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l’impronta dell’antico: riabitare il nuovo

Il progetto nasce da un’analisi condotta a partire dall’evoluzione storica del borgo di Torri, che, per quanto si presenti fortificato e compatto, è contemporaneamente caratterizzato da quella che potremmo identificare come 'un'anomalia dimensionale': è, difatti, sviluppato lungo una piazza le cui dimensioni appaiono come un vuoto fuori scala, se comparate al costruito circostante.

L’esercizio progettuale presentato si pone così come obiettivo il ridimensionamento di tale vuoto, pur mantenendone la funzione sociale e rispettando le tracce dell’edificato esistente ed i segni di quel passato ancora leggibili nei bassi muretti che costeggiano la via che conduce alla piazza. Procedendo per antitesi, colmando i vuoti dell’antico nucleo risalente all’epoca dell’incastellamento, e cercando di conferire continuità al percorso che, dal nuovo parcheggio esterno, conduce alla piazza principale: il nuovo volume, posto fuori dalla mura, in adiacenza agli antichi lavatoi è separato eppur connesso al contempo a questi ultimi tramite una una scala percorribile a duplice velocità, capace di ricongiungere i due livelli altimetrici ed al contempo offrire comunque una vista suggestiva verso il paesaggio circostante.Il sistema urbano storico del borgo si sviluppa intorno al sistema chiuso della piazza, che risulta permeabile. Così il nuovo volume, che segue l’antico tracciato delle mura, sviluppato su due livelli, porta con sé linguaggi architettonici differenti. Scandito da piccole aperture al piano superiore, si presenta invece estroverso al piano inferiore. Il suo porticato permeabile, composto da un susseguirsi di pilastri, tra i quali si articolano una serie di sedute, definisce così un nuovo spazio pubblico. La compattezza del nuovo volume è però improvvisamente rotta da un muro che, ricalcando le tracce dell’antico edificato, stabilisce un confine, lasciando un’impronta. I nuovi confini trovano la propria conclusione lungo il lato Nord della piazza, dove un porticato corre lungo il prospetto dell’edificio appartenente all’impianto storico del villaggio, un tempo destinato alle botteghe. Le aperture sulla piazza vengono così evidenziate dal ritmo delle campate del nuovo porticato dove, il passo alternato dei pilastri, diviene accompagnamento ombreggiato e leggero del passo di coloro che ne percorrono il tracciato.

Elaborati grafici Piante, prospetti e sezioni significativi

Esploso assonometrico particolare nodo trave pilastro

Assonometria portico con stratigrafia

Dettaglio portico sezione terra-tetto e particolari

Modello in scala 1:50 sezione in cartonlegno avorio

Torri, con la sua realtà urbana stratificata e archetipica, analizzata a partire dal topos di borgo incastellato, è diventato il panorama dell’ intervento ipotizzato come espressione dello studio della scena urbana e delle relazioni umane che definiscono e vivono il luogo, con l’intento di esaltarle e colmarle nelle loro lacune. Ecco che in questo contesto si inserisce una ipotesi progettuale che affronta diverse tematiche, dalla riconfigurazione dell’ingresso alla piazza, fino al tentativo di restituire a determinate aree una funzione ormai persa nel tempo, con mutamenti del loro assetto originale, sordi rispetto al Genius loci. Lo studio e la comprensione delle realtà volumetriche dell’impianto urbano sono divenuti matrice progettuale dell’intervento che si inserisce all’interno delle contrazioni e dilatazioni che caratterizzano il tessuto urbano del villaggio. Tale analisi ha permesso di individuare quale fosse il modulo spaziale, tecnologico ed umano del sistema del borgo, individuandolo nel complesso ecclesiastico del paese e nella piazza Maestro Ristoro da Torri. Il modulo si è fatto misura di un sistema di terrazze che incornicia ed esalta il paesaggio, divenendo al contempo accesso al nuovo parcheggio posto al di fuori dell’abitato più denso, ed ingresso del nuovo volume principale inserito nella piazza. Il lavatoio, feretrio di memoria, è eco di una realtà passata, di un modo di vivere differente che ha caratterizzato il borgo e che nel progetto rimane, a ricordare un tempo oggi lontano. Un ulteriore intervento ha tentato di delimitare i confini della piazza, divenendo al contempo protezione e rinforzo del muro che sulla piazza si affaccia. La tettoia definisce così tale vuoto, luogo caro agli abitanti del borgo, non agendo solo sulla struttura del muro, ma divenendo esaltatrice di pathos della rappresentazione urbana. Questi tre elementi assieme definiscono così una nuova scena urbana, in un contesto inteso non solo come luogo di abitazione e di produzione economica, ma anche come teatro delle vicende umane, come grande scena che rimane da secoli immutata ed in cui gli 'atti', cambiando, si susseguono senza sosta. Ecco quindi che emerge l’espressione ultima del progetto: la necessità di ridare quinte alla piazza, limiti esaltatori dei vuoti stessi, frontis scenae del borgo.

