Educare al progetto sostenibile | Gallo, Romano

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paola gallo rosa romano

Educare al progetto sostenibile


La serie di pubblicazioni scientifiche Ricerche | architettura, design, territorio ha l’obiettivo di diffondere i risultati delle ricerche e dei progetti realizzati dal Dipartimento di Architettura DIDA dell’Università degli Studi di Firenze in ambito nazionale e internazionale. Ogni volume è soggetto ad una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata al Comitato Scientifico Editoriale del Dipartimento di Architettura. Tutte le pubblicazioni sono inoltre open access sul Web, per favorire non solo la diffusione ma anche una valutazione aperta a tutta la comunità scientifica internazionale. Il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze promuove e sostiene questa collana per offrire un contributo alla ricerca internazionale sul progetto sia sul piano teorico-critico che operativo. The Research | architecture, design, and territory series of scientific publications has the purpose of disseminating the results of national and international research and project carried out by the Department of Architecture of the University of Florence (DIDA). The volumes are subject to a qualitative process of acceptance and evaluation based on peer review, which is entrusted to the Scientific Publications Committee of the Department of Architecture (DIDA). Furthermore, all publications are available on an open-access basis on the Internet, which not only favors their diffusion, but also fosters an effective evaluation from the entire international scientific community. The Department of Architecture of the University of Florence promotes and supports this series in order to offer a useful contribution to international research on architectural design, both at the theoretico-critical and operative levels.


ricerche | architettura design territorio


ricerche | architettura design territorio

Coordinatore | Scientific coordinator Saverio Mecca | Università degli Studi di Firenze, Italy Comitato scientifico | Editorial board Elisabetta Benelli | Università degli Studi di Firenze, Italy; Marta Berni | Università degli Studi di Firenze, Italy; Stefano Bertocci | Università degli Studi di Firenze, Italy; Antonio Borri | Università di Perugia, Italy; Molly Bourne | Syracuse University, USA; Andrea Campioli | Politecnico di Milano, Italy; Miquel Casals Casanova | Universitat Politécnica de Catalunya, Spain; Marguerite Crawford | University of California at Berkeley, USA; Rosa De Marco | ENSA Paris-LaVillette, France; Fabrizio Gai | Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Italy; Javier Gallego Roja | Universidad de Granada, Spain; Giulio Giovannoni | Università degli Studi di Firenze, Italy; Robert Levy| Ben-Gurion University of the Negev, Israel; Fabio Lucchesi | Università degli Studi di Firenze, Italy; Pietro Matracchi | Università degli Studi di Firenze, Italy; Saverio Mecca | Università degli Studi di Firenze, Italy; Camilla Mileto | Universidad Politecnica de Valencia, Spain | Bernhard Mueller | Leibniz Institut Ecological and Regional Development, Dresden, Germany; Libby Porter | Monash University in Melbourne, Australia; Rosa Povedano Ferré | Universitat de Barcelona, Spain; Pablo RodriguezNavarro | Universidad Politecnica de Valencia, Spain; Luisa Rovero | Università degli Studi di Firenze, Italy; José-Carlos Salcedo Hernàndez | Universidad de Extremadura, Spain; Marco Tanganelli | Università degli Studi di Firenze, Italy; Maria Chiara Torricelli | Università degli Studi di Firenze, Italy; Ulisse Tramonti | Università degli Studi di Firenze, Italy; Andrea Vallicelli | Università di Pescara, Italy; Corinna Vasič | Università degli Studi di Firenze, Italy; Joan Lluis Zamora i Mestre | Universitat Politécnica de Catalunya, Spain; Mariella Zoppi | Università degli Studi di Firenze, Italy


paola gallo rosa romano

Educare al progetto sostenibile


Il volume è l’esito di un progetto di ricerca condotto dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La pubblicazione è stata oggetto di una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata dal Comitato Scientifico del Dipartimento DIDA con il sistema di blind review. Tutte le pubblicazioni del Dipartimento di Architettura DIDA sono open access sul web, favorendo una valutazione effettiva aperta a tutta la comunità scientifica internazionale.

Hanno collaborato al corso: Paola Gallo, docente titolare del Laboratorio di Progettazione Ambientale Rosa Romano, docente per il modulo Progettazione dei Sistemi Costruttivi Cristina Carletti, docente per il modulo Tecniche del Controllo Ambientale Alessandra Donato, cultore della materia Alfredo Di Zenzo, cultore della materia

in copertina Immagine tratta dagli elaborati di progetto degli studenti: B. Battaglia , V. Romita, C. Rossin , E. Sartoni.

progetto grafico Laboratorio Comunicazione e Immagine Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze Susanna Cerri Matteo Zambelli

© 2017 DIDAPRESS Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 14 Firenze 50121 ISBN 9788896080788

Stampato su carta di pura cellulosa Fedrigoni X-Per


indice

Prefazione Marco Sala

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Il contributo dell’amministrazione pubblica del Comune di Lucca Francesca Pierotti

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Introduzione Paola Gallo

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Capitolo 1. La progettazione ambientale. Riflessioni teoriche Educare al progetto sostenibile Paola Gallo

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Progettare edifici energeticamente sostenibili Cristina Carletti

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Sistemi costruttivi innovativi per edifici nZEB Rosa Romano

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Comunicare il progetto ambientale Alfredo Di Zenzo

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Capitolo 2. I seminari didattici Il seminario sull’edilizia scolastica Rosa Romano

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Progetto di riqualificazione e ampliamento della Scuola primaria “C. Piaggia” 63 Progetti di riqualificazione e ampliamento della Scuola primaria “San Donato” 81 Progetto di riqualificazione e ampliamento della Scuola primaria “San Marco” 123 Insediamenti produttivi sostenibili. Il modello APEA della Toscana Aldo Nepi

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Il seminario sulle aree produttive ecologicamente attrezzate Paola Gallo

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Progetto di riqualificazione della Apea industriale “Le Bocchette”

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Edilizia scolastica. Analisi delle emergenze e delle opportunità. Il seminario Sustainable School for Med Area Paola Gallo, Rosa Romano

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Bibliografia

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Biografie 215



prefazione Marco Sala

prof. Ordinario e Direttore del Centro Interuniversitario ABITA

L’esperienza del Laboratorio di Progettazione Ambientale, che mi ha visto partecipe sin dal suo inizio come decano di riferimento per l’Area disciplinare ICAR 12, è stata avviata nell’ambito del corso di laurea quinquennale del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze da circa dieci anni. I Laboratori di Progettazione Ambientale del IV anno del Dipartimento di Architettura hanno sviluppato fin dal loro esordio un approccio sostenibile e olistico della progettazione, articolato alle diverse scale di intervento e focalizzato allo studio degli aspetti innovativi della tecnologia. In particolare, gli studenti sono stati chiamati a sviluppare strategie di Architettura Bioclimatica finalizzate all’uso di materiali biocompatibili, di integrazione di energie rinnovabili e del verde nell’architettura. Questa impostazione riflette le esperienze di didattica e di ricerca sviluppate in oltre venti anni dal Centro ABITA, con una visione sia nazionale che internazionale, attraverso rapporti con le Pubbliche Amministrazioni e con altri Centri di Ricerca, ma anche con le aziende di produzione di componenti e con le imprese di costruzioni. Le problematiche energetiche e il concetto di sostenibilità applicato alle trasformazioni progettuali alle varie scale richiedono oggi nuovi strumenti di conoscenza che devono integrarsi con le tradizionali competenze dell’architetto risolvendo i conflitti e impostando le priorità delle scelte sostenibili. Durante quest’interessante avventura didattica sono stato accompagnato da numerosi docenti e ricercatori che mi hanno supportato e affiancato nell’attività formativa con passione ed entusiasmo, contribuendo ad arricchire con idee e suggerimenti la ricerca continua di modelli e metodi finalizzati al trasferimento della conoscenza dalla scala didattica all’applicazione progettuale reale di temi inerenti l’architettura Bioclimatica e le Tecnologie Innovative per l’Ambiente. È con molto piacere pertanto che presento i risultati sviluppati nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Ambientale dell’anno accademico 2015/2016 coordinato da Paola Gallo, coadiuvata nella docenza del modulo di Progettazione dei Sistemi Costruttivi da Rosa


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Romano; risultati che possono essere letti come eccellente sintesi di alcune delle esperienze condotte in parallelo in questi anni e dedicate al tema della sostenibilità Ambientale e dell’Efficienza Energetica degli Edifici. Il libro ha il pregio di fornire un’analisi completa del complesso processo di organizzazione inerente la struttura metodologica e organizzativa del Laboratorio articolato in momenti di approfondimento teorico e di esercitazione progettuale, entrambi finalizzati allo sviluppo di un progetto complesso che porti lo studente a riflettere sulla necessità di adottare soluzioni tecnologiche di impianto e di involucro innovative capaci di incidere positivamente sull’impatto ambientale degli edifici e parallelamente su quello del luogo urbano in cui sono collocati. I saggi di approfondimento teorico sono frutto di un’analisi ricca di dettagli e valutazioni che, prendendo spunto dalla definizione canonica di Progettazione Ambientale, riesce a esplicitare la necessità di ampliare i processi compositivi tradizionali attraverso la maturazione di una coscienza etica legata all’approccio sostenibile che traguardi la costruzione di modelli tangibili del fare architettura per la città di domani. Nell’ambito di un sistema universitario in continua evoluzione, che non può più prescindere dallo sviluppo di modelli legati al concetto di efficienza energetica e di sviluppo sostenibile, l’esperienza presentata in queste pagine dimostra come fondamentale la necessità di sviluppare nuovi percorsi di formazione universitaria di matrice ambientale nell’ambito dei quali i giovani architetti siano educati al confronto con i temi reali del costruire e siano resi capaci di trasformare in risorse i vincoli legislativi sempre più restrittivi inerenti alla progettazione degli edifici pubblici e privati che secondo le normative nazionali dovranno ridurre nei prossimi anni i loro consumi energetici, quasi azzerandoli. I risultati dell’esperienza progettuale delle mie giovani colleghe, centrati su due temi attuali quali la progettazione degli edifici scolastici e delle aree produttive ecologicamente attrezzate, dimostrano come un percorso formativo di tipo olistico centrato sull’integrazione dei temi della tecnologia dell’architettura e della progettazione sostenibile sia capace di accrescere la consapevolezza dei giovani studenti in merito alla necessità di sviluppare proposte compositive in grado di scendere alla scala del dettaglio esecutivo e di diventare operative e competitive rispetto alle esigenze del mercato del settore delle costruzioni, in cui gli stessi sono chiamati ad entrare alla fine del loro percorso universitario. Il quadro di riferimento generale rimane quello delle discipline dell’area tecnologica, che comprendono le tematiche inerenti al processo edilizio nelle sue fasi di progettazione, organizzazione e realizzazione, le tematiche relative al controllo della qualità del


prefazione • marco sala

prodotto edilizio, le problematiche delle fasi di gestione e manutenzione, le tematiche ambientali ed energetiche. In questo contesto il tema dell’edilizia scolastica assume un particolare interesse sia per il ruolo strategico che viene oggi riconosciuto a questo comparto, sia per la possibilità offerta dai diversi casi di studio: dagli edifici degli anni Trenta, a quelli della ricostruzione postbellica, a quelli prefabbricati. Ogni caso presenta esigenze diverse e richiede progettazioni differenziate e diverse soluzioni tecnologiche. Lavorare in sinergia con le Pubbliche Amministrazioni, portare all’interno del corso di laurea l’esperienza e il confronto con le aziende produttrici, attraverso il ciclo di incontri tematici “Sostenibilità e progetto. La parola alle aziende”, sono quindi state esperienze determinanti per proiettare nel futuro una dimensione nuova di formazione universitaria in cui lo spazio e il tempo dello studio e della ricerca si completino con la dimensione della socialità, dell’integrazione culturale, del progresso tecnologico, valorizzando il contesto ambientale in cui è inserita l’attività didattica descritta con cura e dettaglio nelle pagine di questo libro, che spero diventi un riferimento tangibile dei risultati conseguibili attraverso la partecipazione al Laboratorio di Progettazione Ambientale, anche e soprattutto per gli studenti dei prossimi anni.

