: la narrazione e la focalizzazione di ciò che deve essere fatto per la soluzione del quesito.

Talvolta non viene data la spiegazione di come si fa un esercizio perché è meglio che il bambino/la bambina tenti di capire da solo/a che cosa deve fare. Se dovesse incontrare difficoltà, l’insegnante dovrà intervenire con indicazioni più specifiche o suggerimenti.

Sarà utile procedere a una correzione collettiva per confrontare i procedimenti seguiti e le soluzioni trovate.

Gli O.A. sono indicativi perché in ogni pagina gli obiettivi sono molteplici, soprattutto man mano che il livello diventa più alto.

Prima unità

La finalità della prima unità , che ha per protagonista fata Gigliola , è quella di stimolare a osservare e a dedurre. Il saper osservare con attenzione è infatti alla base di qualsiasi apprendimento e consente di effettuare deduzioni che portano all’elaborazione dell’apprendimento stesso.

Sono presentate attività che coniugano la capacità di cogliere i particolari con quella di dedurre da un’immagine o da un testo la chiave per eseguire il lavoro.

Le abilità che si vogliono stimolare sono: la capacità di osservazione, la classificazione, il riconoscimento di caratteristiche comuni, l’istituzione di relazioni; tutte capacità fondamentali e trasversali a qualsiasi apprendimento.

Seconda unità

Terza unità

La finalità della seconda unità , con protagonista il mago Barnabà , è la manipolazione delle parole, destrutturate in fonemi o suoni per giungere alla composizione di nuove parole utilizzando gli stessi suoni oppure aggiungendone altri.

Sono proposte attività che richiedono capacità di osservazione e di analisi. Favoriscono l’arricchimento lessicale, la sincresi per la formazione di parole, la riflessione sulla struttura della parola.

La capacità di destrutturare una situazione per arrivare alla soluzione di un problema è generalmente considerata caratteristica della matematica, ma è applicabile anche alla lingua italiana e, in modo particolare, alla struttura delle parole.

La finalità della terza unità , che vede protagonista la streghetta Fliggy , è quella di guidare a una lettura e a una comprensione dei testi non funzionale solo alla ripetizione del contenuto o al riassunto o alla sintesi.

Cogliere la peculiarità di ogni testo è fondamentale per avviare a costruire un metodo per comprendere, enucleare le informazioni principali e dunque fare proprie le informazioni che sono contenute nel testo.

250 LOGICA LINGU I STICA

Le insegne di Fata City

Gigliola ama vivere in mezzo al verde e svegliarsi al canto degli uccellini; per questo abita in una casa in mezzo a un grande parco. Ogni giorno lucida con molta cura le sue bacchette; Gigliola, infatti, è una fata! Ci sono molte altre cose che fa ogni giorno; ad esempio, le piace cucinare e, soprattutto, mangiare!

Si diverte a chiacchierare con le sue amiche, a riposarsi sull’amaca e a fare giochi di logica. La settimana scorsa è andata a Fata City per comperare un cappello a punta e ha scattato alcune foto alla città. Ora ne sta osservando una e si accorge che in alcune insegne di negozi sono nascosti i nomi dei suoi amici e anche il suo.

La cosa la diverte: così chiederà alla sua amica Nerina di trovare le insegne con i nomi e di colorare i particolari evidenziati sotto.

Gigliola

Alda

Nerina

Farmacia

Ling

Pane Rina’s

Tavolacalda

Omar

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 1 O.A.: osservare con attenzione per cogliere i particolari e i cambiamenti.
C A S A L I N G H I
Leo Logos Panetteria Giglio Lavanda Somari Computer
251

Nome e cognome

L’oggetto smarrito

E ‘ UN OGGETTO

DELLA CUCINA?

NO, SI PORTA

CON SE ’ QUANDO

SI ESCE.

Andare a Fata City è sempre un’esperienza emozionante per Gigliola; tutto quel via vai di gente, le auto volanti che sfrecciano da ogni parte e poi… le vetrine dei negozi stracolme di oggetti interessantissimi!

HA UN MANICO?

E ‘ UNA

NO, NE HA DUE.

VALIGIA? NO, E ‘ UN CONTENITORE

PIU ‘ PICCOLO.

Ma, ahimè, Gigliola era così distratta da tutte quelle novità che ha perso un oggetto molto importante.

Per questo va all’Ufficio Oggetti Magici Smarriti a cercare ciò che ha perso.

Per capire bene ciò che Gigliola cerca, l’impiegato le fa alcune domande a cui lei risponde.

E ‘ UNA

BORSETTA? NON PROPRIO…

HO CAPITO!

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 2 O.A.: riconoscere un elemento da alcune particolarità.
252

Attenzione… arriva Nerina!

– Ciao Gigliola, guarda che cosa ho trovato! Possiamo fare un bellissimo gioco, dai sbrigati!

Quando Nerina ha in mente qualcosa non la ferma nessuno. È arrivata a casa di Gigliola come un uragano e adesso è impaziente di cominciare a giocare. – Arrivo subito, metto in forno l’arrosto e la torta e sono da te – dice Gigliola. Nerina ha portato due mazzi di figurine; ne tiene uno per sé e dà l’altro all’amica. Ognuna delle due stende sul tavolone le proprie figurine. Il gioco consiste nell’accoppiarle logicamente e scrivere il numero corrispondente vicino a ogni lettera.

Alla fine del gioco avanzano tre figurine. Gigliola chiede a fata Nerina: – Se hai capito a che cosa servono tutti questi oggetti e chi, di solito, li usa, scrivilo su questo foglietto.

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 3
1 2 3 5 4 6 7 9 8 10 11 12 13 14 15 B A D G J C F E K L I H 253

Nome e cognome

Una bella festa!

Nel parco di Gigliola è in corso l’evento della stagione: la festa all’aperto più rinomata del circondario. Essere invitate significa essere considerate fate importanti, dunque ognuna aspetta con trepidazione l’invito. Gli ospiti sono tanti, c’è anche la banda che suona; i tavoli sono stracolmi di ogni prelibatezza e le fate indossano abiti molto eleganti e fanno sfoggio di bacchette all’ultima moda. C’è persino una fata giornalista inviata del Magic Journal che sta prendendo appunti per l’articolo che uscirà domani.

I pettegolezzi da fare sono molti e, per non perdere tempo, la giornalista scrive sul suo taccuino delle frasi incomplete, che finirà poi con calma nella sede del giornale.

• Tre fate hanno lo stesso cappello. Sono

• Ci sono due fate che hanno lo stesso ricamo sulla gonna. Sono .

• Oh, oh! Ci sono due fate che sono vestite allo stesso modo, tranne per un particolare ( ).

• Guarda, quella fata ha una giacca nuova, è .

• Quelle bacchette vanno decisamente di moda, ce ne sono addirittura sei uguali! Le hanno

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 4 O.A.: riconoscere gli elementi descritti in un testo.
.
A B C D E F G I H L 254

Una domenica tra gli umani

Ogni tanto fata Gigliola va, in incognito, a curiosare nel mondo degli umani. Ha saputo che di domenica le scuole sono chiuse e i bambini con i loro genitori vanno spesso ai giardini dove, grandi e piccini, possono giocare insieme. Gigliola sta telefonando a Mirtilla e le racconta che domenica scorsa ai giardini della città degli umani ha visto un gruppo di padri e di figli che si assomigliavano in maniera straordinaria. – Ho un’idea! – continua Gigliola – Ti faccio il disegno di ciò che ho visto e tu colori nello stesso modo ogni padre e il rispettivo figlio.

Qualche giorno dopo, Mirtilla va da fata Gigliola con il disegno colorato e le dice: – Ci sono tre bambini di cui non si vede il padre. Io, però, ho scoperto che hanno qualcosa in comune. Guarda e dimmi che cosa pensi.

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 5 O.A.: riconoscere analogie e somiglianze.
I tre bambini di cui non si
il
A 1 2 6 D H 7 8 E 9 10 11 G F 5 3 4 C B 255
vede
padre sono:

Nome e cognome

Il folletto maligno

Anche per le fate non sempre la vita è facile! Devono vedersela con spiritelli malvagi, orchi, gnometti crudeli… Nel laboratorio, sulla torre della sua casa, Gigliola tiene, ben custodito, il suo oggetto più prezioso: il librone di nonno Aristide. È un librone magico nel quale la fata trova la soluzione a tutti i problemi. Purtroppo si è accorta che nella pagina dedicata ai folletti, tra tanti buoni, se ne è nascosto uno maligno. Bisogna individuarlo subito e cacciarlo, altrimenti potrebbe causare un sacco di danni: modificare le formule, mangiarsi le parole o, addirittura, le pagine!

Gigliola sa come riconoscerlo: sarà la sua ombra a tradirlo. I folletti maligni, infatti, hanno l’ombra leggermente diversa da sé.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 6
O.A.: riconoscere analogie e differenze.
1 2 3 4 5 A B C D E Il folletto maligno è . La sua ombra è la numero . 256

Happy hour

Da quando Gigliola si è trasferita a Fata City non ha più avuto occasione di vedere le sue amiche di un tempo. Che nostalgia! Ma lei non si perde d’animo e così ha invitato le sue cinque amiche a un happy hour in un elegante locale del centro. Le fate hanno accettato l’invito con entusiasmo. – Sarà una fantastica occasione per chiacchierare e ricordare il tempo passato insieme – le hanno detto. Fata Gigliola ha prenotato una saletta riservata e ha chiesto al barista, suo amico, di preparare dei simpatici cartellini su cui segnare il nome di ciascuna amica. Che emozione questo incontro!

I cartellini, però, non sono ancora pronti; il barista ascolta attentamente ciò che le fate dicono e, in questo modo, riesce a scrivere il nome giusto su ogni cartellino.

SOAVE HA

IL CAPPELLO

COME IL MIO.

GLADIS HA

IL MANTELLO.

IRMA

HA IL VESTITO

A QUADRI.

VERA HA

GLI OCCHIALI.

IO NON SONO

IRMA E LEDA

HA I GUANTI.

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 7 O.A.: riconoscere elementi descritti attraverso connettivi logici.
257

La bacchetta magica

Nerina è la solita pasticciona: anche ieri ne ha combinata una delle sue. Gigliola non avrebbe mai pensato che una semplice passeggiata nel parco potesse risolversi in un disastro; e invece sì. Le due amiche avevano deciso di fare un po’ di jogging per mantenersi in forma; ciascuna di loro aveva una borsetta in cui sistemare tutto l’indispensabile, ma la bacchetta proprio non ci stava e, mentre Gigliola aveva rinunciato a portarla, Nerina se la teneva ben stretta in mano. A un tratto… una radice che sporge, un piede che inciampa, la bacchetta che cade nel modo sbagliato e… quando Nerina si guarda intorno, si accorge che la sua bacchetta ha combinato dieci guai.

Gigliola li individua e, come al solito, rimette tutto a posto.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 8 O.A.: cogliere gli elementi incongrui in un testo iconografico.
Nome e cognome
258

Giocare con le parole

Barnabà si presenta

In un moderno palazzo vicino al parco cittadino si è da poco trasferito un simpatico giovanotto. Il suo appartamento è al pian terreno e, nell’angolo accanto al camino, vi è una scala che scende nel sotterraneo in cui Barnabà ha il suo laboratorio. Per la verità, è un laboratorio un po’ particolare: Barnabà, infatti, è un mago! Sulla porta vuole mettere un cartello su cui scriverà una frase misteriosa. Ma per trovare la frase è necessario fare un gioco. Ci sono 10 schemi, ognuno formato da 5 gruppi di lettere. Il gruppo centrale manca; lo deve scrivere il mago usando le lettere necessarie per formare due parole. Infine Barnabà dovrà riportare nel suo cartello i gruppi di lettere che ha scritto sistemandoli in modo da formare una frase.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 1 O.A.: riconoscere parole che contengono la stessa sillaba.
PI TTO RI LO AR RE RE DIO I CO A TARE TE NA BA FONO ME LE PE GLIA GREM NA CA ULE AN TTO FA LO IN O TRA MAZIONE CAN SAURO DI NE TRIB EDÌ L ALE 259

Giocare con le parole

Arriva l’assistente

Barnabà ha ricevuto una comunicazione dall’associazione Grandi Maghi: poiché ha superato brillantemente le prove previste, ha acquisito il diritto ad avere un’assistente.

Barnabà è ansioso di riceverla e ha già preparato la sua scrivania; il nome dell’assistente, però, non gli è stato comunicato e il cartellino è rimasto vuoto. Una forte scampanellata lo distoglie dai suoi pensieri; apre la porta e entra… una specie di tornado carico di bagagli!

– Come ti chiami? – chiede Barnabà.

L’assistente risponde: – Non è così semplice scoprire il mio nome! Dovrai prima risolvere questo quiz. Io ti do degli insiemi di parole e in ciascuno dovrai trovare l’intruso. Mettendo in ordine le lettere iniziali dei nomi degli intrusi, potrai completare il mio nome sul cartellino.

aeroplano aria volare ali

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Data
2 O.A.: riconoscere i campi semantici.
Nome e cognome
Scheda
freddo ghiacciolo dolce buono stirare lavare imbuto cucinare 1 2 3 4 5 6 7 A 260

Giocare con le parole

La parola magica

Tutti sanno che Barnabà è un ottimo mago e anche un bravo insegnante per la sua assistente Virginia. Quest’ultima, però, non ha pazienza: vorrebbe fare tre magie alla volta e così combina spesso dei grossi pasticci. Barnabà le spiega che è necessario rimediare a tutti i danni provocati e che, per fare ciò, serve la parola magica. Trovarla non sarà semplice!

Virginia dovrà osservare attentamente i disegni della scheda ed eliminare le 12 coppie il cui nome finisce o inizia con le stesse tre lettere.

Ad esempio: BACHI CHIAVI

Le iniziali dei nomi delle sei figure rimaste, combinate nel modo giusto, daranno la formula magica che serve per riparare i danni.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 3 O.A.: riconoscere parole che contengono lo stesso suono.
261

Nome

Catena di parole

Nel salotto di casa, Virginia racconta a Barnabà che un giorno, alla Scuola Primaria di magia, aveva dovuto svolgere un compito un po’ difficile per lei e ora lo sottopone al mago. Prima, però, gli spiega le regole.

Ci sono 12 parole: la prima e l’ultima sono scritte in un riquadro con la cornice e si deve partire dalla prima per arrivare all’ultima seguendo queste indicazioni:

• la parola successiva può essere un anagramma della precedente oppure un sinonimo o un contrario;

• una sola lettera può essere stata cambiata, aggiunta o tolta;

• la parola precedente può avere un collegamento logico con la successiva.

Barnabà, dopo aver risolto la catena di parole, dice a Virginia: – Adesso tocca a te! Usa le parole n. 8, 9 e 11 per formare una frase e scrivila su questo quaderno.

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e cognome Data Scheda 4 Giocare con le parole O.A.: collegare logicamente tra loro le parole.
CAPPELLO • PESCE • QUADRO • SOLIDO • MURO • MARTELLO • EURO • CILINDRO • PARETE • SOLDO • CHIODO • MONETA
1. CAPPELLO 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. PESCE
262

Giocare con le parole

Anagrammi e rebus

Sul grande tavolone del laboratorio ci sono dieci grossi nodi. – A che cosa servono tutti questi nodi? – chiede Virginia incuriosita. – Hai deciso di fare il marinaio?

Barnabà la guarda con aria severa e le risponde: – Invece di fare la spiritosa, osserva bene e ti accorgerai che solamente quattro di questi pezzi di corda formano altrettanti nodi; gli altri sei, invece, non sono nodi. Quando avrai scoperto i nodi, scrivi nei riquadri la lettera che li contraddistingue.

Virginia si chiede a che cosa serviranno quelle lettere, ma ecco che Barnabà con sole quattro lettere forma ben cinque parole!

Davvero una magia…

Un sentimento:

Una città:

Un nome di persona:

Un frutto:

Una parte dell’albero:

Virginia ha una richiesta da fare al mago, ma non osa; allora ricorre a uno stratagemma: gli sottopone un rebus. Barnabà è un mago, lo risolverà sicuramente!

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 5 O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere anagrammi e rebus.
S A E R I Z Y M O N (5 – 7)
263

La pozione magica

Da almeno sei ore c’è qualcosa che bolle dentro un pentolone. Barnabà dà una mescolata, poi apre i cassetti dell’armadio e toglie qualcosa che butta nel pentolone. A un tratto si batte la mano sulla fronte ed esclama: – Mi mancano i semi di fellandrio!

Senza semi di fellandrio… addio pozione!

Virginia, però, sa da chi andare per averli, ma Barnabà avrà questa informazione solo se sarà in grado di risolvere questo gioco. Deve scrivere nello schema i nomi dei disegni intorno al pentolone. L’informazione apparirà nelle caselle colorate.

L’informazione è: .

Appena ricevuta l’informazione necessaria, Barnabà si precipita fuori di casa.

Virginia prende il suo quaderno e scrive che cosa pensa possa succedere.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Data
6 O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici.
Nome e cognome
Scheda
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Giocare con le parole
6 4 1 2 7 3 5 10 8 9 264

Giocare con le parole

Altri ingredienti

Finalmente i semi di fellandrio sono stati trovati, ma per completare la pozione servono altri due ingredienti. – Virginia, gli ingredienti mancanti sono ali di… e code di… Non mi ricordo di chi, e tu?

– Io sì, caro il mio mago, ma per saperlo dovrai risolvere questi enigmi! Questo è il primo: a simbolo uguale corrisponde lettera uguale. Completato lo schema, nella prima colonna scoprirai di chi sono le ali.

� A T A T A

b � � ^ � ^ T A M ^

� b ❤ ^ T A

b � T � b C b

� a D b A

T � a N ^

� ^ � � ^

a � T A T a

❤ A _ � ^

❤ A _ � ^ N a

^ � � ^

Le ali sono di .

– Ecco il secondo enigma per scoprire di chi sono le code. Cancella nello schema le seguenti parole e lo leggerai nelle caselle rimaste.

alce • cilindro • civetta • dolce • imbuto • magia • ombra •

ricordo • tana • tavolo • vanga

Le code sono di

c i l i n d r o

i m b u t o i m

v a n g a l c b

e g s e v c o r

t i r p o e r a

t a n a l e d n

a l c e o t o e

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 7 O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici.
265

Adesso si gioca!

Il grande pentolone è sul fuoco ormai da ore, ma dovrà bollire ancora per tanto tempo. – Sei davvero un grande mago! – dice Virginia. – Questa pozione per non bagnarsi quando piove è un portento! Non avremo più bisogno né di ombrelli né di impermeabili.

Mentre la pozione bolle, il mago e Virginia giocano: si stanno proprio divertendo!

Vincerà questo gioco chi saprà collegare ogni figura all’anagramma del suo nome.

PERLE

MONILE ORTO TORACE LUMINO

– Brava Virginia, questa volta mi hai battuto! – dice Barnabà.

– Ma ora ti propongo un’altra sfida. In questo gioco si deve scrivere il nome del soggetto disegnato; poi bisogna togliere le lettere indicate; le lettere rimanenti vanno scritte sotto al disegno e, infine, vanno inserite nello schema per formare una frase.

Barnabà esclama: – Ho vinto io! La frase è:

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 8 Giocare con le parole O.A.: saper fare anagrammi.
M
LA VE N ATO M GNA ’ 266

Fliggy inaugura la mansarda

A vederla camminare per strada nessuno penserebbe che quella ragazza vestita con i jeans e con in testa un cappello a cilindro con un nastro viola sia una strega. Ma Fliggy, questo è il nome della ragazza, è proprio una strega; solo che, anziché la bacchetta magica, usa il telecomando, e non cavalca una scopa di saggina, ma una moderna scopa a motore. Questa notte ha invitato nella nuova casa in cui abita da cinque mesi le sue amiche, per la festa di inaugurazione. Fliggy ha detto a Berto, il portinaio, di fermare le invitate nell’atrio e di farle salire tutte insieme.

Ora sono arrivate tutte e, sentendole parlare, Berto capisce che alcune mentono e non sono amiche di Fliggy. Scrive il nome di ognuna su un taccuino e accanto scrive V se dice la verità, B se dice una bugia. Poi citofona alla streghetta per sapere se può farle salire.

ABITA QUI

SOLO DA UN LUSTRO E GIA ‘ HA FATTO CAMBIAMENTI IN CASA.

Priscilla

NON HO INDOSSATO

IL MIO VESTITO DA STREGA,

MA SO CHE PER FLIGGY

NON CONTA L’ABBIGLIAMENTO TIPICO DA STREGA.

SONO CURIOSA

DI SALIRE. FLIGGY AMA

IL VIOLA, SCOMMETTO

CHE LE PARETI SARANNO

DI QUESTO COLORE!

Milù

Malica

HO SCORDATO LA MIA

BACCHETTA MAGICA!

BEH, INSERIRO ‘ IL MIO CODICE

NEL TELECOMANDO DI FLIGGY!

Rebecca

L’HO VISTA PASSARE

IERI SUL COMIGNOLO

DI CASA MIA. HA ANCORA

LA VECCHIA SCOPA; INVECE DI CAMBIARE

CASA, AVREBBE DOVUTO CAMBIARE SCOPA!

Berenice

AH! QUEL SIMPATICO

SIGNORE E ‘ IL PORTIERE

DI CUI MI HA PARLATO FLIGGY.

Ludmilla

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 1

Nome e cognome

La festa ha inizio!

Berto ha citofonato a Fliggy dicendole che tra le streghe arrivate ci sono alcune intruse, ma lei ha deciso di accoglierle ugualmente. Se erano curiose di vedere la sua casa e di conoscerla… eccole accontentate! Se si dimostreranno simpatiche, avrà qualche nuova amica; diversamente non varcheranno più quella porta. Fliggy le fa accomodare nel grande salotto con la vetrata, che ha una splendida vista sulla città: – Carissime, sono proprio felice che siate venute tutte. Vorrei per prima cosa conoscere il nome delle nuove amiche, spero vi troviate bene qui da me. Vi voglio dire quali sono le abitudini delle nostre feste.

• Chi ha fame troverà i tramezzini nel frigorifero.

• Volendo, alcune di voi potranno esibirsi con le loro magie.

• Attente, non c’è magia che Milù non possa fare.

• La festa non finirà prima dell’alba. Buon divertimento!

Priscilla, una strega perfida e invidiosa, si chiede quale sia la frase che ha il significato corretto. A tutte verranno dati i tramezzini che sono nel frigorifero.

Se qualche strega ha fame, può prendere da sola i tramezzini nel frigorifero.

Se qualche strega ha fame, può chiedere di avere i tramezzini che sono nel frigorifero.

Alcune streghe dovranno fare magie.

Qualche strega non dovrà fare magie. Le streghe che lo desiderano avranno la possibilità di fare magie.

Alcune magie per Milù sono impossibili.

Ogni tipo di magia non è difficile per Milù.

Milù non sa fare tutte le magie.

La festa finirà prima che spunti il sole.

La festa finirà dopo che è spuntato il sole.

La festa non finirà prima che faccia buio.

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Data 268 O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni. Scheda 2

Un invito enigmatico

Fliggy ritira dalla casella della posta una lettera. All’interno c’è un invito per partecipare a un convegno di maghi e streghe. – Ciao, Berto, leggi questo originale invito.

La signoria vostra è invitata al Convegno di Fate, Maghi e Streghe che si terrà a Magicland il 7 ottobre.

Potrà accedere al salone d’onore solo se avrà scoperto di quale dei due racconti è protagonista il personaggio il cui nome è celato in questo gioco. Unisca ciascuna delle figure di sinistra a una di quelle di destra che abbia attinenza con essa. Le terze lettere delle figure di destra formeranno il nome del personaggio. Il giusto ordine è dato dalla posizione nei riquadri a sinistra. Il nome del personaggio è ________ . Il racconto è il numero

A B

Un gruppo di streghe si recò una notte sotto la grande quercia. Dovevano fare un rito propiziatorio per far scaturire dalla montagna una sorgente d’acqua con magici effetti per ringiovanire chiunque ne avesse bevuto un bicchiere. A un tratto si sentì un boato, si levò da terra una nuvola di fumo dalla quale proveniva una voce: – Un mio nemico, nel passato, tra le rocce, mi ha intrappolato. Voi mi avete liberato e per questo vi sono grato. Per voi una magia farò e quell’acqua vi darò. Sparì la nuvola, l’acqua cominciò a sgorgare e, accanto alle streghe, apparve un cesto di rose.

Un gruppo di streghe si recò una notte sotto la grande quercia. Dovevano fare un rito propiziatorio per far scaturire dalla montagna una sorgente d’acqua con magici effetti per ringiovanire chiunque ne avesse bevuto un bicchiere. A un tratto si sentì un boato, si levò da terra una nuvola di fumo dalla quale proveniva una voce: – Se quell’acqua voi volete, un caro prezzo pagherete. Basta che qualcuno paghi, sono più bravo di dieci maghi, ma non sono un mago. Sparì la nuvola, l’acqua cominciò a sgorgare e, accanto alle streghe, apparve un cesto vuoto con un biglietto: Versare 1000 denari.

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 269 Scheda 3 O.A.: leggere attentamente per ricavare informazioni.
1 2 3 4 1 2 3 4

Nome e cognome

Posso entrare?

Fliggy ha parcheggiato la sua scopa nel parcheggio accanto al salone dei congressi. Orgogliosa, mostra l’invito con la soluzione. Il gran cerimoniere batte tre volte il bastone a terra per annunciarla ai presenti e poi le consegna un altro cartoncino:

Fliggy, hai superato il primo test.

Tu non hai mai partecipato ai nostri convegni e dobbiamo metterti alla prova prima di accoglierti come membro onorario dell’Associazione

Internazionale di Fate, Maghi e Streghe.

Se risolverai il nuovo gioco sarai dei nostri!

Dai un nome a ciascuna figura e prendi, nell’ordine, tutte le lettere indicate dai numeri.

Otterrai una frase.

Scrivila e segna con una X in quale punto del racconto può essere inserita.

La frase è:

Nelle cupe e fredde foreste del nord vive Gelinda, una strega che deve il suo nome al fatto che riesce a ottenere filtri che resistono a bassissime temperature e non gelano mai. Ieri sera si è presentato alla sua porta Mago Gelo. – Ciao Gelinda! – Ciao Mago Gelo, che ci fai qui? Non ho bisogno di un frigorifero ambulante per trasportare le mie pozioni.

– Ti ci metti anche tu! Non mi va proprio di scherzare! Sono stufo di essere allontanato dalle feste e dai ristoranti perché emano un gran freddo.

Anche la mia fidanzata mi ha lasciato perché non vuole più mettersi quattro maglioni per abbracciarmi!

Preparami una delle tue pozioni. Se ne berrò in quantità sarò meno gelato!

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Data 270 O.A.: inserire una sequenza nel posto logicamente adatto di un racconto. Scheda 4
3 6 4 5 __ __ __ __ 5 4 7 __ __ __ 5 4 6 __ __ __ 4 2 __ __ 7 2 7 10 8 6 3 __ __ __ __ __ __ __ 2 1 __ __ 1 2 3 5 4 6

Il salone… magico!

Fliggy ha risolto il quesito ed è entrata a far parte dell’Associazione. Il gran cerimoniere l’accompagna nel salone dove si sono radunati i maghi e le streghe in attesa che inizi il convegno. Tutti stanno chiacchierando e all’orecchio della streghetta arrivano alcune parole che i presenti si scambiano. Fliggy osserva le persone e riesce ad attribuire a ciascuna le parole che pronuncia.

A. In qualità di presidentessa delle streghe, ti seguo.

B. Ma lo sai quasi a memoria! Rilassati!

C. Ti invito a Pechino per il 14 gennaio.

D. Chissà dove posso trovare una sedia libera… Mi fa male la gamba.

E. Devo ripassare il mio discorso di benvenuto.

F. Hai deciso dove sederti durante il convegno?

G. In qualità di presidente dei maghi, vado ad accogliere la nuova arrivata!

H. Mi spiace, ma proprio quel giorno compie gli anni il mio nipotino.

I. Non voglio stare vicino a Priscilla, crederanno che siamo gemelle!

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 271 Scheda 5 O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.

Nome

Diavolonero e Topogrigio

Fliggy ha invitato le sue amiche Rebecca, Malica e Ludmilla. Offre loro un tè e poi inizia a raccontare un episodio al quale ha assistito.

La perfida strega Priscilla aveva chiesto alla sua civetta Diavolonero di aiutarla a catturare il grande Topogrigio.

Topogrigio, infatti, era ricercato da tutte le streghe maligne, che volevano utilizzarlo nella preparazione di una superpozione magica. La civetta si era accorta che Topogrigio, prima di assalire qualsiasi animale, si accertava che dormisse o fosse morto, mordicchiandolo o dando colpetti con il muso, pronto, in ogni caso, a fuggire.

“Ecco il momento buono; adesso ci provo!”pensò la civetta. Piano piano, senza fare rumore, si mise distesa a terra restando immobile con il capo reclinato da una parte; sembrava morta.

Il grande topo era in perlustrazione, la vide, si avvicinò e cominciò a mordicchiarla piano piano. Diavolonero voltò di scatto la testa e con il suo becco lo ferì su un fianco. Poi lo prese con gli artigli e lo portò a Priscilla.

Le streghe commentano l’episodio; Fliggy sa che solo una ha ragione.

Ludmilla

LA CIVETTA HA

PENSATO DI FINGERSI

MORTA E HA VOLTATO

IL CAPO PER NON VEDERE IL TOPO.

IO CREDO CHE

SI SIA FINTA MORTA PER INGANNARE

TOPOGRIGIO E POI SCAPPARE.

SECONDO ME, SI E ‘ FINTA MORTA, HA VOLTATO LA TESTA PER SEMBRARE PIU ‘ INDIFESA E SORPRENDERE TOPOGRIGIO.

HAI RAGIONE TU!

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Giocare con i testi
Data 272 O.A.: leggere con attenzione e fare inferenze. Scheda 6
e cognome
Rebecca Malica

Una scorpacciata di filapperi

Fliggy telefona alla sua amica Ludmilla: – Ciao Ludmilla, sto catalogando a computer le mie formule magiche e non vorrei interrompermi. Visto che stai venendo da me, puoi passare per favore in cartoleria e comperarmi 40 etichette adesive per le mie ampolline?

– Certamente! Le vuoi bianche o colorate? – Colorate, grazie. Ah! Già che ci sei, compera alcuni filapperi per la merenda. – Ok! Tra un’oretta sono da te.

Ludmilla, andando da Fliggy, è passata a fare un saluto a Malica, poi è andata in cartoleria e ha comperato quattro etichette: una rossa, una viola, una verde e una gialla. Quando è entrata in pasticceria, ha comperato quaranta filapperi: due pacchi che ha caricato nel cestino della scopa. Berto la aiuta a portare i pacchi e, quando Fliggy apre la porta, la guarda, si mette a ridere ed esclama: – Non avrò etichette per le ampolle, ma potremo mangiare filapperi per un mese. Vado subito a preparare una cioccolata calda per gustarli meglio! Berto chiede: – Che cosa sono i filapperi? Pensa: “Potrebbero essere pizzette, cioccolatini, biscotti, torte, panini, caramelle, cicche, patatine”.