Elaborati grafici

Pianta piano terra e piano primo piano, prospetto ovest, sezione AA’

Dettaglio piano secondo esploso assonometrico

Giulia Hu Klejvi Mallunxa

La lettura di ciò che ha definito storicamente i modi di formazione del villaggio divengono riconoscibili in alcuni degli elementi che caratterizzano l’insediamento: la traccia muraria che segna e racchiude il luogo, la tipologia di paramento murario, essenzialmente costituito da muratura in laterizio e pietrame, che si ritrova nel paesaggio circostante, su cui si staglia Siena all’orizzonte. Tali caratteristiche sono così divenute divenute matrice progettuale, per un intervento che potesse divenire parte di un sistema paesaggio appartenente al mondo rurale toscano.

Nella sua definizione urbana il borgo si presenta caratterizzato da un susseguirsi stretto di dilatazioni e compressioni che si alternano tra il sistema di piazze e, nel chiostro dell’Abbazia di Torri, alle strette vie che li connetono e che si diramano all’interno del tessuto incanalando gli sguardi che si rivolgono al paesaggio circostante. Così i salti di quota, che caratterizzano l’insediamento, divengono particolari punti di osservazione per l’alternarsi di questo sistema di aperture e chiusure definito da un accostamento di volumi differenti e di addizione degli stessi, quasi a definire quello che potremmo chiamare 'un accumulo'.

Lo sguardo si apre nella piazza principale, prima dilatazione dell’intero sistema, oggi snaturata dalla sua funzione collettiva; caratterizzata da un vuoto, una mancanza subito percepibile se si osserva la cinta muraria di cui si individua la traccia incorporata nelle abitazioni, oggi persa nella sua totalità.

Tali tracce, significative nel susseguirsi dei livelli di definizione dell’insediamento di Torri divengono, nella loro riproposizione progettuale, trasfigurata, elementi di valorizzazione degli eventi storici del borgo, capaci di riproporre una architettura che sappia parlare di un nuovo tempo e che sappia, al contempo, divenire nuovo fulcro della vita sociale e culturale del villaggio.

Così la lettura cronologica dell’insediamento urbano è divenuta architettura tramite i nuovi volumi custodi delle caratteristiche uniche di questo luogo e degli sguardi che appartengono a questo paesaggio, raccontato attraverso le tre aperture che dall’ultimo piano della torre si rivolgono verso uno dei paesaggi collinari più conosciuti al mondo.