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il contributo dell’amministrazione pubblica del comune di lucca Francesca Pierotti

Assessore Edilizia scolastica del Comune di Lucca

Henning Larsen Architects Kolding Campus, ©Hufton+Crow

È con piacere che scrivo questa breve nota introduttiva alla presente pubblicazione perché il lavoro coordinato dalle prof.sse Paola Gallo e Rosa Romano, attraverso il Laboratorio di Progettazione Ambientale della Scuola di Architettura dell’Università di Firenze, è stato da me particolarmente apprezzato. Occuparsi oggi di edilizia scolastica nel ruolo di amministratore pubblico è una sfida impegnativa. Il patrimonio edilizio esistente ha ormai una evidente vetustà rispetto ai requisiti e agli standard richiesti sia dalle normative tecniche sia dalle nuove forme di insegnamento. Il quotidiano è fatto di ascolto di genitori e insegnanti, di analisi delle criticità emergenti e di ricerca continua di fondi per risanare o ristrutturare immobili a destinazione scolastica, nel tentativo di dare risposte adeguate alle famiglie e agli operatori di settore che si rivolgono all’Amministrazione per chiedere interventi sempre più urgenti e immediati. Tutto ciò è spesso molto difficile. Le risorse economiche degli enti per la manutenzione ordinaria sono purtroppo insufficienti e inoltre questa da sola non basta più; c’è bisogno di ripensare totalmente il modello scolastico e quindi gli edifici stessi. Fortunatamente a fianco dell’attività quotidiana sopra descritta, e direi quasi totalizzante, nascono anche collaborazioni e progetti dal respiro più ampio che consentono di immaginare che nel lungo periodo sia possibile realizzare ulteriori interventi capaci di dare risposte ancora migliori a quelle famiglie, ma soprattutto a quei bambini e a quei ragazzi che abiteranno e vivranno gli spazi scolastici. Con questo spirito nasce la collaborazione tra il Comune di Lucca e l’Università di Firenze, e in particolare con la prof. Paola Gallo e l’arch. Rosa Romano che una mattina di qualche tempo fa ho incontrato nel mio ufficio e con le quali la sintonia è stata immediata. Sono quindi seguiti diversi incontri molto costruttivi grazie anche all’ aiuto dei tecnici del settore edilizia scolastica e del geometra Marco Acampora, che ringrazio per la professionalità dimostrata in questi anni. L’Ente comunale ha messo a disposizione la documentazione tecnica sulla quale gli studenti del corso di Architettura hanno potuto elaborare idee, valutare soluzioni, immaginare nuovi spazi e nuove strutture, per dare forma alle nuove esigenze che l’Amministrazione, ma soprattutto il mondo della scuola, aveva richiesto. Nel giorno della presentazione ufficiale degli elaborati è stato per me emozionante vedere


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come quegli edifici su cui noi avevamo evidenziato delle problematiche avessero stimolato il lavoro degli studenti e offerto ottime soluzioni conformi alle nostre aspettative. La ricerca dell’efficienza energetica, della relazione tra gli spazi, lo studio accurato della qualità dei materiali e delle strutture hanno prodotto soluzioni progettuali che renderanno gli immobili, una volta adeguati e ristrutturati, dei punti di riferimento anche per i quartieri stessi in cui essi insistono. In un territorio fragile come il nostro è quanto mai necessario che il patrimonio edilizio possa essere ripensato con soluzioni tecniche e architettoniche capaci di sposare i criteri della sostenibilità ambientale e dell’adeguatezza strutturale, anche dal punto di vista sismico, garantendo altresì piena accessibilità agli spazi. Investire nella scuola significa anche questo: rendere accoglienti e sicuri i luoghi di educazione delle nuove generazioni, conferendo all’edificio scolastico stesso quel valore aggiunto tale da permettergli di diventare modello ed essere centro riconosciuto del quartiere e quindi della collettività. Sono convinta che sia stato importante avviare un progetto di collaborazione come questo, perché contribuisce a innescare quel ciclo virtuoso in cui l’arte e la tecnica propongono soluzioni che permettono alle pubbliche amministrazioni di dare risposte alle esigenze di un territorio. Ringrazio gli studenti, che hanno elaborato le proprie proposte con passione, e le dottoresse Paola Gallo e Rosa Romano, che hanno guidato e accompagnato questi studi e permesso a me e al Comune di Lucca di ottenere un materiale che potrà risultare utile nella pianificazione delle prossime attività amministrative.

pagina a fronte Richard Rogers Cupola del Reichstag, Berlino ©RosaRomano


il contributo dell’amministrazione pubblica del comune di lucca

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introduzione Paola Gallo

prof. Associato e titolare del Laboratorio di Progettazione Ambientale

Padiglione Germania Milano, Expo 2014, ©RosaRomano

Affrontare il tema del progetto secondo le disposizioni e gli indirizzi di sostenibilità ambientale richiede un attento studio per dare origine a luoghi e ad ambienti di vita in grado di soddisfare le mutevoli esigenze dell’uomo e di adeguarsi ai relativi cambiamenti dell’ambiente mediante l’uso di sistemi flessibili, reversibili e assolutamente ecocompatibili, facendo ricorso alle risorse disponibili e possibilmente reinseribili nei cicli di vita naturali. La Progettazione Ambientale, quindi, rappresenta nell’ambito del percorso formativo dello studente in architettura una disciplina trasversale che si inserisce all’interno del lungo percorso evolutivo del progetto che riguarda il complesso rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia. Così facendo, l’insegnamento della disciplina del progetto viene filtrata da una nuova cultura che confluisce nei concetti imprevisti e affascinanti quali l’importanza dell’aspetto sociologico e antropologico nella trasformazione dell’ambiente, il rispetto dell’autonomia delle culture e delle tradizioni del luogo, l’attenzione alle risorse energetiche disponibili e la coscienza del possibile esaurimento delle stesse e, soprattutto, l’importanza del concetto di ‘limite’ nel percorso evolutivo della società moderna. L’impresa del progettare ‘con e per’ l’Ambiente viene quindi progressivamente arricchita della crescente attenzione al problema della sostenibilità e, in particolare, del risparmio energetico, del riciclaggio dei materiali e del benessere dell’uomo in relazione al suo contesto di vita; tutto ciò considerando il tema della progettazione ambientale non solo come elemento legato agli aspetti compositivi dello spazio, ma ampliandone il valore al concetto più significativo di luogo, capace di unificare le ragioni del progetto con le peculiarità del contesto, nella considerazione delle differenze e delle identità, in cui l’architettura s’inserisce. Seguendo questo pensiero, l’antropologo americano Marston J. Fitche elabora un’approfondita riflessione sul rapporto tra architettura e ambiente definendo l’edificio come un dispositivo di regolazione delle interazioni con l’ambiente; analogamente all’organismo vivente, l’edificio può essere descritto in termini sistemici come un’entità che funziona scambiando con l’ambiente in cui è inserito informazione, energia, materia (Fitche J.M.,1980). ‘L’umanizzazione’ del progetto di architettura, che passa attraverso un’attenta analisi di tutti i fattori


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fisici e tecnologici, storici e psicologici dell’uomo, implica che l’aspetto tecnologico si eriga a controllo dell’uso appropriato delle risorse di cui l’edificio necessita e del conseguente miglioramento del benessere degli ambienti di vita. Non solo, in questa nuova cultura ‘ambientalista’, dove confluiscono concetti imprevisti e affascinanti come l’importanza dell’aspetto sociologico e antropologico nella trasformazione dell’ambiente, il rispetto dell’autonomia delle culture e delle tradizioni del luogo, nasce una ‘rinnovata’ attenzione alle risorse disponibili per il progetto, e la coscienza del possibile esaurimento delle stesse, supportata soprattutto dalla presa di coscienza del concetto di limite nel percorso evolutivo della società moderna (A. Battisti 2006). In questo contesto lo sforzo da percorrere nella nostra era si configura come il tentativo di fare interagire le esigenze dell’abitare con le condizioni ambientali al contorno, per far sì che risultino non solo bagaglio culturale, ma soprattutto input progettuale. Un pensiero condiviso nel quale la progettazione ambientale rappresenta un precorso continuo e aperto in cui sulla base del concetto più ampio di sostenibilità; dialogano costantemente: i fattori ambientali quali identità, cultura, linguaggio, natura e luogo, ed i fattori progettuali costituiti dalla concezione costruttiva, i materiali, le tecnologie innovative e le risorse energetiche e climatiche. I repentini cambiamenti climatici e le innovazioni tecnologiche che stanno modificando, sotto il profilo culturale, sociale e tecnologico, l’attuale scenario professionale nel quale si troverà a operare il futuro architetto ci impongono quindi l’esigenza di formare operatori sempre più capaci di prefigurare e, conseguentemente, affrontare la complessità delle trasformazioni urbane, del territorio e del paesaggio, ossia di gestire un numero maggiore di fattori per conseguire una qualità del progetto sempre più diffusa. La volontà di raccogliere in questa pubblicazione i risultati delle attività progettuali svolte durante il Laboratorio di Progettazione Ambientale1 nasce dalla considerazione che per ricostruire una cultura diffusa dell’abitare è necessario, oggi più che mai, trasferire alle nuove generazioni metodi e strumenti per un approccio progettuale attento alla complessa dimensione uomo-ambiente; questo comporta la necessità di individuare gli aspetti qualitativi di controllo e i trasferimenti di tecnologie e materiali in un’ottica ambientalmente consapevole, per giungere a una sintesi progettuale capace di rappresentare una sostenibilità di approccio, ma soprattutto una sostenibilità di contenuto, legata ai nuovi requisiti, ormai indiscutibili ed imprescindibili, di reversibilità, flessibilità e resilienza del progetto. 1 Il Laboratorio di Progettazione Ambientale, è una disciplina inserita al 4° anno del percorso di laurea in Architettura a ciclo unico dell’Università degli Studi di Firenze. In questa pubblicazione sono raccolti i lavori del Laboratorio di Progettazione Ambientale tenuto dalla prof.ssa Paola Gallo per l’a.a. 2015/2016.


introduzione • paola gallo

I contenuti di questa pubblicazione sono destinati a chi si dovrà confrontare con l’importanza del ‘comportamento ambientale’, inteso come parametro aggiuntivo di progetto, così come della gestione delle risorse. L’intento è quello di offrire a una nuova generazione di architetti, attraverso la sperimentazione didattica, gli strumenti per affrontare la complessità metodologica del progetto, che si traduce inevitabilmente in una complessità esecutiva e che è riconducibile alle fasi di analisi, elaborazione e verifica attuabili con una pluralità di strumenti (tools e software dedicati) secondo un iter processuale ricorsivo, non lineare, che parte dall’analisi dei dati del sistema antropico (attraverso l’excursus storico, culturale, tradizionale, architettonico e materiale), di quello biofisico (con lo studio della vegetazione, dell’orografia e dello stato dei suoli) fino a quello climatico (con lo studio del soleggiamento, della ventilazione e dei dati climatici). Tutto in relazione al fatto che oggi l’ottimizzazione delle scelte funzionali, tecnologiche e morfologiche, che vengono riportate in riferimento alle fasi di concezione, progetto definitivo e progetto esecutivo, deve essere finalizzata, oltre che alla coerente integrazione con il clima, anche alla salvaguardia ambientale. Come sottolinea Rosario Giuffrè: “va riaffermato che la Progettazione Ambientale è una disciplina dinamica, umana perché funzionale all’uomo e quindi, di riflesso, al suo ambiente” (Giuffrè R., 2014). Con l’intento specifico di invitare i futuri progettisti a cogliere questa sfida, i contenuti del presente volume sono stati articolati secondo tre diverse sezioni, dove, alla trattazione metodologica dei docenti del Laboratorio di Progettazione Ambientale, tenuto presso il Corso di laurea in Architettura a ciclo unico dell’Università degli Studi di Firenze, si alternano i risultati ottenuti dagli studenti che vi hanno partecipato, ai quali si aggiunge la breve esperienza di un seminario tematico svolto in collaborazione con una università straniera. La prima sezione, affidata ai testi concettuali, concentra la sua attenzione sulle modalità dell’insegnamento e sugli argomenti delle lezioni teoriche impartite durante l’anno; è una sezione che inquadra la disciplina della Progettazione Ambientale dal punto di vista della sensibilità ambientale al progetto e da quello dell’uso degli strumenti per la modellazione e il controllo del progetto, fino alla sua comunicazione. Viene poi sviluppata una breve trattazione che inquadra l’ambito disciplinare all’interno del quale si è svolto il percorso formativo e che ha fornito le linee di indirizzo progettuali adottate poi nella fase applicativa dagli studenti, durante lo svolgimento delle esercitazioni progettuali. La seconda sezione del volume è dedicata alla fase di progettazione, e quindi alla presentazione dei risultati del laboratorio di Progettazione Ambientale; questa viene suddivisa per gli argomenti trattati.

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I lavori presentati sono stati infatti articolati secondo i due seminari progettuali, oggetto delle esercitazioni, che hanno impegnato gli studenti nel confronto con il tema dell’edilizia scolastica in risposta all’emergenza in cui versa il patrimonio edilizio adibito alle attività formative, e con il tema della la riqualificazione delle aree produttive, ad oggi porzioni di territori dequalificati che necessitano di interventi sostanziosi per restituire alla collettività ampie zone di territorio, che hanno ormai perso la loro appetibilità non solo commerciale, ma soprattutto ambientale e sociale. Completa il volume una terza sezione che contiene i risultati di un seminario realizzato in collaborazione con l’Universidad De Boyacá, in Colombia; in questa occasione, un gruppo di studenti provenienti dalla Facoltà di Architettura della città di Tunja, in visita presso l’Ateneo fiorentino, ha svolto una intensa attività di laboratorio, unitamente agli studenti italiani, sul tema della progettazione ambientale dell’edilizia scolastica, focalizzando l’attività didattica sul concorso delle ‘scuole innovative’, lanciato dal governo italiano. Chiude la pubblicazione la sezione che presenta i protagonisti del Laboratorio di progettazione Ambientale: gli studenti che ne hanno preso parte2 e che hanno reso possibile questa pubblicazione, offrendo il risultato del loro lavoro progettuale, condotto durante i seminari, come materiale indispensabile per questa pubblicazione. Un giusto riconoscimento a chi ha messo passione e dedizione nel lavoro che ha sviluppato durante tutto l’anno accademico e ha seguito con impegno e bramosia di apprendimento le indicazioni che i diversi docenti, che si sono avvicendati nelle lezioni teoriche e che li hanno seguiti nel lavoro progettuale, hanno impartito loro durante tutto il percorso formativo.