Fliggy si accorge della perplessità di Berto e gli dà un aiuto.

– Si comperano al bar, in pasticceria e al supermercato; si possono comperare in confezioni piccole o grandi; sono ottimi con la cioccolata; quaranta filapperi stanno in due pacchi.

– Ho capito! I filapperi sono .

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 273 Scheda 7 O.A.: dedurre dal testo informazioni nascoste.

Nome e cognome

Un passatempo per Ludmilla

Squilla il cellulare di Fliggy. È la solita Ludmilla che, non sapendo che cosa fare, vuole chiacchierare un po’.

– Senti Ludmilla, sono molto impegnata. Ti mando una e-mail con un quesito, così potrai aiutarmi e saprai che cosa fare! Fliggy scrive.

Sto facendo una ricerca sui ragni. Ho digitato sul motore di ricerca del computer la parola “ragno” e la prima voce è: RAGNI.

Autore: Stella Parini, docente di Aracnologia, Università di Bologna.

Che tipo di articolo sarà quello della prima voce? Sarà un testo che: propone una ricetta per una pozione favolosa dà informazioni utili per la cattura dei ragni dà informazioni sui ragni

racconta un’esperienza

Dove pensi di trovare questo testo? In:

racconta una leggenda sui ragni

Ragni scarafaggi, manuale fornito da una ditta produttrice di insetticidi

Le mie vacanze a casa dei nonni, diario di una bambina di 9 anni

Artropodi, celenterati e echinodermi, rivista scientifica Pozioni e intrugli, rivista per apprendiste streghe

I personaggi dei miti e delle leggende, fascicolo dell’enciclopedia dei miti

La seconda voce trovata su Internet è: RAGNI

Autore: Aurora Foscoli, docente di mitologia, Università di Bologna.

Che tipo di articolo sarà quello della seconda voce trovata su Internet?

Sarà un testo che: propone una ricetta per una pozione favolosa dà informazioni utili per la cattura dei ragni dà informazioni sui ragni

racconta un’esperienza

Dove pensi di trovare questo testo? In:

racconta una leggenda sui ragni

Ragni scarafaggi, manuale fornito da una ditta produttrice di insetticidi

Le mie vacanze a casa dei nonni, diario di una bambina di 9 anni

Artropodi, celenterati e echinodermi, rivista scientifica Pozioni e intrugli, rivista per apprendiste streghe

I personaggi dei miti e delle leggende, fascicolo dell’enciclopedia dei miti

Segna con X le tue risposte. Io ho già risolto. Poi confrontiamo. Ciao.

Fliggy

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Giocare con i testi
Data 274 O.A.: riconoscere le informazioni appropriate al tipo di testo. Scheda 8

Attenzione, osservazione e strategie

Secondo Step

Indicazioni metodologiche

Le tre Unità di Apprendimento del secondo step hanno come protagonisti rispettivamente uno sceriffo, un indiano e un pirata.

Sono personaggi ancora appartenenti al mondo della fantasia, maggiormente legati, però, a una realtà concreta . L’approccio intuitivo ha ancora un’importanza rilevante, ma le situazioni sono più complicate e richiedono da parte dell’alunno/a un maggior livello di attenzione e di osservazione.

Il contesto narrativo fa sempre da sfondo all’attività strettamente didattica e le consegne formulate in modo indiretto derivano dalla decodificazione del testo.

In questo modo si presentano livelli diversi di comprensione di un testo: la narrazione e la focalizzazione di ciò che deve essere fatto per la soluzione del quesito.

È sempre valido il suggerimento di lasciare al bambino/alla bambina la libertà di trovare strategie di esecuzione personali, in modo che possa adottare il percorso risolutivo a lui/lei più consono. Solo in caso di difficoltà l’insegnante interverrà discretamente con suggerimenti.

La correzione collettiva sarà occasione per un confronto in classe. All’interno di questo confronto sarà opportuno valorizzare ogni percorso e ogni soluzione.

Gli O.A. sono indicativi perché in ogni pagina gli obiettivi sono molteplici, soprattutto man mano che il livello diventa più alto.

Prima unità

La prima unità vede protagonista lo sceriffo Lucky Jo e ha come finalità quella di guidare il bambino e la bambina ad affinare le capacità di osservazione e di deduzione.

Queste abilità dovranno essere utilizzate anche per la ricostruzione di storie attraverso sequenze in cui la successione è data dal cambiamento di piccoli particolari nei vari disegni oppure nella comprensione di barzellette.

In questo caso sarà utile che l’insegnante inviti il bambino/ la bambina a spiegare perché quelle barzellette fanno ridere e su che cosa fanno leva per suscitare l’ilarità.

Le abilità che si vogliono stimolare sono: la capacità di osservazione, la classificazione, il riconoscimento di caratteristiche comuni o di differenze a volte poco evidenti, l’istituzione di relazioni.

Seconda unità

Terza unità

La finalità della seconda unità , che ha per protagonista l’indiano Grande Bisonte , è quella di favorire la capacità di manipolare le parole utilizzando suoni per giungere alla composizione di nuove parole. Rispetto al livello precedente, la difficoltà è rappresentata dall’aumento del numero di suoni che possono concorrere alla formazione di nuove parole. Sono richieste capacità di osservazione e di analisi. Con questa tipologia di attività si favorisce la riflessione sulla struttura della parola.

La lettura e la comprensione di testi sono le finalità della terza unità , con protagonista il pirata Thomas

Essere in grado di fare inferenze vuol dire saper andare oltre il significato palese di una frase o di un testo.

Per abituare a questo tipo di riflessione si propongono brani ad hoc, in cui il contesto avventuroso stimola a capire oltre le parole espresse . Il bambino e la bambina cominciano ad elaborare un personale metodo di studio quando sono in grado di comprendere le informazioni principali di un testo, ma anche di andare oltre facendo collegamenti e inferenze.

275 LOGICA LINGU I STICA

Nome e cognome

Lo sceriffo Lucky Jo

In un piccolo villaggio sperso nelle vaste praterie dell’Arizona, lo sceriffo Lucky Jo e il suo vice, Little Boy, cercano di mantenere l’ordine e la calma. Il saloon è il luogo dove molti uomini si ritrovano alla sera dopo il lavoro, ma, qualche volta, gli animi si surriscaldano troppo e scoppiano dei litigi. È a questo punto che Lucky Jo interviene a riportare la calma. Sul giornale locale ci sono le immagini dell’ultima rissa; nella fretta le foto sono state impaginate in modo errato tranne la prima e l’ultima.

Però c’è un modo per ricostruire il giusto ordine: in ogni vignetta, a partire da quella contrassegnata dalla lettera A, c’è un particolare che si trova identico nella successiva; in questa ce n’è un altro identico a quello della terza vignetta e così via fino all’ultima, cioè quella contrassegnata dalla lettera G.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 1 O.A.: osservare con attenzione per cogliere i particolari e i cambiamenti.
L’ordine giusto è: A __ __ __ __ __ G. A D E F B C G 276

Assalto alla diligenza

Una delle famigerate bande del lontano West, quella di Black Jack, è entrata in azione e ha assalito la diligenza. Lo sceriffo si precipita sul luogo in cui è avvenuto il crimine; per fortuna non ci sono state vittime, ma la diligenza è distrutta, i bagagli dei viaggiatori e il loro contenuto sono sparsi ovunque. L’attacco è stato improvviso e nessuno di coloro che si trovavano a bordo ha visto i malviventi; però, tra i curiosi che assistono alle operazioni di recupero, Lucky Jo scopre che cinque sono dei testimoni perché erano presenti al momento dell’assalto.

– Ehi, capo, ma come hai fatto a capirlo? – chiede meravigliato Little Boy.

– Osserva attentamente la scena e queste persone, vedrai che lo capirai anche tu!

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 2 O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni.
277

Nome e cognome

Il ricercato n. 1

Lucky Jo è sulle tracce di Black Jack, infatti tre giorni fa la banda del fuorilegge ha rapinato la banca di Silver City. Nessuno sa con precisione quale sia l’aspetto del bandito; si sa soltanto che non si toglie mai il cappello, neppure per dormire, ha la barba, i capelli lunghi e tiene sempre gli occhi aperti per non farsi cogliere di sorpresa. Lo sceriffo ha avuto un’idea furba: ha tagliato a metà gli identikit di alcuni ricercati e adesso prova a ricomporre i volti nella speranza di individuare Black Jack. Le metà di sinistra sono contrassegnate da una lettera, quelle di destra da un numero. Basta unire la lettera e il numero giusti e… ecco i ricercati e Black Jack!

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
3
differenze e le somiglianze.
Data Scheda
O.A.: osservare con attenzione per cogliere le
A 1 E 5 I 9 O 13 B 2 C 3 D 4 F 6 G 7 H 8 L 10 M 11 N 12 P 14 Q 15 R 16
278
Black Jack è il numero

Il ricercato n. 2

Non c’è pace per lo sceriffo Lucky Jo: James Jesse con i suoi fuorilegge ha rubato una mandria di cavalli e ora si nasconde tra la folla. Ma lo sceriffo e il suo vice questa volta non avranno grosse difficoltà a scovarlo, infatti hanno diverse informazioni su di lui, sanno che:

• non fuma e non porta gli occhiali;

• ha sempre il fazzoletto intorno al collo;

• non è parente del derubato;

• non sopporta gli speroni.

QUANTI CAVALLI

HANNO RUBATO

A TUO CUGINO?

HO TERMINATO I SIGARI!

IERI AL SALOON HO PERSO

GLI OCCHIALI.

MIO ZIO E ‘ MOLTO ARRABBIATO PER IL FURTO SUBITO.

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
e cognome Data Scheda 4 O.A.: riconoscere le informazioni date dagli enunciati.
Nome
A C B E I L F D G H 279

Nome e cognome

La storia prosegue in prigione

La banda di James Jesse è stata finalmente sgominata; dopo il capo, a uno a uno, sono finiti in galera tutti i sei malviventi che ne facevano parte. Lo sceriffo li ha radunati nel suo ufficio perché vuole individuare chi, tra loro, ha nascosto i cavalli e chi è il tesoriere della banda. È difficile ottenere informazioni da quei brutti ceffi. Però, nei giorni precedenti, lo sceriffo aveva ascoltato i discorsi che gli uomini chiusi in cella facevano tra di loro e così ha scoperto che:

• Bill, Fred e Tom parlavano spesso con il tesoriere.

• Dave e Fred non erano d’accordo con la spartizione del bottino proposta dal tesoriere; Ringo, invece, la sosteneva.

• John, Dave e Ringo volevano nascondere i cavalli, ma non hanno potuto farlo.

• Fred e il tesoriere avrebbero preferito nascondere i cavalli in un altro posto.

• Tom era arrivato da poco nella banda e non aveva nessun incarico.

• Bill è uno che sbaglia sempre a fare i conti.

Il tesoriere è .

I cavalli sono stati nascosti da

.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Data Scheda 5 O.A.: riconoscere le informazioni date dagli enunciati.
Bill Fred Tom John
280
Dave Ringo

L’emporio

Una volta al mese lo sceriffo fa l’inventario di ciò che gli serve e si reca all’emporio di Silver City, per rifornirsi di tutto ciò che gli manca.

Sul lungo tavolo dell’emporio, Lucky Jo osserva gli oggetti comperati dagli avventori presenti in quel momento e, mentre attende il suo turno, si diverte ad abbinare ogni oggetto al suo acquirente e scrive le combinazioni sul suo taccuino.

OGGI MI FARO ‘

UNA NUOVA ACCONCIATURA.

VOGLIO CAMBIARE LE TENDE DELLA CUCINA.

DEVO RACCOGLIERE LE PATATE.

DOMANI PARTECIPERO ‘ AL RODEO. Lettera Numero Lettera Numero

IO INVECE SEMINERO ‘ IL MAIS.

MI E ‘ RIMASTO SOLO IL TABACCO.

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 6 O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra oggetti e personaggi.
1 2 3 4 5 6 7 8 A B C E F G H
D 281

Nome e cognome

Per ridere un po’

La Gazzetta di Silver City riporta alcuni episodi di vita locale, ma, per divertire i suoi lettori, ha lasciato vuoti i fumetti scrivendo a fondo pagina le parole dette da ciascun protagonista.

I lettori dovranno inserire le lettere nei fumetti e ci sarà un premio per il primo che farà giungere al giornale la pagina completata correttamente.

A Arrivi da lontano, vero?

B Sembri un pappagallo!

C Avrai la mia deposizione domani mattina!

D Quando ti ho chiesto di indagare sui risvolti della faccenda, intendevo un’altra cosa.

E Non fare domande, tienilo fermo e taci!

F La foto non è disponibile.

G Da dove escono i segnali di fumo, da questo coso?

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Osservare e dedurre
Scheda 7 O.A.: fare inferenze.
Data
282

Frasi scambiate

Dopo aver “sistemato” James Jesse, lo sceriffo Lucky Jo sta portando al tribunale della contea anche Black Jack e tutta la sua banda. Li ha ammanettati e caricati sul carro, mentre il suo vice Little Boy e alcuni aiutanti controllano che a nessuno salti in mente di scappare. Lungo la strada potrebbero esserci altri complici e bisogna stare con gli occhi aperti. L’avvenimento è importante e anche la Gazzetta di Silver City manda un reporter a fotografare la situazione. Alla sede del giornale il direttore decide di inserire sulla foto i fumetti con le frasi pronunciate dalle diverse persone, ma il redattore a cui aveva affidato l’incarico ha scambiato le frasi. Ora bisogna sistemarle in fretta scrivendo i numeri accanto alle persone! E

ADESSO SIEDITI, MANGERAI QUANDO E ‘ IL MOMENTO!

SARA ‘ MEGLIO RIFORNIRSI ALLA PROSSIMA SORGENTE.

LITTLE BOY, ABBIAMO ANCORA BORRACCE DI ACQUA?

CHE COSA HANNO COMBINATO

QUESTI BANDITI?

QUANDO

SI MANGIA?

Osservare e dedurre © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 8 O.A.: osservare con attenzione per cogliere le relazioni tra frasi e personaggi.
‘ ORA CHE
DAL
LO PORTI
MANISCALCO.
1 2 5 6 3 4 283

Nome e cognome

Grande Bisonte guida la tribù

Gli indiani della tribù dei Piedi Scalzi hanno smontato le tende e si stanno spostando: alcuni sono a cavallo, altri a piedi. Le merci e i bambini vengono trainati da slitte.

Stanno andando verso le grandi praterie, dove è stato avvistato un grande branco di bisonti. Li guida il capo Grande Bisonte che parlotta con lo sciamano.

Qualcosa li turba: è scomparso un oggetto molto prezioso per tutta la tribù. Per sapere qual è l’oggetto mancante bisogna cancellare le sillabe che formano il nome degli oggetti disegnati. Le sillabe rimanenti, nell’ordine, daranno il nome dell’oggetto mancante.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Giocare con le parole
Data Scheda 1 284 O.A.: ricostruire parole suddivise in sillabe.
ho • per • so • il • li • dril • lo • mio • bi • cac • ca • tus • ca • ten • da • col • lu • li • ne • in • met • dia • co • frec • no • lo • pen • del • to • la • coc • vol • la • pe • te • ser • te • ar • pa • val • co • son • ba • le • pen • no • di • ce • co • gen • za • ar • ce DOVE E ‘ ANDATO A FINIRE L’OGGETTO?

Segnali di fumo

Grande Bisonte, che, dall’alto delle colline, ha visto un’altra tribù in movimento, incarica Lupo Strano di mandare segnali di fumo per comunicare amicizia e buona fortuna. Lupo Strano, però, non è molto abile con i segnali di fumo e trasmette “strane parole”.

Dalla tribù lontana rispondono con altre parole che, unite a quelle di Lupo Strano, ne formano altre ancora.

Così nel cielo ci sono tante nuvolette e tutti gli indiani si divertono ad accoppiare le parole.

Giocare con le parole © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
e cognome Data 285 Scheda 2 O.A.: riconoscere criteri per la formazione di parole.
Nome

Arrivano i nemici?

A un tratto, dopo che un forte vento aveva allontanato i segnali di fumo inviati dalla Tribù dei Piedi Scalzi per comunicare la propria presenza nella zona, un gran polverone annuncia l’arrivo di molti cavalieri al galoppo. Grande Bisonte teme che siano nemici; raduna tutti i guerrieri e prende l’ascia di guerra.

Quando i cavalieri sono vicini, Grande Bisonte va a parlare con lo sciamano.

Lo sciamano scrive una frase sulla sabbia e per fare questo utilizza tutte le sillabe iniziali che mancano nelle parole.

Lupo Stanco legge la frase scritta dallo sciamano e si domanda che cosa possa essere successo.

© La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Giocare con le parole
e
Data 286 O.A.: collegare i grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto e saperla inserire in un contesto. Scheda 3
Nome
cognome
A • BI • DE • DI • GRAN • GUER • LA • RA • RA • SCIA • SON • SOT • TE • TER 1. dine 2. serto 3. lancia 4. nambulo 5. lefono 6. tomarino 7. remoto 8. gazzo 9. boratorio 10. nanas 11. bola 12. nosauro 13. riero
vanello
14.

Il vecchio Sam e i bambini

Finalmente Grande Bisonte ha individuato un luogo adatto per stabilire il nuovo accampamento. È protetto dalle colline, una fresca sorgente è vicina e il percorso dei bisonti non è lontano. Tutto è tranquillo e, proprio quando anche lo sciamano decide di rilassarsi e di farsi una fumatina insieme a Grande Bisonte, arriva un carro trainato da un vecchio cavallo su cui avanza un uomo, un bianco, con un cilindro in testa. È il vecchio Sam, un tipo originale, che passa quasi tutto il suo tempo viaggiando attraverso il territorio indiano e che sa far divertire i bambini.

– Bambini, venite qua – dice Sam, – guardate questi disegni e unite i nomi che fanno rima tra loro colorando i cerchiolini con lo stesso colore.

– Bravissimi! Non pensavo che ci sareste riusciti in così poco tempo! Adesso scegliete due coppie di parole e inventate una poesia!

Giocare con le parole © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 287 Scheda 4 O.A.: saper riconoscere parole in rima.

Nome e cognome

Alce Testa di Legno se ne va

Tanto tempo fa, quando era un bambino, Sam ha vissuto per molti anni con gli indiani della tribù dei Piedi Scalzi ed è per questo che, spesso, torna a trovarli. Ma non fa giocare solo i bambini, ama intrattenersi anche con gli adulti; per loro ha preparato giochi di parole. Grande Bisonte è felice, si siede accanto a Sam e chiama a gran voce i saggi del villaggio, che accorrono tutti, tranne Alce Testa di Legno. Alce Testa di Legno è un bravissimo cacciatore, ma non sa proprio fare i giochi di Sam; così si nasconde nella sua tenda e fa finta di non sentire il capo che lo chiama.

TOGLIETE LA LETTERA INIZIALE PER FARE

UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO.

sasso clima spiedino scarpa spendere podio

TOGLIETE LA SILLABA INIZIALE.

decotto bisogno tracollo cerotto altre collana

ADESSO AGGIUNGETE

UNA LETTERA INIZIALE.

INFINE AGGIUNGETE

UNA SILLABA INIZIALE

E FARETE SEMPRE UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO.

osso passo uscio oro assaggiatore esche morso letto

giada rotondo saggio pari

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Data 288 O.A.: formare nuove parole togliendo o aggiungendo lettere e sillabe. Scheda 5
1 2 3 4

I sassi di Grande Bisonte

Nella tribù dei Piedi Scalzi non ci sono libri e così i grandi avvenimenti vengono dipinti sulle pareti delle grotte, ma Grande Bisonte ha avuto un’idea geniale. – Per poter portare con noi il ricordo dei momenti importanti della nostra vita, possiamo scriverli sulle pietre!

Infatti, su tre lunghe lastre Aquila Pensante scrive altrettante frasi; purtroppo, nello spostarle, le lastre si rompono e adesso, per poter leggere le frasi, bisogna risistemare i pezzi.

Giocare con le parole © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data Scheda 6
LLA TAG IZI ÈIN ATA CIA ION LAS EDE CAC ICA ATO ERC CCI RIC ISO ANO NTE ILB ERO SOT TOL ALB RME ANC LUP ODO OST O.A.: collegare i grafemi per ricostruire una frase di senso compiuto.

Una buona caccia

I cacciatori stanno tornando all’accampamento e, dalle loro grida, tutto il villaggio capisce che la caccia è stata fortunata. Tutti sono allegri e si preparano ad accoglierli.

I bambini saltano e corrono, le squaw sanno che adesso per loro inizierà un grande lavoro: la carne del bisonte va trattata in modo da essere conservata per molto tempo. Lo sciamano fa dei disegni per terra.

Aquila Pensante li osserva e, su una grande lastra di granito suddivisa in 12 righe, scrive delle lettere. In ogni riga lo sciamano dovrà togliere tutte le lettere che formano il nome di ciascun disegno. Con le lettere che rimarranno, prese nell’ordine, potrà leggere una frase che qualcuno nell’accampamento ha pronunciato.

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Data 290 O.A.: utilizzare lettere e sillabe per risolvere giochi linguistici. Scheda 7
Nome e cognome
2 3 5 6 7 8 9 10 11 12 1 1 M L E T V N T U I A A O 2 I R M B D I I G I E O L 3 M G O F L L I O N R A E 4 A O C F A R G I L N E E 5 F S L A O L A T T R F A 6 O O T S R T A A Q L U E 7 E E E C O R O L L I T T 8 M A C C O O N S S E E H 9 A R R T R T V A U I G A 10 A A C O C L C I M N E L 11 Z O Z P A E R N A R L A 12 A I N P A C V E R R N O La frase che risulta è: _ _ _ _ _ _ _ _ ’ L’ha detta 4

L’inverno

L’inverno è una stagione che crea molti problemi agli indiani della tribù di Grande Bisonte: scende molta neve e il freddo intenso non consente ai cacciatori di trovare animali da catturare. Dai tepee esce il fumo del focolare e tutti trascorrono la maggior parte del tempo al chiuso, ben coperti dalle pelli di bisonte. Quando le giornate si allungano e il cielo si fa più sereno, lo sciamano annusa l’aria tiepida che arriva da sud e si prepara per un rito magico.

Scrive alcune parole e chiede a Grande Bisonte di anagrammarle e di inserirle nello schema. Le lettere contenute nelle caselle colorate formeranno una frase che tutti gli indiani sono ansiosi di sentire.

orca a

stormi

valente

gola

rapiti

ramo

vene

ignare

l e

Giocare con le parole © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 291 Scheda 8 O.A.: saper fare anagrammi.
.
Gli indiani vogliono sentire che

Nome e cognome

Thomas e la sua ciurma

Il veliero Terrore dei Sette Mari è nella baia dell’isola Dalak, rifugio segreto del pirata Thomas e della sua ciurma di terribili bucanieri.

Thomas ha scelto con cura i componenti del suo equipaggio: è il pirata più temuto e non vuole perdere la faccia. È andato nel porto della Tortuga per ingaggiarli, si è seduto con aria indifferente nella taverna Gatto Nero e ha osservato i bucanieri che stavano facendo baldoria. Come si usa da quelle parti, ciascuno ha un posto assegnato con il nome bene in evidenza. Il capo ciurma che li vuole assumere scrive su un foglietto il nome del vascello e del pirata, poi lo deposita, in gran segreto, nella botte accanto alla porta di uscita. In questo modo nessuno saprà su quale vascello si sono imbarcati i pirati. Thomas ha preso appunti.

Poi ha chiesto al suo amico Bonnet di scrivere i nomi per verificare che li avesse identificati.

Salomon Barbariccia

Testa di Legno

Uncino Spuntato

Scricciolo

Barbagialla Follett

• sa simulare il suo handicap. È veramente furbo, nessuno si aspetta che abbia sempre con sé un’arma così micidiale.

• ______________ è irascibile, è armato di pistola, ma tiene allegra la compagnia.

• ______________ ha fama di essere coraggioso e intrepido. Mi preoccupa il fatto che sia taciturno, solitario e schivo. Saprà legare con gli altri?

• ______________ non ha molta esperienza, ma il suo entusiasmo sarà contagioso.

• sovrasta tutti, può scrutare l’orizzonte. Mi toccherà però trovare un letto adatto a lui!

• : anche per lui ci vuole un letto speciale e una chiave per la cambusa così da mettere al sicuro le derrate!

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Data Scheda 1 292 O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.
Ken

Il riposo del pirata

Thomas si è concesso una pausa sulla sua isola. Le ultime scorribande lo hanno veramente soddisfatto. I suoi bucanieri non si sono risparmiati e hanno dato l’assalto a un vascello spagnolo che trasportava sete preziose dalla Cina verso l’America settentrionale (1), a una nave inglese che portava un carico di tè verso le coste atlantiche delle colonie inglesi (2) e a due navi portoghesi, una che portava in patria un carico di piante medicinali ed esotiche della foresta (3) e un’altra che era partita dall’Africa per portare in Brasile un carico di schiavi (4). Ora invia un messaggio al suo amico Bonnet, che è andato sull’isola della Tortuga a cercare di capire se ci sono altri velieri che solcano i mari con carichi interessanti. Thomas ha scritto il messaggio in modo un po’ enigmatico perché, se dovesse capitare nelle mani del suo acerrimo nemico Rackam, questi verrebbe a sapere delle sue imprese e potrebbe riferire agli Stati interessati chi è l’autore degli assalti che le loro navi hanno subito.

A) Senza lo sciamano che prepara gli infusi, a loro non sarebbe servito quel carico. Venderò il resto del carico alle ricche famiglie di Boston. Potranno abbellire le loro dimore. Per completare l’operazione cercherò una nave che trasporti tucani e pappagalli.

B) È stata l’ultima impresa, ma la prima in ordine di importanza. Non ho ricavato denaro, ma la soddisfazione di una buona azione in nome della libertà.

C) Venderò il carico a Boston perché, come sai, alla taverna Gatto Nero, si mesce ben altro.

D) I nobili di Boston non potranno far confezionare capi per le feste danzanti.

Bonnet ha compreso tutto.

Il messaggio A si riferisce alla nave ____, che trasportava .

Il messaggio B si riferisce alla nave ____, che trasportava

Il messaggio C si riferisce alla nave , che trasportava .

Il messaggio D si riferisce alla nave , che trasportava .

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 293 Scheda 2 O.A.: leggere con attenzione e collegare le informazioni.

Nome e cognome

Messaggio da Tortuga

Bonnet è sull’isola della Tortuga per scoprire che cosa si muove sui mari e per informare il suo capo. Seduto al tavolo della taverna, come se fosse un signore qualunque, scrive una lettera a Thomas. Per rendere più difficile la comprensione del testo, inserisce un gioco linguistico e un rebus. Thomas li risolve, poi, sulla lettera, segna con una crocetta il punto dove devono essere inserite le frasi.

Sull’isola della Tortuga ci sono navi che attraccano e navi che salpano. Certo non tutti i giorni c’è lo stesso movimento, perché le condizioni atmosferiche a volte costringono a soste forzate.

Sulle banchine del porto si incontrano pirati, bucanieri, filibustieri, nomi diversi per persone che svolgono la stessa attività: assalire le navi per rubarne il carico. Nelle taverne si racconta di arrembaggi strepitosi, di tesori nascosti… Quando si vedono due pirati che parlano guardandosi intorno con sospetto, si può essere certi che si stanno comunicando di essere venuti a conoscenza di navi con un carico prezioso. Basta allungare l’orecchio e si scoprono cose interessanti.

A me è capitato.

A presto, Bonnet

Per decifrare la prima frase, Thomas scrive il nome dell’oggetto indicato dal numero: una lettera per ogni cerchiolino, partendo dal numero. I cerchiolini di ogni nome sono legati tra loro. In quelli azzurri comparirà la frase.

La frase A nascosta è:

Rebus (5, 4, 9, 1, 5, 3, 2, 7)

P

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Data 294 O.A.: riconoscere e inserire in un racconto una frase mancante. Scheda 3
L IO + TU = … (senza) A + I
frase B nascosta è: 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 3 5 4 2 6 7 8 10 9 ___ ______________ `
La

Le menzogne di Rackam

Thomas è seduto a un tavolo della taverna Gatto Nero, quando arriva il suo nemico Rackam e gli si rivolge con tono sprezzante: – Ehi! Non hai nulla da fare?

So che da circa un mese te ne stai qui in panciolle. Stai invecchiando, non hai più la forza di dare la caccia alle navi! Io invece… sono reduce da un grande successo! – Ah sì? E quale? – controbatte Thomas senza mostrare troppo interesse. – Da informazioni segrete ero riuscito a sapere che un veliero della flotta di proprietà del re di Spagna era partito dal Messico con un carico d’oro. Il re della Francia, padrone di quella nave e delle altre della flotta, sapeva che i suoi soldati l’avrebbero difesa e sarebbero giunti fino alla sua reggia con casse del prezioso metallo. Ho riunito i miei uomini, ho spiegato il piano e ho promesso loro che il bottino da spartire sarebbe stato ben sostanzioso; metà a me e il resto a loro, diviso in parti uguali. Siamo partiti dalla Tortuga con una scorta di acqua e viveri per quattro settimane. Questo era il tempo massimo cui potevamo resistere perché non avremmo potuto fare altri rifornimenti, dal momento che su quella rotta non c’erano approdi sicuri. Se avessimo superato quel limite di tempo saremmo morti di fame e di sete. Dopo venticinque giorni di navigazione abbiamo intercettato la nave, siamo andati all’attacco, ci siamo impossessati dell’oro e dopo abbiamo appiccato il fuoco perché non restasse traccia. Abbiamo impiegato poi un mese per tornare a Tortuga, perché siamo stati sorpresi da tempeste e mareggiate. C’è voluto coraggio e temerarietà, doti che solo io e i miei uomini abbiamo. Già si racconta che la nostra impresa passerà alla storia.

Thomas non vuole litigare, beve e, scuotendo la testa, pensa: “Che faccia tosta! Si è inventato tutto.

Due particolari mi fanno capire che sta raccontando frottole: 1. 2.

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 295 Scheda 4 O.A.: riconoscere elementi discordanti con la trama di un testo.
”.

Nome e cognome

Una spia a bordo

Un galeone inglese sta veleggiando verso l’Europa. Thomas manda a Bonnet, che ormai si è stabilito a Tortuga, un messaggio perché si imbarchi segretamente sul galeone.

– Per sapere il nome del galeone devi: 1. ricomporre i proverbi unendo le parti; 2. leggere i brevi brani; 3. scrivere per ciascuno il proverbio adatto; 4. con la lettera iniziale del proverbio formerai il nome del galeone sul quale devi imbarcarti per facilitarci l’arrembaggio.

