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l’ordine degli architetti e il progetto del restauro del moderno

Giada Buti Ordine degli Architetti PPC di Prato

Abstract

Il progetto del Restauro del Moderno nasce quasi quattro anni fa dalla riflessione scaturita all’interno dell’Ordine degli Architetti sulla conservazione e sul restauro del patrimonio edilizio esistente nel territorio pratese e, in maniera più specifica, sull’architettura industriale ed artigianale, che rappresenta una larga fetta dell’edificato della città e che riveste, di per sé, indubbio valore culturale ed interesse collettivo.

La città di Prato, infatti, a partire dal XX secolo diventa fulcro di innumerevoli attività manifatturiere dislocate all’interno del tessuto cittadino e capaci di plasmare una realtà peculiare da anni al centro di studi e ricerche: la città-fabbrica.

Prato oggi è una realtà vibrante e contemporanea, poliedrica e multietnica, in continua trasformazione: si tratta di una città piena di forti contrasti, di netti chiaroscuri e capace di affascinare chi la vede da fuori per la prima volta.

Il tessuto urbano, già a partire da alcune porzioni del centro storico, è un insieme di tasselli in cui si incastrano abitazioni e piccoli fondi artigianali che sono intervallati da imponenti esempi di archeologia industriale dal fascino antico, un mosaico di testimonianze così diverse ma eterogenee e complementari tra loro e capaci di raccontare in maniera sinergica l’animo composito di questa città.

Oggi questo patrimonio va vissuto, amato, curato, in parte tutelato ed in parte trasformato in quello di cui la città ha bisogno.

Il Progetto del Restauro del Moderno

L’Ordine degli Architetti di Prato, da sempre, considera il tema del restauro e del recupero degli edifici un argomento fondamentale non solo nella formazione dei futuri architetti ma anche, e soprattutto, nell’ambito della pratica professionale.

Oggigiorno il campo del restauro architettonico che è riferito, in generale, alle tematiche proprie del restauro del moderno e, in particolare, a quelle dell’archeologia industriale, che risultano testimoniate in modo rilevante nel distretto pratese, vive delle dinamiche di trasformazione sia strutturale che funzionale che non sempre si dimostrano attente alla conservazione dei valori architettonici degli edifici.

Particolare di porzione all’interno del complesso del Fabbricone

Dalla volontà di promuovere la qualità dell’opera di architettura e del progetto in sé e dall’esigenza di approcciarsi nella maniera più adeguata al variegato patrimonio artigianale e industriale pratese è scaturita la condivisione del progetto del Restauro del Moderno con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Lo scambio ed il confronto con il Dida hanno dato vita ad una collaborazione veramente fattiva guidata dalla volontà condivisa di riportare al centro del dibattito sull’architettura il tema del restauro concepito nella prospettiva di recupero, di sviluppo sostenibile e di valorizzazione dei manufatti che fanno parte del patrimonio dell’industria pratese del ‘900.

L’attività seminariale congiunta che è stata sviluppata nell’ambito del Laboratorio di Restauro tenuto dal professor Giuseppe Centauro (che è iscritto presso l’Ordine di Prato) ha rappresentato la perfetta sintesi di questa collaborazione, che si è concretizzata attraverso il supporto fornito agli studenti dai colleghi architetti nell’analisi degli aspetti che conducono dai principi teorici alla pratica operativa all’interno di un contesto contemporaneo che riconosce nell’architettura moderna un patrimonio da tutelare e salvaguardare al pari di quella antica.

L’affiancamento nelle attività del Laboratorio di Restauro ha rappresentato un’esperienza molto stimolante sia sotto l’aspetto conoscitivo che dal punto di vista dell’accrescimento professionale, poiché ha rappresentato un’opportunità per aggiornare le nozioni relative agli interventi di recupero e di trasformazione del patrimonio edilizio esistente. Il supporto da parte dei colleghi è stato suddiviso tra le lezioni seminariali tenute presso il PIN/Polo Universitario Città di Prato e le operazioni di rilievo sul campo ed ha permesso di approfondire le conoscenze e le modalità nella gestione del recupero dei manufatti moderni a partire dall’analisi delle tipologie costruttive, architettoniche/decorative e dei materiali, dalla lettura delle patologie e dei fenomeni di degrado e/o alterazione di superfici e strutture fino ad arrivare alla definizione delle categorie strategiche di intervento con le varie fasi della lavorazione - in particolare per ciò che concerne le opere di consolidamento e/o rafforzamento delle strutture in cemento armato e miste.

Le attività di rilievo hanno consentito di sperimentare un approccio pratico al progetto di restauro attraverso l’analisi concreta del caso-studio preso in esame, il quale rappresenta una tra le più note architetture industriali pratesi: il complesso del Fabbricone.

La giornata di approfondimento interdisciplinare, collocata all’interno delle attività del seminario di ricerca del Laboratorio di Restauro, ha costituito pertanto l’ideale conclusione del percorso di approccio e conoscenza del progetto di restauro improntato sulle fasi di diagnostica, conservazione, riuso e trasformazione dell’oggetto edilizio ed ha fatto

Gli studenti del corso di restauro durante il sopralluogo al Blocco 12 del Fabbricone emergere, ancora una volta, la consapevolezza del valore fondamentale che il processo di recupero degli edifici riveste.