Bibliografia Battisti 2006, La Qualità ambientale delle Architetture di interno. Procedure e strumentazioni tecniche per la costruzione e gestione degli spazi a conformità ecologica, Alinea, Firenze. Fitch J.M. 1980, La Progettazione ambientale. Analisi interdisciplinare dei sistemi di controllo dell’ambiente, Franco Muzzio Editore, Padova.

pagina a fronte Richter Dahl Rocha & Associés SwissTech Convention Center, Losanna, © Fernando Guerra

Giuffrè R. 2014, La progettazione ambientale, una disciplina umanistica, non un mestiere tecnico, in de Saint Mihiel A.C. (a cura di), Tecnologia e progetto per la ricerca in architettura, Edizioni CLEAN, Napoli. Grosso M., Peretti G., Piardi S., Scudo G. 2005, Progettazione ecocompatibile dell’architettura. Concetti e metodi, strumenti d’analisi e valutazione, esempi applicativi. energia, edifici, spazi esterni, suolo, materiali, Sistemi Editoriali, Napoli. 2 Il Laboratorio di Progettazione Ambientale tenuto dalla prof.ssa Paola Gallo per l’a.a. 2015/2016, è stato seguito da circa 50 studenti frequentanti, di cui solo una parte ha inteso partecipare a questa pubblicazione elaborando il materiale prodotto durante i seminari.


introduzione

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Capitolo 1 La progettazione ambientale Riflessioni teoriche



educare al progetto sostenibile Paola Gallo

prof. Associato e titolare del Laboratorio di Progettazione Ambientale

John Rennie & Michael Collins Associates Dublino, Chq Building, ©RosaRomano

La scala degli impatti antropici sui sistemi di vita della Terra, comprovata dai rapidi cambiamenti climatici, le direttive internazionali in materia di sviluppo sostenibile, i rigorosi e stringenti requisiti previsti dalla legislazione hanno contribuito al riconoscimento del ruolo significativo che rivestono l’istruzione universitaria nell’affrontare queste sfide. Risulta evidente, in particolare, come le discipline collegate all’architettura e al mondo dell’edilizia devono agire in modo appropriato e deciso in quanto fattori chiave nella riduzione delle emissioni globali e, più in generale, nella risoluzione delle questioni ambientali. Alla formazione è stata infatti comprensibilmente attribuita la notevole responsabilità di impegnarsi ad affrontare i temi relativi all’agenda sulla Sostenibilità1, sebbene vi siano numerosi ostacoli che devono ancora essere superati. Al fine quindi di migliorare sensibilmente le modalità di formazione e avvicinarsi all’obiettivo di integrare la sostenibilità ambientale all’interno della progettazione architettonica a scala edilizia e urbana, nel percorso formativo dei giovani architetti la disciplina della Progettazione Ambientale gioca un ruolo nodale tra diverse materie con contenuti affini e complementari, per favorire la conoscenza, le abilità e le competenze in materia di progettazione ambientale sostenibile. Un percorso formativo che nel caso specifico del Laboratorio di Progettazione Ambientale, tenuto presso il Corso di laurea in Architettura a ciclo unico presso la Scuola di Architettura di Firenze, i cui risultati vengono illustrati in questa pubblicazione, viene inteso come ‘laboratorio congiunto’, luogo nel quale le conoscenze e le esperienze pratiche in ambito ambientale sostenibile, istruite dai docenti e dai ricercatori, ma anche dal mondo professionale, vengano trasferite agli studenti e articolate secondo tre tipologie di attività: quella teorica (temi e principi), analitica (strumenti) e pratica (applicazioni e casi di studio). La scopo principale che questo laboratorio persegue consiste nel realizzare ambienti di vita capaci di soddisfare le mutevoli esigenze dell’uomo e di adeguarsi ai relativi cambiamenti dell’ambiente 1 Cfr. Progetto EDUCATE (Environmental Design in University Curricula and Architectural Training in Europe) is an Action funded by the European Commission — Energy Agency for Competitiveness and Innovation (EACI) under the “Intelligent Energy Europe” 2008 Programme (Contract n. IEE/08/635/SI2.528419).


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attraverso l’uso di sistemi flessibili, reversibili ed assolutamente ecocompatibili, e facendo ricorso alle risorse disponibili e possibilmente reinseribili nei cicli di vita naturali. Il Laboratorio di Progettazione Ambientale ha quindi lo scopo di fornire allo studente i metodi e gli strumenti necessari a una pratica della progettazione architettonica ambientalmente consapevole, alla sua fattibilità tecnica, ribaltando l’approccio al progetto: non considerando più il momento ideativo della forma come unica e assoluta condizione prevalente, ma privilegiando altresì la sperimentazione progettuale, momento in cui vengono esplicitati i valori acquisiti in chiave di sistema ambientale e dell’idea dello spazio e della conseguente forma del sistema tecnologico, in cui il prodotto e il processo si coniugano in una concezione unica per la determinazione delle esigenze funzionali ed espressive del progetto in chiave ambientale. A tal fine il progetto formativo di questo Laboratorio, di cui nei capitoli successivi se ne illustrano i risultati attraverso i lavori degli studenti, è stato orientato secondo le seguenti fasi: 1. Fase teorica di sensibilizzazione Questa fase ha lo scopo di ampliare la conoscenza dei valori chiave e dei principi della sostenibilità ambientale, nello specifico, delle potenzialità offerte dai materiali tradizionali e innovativi e delle tecnologie nello strutturare il progetto. Per dare seguito a questa fase, gli studenti vengono coinvolti nelle attività divulgative condotte da relatori (docenti e ricercatori) che illustrano i principi e i valori della sostenibilità come introduzione alle sfide contemporanee e come ispiratori della forma architettonica, al fine di trasferire l’entusiasmo e l’impegno alla progettazione sostenibile attraverso l’introduzione delle competenze necessarie per mettere in atto creativamente le idee progettuali. L’obiettivo è di una didattica improntata al learning by doing, basata su esercitazioni pratiche e sull’esplorazione dei temi principali della progettazione ambientale e delle conoscenze teoriche, con l’intento di coinvolgere gli studenti nel loro apprendimento, di ispirare entusiasmo per gli aspetti della sostenibilità in architettura e di indirizzare la loro sensibilità verso lo sviluppo di un linguaggio architettonico basato sulla progettazione ambientale sostenibile; tutto questo in una ambiente di cooperazione tra gli studenti stessi, favorendo una interazione dinamica in aula in stretta collaborazione con i docenti. In questa fase vengono introdotti i quadri normativi generali in forma di parametri minimi di riferimento (si pensi alla prestazione energetica degli edifici2 o al rispetto dei Criteri Rif. Direttiva Europea 2010/31/UE nel rispetto della Legge 90/2013 quale applicazione della Direttiva Europea 2010/31/UE (Recast) sulle prestazioni energetiche degli edifici

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ambientali minimi introdotti recentemente dal legislatore3), così come gli strumenti e le regole pratiche a supporto delle singole scelte progettuali contribuendo così a definire la fattibilità delle possibili soluzioni. Gli studenti dopo questa fase devono dimostrare, oltre alla conoscenza dei valori chiave e dei principi della progettazione ambientale sostenibile relativi sia all’edilizia storica e contemporanea sia agli spazi urbani, quelle che sono le potenzialità offerte dai materiali tradizionali e innovativi e dalle tecnologie avanzate per strutturare il progetto, e le opportunità offerte dalle procedure e dal controllo di gestione del progetto, mantenendo una stretta relazione con le altre discipline nel settore delle costruzioni. Al termine di questa fase, il percorso del Laboratorio contempla una verifica delle conoscenze attraverso la presentazione di elaborati grafici e di una relazione tecnica, al fine di poter dimostrare le abilità necessarie ad assumere una posizione critica nei confronti delle ampie questioni e degli obiettivi della sostenibilità, unitamente alle conoscenze relative all’elaborazione di strategie preliminari di progettazione ambientale per gli edifici oggetto delle esercitazioni, formulate in base al luogo e alla cultura materiale, al clima, ai materiali e alle tipologie costruttive locali, comunicando il progetto attraverso elaborazioni grafiche originali. 2. Fase analitica di validazione Questa fase ha lo scopo di offrire un supporto alla validazione del progetto ambientalmente sostenibile, in modo da consolidare, combinare e sviluppare le conoscenze, valutando i problemi e proponendo soluzioni originali, e rafforzare così il ruolo della progettazione come occasione di indagine e confronto. Per dare seguito a questa fase vengono coinvolti nel Laboratorio relatori (provenienti dal mondo accademico e da quello delle professioni) che illustrano strumenti operativi (tools e software), casi studio ed esempi pratici, al fine di identificare, confrontare e valutare gli impatti ambientali e le prestazioni dei progetto oggetto di studio. In questa fase analitica il Laboratorio si arricchisce inoltre delle competenze provenienti dal mondo della produzione con interventi mirati di imprese di costruzioni e aziende produttrici componenti per l’edilizia che presentano le novità sul mercato e le soluzioni più avanzate in ambito tecnologico utili al progetto di architettura4. 3 Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici. Aggiornamento dell’allegato 1 “Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione” del decreto ministeriale del 24 dicembre 2015 (G.U. n. 16 del 21 gennaio 2016). 4 Vedi il capitolo “Sistemi costruttivi innovativi per edifici NZEB” in questo stesso volume.

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Questo perché uno degli obiettivi del Laboratorio di Progettazione Ambientale è il coinvolgimento della pratica professionale nell’insegnamento accademico per sottolineare l’importanza di una visione a lungo termine e della promozione di opportunità per favorire continui scambi di esperienze, competenze, dati provenienti dalla ricerca scientifica e dal mondo professionale basati sulla pratica e sul know-how. È sempre più necessario, infatti, acquisire non solo conoscenze, abilità e competenze, ma anche capacità di controllare la complessità dei processi di progettazione, di costruzione e demolizione in tutti i suoi aspetti interrelati, di prevenire i problemi nella realizzazione e di affrontare i propri progetti in modo innovativo, soprattutto in una prospettiva reale. Questa fase fa maturare nello studente un approccio autonomo nell’effettuare le scelte e accrescere le necessarie competenze per poter risolvere le problematiche che ne risultano, ricercando tra le molteplici tecniche quelle appropriate ad analizzare quantitativamente e qualitativamente le conoscenze. Questo tipo di approccio, condotto con l’ausilio degli strumenti software per il progetto (vedi per esempio i modelli di calcolo sviluppati per la validazione delle prestazioni dell’involucro), porta al consolidamento e alla combinazione delle conoscenze necessarie per proporre soluzioni originali. Il supporto del confronto con esempi e casi studio, illustrati dai docenti durante questa seconda fase del percorso formativo, fornisce inoltre agli studenti prove e dati affidabili sulle prestazioni facendo percepire loro quali siano le opportunità insite in un approccio siffatto. Al termine di questa seconda fase gli studenti presentano gli elaborati di progetto definitivi necessari a dimostrare le conoscenze e le abilità necessarie a identificare, confrontare e valutare gli impatti ambientali e le prestazioni degli edifici, interpretando dati e risultati per strutturare la soluzione progettuale finale; il tutto sviluppando la comprensione e la capacità di interfacciarsi con altre professioni nell’ambito del processo di progettazione. 3. Fase pratica di elaborazione La terza fase ha lo scopo di motivare e spingere gli studenti alla comprensione del tema della sostenibilità attraverso la validazione del progetto ambientalmente sostenibile elaborato, valutando i problemi e proponendo alla scala dell’esecutivo soluzioni orginali basate sul problem-based, strategia che consiste nel trovare nel problema stesso la soluzione e dare così inizio al processo di apprendimento richiesto dalla progettazione ambientale. Durante questa ultima fase gli studenti sono invitati e incoraggiati ad approfondire il progetto specializzandolo e corredandolo di tutte le informazioni tecniche necessarie per la sua realizzazione. Il percorso affrontato dagli studenti nel Laboratorio propone in questo modo un approc-


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cio interdisciplinare al controllo della qualità in edilizia e all’innovazione dei processi di costruzione, allo scopo di: –– consentire la formazione di una consapevolezza delle criticità ambientali; –– formulare giudizi con un approccio olistico; –– introdurre lo studente alla concezione sistemica dei requisiti ambientali con l’obiettivo di rendere più efficienti e razionali i processi decisionali nel progetto; –– consentire la conoscenza di metodi e strumenti per l’analisi delle prestazioni ambientali attese in relazione alle differenti scelte di progetto nelle diverse fasi del processo progettuale; –– correlare le conoscenze acquisite allo sviluppo professionale alle varie scale di progettazione architettonica ed urbana. Il percorso formativo dell’intero Laboratorio si arricchisce inoltre delle tematiche proprie delle ‘Tecniche del controllo ambientale’ che riguardano la legislazione in materia di contenimento dei consumi energetici, le proprietà dell’involucro edilizio (opaco e trasparente), gli impianti di controllo del microclima, lo studio della luce naturale e la verifica energetica degli edifici5. Conclusioni L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, ingloba tra i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile quelli relativi all’Energia Pulita ed Accessibile, alle Città e Comunità Sostenibili, ma contempla anche l’obiettivo per un’Istruzione di qualità, sottolineando in questo modo come anche l’insegnamento giochi un ruolo fondamentale per il raggiungimento dei risultati in campo ambientale. Tutti questi obiettivi riguardano il futuro delle nuove generazioni di architetti che, da qui al 2030, si presenteranno sul mercato per amministrare risorse ambientali sempre più compromesse da un’insana gestione del passato; studenti che quindi necessitano di acquisire una coscienza della loro professione e anche di comprendere come intervenire, superando il concetto di business as usual, che ha regnato fino ad ora nel mondo delle costruzioni, con un approccio integrato al ‘benessere e alla sua sostenibilità’ capace di ripristinare il naturale equilibrio tra le tre principali dimensioni della sostenibilità ambientale, economica e sociale. I lavori presentati in questo volume sono il risultato di uno dei tanti modi per educare e sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e a supportare scientificamente e tecnicamente le azioni da compiere; risultati perfettibili nella forma e nel contenuto che tuttavia hanno sollecitato gli studenti a una presa di coscienza della necessità di progettare con e per l’ambiente. 5

Cfr. saggio “Progettare edifici energeticamente sostenibili” di Cristina Carletti in questo stesso volume.

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Bibliografia AAVV 2012, State of the Art of Environmental Sustainability in professional Practice, edit by Sergio Altomonte, EDUCATE press, Department of Architecture and Built Environment, University of Nottingham UK, NG7 2RD. ISBN 978-0-9573450-7-2 .

pagina a fronte Yale University ŠEmzoFigueres


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progettare edifici energeticamente sostenibili Cristina Carletti

Ricercatore e docente del modulo Tecniche del Controllo Ambientale

Pos architekten ZT KG ENERGY base, Passive house office building, Vienna ©posarchitekten

La progettazione energeticamente consapevole si basa sulla gestione di tematiche complesse che risultano fortemente interrelate; obiettivo generale consiste nell’acquisizione della capacità di verificare gli aspetti fisico tecnici fondamentali del processo progettuale per ottenere un progetto finalizzato al comfort globale ed energeticamente sostenibile. Nel modulo di Tecniche del Controllo Ambientale (TCA) del Laboratorio di Progettazione Ambientale alcune di queste tematiche sono trattate per far acquisire agli studenti una maggiore consapevolezza in tutte le fasi progettuali. Dal momento che il progetto di un edificio deve essere strutturato secondo i principi dell’approccio sostenibile, obiettivi prioritari sono l’uso consapevole delle risorse disponibili e il benessere globale degli occupanti riportando i reali bisogni dell’uomo e dell’ambiente al centro del processo progettuale. Tali obiettivi sono raggiungibili con un processo progettuale integrato basato sull’approccio esigenziale prestazionale. Il progetto dovrà quindi coniugare i temi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico con quelli della qualità architettonica partendo da un prerequisito ritenuto strategico, che si esplica nell’analisi del sito, ovvero nella lettura analitica dei fattori ambientali e climatici sulla base dei quali verificare gli obiettivi progettuali. Per quanto attiene i requisiti inerenti la sostenibilità ambientale in questo ambito tematico viene preso in considerazione il livello di qualità energetico-ambientale del progetto valutandone le prestazioni rispetto ai seguenti principi di sostenibilità ambientale: –– risparmio di risorse; –– qualità dell’ambiente interno; –– carichi ambientali; –– qualità della gestione; –– trasporti. Tali principi sono esplicitati in forma di specifiche prestazionali e di indicatori di prestazione per ognuno dei quali il progettista dovrà esplicitare, seguendo un preciso metodo di verifica, la rispondenza alla scala di prestazione prestabilita. Il progetto di un edificio deve essere strutturato secondo i principi dell’approccio sostenibile.