Elaborati grafici

Pianta dei vari livelli,sezione longitudinale e trasversale

Esploso assonometrico pensilina

1. Rivestimento in lastre di rama

2. Piastre di ancoraggio

3. Guaina impermeabilizzante

4. Tavolato in legno OSB 20 mm

5. Traversi in acciaio 100x100 mm

6. Trave in acciaio HEA 240

7. Pilastro in acciaio HEA 240

8. Fianco d’acciaio di rinforzo

9. Elemento di rinforzo per pilastro

10. Basamento in cls

11. Piastra di giunzione

12. Fondazione in cls 50 mm

Marta Garcia Devse Rebecca Masina Emanuele Miseria

Modello in scala 1:50 sezione in cartonlegno avorio

Passeggiando per il piccolo villaggio medioevale di Torri, si notano subito alcune caratteristiche che ne evidenziano l’essenza costruttiva: l’utilizzo della pietra e del mattone rosso, ma anche il susseguirsi di falde inclinate, copertura delle antiche costruzioni del luogo, divenute peculiarità subito riconoscibili del paesaggio senese. Proprio l’analisi dei materiali, dell’esperienza degli abitanti ed i ricordi di coloro che ne abitavano i luoghi sono diventati determinanti per definire le trasformazioni della maglia urbana e lo sviluppo del tessuto architettonico di questo luogo, divenuti punti di partenza dell’esercitazione condotta. Il pensiero progettuale ha dunque trovato il suo inizio nell’analisi storico-urbanistica dell’insediamento, ritrovando, nella dimensione centrale della piazza, che ha perso il proprio ruolo sociale all’interno della vita del paese, il luogo da cui ripartire. Il mercato allora, pensato come uno spazio permeabile attestato ad uno degli edifici della piazza, ne ridefinisce i confini, divenendo non solo sistema per lo scambio delle merci, ma anche luogo di ritrovo e celebrazione di atti pubblici. Il nuovo volume, nella ridefinizione della dimensione della piazza centrale, riparte da quelli che erano gli elementi fulcro del luogo: la chiesa ed il chiostro, custodi di precise proporzioni. Così la nuova architettura si sviluppa in un susseguirsi di sei campate di tre metri per sei, protette da una copertura a doppia falda inclinata, che risuona della tradizione costruttiva del borgo senese, così come la scelta di materiali che richiamano i colori del piccolo insediamento medioevale, come il calcestruzzo pigmentato con il quarzo, utilizzato nella struttura del mercato, che si colora, una volta ossidato, di un rosso mattone intenso. Un rosso che si ritrova anche nel mandolato che, con un sistema di gelosie appartenente al mondo rurale toscano, richiama una passata dedizione agricola del luogo appartenente ad un tempo remoto in cui il sistema mosaicato romboidale era soluzione funzionale alla conservazione dei prodotti agricoli, protetti dall’aria e dalla luce che filtravano tra le piccole aperture del sistema di tamponamento. Anche l’allontanamento delle acque piovane è divenuto così un motivo progettuale, venendo nascosto da un rivestimento in mattoni agganciato al pilastro tramite una clip metallica che ne semplifica la rimozione in caso di manutenzione.

Elaborati grafici Pianta, sezione C-C’, prospetto

Sezione terratetto

Dettaglio assonometrico mandolato

Ludovica Caschetto Giacomo Rosselli Francesco Spini

Modello in scala 1:50 sezione in legno e cartonlegno avorio

Il paesaggio che si mostra dai piccoli affacci, dai piccoli scorci trai volumi dell’insediamento medioevale diviene scaenae frons, capace di raccontare la storia di un tessuto urbano che, sembra fondersi al colle su cui si staglia, nei colori e nei materiali della pietra. Due strutture teatrali, una interna ed una sul fronte esterno del paese, cercano di tener viva la recente tradizione del borgo, ripensando a quello che potrebbe essere un nuovo destino per il piccolo insediamento medioevale, che sappia diventare parte di una cultura in evoluzione. Due volumi, rivolti in due direzioni opposte, divengono sguardi che raccontano la capacità umana di agire all’interno di questo paesaggio-teatro tra i più famosi al mondo, nel quale si incontrano ed annodano cultura e natura, ed in cui il visitatore, e l’abitante possano sentire il paesaggio come manifestazione di sé e della propria cultura. Sotto un unico tetto la terra ed il cielo sembrano entrare in contatto, allineandosi in quel paesaggio dove la terra coltivata in modo alessandrino trova la propria prosecuzione nelle colline arretrate, che sfumano nell’aria tersa del cielo. Una nuova torre di avvistamento recupera così tale sguardo, un tempo proprio dell’insediamento medievale, completando la piazza con un il suo volume quadrato, metaforicamente frutto del vuoto del chiostro della Chiesa da cui prende le forme, le dimensioni e il tema della deambultatio.

La passerella interna al primo piano è illuminata una volta su ogni lato da un’apertura che, come in un teatro, rompe la quarta parete e si proietta verso l’esterno, fino a giungere all’ultimo piano, dove una terrazza si apre su tutti i lati concedendo lo sguardo all'intero paesaggio: a Sud e a Ovest le colline Metallifere della Montagnola senese, a Nord e a Est la Val di Merse.

La piazza trova così la sua conclusione nel confine già segnato da un basso muretto, frammento di altre costruzioni, lasciato come segno appartenente ad un mondo pre-esistente.

Un ulteriore nuovo sguardo si inserisce nel paesaggio, organizzato in una serie di terrazze che si susseguono nella parte esterna delle mura, ed in cui un nuovo volume, articolato in due livelli, come due palchi sovrastanti, consente di osservare lo sfumare della distesa verde, tra ulivi e vigneti che, con i loro profumi, inondano la grande ed ultima terrazza.

Elaborati

Bibliografia del laboratorio

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Milo Agnorelli DIDA Università degli Studi di Firenze

Ipotesi dei diversi tipi di insediamento ipotesi 1,2,3.