A buon intenditor…

Dal frutto…

Ogni promessa…

Non dire gatto…

è debito. se non l’hai nel sacco. si conosce l’albero. poche parole bastano.

Morgan non sopportava di vedere il ponte del suo veliero in condizioni pietose. Convocò i suoi uomini: – Ciurma, è il momento delle pulizie! – Uffa, siamo pirati, non uomini delle pulizie!

Morgan esclamò: – Se in un’ora brilla, prometto a ciascuno una pinta di rum! Quaranta minuti dopo occorrevano gli occhiali da sole per guardare il ponte della nave! E tutti bevevano rum!

Morgan, guardando una mappa, dice tra sé: “La vecchia mappa del bisnonno! È segnato il luogo in cui è nascosto il tesoro. Certamente si tratterà di un baule enorme, ci saranno tonnellate di oro. Ho già ordinato un nuovo veliero, lo armerò con potenti cannoni. Farò invidia a tutti”. È trascorso un mese e Morgan ha ancora il suo vecchio veliero!

Morgan deve imbarcare altri quattro uomini. Si è sdraiato su un mucchio di cime sulla banchina del porto. Finge di dormire ma, a occhi socchiusi, osserva i pirati che stanno caricando e scaricando le navi e pensa: “È il modo migliore per sapere chi lavora bene e per fare una scelta!”.

Il vascello di Morgan è alla rada nella baia lontana dal villaggio. A bordo c’è un carico di pietre preziose che deve essere sorvegliato giorno e notte. Morgan convoca i suoi uomini: – Ciurma, i pirati sono sempre pirati! Anche se siamo colleghi non siamo sicuri che non ci assaliranno durante la notte. Se scopro qualcuno che non fa il suo turno di guardia… Ora ciascuno al suo posto. Domani all’alba si salpa.

Il nome del galeone è ________________

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Data 296 Scheda 5 O.A.: riconoscere l’idea essenziale di un testo.
A B C D

Nome e cognome

Una notte da incubo

Thomas sta scrivendo sul suo taccuino.

I pirati di Thomas non sanno il punto esatto in cui getteranno l’ancora, ma lo possono scoprire da ciò che ha scritto Thomas. Ecco il modo:

1. dovranno inserire le parole dell’elenco nelle frasi per completarle;

2. dovranno prendere le iniziali delle parole nell’ordine dato dai numeri e riportarle nello schema: avranno così il nome della località.

uragani • provviste • soffia • euforia • nubifragio • laguna • levante • ozio • timori • alito • diario

“ _______ (6) di bordo del 5 agosto.

Dall’alba non _______ (9) un _______ (5) di vento e il veliero sembra stare immobile nello stesso punto.

Non sembra neppure che la notte scorsa ci sia stato un terribile ________ (3) con lampi e tuoni che hanno illuminato a giorno il cielo.

All’orizzonte si scorgeva una tromba d’acqua: gli _______ (2) sono frequenti in questo tratto di mare e i pirati scrutavano l’orizzonte temendo per le loro vite. Per fortuna i (4) sono svaniti quando tutti abbiamo visto la colonna d’acqua allontanarsi.

Nonostante il pericolo fosse scongiurato, ho deciso di deviare dalla rotta stabilita, che puntava a ponente, per dirigermi verso _______ (8).

Raggiungeremo l’Isola delle Perle e attraccheremo in una _______ (11) sicura. Quando ho comunicato alla ciurma la mia decisione, tutti sono stati presi da gioia e _______ (7)

Sull’isola faremo ___________ (1) di acqua e cibo e trascorreremo qualche giorno nell’_______ (10), a riposarci e a prepararci per una nuova avventura.”

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
297 O.A.: comprendere in quale contesto può essere inserito un termine. Scheda 6
Data
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Nome e cognome

Una lettera a un amico

Caro Bonnet,

ti invio questa lettera per mezzo di uno dei mozzi del nostro veliero. Ho scelto questo ragazzo per non dare nell’occhio. Ho dovuto omettere alcuni particolari perché, nel malaugurato caso che il messaggio non finisca nelle tue mani, nessuno deve essere in grado di comprendere quello che intendo comunicarti.

Vai nella vecchia casa dove abitavamo quando eravamo bambini. Nel pertugio che c’è nel muro sopra la porta d’ingresso troverai un involucro di pelle nel quale è contenuto un lasciapassare.

Metti il tuo nome dove c’è uno spazio vuoto e così tu diventerai a tutti gli effetti il titolare del documento che userai per presentarti al governatore di Spagna. Quando sarai alla sua presenza mostragli il documento e riceverai da lui una lettera per me.

Fammela recapitare nel modo che tu sai e poi raggiungi Punta del Sol, dove ci ritroveremo per partire per una missione come corsari al servizio del re di Spagna.

Buona fortuna e a presto, Thomas

Bonnet legge, ma non è sicuro di aver capito il significato di alcune parole, infatti alcune non sono chiare e si chiede che cosa vogliano dire.

Omettere

mettere in disordine tralasciare, non dire mettere in particolare rilievo

Pertugio

piccola scatola di legno gancio

buco, fessura

Involucro astuccio, rivestimento documento baule

Lasciapassare

documento che dura un giorno permesso scritto che autorizza a passare dove è vietato lettera per un re

Titolare

persona che ha il titolo di re la persona il cui nome è scritto su un documento la persona che appare nel titolo di un libro

Corsari

pirati autorizzati da un re ad attaccare navi nemiche pirati che correvano per portare messaggi pirati che correvano molti rischi

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298 O.A.: comprendere dal contesto il significato di un termine.
7
Data
Scheda

Thomas e Rackam

Il Governatore di Spagna ha ricevuto una lettera da un suo agente segreto che gli descrive i due pirati di cui si parla dall’America all’Europa: Thomas e Rackam.

Thomas, pur essendo temuto dai capitani dei vascelli che solcano i mari con carichi preziosi, è rispettato perché non è crudele e spietato. Non ha mai issato il Jolly Roger rosso, la bandiera che, nel linguaggio dei pirati, significa morte certa; ha sempre rispettato il coraggio degli avversari, mentre ha punito chiunque si fosse macchiato di crudeltà, avesse imbrogliato o rubato qualcosa agli amici o ai più deboli. Sulla sua nave il cibo è diviso in parti uguali e non riserva per sé porzioni speciali. Non evita mai i turni di guardia e, durante l’arrembaggio, è sempre in testa ai suoi uomini per incoraggiarli e spesso mette a repentaglio la sua vita per non rischiare quella degli altri. Si batte per i deboli, che difende dalla spavalderia e dall’arroganza dei potenti.

Il Governatore, leggendo la lettera, ha detto al suo agente segreto: – Sarà un pirata, ma è un galantuomo!

Rackam si presenta a tutti in modo gentile e educato, ma basta uno sguardo ai suoi uomini, che lo seguono sempre a distanza, per capire come lo temono.

Quando va all’attacco non issa mai il Jolly Roger rosso per ingannare i vascelli che si trovano sulla sua rotta e che, non avvertendo il pericolo, non stanno all’erta.

Quando recluta i suoi uomini si accerta che sappiano tirare di spada, usare il pugnale e, soprattutto, che non si facciano intenerire. Sulla sua nave non dà regole; ognuno può fare quello che vuole, ma deve guardarsi bene alle spalle. Quando approda in una città, per prima cosa si informa su chi sia il personaggio più potente, si fa ricevere e con lui contratta affari anche a danno degli abitanti della città. Non si è mai visto una volta sul ponte della nave durante un arrembaggio.

Il Governatore sottolinea nel testo della lettera tutte le parti che dimostrano come i due pirati siano diversi, poi esclama: – Questo Rackam non è un pirata: è un delinquente! Gli darò la caccia per tutti i mari.

Giocare con i testi © La Spiga, Gruppo Editoriale ELi Nome e cognome Data 299 Scheda 8 O.A.: leggere con attenzione e fare inferenze.

Pane

Tavolacalda

Pagina 252

Soluzioni degli esercizi

I nomi si ritrovano in queste insegne:

Giglio Lavanda  Gigliola

Pane Rina’s  Nerina

Somari  Omar

Tavola Calda  Alda

Casalinghi  Ling

L’oggetto perso è lo zainetto che si trova tra gli sci e l’orsacchiotto.

Pagina 253

A 12 • B 7

• C 9

• D 10

• E 13

• F 14

• G 4

• H 15

• I 1

• J 2

• K 3

• L 5

Gli oggetti che rimangono sono il n. 6, il n. 8 e il n. 11 e vengono utilizzati dal meccanico.

Pagina 254

• Tre fate hanno lo stesso cappello. Sono E, H, L.

• Ci sono due fate che hanno lo stesso ricamo sulla gonna. Sono A e D.

• Ci sono due fate che sono vestite allo stesso modo, tranne per un particolare. Sono E e H.

• La fata con una giacca nuova è G.

• Hanno le bacchette uguali B, C, D, E, G, L.

Pagina 255

Gli accoppiamenti padre-figlio sono: A 11

• B 8

• C 7

• D 9

• E 10

• F 6

• G 1

I tre bambini di cui non si vede il padre sono i numeri 3, 4, 5. Tutti e tre hanno un animale domestico: il primo ha un trasportino per gatti, il secondo una gabbia per uccelli, il terzo un guinzaglio.

Pagina 256

Il folletto maligno è C. La sua ombra è la numero 3.

Pagina 257

I nomi delle fate, partendo da sinistra, sono: Soave, Irma, Gladis, Leda, Vera.

Pagina 258

I dieci guai combinati dalla bacchetta di Nerina sono: il pallone in mano alla statua • la zucca in testa al gelataio • il ponticello nel laghetto • il pesce spada nel laghetto

• il pesce in mano al pittore • le ali al cane • il giornale con un buco • un uccello con 4 zampe • il becco d’anatra di una signora • un gatto nella carrozzina.

Pagina 259

Le parole sono: tribunale-lunedì (UN)

• armadio-remare (MA)

• pisolo-risotto (SO)

• cannone-dinosauro (NO)

• imitare-amico (MI)

• angolo-fagotto (GO)

• informazione-traforo (FOR)

• telefono-balena (LE)

• medaglia-pedale (DA)

• grembiule-cabina (BI).

SONO UN MAGO FORMIDABILE

Pagina 260

Gli intrusi sono: 1. volare (non è un sostantivo)

• 2. Italia (non è una città)

• 3. rana (non è un mammifero)

• 4. ghiacciolo (non è un aggettivo)

• 5. isola (non è un rilievo)

• 6. nave (non vola)

• 7. imbuto (non è un verbo).

L’assistente si chiama VIRGINIA

Pagina 261

I disegni da eliminare sono: candele-elefante

• rospo-sposi

• ragno-gnomo

• caschi-chiodo

• orologio-giocattolo

• pagliaccio-cioccolato

• cane-anello

• termometro-tromba

• ananas-naso

• maniglia-liana

• superman-mano

• boscoscoiattolo.

Le parole che rimangono sono: arco-panchina

Ne risulta la formula magica: A POSTO

• orso-sedia

• tre-ombrello.

Soluzion i degli eser c izi 300
• H 2.
Rina’s Leo Logos Panetteria Giglio Lavanda Somari Computer
x
x
Farmacia
x x x x
x x

Pagina 262

1. cappello

• 2. cilindro

• 3. solido

• 4. soldo

• 5. moneta

• 6. euro

• 7. muro

• 8. parete

• 9. quadro

• 10. chiodo

• 11. martello

• 12. pesce

La frase potrebbe essere, ad esempio:

Sulla parete c’è un quadro che rappresenta un grande pesce.

Pagina 263

A

• R

• O

• M

Un sentimento: AMOR

• Una città: ROMA

• Un nome di persona: OMAR

• Un frutto: MORA • Una parte dell’albero: RAMO.

Rebus: P + OSSO GI + OCA + RE = POSSO GIOCARE?

Pagina 264

S P

1 I L 2

L A M R G H

E R I T A F U N O V

A 3 G 4

A A 5

L I G I A U T O S

T R 6 O V A 7

A D E U Z A

R E 8 L A

N Z A S A M E

9 T R E 10

S A D G A L L O

Pagina 265

P A T A T A

I P P O P O T A M O

P I L O T A

I S T R I C I

S E D I A

T R E N O

R O S P O

E S T A T E

L A M P O

L A M P O N E

O R S O

Pagina 266

L’informazione è: IL MAGO VA A TROVARE LA STREGA

Le ali sono di pipistrello.

Le code sono di serpente.

toro  orto • lepre  perle • mulino  lumino • limone  monile • carota  torace

lampo – M: lapo

• Lazio – LA: zio

• neve – VE: ne • magi • cane – N: cae • prato – ATO: pr • montagna – M GNA: onta

La frase è: LA POZIONE MAGICA È PRONTA.

Pagina 267

Le fate che mentono sono: Priscilla (Fliggy abita lì da 5 mesi, non da 5 anni) e Berenice (Fliggy non usa una vecchia scopa).

Pagina 268

Frasi che hanno il significato corretto:

• Se qualche strega ha fame, può prendere da sola i tramezzini nel frigorifero.

• Le streghe che lo desiderano avranno la possibilità di fare magie.

• Ogni tipo di magia non è difficile per Milù.

• La festa finirà dopo che è spuntato il sole.

Pagina 269

Gli accoppiamenti giusti sono: albero-ramo

Le lettere da utilizzare sono: M 1

• A 2

• G 3

Gli altri accoppiamenti giusti sono: favo-orso

• mano-guanto

• barca-lago

• carro-ruota.

• O 4, che formano la parola MAGO.

• ghiande-maiale

• nave-porto

• banda-tromba.

Le altre lettere da utilizzare sono: S 1

• I 2

• R 3

• O 4, che formano la parola SIRO.

Il nome del personaggio è MAGO SIRO. Il racconto è il numero 1 (perché il protagonista del n. 2 non è un mago).

Pagina 270

1. FLAUTI (AIUT)

• 2. MARINAIO (AM)

• 3. CESTINI (ITI)

• 4. SCARPE (PRE)

• 5. CONCHIGLIE (GOGELIN)

• 6. PANDA (DA)

La frase è: AIUTAMI TI PREGO GELINDA

Va inserita tra queste frasi: Anche la mia fidanzata mi ha lasciato perché non vuole più mettersi quattro maglioni per abbracciarmi!

Aiutami, ti prego, Gelinda!

Preparami una delle tue pozioni. Se ne berrò in quantità sarò meno gelato!

Soluzion i degli eser c izi 301

Pagina 272

Ha ragione Malica.

Pagina 273

I filapperi sono biscotti.

Pagina 274

• Quello della prima voce sarà un testo che dà informazioni sui ragni e può trovarsi in “Artropodi, celenterati e echinodermi”, rivista scientifica.

• Quello della seconda voce sarà un testo che racconta una leggenda sui ragni e può trovarsi in “I personaggi dei miti e delle leggende”, fascicolo dell’enciclopedia dei miti.

Pagina 276

L’ordine giusto è: A D E F B C G.

A  D (si ripete il bicchiere)  E (si ripete la bottiglia)  F (si ripete il quadro)  B (si ripete la sedia)  C (si ripete il vaso)  G (si ripete il particolare della finestra)

Pagina 277

Da sinistra: il primo personaggio ha perso un guanto, il terzo ha perso una scarpa, il quarto la pistola, il quinto un orecchino, l’ultimo il cappello da cuoco.

Pagina 278

I giusti accoppiamenti sono: A 13

R 2.

Black Jack è il numero 6.

Pagina 279

Il ricercato è quello contrassegnato con la lettera A.

Pagina 280

Il tesoriere è John, perché Bill, Fred e Tom parlavano con lui; Dave aveva la stessa opinione del tesoriere e Ringo un’opinione diversa e quindi non potevano essere lui.

I cavalli sono stati nascosti da Bill, perché Fred e il tesoriere (John) non volevano nascondere i cavalli in quel luogo; John, Dave e Ringo non hanno potuto nascondere i cavalli e a Tom non venivano affidati incarichi.

Pagina 281

I giusti accoppiamenti sono: A 1

• B 5

• C 8

• D 2

• E 7

• F 3

• G 4

• H 6 (per esclusione).

Pagina 282

Soluzion i degli ese i i 302
• B 3 • C 1 • D 5 • E 4 • F 8 • G 10 • H 11 • I 12 • L 9 • M 15 • N 6 • O 14 • P 16 •
Q 7
F A B D E G D E B C H F I G A E
C

Pagina 283

I cambi sono:

Numero 1: Quando si mangia?

Numero 2: È ora che lo porti dal maniscalco.

Numero 3: Che cosa hanno combinato questi banditi?

Numero 4: Adesso siediti! Mangerai quando è il momento!

Numero 5: Little Boy, abbiamo ancora borracce di acqua?

Numero 6: Sarà meglio rifornirsi alla prossima sorgente.

Pagina 284

• La frase che risulta è: HO PERSO IL MIO CALUMET DELLA PACE

• Il calumet è sulla slitta, tra il sedile e la tenda.

Pagina 285

Le parole che si formano sono: marescialli • banconote • scalatori • metropoli • sciarpa • lettore • ferrovia • occhiali.

Pagina 286

Le parole che si formano sono: 1. grandine

• 2. deserto

• 3. bilancia

• 4. sonnambulo

• 5. telefono

• 6. sottomarino

• 7. terremoto

• 8. ragazzo

• 9. laboratorio

• 10. ananas

• 11. sciabola

• 12. dinosauro

• 13. guerriero

• 14. ravanello.

La frase che risulta è: GRANDE BISONTE SOTTERRA LA ASCIA DI GUERRA.

Una risposta possibile è la seguente: Lupo Stanco ha trovato un accordo con i nemici.

Pagina 287

I nomi che fanno rima sono: secchi-specchi

• limone-bastone

• stagno-cigno

• faccia-braccia

• montagne-castagne

• ombrello-cancello

• finestra-maestra

• sirena-balena

• canotto-biscotto

• stelle-caramelle

• occhio-ginocchio

• coniglio-cespuglio.

Pagina 288

1. asso

• lima

• piedino

2. rosso (posso)

3. cotto

4. rimorso

sogno

• spasso

• carpa

• pendere

• odio

• guscio • poro • massaggiatore • pesche

collo • rotto

• colletto

• rugiada

tre

lana

• girotondo

• paesaggio (assaggio)

• dispari (impari).

Il bambino potrebbe trovare anche altre soluzioni per le parole dei gruppi 2 e 4.

Pagina 289

È iniziata la stagione della caccia.

I cacciatori cercano il bisonte.

Lupo Stanco dorme sotto l’albero.

Pagina 290

Le parole da cancellare sono: nuvola

• dirigibile

• mongolfiera

• foglie • farfalla

• quattro • elicottero • mosche

• tartaruga • coccinella

zanzara

capra

La frase che ne risulta è: METTIAMO LA CARNE SOTTO SALE E LA CONSERVIAMO PER L’INVERNO

L’ha detta una delle donne.

Pagina 291

Parole anagrammate: arco • mostri • levante • lago • pirati • mora • neve • regina. Gli indiani vogliono sentire che ARRIVA LA PRIMAVERA

Pagina 292

• Uncino spuntato sa simulare il suo handicap…

• Testa di legno è irascibile, è armato di pistola, ma tiene allegra la compagnia…

• Salomon ha fama di essere coraggioso e intrepido. Mi preoccupa il fatto che sia taciturno…

• Scricciolo non ha molta esperienza, ma il suo entusiasmo sarà contagioso…

• Barbagialla sovrasta tutti, può scrutare l’orizzonte…

• Barbariccia: anche per lui ci vuole un letto speciale…

Pagina 293

Il messaggio A si riferisce alla nave 3, che trasportava piante medicinali ed esotiche.

Il messaggio B si riferisce alla nave 4, che trasportava schiavi.

Il messaggio C si riferisce alla nave 2, che trasportava tè.

ramo • gatto • notte • torero.

La frase A nascosta è: TI ASPETTERÒ AL GATTO NERO

Rebus:

P + oche navi L + ASCIA noi porti perla pioggia

La frase B nascosta è: POCHE NAVI LASCIANO I PORTI PER LA PIOGGIA.

La frase B va inserita dopo ”costringono a soste forzate”.

La frase A va inserita dopo “A me è capitato”.

Soluzion i degli eser c izi 303
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 10 T I A S P E T T E R Ò A E S A L I T O N A M N V O I N E C A N D A A L G A T T O N E R O I N O T O T E T O R E

Pagina 295

1. Rackam dice che la nave era del re di Francia, ma poi dice che erano del re di Spagna.

2. Se la nave di Rackam ha viaggiato per 25 giorni prima di dare l’assalto alla nave e poi ha impiegato un mese per tornare, ha superato le 4 settimane di navigazione che i viveri e l’acqua gli consentivano.

Pagina 296

I proverbi sono:

A buon intenditor poche parole bastano.

Dal frutto si conosce l’albero.

Ogni promessa è debito.

Non dire gatto se non l’hai nel sacco.

A. Ogni promessa è debito.

B. Non dire gatto se non l’hai nel sacco.

C. Dal frutto si conosce l’albero.

D. A buon intenditor poche parole bastano.

Il nome del galeone è ONDA

Pagina 297

Le parole da inserire sono, nell’ordine: diario • soffia • alito • nubifragio • uragani • timori • levante • laguna • euforia

• provviste • ozio.

Il nome della località è: PUNTA DEL SOL

Pagina 298

Omettere: tralasciare, non dire

Pertugio: buco, fessura

Involucro: astuccio, rivestimento

Lasciapassare: permesso scritto che autorizza a passare dove è vietato

Titolare: la persona il cui nome è scritto su un documento

Corsari: pirati autorizzati da un re ad attaccare navi nemiche

Pagina 299

Thomas, pur essendo temuto dai capitani dei vascelli che solcano i mari con carichi preziosi, è rispettato perché non è crudele e spietato. Non ha mai issato il Jolly Roger rosso, la bandiera che, nel linguaggio dei pirati, significa morte certa; ha sempre rispettato il coraggio degli avversari, mentre ha punito chiunque si fosse macchiato di crudeltà, avesse imbrogliato o rubato qualcosa agli amici o ai più deboli. Sulla sua nave il cibo è diviso in parti uguali e non riserva per sé porzioni speciali Non evita mai i turni di guardia e, durante l’arrembaggio, è sempre in testa ai suoi uomini per incoraggiarli e spesso mette a repentaglio la sua vita per non rischiare quella degli altri Si batte per i deboli, che difende dalla spavalderia e dall’arroganza dei potenti.

Rackam si presenta a tutti in modo gentile e educato, ma basta uno sguardo ai suoi uomini che lo seguono sempre a distanza per capire come lo temono.

Quando va all’attacco non issa mai il Jolly Roger rosso per ingannare i vascelli che si trovano sulla sua rotta e che, non avvertendo il pericolo, non stanno all’erta.

Quando recluta i suoi uomini si accerta che sappiano tirare di spada, usare il pugnale e, soprattutto, che non si facciano intenerire. Sulla sua nave NON dà regole; ognuno può fare quello che vuole, ma deve guardarsi bene alle spalle. Quando approda in una città, per prima cosa si informa su chi sia il personaggio più potente, si fa ricevere e con lui contratta affari anche a danno degli abitanti della città. Non si è mai visto una volta sul ponte della nave durante un arrembaggio

Soluzion i degli eser c izi 304
INDICE
RITORNARE A SCUOLA 2 Camelia e… 3 …Milo 4 Un bambino “da sistemare” tipologie testuali testo narrativo 6 La mia scuola americana 8 Paese che vai… scuola che trovi! 10 La scuola con la S maiuscola 11 Nella biblioteca della scuola 12 Studiare? Sì, ma… L’arte di leggere 13 La maestra “spiona” Verifica testo descrittivo 14 l babbo e io al mercato 15 Dalla mia finestra 16 Un cameriere molto originale 17 Valentina e Simona 18 Il grifone 19 Le foche • La mia foca 20 Il pentolino e il fornelletto 21 Vacanze ai Caraibi 22 Vi presento Sherlock Holmes • Verifica GENERE AVVENTURA 24 I filibustieri ai Caraibi 25 Gilliver a Lilliput 26 Achab e Moby Dick 27 L’avventura della balena bianca 28 Nelle terre selvagge GENERE MITO 29 La cattura di Cerbero 30 La cintura di Ippolita 31 La lotta per il regno 32 Ulisse e la sfida di Eolo Verifica GENERE FANTASY 34 Oltre la porta di luce 35 La sorpresa dell’armadio 36 Le Terre di Incanto in pericolo 38 Non tutto è perduto 40 In viaggio per liberare l’isola • Verifica GENERE BIOGRAFIA 42 Clive Granger 43 Samantha Cristoforetti 44 Ipazia GENERE AUTOBIOGRAFIA 45 Come sono diventata una scrittrice 46 Io, Charles Darwin Charles Darwin Verifica GENERE DIARIO 48 2 maggio • 12 maggio • 23 maggio 49 2 marzo • Martedì, 7 ottobre 50 6 luglio GENERE LETTERA 52 Lettera a Babbo Natale 53 Lettera alla Befana 54 Il diario di Giulio Verifica TESTO TEATRALE 56 Alla stazione di King’s Cross 57 Stazione di King’s Cross 58 Per soldi o per amore? 60 Il Re dei sogni 62 Incredibile… oppure vero? • Verifica TESTO INFORMATIVO 64 Le Olimpiadi 66 Che cos’è un dinosauro 68 L’effetto serra 70 Un cervello straordinario • Verifica Percorsi tematici CORAGGIO 72 Nel corridoio della scuola 73 La tigre bianca 74 Il salto più alto 76 Il sette 78 In un inferno di fuoco SOGNO 80 L’acchiappasogni 81 La fata del sonno 82 I sogni in cielo 84 Un bambino difficile? 85 Il coraggio di sognare 86 L’astronave dei sogni 88 I sogni volano in alto ESPERIENZE 90 Dal dentista 91 Voglio un cane 92 Il bicchiere di aranciata 94 Vieni con noi al forte! 95 Le bugie hanno le gambe corte 96 Quando vivevo in India 97 Un cagnolino di peluche 98 Sotto le bombe AMICIZIA 100 La mia amica Chiara 101 Il mio amico Simone 102 La tristorabbiezza 104 La rana e il topo 106 Sono speciale! (a volte) 107 Il mio amico ideale 108 È mio amico, ma… EMOZIONI e sentimenti 110 H come Happy 111 T come tristezza Tristezza 112 Uno scoiattolo nella pancia 114 Sono timida 115 Rabbia birabbia 116 Mi è venuto da piangere 117 Il pianto è una cosa sana 118 Il gioco dei contrari CURIOSITÀ 120 La scatola arrugginita 122 Sono curioso: che cosa farò? 124 Galileo Galilei 125 Margherita Hack LE STAGIONI 126 Mille colori dell’autunno 127 1 dicembre, ore 20:02 128 Il carbone, una tradizione sbagliata
Percorsi semplificati

CAMELIA E...

Camelia non vedeva l’ora di andare a scuola.

Prima che sorgesse il sole già saltellava per la casa. – Andiamoooo?!

Aveva svegliato la mamma, il papà, Wladimiro (fratello) e Olivia (sorella), il cane e due gatti.

I vicini avevano già battuto contro il muro per chiedere silenzio. Alla fine, papà si era alzato. Badava che non urlasse troppo.

Guardò Camelia.

Era fresca come una rosa, vispa come un’ape.

Il papà disse: – Nessuno ha mai così tanta voglia di andare a scuola.

Perché tu non sei come gli altri bambini?

Camelia spiegò: – Ho voglia di vedere i miei compagni! Di usare i quaderni nuovi! Di scoprire chi saranno i miei vicini di banco.

Camelia aggiunse: – Sono curiosa di vedere come saranno messi i banchi e se le bidelle sono ingrassate. E… ho voglia di fare matematica!

All’ora giusta per uscire di casa, il papà le chiese: – Pronta?

Camelia: – Prontissima!

Annalisa Strada, Ma quanto urla la maestra?!, Mondadori

2 Ritornare a SCUOLA Lettura semplificata corrispondente alla pagina 10 , Letture 4

MILO

All’angolo della strada la aspettava il suo migliore amico Milo.

Milo non aveva l’aria molto felice.

Si mangiava un’unghia. Si guardava attorno sospettoso.

Camilla gli chiese: – Va tutto bene?

Lui rispose con un filo di voce: – Per niente.

Con Milo era sempre così, fin dalla Scuola dell’Infanzia.

L’anno precedente per arrivare a scuola Milo impiegava

cinque minuti.

Quest’anno sembrava che la scuola si fosse avvicinata.

Così diceva l’orologio di Milo.

– Non si sarà accorciata la strada? – chiese Milo.

Camelia gli disse: – Ti si sono allungate un po’ le gambe.

Videro i loro compagni di scuola che facevano una gran confusione.

Camelia urlò: – Manchiamo solo noi. Andiamo!

– Se proprio non possiamo farne a meno… – disse Milo.

Annalisa Strada, Ma quanto urla la maestra?!, Mondadori

MINDFULNESS

Per Camelia e Milo il ritorno a scuola è molto diverso.

Per te, com’è? Sei più simile a Camelia o sei più simile a Milo?

Come ti senti?

3 Ritornare a SCUOLA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 11 , Letture 4
...

UN BAMBINO “DA SISTEMARE”

Se avete un amico che:

• non riesce a stare fermo sulla sedia,

• si tuffa nei fumetti mentre tutti gli altri risolvono i problemi,

• fischietta mentre la maestra corregge i compiti… … avete vicino a voi un bambino da “sistemare”.

Oggi la mamma è andata a parlare con la maestra e ha detto al papà: – La maestra mi ha detto che Massimo è intelligente, ma un po’ da sistemare.

Stavo scartando le buste delle figurine degli animali.

Speravo di non avere il doppione dell’ornitorinco.

A un tratto sento che dice a papà: – Non hai sistemato la persiana?

Ma non avevi detto che oggi, cadesse il mondo, l’avresti aggiustata?

“Cadesse il mondo” è una frase tipica di papà che mi fa ridere.

Ma in questo momento no perché, cadesse il mondo, secondo tutti io sono da sistemare. Devo avere qualcosa di rotto da qualche parte, come la persiana.

Vado nella mia camera: è il posto ideale per avere le idee migliori.

Mi metto a pensare. Non ho ossa rotte, come Michele che durante l’allenamento di calcio si è rotto un braccio.

Allora è dentro di me che c’è qualcosa da sistemare. È davvero preoccupante.

Se qualcosa si rompe dentro di te, come si fa?

Sento un rumore. Vado in soggiorno. Vedo papà che lavora con chiodi e cacciavite. Sta sistemando la persiana.

Forse dopo sistemerà anche me!

Chiodi e cacciavite per Massimo… bambino da sistemare!