La giornata di studio è stata pensata sia per gli studenti di architettura che per i colleghi architetti, i quali, rappresentando le figure professionali principali che operano nel campo della progettazione e della conservazione del patrimonio edilizio esistente, hanno potuto avvicinarsi all’approccio più corretto agli interventi di recupero delle architetture individuate nell’area oggetto di studio, estesa dal complesso del Fabbricone a tutta la zona nord della città e caratterizzata da numerosi aspetti sia di interesse architettonico che ambientale ed urbanistico.

Il concetto del Restauro del Moderno declinato come corretto recupero dei manufatti dell’industria è strettamente legato alla qualità dell’ambiente intesa anche come sostenibilità degli interventi di recupero che, per la loro grande complessità ed indiscutibile rilevanza, si connettono direttamente alla rigenerazione dell’esistente oltre che alla sua conservazione.

Lo sviluppo di questo progetto ha perseguito tre finalità di intervento: la prima finalità è, evidentemente, di tipo formativo ed ha lo scopo di far acquisire conoscenze e modalità operative corrette nella gestione della conservazione e della valorizzazione di quei manufatti che, pur non avendo nessuna tutela o vincolo, possiedono valore di “testimonianza”. La seconda finalità è di natura divulgativa, indispensabile per evidenziare alcuni esempi di interventi rispettosi del significato di ”autenticità” racchiuso in quegli edifici moderni che meritano di essere trattati attraverso l’approccio ad idonei canoni metodologici di recupero e fruizione.

La terza ed ultima finalità è quella della costituzione di una raccolta composta dagli approfondimenti sugli edifici che ricadono all’interno dell’area oggetto di studio che permetta di sintetizzare il percorso del progetto del Restauro del Moderno.

Per raggiungere questi obiettivi è stato fondamentale riuscire ad illustrare alcuni esempi concreti di recupero e rifunzionalizzazione di edifici e spazi appartenenti al patrimonio industriale della città di Prato e a farli raccontare direttamente dalla voce dei professionisti che li hanno prima ideati, poi progettati e infine realizzati.

Questa scelta ha permesso di formare i partecipanti alla giornata di approfondimento interdisciplinare attraverso il racconto di casi-studio ben riusciti di recupero e trasformazione di architetture moderne che rappresentano buone pratiche di progettazione e realizzazione di

La riqualificazione di uno spazio urbano per il Playground (v. ultra, la relazione di M. Fabbri) interventi sul patrimonio esistente dell’industria pratese e il cui risultato è la conclusione di un processo di valorizzazione.

Sono stati presentati alcuni esempi ritenuti rappresentativi del corretto approccio nel processo del Restauro del Moderno.

Il primo esempio ha riguardato un edificio industriale che pur mantenendo inalterata la propria struttura architettonica riesce a proiettarla nel XXI secolo attraverso una nuova immagine che, da una parte, evoca e, dall’altra, reinterpreta l’identità stessa del distretto tessile pratese.

Come secondo esempio è stato individuato un edificio esistente che è stato recuperato ed impostato, sia all’esterno che all’interno, sul mantenimento della propria identità e della propria impronta industriale e sulla percezione degli elementi formali che le definiscono, a questo è stata affiancata la definizione dello spazio aperto che circonda il fabbricato, il quale è concepito come spazio di relazione che si interfaccia e dialoga direttamente con l’edificio stesso.1

Il terzo esempio illustrato è quello di un fabbricato industriale divenuto un mercato coperto pensato come luogo metropolitano di relazione in cui il fulcro dello spazio è rappresentato dall’impiego di specie arboree per generare benefici in termini di regolazione del microclima ambientale, mitigazione della temperatura, qualità dell’aria, isolamento termico ed acustico e regimentazione delle acque piovane.

L’ultimo esempio ha interessato uno spazio all’aperto caratterizzato dalla presenza di un deposito dismesso ai margini di un complesso industriale abbandonato che è stato trasformato in un’area a verde, per lo sport ed il tempo libero a disposizione non soltanto del quartiere in cui si colloca ma dell’intera città.

1 <https://www.cittadiprato.it/IT/SezioniBlog/569/13/Il-Playground/> (05/2022)

<https://www.cittadiprato.it/IT/Sezioni/581/Macrolotto-Creative-District/> (05/2022)

Il progetto del Restauro del Moderno è stato ispirato dalla volontà di far conoscere il valore racchiuso nel patrimonio edilizio moderno, sia esso composto da piccoli manufatti o da grandi fabbricati, e dal desiderio di contribuire a dar vita ad un atteggiamento di tutela e protezione verso le architetture del ‘900 che hanno plasmato e profondamente trasformato il territorio della città di Prato.

Il valore di testimonianza e di autenticità che ancora oggi il complesso del Fabbricone riveste quale emblema del patrimonio dell’industria pratese del ‘900 ci offrono la possibilità di mantenere viva la storia e la riconoscibilità di questa città e di mettere in rete la conoscenza del nostro territorio, esportando l’identità del tessuto cittadino e stimolando spunti di riflessione sulle potenzialità di cambiamento che la città di Prato offre.

Macrolotto

Zero. Vista dal foyer (foto di A. Morganti)