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Pertanto, obiettivi prioritari del progetto sono l’uso consapevole delle risorse disponibili e il benessere globale degli occupanti riportando i reali bisogni dell’uomo e dell’ambiente al centro del processo progettuale. Tali obiettivi sono raggiungibili con un processo progettuale integrato basato sull’approccio esigenziale-prestazionale. In sintesi, le sezioni oggetto di analisi sono: –– analisi del sito di progetto; –– strategie ambientali adottate; –– analisi dell’involucro dell’edificio; –– analisi della luce naturale; –– concept impiantistico; –– verifica energetica del progetto; –– verifica fonti di energia rinnovabile (per esempio solare termico e fotovoltaico). All’interno del modulo di TCA il materiale prodotto dagli studenti viene raccolto in forma di Book progettuale che mira a fornire in maniera completa, e al contempo sintetica, le informazioni necessarie alla descrizione del progetto stesso. Le scelte progettuali riportate devono necessariamente essere corredate da una serie di schede di materiali e prodotti utilizzati nel progetto a dimostrazione delle scelte operate. La filosofia del progetto, riportata anche nel modulo ti TCA, è quella di individuare per ogni sezione analizzata i requisiti prestazionali indicati da leggi o norme vigenti e tradurli in specifiche prestazionali e soluzioni conformi declinate nel progetto architettonico e tecnologico. Ove possibile tali requisiti vengono tradotti in indicatori quantitativi confrontati con le linee guida oggi disponibili, quando ciò non sia praticabile si forniscono indicazioni qualitative di corredo al progetto stesso. Analisi del sito di progetto L’analisi del sito, praticata attraverso la lettura critica degli elementi caratteristici del luogo di intervento, fornirà indicazioni utili al fine di attuare un uso razionale delle risorse del luogo, da integrare nel progetto, finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente. In questa sezione sono riportate le analisi condotte sul sito di progetto per quanto riguarda i dati climatici, la disponibilità di fonti rinnovabili e l’eventuale presenza di manufatti edilizi che interagiscono con il progetto stesso. Questi dati sono desumibili da codici di calcolo, utilizzati anche nell’ambito del modulo di TCA, seppure in forma semplificata, e, nello specifico, da un software per la verifica energe-


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tica dell’edificio e un altro per la verifica del soleggiamento. I dati desunti ed elaborati da questi strumenti devono essere analizzati e riportati in forma critica con grafici, tabelle e schemi per comunicare efficacemente le scelte progettuali risultati dai vincoli climatici sopra descritti. L’analisi del sito è preceduta da una breve descrizione geografica e delle preesistenze (eventuali) con cui ci si deve necessariamente confrontare per ottenere un progetto integrato e consapevole per quanto attiene l’aspetto energetico e del comfort globale. Infatti, il fine ultimo da perseguire è quello dell’integrazione fra scelte architettoniche, target energetico e comfort per il quale obiettivo l’analisi del sito risulta essere un requisito strategico nell’approccio sostenibile. Strategie ambientali adottate In questa parte del Laboratorio di Progettazione Ambientale vengono analizzate le principali tematiche inerenti alla qualità energetico-ambientale del progetto. Tali aspetti vengono definiti sulla base dei principali fondamentali di sostenibilità ambientale analizzati sotto il profilo fisico-tecnico e declinati in funzione degli obiettivi specifici del progetto e della destinazione d’uso dell’edificio: forma e orientamento dell’edificio, involucro edilizio efficiente, controllo del surriscaldamento degli ambienti, uso di sistemi bioclimatici per lo sfruttamento passivo e attivo dell’energia solare, uso di sistemi di ventilazione e climatizzazione a elevata efficienza, integrazione e uso di energie rinnovabili, risparmio di risorse, qualità dell’ambiente interno (comfort globale), carichi ambientali, qualità della gestione. Una volta esplicitati tali principi in forma di specifiche prestazionali e di indicatori di prestazione conformi alla normativa vigente verranno riportate negli elaborati di progetto le soluzioni più appropriate al caso specifico operando anche un confronto sulla base di un’analisi costo/fattibilità tecnica. Gli elaborati di questa sezione comprendono essenzialmente una check-list e l’esplicitazione delle scelte ambientali per mezzo di disegni, schemi, tabelle, grafici finalizzati alla descrizione delle scelte adottate. Alla fine di questa sezione di analisi viene riportato il concept del progetto in forma schematica ma esaustiva rispetto alle strategie adottate. Analisi dell’involucro dell’edificio Nel contesto dell’analisi del sistema edificio-impianto è fondamentale definire le caratteristiche fisico-tecniche dell’involucro dell’edificio. Questa materia viene descritta esaustivamente nelle leggi e nelle normative vigenti in materia di prestazioni termoigrometriche dei componenti edilizi.

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L’involucro dell’edificio di progetto è letto come un sistema termodinamico attraversato da flussi di calore ed energia che il progettista deve comprendere, analizzare e controllare. Le forme di trasmissione del calore analizzate prevalentemente in regime stazionario o periodico stabilizzato sono: la conduzione, la convezione e l’irraggiamento termico. Come esito dell’analisi termoigrometrica dell’involucro sono identificati, calcolati e verificati i principali indicatori prestazionali, essi sono: la trasmittanza termica di elementi opachi (U) e trasparenti (Uw) e la trasmittanza termica periodica (YIE), inoltre viene verificata la formazione di condensa superficiale e interstiziale (UNI EN ISO 6946:2008; UNI EN ISO 13786:2008). Per operare la verifica termoigrometrica sono analizzate le caratteristiche termofisiche dei prodotti scelti per l’involucro, quali: la conducibilità termica (λ), la massa volumica (ρ), il calore specifico a pressione costante (cp), quest’ultimo fondamentale per la determinazione del comportamento inerziale del componente. Per quanto concerne poi la verifica inerziale, attraverso il calcolo del fattore di attenuazione (fa) e dello sfasamento (S) emerge la qualità prestazionale dell’involucro, fondamentale per garantire un comportamento energeticamente efficiente anche in regime estivo. Il fine ultimo di questa analisi è operare scelte consapevoli su materiali e prodotti acquisendo la capacità critica di operare una valutazione dei prodotti presenti nel mercato. Gli elaborati di questa sezione comprendono una schedatura dei componenti di involucro opachi e trasparenti (particolare esecutivo) riportati in una sezione terra-tetto schematica dell’edificio analizzato, in cui gli indicatori prestazionali analizzati sono calcolati e riportati in forma di tabelle, e confrontati con i limiti di legge vigenti per la zona climatica del progetto. Analisi della luce naturale Il controllo dell’illuminamento naturale è uno dei requisiti che concorrono al benessere dell’organismo in relazione dinamica col contesto ambientale e in funzione del compito visivo che l’individuo svolge. Al fine di progettare edifici energeticamente efficienti, l’illuminazione naturale deve essere utilizzata nella maggiore misura possibile anche per ridurre il consumo energetico dell’illuminazione artificiale. Alle superfici vetrate è demandata la funzione di garantire il comfort visivo-percettivo (vedere l’ambiente esterno), realizzare una buona distribuzione dell’illuminamento (E) e consentire il controllo dell’abbagliamento, garantire la ventilazione naturale e ibrida.


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Il quadro normativo e legislativo in materia di luce naturale è molto vasto e prende in esame differenti destinazioni d’uso, oltre alle residenze, quali: scuole, ospedali, uffici. Le problematiche da valutare, quando si approccia la progettazione della luce naturale, comprendendo vari aspetti correlati al mantenimento negli ambienti di un sufficiente illuminamento, quali il surriscaldamento estivo e l’insolazione diretta negli ambienti, l’abbagliamento, la continua variazione di intensità luminosa e la disuniformità di illuminamento, le dispersioni termiche attraverso le finestre e la possibile condensa sui vetri, le infiltrazioni di aria, nonché possibili ombre portate da ostruzioni esterne che non correttamente valutate possono condurre a una stima errata dei guadagni termici invernali. La luce naturale deve essere valutata sia dal punto di vista quantitativo, per mezzo del fattore medio di luce diurna (FLDm), sia dal punto di vista qualitativo, con software dedicati che evidenzino all’interno di ambienti campione la distribuzione del FLDm e dell’illuminamento in varie stagioni dell’anno, una volta inseriti anche gli arredi. In particolare, il fattore di luce diurna medio viene calcolato sul progetto in funzione dei seguenti parametri: la superficie vetrata della finestra (Af), il coefficiente di trasmissione luminosa del vetro (t), il fattore finestra (ε), inteso come rapporto tra illuminamento della finestra e la radianza del cielo, l’estensione complessiva delle superfici che delimitano l’ambiente interno (Stot), il coefficiente medio pesato di riflessione luminosa delle superfici interne (rm) e un coefficiente che tiene conto dell’arretramento del piano della finestra rispetto al filo esterno della facciata (ψ). La differenza rispetto al semplice calcolo del rapporto di illuminazione (Ri) è evidente perché in questo caso vengono presi in esame parametri fondamentali sopra citati non considerati in quest’ultimo. Il valore di FLDm calcolato viene poi verificato confrontandolo con i limiti di legge, che variano in funzione della destinazione d’uso del progetto. Associando tale verifica a quella qualitativa del software si ottiene un quadro di valutazione completo che potrà fornire indicazioni preziose per il progetto. Concept impiantistico Nel contesto dello studio del sistema edificio-impianto, l’involucro costituisce la superficie di controllo che delimita il sistema termodinamico ‘edificio’ e ha la funzione di controllare i flussi di energia e massa e di mediare le condizioni climatiche esterne per avvicinarsi alle condizioni di comfort negli ambienti confinati, mentre l’impianto costituisce la parte attiva del sistema termodinamico e ha l’obiettivo di raggiungere le condizioni di comfort termoigrometrico negli ambienti confinati nei momenti estremi di punta, limitando i consumi energetici e gli impatti sull’ambiente esterno.

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La progettazione del sistema di climatizzazione e ventilazione è fondamentale nel progetto sostenibile e passa necessariamente attraverso determinate scelte: il vettore energetico (ossia la percentuale di energia derivante da fonti rinnovabili), la strategia di climatizzazione (riscaldamento, raffrescamento, condizionamento, ventilazione), i terminali scelti, il sistema di distribuzione del fluido termovettore e il sistema di regolazione. Tutti questi elementi concorrono a determinare il rendimento globale medio stagionale dell’impianto che, associato al fabbisogno per la climatizzazione riferita al solo involucro, ci darà il fabbisogno di energia primaria dell’edificio e la sua classe energetica. Fondamentale è la scelta della tipologia di sistema: a servizio di più zone termiche con contabilizzazione o singolo e la conseguente posizione della centrale termica e dei locali tecnici che influiscono moltissimo nella distribuzione degli spazi, anche in considerazione della legislazione vigente in tema di antincendio e della facilità di manutenzione del sistema. Quando poi si debba sperimentare un target energetico molto performante, quale per esempio una Passivhaus o un nZEB, si deve necessariamente considerare la ventilazione meccanica controllata con recupero del calore, il che implica la localizzazione di un apparato di trattamento dell’aria, di un sistema di filtrazione e di recupero dell’energia sull’aria esausta; tutti questi dispositivi devono essere facilmente accessibili e manutenibili. Insieme agli impianti di climatizzazione vengono anche analizzati gli impianti idrici e di scarico, che sono importanti nell’ottica di un progetto sostenibile, soprattutto per quanto attiene agli impianti di recupero delle acque piovane e di trattamento dei reflui per mezzo di sistemi di fitodepurazione. Verifica energetica del progetto Questa parte del Laboratorio di Progettazione Ambientale è fondamentale per verificare se le scelte progettuali adottate conducano o meno a un risultato accettabile in termini di fabbisogno energetico. In particolare, in conformità con la legislazione vigente in materia di contenimento dei consumi, si devono verificare sia le prestazioni invernali che quelle estive, nonché il fabbisogno di acqua calda per usi sanitari e i consumi dovuti all’illuminazione artificiale (D.Lgs 311/2006 e s.m.i.; D.M. 26/6/2006). Seguendo le procedure richieste dai software dedicati, definendo le caratteristiche del sistema edificio-impianto e dei sistemi per lo sfruttamento delle energie rinnovabili (per esempio solare termico e fotovoltaico), vengono calcolati gli indicatori prestazionali


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energetici espressi in kWh/m2 anno, che possono essere confrontati con i limiti vigenti desumendo la classe energetica del progetto. Questa fase non è una mera verifica delle scelte progettuali, ma deve essere condotta nell’ambito del processo progettuale al fine di comprendere le interazioni fra dispersioni termiche, guadagni solari, carichi termici interni ed efficienza dei sistemi impiantistici ipotizzati. Utilizzando la verifica energetica come uno strumento di progetto si possono operare variazioni nelle scelte effettuate e ottimizzare il concept impiantistico per ottenere un risultato ottimale in funzione anche delle risorse disponibili e della fattibilità tecnica. Nell’ambito del modulo di TCA questo aspetto viene preso in esame e la verifica viene applicata a una o più porzioni significative del progetto per far acquisire allo studente una sufficiente capacità critica di valutazione delle scelte progettuali adottate.