Loredana Frescura, Marco Tomatis, Massimo da sistemare, Giunti Junior

4 Ritornare a SCUOLA

COMPRENSIONE

1 Rileggi nella parte iniziale del testo le frasi accompagnate da un puntino.

Qual è il personaggio a cui si riferiscono?

Al protagonista che parla di sé.

A un bambino che si è rotto un braccio.

2 Segna con X se la frase è vera (V) o falsa (F).

• La maestra non è contenta del comportamento di Massimo. V F

• La maestra pensa che Massimo possa migliorare. V F

• I genitori sono molto arrabbiati con Massimo.

VISIONE MENTALE

1 Quale tra questi animali è un ornitorinco?

V F

5 Ritornare a SCUOLA Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 14-15 , Letture 4

LA MIA SCUOLA AMERICANA

Era una scuola tutta di vetro vicino a New York.

C’erano corridoi molto luminosi.

Non credevo che quella fosse proprio una scuola. Le larghe vetrate davano su di un immenso prato verde.

Quando mi iscrissero, in America, mi sentivo tanto infelice. La mia scuoletta era vecchia, ma così simpatica. Avevo dovuto lasciare i miei compagni.

Il direttore della nuova scuola mi accompagnò nella mia classe. Lungo i corridoi c’erano pannelli con disegnati tanti cuori rossi, verdi, viola, neri.

Pensavo: “A casa mia i cuori sono sempre rossi”. Sui cuori c’era scritto “San Valentino”, “Vuoi essere il mio Valentino?”, “Vuoi essere la mia Valentina?”.

Pensavo: “Qui sono tutti matti”. Mi sentivo sperduto. Avrei voluto allungare la mano in quella del direttore. Con la mia maestra l’avrei fatto. Ma quel signore mi trattava come se fossi stato grande.

Mi ricordavo le risatine con le quali, l’anno prima, avevamo accolto un bambino che aveva cambiato scuola. Gli avevamo fatto un sacco di dispetti.

– Sai che cos’è il giorno di San Valentino? – mi ha chiesto il direttore.

– No.

– È un giorno in cui si regala un cuore a chi si vuole bene. Sul pannello vicino alla mia classe c’erano decine di cuori incrociati.

Su ogni cuore c’era scritto: “Giorgio, vuoi essere il mio Valentino?”. Il direttore ha sorriso dicendo: – È per te.

Sono entrato in classe. – Hip, hip, hurrà! – strillavano i ragazzi.

E io piangevo senza saper che dire.

6 testo REALISTICO testo narrativo

Loro non capivano che tanta amicizia potesse far piangere. Io non capivo come si potesse essere così amici senza conoscersi, senza essersi fatti nessun piacere e nessun dispetto.

La nostalgia della mia vecchia scuola era stata battuta dal sorriso dei miei nuovi compagni.

Lucia Tumiati, Saltafrontiera, Giunti Junior

VISIONE MENTALE

1 Colora i cuori con i colori di quelli appesi ai pannelli.

ANALISI

Il narratore è la persona che racconta i fatti.

1 In questo testo il narratore è:

Lo scopo è il motivo per cui l’autrice ha scritto questo testo.

L’autrice vuole raccontare un avvenimento e comunicare le sue emozioni.

2 Sei d’accordo? Sì. No.

Il contenuto di un testo narrativo può essere realistico o fantastico.

3 Questo testo è: realistico. fantastico.

Gli elementi di un testo sono: luogo, tempo, personaggi.

4 Il luogo, il tempo, i personaggi di questo racconto sono: realistici. fantastici.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 22-23 , Letture 4

7 testo REALISTICO testo narrativo

PAESE CHE VAI... SCUOLA CHE TROVI!

Quando Paolo partì per il Giappone con i genitori, la nonna gli regalò nove paia di pantofole.

In viaggio chiese ai genitori: – Come sarà la scuola?

Come saranno i nuovi amici? Come sarà la casa?

La casa era di legno con il giardino.

Le pareti che dividevano le camere erano di carta, scorrevoli.

C’era la stanza del tatami, con il pavimento ricoperto di stuoie di paglia.

Ciò che stupì Paolo fu che all’ingresso occorreva togliersi le scarpe e indossare le pantofole.

Le pantofole si dovevano assolutamente togliere per entrare nella stanza del tatami.

La padrona di casa disse: – Usciti dalla stanza del tatami dovete di nuovo indossare le pantofole da casa. Nel gabinetto dovete indossare quelle da gabinetto.

Paolo chiese: – Perché?

La padrona di casa rispose: – Pulizia significa bellezza! Anche a scuola indosserai le pantofole.

– Le pantofole da scuola? – sottolineò Paolo.

A scuola Paolo indossò le pantofole.

I maestri e i compagni parlarono soprattutto a gesti, perché Paolo non capiva il giapponese.

Lo portarono nello sgabuzzino delle scope e degli stracci e mimarono i movimenti che si fanno quando si pulisce.

Paolo pensò che fosse uno scherzo.

8 testo narrativo testo realistico

Un insegnante spiegò: – Oggi è il giorno delle pulizie. In Giappone sono i maestri e i bambini che puliscono le aule perché lì trascorrono molte ore del giorno.

Paolo, i maestri e i bambini entrarono nell’aula. E iniziarono a pulire con gioia.

Emanuela Nava, I bambini del mondo, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Qual è la stanza del tatami?

ANALISI

In un testo, il racconto dei fatti può avvenire in modo diverso.

Per questo si possono individuare diversi tipi di sequenze, cioè parti brevi del racconto.

1 Osserva i colori delle barre per riconoscere i diversi tipi di sequenze di questo racconto. Poi scrivi di che tipo di sequenza si tratta.

Sequenza:

narrativa: racconta un fatto che accade nel racconto; descrittiva: descrive un personaggio, un luogo o una situazione in modo che sia rappresentabile nella mente;

dialogica: riporta i dialoghi che avvengono tra i personaggi; riflessiva: riporta i commenti, i pensieri, i giudizi, le riflessioni dell’autore/dell’autrice o di un personaggio.

9 testo narrativo testo realistico Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 24-25 , Letture 4

LA SCUOLA CON LA S MAIUSCOLA

Quell’estate gli operai costruirono una scuola nuova.

Il primo giorno di scuola arrivarono gli insegnanti e i bambini.

Una bambina piccola con le lentiggini non voleva entrare.

“Devo essere proprio orribile” pensò la Scuola.

La maestra disse: – Quando è il vostro turno, direte il vostro nome.

Era il turno della bambina con le lentiggini, ma non disse nulla.

Sussurrò: – Non mi piace la scuola.

La Scuola pensò: “Magari nemmeno tu piaci a lei…”.

Più tardi la bambina disegnò la scuola con i pastelli e i brillantini.

La Scuola pensò: “È proprio uguale a me”.

La maestra disse alla bambina: – Il tuo disegno è il più bello.

E lo appese sul muro con una puntina.

– Ahi! – disse la Scuola.

Alle tre i genitori vennero a prendere i bambini.

– È stato un grande giorno per te – disse Custode alla Scuola.

La Scuola chiese: – Potresti farli ritornare anche domani?

Soprattutto quella bambina con le lentiggini.

Adam Rex, Un grande giorno per la scuola, Giunti

1 Qual è la bambina? VISIONE MENTALE

1 Il contenuto del racconto è: fantastico. realistico.

la costruzione di una scuola. ANALISI

2 L’argomento del racconto è: la Scuola.

10 testo narrativo testo FANTASTICO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 26 , Letture 4

NELLA BIBLIOTECA

DELLA SCUOLA

La Maestra ha portato la classe a fare un giro della scuola.

Ognuno ha dovuto scegliersi un compagno per la fila.

La mia compagna era Lucilla.

Davanti a noi c’era un bambino molto antipatico.

Il suo compagno era Giovanni. Lo odio, quel Giovanni.

Il primo posto che abbiamo visto è stata la biblioteca.

– AHI, CI SONO TRILIONI DI LIBRI QUI! – ho gridato.

La bibliotecaria mi ha detto di abbassare la voce.

– CERTO…. A ME PIACCIONO TANTISSIMO I LIBRI

CON LE FIGURE. QUANDO DIVENTERÒ GRANDE

MI PIACERANNO ANCHE QUELLI CON LE PAROLE.

Il bambino antipatico ha detto: – Sssssh!

Gli ho mostrato il pugno e lui si è voltato.

Dopo la biblioteca siamo andati alla mensa.

– Che profumino! Sento odore di polpette al sugo! – dissi.

Giovanni si è tappato il naso.

– Sai una cosa? ...Puzzi! – ha detto.

Lucilla si è messa a ridere, perciò ho smesso di darle la mano.

Barbara Park, Giulia B. e il primo giorno di scuola, Mondadori

ANALISI

1 In questo testo l’ introduzione presenta:

i personaggi. un luogo.

2 La conclusione : invita a riflettere.

spiega come finisce l’episodio.

VISIONE MENTALE

1 Dopo la biblioteca, le bambine e i bambini sono andati:

11 testo narrativo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 28 , Letture 4 testo FANTASTICO

Leggi questo testo insieme a una compagna o a un compagno.

Ti aiuterà a dare espressività alla lettura.

STUDIARE? SÌ, MA...

– Buongiorno, maestro Angelo. Come va a scuola Valentina?

– Devo contenerla un po’, signora Castelli.

– Disturba in classe?

– Oh, no. È curiosa. Non smette mai di fare domande.

– Lo fa anche a casa. Dev’essere un “difetto” di famiglia.

– Ma non è un “difetto”. Meglio essere curiosi.

– Studia volentieri?

– Sì, ma solo ciò che le interessa.

– Non capisco.

– Studia poco ciò che non le interessa. Ciò che conta è che sua figlia conservi il gusto di imparare. Io provo a far innamorare i miei alunni della scuola.

– E ci riesce bene. Valentina non ha mai finto di star male per non venire a scuola. Speriamo che continui così anche alle medie e alle superiori.

– Sono sicuro che si impegnerà al massimo anche quando sarà più grande. Immagino che lei e suo marito siate fieri di lei. Angelo Petrosino, Aiuto, ho un debito in mate, Piemme

ANALISI

1 Il contenuto di questo testo è il colloquio tra: una mamma e il maestro. due genitori e un maestro.

2 Il luogo è:

3 I personaggi sono: il maestro e una mamma. il maestro e Valentina.

4 Il testo è: realistico. fantastico.

12 l’ A r t e di... LEGGERE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 29 , Letture 4

LA MAESTRA “SPIONA”

Come ogni mattina, prima di entrare, la maestra Giuditta sbirciò in quarta A dalla porta socchiusa.

Le piaceva spiare i suoi ragazzi. Così aveva scoperto molte cose.

Quel giorno c’erano proprio tutti. A cominciare dalle gemelle Anna e Lisa. I loro genitori pronunciavano un unico nome, Annalisa.

Dietro di loro c’era Francesco. Aveva una paura terribile dell’acqua. Al mare o in piscina si immergeva solo fino alle ginocchia.

Pensava che se l’acqua fosse entrata dalle orecchie, sarebbe arrivata al cervello.

Cinzia riempiva di cuori una pagina del suo diario.

Federico cercava battere il record con il suo videogame.

Caterina sognava a occhi aperti.

Giuditta entrò. I ragazzi la salutarono in coro.

Posò il registro sulla cattedra. Il brusio continuava. Giuditta lanciò un fischio da marinaio per dire di stare attenti.

Giancarlo Oliani, Alla ricerca della memoria perduta, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Il testo è: realistico. fantastico.

2 Riconosci gli elementi del testo.

• Il luogo è

• Il personaggio principale è: la maestra. la classe.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo narrativo?

Sì. No. In parte.

3 Riconosci la struttura del testo. Colora le barre:

• in per l’introduzione;

• in per lo svolgimento;

• in per la conclusione.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

13 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alla pagina 31 , Letture 4

IL BABBO E IO AL MERCATO

Il babbo camminava saltellando, proprio come chi è incuriosito. Lungo la strada c’erano tante case. I piccoli negozi mostravano le loro merci.

Vendevano i meloni e le banane, le tazze, i vasi e i cesti, le ciambelle e le focacce, i teli di cotone e le stoffe di seta ricamate d’oro e d’argento, le collane di semi.

La merce non era solo nei negozi. Era anche appesa a dei pali sopra la nostra testa, per la strada.

I venditori stavano seduti sui tappeti, all’interno. Nag camminava come un principe fra la gente. E noi eravamo dietro. Accanto alla strada principale c’erano stradine e vecchie case. Sui marciapiedi c’erano animali da cortile, gruppi di persone ferme con i loro carretti.

Lasciavano passare una mucca, che qui è sacra.

Lucia Tumiati, Saltafrontiera, Giunti Junior

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo .

Questa è la descrizione di un ambiente .

Il narratore descrive il luogo: senza tanti particolari. con tanti particolari.

VISIONE MENTALE

1 Questa descrizione ti ha permesso di “vedere” il mercato? Disegnalo sul quaderno.

14 ambienti testo descrittivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 36 , Letture 4

DALLA MIA FINESTRA

Dalle finestre della cucina della mia casa vedo un grande capannone. Lì entrano ed escono i camion. Io mi diverto a guardarli perché è un po’ come stare davanti alla TV.

Osservando bene, ho visto che nel muro sopra la saracinesca c’è una lunga fessura. A me sembra nera.

Adesso è primavera e sono arrivate le rondini.

Guardando bene, ho visto che molte di loro entrano attraverso quella striscia nera.

Le vedo entrare e uscire indaffarate. Sento i loro strillini.

Certe hanno fatto i nidi dentro al capannone.

Un giorno ho visto un gatto rosso appostato davanti alla saracinesca chiusa.

“Aspetterà un topo”, ho pensato.

Ma il gatto era sempre là, fermo.

Ho visto una scena incredibile. D’improvviso dalla fessura nera sono uscite delle rondini. Si sono avventate contro il gatto rosso, mettendolo in fuga.

Lucia Tumiati, La pace è bella, Giunti Junior

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo.

Questa descrizione è:

soggettiva, perché chi scrive parla anche dei suoi sentimenti e di ciò che pensa.

oggettiva, perché chi scrive descrive solo l’ambiente.

LESSICO

15 ambienti testo descrittivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 37, Letture 4
Qual è la
?
1
fessura

UN CAMERIERE MOLTO ORIGINALE

Rocco ha un fast food a Firenze. È una persona semplice. È spiritoso.

Serve velocemente i clienti, chiacchiera con tutti. Quando parla in fiorentino stretto non si capisce una parola. È abbastanza magro, una faccia con dei baffettini grigi, la testa un po’ pelata e due occhi neri molto espressivi.

Ha quasi sempre un gilè marrone sopra una felpa scura e dei semplici pantaloni. Ai piedi calza un paio di calzettoni color verdognolo marcio e due scarpe con le stringhe nere.

Ha circa cinquant’anni, ma sembra quasi un ragazzino di vent’anni. Si muove agilmente, parla di cose spiritose.

Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

ANALISI

1 Scopri come si descrive una persona . La descrizione di una persona deve comprendere:

l’aspetto fisco.

l’abbigliamento.

il carattere.

il comportamento.

VISIONE MENTALE

1 Qual è

il cameriere?

2 Per “farci vedere”

il cameriere, l’autrice

descrive:

aspetto fisico, abbigliamento, carattere, comportamento. solo l’aspetto fisico.

16 testo descrittivo PERSONE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 38 , Letture 4

VALENTINA E SIMONA

Mia sorella Valentina ha cinque anni più di me e si crede la più bella del mondo.

Da grande vuole fare la modella. Con questa scusa sta in bagno delle ore a provarsi i trucchi della mamma.

Valentina ha un’amica del cuore che si chiama Simona.

Simona sta sempre a toccarsi i capelli. Li butta indietro, e se uno le sta vicino, paf!, in faccia.

Simona ha paura di tutto: dei criceti, delle cavie, delle mosche, dei ragni e anche delle lumache.

Quando viene a casa, Simona e Valentina si chiudono in camera.

Dicono che devono studiare, ma non è vero. Loro parlano di ragazzi e tengono un diario segreto.

Io un giorno sono stata un’ora ad ascoltare.

Quasi quasi mi addormentavo dalla noia.

Angela Nanetti, Veronica ovvero “I gatti sono talmente imprebedibili”, Edizioni EL

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo . Questa descrizione è: soggettiva. oggettiva.

2 Osserva:

Non puoi riconoscere chi delle due è Simona perché nel testo manca la descrizione: del suo aspetto fisico. del suo carattere.

17 testo descrittivo PERSONE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 39, Letture 4

IL GRIFONE

Il Grifone è metà leone e metà aquila. Il corpo e la coda sono identici a quelli di un leone. La testa e le ali sono come quelle di un’aquila. Le sue orecchie appuntite ricordano quelle di un cane.

I Grifoni vivono in regioni montuose disabitate o in paesi desertici. Fanno il nido su rocce ripide, da cui scendono in picchiata in cerca di cibo.

Alcuni Grifoni aiutano agli dèi, come i cavalli aiutano gli uomini.

I lunghi artigli del Grifone sembrano le corna di un bue. Si scuriscono a contatto del veleno.

Questi animali sono fieri. È praticamente impossibile catturali.

Capita che qualche persona incontri un Grifone che si è ferito. Se questa persona è abbastanza coraggiosa da curarlo, il grifone, riconoscente, gli regalerà un suo artiglio.

Alison Lurie, Lo zoo della fantasia, Mondadori

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della descrizione di un animale .

Nella descrizione si usano similitudini . Completa.

• Le orecchie dei Grifoni sono simili a quelle di ………………………………………….….....………………

• Gli artigli del Grifone sembrano

le corna di …………………………………………..................………………

Nella descrizione si usano paragoni . Completa.

• I Grifoni aiutano gli dèi, come i cavalli aiutano gli …………….....................................……

VISIONE MENTALE

1 Qual è il grifone?

18 testo descrittivo ANIMALI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 40 , Letture 4

Le foche sono mammiferi adattati alla vita acquatica. Hanno un corpo allungato, rivestito da uno spesso strato di grasso ricoperto da un fitto pelo corto, impermeabile all’acqua.

Hanno la testa piccola e leggermente appiattita.

Il muso ha baffi lunghi e robusti.

Gli arti anteriori sono due pinne mentre quelli posteriori sono uniti in una sola pinna posteriore.

Sulla terraferma sono lente e goffe. La loro andatura è buffa: fanno movimenti a zig-zag. Ma quando nuotano sono formidabili. Si muovono con agilità in acque gelide e coperte dai ghiacci. da focusjunior.it

LE FOCHE LA MIA FOCA

Lora aveva occhi blu, quasi neri, grandi e lucidi, con lunghe ciglia. I suoi occhi erano dolci ed espressivi.

Un suo sguardo bastava a farmi correre a riempire la sua bottiglia di latte e olio. Mi faceva capire che desiderava essere presa in braccio. La cosa divenne difficile quando, da adulta, pesava 136 chili ed era alta un metro e mezzo.

Aveva un udito finissimo. Adorava ascoltare la musica. Qualche volta accompagnava la melodia con sbuffi, fischi e strani miagolii.

E si dondolava con tutto il corpo.

Rowena Farre, Il cucciolo del mare, Longanesi

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo .

I due testi descrivono:

solo l’aspetto fisico.

l’aspetto fisico e le abitudini.

19 testo descrittivo ANIMALI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 41 , Letture 4

IL PENTOLINO E IL FORNELLETTO

Era un fornellino di terracotta.

Sul fornellino vi era un pentolino di terracotta rossa con il corpo spesso e il beccuccio ricurvo.

Dentro il pentolino la bevanda stava bollendo. Il coperchio traballava per via del vapore. Sbuffo dopo sbuffo il vapore si disperdeva nella stanzetta, riempendola di un buon profumo.

Il fornelletto di terracotta trasmetteva a Sang Sang un senso di calore, quando si sedeva a osservare le nuvolette di vapore azzurrino.

Quando fu l’ora giusta, Weng versò la bevanda in una scodella. Aggiunse poi un po’ di acqua fredda nel pentolino per preparare la seconda dose di bevanda.

Cao Wenxuan, La scuola dal tetto di paglia, Giunti

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della descrizione di un oggetto . Colora nello stesso modo.

Nel testo sono state sottolineate descrizioni relative a: materiale colore forma rumore odore

VISIONE MENTALE

1 Qual è il pentolino?

ANALISI
20 testo descrittivo OGGETTI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 42 , Letture 4

VACANZE AI CARAIBI

Dal finestrino dell’aereo, le isole San Blas sembrano lenticchie galleggianti sul blu del Mar dei Caraibi. La pista di atterraggio è una sottile striscia grigia.

Arriviamo alle casette di legno su palafitte che ci ospiteranno. La pioggia tamburella sul tetto. Con il sole la sabbia è bianchissima e il mare ha sfumature verdi e azzurre. L’umidità filtra tra le canne di bambù che formano le capanne. Passando una mano sulle pareti sentiamo il fresco sotto le dita. L’odore dell’umidità si unisce al profumo dei pesci alla griglia. È il giorno di Natale. Il proprietario delle casette ci offre alcuni dolcetti, per noi un po’ troppo dolci. All’improvviso un pappagallino verde si appollaia sulla mia spalla.

Il proprietario ci dice come sia bella la sua isola e buonissimo il profumo che viene dalle piante.

rivista Argonauti explorers, n. 18

ANALISI

1 Quale tra queste è una similitudine ?

Arriviamo alle casette di legno su palafitte.

Le isole San Blas sembrano lenticchie galleggianti.

2 L’autore utilizza i diversi sensi per descrivere.

Non sono stati sottolineati i dati relativi al senso della vista.

Collega il senso utilizzato al colore della sottolineatura.

Udito

Gusto

Tatto

Olfatto

21 testo descrittivo OGGETTI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 43 , Letture 4

VERIFICA VI PRESENTO SHERLOCK HOLMES

Voglio parlarvi di un uomo speciale.

Io sono il dottor John Watson. Sono vissuto per molti anni con questo signore in un appartamento a Londra.

Era un appartamento piccolo ma elegante e ben curato.

Quando arrivò il mio amico il salotto si trasformò in una giungla di oggetti, libri e strumenti di ogni forma.

Il mio compagno di appartamento era l’investigatore più famoso d’Inghilterra.

Il suo nome era Sherlock Holmes. Lui non era un investigatore come gli altri.

Non sembrava un segugio. Non inseguiva i criminali per la città, non frugava tra i cassetti in cerca di prove. No. Lui osservava, le tracce. Ad esempio le impronte sulla scena del delitto, un pelo di barba trovato sotto un bottone, una stringa slacciata.

Tutto ciò che sembrava senza significato, per Sherlock Holmes diventava molto importante.

Lui diceva: – Le cose più piccole sono di gran lunga le più importanti.

Era alto, magro, senza barba né baffi. Aveva mani magre, ma forti. Indossava una giacca di lana.

Voleva sapere tutto. Leggeva e studiava. I suoi occhi aguzzi come spilli non facevano capire che cosa pensasse.

Era un genio del travestimento.

Holmes era un uomo eccezionale e curioso.

Per me era straordinario.

Sarah Rossi, da Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes il mastino dei Baskerville, Edizioni EL

22

ANALISI

1 In questo testo si descrive: solo una persona. una persona e una casa.

2 Nella descrizione di Sherlock Holmes puoi trovare: solo l’aspetto fisico. le abitudini, il carattere e l’aspetto fisico.

1 La persona che vedi rappresentata NON è Sherlock Holmes. Quali sono i due particolari che te lo fanno capire?

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo descrittivo? Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco.

23
VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 46-47, Letture 4
1. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 2.
VISIONE MENTALE

I FILIBUSTIERI AI CARAIBI

Questo racconto parla di “filibustieri”: erano i pirati che vivevano nelle isole del Mar dei Caraibi, in America Centrale.

I filibustieri erano giunti nella folta foresta.

Il Catalano si gettò dietro il tronco di un albero. Si sentì un fischio. Una freccia si conficcò in un ramo basso.

– Una freccia! – gridò il Catalano e sparò con il suo fucile. Quattro o cinque frecce passarono sopra le teste dei Filibustieri. Poi ogni rumore cessò.

– Ci assalteranno ancora? – chiese il Corsaro Nero al Catalano.

– Sì – rispose il Catalano. – Non lasciamo questo posto. Le frecce sono avvelenate.

Un altro pirata suggerì: – Camminiamo sparando fucilate a destra e a sinistra.

– Buona idea! – rispose il Corsaro Nero.

Il Corsaro Nero apriva la via tagliando le liane che impedivano il passo.

Quel rumore fece nascondere i nemici.

Emilio Salgari, Il Corsaro Nero, Newton Compton

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

In questo racconto il luogo pericoloso è: una foresta. un’isola.

L’evento pericoloso è l’assalto di nemici armati di

I racconti di avventura parlano di coraggio e di paura. 24 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 54 , Letture 4

GULLIVER A LILLIPUT

Mi chiamo Gulliver. Fin da bambino ho sempre avuto la passione di viaggiare.

Faccio il medico a bordo delle navi. Ho visitato Paesi misteriosi.

Come quella volta a Lilliput… Viaggiavo sulla nave. La nave incominciò ad affondare.

L’uragano ci scaraventò in mare.

Nuotai. Le forze mi abbandonarono. Quando mi svegliai vidi sabbia ovunque. “Sono salvo!”, pensai. Poi mi addormentai. Mi svegliò uno strano grido.

Provai a muovermi, ma qualcosa mi bloccava.

– Ooooooh! – erano mille vocine insieme. Il mio corpo era legato con sottilissimi fili.

Sentii tantissimi passi.

Mi voltai e rimasi a bocca aperta: ero circondato da tantissimi uomini e donne piccolissimi, armati di archi e frecce.

Vidi un ometto con una divisa verde che mi puntava contro la sua spada e gridava.

Pensai che non fosse niente di buono e… una nuvola di piccole frecce volò verso il mio viso.

Gianluca Agnello, Gulliver a Lilliput, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

Il protagonista è Gulliver. È un personaggio : fantastico. realistico.

Gli altri personaggi sono: fantastici. realistici.

25 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 55 , Letture 4

ACHAB E MOBY DICK

Quando ero giovane mi imbarcai su una baleniera. Un giorno il capitano Achab ci volle tutti sul ponte. Disse che avremmo dato la caccia a Moby Dick, una gigantesca balena bianca.

Una mattina Achab avvistò Moby Dick.

Le piccole barche di salvataggio furono messe in acqua. La balena bianca scomparve. Poi risalì e distrusse la barca di Achab.

La caccia continuò il giorno dopo. La balena bianca riuscì a sfuggire di nuovo.

Al terzo giorno Achab colpì la balena bianca con il suo rampone. Moby Dick urtò la lancia e i marinai finirono in mare. Poi si gettò contro la nostra nave, e con la fronte aprì uno squarcio. L’acqua cominciò a entrare. Si capì che la nave stava affondando. Io fui l’unico a salvarmi: mi aggrappai a un pezzo di legno e rimasi lì per un giorno e una notte, in mezzo ai pescecani. Finalmente arrivò una nave che mi salvò.

Herman Melville, raccontato da Stefano Bordiglioni, Moby Dick, Edizioni EL

LESSICO

1 Qual è il rampone ?

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

Chi crea una situazione di pericolo ?

Il capitano Achab. La balena.

2 Rileggi le parti evidenziate per capire come si crea la suspense .

26 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 56 , Letture 4

L’AVVENTURA

DELLA BALENA BIANCA

– Una balena! – gridò l’uomo. La nave si lanciò su di me.

– La balena è enorme! – La voce degli uomini era piena di odio. Provai un dolore terribile. L’arpione mi si era conficcato nel dorso.

Discesi nell’acqua cercando di liberarmi da quell’arpione. Ma erano sforzi vani.

Mi immersi. Poi risalii. Con una testata spezzai in due una loro barca. Gli uomini caddero in acqua fra urla di terrore. Io li colpii con colpi di coda.

Non sapevo se era più forte il dolore per ciò che avevo visto o il dolore per l’arpione nella mia schiena. Riemersi. A una a una distrussi tutte le barche. I balenieri gridavano aggrappati ai resti delle barche.

Poi puntai contro la nave grande. Al primo assalto provocai un grosso buco nello scafo. Gli uomini misero in acqua l’ultima barchetta. La nave cominciò ad affondare.

La scialuppa si stava allontanando. Li lasciai andare.

Luis Sepùlveda, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, Guanda

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere avventura . Chi è il protagonista ?

Una balena. Un marinaio.

LETTURA CRITICA

2 Rileggi le parti evidenziate per capire come si crea la suspense . Questo testo e il precedente raccontano lo stesso episodio, visto, però, da punti di vista differenti: quello di un baleniere e quello della balena.

27 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 57, Letture 4

NELLE TERRE SELVAGGE

Brian dopo la caduta del suo aereo si trovò da solo nelle selvagge terre del Canada.

Era in un fitto bosco e udì un rumore alle spalle. Si voltò e vide l’orso.

Non riuscì a fare niente. La lingua gli si attaccò al palato.

L’orso era nero, vicino a lui, enorme.

L’orso era alzato sulle zampe posteriori. Osservava Brian.

L’orso si abbassò e si spostò mangiando bacche.

Poco dopo, sparì. Brian restò immobile. Gli occhi erano sbarrati.

Brian emise un suono: – Nnnggghhh.

Era un verso di paura.

L’orso era riuscito ad arrivargli vicino. Volendo, se lo sarebbe mangiato, senza dargli la possibilità di difendersi.

Le gambe di Brian cominciarono a correre nella direzione opposta all’orso, verso il rifugio.

Gary Paulsen, Nelle terre selvagge, Piemme

VISIONE MENTALE

1 Chi mangia

le bacche?

ANALISI

1 Analizza il genere avventura .

Le parti sottolineate in rosso indicano: la paura del protagonista. la pericolosità dell’orso.

Le parti sottolineate in verde indicano: la paura del protagonista. la pericolosità dell’orso.

28 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 58 , Letture 4

Sono imprese straordinarie, impossibili per i comuni mortali.

LA CATTURA DI CERBERO

Cerbero era un grande cane nero con tre teste.

Era il guardiano del Regno dei Morti. Il re di Micene ordinò a Ercole di catturare il bestione.

Era un’impresa difficile anche per Ercole, figlio del dio Zeus. Ercole scese nel Regno dei Morti. Riuscì a raggiungere il re dei morti, che gli disse: – So perché sei qui. Cerbero è tuo a un patto: non dovrai usare né la clava né l’arco e le frecce per prendere il mio cucciolino! Ercole affrontò il mostro a mani nude. Cerbero scattò inferocito, con un ringhio spaventoso.

Ercole lo afferrò per la gola e strinse. Cerbero cercò di ferirlo con un colpo della coda a pungiglione. Ma Ercole era protetto dalla sua fedele pelle di leone.

E alla fine, Cerbero si arrese. Seguì il suo nuovo padrone docile come un agnello. Il re dovette accettarlo in dono, anche se non sapeva proprio dove metterlo.