Pezzi mancanti

Il Villaggio di Torri rappresenta uno dei casi di conservazione di valori storici, architettonici e culturali che ancora risulta integro nel complesso del territorio toscano, eppure qualcosa sembra mancare. La presenza del grande spazio aperto della piazza principale in un paese di così piccole dimensioni è difatti testimone di un qualche ‘pezzo mancante’. Il lavoro di ricerca si è così focalizzato sull’utilizzo di un’area destinata ad un insediamento abitativo all’interno del nucleo storico principale che potesse rimarcare la traccia del passato ed in cui il dato storico fosse in qualche modo riportato alla luce e rispettato, pur prevedendo l’inserimento di nuovi elementi in uno spazio oggi vuoto. L’esercizio progettuale si è dunque sviluppato intorno a questa questione, partendo da schemi semplici di rigenerazione urbana fino a giungere a schemi più complessi ed alle varianti che ogni nuovo schema potesse offrire. Tutti gli insediamenti proposti sono accumunati dalla volontà di non compromettere la vista e la percezione dell’abbazia che si ha provenendo da ciascun vicolo del borgo, non alterando dunque l’immagine del simbolo del paese, ma rispettando le misure e la struttura dell’esistente, rendendo così il rapporto tra vecchio e nuovo, base dello sviluppo progettuale. La sintesi conclusiva di questo esercizio è racchiusa in due sistemi che prendono le stesse ‘mosse’, ma che si differenziano per posizione, distribuzione e tipologia, cercando al contempo di definire alcune linee guida da poter seguire per innestare un nuovo insediamento all’interno di un tessuto dal grande valore storico come quello del borgo di Torri.

• insediamento uno1: lungo il muro di contenimento della piazza principale che affianca Via del borgo, dove si suppone che ipoteticamente sarebbe passata la prima cinta muraria.

• insediamento due2: distribuzione all’interno della piazza principale, sulle tracce di quegli edifici che erano probabilmente presenti al suo interno.

1 XIII - XV Secolo, nell’epoca dell’incastellamento l’abitato si dota di una

XIII - XV

Plastico di inquadramento stato attuale cartonlegno

75 x 35 cm scala 1: 500

Prove di insediamento su plastico di dettaglio

In ordine: 0,2,1,3

Le due aree individuate vengono così modellate all’interno del borgo mantenendo quote, direzioni e dimensionamenti congrui al contesto in cui si inseriscono: in entrambe le soluzioni le direzioni principali, segnate dalle vie che si diramano all’interno del paese, sono rispettate ed enfatizzate. Così anche le quote dei nuovi edificati vengono sviluppate mantenendo l’attenzione su quella trama complessa che definisce l’esistente, ‘ricucendo’ un pezzo della città, che con il tempo è andata persa, completando il disegno del borgo e riuscendo ad offrire così alla popolazione nuovi luoghi generati nella trama storica. Nella prima ipotesi (insediamento 1) la piazza rimane uno spazio di grandi dimensioni, ma avvolto dai prospetti degli edifici che ne circondano completamente il perimetro. Nello spazio pubblico, dominato dall’abbazia, i nuovi edifici si affacciano sia sulla piazza centrale sia sul bosco antico di Siena vecchia. Nella seconda ipotesi invece (insediamento 2) la piazza centrale viene divisa da un edificato che determina un allungamento delle due vie principali, generando tre spazi pubblici minori: uno di ingresso sormontato dall’abbazia, uno davanti al volume dell’antico forno ed infine un terzo, affacciato su Via del Borgo. Entrambe le soluzioni proposte diventano così scenari che potrebbero addirittura coesistere. É possibile pensare anche ad un terzo ipotetico nuovo scenario dove sia la traccia delle vecchie mura, che quella delle vecchie abitazioni possono diventare oggetto di intervento. Il risultato, dato dall’inserimento di queste nuove volumetrie all’interno degli spazi della città medievale esistenti, riesce dunque a

Insediamento 1

Vista da Via del Borgo particolare costruttivo facciata

Legenda

1 coppi in laterizio

2 guaina impermeabilizzante

3 tavolato (20 x 3 cm)

4 travetti (10 x 10 cm)

5 terzere in legno (14 x 16 cm)

6 puntoni in legno (20 x 24 cm)

7 rete elettrosaldata

8 stucco

9 laterizi

10 cordolo in c.a.

11 pignatta (40 x 20 x 25 cm)

12 intonaco per interni

13 intonaco per esterni

14 pavimentazione (5 mm)

15 colla

16 massetto cementizio

17 grondaia in rame

18 banchina in cemento

19 architrave in c.a.

20 scuri in legno

21 infissi in legno

22 guida

Pianta piano terra e primo piano disposizione ambienti e funzioni

Riferimento Pavilion

Apartments and Town Houses, Lafayette Park, Detroit, MI, Plans (Two-story town houses. Second and first floors.)

1955-1963