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sistemi costruttivi innovativi per edifici nzeb Rosa Romano

Docente del modulo Progettazione dei Sistemi Costruttivi

Mario Cucinella SIEEB, Pechino

Nell’ambito dell’esperienza del Laboratorio in Progettazione Ambientale un approfondimento di carattere teorico-applicativo è stato destinato al tema della progettazione dei sistemi costruttivi innovativi per edifici Nearly Zero Energy così come viene richiesto dal mercato del mondo delle costruzioni, sempre più sensibile alla necessità di sviluppare materiali innovativi e soluzioni tecnologiche sostenibili capaci di rispondere alle sfide energetiche globali contro il cambiamento climatico. Sostenibilità ambientale e risparmio energetico sono, infatti, diventati negli ultimi anni campi di ricerca prioritaria e trasversale a tutte le aree disciplinari, così come indicato dagli enti di ricerca internazionale (CIB, PeBBu, ecc.) e come stabilito dalle normative in materia di risparmio energetico emanate dalla Commissione Europea e dal Parlamento Italiano. L’introduzione dell’applicazione della Direttiva Europea 91/20021 sul risparmio energetico, le direttive 31/20102 e 27/20123, l’aumento dei costi energetici e le elevate emissioni di CO2 hanno indotto la ricerca scientifica e quella industriale a elaborare processi costruttivi, prodotti tecnologici e materiali innovativi capaci di contenere il consumo energetico degli edifici e di limitarne, di conseguenza, l’impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita. L’accezione stessa di Progettazione Ambientale insita nel percorso formativo contestuale all’ambito disciplinare della Tecnologia dell’Architettura implica una decisa connotazione culturale legata alla definizione dell’habitat umano e del progetto delle sue caratteristiche formali e fisiche. Connotazione che “si dimostra attenta alle determinazioni immateriali del progetto ed è orientata a un’idea di sostenibilità ambientale e socio-economica, preludio degli attuali approcci della governance ambientale. Tra questi certamente i più rilevanti sono quelli riferibili alle logiche della produzione e della sostenibilità” (Schiaffonati F. et al., 2011, p. 48). “Nell’ultimo decennio, infatti, la spinta più importante all’innovazione delle tecnologie per l’edilizia e l’ambiente costruito, e dei processi industriali ad esso correlati, sia sul piano Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell’edilizia. 2 Direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE 3 Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia. 1


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concettuale che pratico, è stato data dalla necessità di cambiare il modello energetico del sistema ambientale di riferimento. Le tre fasi della rivoluzione energetica (eliminazione sprechi, risparmio e alternative) e le tre ragioni del percorso verso il futuro (continuità, transizione e cambiamento)” (Matteoli L., 2009, p. 63) sono il campo della sfida innovativa affrontata dal settore della progettazione architettonica e ancor di più da quello della ‘progettazione tecnologica’. Il nuovo orientamento riscontrabile nella concezione e produzione dei sistemi tecnologici e dei componenti edilizi si rapporta e misura, infatti, con obiettivi complessi: il conseguimento di alti gradi di compatibilità ecologica, di massimo controllo delle condizioni biofisiche e micro-climatiche proprie del contesto ambientale, di ottimali livelli di comfort termoigrometrico, di massima efficienza energetica col minimo fabbisogno e consumo di energia, in una parola: di elevata qualità ambientale del manufatto architettonico (Tucci F., 2009, p. 171). Le tecniche correnti di produzione industriale per l’edilizia (fra quelle oggi ritenute maggiormente significative), o i trasferimenti da altri settori, e soprattutto le prospettive legate ai materiali ‘intelligenti’, nanostrutturati, ecc., ma anche all’uso innovativo di quelli tradizionali, ai costanti perfezionamenti di modelli attuali di organizzazione produttiva (just in time, lean production e altri), rendono, di fatto, in gran parte disponibili nuove opzioni di progettazione tecnologica (Giallocosta G., 2011, p. 26). Rispetto a queste riflessioni si sviluppa la ricerca scientifica, anche alla scala didattica, nel settore dei componenti di involucro energeticamente efficiente, caratterizzata dalla capacità di far avvicinare e interagire in modo sinergico aree disciplinari diverse (ingegneria dei materiali, ingegneria energetica, chimica, fisica ambientale, ecc.) al fine di proporre soluzioni innovative capaci di rispondere alle esigenze di mercato, sempre più orientate verso prodotti che garantiscano molteplici prestazioni con una riduzione dei tempi e dei costi di produzione e realizzazione (Romano R., 2013, p. 447) e successivamente con un controllo crescente delle fasi gestione e manutenzione dell’edificio. Il concetto stesso di nZEB è strettamente connesso a quello di innovazione tecnologica; solo attraverso l’innovazione si potranno, infatti, proporre nuovi modelli e nuove soluzioni del progettare e del fare architettura capaci di ridurre, azzerandoli, i consumi energetici delle nostre città, limitando al contempo la pressione ambientale che queste esercitano in quanto massima espressione dell’antropizzazione terrestre. I fornitori di sistemi e componenti costituiscono oggi il vero motore dell’innovazione del settore delle costruzioni (Ozorhon B. et al., 2010). Si tratta di un’innovazione, come precedentemente ricordato, che si caratterizza per piccoli avanzamenti incrementali


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rispetto alla prassi consolidata, mentre in altri si specifica in un processo di microinnovazione adattiva basato sul trasferimento di saperi e di tecniche tra campi limitrofi. L’innovazione ha sempre comunque un carattere pervasivo, tende a diffondersi estensivamente, offre strumenti concreti per affrontare bisogni reali e gode di una maggior longevità rispetto all’innovazione orientata a soddisfare una domanda di ‘immagine’(Campioli A., 2011, p. 64). In questo caso l’innovazione di prodotto si confonde con l’innovazione di processo: la novità può nascere a partire dalla sinergica interazione tra gli operatori che, nell’organizzazione tradizionale del processo, intervengono in sequenza nella progettazione e nella costruzione, ma soprattutto si innova ampliando l’ambito dei soggetti coinvolti e aprendo alle competenze richieste da un’attenta considerazione di tutti gli aspetti che riguardano le fasi del ciclo di vita di un manufatto che si collocano a monte e a valle della progettazione e della costruzione (Campioli A., 2011, p. 67). Nasce quindi l’istanza di portare il concetto di innovazione alla scala cognitiva, sviluppando nell’ambito dei percorsi didattici modelli di comunicazione che promuovano la riflessione sulla necessità di innovare anche e soprattutto attraverso il Progetto Ambientale, inteso come approccio multiscalare e multidisciplinare che permette allo studente di acquisire la capacità di interpretare anche l’offerta commerciale declinandola alle necessità del reale. “Per una parte delle attività di ricerca nel campo dell’Architettura (ed è la parte che caratterizza la formazione e la ricerca nella progettazione architettonica), infatti, il migliore laboratorio di sperimentazione è la realtà stessa, […] in cui operare per la ricerca in condizioni reali di soluzioni a problemi progettuali complessi e innovativi” (Mecca S., 2011, p. 92). Lo ‘studente di oggi’, che speriamo diventi l’architetto di domani, si deve confrontare con riferimenti normativi inerenti al settore dei consumi energetici sempre più restrittivi nell’ottica di rispondere agli obiettivi fissati a partire dalla Conferenza di Rio del ’92. Deve quindi essere in grado di approfondire il progetto fino alla scala del dettaglio esecutivo riuscendo a interpretare, e talvolta a trasformare migliorandolo, il prodotto edilizio che il mercato gli offre, con l’obiettivo di integrarlo in un approccio compositivo-progettuale che non può più prescindere dalla scala ambientale. Oggi più che mai gli studenti di architettura hanno bisogno di imparare a capire la relazione tra produzione, progettazione dei dettagli, montaggio e disassemblaggio dei sistemi costruttivi; in breve, hanno bisogno di acquisire l’abilità di applicare tecnologie disponibili e gestire il processo per assicurare un prodotto di qualità. “Una delle più grandi sfide per i professionisti del futuro è, infatti, l’enorme numero di materiali, prodotti, soluzioni strutturali e stili architettonici tra cui è possibile scegliere. La sfida sta nel selezionare i più appropriati a soddisfare un largo range di parametri progettuali (che sono spesso in concorrenza)” (Emmitt S., 2011, p. 44).

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Attenzione ai giunti fisici e ai dettagli, e attenzione all’interazione delle varie parti con il progetto dell’edificio saranno le caratteristiche connotanti i progettisti del futuro, che dovranno padroneggiare le tecnologie disponibili e applicarle in modo da migliorare il nostro ambiente costruito per le presenti e future generazioni (Emmitt S., 2011, p. 50). Nasce così l’esigenza di promuovere un’innovazione dei sistemi tecnologici che permetta ai giovani professionisti di interpretare l’offerta commerciale e di innovarla in funzione dell’esigenza e dei requisiti a cui questa deve rispondere nei diversi contesti geografici e climatici di riferimento, imparando ad utilizzare “nuovi materiali e prodotti che possano essere riciclabili, nuove tecniche e nuovi dettagli architettonici e, in alcuni casi, recuperando le tecniche e i processi usati dai nostri antenati. L’interesse per il nostro pianeta ha, infatti, prodotto nell’ultimo decennio anche un ritorno a materiali naturali e rinnovabili e a metodi di costruzione tradizionali, alcuni dei quali sono utilizzati insieme a tecniche di produzione prefabbricata altamente sofisticate per creare edifici innovativi e sostenibili. I cambiamenti nel modo di costruire e nel modo di applicare le tecnologie architettoniche sono quindi quelli legati alla nostra migliore comprensione del concetto di healthy buildings e al nostro rinnovato coinvolgimento sensoriale con l’ambiente circostante” (Emmitt S., 2011, p. 47). Alla luce di queste riflessioni ci è sembrato quindi indispensabile strutturare nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Ambientale un ciclo d’incontri che, parallelamente alle lezioni teoriche istituzionali e ai momenti di lavoro individuale, puntasse a incrementare la conoscenza degli studenti di architettura sui sistemi costruttivi innovativi, attraverso il confronto diretto con alcune delle aziende leader nel settore delle costruzioni a scala internazionale e da sempre interessate a sperimentare nuove soluzioni tecnologiche e a investire nel trasferimento tecnologico tra il settore accademico e industriale. L’obiettivo era, infatti, quello di “abituare lo studente a confrontarsi con altri partecipanti al processo di progettazione e realizzazione (produzione compresa) e a imparare ad esporre le ragioni delle sue scelte” (Raitieri R., 2011, p. 66) nella fase sperimentale di stesura dell’elaborato progettuale oggetto dell’esercitazione annuale. La sfida consisteva nel cercare di coinvolgere i futuri architetti nella valutazione di alcune delle offerte commerciali più promettenti del mercato delle costruzioni aiutandoli ad analizzare “il contributo positivo che il numero crescente di tecnologie e prodotti manifatturieri danno al nostro ambiente costruito” (Emmitt S., 2011, p. 48). Nasce così il ciclo di seminari tematici ‘Sostenibilità e Progetto. La parola alle aziende’, strutturati nell’ambito delle attività del Laboratorio di Tecnologie per l’Abitare Mediterraneo4 del Dipartimento di Architettura. Gli otto seminari, focalizzati prevalentemente 4

Il ‘Laboratorio di Tecnologie per l’Abitare Mediterraneo’ è una struttura finalizzata alla ricerca, formazione e


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su argomenti inerenti l’involucro architettonico ad alte prestazioni per il Clima Mediterraneo, hanno indagato il complesso tema dell’innovazione, spaziando dalle costruzioni prefabbricate in legno, ai sistemi di facciata a schermo avanzato per la produzione di energia rinnovabile, passando per i materiali ecocompatibili e/o adattivi, senza dimenticare la componente impiantistica legata all’automazione che trasforma l’edificio da elemento statico a elemento dinamico5. Le aziende coinvolte (Costantini Legnami, Sto Italia, Schueco, Alpewa, Manifattura Maiano, Palagio Engineering, Siemens Italia e Daku) sono stare chiamate a intercalare l’approfondimento teorico, indispensabile per chiarire gli aspetti conoscitivi connessi alla progettazione, a momenti di attività pratica dedicati alla presentazione di campioni in scala che permettessero agli studenti di comprendere meglio gli aspetti formali legati al dettaglio esecutivo del progetto architettonico e alla sua corretta messa in opera e manutenzione. Attraverso la possibilità di ‘toccare con mano’ materiali, componenti e soluzioni, i giovani architetti hanno potuto comprendere le problematiche e le potenzialità legate alla loro consistenza materica, proponendoli successivamente nei loro elaborati progettuali con un dettaglio adeguato a ogni fase del processo edilizio. Grande attenzione è stata posta inoltre all’analisi dell’impatto ambientale delle soluzioni presentate, assumendo “la ‘ragione ecologica’ come ineludibile orizzonte di riferimento anche nell’ambito del settore delle costruzioni” (Bertoldini M. et al., 2009). Quest’approccio ha indotto gli studenti a riflettere sulla necessità di ripensare “il processo edilizio a partire dalla considerazione dell’intero ciclo di vita del manufatto architettonico, dall’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione dei semilavorati e dei componenti, fino alla dismissione e al riciclo dei materiali, aiutandoli a comprendere che ogni decisione, in qualsiasi fase debba essere presa, non può prescindere da un’attenta valutazione delle ripercussioni e degli impatti che essa determina sull’intero sistema”(Campioli A., 2011, p. 66). L’obiettivo esplicitamente dichiarato è stato quello di promuovere un nuovo metodo progettuale alla scala ambientale che permettesse ai giovani architetti di imparare a “equilibrare al trasferimento di conoscenze di una nuova cultura costruttiva basata sui principi di sostenibilità declinati nel contesto ambientale-sociale-economico Mediterraneo. Il TAM opera nel campo dello sviluppo integrato di tecnologie per l’Abitare in ambito Mediterraneo, a supporto delle attività scientifiche di ricerca, di formazione, di trasferimento delle conoscenze e di servizio del Dipartimento di Architettura, della Scuola di Architettura e dell’Università di Firenze ed in sinergia con le attività di didattica, di ricerca e di trasferimento tecnologico sviluppati all’interno del Centro Interuniversitario di Ricerca ABITA (del DIDA) così come in collaborazione con altri dipartimenti e centri di ricerca a scala nazionale e internazionale. Il Laboratorio si propone inoltre come uno spazio multifunzionale e multimediale, dedicato alla presentazione dei sistemi più innovativi e componenti per l’edilizia sostenibile. 5 Nel dettaglio i seminari condotti nei bienni 2015-2016 e 2016-2017 sono stati dedicati ai seguenti argomenti: Innovazione Tecnologica per l’Ambiente: costruire con il legno; Isolare per risparmiare energia: Isolamento a cappotto, progettazione e messa in opera; Involucro dinamico per nZEB: I sistemi di facciata a schermo avanzato; Involucro adattivo per la produzione di energia rinnovabile; Soluzioni tecnologiche ecocompatibili ed innovative per l’isolamento; Sistemi preassemlati a secco in cotto per il clima Mediterraneo; Building Automation per nZEB; Sistemi di chiusura orizzontale a basso impatto ambientale: le coperture verdi.