Beatrice Masini, Ercole e le 12 fatiche, Bompiani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del mito . Ercole è un eroe dei miti perché: è figlio di un dio. combatte contro Cerbero.

Quale prova pericolosa deve affrontare Ercole?

Andare nel Regno dei Morti. Catturare Cerbero.

I miti sono
avventure vissute da divinità, da eroi/eroine.
29 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 60 , Letture 4

LA CINTURA DI IPPOLITA

Il re di Micene aveva una figlia capricciosa.

Un giorno la principessa andò da suo padre e gli disse: – Io voglio la cintura d’oro di Ippolita.

Ippolita era la regina delle Amazzoni, le donne guerriere.

In battaglia erano più brave di tutti i guerrieri.

Il re di Micene disse: – Questa è una cosa che può fare solo Ercole. Ercole giunse nella terra delle Amazzoni.

Ippolita disse: – Benvenuto, Ercole, figlio del dio Zeus.

Ippolita promise a Ercole che gli avrebbe regalato la cintura d’oro. Ma prima della partenza la dea Era, moglie di Zeus, decise di mettere in difficoltà Ercole.

Si trasformò in un’Amazzone e andò in giro dicendo che Ercole voleva rapire Ippolita.

Infuriate, le Amazzoni assalirono le navi.

Ercole, per fermarle, uccise Ippolita. Le sfilò la cintura.

Riuscì a partire con la nave. Tornò dal re di Micene con un regalino luccicante per la sua vanitosa figlia.

Beatrice Masini, Ercole e le 12 fatiche, Bompiani

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del mito .

In questo mito Ercole deve compiere una difficile impresa . Quale?

Combattere contro le Amazzoni.

Prendere la cintura di Ippolita.

VISIONE MENTALE

1 Qual è Ippolita?

30 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 61 , Letture 4

LA LOTTA PER IL REGNO

Horus, il dio falco, sfidò suo zio, il malvagio dio Seth.

Voleva conquistare il trono d’Egitto.

Seth propose a Horus una gara. Entrambi dovevano trasformarsi in ippopotami e immergersi nelle acque del Nilo.

Il primo che fosse riemerso, avrebbe perso il trono. Iside, la madre di Horus, temeva per la vita del figlio. Sospettava che il malvagio Seth volesse uccidere Horus.

Iside scagliò nel Nilo un arpione per colpire Seth, ma colpì Horus. Iside lanciò di nuovo l’arpione. Questa volta colpì Seth.

Seth sfidò di nuovo Horus. Dovevano fare una gara sul Nilo a bordo di barche di pietra.

Horus sapeva che la pietra non galleggia sull’acqua. Costruì, perciò, una barca di legno. La dipinse perché sembrasse di pietra.

Seth fabbricò la propria barca con le pietre di una montagna. La sua barca affondò. Seth capì l’inganno di Horus.

Seth si trasformò allora in ippopotamo e si gettò contro la nave di Horus.

Ma gli altri dèi, per far finire la guerra, incoronarono Horus faraone di tutto l’Egitto.

Sarah Quie, Miti e civiltà degli antichi Egizi, De Agostini Ragazzi

ANALISI

1 Analizza il mito .

L’avventura di Horus e Seth è affrontare: una situazione pericolosa. imprese impossibili per gli umani.

L’elemento che fa capire che questo è un mito è: la sfida tra due divinità. la gara sul fiume Nilo.

Chi risolve il litigio tra Horus e Seth? Iside. Gli dèi.

31 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 62 , Letture 4

ULISSE E LA SFIDA DI EOLO

Ulisse giunse con le sue navi all’isola Eolia. Qui regnava Eolo, il dio dei venti.

Ulisse gli domandò: – Che cosa posso fare perché tu creda al mio valore?

Eolo rispose: – Entra con la tua nave in quella baia. Io giocherò un po’ con i miei venti. Vedremo come te la cavi!

Eolo e i suoi figli avevano un vaso tra le mani con un coperchio d’oro. Lo tenevano chiuso.

Eolo gridò: – Se la tua nave toccherà terra, anche solo un poco, io non ti ospiterò.

Eolo tolse il coperchio d’oro al suo vaso e un forte vento spostò la nave di traverso.

Ulisse manovrò la nave, che tornò verso il centro della baia.

Eolo rimise il coperchio al suo vaso e fece cenno a uno dei suoi figli. Quello aprì il vaso e un vento nuovo fece sbandare la nave.

Ulisse riprese il controllo della nave.

Subito Eolo scatenò altri due venti.

Ulisse tirava funi, dava ordini ai rematori. Eolo faceva scoprire e ricoprire i vasi ai suoi figli, scatenando venti sempre diversi. La nave girava e sbandava. Ulisse, però, riusciva a tenere la nave nel centro della baia.

Al tramonto, Eolo fece un gesto e il vento si placò.

Una brezza leggera spinse la nave di Ulisse sulla spiaggia.

Roberto Piumini, Ulisse, il re dei viaggi, Nuove Edizioni Romane

LESSICO

1 Qual è la baia ?

32 VERIFICA

ANALISI

1 Riconosci la struttura del testo, colorando la barra laterale: introduzione, svolgimento, conclusione.

2 Riconosci gli elementi del testo.

Il protagonista è: Ulisse. Eolo.

Gli altri personaggi sono: Eolo e i suoi figli. i compagni di Ulisse.

3 Riconosci il contenuto del testo.

L’evento pericoloso che deve affrontare Ulisse è: affrontare i venti di Eolo. arrivare all’isola Eolia.

COMPRENSIONE

1 L’ idea principale è: la sfida tra Eolo e Ulisse. l’arrivo di Ulisse a Eolia.

2 Dove doveva entrare Ulisse con la sua nave?

In una baia. In un lago.

3 Dove erano contenuti i venti?

In vasi. In scatole d’oro.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo racconto di avventura-mito? Sì. No. In parte.

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco.

33 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 64-65 , Letture 4
COME STO?

Nel genere fantasy i protagonisti “passano” in mondi immaginari e lottano contro il Male.

OLTRE LA PORTA DI LUCE

Arthur vede cinque ombre immense. È spaventato. Accende la torcia.

Illumina il guerriero che gli dice: – Non c’è un minuto da perdere!

Arthur, agitato, chiede: – Non venite con me?

Il guerriero gli risponde: – Può passare solo una persona. Tu sei il migliore per combattere il Malvagio.

– Il Malvagio? – chiede il bambino.

Subito i cinque guerrieri si mettono il dito davanti alle labbra. Uno dice: – Quando sarai dall’altra parte, non dire mai il suo nome.

Arthur, preoccupato, ripetè: – D’accordo. Dirò solo Emme!

Il guerriero dichiara solenne: – Tuo nonno era andato là per combattere proprio lui. Ora tocca a te portare a termine la sua battaglia. È tempo di andare.

Il ragazzino prende il foglietto con mano tremante e lo legge.

Il capo dei guerrieri annuncia: – La porta di luce è aperta!

Il passaggio dura solo pochi minuti!

Luc Besson, Arthur e il popolo dei Minimei, Mondadori

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy.

Nei racconti fantasy i protagonisti lottano contro

il Male per il trionfo del Bene.

Chi è il protagonista che deve lottare contro il Male ?

Quale passaggio magico porta Arthur nel mondo del Malvagio?

34 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 70 , Letture 4

LA SORPRESA DELL’ARMADIO

La villa era un vero labirinto. Peter, Susan, Edmund e Lucy trovarono una stanza quasi vuota: c’era solo un grosso armadio.

– Uffa, qui non c’è niente! – brontolò Peter. Uscì deciso, seguito a ruota dagli altri.

Lucy pensava: “Perché non apriamo l’armadio?”. La porta dell’armadio si aprì con facilità. Dentro c’erano appesi alcuni cappotti.

Lucy entrò.

Scoprì che là dentro si poteva andare oltre.

Era buio. Lucy teneva le braccia in avanti per non sbattere contro la parete di fondo.

A un tratto sentì uno scricchiolio sotto i piedi. Si chinò e sfiorò con le dita una pappa farinosa e fredda. Qualcosa di duro e pungente le grattò il viso.

A quel punto vide una luce davanti a sé.

Intanto le piovevano addosso candidi fiocchi. Un attimo dopo si ritrovò in un bosco coperto di neve, fra cristalli di ghiaccio che danzavano nell’aria. Era buio. Aveva paura. Ma vinse la curiosità.

Clive S. Lewis, Le cronache di Narnia, Mondadori

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy.

I personaggi sono: realistici. fantastici.

Il passaggio dal mondo reale al mondo fantasy avviene: per opera di un personaggio magico. attraverso un armadio.

35 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina ??, Letture 4 attività corrispondenti pagina 71 , Letture 4

LE TERRE DI INCANTO IN PERICOLO

Una leggenda narra che nelle Terre d’Incanto, dove oggi sorge

l’Accademia Reale, arrivò un potente mago in fuga da una minaccia.

Era il Mago dell’Alba. Per difendere il suo potere dalle Forze Oscure, decise di nasconderlo nella natura.

Da allora il suo potere è diventato il Potere di Incanto. Riposa in ogni foglia, in ogni granello di sabbia.

LE GUARDIANE DI INCANTO

Quando arriva un nuovo attacco, il Potere di Incanto si risveglia.

Sceglie CINQUE GUARDIANE dall’animo coraggioso.

Ora il malvagio EGOR ha deciso di attaccare le Terre d’Incanto. Le nuove Guardiane di Incanto, insieme a cinque ANIMALI

MAGICI, dovranno proteggere la pace del loro mondo. Sono cinque principesse e sono sorelle.

ASPETTANDO L’ECLISSI

Le cinque sorelle aspettavano l’eclissi di luna, quando i principi e le principesse dell’Accademia Reale avrebbero partecipato al Ballo. Era una festa dedicata alla luna e alle sue antiche leggende. Una leggenda raccontava che, durante la notte di eclissi, potevano accadere eventi straordinari. Spesso anche spaventosi.

Al termine della festa una delle sorelle non riusciva a prendere sonno. Durante la festa aveva avvertito un presentimento.

Adesso era inquieta: si sentiva osservata!

Nessuna delle cinque sorelle si accorse del corvo malvagio che entrò dalla finestra e si posò sul pavimento.

Tea Stilton, Incanto – La notte dell’eclissi, Piemme

36 genere fantasy

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy. Qual è il luogo fantasy in cui si svolge la vicenda?

Le Terre di Incanto.

La Luna.

Chi è il personaggio malvagio ?

Il Mago dell’Alba. Egor.

Chi lotta contro il malvagio?

Le cinque guardiane.

Solo gli animali magici.

2 Osservando le immagini, scrivi quale animale appartiene a ciascuna guardiana.

Guardiana di Incanto Animale

Saman .......................................................................

Kalea Yara Nives

Diamante .......................................................................

37 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 72-73 , Letture 4

NON TUTTO È PERDUTO

La Gola Nascosta era una valle che separava il Reame dei Maghi dalle Terre d’Inverno.

C’era una battaglia tra l’Esercito Oscuro e l’Esercito della Magia.

Ailos, il Generale dell’Esercito della Magia, cavalcava il suo unicorno. Guidava i suoi alleati, ma erano rimasti in pochi.

Ailos sollevò la spada di cristallo e gridò: – Dobbiamo impedire che le creature del Male raggiungano la Cittadella dei Maghi! Esercito della Magia! Combattiamo per la salvezza del nostro mondo!

Tre Avvoltoi del Buio volarono sopra di lui, pronti a colpirlo.

Ailos, con la sua spada, uccise il primo. Poi trafisse il secondo e schivò gli artigli del terzo.

Intanto Ilian, il mago aiutante di Ailos, lottava con la lancia contro due Mannari.

Attorno a loro, Fate e Cavalieri combattevano con coraggio. Poi Ilian gridò: – Sono in troppi! Dobbiamo ritirarci!

Aveva ragione, e Ailos lo sapeva.

Le Fate, i Cavalieri e i Maghi non riuscivano a fermare le terribili creature dell’Esercito Oscuro. L’unica soluzione era ritirarsi.

Ailos vide due Fate delle Lande attaccate da un Dragone Nero. Il cuore gli batteva forte nel petto. Gridò: – Ritirata!!! Rifugiamoci dentro le mura della Cittadella dei Maghi!

In quel momento, due ali immense attraversavano il cielo.

Ailos trattenne il fiato.

Un corpo gigantesco, ricoperto di squame scure come la notte, volteggiava sull’Esercito della Magia. Aveva denti appuntiti come spine, artigli affilati e taglienti come lame.

Sprizzava scintille dalla bocca.

38 genere fantasy

Il suo corpo mostruoso oscurò il cielo. Era pronto ad attaccare.

Ailos gridò: – Il Drago Nero attacca il Reame dei Maghi!

Poi il drago spalancò la bocca e una sfera di fuoco avvolse tutti quanti.

Geronimo Stilton, Il segreto del lupo, Piemme

ANALISI

1 Analizza il genere fantasy.

La caratteristica del genere fantasy è la vittoria del Bene sul Male.

Come si chiama l’esercito del regno del Bene?

Esercito Oscuro.

Esercito della Magia.

Come si chiama l’esercito del regno del Male?

Esercito Oscuro.

Esercito della Magia.

2 L’autore presenta personaggi positivi e personaggi negativi.

Completa la tabella segnando con X .

personaggio del Male personaggio del Bene Drago Nero

Ailos

Ilian

Avvoltoi del Buio

39 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 74-75 , Letture 4

VERIFICA IN VIAGGIO PER LIBERARE L’ISOLA

L’elfa Spica guardava verso l’acqua: sulle rocce c’era un mucchio di alghe verdi. In fretta Ombroso raggiunse Spica.

Dalle acque emerse una donna. Spica sussurrò: – Una fata?

La figura del mare disse: – Sono Marea, la custode dei Mari Orientali. Proteggo ogni creatura che attraversi queste acque in pace. So che tu sei l’elfo Ombroso. Sei il coraggioso cavaliere che ha sfidato Stria, la perfida Regina delle Streghe. So che sei ancora destinato a sfidarla per liberare l’Isola.

Spica chiese: – Come mai sei qui?

La fata rispose: – Questo è il mio mare. Io ho vegliato sull’Isola da quando è caduta sotto il dominio dele streghe. Solo io posso aiutarvi. Ombroso domandò: – Che cosa ci aspetta sull’Isola?

Marea rispose: – Da quando sono giunte le streghe, il Male regna nell’Isola. Se il vostro destino vi porta in quel luogo, io non vi fermerò. Quando sarete là, nessuno potrà aiutarvi. Però posso fare una cosa per voi!

La fata mosse la mano. Un’onda più potente delle altre bagnò lo scoglio. Apparve una grossa conchiglia a spirale.

– Una conchiglia? – domandò Ombroso. E la prese.

– Una delle mie conchiglie. È il Richiamo dei Mari. Quando non saprai dove andare, suona soffiando forte stando con i piedi nell’acqua. L’acqua obbedisce a me e anche a questo richiamo. Il mare vi mostrerà dove andare.

Geronimo Stilton, L’Isola Pietrificata, Piemme

VISIONE MENTALE

1 Qual è la conchiglia di cui si parla nel testo?

40

ANALISI

1 Riconosci gli elementi del testo.

Quali sono i personaggi che dovranno sconfiggere il Male?

Spica e Ombroso. Marea.

Sono personaggi: realistici. fantastici.

Qual è il luogo in pericolo a causa delle forze del Male?

L’Isola.

Il mare.

2 Riconosci il contenuto del testo.

Quali sono le forze del Male di cui parla la fata?

I Mari Orientali.

Le streghe del Male.

Quale oggetto magico dovranno usare i due elfi in caso di pericolo?

Le alghe.

La conchiglia.

COMPRENSIONE

1 Chi è Marea?

Un’elfa.

Una fata.

2 Chi andrà in aiuto di Ombroso e Spica se suoneranno la conchiglia?

Marea.

Il mare.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo fantasy?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

41 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 78-79 , Letture 4

Nella biografia o nell’autobiografia sono narrati esperienze ed episodi della vita di personaggi famosi.

CLIVE GRANGER

Clive Granger nacque nel Galles, il 4 settembre 1934. Suo padre venne trasferito in un’altra città e la famiglia lo seguì.

In seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il padre si arruolò nell’esercito. La famiglia si trasferì ancora.

Alla fine della guerra, la famiglia Granger si spostò in un’altra città. Nella nuova scuola, la bravura di Clive in matematica divenne evidente.

Dati gli ottimi voti, la famiglia decise che Clive avrebbe frequentato l’università.

E così fu. La facoltà era, naturalmente, matematica.

Dopo essersi laureato, Granger decise di specializzarsi in Statistica. Questa la sua motivazione: – Era una materia della quale conoscevo molto poco.

Il motto di Granger era: se non lo so, lo voglio sapere.

Marco Malvaldi, La direzione del pensiero (Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze), Raffaello Cortina Editore

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici della biografia .

Lo scopo di questo testo è: scrivere un racconto.

far conoscere la vita di un personaggio famoso.

I luoghi sono quelli in cui è vissuto:

il narratore.

il personaggio di cui si parla.

42 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 86 , Letture 4

SAMANTHA CRISTOFORETTI

Di notte, Samantha guardava il cielo pieno di stelle. Pensava a quanto sarebbe stato bello poterlo esplorare.

Si laureò in Ingegneria Meccanica. Poi compì il primo passo verso quel cielo. Nel 2001, infatti, venne ammessa all’Accademia aeronautica e divenne pilota militare.

Ora Samantha era pronta a conquistare lo spazio. Fece domanda per entrare a far parte del Corpo Astronauti. Fu scelta tra oltre ottomila candidati. Ce l’aveva fatta, era un’astronauta! Prima di partire in missione, Samantha si addestrò per tre anni tra Russia, Europa e Stati Uniti.

Fece ciò per conoscere alla perfezione la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Questa è il gigantesco laboratorio in orbita a 400 km dalla Terra, dove lei avrebbe vissuto e lavorato.

AstroSamantha è stata la prima donna italiana a essere selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea. Nel 2022 è stata la prima donna in Europa (e la terza nel mondo) a ricoprire il ruolo di Comandante della Stazione Spaziale Internazionale.

Storie della buonanotte per bambine ribelli, 100 donne italiane straordinarie, a cura di Elena Favilli, Mondadori

ANALISI

1 Analizza la biografia .

Quali sono i dati oggettivi in questa biografia?

La laurea conseguita.

Le curiosità di Samantha da bambina.

La data e il luogo di nascita.

L’ordine della narrazione è: cronologico. non cronologico.

43 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 87, Letture 4

IPAZIA

Nell’antica città di Alessandria d’Egitto c’era la più grande biblioteca del mondo.

Vi si trovavano migliaia di rotoli di papiro.

Erano scritti a mano dagli scribi.

Matematica e filosofa

370 circa - 8 marzo 415 (Alessandria D’Egitto)

Infatti, a quel tempo si scriveva sui papiri. Erano grandi fogli che si ottenevano da una pianta e venivano ripiegati in rotoli.

Nella biblioteca, Ipazia e suo padre studiavano insieme. Ipazia trovava nuove regole di geometria e aritmetica. Cominciò a scrivere dei papiri tutti suoi.

Costruì l’astrolabio: uno strumento per calcolare la posizione del Sole, della Luna e delle stelle.

Ipazia insegnava astronomia. Durante le sue lezioni si rifiutava di indossare l’abito femminile. Si vestiva da studiosa, come gli altri insegnanti.

La biblioteca fu distrutta da un incendio. Le sue opere andarono perdute. Per fortuna, i suoi studenti scrissero di lei e delle sue idee.

Grazie a loro anche noi conosciamo questo genio. Ipazia diceva: – Difendi il tuo diritto di pensare.

Perché anche pensare in maniera sbagliata è meglio che non pensare affatto.

Elena Favilli, Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della biografia .

Nel testo ci sono date precise ?

Sì.

No.

44 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 88 , Letture 4
ANALISI LESSICO Astrolabio

COME SONO DIVENTATA UNA SCRITTRICE

Cari bambini,

mi chiamo Erminia Dell’Oro e sono nata il 4 aprile 1938, ad Asmara, in Africa. Qui si era trasferito mio nonno.

Sono vissuta per vent’anni tra bambini di culture diverse.

Alle elementari leggevo tanti libri e scrivevo raccontini. Dicevo che volevo fare la scrittrice, ma anche la giornalista o l’esploratrice.

Con i miei amici e mio fratello esploravamo le grotte e durante le vacanze mio nonno mi portava a pescare. Nel Mar Rosso si potevano incontrare anche dei piccoli squali!

Allevavo leprotti orfani con il biberon, avevo due piccoli struzzi, cani, gatti e una tartaruga gigante sulla quale mi sedevo a leggere. Ora vivo a Milano.

Ho cominciato a fare la scrittrice molti anni fa, scrivevo libri per i grandi.

Poi ho scoperto che scrivere per i bambini è bellissimo.

Mi permette di andare, con la fantasia, anche tra i dinosauri!

Erminia Dell’Oro, La pianta magica, Piemme Junior

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici dell’autobiografia .

L’autrice narra in: prima persona. terza persona.

2 Completa.

Le frasi in cui l’autrice dà riferimenti di:

• tempo sono sottolineate in

• luogo sono sottolineate in

45 GENERE autobiografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 89 , Letture 4
ANALISI VISIONE MENTALE

IO, CHARLES DARWIN

Sono Charles Darwin.

Ho scoperto la selezione naturale.

Sono nato a in Inghilterra, il 12 febbraio 1809. Mamma Susanna è morta quando avevo otto anni.

Mio padre Robert è un medico.

Spesso si arrabbia con me: dice che non m’interesso di nulla. Sono un ragazzino vivace e curioso, ma per nulla studioso.

Ho un hobby: colleziono tutto, ma soprattutto conchiglie e minerali. Nelle sere d’inverno sfoglio i libri di scienza e di natura di papà.

La mia seconda vita comincia il 27 dicembre 1831. Quel giorno parto su una piccola nave da guerra. Dobbiamo fare un viaggio lungo le coste del Perù, del Cile, della Terra del Fuoco, tra le isole del Pacifico.

Io sono il naturalista della spedizione.

Luca Novelli, Darwin e la vera storia dei dinosauri, Editoriale Scienza

CHARLES DARWIN (1809-1882)

L’infanzia di Darwin è quella di un monello che non ama molto la scuola. Si appassiona, invece, alle collezioni: piante, uova, minerali, insetti, conchiglie, Suo padre gli ripete: – Non ti interessi di niente.

Charles inizia gli studi di medicina, ma poi li abbandona per dedicarsi ad altri studi.

La sua occupazione principale è la caccia ai coleotteri. Diventa amico di un botanico che nel 1831 informa Darwin che il governo ha organizzato un viaggio di studio intorno al mondo, per mare. Il capitano della nave cerca un giovane studioso della natura. Darwin accetta e si imbarca per un lungo viaggio.

46 VERIFICA

Quando ritorna, scrive una grande opera che, una volta pubblicata, metterà in subbuglio il mondo intero. Si tratta di “Dell’origine delle specie attraverso la selezione naturale”.

Gli scritti di Darwin rivoluzioneranno il mondo scientifico.

Ai suoi tempi, alla fine del XIX secolo, si sosteneva che il mondo non è il risultato di una lenta evoluzione. È stato creato come noi lo conosciamo.

Darwin proverà il contrario.

René Ponthus, Francois Tichey, I grandi viaggiatori, Jaca Book

ANALISI

1 Analizza la biografia e l’autobiografia .

In queste pagine ci sono due testi che trattano lo stesso argomento: la vita di Darwin.

Quale è narrato in prima persona ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

Quale è narrato in terza persona ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

Quale è una biografia ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

COMPRENSIONE

1 Individua le informazioni esplicite .

Quale avvenimento cambia la vita di Darwin?

Collezionare conchiglie e minerali.

Essere imbarcato come studioso su una nave.

CHE COSA SO?

Ho capito la differenza tra biografia e autobiografia?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

47 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 92-93 , Letture 4

genere diario

Sul diario di scuola scrivi i compiti.

Il diario personale serve per scrivere ciò che ti accade, la tua rabbia e la tua gioia. Lo dovresti leggere solo tu.

2 maggio

Caro Diario,

chi farà la principessa nella recita di fine anno? Naturalmente Chiara. Io ci sono rimasta male. Mara invece no. Dice che la principessa non apre la bocca. Sta seduta sul suo trono e alza un paio di volte la mano. Io faccio il viandante! Nemmeno io dirò tanto, ma almeno non devo studiare. Dirò solo: – È ancora lungo il mio cammino. Addio!

12 maggio

Senti questa, caro diario!

La principessa ci guarda tutti dall’alto in basso. Mi è venuta una bella idea per sistemarla! Mi è venuta mentre schiacciavo la pancia dell’oca di gomma. QUA! QUA!

23 maggio

Caro diario, oggi è il giorno della vendetta! Oggi pomeriggio ho messo sotto il cuscino l’oca di gomma. Quando domani Chiara ci appoggerà il suo regale sedere, si troverà in una situazione imbarazzante! QUA! E il viandante riderà sotto i baffi! Maria Vago, Pizza, pidocchi e un genio nell’astuccio, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del diario .

Quale elemento della struttura ti fa capire che queste sono pagine di diario?

La suddivisione in introduzione, svolgimento e conclusione. Le date che cambiano.

48
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 98 , Letture 4

2 marzo

Caro diario,

Questa faccenda del “caro diario” mi fa un po’ ridere.

Ma caro di che? Di prezzo, forse?

Ti scrivo da un paio di giorni e quindi “caro” mi sembra un po’ troppo.

Siamo ancora degli estranei, quindi sostituirò il “caro” con qualcosa di più adatto. Poi, forse, in un futuro, vedremo… Insomma, “se son fiori fioriranno e se son rospi rosperanno”, come dice sempre Vincenzo, il mio migliore amico.

Che cosa vuol dire questo proverbio? Non lo so.

Credo che se lo sia inventato lui.

Stefano Bordiglioni, Diario di Giulio. Top secret, Edizioni EL

Martedì, 7 ottobre

Stamattina sono stata svegliata da un suono strano. Sembrava che stessero accoppando qualcuno.

Ma questo ormai è normale, da quando mi occupo di Annibale.

Annibale è il pappagallo della signora Iole, che è in ospedale.

Fino a poco tempo fa, mi sarebbe piaciuto un sacco avere un animale:

Per tre settimane, almeno.

I pappagalli mi strapiacciono, ma purtroppo Annibale grida.

E morde anche! Quello strarompi!

Alice Pantermüller, Le (stra)ordinarie (dis)avventure di Carlotta. Fuori dal gregge, Sassi Junior

ANALISI

1 In quale dei due testi vengono utilizzati disegni ed espressioni gergali?

Nel primo testo.

Nel secondo testo.

49 genere diario
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 99 , Letture 4

6 luglio

Succede qualcosa di strano.

Questo mi sono detto quando mi sono svegliato. Anzi quando LORO mi hanno svegliato.

Dico LORO, perché questo diario è ultrasegreto e non andrà mai in mano a qualcuno, salvo catastrofi.

LORO, sono i miei genitori. Hanno cominciato a litigare presto.

Da tre settimane litigano per le vacanze.

Di solito le vacanze rilassano la gente. Non a casa nostra. Non quest’anno.

Tutto è cominciato un lunedì a cena, subito dopo la pasta al forno.

Mia madre ha detto: – Quando andiamo a Salins? a salins abita nonna annie. ci passiamo sempre tre settimane di vacanza.

Mio padre ha risposto: – Quando vuoi tu. Potrebbe essere l’8, è un lunedì. Ci sarà meno traffico.

Mia madre: – L’8? È un giovedì.

Mio padre: – No, l’8 luglio è un lunedì, guarda il calendario.

Mia madre: – Noi andiamo in vacanza in agosto!

Mio padre: – Ma che dici? Io ho preso tre settimane in luglio!

In breve: mio padre ha preso le ferie in luglio e mia madre in agosto.

Mia madre è convinta che mio padre l’abbia fatto apposta, e viceversa.

Tutti i giorni ricominciano e urlano: – Te l’avevo detto! – e – Tutta colpa tua!

Risultato: io non andrò in vacanza!

Chi fa le spese delle loro liti? Io! Ben Cardin.

Preciso: Ben è il mio vero nome, non un diminutivo.

Bernard Friot, Il libro delle mie vacanze disastrose e degli scarabocchi, Edizioni Lapis

50 genere diario

1 Analizza il diario .

Segna con X le due caratteristiche del diario: è personale.

deve essere scritto tutti i giorni. può essere scritto in modo strano e originale. deve essere scritto in modo ordinato.

2 Quale frase ti fa capire che questo bambino è sicuro di poter esprimere tutto ciò che pensa?

Questo diario è ultrasegreto e non andrà mai in mano a qualcuno. Ben è il mio vero nome, non un diminutivo.

3 Questo brano NON è scritto come un normale testo. Che cosa lo rende diverso?

I disegni.

Le parole scritte in modo particolare. Il nome del bambino.

4 Le parole scritte in modo particolare ti fanno capire che il bambino: si sta sfogando. scrive sempre in fretta.

51 genere diario Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 100-101 , Letture 4
ANALISI

Una volta per comunicare con gli amici e con le amiche si usava scrivere la lettera.

Oggi si scrivono messaggi brevi con il telefono o le mail.

Ma alcune lettere non passeranno mai di moda…

LETTERA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale, mi chiamo Michele.

È un nome che non si usa più.

Perciò non ti capiteranno tanti Michele e quindi ti ricorderai di me.

Finalmente ho avuto il tuo indirizzo. Se solo l’avessi saputo prima ti avrei evitato la fatica di leggere nel mio pensiero.

Avere la lettera dentro la buca è sicuramente più comodo.

La mia domanda è questa: nella lettera che ti manderò devo metterci solo i desideri più importanti?

Tu come ti regoli? Vedi che cosa ti resta in magazzino? Tiri a sorte?

Ti faccio queste domande perché non vorrei più un pigiama.

Quello dell’anno scorso aveva degli orsetti gialli non adatti alla mia età. Potresti evitare di mandarmi un pigiama?

Quante cose posso chiederti? Devo farti dei disegni per farti capire meglio?

Non è che non mi fido, ma vorrei toglierti i problemi.

Ti saluto: fammi sapere, mi raccomando!

Tuo affezionatissimo Michele

Anna Vivarelli, Caro Babbo Natale, Interlinea Junior

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici della lettera .

Sottolinea:

• in la formula d’apertura;

• in la formula di saluto;

• in il nome di chi scrive.

52 genere lettera Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 102 , Letture 4

LETTERA ALLA BEFANA

Samarcanda, 17 dicembre.

Carissima Befana,

le scriviamo in anticipo a causa dei numerosi impegni che ci aspettano nel mese.

Le scriviamo per salutarla, ma anche per avere sue notizie. Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato a una conferenza su “Il pacco regalo e le nuove tecnologie”. Abbiamo parlato con Babbo Natale, che era lì.

Il sig. Natale ci ha detto che lei è un po’ stanca. Il suo lavoro è pesante. Faremo il possibile per aiutarla.

Abbiamo deciso di aumentare la cifra che le spediamo tutti gli anni per le sue spese.

Speriamo le faccia piacere.

Le mandiamo tanti cari saluti e una foto del nostro ultimo viaggio in Brasile.

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre

Lo Scaramazze, Io credo che la Befana, Edizioni Lapis

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della lettera .

Chi sono i mittenti , cioè chi scrive questa lettera?

Tre bambini. I re Magi.

Chi è il destinatario, cioè chi riceverà la lettera?

Da dove è stata inviata la lettera?

Dal Brasile. Da Samarcanda.

Quando è stata scritta la lettera?

Il 17 dicembre. Il 6 gennaio.

53 genere lettera Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 103 , Letture 4

VERIFICA

30 marzo

Buonasera Diario!

IL DIARIO DI GIULIO

Eccoci al nostro appuntamento di tutti i giorni

Oggi ti scrivo una cosa simpatica e una no.

Quella simpatica: ho mangiato il primo gelato di quest’anno.

Sono entrato nel bar Arcobaleno e ho chiesto un cono super, con quattro gusti.

Avrei potuto farlo anche ieri. Ma non c’era questo bel sole di oggi.

La voglia di gelato non mi era ancora venuta.

La notizia invece poco simpatica è Vincenzo, il mio amico, si trasferisce.

Va a vivere in Lombardia, perché suo padre è stato promosso direttore di non so bene che cosa.

Vinc se ne va e a me dispiace da morire. Lui è pigro, ma è il mio migliore amico.

Senza di lui la mia vita non sarà più la stessa.

Domani Vinc parte.

Questa cosa mi dispiace.

Però anche mi incuriosisce. Dovrò fare qualcosa nel tempo che una volta passavo in compagnia di Vincenzo. Un nuovo amico?

O magari un’amica? O addirittura Anna-grandi-occhi? E se la famiglia di Anna, per magia, si trasferisse qui nella casa che Vinc lascia?

Lo so, diario, sono solo fantasie.

Vinc invece sarà lontano e non ci si vedrà più.

Ha detto che mi scriverà, però non ci credo troppo. È pigro e se prende una penna in mano gli viene la febbre.

Be’, almeno il gelato era buono: pistacchio, limone e nocciola.

Stefano Bordiglioni, Diario di Giulio, Top Secret, Edizioni EL

54

ANALISI

1 Quali sono i due avvenimenti accaduti al protagonista?

Il trasferimento del suo amico.

L’arrivo di Anna.

Il primo gelato della stagione.

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite .

Il protagonista non crede che Vinc gli scriverà perché Vinc: si ammalerà.

è pigro.

va ad abitare lontano.

Vinc:

si trasferirà il giorno dopo. si sta trasferendo nel giorno in cui il bambino scrive.

2 Metti in relazione le parti del testo. Nel testo si legge: “non ci si vedrà più”.

“Ci” si riferisce a:

Vinc e il portagonista. la famiglia di Vincenzo.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di diario e lettera?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

55 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 106-107, Letture 4

un testo

che ha una particolare struttura.

Le battute sono le parole pronunciate dai personaggi.

La scenografia è la riproduzione dell’ambiente.

ALLA STAZIONE DI KING’S CROSS

La famiglia Potter attraversò la strada verso l’enorme stazione.

Due grandi gabbie erano in cima ai carrelli spinti dai genitori.

La famiglia si aprì la strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. Harry udì la voce di suo figlio Albus che discuteva con il fratello James.

– Non voglio essere un Serpeverde! – disse Albus.

Intervenne Ginny, la mamma: – James, piantala!

Ribatté James: – Non c’è niente di male. Potrebbe essere un Serpe…

James vide lo sguardo della madre e tacque. I Potter si avvicinarono alla barriera. James cominciò a correre. Un attimo dopo era sparito.

Albus chiese ai genitori: – Mi scriverete?

– Tutti i giorni, se vuoi – rispose Ginny.

Albus disse: – Non proprio tutti. James dice che gli altri ricevono lettere una volta al mese.

Ginny precisò: – Noi scrivevamo a James tre volte la settimana.

Aggiunse Harry: – A tuo fratello piace scherzare.

Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato.

La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti.

Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo teatrale .

Colora le barre:

• in per le parti descrittive-narrative;

• in per le parti dialogiche.

Un testo teatrale
è
narrativo
56 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 114 , Letture 4

STAZIONE DI KING’S CROSS

Una stazione affollata. Due gabbie sono in cima a due carrelli pieni di bagagli. I carrelli sono spinti da due ragazzi: JAMES e ALBUS POTTER. La loro madre, GINNY, li segue. Un uomo, HARRY, porta la figlia LILY in spalla.

ALBUS: Papà. Continua a dirlo.

GINNY: James, lascialo stare.

JAMES: Ho detto solo che potrebbe finire in Serpeverde. Ed è poss…

ALBUS: Mi scriverete, vero?

GINNY: Tutti i giorni, se vuoi.

ALBUS: James dice che gli altri ricevono lettere una volta al mese.

GINNY: L’anno scorso scrivevamo a tuo fratello tre volte alla settimana.

HARRY: A tuo fratello piace scherzare.

GINNY: Albus, devi andare dritto contro il muro tra il binario nove e il binario dieci.

HARRY: Non ti fermare e non aver paura, altrimenti sbatterai contro il muro.

ALBUS: Sono pronto.

Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e la maledizione dell’erede, Salani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti della struttura del testo teatrale .

Le parti scritte in azzurro rappresentano: la scenografia (come deve apparire l’ambiente). le battute che devono recitare gli attori/le attrici.

Le parti scritte in nero rappresentano: la scenografia (come deve apparire l’ambiente).

le battute che devono recitare gli attori/le attrici.

57 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 115 , Letture 4

PER SOLDI O PER AMORE?

Atto 1

Scena 1

L’avaro: – Ho due cantine piene d’oro. Ma mia figlia chi ha scelto per fidanzato? Lino Picco, uno che non ha un soldo. Isabellaaaa!

Isabella: – Eccomi, papà.

L’avaro: – Non devi vedere più quel figlio di un soldo bucato.

Isabella: – Ma io voglio sposarlo.

L’avaro: – Stupida. Sposa invece un sacco di soldi.

Isabella: – I soldi non parlano, invece Lino Picco mi racconta tante belle storie. Ih!, Ih! (piange).

Scena 2

Lino Picco (di nascosto): – La povera Isabella piange? Sarà colpa di quel vecchio avaro. Ora lo metto a posto io. (Forte) Permesso?

L’avaro: – Chi è?

Lino Picco: – Un bandito!

L’avaro (spaventatissimo): – Sono un povero vecchio senza un soldo.

Lino Picco: – Voglio il denaro. (Piano a Isabella) Fingi di non riconoscermi!

L’avaro: – Mi lasci il denaro.

Lino Picco: – Hai una bella figlia. Dammela.

L’avaro: – Isabella cara, va’ con questo signore che vuole prendere i soldi del tuo papà.

Isabella: – Ma io voglio sposare Lino Picco!

L’avaro: – Io sono suo padre e mi dovrà ubbidire. Isabella è sua moglie.

58 testo teatrale

Atto 2

Scena 1

(Si sente battere la porta.)

L’avaro: – Chi è adesso?

Il bandito: – Sono un bandito.

L’avaro: – Ce n’è già qui uno!

Il bandito: – Se non apri subito la porta la butto giù.

Lino Picco: – Apra la porta e lasci fare a me.

Il bandito: – Dunque, dove sono i soldi?

Lino Picco: – In cantina, venga con me: glieli do subito.

L’avaro: – Il mio denaro!

(Lino Picco e il bandito escono. Poi Lino Picco torna indietro.)

Scena 2

Lino Picco: – Ho rinchiuso il bandito in cantina.

L’avaro: – Grazie, signor bandito numero uno!

Lino Picco: – Ora ho Isabella.

Isabella: – Sì, andiamo subito, mio carissimo Lino.

L’avaro: – Come hai detto?

Lino Picco: – Ha detto bene, io sono Lino Picco.

L’avaro: – Ah, mi avete ingannato.

Lino Picco: – Se vuole vado giù ad aprire la cantina.

L’avaro: – No, no, per carità, andatevene pure tutti e due.

Gianni Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Einaudi Ragazzi

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo teatrale .

Un testo teatrale può essere:

• una commedia, se racconta fatti divertenti.

• un dramma se racconta avvenimenti tristi.

Questo testo teatrale è:

una commedia. un dramma.

59 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 116-117, Letture 4

Foresta misteriosa.

IL RE DEI SOGNI

Alti alberi incutono terrore.

La foresta è ai piedi di alte montagne.

Scena prima

Damjan (il principe, preoccupato): – Principessa, dietro questi monti c’è il passo dei Falchi del Califfo. È lì che si è perso il mio amico Kafir.

Chitral (la principessa, sospettosa): – Qualcuno ci sta guardando. (Damjan e Chitral non riescono più a camminare)

Damjan: – Principessa, non riesco a muovermi!

Chitral: – I miei piedi sono di pietra! È un incantesimo!

Scena seconda

Gli alberi sono spariti. Una strana luce illumina la scena. (Entra il Re dei Sogni)

Damjan: – Chi siete?

Re dei Sogni: – Io sono il Re dei Sogni. Trasformo in sogni tutte le persone che passano di qua. Ma prima di trasformarvi farò un gioco con voi. Un sogno può vincere un altro sogno. Io dirò il nome di tre sogni. Voi direte il nome di tre sogni. Se vincerò io, vi trasformerò. Se vincerete voi, io diventerò il vostro servo e tutti i sogni saranno liberi. Vediamo un po’, io dico… il Sole!

(Entra, danzando, il Sole.)

60 testo teatrale

Damjan: – … la Notte (Entra la Notte.)

Re dei Sogni: – La Notte vince il Sole, ma il Sole vince la Notte.

Adesso io dico: il Denaro! (Entra il Denaro)

Damjan: – La Morte!

Re dei Sogni: – La Morte vince il Denaro! Sto perdendo. Io dico: il Tempo.

Il Tempo vince tutto. (Entra il Tempo)

Chitral: – Damjan, dammi la tua pietra magica! (Damjan gliela dà)

La partita non è finita! Io dico: il Ricordo (Entra il ricordo, che è Kafir).

Re dei Sogni: – Il Tempo vince tutto, ma il Ricordo vince il Tempo!

Ho perso! Siete liberi. Io sono il vostro servo.

(Chitral e Damjan muovono le gambe)

Damjan: – Abbiamo vinto, principessa!

Francesco Firpo, La Bella e la Bestia e altre commedie di teatro per ragazzi, Erga Edizioni

i pensieri dei personaggi. ANALISI

1 Analizza il genere teatrale .

Le parole scritte tra parentesi indicano:

il modo di recitare e il modo di muoversi.

61 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 118-119 , Letture 4

INCREDIBILE... OPPURE VERO?

Scena 1

Narratore: In classe tutti i bambini e le bambine fanno baccano.

Arriva il maestro Zuretti e tutti i bambini e le bambine si siedono silenziosi.

Maestro: Bravi, bambini!

Tutti i bambini: (in coro) Buongiorno, maestro.

Maestro: Allora, ieri siamo arrivati a pagina…

Tutti i bambini: 31

Un bambino: A casa dovevamo imparare a memoria la poesia.

Maestro: (sorpreso) Proprio così! Chi l’ha imparata?

Tutti i bambini alzano la mano.

Maestro: Chi vuole provare a leggere la poesia?

Berardo e Camilla: (insieme) Io!

Berardo: (gentile) Leggi tu, Camilla.

Camilla: (gentile) No, no, fa’ pure.

Scena 2

Bussano alla porta

Maestro: Avanti.

La preside entra in classe, sembra molto preoccupata.

Tutti i bambini: (in coro) Buongiorno, signora preside.

La preside: (al maestro) Fanno così anche con lei? Non capisco!

Maestro: Neppure io! Sono tutti gentili! Se mi parlassero di… di un incantesimo… quasi quasi ci crederei!

La preside: (preoccupata) Ed è la stessa cosa in tutte le classi!

Ma che cosa sta succedendo?

Si girano verso la classe e si scopre che hanno entrambi un grosso pesce d’aprile attaccato alla schiena.

Tutti i bambini: (in coro) PESCE D’APRILE!!!

Sophie Balazard, Elisabeth Gentet-Ravasco, Scenette a scuola, Gremese

62
VERIFICA

1 Questo testo teatrale è: una commedia. un dramma.

2 Analizza gli elementi . Il protagonista è:

Gli altri personaggi sono:

1 Il maestro è sorpreso perché: i bambini e le bambine sono gentili/e e attenti/e. entra in classe la preside. tutte le classi della scuola hanno lo stesso comportamento.

2 La preside è preoccupata perché: la classe del maestro Zuretti si comporta in modo strano. tutte le classi si comportano in modo strano. pensa sia successo un incantesimo.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo teatrale?

Sì. No. In parte.

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco. COME

63 VERIFICA
STO?
ANALISI
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 122-123 Letture 4
COMPRENSIONE

LE OLIMPIADI

L’origine delle Olimpiadi

Quasi tremila anni fa qualche greco antico ebbe la bella idea di sfidarsi in uno stadio, anziché con lance e spade. Sarebbero stati meglio quattro anni di sport e un mese di battaglia, al posto di quattro anni di guerre e un mese di divertimento.

Dal 776 avanti Cristo, la città di Olimpia è il sinonimo di tutti gli sport messi insieme.

Non a caso il matematico Eratostene, per contare gli anni, usò come anno zero proprio quello delle prime Olimpiadi dell’antichità.

Le Olimpiadi oggi

I giochi Olimpici dell’antichità si svolsero per oltre mille anni. Poi, più nulla per secoli e secoli.

I primi Giochi Olimpici moderni iniziarono nella primavera del 1896.

Li volle un nobile francese, Pierre de Coubertin. Si svolsero ad Atene, proprio per ricordare i giochi antichi. Vi furono gare di scherma e di tennis, di atletica leggera e di sollevamento pesi, di lotta, di nuoto e di tiro a segno. E lungo le vie della città si corse anche la maratona.

La maratona ieri

Nelle prime Olimpiadi dell’antichità non era in programma la maratona. Infatti, la battaglia di Maratona si combattè quasi trecento anni dopo. Oggi, la maratona è una corsa di più di quaranta chilometri. Ricorda l’impresa del giovane Filippide, che corse fino ad Atene per annunciare la vittoria dei Greci.

Il tuo sussidiario è un insieme di
informativi-espositivi. 64 testo informativoespositivo
testi

La maratona oggi

Nei Giochi Olimpici dei tempi moderni vi è sempre stata la maratona nel programma delle gare.

Moltissime città in tutto il mondo, ogni anno, organizzano una corsa di quarantadue chilometri e centonovantacinque centimetri lungo le loro strade.

La più famosa è forse di quella di New York. A essa partecipano oggi decine di migliaia di corridori, veloci e lenti.

Alla prima edizione si presentarono poco più di cento atleti, che corsero all’interno di Central Park per non recare disturbo al traffico.

Oggi, invece, il traffico si ferma a guardare e a fare il tifo per gli atleti.

Andrea Valente, Così per sport, Edizioni Lapis

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo . Lo scopo dell’autore è: raccontare una storia sulle Olimpiadi. dare informazioni sulle Olimpiadi e la loro storia.

Un testo informativo serve per: avere informazioni su un argomento. conoscere il pensiero dell’autore o dell’autrice.

Il testo informativo spesso presenta differenti paragrafi : per evidenziare le sequenze narrative. per evidenziare le informazioni.

65 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 128-129 , Letture 4

CHE COS’È UN DINOSAURO?

Come fa uno studioso dei fossili a dire: – Questo è un osso di dinosauro?

I dinosauri hanno tre caratteristiche che li distinguono dagli altri rettili.

Quando sono vissuti i dinosauri?

MESOZOICO

Triassico Giurassico Cretaceo

I dinosauri sono vissuti in un’era precisa della Preistoria, il Mesozoico.

Qualunque osso fossile più antico o più recente, non è di dinosauro.

Dove vivevano i dinosauri?

I dinosauri erano tutti terrestri. Non volavano né vivevano nei mari. Erano, però, capaci di attraversare piccoli fiumi o laghi. I rettili volanti e i rettili marini dal collo lunghissimo, che spesso si vedono nei libri di Preistoria, non erano dinosauri. Erano loro cugini, come i coccodrilli o le tartarughe.

Le ali dello Pterosauro si estendevano dalle caviglie al quarto dito della mano che era allungato e resistente.

I Plesiosauri vivevano nel mare come altri rettili marini. Avevano quattro zampe simili a pinne.

66 testo informativoespositivo

Qual era la disposizione delle loro zampe?

La disposizione delle zampe è ciò che differenzia i dinosauri dagli altri rettili.

I dinosauri avevano le zampe come quelle di un elefante, poste verticalmente sotto il corpo.

Per capire come si muovessero i dinosauri, bisogna pensare a un elefante, non a un coccodrillo.

I dinosauri non sono solo animali enormi e terrificanti. Sono animali “nuovi” che bisogna sforzarsi di immaginare. Oggi la ricerca sui dinosauri ci fornisce dati sulla loro vita quotidiana. Questo aumenta la nostra curiosità.

Piero e Alberto Angela, Il pianeta dei dinosauri, Arnoldo Mondadori

3 In questo testo si è utilizzato: un grafico a torta. una linea del tempo. ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo . Questo testo informativo ha una particolare struttura : è diviso in paragrafi .

I titoli dei paragrafi di questo testo sono:

• Quando sono vissuti i

• Dove vivevano i

• Quale era la disposizione delle loro

In un testo informativo le didascalie sono spiegazioni delle illustrazioni.

2 Colora in giallo le didascalie.

Alcuni testi informativi sono accompagnati da grafici e tabelle che servono a rendere più chiare le informazioni.

67 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 130-131 , Letture 4

L’EFFETTO SERRA

L’effetto serra è un fenomeno naturale. Noi umani lo stiamo cambiando. In che modo?

I raggi del Sole attraversano l’aria e inviano energia. 1

Una parte di questi raggi è torna verso lo spazio. 2

Un’altra parte di raggi viene rinviata verso lo spazio ma resta intrappolata nell’atmosfera. L’atmosfera è una specie di “coperta” che avvolge la Terra. 3

Questa “coperta” è composta dai gas a effetto serra, come l’anidride carbonica (CO2). 4

La superficie terrestre si riscalda in media fino a circa 15°C. 5

Questa temperatura va bene per la vita e per l’uomo. Infatti, se non ci fosse l’atmosfera, la Terra si raffredderebbe troppo. Sarebbe interamente ricoperta da ghiacci.

68 testo informativoespositivo
………………………………………………………………………………………………………………………………
SOLE ENERGIA SOLARE 1 ENERGIA RI-EMESSA DALLA TERRA VERSO LO SPAZIO 2 ENERGIA INTRAPPOLATA DAI GAS SERRA CHE RISCALDA LA TERRA 3 GAS NATURALI A EFFETTO SERRA CO2 CH H2O 4
5 ATMOSFERA 2
TEMPERATURA MEDIA 15°C, IDEALE PER LA NOSTRA
VITA!

Nell’ultimo secolo gli uomini hanno bruciato molto carbone, petrolio, gas.

Così nell’aria si sono liberate moltissime tonnellate di anidride carbonica, la nostra “coperta” è diventata più spessa e riscalda chi ci sta sotto, cioè noi!

Troppa CO2, infatti, intrappola il calore. Così la temperatura della Terra aumenta e l’ambiente soffre per il troppo caldo. Se l’uomo continua a inquinare così tanto, nei prossimi anni il clima diventerà sempre più difficile da sopportare.

Luca Mercalli, Uffa, che caldo, ElectaKids

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo .

Le prime righe (quelle evidenziate) sono: una spiegazione scientifica. un’introduzione.

I paragrafi di questo testo sono due.

Dai un titolo a ciascun paragrafo, scegliendo tra i seguenti.

• Le conseguenze dell’effetto serra

• Come si forma l’effetto serra

Nel testo si trovano alcuni numeri. Essi servono per: facilitare la lettura. collegare l’illustrazione al testo.

Questo testo viene considerato un testo misto perché: nel testo ci sono alcuni numeri. anche le illustrazioni danno informazioni.

69 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 132-133 , Letture 4

UN CERVELLO STRAORDINARIO

Pensa a quello che stai facendo. Leggi delle parole e capisci il loro significato.

Questo succede grazie al nostro potentissimo cervello.

Un cervello in crescita

I primi esseri umani sapevano usare le mani e comunicare i propri pensieri. Con il passare del tempo, il cervello divenne sempre più grande e potente.

Australopiteco Homo habilis Homo sapiens

Che cosa ci caratterizza

Con l’evoluzione, gli esseri viventi sviluppano caratteristiche che li aiutano a sopravvivere: artigli, spine o la capacità di volare. Gli esseri umani sviluppano l’intelligenza. Noi ci siamo evoluti anche lavorando in gruppo.

L’uso degli strumenti

Camminare su due piedi permise ai primi esseri umani di avere le mani libere.

Poterono così costruire oggetti.

70 VERIFICA

Aree specializzate

Un cervello più potente ci ha aiutato a procurarci più cibo, soprattutto carne. Ciò ha permesso di avere maggiore energia. Così il cervello si è evoluto ancora di più.

Anna Claybourne, Meravigliosa evoluzione – Il viaggio della vita, Editoriale Scienza

ANALISI

1 Analizza gli elementi e la struttura del testo informativo-espositivo.

Questo testo è un testo misto perché:

dà informazioni diverse.

è accompagnato dalle immagini.

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Che cosa ha facilitato la sopravvivenza degli esseri umani?

L’intelligenza.

La forma diversa della testa.

Le mani libere permisero di: amminare su due piedi. costruire oggetti.

La testa dei primi esseri umani era: più grande di quella di oggi. più piccola di quella di oggi.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo informativo?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

71 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 136-137, Letture 4

NEL CORRIDOIO DELLA SCUOLA

È stata colpa del medico. Ha voluto guardare le tonsille di Gigi alle otto del mattino.

Così quel giorno Gigi entrò a scuola un’ora più tardi.

Vide Mariano in corridoio che frugava nelle tasche dei giubbotti appesi fuori dall’aula.

Si guardarono per un attimo. Poi Mariano, con lentezza, entrò nei gabinetti dei maschi.

Gigi rimase in corridoio: le ginocchia gli tremavano e aveva paura. Si domandò: “Mariano avrà visto che ho visto?”. Ma era impossibile che non avesse visto.

Gigi pensò: “Non sono fatti miei”. Appese il giubbotto all’attaccapanni. Svuotò le tasche e mise tutto nello zainetto. Poi entrò in classe.

Mentre si sedeva al proprio posto pensò: “Chissà, forse non ha rubato niente”.

Guido Quarzo, Anna Vivarelli, Amico di un altro pianeta, Einaudi Ragazzi

COMPRENSIONE

Le informazioni esplicite sono quelle chiaramente espresse nel testo.

1 Sottolinea nel testo le frasi che danno queste informazioni esplicite.

Gigi entra in ritardo a scuola.

Gigi vede Mariano vicino ai giubbotti.

Gigi pensa che non sono affari suoi.

2 Il protagonista è: Mariano. Gigi.

3 L’altro personaggio è: Mariano. Gigi.

72 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 158 , Letture 4

LA TIGRE BIANCA

Un pomeriggio d’estate stavo leggendo una favola divertente. Nonna era immersa nei suoi pensieri.

Dissi: – Sei stanca, continuiamo domani.

La nonna mi disse: – Voglio farti vedere una cosa. Arrivammo al fiume. Un colpo di vento e dalle cime delle piante si alzò in volo una nube scura. Erano tanti falchi.

La nonna mi spiegò: – Vanno a domare la tigre bianca. È il loro compito in questa foresta.

Poi aggiunse: – Ognuno di noi ha la sua tigre da combattere.

La mia è la mia malattia. Un giorno anche tu incontrerai la tua tigre. Credi sempre in te stessa. Non ci sarà tigre che potrà sconfiggerti. Sentii il suo sguardo dolce: – Nella vita puoi scegliere ciò che vuoi essere. Puoi decidere di essere una tigre potente e aggressiva, una veloce antilope, un topo timoroso. Oppure puoi essere un falco, saggio e libero.

Mi fissò e disse: – Sii un falco.

Elisa Castiglioni Giudici, La ragazza che legge le nuvole, Il Castoro

COMPRENSIONE

Le informazioni implicite o inferenze sono informazioni che non sono chiaramente espresse nel testo. Le puoi però ricavare riflettendo su ciò che hai letto.

1 Quale inferenza puoi dedurre?

La nonna dice “Sii falco” perché invita la nipote a essere: potente e aggressiva. saggia e libera.

La tigre bianca della nonna è la sua malattia. Questa è: un’informazione esplicita. un’inferenza.

73 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 159 , Letture 4

– Moc-ciooo-soo!

IL SALTO PIÙ ALTO

Il moccioso si alzò in piedi in mezzo al campo.

Gridò: – Dillo ancora, se hai il coraggio!

– Se ho il coraggio? M-o-c-c-i-o-s-o!

Subito tutti seppero che Albin e Stig erano di nuovo sul piede di guerra!

Tra di loro c’era una gara che durava da quando i due bambini erano piccoli.

A scuola Albin e Stig erano diventati compagni di banco. Avrebbero dovuto essere amici per la pelle. Ma erano sempre impazienti di fare a gara l’uno contro l’altro. Ognuno dei due doveva essere il migliore.

Ora Albin stava seduto sull’albero a gridare “moccioso” a Stig.

Prima Stig l’aveva battuto nella gara di salto in alto.

Albin saltò giù dall’albero.

I ragazzini del paese guardavano che cosa stava accadendo.

– Sai fare di meglio, Albin – gridò uno degli “albinisti”, cioè uno dei suoi fan.

– Forza, Stig – urlarono gli “stigomanni”, i fan di Stig.

– Io sono capace di saltare dal tetto della stalla – disse Albin.

Si arrampicò sulla scala. Guardò giù nel vuoto.

No, faceva troppa paura!

Allora anche Stig si arrampicò sul tetto.

– Salta, Stig! – urlarono gli stigomanni.

– Stig sarà battuto – urlarono gli albinisti.

Stig e Albin chiusero gli occhi e insieme fecero un passo nel vuoto.

– Ma come avete fatto? – chiese il dottore che aveva ingessato

la gamba destra di Stig e quella sinistra di Albin.

74 CORAGGIO

– Volevamo vedere chi riusciva a fare il salto più alto – disse Stig.

Poi rimasero uno accanto all’altro nei loro letti. Si sbirciavano e ridacchiavano.

Alla fine Albin chiese: – Ma che senso aveva poi saltare dal tetto della stalla?

Astrid Lindgren, Greta Grintosa, Iperborea

COMPRENSIONE

Alcune informazioni sono importanti per capire la trama del racconto.

1 Segna con X l’informazione che NON è importante per capire la trama.

Stig ed Albin facevano sempre le gare.

I ragazzi del paese si dividono in albinisti e stigomanni.

I protagonisti si sfidano nel “salto dal tetto”.

I protagonisti si fanno male.

Il medico è stupito.

Per capire il significato di parole o espressioni a volte devi mettere in relazione alcune parti del testo.

2 Nel testo si legge: “Erano di nuovo sul piede di guerra”.

Quali parole nel testo ti spiegano che cosa significa?

Subito tutti seppero…

Erano sempre impazienti di fare a gara...

VISIONE MENTALE

1 Chi è Stig?

75 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 160-161 , Letture 4

IL SETTE

Jordi era nato in una famiglia di artisti del circo. Gli piaceva guardare i suoi cugini fare gli esercizi al trapezio-altalena.

Jordi sbagliava spesso: era un bambino.

Ma anche i cugini grandi sbagliavano. Nel tendone del circo stendevano una rete perché nessun acrobata, cadendo, si facesse male.

I cugini gli dicevano: – Non devi avere paura dei tuoi errori, Jordi.

Jordi ogni giorno si esercitava. Aveva iniziato a cinque anni a lanciare tre palline. A sei era passato a cinque palline.

Adesso, a otto anni, era pronto per affrontare il sette.

Sette birilli da lanciare senza farli cadere.

Jordi, quella sera, indossava un abito con lune e stelle.

Sui capelli aveva una polvere d’oro che brillava.

Per vincere l’emozione, Jordi aveva stretto il suo orso di pezza.

Aveva asciugato bene le mani, perché gli attrezzi

non gli scivolassero dalle dita.

I tre cugini presentatono Jordi.

– Signore e Signori, per la prima volta, ecco a voi Jordi!

Jordi si inchinò.

Jordi iniziò: tre palline volarono in aria.

Dopo l’applauso, passò a cinque palline e poi a cinque birilli.

Quando cadde il primo birillo il bambino sentì un tuffo al cuore.

Ma ricominciò.

Quando fece volare i cinque birilli e non caddero per terra, Jordi uscì.

76 CORAGGIO

Pensava di aver fatto un disastro. Gli applausi non gli davano nessun sollievo. Voleva solo il suo orso di pezza.

I cugini gridarono: – Sette, sette!

Jordi doveva terminare con l’esercizio del sette.

Jordi capì per la prima volta cosa volesse dire avere il coraggio di sbagliare.

Ce ne voleva molto di coraggio.

Ma tornò in pista e dopo due squilli di trombe lanciò in aria, uno dopo l’altro, i sette birilli. L’esercizio riuscì subito.

Emanuela Nava, Bambini del mondo, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Jordi fa volare:

COMPRENSIONE

1 Lo scopo dell’autrice è far capire che è possibile: diventare giocolieri. affrontare con coraggio le difficoltà.

2 L’ idea principale è parlare di paura e coraggio raccontando: l’esibizione di Jordi. la vita nel circo.

77 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 162-163 , Letture 4

IN UN INFERNO DI FUOCO

Il piccolo albergo prende fuoco.

Le persone, svegliate dalle fiamme, si buttano urlando verso l’unica porta.

Si spingono. Ognuno cerca di salvarsi prima degli altri.

Si sentono le invocazioni di aiuto. In pochi attimi la casa

si trasforma in una terribile trappola.

Dario, fuori, scruta ansioso la porta dell’albergo.

Esci! Che cosa aspetti!

Ma Ingrid non esce e le fiamme diventano sempre più alte.

Dario corre, disperatamente, verso l’albergo.

Appena dentro trova una specie di tunnel di fumo.

– Ingrid! Dove sei?

Dario non ci vede.

Si sente urlare.

– Via! Tutti fuori!

Drio non si ferma. Va avanti verso la camera dove aveva lasciato l’amica.

– Ingrid! – chiama.

Le travi cominciano a crollare.