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l’olistico con il fisico, e manipolare idee astratte verso solidi manufatti attraverso l’uso di robuste tecnologie (che rispondono, piuttosto che competono, con i sistemi ecologici esistenti) per realizzare edifici che siano belli, confortevoli” (Emmitt S., 2011, p. 49) e sostenibili dal punto di vista energetico e ambientale.

Bibliografia Bertoldini M., Campioli A. 2009, Cultura tecnologica e ambiente, Novara, De Agostini Cittàwwstudi. Campioli A. 2011, Qualità dell’architettura: innovazione, ricerca tecnologica e progetto, «Technè», n. 1, pp. 62-69. Emmitt S. 2011, Progettazione tecnologica in un contesto sensoriale multidisciplinare, «Technè», n. 2, pp. 44-51. Giallocosta G. 2011, Tecnologia dell’Architettura e progettazione tecnologica, «Technè», n. 2, pp. 24-31. Matteoli L. 2009, L’innovazione nella tecnologia dell’architettura, in de Paoli O., Montacchino E. (a cura di) L’innovazione nella ricerca. La sfida e l’attività in corso. Materiali del IV seminario Osdotta, Firenze University Press, Firenze, pp. 63-72. Mecca S. 2011, Università e pratica del progetto, «Technè», n. 2, pp. 92-95. Ozorhon B., Abbott C., Aouad G., Powell J. 2010, Innovation in Construction. A Project Life Cycle Approach, SCRI, Slaford, UK Raiteri R. 2011, Riflessioni sulla formazione di base al progetto: relazioni con le innovazioni della ricerca, «Technè», n. 2, pp. 60-67. Romano R. 2013, Innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale per la progettazione di nuovi sistemi di involucro adattivi ed energeticamente efficienti, in Ottone F., Rossi M. (a cura di), Teorie e sperimentalismo progettuale per la ricerca in tecnologia dell’architettura, Firenze University Press, Firenze, pp. 447-458. Schiaffonati F., Mussinelli E., Gambaro M. 2011, Tecnologia dell’architettura per la progettazione ambientale, «Technè», n. 1, pp. 48-53. Tucci F. 2009, Tecnologie sostenibili per l’industria delle costruzioni: l’innovazione ecocompatibile di prodotti e componenti opachi e trasparenti, massivi e leggeri, de Paoli O., Montacchino E., cit., pp. 171-183.

pagina a fronte Detmold Vocational College ©Architek­turbüro


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comunicare il progetto ambientale Alfredo Di Zenzo

Cultore della materia Laboratorio di Progettazione Ambientale

Morphosis Cooper University, NY ©Scott Norsworthy

La comunicazione di un progetto di architettura non può essere considerata aliena all’essenza stessa dell’architettura. È innegabile che la qualità della rappresentazione sia un aspetto centrale e intimamente connesso ai fini progettuali. Nei corsi di Progettazione Ambientale risulta decisivo adottare tecniche di comunicazione e quindi di rappresentazione che integrino le questioni ambientali come aspetti generatori del processo progettuale. In una prospettiva di sostenibilità degli interventi progettuali, che riguarda le relazioni dell’uomo con il suo intorno, diventano fondamentali gli strumenti per una comunicazione efficace della progettazione ambientale. Si tratta dunque di definire gli aspetti comunicativi di una progettazione consapevole che rivolga un’attenzione particolare alle condizioni del contesto, che ne valuti gli aspetti relativi ai parametri ambientali di riferimento come l’orientamento, l’orografia e la ventilazione, e ne consenta di definire nuovi livelli di comunicazione del linguaggio architettonico anche dal punto di vista formale ed espressivo. In quest’ottica è necessario che l’impegno grafico nel progetto sia di qualità e attento a illustrare le interazioni che l’edificio progettato ha con le caratteristiche bioclimatiche dei luoghi, adeguandolo al percorso solare, alle direzione dei venti principali e determinando le possibilità di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti anche in base alla caratteristiche dell’involucro adottato. La qualità, la chiarezza e l’appropriatezza del linguaggio grafico deve accompagnare il percorso progettuale nelle sue diverse scale di rappresentazione e nelle sue diverse fasi, dall’analisi ambientale all’ideazione, dai primi sviluppi progettuali alle soluzioni di dettaglio, fino alla presentazione finale. Prima di approdare alle configurazioni architettoniche formali è necessario definire i parametri ambientali da cui scaturisce il linguaggio architettonico. In questa fase la rappresentazione ha soprattutto la funzione di strumento di conoscenza e deve permettere di analizzare le condizioni al contorno e di decodificare gli elementi linguistici della progettazione ambientale: i grafici e i modelli, adeguatamente rappresentati, consentono di conoscere analiticamente il contesto d’intervento e indagarlo, prefigurando così gli obiettivi di


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pagina a fronte Behnisch Architekten Genzyme Center Cambridge © AntonGrassl

miglioramento e trasformazione utili a definire le strategie necessarie per raggiungerli. Successivamente riveste particolare importanza la rappresentazione dell’idea iniziale, del concept energetico che definisce il modello di funzionamento di un edificio, delimitando i confini entro cui i dispositivi architettonici e impiantistici si combinano sinergicamente tra loro integrandosi con l’ambiente. In questa fase è necessario definire la prima idea con uno schizzo, un disegno a mano che rappresenterà l’essenza stessa del progetto. Obiettivo del concept è di guidare la progettazione architettonica a trovare delle soluzioni attraverso l’impiego efficiente di tecnologie attive e passive che interagiscono con il sistema ambientale. Il concept rappresenta dunque un efficace strumento di orientamento che accompagna e guida tutte le fasi di un progetto sostenibile. La sua adozione nel progetto di architettura è necessaria per individuare i problemi di qualità ambientale da affrontare in relazione al contesto climatico di riferimento e di risolverli attraverso l’utilizzo di un insieme di strategie e collocare i diversi dispositivi di controllo ambientale utili a definire l’architettura per quel determinato sito, caratterizzato da specifiche condizioni climatiche e da determinate preesistenze naturali e antropiche. Nelle fasi successive è importante sottolineare gli aspetti analitici e descrittivi del progetto. È necessario che non sia lasciato spazio all’interpretazione, che i grafici siano didascalici e sappiano descrivere il progetto nella sua interezza. I disegni non devono essere interpretati, ma letti, e devono essere capaci di descrivere il ruolo che le diverse tecnologie assumono nel progetto di architettura, anche facendo riferimento al ruolo fondamentale rivestito nel relazionare l’ambiente con l’edificio progettato. Fondamentale è la capacità di saper distinguere il tipo di rappresentazione adeguata a comunicare il progetto e, considerazione mai banale, saper scegliere la giusta scala di rappresentazione. Alla scala del progetto esecutivo sarà necessario specificare la stratigrafia che compone un pacchetto murario nella sua completezza, indicandone la qualità e le dimensioni. Alla scala 1:500, invece, non è importante poter apprezzare con precisione lo spessore dei muri, ma è fondamentale leggere le interazioni che il progetto stabilisce con l’ambiente circostante. Concludendo, i parametri ambientali rappresentano gli elementi fondativi per affrontare consapevolmente la questione della comunicazione di un progetto di architettura inerente ai principi di sostenibilità. L’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie ambientali e la loro integrazione nel progetto di architettura comporta dunque la costruzione di un linguaggio espressivo che non è il prodotto esclusivo di canoni estetici formali, ma rappresenta il risultato del rapporto del progetto con i caratteri propri del luogo, con il quale si collega e si connette.




Capitolo 2 Seminari didattici



il seminario sull’edilizia scolastica Rosa Romano

Docente del modulo Progettazione dei Sistemi Costruttivi

Henning Larsen Architects Kolding Campus, ©Hufton+Crow

Il Seminario sull’edilizia scolastica del Laboratorio di Progettazione Ambientale nasce dall’esigenza di dare risposte concrete e innovative all’emergenza dello stato energetico e strutturale in cui versano gli edifici per l’istruzione del nostro Paese e dell’Europa intera. Esigenza che ha trovato l’opportunità di coniugarsi nell’ambito del Laboratorio con la richiesta concreta del Comune di Lucca, con il quale il Centro Interuniversitario ABITA del Dipartimento di Architettura di Firenze ha sottoscritto un accordo programmatico nella primavera del 2013. Edilizia scolastica. Analisi delle emergenze e delle opportunità I censimenti Istat e i rapporti che Lagambiente pubblica annualmente rilevano come dei cinquantunomila edifici scolastici esistenti nel nostro Paese oltre la metà sia stato costruito prima del 1976 (anno in cui fu emanata la legge 373 per la limitazione delle dispersioni termiche degli edifici); il 40% sia stato edificato prima del 1971 (ovvero quando non era ancora entrata in vigore la normativa antisismica del 1974 e quella inerente l’obbligo di collaudo statico del 1971); e solo un 9.6% sia stato realizzato tra il 1991 e il 2015, risultando quindi a norma dal punto di vista energetico e strutturale (Legambiente, 2016). Un dato questo che testimonia lo scarso investimento fatto sulle scuole negli ultimi venticinque anni e che evidenzia l’anzianità del patrimonio edilizio scolastico italiano, mettendo in luce una vera e propria emergenza strutturale che va ad accompagnarsi alla necessità di adeguare anche dal punto di vista ambientale gli edifici ai nuovi riferimenti didattici relativi ai percorsi d’apprendimento. La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici destinati all’istruzione sono, infatti, temi urgenti da affrontare sia per le istituzioni sia per il settore della ricerca scientifica che da circa un ventennio cercano di sanare la lacuna di una normativa ormai obsoleta (Legge 5 agosto 1975 n. 412 — Norme sull’edilizia scolastica e piano finanziario d’intervento) e di una carenza strutturale sempre più evidente attraverso l’erogazione di fondi finalizzati a promuovere ricerche e realizzazioni aventi per oggetto l’efficientamento degli edifici esistenti e la progettazione dei nuovi secondo lo standard nZEB.


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Tra le ricerche sviluppate negli ultimi anni attraverso lo stanziamento di fondi europei che vedono la partecipazione di soggetti pubblici e/o privati italiani ricordiamo quelle che hanno riguardato l’analisi dello stato energetico degli edifici con l’obiettivo di costruire un benchmarking sulla base del quale individuare strategie di riqualificazione adeguate (Renew School, Teenergy School, School of the Future, School Vent Cool, Zemeds ecc.) e quelle sviluppate con lo scopo di trovare strumenti di valutazione capaci di programmare, su base temporale, gli interventi di riqualificazione a cui sottoporre le scuole, partendo da un’attenta analisi costi-benefici legata alla possibilità di ammortare il costo degli interventi di riqualificazione attraverso il risparmio energetico raggiungibile su base temporale (è questo il caso dei progetti Energy Concept Adviser for Educational Buildings, a cui ha partecipato ENEA, e VERYSchool, nel quale sono stati coinvolti la Municipalità di Genova, AESS, SCE Group / DOKI e D’Appolonia). È evidente come per ridurre i costi della riqualificazione energetica degli edifici scolastici sia necessario trovare forme di supporto economico che consentano di ammortare investimenti iniziali sicuramente onerosi e paragonabili, in taluni casi, a quelli delle nuove costruzioni. Di conseguenza, risulta fondamentale per il professionista imparare ad accompagnare, già nella fase di progetto preliminare, l’attore pubblico nella scelta e nell’individuazione di forme di finanziamento a fondo perduto e/o a tassi agevolati che permettano di ottenere una riduzione dell’investimento a fronte del raggiungimento di determinati obiettivi energetici e/o funzionali e/o strutturali. Quest’istanza economica determina quindi la stesura di progetti che già nella fase di concept devono essere sviluppati parallelamente a un’attenta analisi energetica condotta in concomitanza con una valutazione sommaria costi-benefici, che permetta di stimare come i risparmi energetici raggiungibili consentano sia di risparmiare sui consumi per la climatizzazione e l’illuminazione, sia di accedere a eventuali bonus fiscali nazionali e/o internazionali. La necessità di ottimizzare tempi e costi della messa in opera dovrebbe inoltre condurre alla scelta di soluzioni d’involucro prefabbricate a secco che permettano talora anche l’integrazione di nuovi impianti (elettrici, termici e/o per la produzione delle energie rinnovabili), garantendo al contempo prestazioni meccaniche, termoigrometiche e acustiche elevate. Infine, l’urgenza dell’emergenza e il bisogno di rispondere agli indirizzi pedagogici internazionali dovrebbero indurre i professionisti del settore edilizio a cercare nuove risposte anche attraverso soluzioni compositive spaziali innovative, capaci di trasformare gli ambienti scolastici in entità dimensionali dinamiche e multifunzionali. La sequenzialità di momenti didattici diversi, che richiedono setting e configurazioni variabili alunni-docente o alunni-alunni, sta infatti alla base di un’idea innovativa di