Si sente un sussurro: – Dario!

Lui non capisce da dove arrivi. Torna indietro.

Finalmente sente il corpo di Ingrid. È stesa nel corridoio.

– Appoggiati a me… ti porto fuori.

Dario, sostenendo Ingrid cerca di raggiungere la porta.

Le fiamme li inseguono sempre più vicine.

La ragazzina sembra svenuta. Dario trascina l’amica, accecato dal fumo.

Finalmente esce, un attimo prima che la trave della porta crolli.

Janna Carioli, Nato straniero, Fatatrac

78 CORAGGIO

VISIONE MENTALE

1 Qual è la trave?

COMPRENSIONE

1 Leggi le due frasi. Scrivi:

1, se è l’ idea principale della prima parte del racconto;

2, se è l’ idea principale della seconda parte del racconto.

• La paura di Dario di non riuscire a salvare Ingrid ➝

• Il coraggio di Dario ➝

2 Scrivi “perciò” o “perché”.

• C’è un’enorme confusione è impossibile farsi sentire.

• Dario sente attorno a sé rumori paurosi la casa comincia a cedere.

3 Scrivi il nome dei due protagonisti .

79 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 164-165 , Letture 4

L’ACCHIAPPASOGNI

Il suo mestiere era qualcosa a metà fra il guardiano notturno e l’accalappiacani. Andava in giro di notte ad acchiappare i sogni. Prendeva solo i sogni spaventosi. Così la gente poteva dormire tranquilla.

Acchiappava anche i sogni smarriti. Erano quelli che non avevano trovato l’indirizzo della persona a cui erano destinati. In questo caso, li consegnava all’Ufficio Sogni Smarriti.

Il suo era un lavoro faticoso. C’erano sogni che facevano i capricci, non volevano farsi acchiappare.

C’erano sogni piccoli piccoli che quasi non si vedono. C’erano sogni così violenti, che doveva prenderli con il laccio. Il suo stipendio, però, era buono, sicuro. Poteva fare carriera: diventare accalappiacani e lavorare solo di giorno. Ma non fece carriera, anzi, fu licenziato per disonestà. Il capoufficio disse che si era appropriato di nascosto di alcuni sogni.

Infatti, si scoprì che rubava i sogni più belli per portarli ai suoi figli. Lui negò. Non sapeva però spiegare perché i suoi figli amassero tanto stare a letto a dormire.

Marcello Argilli, Una storia al giorno, De Agostini

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

A quale domanda corrispondono? Colora nello stesso modo.

Quali sogni acchiappava?

Perché acchiappava i sogni brutti?

Perché non fece carriera?

80 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 170 , Letture 4

LA FATA DEL SONNO

Di solito si dice che il sonno è una polvere portata in un sacco dal Nano o dal Mago Sabbiolino. Lui ne tira fuori una manciata e la soffia dentro gli occhi dei bambini per farli dormire. Ma non è per niente piacevole. Se ti soffiano la sabbia negli occhi brucia un sacco ed è un gran fastidio. Quindi perché credere a una storia così strana? La verità è un’altra. È una fata che si occupa del sonno: la Fata del Sonno.

Lei usa un impasto magico. È fatto di lacrime di neonato (che sono piccole e profumate), camomilla tritata, acqua di rose e miele.

Prepara l’impasto tutte le mattine. Quando comincia a venire sera, la Fata del Sonno mette l’impasto in una pentolina e l’appoggia sulla sua testa. Poi parte a cavallo di una libellula.

Sceglie le libellule perché volano veloci, a scatti. Le vedi e dopo un attimo sono già scattate da un’altra parte.

In questo modo, nessuno fa caso alla piccola fata.

Beatrice Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Qual è la libellula?

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

A quale domanda corrispondono? Colora nello stesso modo.

Da che cosa è formato l’impasto magico della fata?

Quando la fata prepara l’impasto magico?

Perché la fata cavalca le libellule per spostarsi?

81 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 171 , Letture 4

I SOGNI IN CIELO

A Roma accadde una cosa strana. I sogni passavano nel cielo, come nuvolette. Chi voleva poteva fare un salto, allungare la mano e prendere il sogno preferito.

I più abili e coraggiosi erano i bambini, abituati a saltare.

Loro avevano capito subito che quei batuffoli morbidi e bianchi erano sogni!

C’era chi stringeva il sogno di una pizza con i wurstel. C’era chi sventolava il sogno di un robot. C’era chi mostrava un sogno da cavaliere che uccide il drago.

Alcuni, un po’ vergognosi, nascondevano subito in cartella un sogno di coccole.

C’erano bambini più modesti, che prendevano sogni di un bicchiere d’acqua fresca o di una calda coperta di lana. Non tutti hanno queste cose, sapete.

I più ambiziosi afferravano il sogno di fare da grande la dottoressa o il maestro o il calciatore.

Quando i grandi capirono di che cosa si trattava, si misero a saltellare anche loro.

Saltavano anche i più anziani. Infatti, non si smette mica di sognare quando si è vecchi, seppure con qualche dolorino alla schiena.

A Roma in quel momento c’era una folla di persone sospese a mezzo metro da terra a catturare sogni.

I più prepotenti, che non mancano mai, davano spintoni. Ma non serviva mica, perché c’erano sogni per tutti. Un evento straordinario!

82 sogno

Qualcuno disse che i sogni passano tutti i giorni per il cielo e basterebbe pigliarli.

Però, siamo così distratti che non ce ne accorgiamo. E io gli do ragione.

Cristina Bellemo, 25 Storie di Natale, Edizioni Messaggero Padova

VISIONE MENTALE

1 Quale mestiere NON è nominato?

COMPRENSIONE

1 Gli elementi del testo sono realistici o fantastici? Colora.

• Il luogo: realistico fantastico

• I personaggi: realistici fantastici

• I fatti: realistici fantastici

2 Rispondi per evidenziare le informazioni esplicite .

• Che aspetto avevano i sogni che passavano sopra la città?

• Chi furono i primi a capire nel cielo c’erano i sogni?

3 Segna con X l’ idea principale .

I sogni sono difficili da realizzare.

Tutti hanno dei sogni.

83 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 172-173 , Letture 4

UN BAMBINO DIFFICILE?

Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva il perchè.

Solo quando diventò grande Peter capì. La gente lo considerava difficile perché stava sempre zitto. Gli piaceva stare da solo, ma non sempre. Gli piaceva stare almeno un’ora tranquillo in qualche posto.

A Peter piaceva sognare a occhi aperti. A scuola però gli insegnanti, se non li conoscono bene, considerano un po’ tonti i sognatori a occhi aperti. Nessuno riesce a vedere le cose fantastiche che vi passano per la testa. Se un insegnante vedeva Peter guardare fuori dalla finestra pensava che non sapesse la risposta al compito. Ma la realtà era ben diversa.

I genitori di Peter sapevano che lui non era né stupido né pigro.

Per fortuna alcuni insegnanti si resero conto che nella sua testa succedevano tante cose interessanti.

Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi Ragazzi

COMPRENSIONE

1 Colora le barre:

• in per l’introduzione;

• in per lo svolgimento;

• in per la conclusione.

2 Rispondi o segna con X per trovare le informazioni esplicite .

• Chi è il protagonista?

• Perché Peter era considerato un bambino “difficile”?

Perché stava spesso zitto e gli piaceva stare da solo.

Perché guardava fuori dalla finestra.

• Che cosa pensavano gli insegnanti quando Peter guardava fuori dalla finestra?

84 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 174 , Letture 4
………………………………………......................................................................................................………………………… ……………

IL CORAGGIO DI SOGNARE

Quando doveva andare a dormire, a Camilla spariva il coraggio.

Lo cercava sotto al letto.

Lo cercava nella cesta dei giochi.

Lo cercava nel buco del lavandino, perché non si può mai sapere dove si nasconda il coraggio!

Ma era tutto inutile.

La mamma le diceva: – Camilla, se chiudi gli occhi, si apre la porta dei sogni!

A queste parole, però, gli occhi della bambina si spalancavano.

Camilla aveva paura dei sogni!

Una notte Camilla si ritrovò tra morbide nuvole.

Vide un omino piccolo.

Camilla chiese: – Buonasera! Chi sei?

L’omino rispose: – Chi sei tu? Sei in casa mia!

– Mi chiamo Camilla.

– Io sono Carlo, l’omino dei sogni! Ah, tu sei la noiosina che si lamenta dei sogni che fabbrico con tanto impegno.

– Che cosa stai facendo? – domandò Camilla.

Carlo rispose: – I sogni!

La bimba precisò: – I miei sogni non sempre sono bellissimi! Sei tu che mi soffi i sogni neri che mi fanno paura.

Carlo disse: – Scusa, ma non ce l’hai il coraggio? – Sì, ce l’ho, ma di sera lo perdo.

Ilaria Mattioni, La porta dei sogni, Paoline Editoriale Libri

COMPRENSIONE

1 Segna con X le informazioni implicite .

Carlo dice a Camilla: “Sei in casa mia”, perché: vuole consolare Camilla.

Camilla è nel mondo dei sogni.

85 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 175 , Letture 4

L’ASTRONAVE DEI SOGNI

La mamma e il papà di Marco un giorno decisero di andare a vivere in campagna.

Trovarono una casetta con un prato intorno, vicino a una vecchia quercia.

Il giorno del trasloco, una signora portò le chiavi e disse: – Una leggenda racconta che quella quercia è magica. Chi dormirà una notte intera sotto di lei, al mattino vedrà uno dei suoi sogni realizzato.

Il giorno del suo compleanno Marco espresse il suo desiderio: – Vorrei dormire sotto la grande quercia, così al mattino il mio sogno sarà realizzato!

La mamma e il papà di Marco, stupiti, accettarono.

L’accompagnarono sotto la grande quercia. Lo lasciarono con il suo sacco a pelo e il cuscino.

Scese la notte. Quando arrivò l’alba la mamma e il papà corsero verso la grande quercia.

Dissero a Marco: – Come è andata?

Marco, tranquillo, disse: – Vorrei una bustina di tè.

Quando la ebbe in mano, sorrise: – Mamma, papà, devo partire, ma tornerò presto.

La mamma chiese: – Dove vuoi andare?

Marco mostrò la bustina di tè e disse: – Questa è la mia astronave.

Voglio FARLA VOLARE.

E subiro cominciò a camminare.

Arrivò vicino a un bosco e vide un boscaiolo.

Marco gli mostrò la sua bustina di tè.

– Signor boscaiolo, io vado a far volare la mia astronave!

– La tua astronave… che sciocchezze!

Gli strappò la bustina di mano e un pezzetto si ruppe.

86 sogno

– Non mi importa. La mia astronave volerà anche senza il portellone!

Incontrò poi un pescatore e una vecchina. Lo presero in giro e gli strapparono la bustina di tè. Gli rimase solo la cartina vuota.

Marco continuò a camminare.

In mezzo a un campo vide una ragazzina che gli disse: – Ciao Marco! Che fantastica astronave hai!

Marco era sbalordito.

La bambina gli disse di seguirla.

Raggiunsero la grande quercia magica dove i sogni si avverano.

La ragazzina prese quel che era rimasto della bustina da tè.

Con le mani la fece diventare un cilindro.

La appoggiò a terra e… cinque, quattro, tre, due, uno… l’astronave volò!

L’astronave portò con sé i sogni di molte persone, perché diventassero veri.

La bambina disse a Marco: – Ora andiamo. Abbiamo altre astronavi sognate da far volare.

Loredana Frescura, L’astronave dei sogni, Editoriale Scienza

COMPRENSIONE

1

Segna con X le informazioni esplicite .

Da chi viene aiutato Marco?

Da un boscaiolo.

Da un pescatore.

Da una vecchina.

Da una bambina.

87 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 176-177, Letture 4

I SOGNI VOLANO IN ALTO

Ogni sera Leo e Dino si addormentavano e facevano un sogno. Quella notte una vocina li svegliò.

– Ciao, ragazzi, come va?

– E tu chi sei? – chiese Leo.

– Non mi avete riconosciuto? Sono Dreamy, il vostro Sogno.

Dino continuò: – Noi non abbiamo un unico sogno. Ogni notte viviamo avventure diverse.

– Secondo voi, io sarei un sogno qualsiasi? Davvero non mi riconoscete? Su, dai, fate un piccolo sforzo.

L’essere apparso davanti ai loro occhi era piccolo, cicciottello, con un marsupio simile a quello di un canguro.

– Io sono Dreamy Il Sogno, quello vero. Ho pochi difetti e tante qualità. E ho fretta. Con me bisogna volare altissimo.

I due bambini si guardarono confusi: che cosa diceva quello strano bambolotto parlante?

Leo continuò: – Scusa, perché dovremmo avere fretta di sognare?

Perché dovremmo volare?

– Perché i sogni veri come me sono le ali della mente. Le ali della mente volano più in alto, dove osano le aquile.

Dreamy chiese a Leo: – Ricominciamo: chi sono io?

– Mmm… un sogno?

– No! Sono Dreamy, IL Sogno. Leo, qual è il tuo sogno più grande?

Io sono qui per trasformare il vostro sogno in realtà. Il Sogno tirò fuori dal suo marsupio un sacchettino trasparente pieno di sabbia dorata. Sembrava polvere d’oro. Fece tre fischi.

Un’aquila reale si presentò sul davanzale della finestra.

Dreamy disse: – Bambini, fidatevi di me. IO SONO IL VOSTRO

SOGNO. Quest’aquila vi condurrà in ogni luogo…

Licia Colò, Alessandro Carta, Leo, Dino e Dreamy alla ricerca della medusa eterna, Fabbri Editori

88 sogno

VISIONE MENTALE

1 Chi è Dreamy?

COMPRENSIONE

1 Per rispondere a queste domande devi fare delle inferenze .

Dreamy si presenta a Leo e Dino per far capire loro che: i sogni si possono avverare. ogni notte si fa lo stesso sogno.

Dreamy si definisce Il Sogno, con le iniziali maiuscole, perché: sa farsi obbedire da un’aquila. trasforma i sogni in realtà.

89 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 178-179 , Letture 4

DAL DENTISTA

Una volta la mamma ha portato me, mio fratello Jonas e mia sorellina Lotta dal dentista.

La mamma ha detto a Lotta: – Se fai la brava, ti faccio un regalo.

La mamma è rimasta in sala d’aspetto.

Il dentista ha controllato la bocca a me, ma non avevo carie e mi ha fatto uscire.

Abbiamo dovuto aspettare un sacco Jonas e Lotta.

La mamma ha chiesto a Lotta: – Sei stata brava? Che cos’ha fatto il dentista?

– Ha tolto un dente – ha risposto Lotta.

– E non hai pianto? Ma che brava!

– No, non ho pianto.

La mamma ha detto: – Sei stata proprio brava. Ecco il regalo.

Io ho detto: – Fammi sapere se sanguina. Lotta ha aperto la bocca, ma non le mancava un dente.

– Non l’ha tolto – ho detto.

– Sì… a Jonas – ha risposto Lotta.

Quando il dentista è uscito ha indicato Lotta: – A questa signorina non ho potuto fare niente, perché si è rifiutata di aprire la bocca.

Astrid Lindgreen, Lotta Combinaguai, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Il narratore è:

il dentista. uno dei fratelli di lotta.

Quanti bambini e bambine la mamma accompagna dal dentista? ………………..

Chi si accorge che Lotta ha detto una bugia?

Il narratore. La mamma.

90 esperienze
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 184 , Letture 4

VOGLIO UN CANE

Da una settimana tengo il muso ai miei genitori.

Oggi è il mio compleanno. Avevo chiesto un unico regalo: un cane.

E per una settimana loro mi hanno spiegato:

✔ che non abbiamo spazio (intorno alla casa c’è un grande giardino);

✔ che sono allergico al pelo degli animali (abbraccio tutti i cani che incontro e non mi è mai scappato uno starnuto);

✔ che non sapremmo dove lasciarlo (conosciamo una signora che fa la dog-sitter, cioè la bambinaia per cani).

Risultato: ho messo su il muso. Non voglio tute, puzzle, computer…

VOGLIO UN CANE!

Oggi è il gran giorno. Torno da scuola. Non spegnerò le candeline in segno di protesta. I miei genitori e mia sorella Paoletta sono sulla porta.

Papà dice: – C’è una sorpresa!

Non posso crederci!

Paoletta spalanca la porta e…

… nessuna creatura pelosa a quattro zampe mi corre incontro.

Ma che cosa vedo? Una gabbia con due minuscoli uccelli.

Paoletta mi comunica: – Sono bengalini.

Nonostante tutto, sorrido. Mi piacciono. Non sono un cane, ma si possono accarezzare.

Mando giù la delusione e bacio papà, mamma e Paoletta.

Mi ripeto che sono felice. Felicissimo.

Ivano Benini, Ma un cane è un’altra cosa, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni implicite .

Il bambino dice: “… sono felice. Felicissimo”, ma non è vero.

Quali parole te lo fanno capire?

Mando giù la delusione.

Bacio papà, mamma e Paoletta.

91 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 185 , Letture 4

IL BICCHIERE DI ARANCIATA

Nonna Marta mi ha sempre stupito. Sembra sempre convinta che tra me e mia sorella Penelope possono finire le litigate.

Una volta la nonna tolse dal frigorifero una bottiglia di aranciata quasi vuota e ci invitò a bere.

Avevamo appena finito di piantare un cespuglio di rose ed era stata una faticaccia.

Qualcosa di fresco ci stava proprio bene.

Nonna Marta ci fece fare merenda con il gelato.

Quando stavamo per sparecchiare il tavolo, la nonna disse, appoggiando l’aranciata sul tavolo: – Ehi ragazze, dai che la finite!

Prese un solo bicchiere, ci rovesciò dentro tutta la bibita rimasta e disse: – Fate a metà!

Penelope fu più rapida di me a prendere il bicchiere.

E assicurò: – Stai tranquilla, nonna.

Penelope portò il bicchiere alle labbra.

Mia sorella prese un lungo sorso e poi un secondo e poi un terzo.

Alzai le mani per fermarla e gridai: – Penny!

Lei mi tenne lontana puntandomi contro un gomito. Intanto continuava a bere. Ormai era sparita più di metà dell’aranciata!

Strillai: – Nonna, guarda!

Quando la nonna rientrò dal giardino, il bicchiere era vuoto.

Io ero in lacrime: – Penelope si è bevuta tutto!

Mia sorella si offese: – Non è che l’ho bevuta tutta. L’ho dovuto fare: la mia metà era quella sotto!

Non riuscii a picchiarla, perché la nonna mi fermò.

Per punizione, Penelope dovette pulire le mattonelle della cucina.

Se penso a quell’aranciata che non ho bevuto, ho sete ancora adesso!

Annalisa Strada, Quella serpe di mia sorella, Mondadori

92 esperienze

COMPRENSIONE

1 Metti in relazione le parti del testo . La frase: “dai che la finite!” si riferisce: alla litigata. all’aranciata.

2 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando.

La nonna offre l’aranciata.

Penelope beve tutta l’aranciata.

La protagonista si arrabbia.

Le sorelle piantano un cespuglio di rose.

93 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 186-187, Letture 4

VIENI CON NOI AL FORTE!

Mi ero appena svegliata, quando Toni mi ha chiamata. Mi sono affacciata al balcone e lui ha gridato: – Vieni con noi al forte?

È da quando sono in vacanza in questo paesino che Toni e Company mi parlano di un vecchio forte militare.

– Cinque minuti e vengo! – ho gridato. Ho preso due panini, un pezzetto di formaggio, una mela e una stecca di cioccolata e li ho ficcati nello zaino. Ho baciato la mamma. Come al solito si è raccomandata di non cacciarmi in posti pericolosi.

La gita è stata bellissima. Il vecchio forte era uno sballo.

Però ci abbiamo messo tanto ad arrivare. A Eleonora sono venute le vesciche a piedi. Perciò, abbiamo deciso di tornare un’altra volta.

Il bello è che il forte si può raggiungere comodamente con una Jeep!

Infatti, l’abbiamo trovato invaso da un branco di gitanti.

Ma noi ci torneremo a piedi.

Così ha deciso per tutti Leonardo. Con lui non si discute.

Lui è il più vecchio, e io, che sono l’ultima venuta, non posso protestare!

Però l’ho battezzato Gran Capo AugSotuttoio.

Vanna Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

Che cosa ti fanno capire? Colora nello stesso modo.

La bambina pensa di non tornare a casa per il pranzo.

Il motivo per cui decidono di tornare un’altra volta.

Perché la bambina accetta la decisione di Leonardo.

94 esperienze
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 188 , Letture 4

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Ieri ho detto una bugia.

Cecilia piangeva.

La mamma mi ha chiesto: – Che cosa è successo, Edo?

Ho detto: – L’ha morsicata un ragno.

Cecilia è la mia sorellina e quando piange tutti corrono da lei.

Ero stato io a rubarle il ciuccio, ma poteva anche essere stato un ragno.

– Era un ragno nero peloso.

La mamma ascoltava solo me. Quella bugia mi piaceva tanto.

L’ho raccontata anche alla nonna. La nonna ha visto che avevo in mano il ciuccio.

Mi ha detto: – Edo, le bugie hanno le gambe corte.

Sono andato a letto.

Mi è venuto un sospetto. E se il ragno fosse tornato per mangiarsi tutta la mia sorellina?

Dopo sarebbe venuto anche da me.

Mi è piovuta la paura!

Sono corso da Cecilia. Mi sono infilato nel lettino accanto a lei.

Qualcuno doveva pur proteggerla!

Annamaria Gozzi, Una bugia vera, La Spiga Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite . Il ragno esisteva davvero oppure no? ………………………

Edo va nel letto della sorellina: perché ha paura. per proteggerla.

95 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 189 , Letture 4

QUANDO VIVEVO IN INDIA

Quando vivevo in India mi arrampicavo sull’albero di mango per mangiare i suoi frutti.

Quando pioveva forte correvo a piedi nudi sotto la pioggia e giocavo con le pozzanghere.

Se non c’era abbastanza legna per accendere un fuoco, bruciavo la cacca secca della mucca e mi scaldavo.

In Italia, i bambini dicono che la cacca fa schifo. Ma non sanno che è un ottimo concime per far crescere i pomodori e l’insalata.

Vicino alla mia casa c’era un lago grandissimo. Io e gli altri bambini andavamo sempre lì a giocare e a fare il bagno.

Pescavo con i miei amici in uno stagno, con un galleggiante. Quando il pesce abboccava, io prendevo un ramo e lo acchiappavo. Adesso che vivo in Italia, i pesci sembrano nati e cresciuti nel frigorifero del supermercato.

La mamma mi dice: – La luna che si vede dall’India e dall’Italia è sempre la stessa.

Emanuela Nava, Kurshid Mazzoleni, Sognando l’India, Piemme Junior

VISIONE MENTALE

1 Con che cosa pescava il bambino?

COMPRENSIONE

1 Trova le inferenze .

Il bambino racconta ciò che faceva in India perché vuole: solo fare capire che cosa faceva in India. spiegare che gli mancano alcune cose che faceva là.

96 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 190 , Letture 4

UN CAGNOLINO DI PELUCHE

Una bambina stringe un cagnolino di peluche.

Ci dice che il cagnolino si chiama Teresa. Vicino a lei c’è il fratellino più piccolo. Tutti e due hanno lo zainetto con dei pupazzi.

Ai bambini piacciono ovunque le stesse cose.

I due fratelli sono scesi dal pullman dopo 45 ore di viaggio. Sono con la mamma e guardano timidi le persone che li accolgono. Sono in una città che non conoscono.

Poi vanno in un ostello. Mettono Teresa sul cuscino. Lunedì non andranno a scuola.

Non vedranno il loro papà andare al lavoro.

Sono dovuti fuggire dalla guerra.

Domenica sera è arrivato il primo pullman dall’Ucraina. A bordo 6 mamme e 10 bambini.

I profughi scendono dal pullman e ringraziano. Sono al sicuro, ma preoccupati per i loro parenti lontani e per il loro Paese. È tempo di abbracci, ma anche di rabbia perché due bimbi devono scappare dal loro Paese. www.ladige.it

LESSICO

1 Un ostello è:

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni implicite . I bambini sono timidi perché: hanno fatto un lungo viaggio. arrivano in un luogo che non conoscono.

97 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 191 , Letture 4

SOTTO LE BOMBE

Sono nata da poco nella casa del Vecchio Saggio. Mamma gatta abita con lui da molto tempo. Lei ci insegna la lingua degli umani.

Dormiamo in una cesta nella stanza più grande della casa. Le pareti sono piene di piccole scatole che il Vecchio Saggio chiama “libri”. Oggi, all’improvviso, sento un rumore fortissimo.

Mamma gatta si alza e ci spinge verso la porta.

Il Vecchio Saggio ci apre solo la porta e grida: – Presto, scappate!

Mamma gatta ci manda giù per le scale e poi ci fa attraversare il vicolo.

La gente urla ed esce sulla strada. Vedo la nostra casa cadere giù. Non trovo più la mamma. Scappo. Sono troppo piccola per correre e mi fermo senza fiato.

Miagolo: – Mamma, mamma! – ma nessuno mi risponde. Perché lei non mi cerca? È la prima volta che sono sola.

Seduta per terra, vedo una bambina. La mamma mi ha sempre detto di stare lontana dai bambini. A volte mi fanno i dispetti. Ma lei ha un sacco pieno di libri. Deve essere amica del Vecchio Saggio. Anche lei trema di paura. Salto sulla sua pancia. La bambina mi accarezza la testa. Io comincio a fare le fusa per farle capire che le sono amica.

Arriva una donna correndo. La bambina grida: – Mamma, mamma! – come avevo fatto io.

Allora anche i bambini hanno la mamma come noi!

La donna stringe forte la bambina senza far caso che lì in mezzo ci sono anch’io.

Miagolo: – Mi state soffocando!

Arriva un uomo.

– Papà! Papà! – la bambina gli corre incontro e mi tiene stretta. L’uomo dice: – Stai bene? Sei ferita?

98 esperienze

– No, ho solo preso una grande paura!

– C’è stata una battaglia nei quartieri fuori dalle mura. Hanno sparato cannonate e lanciato razzi e bombardato. Ma ora è tutto finito, torniamo a casa.

Vanna Cercenà, Una gatta in fuga, Giunti

VISIONE MENTALE

1 Dove viveva la gattina?

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite e implicite .

Che cosa ti fanno capire? Colora nello stesso modo.

Come mamma gatta fa capire ai gattini la situazione di pericolo.

Come la gattina capisce che anche la bambina ha paura.

Perché la gattina e la bambina sono scappate.

La gattina e la bambina dicono tutte e due: – Mamma, mamma!

In questo modo l’autrice vuole farci capire che entrambe: hanno una mamma.

hanno paura.

La gatta si fida della bambina perché la bambina: è spaventata. ha con sé tanti libri, come il Vecchio Saggio.

99 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 192-193 , Letture 4

LA MIA AMICA CHIARA

Notai Chiara da subito. Rispondeva alle battute dei maschi. Forte!

Organizzava giochi nel giardino della scuola. Forte!

Mi guardava come per dirmi: MI PIACCIONO LE SFIDE.

SEI UNA DA SCOPRIRE.

Vicino a lei non mi sentivo giudicata.

Era perfetta in quel momento, perché:

1. mi avrebbe aiutata parlando al posto mio;

2. la maestra ci faceva lavorare in coppia.

Forse la maestra la proteggeva come faceva con me.

Forse Chiara era un po’ strana, come me. Ma non si vedeva.

Era come se la maestra fosse una bussola che puntava

l’ago sui quattro punti cardinali:

• a nord c’ero io, che non parlavo,

• a sud Sasà, che picchiava tutti,

• a est Dami, che si tappava le orecchie a ogni piccolo rumore,

• e a ovest… Chiara.

Chiara diventò la mia unica amica. Perfetta.

Sabrina Mengoni, Non parlo più, La Spiga Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le inferenze .

La protagonista si sentiva tranquilla e non giudicata da Chiara perché:

Chiara l’accettava così com’era.

Chiara voleva far contenta la maestra.

Chiara è un’amica perfetta per la protagonista perché: la fa ridere. la capisce.

LESSICO

1 Qual è la bussola ?

100 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 198 , Letture 4

IL MIO AMICO SIMONE

Io e Simone siamo amici.

Con uno scatolone vuoto abbiamo costruito una nave pirata.

Come veri pirati assaltiamo le navi, poi nascondiamo il bottino in un’isola deserta.

Un mattino, però, mi sveglio con la luna storta. Sono triste!

Simone è andato in vacanza.

Si diverte anche senza di me?

Io sono qui a casa e non mi diverto per niente.

Passa il postino e la mamma mi chiama: – È arrivata una cartolina per te!

Il cuore mi fa un salto nel petto. La cartolina è di Simone!

Allora ha nostalgia di me come io di lui!

Mi metto a cantare: – Simone è mio amico…

La vita è bella, quando si ha un vero amico… anche se è lontano!

Un pomeriggio suonano alla porta. È Simone! È tornato finalmente!

– Ciao Giorgio! C’è ancora la nostra nave pirata? – mi chiede.

Io gli rispondo: – Certo!

E lui: – Vieni, salpiamo per l’isola del tesoro!

Ivana Jokl, Il mio migliore amico, Nord-Sud Edizioni

COMPRENSIONE è triste e di cattivo umore Il cuore mi fa un salto nel petto.

1 Collega l’espressione figurata al suo significato.

è contento ed emozionato Mi sveglio con la luna storta.

2 Qual è il bottino dei pirati?

101 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 199 , Letture 4

LA TRISTORABBIEZZA

Margherita era offesa. Offesa, arrabbiata e triste.

Forse la parola tristorabbiezza non bastava. Ogni volta che si arrabbiava troppo le veniva da piangere. Le dispiaceva di non essere stata abbastanza brava da trovare subito la risposta migliore.

Adesso le venivano in mente un sacco di cose che avrebbe potuto dire.

Sarebbe stato bellissimo se il calcio, anziché alla sedia, lo avesse dato a Max.

Sarebbe stato fantastico se fosse riuscita a prendere una manciata di terra per tappare la boccaccia di Daniela. Purtroppo quei due, ormai, se la stavano ridendo alle sue spalle.

Si sentiva più arrabbiata con Max che con Daniela. Daniela e lei si erano sempre state antipatiche.

Quindi, le cose tra loro due erano chiare: l’una dall’altra si aspettavano solo dispetti.

Con Max erano stati amici. Avevano giocato insieme, si erano scambiati segreti. E adesso? Un colpo basso da un amico non te lo aspetti e per questo fa più male.

Margherita voleva riuscire a trattenere le lacrime. Però, già una lacrima le attraversava la guancia. E, si sa, le lacrime sono come le formiche. È raro che ne esca una sola, di solito si mettono in fila.

Era triste. Ma sentiva che stava iniziando a sbocciare il fiore rosso della rabbia. Ecco di nuovo la tristorabbiezza.

Si fermò. Aspettò che gli occhi smettessero di versare lacrime e decise di tornare indietro. Poteva tornare al parchetto e trovare Max e Daniela.

102 amicizia

Come un generale che guida le proprie truppe, camminò a passi

lunghi e testa bassa.

Con i pugni chiusi, guardavala punta delle sue scarpe di tela blu.

Una bicicletta frenò davanti a lei e la costrinse ad alzare la testa.

– Dove vai?

E chi poteva essere se non Paolo?

Le sembrava di aver ritrovato la calma.

Paolo era l’unico con cui potesse piangere senza vergognarsi.

Annalisa Strada, Allora non scrivo piu!, Piemme

COMPRENSIONE

1 Rispondi per trovare le informazioni esplicite .

Chi è?

Max. Paolo.

Margherita è più arrabbiata con Max perché:

Max era un suo amico. era riuscita a dargli un calcio.

Margherita è meno arrabbiata con Daniela perché:

Daniela parlava troppo. non erano mai state amiche.

2 Rispondi per trovare le informazioni implicite . Che cos’è la tristorabbiezza?

Una rabbia molto forte.

Un misto di tristezza e rabbia.

103 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 200-201 , Letture 4

LA RANA E IL TOPO

Un giorno un topino cercava qualcosa da mangiare.

Vide una ranocchia che saltellava.

Era una rana affamata come lui. Cercava di catturare le zanzare.

Il topo e la rana si osservarono sospettosi, cercando di capire se l’altro fosse un pericolo.

Poi il topolino sorrise. I due affamati fecero amicizia.

La rana esclamò: – Io ho fame! Qui si trova poco da mangiare.

Il topino disse: – Anch’io ho fame.

La rana gridò: – Ho un’idea! Uniamo le nostre forze. Cerchiamo il cibo insieme. Ne troveremo di più!

Il topino esclamò: – È un’ottima idea! Ci legheremo l’uno all’altra con una corda, per non perderci.

E così fecero.

Legati insieme, i due si misero al lavoro.

Quando la rana trovava cibo chiamava il topino e lo divideva con lui. Altrettanto faceva il topo.

Alla fine della giornata erano tutti e due soddisfatti della loro idea: avevano trovato tanto cibo.

Decisero di tornare ognuno a casa propria.

Vicino allo stagno, la ranocchia ci si tuffò dentro.

Però i due erano ancora legati con la corda. La rana si portò dietro il topino, che non sapeva nuotare.

Un uccello che volava sopra di loro pensò di fare un bello spuntino.

Si tuffò in picchiata e afferrò il topo.

La rana, all’altro capo della corda, si ritrovò a volare.

Il topino iniziò a mordere le zampe del grosso uccello.

Questo, per il dolore, aprì gli artigli e lasciò andare il topino e la rana.

104 amicizia

Furono fortunati. La corda s’impigliò nei rami di un cespuglio.

Il topino e la rana non si fecero male.

I due amici slegarono la corda.

Una volta liberi, il topino e la rana si abbracciarono da amici.

Le più belle favole di Esopo, per i piccoli (raccontate da Roberto Piumini e Stefano Bordiglioni), Edizioni EL 1 Questo testo narrativo è: una favola. un mito.

COMPRENSIONE

2 Trova lo scopo dell’autore. Scrivi SÌ oppure NO.

L’autore vuole far capire che:

• le amiche e gli amici devono essere sempre molto vicini.

• aiutandosi si affrontano meglio le difficoltà.

3 Trova gli elementi del testo. Completa.

• I protagonisti sono un ……………………………………… e una ………………………………………

• L’altro personaggio è ……………………………………….....……………………………………

4 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando.

Un topo e una rana cercano cibo.

Un uccello afferra il topo.

Si legano uno all’altra per cercare cibo insieme.

Il topo e la rana cadono su un cespuglio.

Il topo morde le zampe dell’uccello e si libera.

Il topo e la rana si abbracciano da amici.

105 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 202-203 , Letture 4

SONO SPECIALE! (A VOLTE)

“Si divertono tutti”.

Quando tutti si divertono io vorrei scomparire.

Infatti:

1. non mi diverto alle feste;

2. non mi diverto nei luna park;

3. non mi diverto quando devo fare i tornei di tennis, dove non vinco mai;

4. non mi diverto quando mia madre organizza cose divertenti (secondo lei).

C’è sempre qualcuno che mi dice: – Si divertono tutti! Perché tu no?

E che ne so? Ero sicurissimo che fosse colpa mia.

Poi Annalaura è diventata la mia migliore amica.

Un giorno lei mi dice che è stata invitata a una festa e... che noia le feste!

Magari inventerà una scusa, ma proprio non ha voglia di andarci. Non ero poi così strano, ho pensato.

Le ho detto: – Credevo di non essere come gli altri…

Lei ha risposto: – Infatti hai ragione. Tu non sei come gli altri.

Tu sei speciale.

Anna Vivarelli, Preferirei chiamarmi Mario, Piemme Junior

COMPRENSIONE

1 Segna con X per trovare le informazioni esplicite .

Il bambino si sente diverso dagli altri perché: non lo divertono le cose che divertono tutti. se non si diverte è colpa sua.

Il bambino è felice quando conosce Annalaura perché: non si diverte mai. ha i suoi stessi gusti.

106 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 204 , Letture 4

IL MIO AMICO IDEALE

Vorrei conoscere qualcuno che sia originale, saggio e spiritoso.

Queste sarebbero le principali caratteristiche del mio amico ideale.

Il mio amico dovrebbe essere sempre vicino a me.

Io ho bisogno di qualcuno che mi faccia sorridere se sono triste.

Qualcuno che mi dia una mano nei momenti in cui sono in difficoltà.

Io e questa persona dovremmo sempre aiutarci. Forse vorrei che questa persona fosse un maschio, perché così sarebbe diverso da me e non verrebbe a noia!

Dovrebbe avere qualcosa di speciale. Non un occhio solo o tre gambe. Dovrebbe tirarmi su se ho l’umore a terra.

Altre volte invece dovrebbe essere calmo per darmi una regolata quando sto sbagliando.

A me piacciono le persone generose.

Per essere perfetta, questa persona dovrebbe avere sempre

il sorriso sulle labbra, dovrebbe non essere bugiarda.

Forse ho trovato questa persona: è la Cami.

Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

COMPRENSIONE

1 Rifletti sul contenuto e sulla forma di questo testo. È un testo: descrittivo. autobiografico.

107 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 205 , Letture 4

È MIO AMICO, MA...

Giacomo è il mio migliore amico.

Facciamo tutto insieme: scuola, calcio e musica.

Sua mamma lavora in ufficio. Quando la nonna non può andare a prenderlo, Giacomo viene da noi a passare il pomeriggio.

Io e Giacomo non parliamo tanto, ma facciamo tante cose insieme.

Siamo tutti e due figli unici, perciò è quasi come avere un fratello. Da un po’ non vado tanto d’accordo con Giacomo. È per colpa di Juri, quel ragazzo nuovo che è arrivato una settimana fa.

Prima stava in un paese lontano.

Giacomo dice che non devo fidarmi di lui.

Ma lui mi mi fa pena. Non conosce nessuno. Nessuno gli rivolge la parola.

Neanche lui, però, parla con gli altri.

Io sono andato a chiacchierare con lui durante la ricreazione.

Ma è stato difficile, perché rispondeva solo sì o no.

La maestra ci aveva chiesto di fare amicizia. Però fare amicizia in quinta, quando tutti si conoscono, è una missione impossibile. Giacomo ha detto che non capiva perché proprio io dovevo fare amicizia con Juri.

Certe volte Giacomo riesce proprio a essere cattivo. È cattivo con me quando è di umore nero.

È geloso di tutti e certe volte mi fa venire i nervi.

Si arrabbia se combino qualche pomeriggio con gli altri miei amici.

Anna Vivarelli, Tre paia di occhi, Parapiglia

108 amicizia

1 Trova le informazioni implicite ed esplicite .

Che cosa fanno insieme il protagonista e Giacomo? Segna con tre X .

Segna con X se l’informazione è vera o falsa.

Il protagonista, Juri e Giacomo frequentano la stessa classe.

Juri abitava in un paese lontano. Giacomo litiga spesso con Juri. Giacomo ha un fratello.

2 Come completeresti il titolo di questo racconto? È mio amico, ma:

è geloso. a volte mi fa arrabbiare. non capisce Juri.

È vero È falso

109 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 206 , Letture 4
COMPRENSIONE

Questa mattina mi sono svegliato presto!

Ho infilato il cranio sotto il rubinetto. Ho lasciato che l’acqua mi schiarisse le idee. E invece niente: ero proprio di buonumore.

Ho fissato il mio bel faccione allo specchio.

Ho detto alla mamma: – Latte e biscotti. Non ho tempo da perdere. I momenti di allegria vanno vissuti dal primo all’ultimo. Latte e biscotti è un gran piacere!

Quando si è happy si è happy!

La cosa più incredibile è che all’una sono uscito da scuola ed ero molto allegro.

Infatti, a pranzo mi sono pappato due piatti di spaghetti con il sorriso sulle labbra.

Come potevo starmene per conto mio?

L’allegria va spartita, come una tavoletta di cioccolato.

Va condivisa con chi, se ti vede felice senza nessun motivo particolare, non ti prende per matto.

Allora io ho pensato a te.

Non posso fare a meno di prendere carta e penna e dedicarti un po’

della mia allegria. Mi auguro e ti auguro un contagio.

Ora scappo, che ho voglia di fare mille cose!

Andrea Valente, Firmato: Pecora Nera, Fabbri editori

COMPRENSIONE

1 Che cosa fa il bambino per schiarirsi le idee?

2 Che cosa vuole dire questo testo?

Chi si sveglia felice, sarà felice per tutto il giorno.

L’allegria è bella e va condivisa con gli altri.

110 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 212 , Letture 4
H COME HAPPY

T COME TRISTEZZA

La tristezza è un sentimento bruttissimo. Si sente un magone alla gola che a poco a poco diventa sempre più forte. Non riesci a trattenerti e scoppi in lacrime.

Io l’ho provata quest’estate in colonia, al mare, con mia sorella. Una sera ero triste, perché pensavo alla mamma.

Tutti i bambini ballavano. Io di solito ballo per tutta la sera.

Ma quella volta proprio non ne avevo voglia. Ero così triste pensando alla mia mamma. Mi mancavano le le sue coccole. Per fortuna, c’era mia sorella che mi ha consolato.

Amnesty International, Il Grande Libro di Diritti dei Bambini, Edizioni Sonda

TRISTEZZA

Non so perché

ma mi viene voglia di piangere.

Non so che c’è

ma mi viene voglia di piangere.

Non so cos’è

ma mi viene voglia di piangere.

Uffa, ho finito le lacrime

ma mi viene voglia di piangere.

Janna Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

COMPRENSIONE

1 Riconosci la forma del testo .

I due brani sono di due tipologie testuali diverse.

• Qual è una poesia?

• Qual è un racconto?

111 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 213 , Letture 4

UNO SCOIATTOLO NELLA PANCIA

Che giornata! Mi sembrava di avere uno scoiattolo nella pancia.

Mamma la chiama “scoiattolite”.

Appena sono arrivato a casa ho aperto il rubinetto della vasca.

Ci ho versato dentro le Bolle Magiche.

Due minuti dopo ero immerso nelle bolle di sapone.

Lo faccio sempre quando ho bisogno di calmarmi.

È stata un’idea di mamma, quand’ero piccolo.

Mamma è entrata in quel momento. Ha chiesto: – Scoiattolite?

Ho risposto: – Sì.

Lei ha detto: – Ed è solo il primo giorno di scuola.

– Non ho mai avuto un primo giorno di scuola così brutto.

Lei mi ha soffiato addosso una manciata di schiuma. Io ho riso.

Lo scoiattolo si stava calmando.

La mamma mi ha chiesto: – Vuoi dirmi di che si tratta?

Le ho raccontato della maestra Simms: – Io continuavo a fare battute, senza nemmeno alzare la mano.

Lei era sorpresa: – Davvero? In classe non fai mai il buffone. Ho risposto: – Ma oggi sì.

Poi le ho raccontato del nuovo ragazzino, Joey. – Penso che sia un combinaguai. Parla come un ragazzino grande. Non penso che lui abbia paura della maestra. Non ha paura di nessuno.

Mamma non era sconvolta: – Credo che la signora Simms non avrà problemi.

Io ho aggiunto: – Ma ha fatto anche una cosa più grave.

– E qual è stata?

Ho fatto un respiro profondo: – Joey ha detto a Judy che sono innamorato di lei.

Mamma ha sollevato le sopracciglia: – E allora? Qual è il problema?

Ti piace Judy dalla prima elementare!

Ho strillato: – Mamma!

112 emozioni e sentimenti

Lei mi ha fatto una carezza sulla testa: – Calma. Ho detto una bugia forse? Non succederà niente di brutto. Judy non riderà di te.

Mi sono sentito sollevato.

La mamma se n’è andata.

Sono sprofondato ancora di più tra le Bolle Magiche. Lo scoiattolo se n’è andato.

Jerry Spinelli, Terza elementare, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite . Che cosa sono le Bolle Magiche?

Il bambino è preso dalla “scoiattolite” perché: è iniziata la scuola. è agitato.

Lo “scoiattolo” è: un giocattolo. la personificazione di un sentimento.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1 “Scoiattolite” è un nome: primitivo. derivato.

2 “Riso” è una parola che ha: un solo significato. più significati.

113 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 214-215 , Letture 4

SONO TIMIDA

Timmi ha cambiato scuola.

Pensa al momento di entrare nell’aula. Ci saranno quaranta occhi tutti puntati su di lei. Lei diventerà rossa come un pennarello rosso.

Tutti le dicono: – Non immaginarti le cose più grandi di quelle che sono.

Ma questa è proprio la specialità dei timidi. Chi non è timido non lo può capire.

Che cosa sarà mai per un non-timido salire su tram e cercare un posto? Magari sorriderà beato.

Per un timido, passare davanti alle persone sedute è come affrontare dei nemici con le lance pronte a colpire.

Il non-timido camminando sorride, il timido arrossisce. Il non-timido cerca un posto per stare seduto comodo. Il timido cerca un posto per diventare invisibile.

Domani, nella classe quarta dove Timmi dovrà entrare, tutti si conoscono benissimo.

Lei sarà “la nuova”.

Vivian Lamarque, La timida Timmi cambia scuola, Piemme

COMPRENSIONE

1 L’ idea principale di questo testo è: descrivere le sensazioni di una persona timida. il primo giorno di scuola di Timmi.

114 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 216 , Letture 4

RABBIA BIRABBIA

Ho conosciuto un tale ch’era sempre arrabbiato per il caldo del fuoco il freddo del gelato perché c’era silenzio perché c’era rumore per il troppo profumo per il cattivo odore in inverno in estate d’autunno a primavera pomeriggio e mattino a notte fonda a sera.

Un giorno s’arrabbiò anche con la sua rabbia e senza alcun rimorso la chiuse in una gabbia però ne tenne un mucchio che mise in certe buste per farne largo uso contro le cose ingiuste. Giuseppe Pontremoli

COMPRENSIONE

1 Comprendi lo scopo dell’autore.

Il poeta parla di una persona che si arrabbia anche per nulla. Però, come conclude la poesia? Dicendo che:

la rabbia è sempre inutile.

la rabbia deve essere rivolta verso le ingiustizie.

115 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 217, Letture 4

MI È VENUTO DA PIANGERE

Cara Giovanna, come stai?

Mi ricordo quando in classe, Vito ha chiesto: – Perché noi ti chiamiamo maestra e tu invece non ci chiami alunno?

Hai fatto un sorriso e hai detto: – Che bellissima domanda, Vito!

Tu dicesti (vedi, uso il passato remoto!): – Chi vuole chiamarmi Giovanna, lo può fare.

Ti racconto quello che nell’ultimo mese è capitato.

Una sera guardavamo un film alla TV. La storia di una a cui succedono cose sfortunate.

A me è venuto da piangere. Papà mi ha detto che piangere è una cosa da femminucce.

Io ci sono rimasto male. Mi è venuto da piangere ancora di più, però ho cercato di non farlo.

Perché uno si deve vergognare, se gli viene da piangere?

Quando papà mi ha detto quelle cose, ci sono rimasto male. Beh, adesso te l’ho detto.

Un abbraccio, Dario

Roberto Piumini, Non fare la femminuccia, Abbasso gli stereotipi di genere, Manni Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e le inferenze .

Le parole sottolineate in rosso indicano un pianto: di commozione per una situazione triste. di rabbia per le parole del papà.

Le parole sottolineate in blu indicano un pianto: di commozione per una situazione triste. di rabbia per le parole del papà.

116 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 218 , Letture 4

IL PIANTO È UNA COSA SANA

Caro Dario,

tutte le emozioni appartengono agli esseri umani: non c’è nessuno che non le provi.

Ci sono molti modi di esprimere le emozioni.

Piangiamo per tristezza, solitudine, rabbia, malinconia, ma anche per la felicità...

Il pianto nasce nell’animo umano, senza distinzione tra maschi e femmine.

Il pianto è una cosa sana. Permette di sciogliere nodi che ci portano dolore.

Tuo padre ti chiede di non piangere perché sei maschio. Questa è una mentalità antica, in cui è il maschio a comandare, a decidere. Tuo padre parla come se le emozioni fossero una debolezza.

Pensare che il pianto sia una cosa da nascondere è un pensiero buio. Tu preferisci la luce, vero, carissimo Lampa Dario?

Un grande abbraccio, Giovanna

Roberto Piumini, Non fare la femminuccia, Abbasso gli stereotipi di genere, Manni Ed.,

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e le inferenze .

Chi esprime questi pensieri?

“I maschi non devono piangere”: Dario.

Il papà di Dario.

“Piangere non è una debolezza”:

Il papà di Dario.

La maestra Giovanna.

117 emozioni e sentimenti
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 219 , Letture 4

IL GIOCO DEI CONTRARI

Un giorno la mia amica Federica lesse in un libro che tutte le cose non potrebbero esistere senza il loro contrario.

Il caldo non esisterebbe senza il freddo. Nessuno sarebbe alto, senza qualcuno più basso di lui. Niente sarebbe bianco senza il nero. E così via.

Federica cominciò il gioco dei contrari. Cercava ogni giorno una parola e il suo rovescio. Rovescio è il contrario di diritto. Cominciò proprio da inizio, il cui contrario è fine.

Lunedì Federica scrisse sul suo taccuino la parola allegria e accanto la parola tristezza.

Martedì scrisse lento. Scrisse questa parola lentamente. Poi, in fretta, scrisse veloce.

Mercoledì scrisse coraggio e paura.

Arrivò a domenica mattina.

Scrisse la parola amore. L’amore è il re dei sentimenti e la regina delle parole.

Accanto, però, avrebbe dovuto scrivere la parola contraria di amore che è...

La sua mano non riusciva a scrivere odio.

Che cosa ci vorrà a scrivere quella parolina? Ha soltanto quattro lettere.

Ma Federica non aveva più voglia di scrivere.

Federica pensò: – Per amare qualcuno devo anche odiare qualcun altro?!

Di odiare, Federica non aveva nessuna voglia. Non ne aveva neppure l’intenzione.

Andrea Valente, Eh! Come emozione, Edizioni Lapis

118 emozioni e sentimenti

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1 Taccuino si scrive con “cc”. Scrivi:

• la parola che si scrive con “qq”: ..............................................................................................................................

• tre parole che si scrivono con “cq”:

• tre parole che si scrivono con “cu”

seguito da vocale: ..............................................................................................................................

COMPITO NON NOTO

1 A quale tipologia testuale assoceresti ciascuna di queste emozioni?

Scegli tra le seguenti: avventura, horror, poetico, umoristico, fantasy.

paura coraggio

amore allegria odio

119 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 220-221 , Letture 4

LA SCATOLA ARRUGGINITA

In questa vacanza i miei compiti sono: fare la spesa, fare i letti e aiutare mia mamma nel suo lavoro.

Devo tirare fuori dagli armadi le cartelle e metterle in ordine secondo la data.

Oggi piove a dirotto. Ho deciso di cominciare la mia fatica di tutti i giorni.

Sono salita su un panchetto per arrivare agli scaffali più alti.

Ho tolto la prima fila di cartelle.

Dietro a queste ho scoperto una scatola di latta, mezza arrugginita.

L’ho posata sulla tavola. Che cosa ci poteva essere dentro?

La scatola era chiusa da una piccola serratura.

Non mi sono certo fatta fermare. Infatti, mi chiamano Curiosik!

Ho guardato nel cassetto.

Ho trovato un mazzo di chiavi. Ce n’era una piccola piccola. Infatti, la scatola si è aperta.

In quel momento è rientrata la mamma.

Non mi piaceva che mi vedesse frugare senza permesso tra i suoi documenti.

Così, ho rinchiuso e nascosto il tutto.

Per tutto il giorno non ho potuto tirar fuori la scatola.

La mattina dopo ho messo la sveglia alle sei sul cellulare.

Quando l’ho sentito vibrare, mi sono alzata.

DOVEVO guardare che cosa c’era nella scatola.

E se ci fosse stato un tesoro? Avremmo potuto tenercelo io e la mamma?

Vanna Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL

120 curiosità

LESSICO

1 Qual è il panchetto ?

COMPRENSIONE

1 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando, per ricostruire la trama del racconto. Segui gli esempi.

1. La bambina è in casa perché piove.

2. La bambina comincia a prendere le cartelle dalla libreria.

La bambina richiude la scatola.

La bambina trova una scatola arrugginita.

La bambina trova la chiave per aprire la scatola.

La mamma entra nella stanza.

7. Al mattino seguente la bambina si sveglia molto presto.

121 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 226-227, Letture 4

SONO CURIOSO: CHE COSA FARÒ?

Che cosa vuoi fare da grande?

Quand’ero piccolo volevo fare il biologo.

A dieci anni, desideravo diventare un dottore specializzato in malattie gravi. Strano?

No! Seguivo la curiosità del momento.

La mia curiosità mi ha fatto conoscere tante cose.

Il mio fratellino voleva diventare un’auto della polizia.

Non un poliziotto, ma proprio la macchina!

A diciassette anni cambiai di nuovo idea.

– Che cosa ti piace? – mi chiese mia madre. Risposi: – La natura.

– Allora occupati di quello. Trova un mestiere che ti faccia sorridere ogni giorno.

Disse: – Vai ed esplora tutte le strade. Prova cose diverse. È quello che ho sempre fatto.

Ho svolto lavori diversi. Adesso scrivo libri sui dinosauri per voi bambini.

Non so che cosa farò l’anno prossimo. Non ho ancora idea di che cosa farò “da grande” (e grande credo di esserlo già da un po’).

Vorrei che voi faceste lo stesso. Provate quante più cose potete per scoprire quello che vi piace. Forse volete salvare le aquile (allora iniziate da subito a osservare gli uccelli).

Magari volete progettare robot (iniziate a studiare come funzionano i circuiti elettrici).

Volete diventare paleontologi (andate a caccia di fossili).

Spesso si finisce per fare qualcosa di diverso da quanto avevate pensato. E anche questo va bene.

La scienza è divertente, perché si tratta di un viaggio strano e meraviglioso.

Non sapete mai che cosa scoprirete.

Ben Garrod, Sai proprio tutto del Triceratopo?, Piemme

122 curiosità

LESSICO

1 Scrivi a quale scienziato/scienziata si riferisce ciascuna immagine.

• Biologo/Biologa.

• Paleontologo/Paleontologa.

COMPRENSIONE

1 Il testo è narrato in: prima persona. terza persona.

2 Trova le informazioni implicite . Un mestiere che “faccia sorridere ogni giorno” è un mestiere: che piace e arricchisce le conoscenze. che fa stare a contatto con la natura.

123 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 228-229 , Letture 4

GALILEO GALILEI

Galileo Galilei spalancò la finestra per ammirare le stelle. Non riusciva a trattenere la sua curiosità.

Pensò allora di provare a usare uno strano strumento che aveva battezzato con il nome di “cannocchiale”.

La Luna pareva tre volte più grande, vicina più che mai, con il suo faccione rotondo e pallido.

Afferrò una matita e, su un foglio, cominciò a disegnare tutto ciò che osservava lassù: crateri, valli, monti, pianure. Da quella notte, le scienze cambiarono, grazie alla grande voglia di scoprire.

Quel tubo che Galileo utilizzò con grande successo non è una sua invenzione.

Un anno prima, un ottico olandese aveva inventato quello strumento, riuscendo a vedere attraverso il tubo immagini molto ingrandite.

Gli scienziati, da allora, ringraziarono Galileo e la sua curiosità. Lui, invece, ringraziava l’ottico olandese e il suo ingegno.

Andrea Valente, Un’idea tira l’altra, Lapis Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova l’ inferenza . Un ottico è colui che: osserva le stelle. costruisce strumenti per vedere bene.

2 Trova le informazioni esplicite .

Chi inventa il cannocchiale?

Un ottico olandese. Galileo.

Chi lo utilizza per guardare le stelle?

Un ottico olandese. Galileo.

LESSICO

1 Qual è il cannocchiale ?

124 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 232 , Letture 4

MARGHERITA HACK

C’era una volta una bambina che amava giocare all’aperto. Quando vedeva passare un elicottero, immaginava di attraversare il cielo a bordo del piccolo velivolo.

Margherita era curiosa. Osservava il mondo attorno a lei e si riempiva la testa di domande.

Quando frequentò la facoltà di Fisica, Margherita iniziò a interessarsi alle stelle e all’universo.

Da allora, Margherita non smise mai di ammirare stelle e pianeti attraverso l’enorme telescopio dell’Osservatorio dove lavorava.

Margherita decise di raccontare, a chiunque volesse ascoltarla, quanto fosse bello l’universo. Iniziò a viaggiare ovunque. Al suo pubblico spiegò la verità più importante che avesse scoperto: tutti gli esseri viventi sono fratelli, perché hanno tutti origine dalle stelle. Con il suo linguaggio semplice riuscì a rendere l’astronomia interessante per adulti e ragazzi.

Margherita continuò sempre a porsi domande e a cercare risposte.

Storie della buonanotte per bambine ribelli, 100 donne italiane straordinarie, a cura di Elena Favilli, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Margherita:

amava imparare osservando della realtà.

da piccola amava giocare all’aperto.

non voleva spiegare agli altri le sue conoscenze.

LESSICO

1 Qual è il telescopio ?

125 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 233 , Letture 4

MILLE COLORI DELL’AUTUNNO

Un orologio invisibile segna il tempo delle stagioni.

Nessuno può sentire il suo tic-tac.

Arriva l’autuno. Gli animali si danno da fare per ingrassare.

Gli alberi mostrano il loro vestito più bello.

Le foglie si staccano una a una e cadono.

Si posano sul muschio e formano un mantello colorato.

La foglia appassita dell’acero non sopporterà il peso del moscardino.

Per il piccolo roditore è giunta l’ora di trovare un rifugio in un albero e andare in letargo.

Gli scoiattoli fanno scorte di ghiande. In autunno ne mangiano tante.

Mangiano anche funghi, semi, frutti, insetti. Quando il vento si fa più freddo e le giornate più corte, lo scoiattolo porta il suo cibo nella tana.

Lo copre con la terra e ci butta sopra qualche foglia. Così lo nasconde.

Quando comincia a piovere, un profumo si diffonde per i boschi. I funghi spuntano qua e là tra i muschi.

Beatrice Fontanel, Il girotondo delle stagioni, L’ippocampo Junior

VISIONE MENTALE

LESSICO

Muschio

Scoiattolo

Moscardino

1 Qual è l’animale in letargo?
126 stagioni Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 250 , Letture 4

1 DICEMBRE, ORE 20:02

Caro Babbo Natale, ma hai un cellulare?

Mi pare strano che un tipo come te non si sia fatto regalare un telefonino.

Non ti fanno mai le offerte telefoniche? A casa mia chiamano ogni giorno.

Dovresti procurartene uno.

È molto comodo, quando non rompe. E se rompe, lo stacchi.

Tornando a noi, visto che non hai ancora il cellulare, sono costretto a scriverti.

La maestra Marilena ci ha “consigliato” di scriverti una letterina al giorno.

Da oggi (1 dicembre) fino alla vigilia di Natale (24 dicembre) io devo scriverti “un messaggio quotidiano”.

Vedi? Se tu avessi un cellulare, ti spedirei un sms. Risparmierei un sacco di fatica...

E tu che sei un po’ vecchietto, potresti riposarti la vista.

Potresti leggere qualcosa di più interessante delle mie lettere.

Perciò, cercherò di essere breve.

Intanto ti auguro buona notte. A domani.

Fabrizio

Emanuela Da Ros, Il numero di telefono di Babbo Natale, Parapiglia

127 stagioni Lettura semplificata corrispondente alla pagina 256 , Letture 4

IL CARBONE, UNA TRADIZIONE SBAGLIATA

La Befana guardò fuori. La scopa era pronta, il sacco – pieno di carbone per i cattivi e doni per i buoni – era davanti alla porta. Prese il sacco e gridò: – Ahi! – Un dolore fortissimo alla schiena la piegò in due.

Un colpo della strega proprio adesso!

Ahi, quale delle sue amiche streghe le aveva fatto quello scherzo?

– Lo so! Dondomelia! – e la chiamò.

– Che cosa vuoi? – chiese la strega

– Che ho fatto per meritare la tua punizione?

Dondomelia disse: – Hai fatto tutto come sempre. Hai sbagliato.

Ti pare giusto portare il carbone ai bambini?

La Befana spiegò: – È la tradizione: i doni ai buoni, ai cattivi il carbone.

La strega disse: – Sbagliatissimo! Non ci sono bambini cattivi.

La Befana chiese: – Tu che cosa ricevevi dalla Befana quand’eri piccola? – Carbone!

– Perché eri cattiva!

La strega si arrabbiò: – Non ci sono bambini cattivi! Solo bambini vivaci!

La Befana disse: – Caspita, non ci aveva pensato! E allora?

Dondomelia rispose: – Il carbone bisogna portarlo agli adulti cattivi. Sappiamo che se continueranno a fare le guerre, a uccidere, a inquinare il mare e l’aria, trasformeranno questo bellissimo pianeta in un pezzo di carbone.

Tea Ranno, La Befana e il colpo della strega, Armando Curcio Editore

128 stagioni Lettura semplificata corrispondente alla pagina 257, Letture 4

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Coordinamento e redazione: Valentina Dell’Aprovitola

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico: Carmen Fragnelli

Impaginazione: Graphika di Pier Franco Battezzati, Carmen Fragnelli

Copertina: Carmen Fragnelli

Illustrazioni: Mauro Sacco ed Elisa Vallarino, Archivio Spiga

Referenze iconografiche: Shutterstock, Archivio Spiga

Stampa: Tecnostampa - Pigini Group Printing Division

Loreto – Trevi 24.83.128.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

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