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edificio scolastico, che deve essere in grado di garantire l’integrazione, la complementarietà e l’interoperabilità dei suoi spazi, anche con il supporto delle nuove tecnologie. Le scuole del futuro dovranno, infatti, diventare Smart School, dotandosi di tutte le apparecchiature intelligenti finalizzate a una didattica al passo con i tempi, ma in senso più ampio saranno scuole di qualità all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità proprie della Smart City. In questa nuova visione delle nostre città, quindi, il sistema educativo potrà assumere un ruolo significativo e strategico nelle politiche volte a promuovere uno sviluppo urbano sostenibile e nel costruire opportunità e progetti verso una città a basso impatto ambientale che incrementino l’efficienza energetica degli edifici, le reti di approvvigionamento energetico e i sistemi di trasporto in modo da ridurre significativamente entro il 2020 le emissioni di gas serra a livello globale. Gli edifici scolastici diventeranno così degli snodi strategici capaci di generare percorsi educativi, partecipativi e di coinvolgimento della comunità verso l’adozione di nuovi stili di vita nei quali la crescita tecnologica, le trasformazioni urbane, le mutazioni economiche, sociali e culturali siano processi il più possibile compresi e condivisi dai cittadini che li vivono e da essi sostenuti attraverso forme di cittadinanza attiva. Una città che, nella volontà di diventare il più possibile sostenibile, si propone di costruire la propria conformità ecologica a partire da un patto sociale da stipulare con le generazioni più giovani (Massini I., 2016). La metodologia adottata Queste e altre considerazioni legate all’attività di ricerca condotta nell’ambito delle tematiche connesse alla progettazione di edifici scolastici sostenibili e alla riqualificazione energetica di quelli esistenti, attraverso l’adozione di strategie d’involucro e d’impianto altamente innovative, ci hanno indotto a scegliere il tema progettuale legato a questa tipologia edilizia quale tema di approfondimento per uno dei due seminari che hanno accompagnato le attività del Laboratorio di Progettazione Ambientale dal 2015. La possibilità di sviluppare dei progetti inerenti casi studio reali ci è sembrata un’ottima opportunità per permettere agli studenti di “imparare a lavorare nella complessità sperimentando condizioni reali di progetto” (Torricelli M.C., 2011, p. 21), confrontandosi con “un contesto ampio e di carattere transdisciplinare, focalizzato su conoscenze, metodi e strumenti per rispondere a specifici parametri verificabili” (Lo Sasso M., 2011, p. 83). In particolare, grazie alla necessità di progettare riferendoci a situazioni e necessità reali, è stato possibile impostare la riflessione sul progetto a connotazione ambientale “sulla base di un approccio disciplinare di tipo sistemico e prestazionale all’interno delle fasi processuali riferite alla concezione, alla produzione e alla gestione di opere e artefatti” (Lo Sasso M.,

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2011, pp. 82). Questa metodologia di approfondimento didattico ha permesso ai giovani architetti di “esprime il proprio ambito di competenza sul progetto in base a un percorso conoscitivo e di progressivo ‘disvelamento’ in cui hanno avuto un ruolo preminente le attività svolte, i tempi, i costi, le qualità, nonché gli aspetti produttivi, gestionali e operativi, la cui declinazione avviene anche sulla scorta di azioni sperimentali e innovative o sulla verificabilità strumentale degli esiti” (Lo Sasso M., 2011, p. 82). Il programma funzionale presentato per ognuna delle tre scuole oggetto dell’esercitazione ha avuto inoltre l’obiettivo di affidare allo studente la determinazione di un’offerta spaziale innovativa e qualitativamente alta. Infatti, è stato richiesto che il progetto rispondesse alle indicazioni delle normative italiane di riferimento per la progettazione degli edifici scolastici. In particolare, ognuno dei temi di riqualificazione e ampliamento dei tre edifici scelti come caso studio è stato sviluppato valutando ogni scelta dal punto di vista della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell’ottica delle indicazioni delle Direttive Europee 31/2010 e 27/2012, puntando alla realizzazione di interventi di Deep Renovation capaci di trasformare gli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero. L’approfondimento alla scala del dettaglio tecnologico è stata parallelamente finalizzata alla scelta di sistemi e componenti d’involucro e d’impianto che non solo garantissero l’autonomia energetica dei nuovi corpi di fabbrica, ma permettessero di produrre energia rinnovabile, così da ridurre la pressione ambientale all’interno dell’area urbana di progetto. Dal punto di vista metodologico l’esercizio progettuale ha riguardato la stesura di elaborati grafici relativi alle scale di approfondimento così come previsto dalla normativa Italiana inerente l’Ex Legge Merloni (legge 11 febbraio 1994, n. 109 “Legge quadro in materia di lavori pubblici”), ovvero: –– fase preliminare, relativa allo sviluppo delle analisi urbanistiche e ambientali, degli schemi progettuali e delle verifiche dimensionali preliminari necessarie a una prima approvazione da parte della committenza; –– fase definitiva, relativa allo sviluppo degli elaborati grafici necessari a descrivere in modo dettagliato il progetto nelle sue caratteristiche geometrico-dimensionali e delle analisi energetiche di dettaglio inerenti all’illuminazione naturale degli ambienti; –– fase esecutiva, relativa allo sviluppo degli elaborati grafici di dettaglio con l’obiettivo di definire inequivocabilmente le soluzioni tecnologiche d’involucro e d’impianto caratterizzanti le scelte progettuali, quali possono essere considerati anche rendering e grafici che esplicitino modalità di costruzione e gestione dell’edificio stesso. La necessità di confrontarsi con una consequenzialità programmatica che ripete tempi e modi tipici della pratica corrente nella professione dell’architetto ha permesso di


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stimolare un “processo di identificazione e analisi del problema; di generazione dell’idea; di raccolta, analisi, produzione e coordinamento dell’informazioni; di trasformazione delle stesse in conoscenza per rendere il processo costruttivo più efficace, con l’ultimo scopo di produrre progetti consoni alle richieste” della committenza e “fornire ambienti emozionanti, vivaci, sostenibili e salubri per tutti coloro che li usano” (Emmitt S., 2011,p. 50). L’esercitazione progettale di matrice ambientale Rispondendo alla richiesta del Comune di Lucca, che è stato coinvolto nelle attività del Laboratorio con il ruolo di committente virtuale dei progetti proposti, abbiamo scelto, come precedentemente ricordato, di lavorare sul tema della ristrutturazione e dell’ampliamento di tre edifici scolastici di proprietà di quest’amministrazione pubblica, facendo riferimento alla normativa nazionale sull’edilizia scolastica (L. 5/7/1975) e alla recente bozza delle linee guida ministeriali sugli edifici scolastici (D. M. 11/04/2013), senza dimenticare le normative sul risparmio energetico (D.lgs. 195/2005 e successive modifiche ed integrazioni), sull’accessibilità degli edifici pubblici (L. 13/89) e sulla sicurezza sismica e di resistenza al fuoco. Le scuole interessate dall’esercitazione progettuale sono state: –– la Scuola primaria e dell’infanzia di San Cassiano a Vico; –– la Scuola primaria della frazione di San Donato; –– la Scuola primaria di San Marco a Lucca. Ispirandoci ai temi presentati nell’ambito del concorso di idee “La Buona Scuola”, emanato dal Governo Italiano nell’autunno del 2015 in concomitanza con l’avvio del Laboratorio, abbiamo proposto ai nostri studenti di affrontare attraverso il progetto i seguenti aspetti: –– riflettere sulla necessità di progettare ambienti didattici innovativi, flessibili, fruibili e pensati in relazione alle esigenze pedagogiche ed educative; –– progettare gli spazi per la didattica nell’ottica del benessere indoor e della socialità; –– riflettere sulla necessità di avere ambienti attrattivi per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica; –– promuovere la sostenibilità ambientale, energetica ed economica attraverso: rapidità di costruzione, riciclabilità dei materiali, alte prestazioni energetiche, utilizzo di fonti rinnovabili e facilità di manutenzione; –– promuovere una maggiore apertura della scuola al territorio, trasformandola così in un centro vitale e in un punto di riferimento per la comunità; –– garantire la presenza di spazi per i docenti da dedicare alla collaborazione professionale e al lavoro individuale; –– integrare luoghi dedicati alla ricerca, come biblioteche e spazi per lo studio;

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–– pensare a una maggiore flessibilità degli orari di utilizzo dopo la fine delle lezioni con l’opportunità di svolgere svariate attività permettendo così l’acquisizione di finanziamenti a beneficio del mantenimento della struttura; –– progettare edifici concepiti come strumenti educativi finalizzati a sviluppare competenze tecniche e sensoriali; –– assicurare la presenza di spazi verdi: ripensando in funzione della didattica la relazione tra l’edificio e l’ambiente naturale circostante. Rispondendo alle richieste programmatiche della Pubblica Amministrazione, in accordo con l’approccio metodologico sviluppato nell’ambito del Laboratorio, abbiamo inoltre chiesto di: –– progettare gli edifici destinati a ospitare l’ampliamento con tecnologie innovative, antisismiche, ecologiche ed efficienti per il raggiungimento della Classe energetica A, così come previsto dalla normativa italiana; –– prevedere che una superficie notevole delle coperture degli edifici esistenti e/o da progetto fosse destinata all’alloggiamento di pannelli fotovoltaici che potessero produrre l’energia elettrica necessaria ad alimentare una pompa di calore, integrata da caldaia a condensazione, a servizio degli impianti di riscaldamento a bassa temperatura; –– riqualificare l’involucro architettonico degli edifici esistenti, migliorandone la prestazione energetica e cambiandone l’aspetto estetico, con l’obiettivo della drastica riduzione dei consumi energetici globali e del relativo impatto ambientale; –– aumentare eventualmente del 20% la volumetria del corpo di fabbrica di nuova costruzione attraverso la progettazione di serre integrate, anche se solo parzialmente, nell’edificio. Gli studenti hanno inoltre dovuto sviluppare i loro progetti secondo un approccio di tipo esigenziale-prestazionale con l’obiettivo di creare nuovi spazi da adibire alla funzione didattica adeguati alle esigenze formative e organizzative di una scuola in continuo mutamento. Gli ambienti dedicati all’attività pedagogica sono stati pensati come spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi; ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati. L’adattabilità ambientale ha caratterizzato anche la progettazione degli spazi esterni, riconfigurando le scuole oggetto di esercitazione come civic center in grado di fungere da motore del territorio, valorizzandone le istanze sociali, formative e culturali. Particolare attenzione è stata posta, infatti, al collegamento tra il progetto dei nuovi volumi con gli edifici esistenti, e tra il progetto nel suo complesso col contesto ambientale e urbano di


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riferimento, chiedendo di inserire, dove possibile, nuove funzioni che dessero la possibilità di fruizione anche in orario non lavorativo e da parte di utenti esterni. Il tema progettuale è stato affrontato con sensibilità e attenzione da tutti i giovani architetti coinvolti nel seminario: –– le studentesse T. Pignatale e I. Tramentozzi, che hanno affrontato il tema dell’ampliamento e della riqualificazione del plesso scolastico di San Cassiano a Vico, hanno scelto di utilizzare l’escamotage della facciata ventilata, realizzata con panelli colorati in alluminio del tipo Trespa, per rinnovarne totalmente l’immagine, caratterizzando il nuovo corpo di fabbrica con la dotazione di una serra solare capace di interagire dinamicamente con le condizioni climatiche esterne; –– i tre gruppi coinvolti nell’intervento di efficientamento energetico e di nuova costruzione della Scuola primaria di San Donato (gruppo 1: E. Rossi, G. Rovetini; gruppo 2: M.V. Arnetoli, E. Bejko, E. Belardi; gruppo 3: P. Artini, V. Brogi, A. Pucci) sono riusciti a rispondere in modo soddisfacente alle richieste della committenza e del quadro programmatico, proponendo soluzioni caratterizzate dalla scelta di tecnologie stratificate a secco che permettessero di realizzare il nuovo corpo di fabbrica con tempi e costi contenuti e garantissero al contempo la continuità formale con l’edificio esistente, grazie alla possibilità di replicare in modo seriale le soluzioni d’involucro proposte sia nell’intervento di ampliamento che in quello di riqualificazione; –– gli studenti G. Bandini, M. Bozzi, G. Bellini, che si sono occupati dell’efficientamento energetico della Scuola primaria San Marco a Lucca, sono partiti da un’analisi attenta e scrupolosa dello stato di fatto, accompagnata da un’accurata valutazione energetica dei consumi, finalizzata alla radicale trasformazione dell’immagine architettonica dell’edificio e alla riduzione del suo fabbisogno energetico grazie all’utilizzo di una doppia pelle caratterizzata da un rivestimento esterno in pannelli di alluminio microforato capaci di cambiare dinamicamente configurazione in relazione alla radiazione solare incidente. Conclusioni Gli ottimi risultati ottenuti, illustrati nelle pagine seguenti, hanno dimostrato come la possibilità di applicare la conoscenza teorica (acquisita attraverso le lezioni frontali del Laboratorio) allo sviluppo di progetti, che nascevano dalle richieste di una committenza reale rispetto a luoghi esistenti, ha condotto lo studente a ripensare l’approccio progettuale sulla base della necessaria riflessione ambientale, valutando le scelte compositive, formali e tecnologiche alla luce di una nuova consapevolezza professionale che prescinde dal solo risultato estetico dimensionale, ma che è capace di scendere alla scala dell’approfondimento del dettaglio

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esecutivo, nel quale i temi della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica accompagnano l’intero processo creativo sin dalla sua gestazione. La possibilità di verificare le soluzioni tecnologiche attraverso l’utilizzo di software appropriati e il costante riferimento al modulo di Tecniche del Controllo Ambientale hanno inoltre consentito ai giovani architetti di comprendere la necessità di accompagnare tali momenti creativi con altrettanti momenti di validazione quantitativa che garantissero la selezione delle configurazioni e degli scenari meno impattanti nell’ottica dell’intero ciclo di vita dell’edificio. Le soluzioni tecnologiche energeticamente efficienti e ambientalmente sostenibili risultano così strettamente connesse e integrate alle soluzioni progettuali di carattere compositivo e talora sono giustificate da una, seppur limitata, analisi costi benefici che denota la sensibilità dello studente verso il tema dei costi di gestione e manutenzione del patrimonio pubblico. Trattandosi di edilizia scolastica è risultato, infatti, fondamentale, come prima ricordato, riflettere sulla necessità dell’adozione di materiali, sistemi, componenti e impianti che garantissero durata e facilità di manutenzione oltre che un ottimo comfort indoor all’interno degli ambienti scolastici nuovi e/o esistenti. I progetti sviluppati nell’ambito del seminario sono riusciti a superare l’approccio scolastico determinato dal contesto accademico di riferimento configurandosi come e veri e propri elaborati progettuali connotati da un dettaglio e da un’originalità dell’approfondimento tali da poter essere trasformarti in soluzioni architettoniche pronte a essere oggetto di esecuzione e cantierizzazione da parte dell’Amministrazione Pubblica. La qualità del risultato ha validato la scelta del metodo d’insegnamento, contribuendo a incrementare la maturità cognitiva dei giovani architetti legata proprio alle scelte tecnologiche e ambientali fatte alla scala del progetto. La speranza è che quest’esperienza, che ci auguriamo non rimanga isolata nel loro bagaglio culturale, li aiuti a riflettere sull’impegno etico del ruolo professionale che sono chiamati a svolgere negli anni a venire: un ruolo che richiede sempre più specializzazione e cura alla scala del dettaglio tecnologico per il progetto integrato, ma soprattutto responsabilità verso scelte che possono incidere in modo irreversibile sul nostro futuro e su quello delle prossime generazioni.


il seminario sull’edilizia scolastica • rosa romano

Bibliografia Caragliu A., Del Bo C., Nijkamp P. 2011, Smart Cities in Europe, in «Journal of Urban Technology», vol. 18, Routlege. Emmitt S. 2011, Progettazione tecnologica in un contesto sensoriale multidisciplinare, «Technè», n. 2, pp. 44-51. Legambiente, Ecosistema Scuola, 2016, XVII Rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi, Roma. Lo Sasso M. 2011, Il progetto come prodotto di ricerca scientifica, «Technè», n. 2, pp. 78-85. Massini I. 2016, Scuole innovative per la Smart City. Verso la Buona Scuola, Master di II livello “Il Progetto Della Smart City”, Dipartimento di Architettura Università di Firenze, non pubblicato. Torricelli M.C. 2011, Progettazione tecnologica – Ricerca e pratica nel progetto di architettura, «Technè», n. 2, pp. 16-23.

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Progetto di riqualificazione e ampliamento della Scuola Primaria “C. Piaggia� San Cassiano a Vico Istituto Comprensivo Statale Lucca


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Aerofotogrammetrico foglio 20G25

pagina a fronte in alto Fotografie dello stato di fatto della scuola

Lo stato attuale Il complesso scolastico Carlo Piaggia a San Cassiano a Vico, nel Comune di Lucca, si presenta come un organismo architettonico disgregato; questa caratteristica è determinata, probabilmente, dalla non contemporanea realizzazione dei due edifici che lo costituiscono, destinati rispettivamente a Scuola Primaria (lato est) e Scuola dell’Infanzia (lato ovest). Entrambi i corpi di fabbrica presentano:

–– una struttura in calcestruzzo armato che ne determina la regolarità formale della distribuzione spaziale; –– chiusure verticali realizzate in laterizio forato intonacato e infissi in alluminio vetrocamera senza taglio termico; –– solai laterocementizi risolti come coperture piane e/o inclinate. Dal punto di vista dell’organizzazione spaziale:


scuola primaria “c. piaggia”

–– la scuola primaria è costituita da un’unica sezione didattica, organizzata in cinque aule di circa 40,00 mq ciascuna, e da ambienti destinati a ospitare: un’aula per attività ludico motorie; una biblioteca; un laboratorio informatico e una mensa. Tutti gli spazi del pianto terra sono connessi da un ampio atrio coperto che è destinato a ospitare le attività di gruppo in relazione alle esigenze degli insegnanti; –– la scuola per l’infanzia è organizzata in tre sezioni che si aprono intorno a un cortile centrale per le attività libere; completa il corpo di fabbrica una piccola mensa, provvista di cucina per la preparazione dei pasti. Non sono evidenti fenomeni di degrado. Il complesso scolastico, che peraltro non è caratterizzato da elementi di pregio architettonico, presenta consumi energetici elevati e risulta sottodimensionato rispetto alle prospettive di crescita del Comune, che vorrebbe trasformare il plesso esistente in un vero e proprio Polo Scolastico nel quale spostare la Scuola Primaria a tempo pieno, attualmente localizzata a San Pietro a Vico a soli 2,5 km di distanza dall’area in oggetto.

Alla luce dello stato di fatto sopra descritto il Comune di Lucca ha espresso l’esigenza di: –– realizzare un nuovo corpo di fabbrica (con una superficie massima di 450,0 mq distribuita su due piani) nella resede tra i due edifici esistenti; –– costruire un collegamento coperto tra tutti gli edifici scolastici che permetta la loro fruibilità in condizione di comfort e di sicurezza; –– riqualificare energeticamente i corpi di fabbrica esistenti con tecnologie capaci di ridurne drasticamente i consumi energetici senza aggravarne la condizione strutturale. In accordo con il Comune di Lucca si è deciso di prevedere la collocazione delle seguenti funzioni nel nuovo copro di fabbrica –– una mensa, di circa 150,0 mq, completa di locale sporzionamento e servizi; –– un’aula per le attività motorie, di circa 145,0 mq, dotata di servizi igienici e magazzino.

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Pianta del piano terra del Polo A sotto foto dello stato di fatto Polo A

pagina a fronte in alto Pianta del piano terra del Polo B in basso Pianta del piano primo del Polo B


scuola primaria “c. piaggia”

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“clima-forma-materia” che si autoalimenta Tatiana Pignatale Ilenia Tramentozzi

Diagramma esigenziale prestazionale

Inquadramento L’individuazione dell’area di progetto all’interno del lotto assegnato è stata oggetto della fase di analisi preliminare. È risultato fondamentale risolvere le criticità legate alla necessità di collocare un nuovo corpo di fabbrica in un’area nella quale esistevano già due edifici scolastici posizionati in modo non regolare. La localizzazione del nuovo edificio, inoltre, è stata determinata dall’analisi delle emergenze ambientali del contesto urbano e dallo studio dei fattori macro e micro climatici della zona geografica di riferimento. L’analisi eliografica è stata utile per individuare le criticità dovute alle ombre portate causate sia dalla presenza dei due edifici esistenti che dagli alberi collocati all’interno del lotto. Lo studio delle ombre portate nelle varie stagioni dell’anno ci ha permesso di determinare quali fossero le piante da spostare

per evitare fenomeni di ombreggiamento sul fronte sud che potessero incidere negativamente sull’adozione di soluzioni tecnologiche per la captazione solare passiva e attiva. L’analisi ambientale ci ha permesso inoltre di definire il concept planimetrico e spaziale del nuovo corpo di fabbrica, che abbiamo scelto di sviluppare rispetto all’asse nord-sud, collocando gli spazi destinati ad ospitare l’attività didattica verso il fronte maggiormente soleggiato e gli spazi di servizio a nord. Abbiamo infine deciso di caratterizzare formalmente l’edificio collocando una grande serra solare in corrispondenza del prospetto sud. La serra è stata concepita con l’obiettivo di smaterializzare buona parte del volume e per contribuire, al contempo, alla riduzione del suo fabbisogno energetico globale, grazie alla possibilità di produrre passivamente calore e attivamente energia elettrica.


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Pianta delle unitĂ ambientali


“clima-forma-materia” che si autoalimenta

Obiettivi del progetto Uno degli obiettivi del progetto di riqualificazione e ampliamento è stato quello di dare nuova immagine al complesso scolastico esistente: dotandolo di nuovi spazi fruibili anche dalla comunità (civic center); adottando soluzioni che garantissero la fruibilità degli spazi anche agli utenti diversamente abili e massimizzando il comfort indoor all’interno degli ambienti didattici. L’intervento è stato sviluppato, inoltre, nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ed economica, utilizzando soluzioni tecnologiche capaci di ridurre i consumi energetici dell’intero nucleo scolastico, con l’obiettivo di incrementare le prestazioni energetiche degli edifici secondo gli standard Passivhaus, così da poterli classificare in Classe A. Metodologia e contenuto La progettazione del nuovo edificio scolastico è stata affrontata concependo un corpo di fabbrica permeabile e flessibile, capace di ospitare ambienti da destinare ad attività didattica e a funzione extrascolastica, e dotato di accessi e percorsi di distribuzione e collegamento che garantissero l’indipendenza tra le funzioni didattiche e quelle civiche. Tutti i collegamenti del nuovo corpo di fabbrica e degli edifici esistenti sono stati inoltre pensati e adeguati per garantire l’eliminazione delle barriere architettoniche permettendo l’accesso degli utenti diversamente abili a tutti gli ambienti. Con l’obiettivo di uniformare esteticamente

la nuova costruzione con la riqualificazione dei due volumi esistenti, abbiamo scelto di adottare per tutti e tre gli edifici la stessa soluzione di involucro, differenziando soltanto lo spessore dello strato di isolamento del pacchetto di chiusura scelto, del tipo a facciata ventilata. La soluzione tecnologica adottata, caratterizzata da uno strato esterno realizzato con pannelli di alluminio colorati del tipo Trespa, sarà addossata alla muratura esistente nell’intervento di riqualificazione, previa posa in opera di uno strato isolante, mentre in quello di nuova costruzione costituirà lo strato di finitura di un pannello multistrato a secco che arriverà preassemblato in cantiere. Sia l’intervento di nuova costruzione che quello di ristrutturazione sono stati concepiti cercando di limitarne l’impatto ambientale, per questa ragione sono stati scelti materiali riciclabili e/o riciclati e soluzioni tecnologiche preassemblate a secco totalmente reversibili. Per rispondere a questa logica la struttura portante del nuovo corpo di fabbrica sarà realizzata con travi e pilatri in legno lamellare, capaci di garantire anche una buona prestazione strutturale in caso di sisma grazie all’elasticità del materiale. La serra solare addossata sul fronte sud è stata progettata per massimizzare la captazione solare passiva e attiva. Si tratta di una serra del tipo a guadagno diretto, separata dallo spazio confinato da grandi serramenti mobili regolabili, configurata planimetricamente come un’estensione degli ambienti didattici adiacenti. L’inclinazione di 16° dell’ampia

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Polo C di nuova edificazione Esploso assonometrico

pagina a fronte dall’alto in basso Spaccato del Polo C in alto Strategie impiantistiche al centro Funzionamento invernale della serra in basso Funzionamento estivo della serra


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Inquadramento planimetrico

Fotoinserimento

pagina a fronte Pianta delle coperture, Polo C

superficie trasparente orientata a sud garantisce di captare il 98% della radiazione solare incidente, trasformandola in calore nei mesi invernali e in energia elettrica durante tutto l’arco dell’anno, grazie alla scelta di integrare negli infissi dei pannelli fotovoltaici semitrasparenti in silicio policristallino. I costi di un impianto fotovoltaico di questo tipo, sono più alti rispetto alla realizzazione di un impianto tradizionale, ma il risultato estetico ne permette l’utilizzo a scopo didattico e garantisce di ridurre il surriscaldamento degli spazi confinati dalla superficie vetrata grazie alla possibilità di sfruttare le celle fotovoltaiche come elementi ombreggianti.

L’acqua calda per gli usi sanitari sarà fornita per il 50% da un impianto a collettori solari posti sulla copertura del nuovo edificio scolastico. Una caldaia a condensazione produrrà la restante quantità di acqua calda per i consumi sanitari e termici dell’intero complesso scolastico. Sia nel nuovo edificio, che in quelli esistenti, è stato previsto di integrare un impianto per la raccolta delle acque piovane, collegando i pluviali a delle cisterne di accumulo interrate nelle aree verdi adiacenti i corpi di fabbrica. Per massimizzare il comfort indoor sono state adottate soluzioni finalizzate ad incrementare la ventilazione e l’illumina-


“clima-forma-materia” che si autoalimenta

zione naturale, controllando i fenomeni di abbagliamento all’interno delle aule. Conclusioni Le strategie scelte e il perseguimento dei principi bioclimatici hanno permesso di raggiungere e superare gli standard minimi fissati dalla normativa energetica italiana. Negli edifici esistenti l’intervento di riqualificazione energetica dei sistemi d’involucro opaco e trasparente ha portato a un abbassamento importante dei valori di trasmittanza termica. Per quanto riguarda i sistemi di chiusura verticale: nella Scuola dell’infanzia, si è passati da valori di trasmittanza termica di 0,67 W/mqK a 0,24 W/mqK; nella

Scuola primaria, da 0,32 W/mqK a 0,19 W/ mqK. Nel progetto del nuovo edificio l’obiettivo era il raggiungimento dello standard PassivHaus, per questo motivo l’involucro verticale opaco è stato concepito per garantire valori di trasmittanza termica di 0,14 W/mqK, e un indice di prestazione energetica globale di 8,50 kWh/mq anno, pari al fabbisogno di un edificio classificabile in Classe A+ (consumi inferiori a ≤10 kWh/mq anno). La genesi del progetto sviluppato nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Ambientale può essere sintetizzata nel trinomio “Clima-Forma-Materia” intesi come concetti non scindibili tra loro capaci di genera-

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Progetto esecutivo. Pianta del piano terra del Polo C

pagina a fronte dall’alto in basso Progetto esecutivo Sezione E-E Sezione F-F Sezione del Polo B-C Prospetto Ovest Prospetto frontale Vista prospettica del polo riqualificato

re un prodotto progettuale capace di “autoalimentarsi” sfruttando strategie passive per vivere. La componente Clima è intesa come la fonte di sostentamento primaria, la Forma come integrazione intelligente con l’ambiente e la Materia è intesa come selezione di materie eco-compatibili e funzionali poste alla base del progetto. Aver affrontato la progettazione perseguendo tali principi è stato fondamentale per rispondere alla crisi ambientale odierna provocata dall’eccessivo utilizzo di risorse non rinnovabili e dannose per l’atmosfera terrestre. Riteniamo pertanto sia sempre necessario adottare questo tipo di approc-

cio metodologico progettuale per colmare il divario tra il progresso architettonico tecnico-scientifico e quello etico.


“clima-forma-materia� che si autoalimenta

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Sistema costruttivo. Nodi costruttivi della serra solare Dall’alto in basso Nodo chiusura verticale – Solaio di copertura Stratigrafia 1 • Lastra di cartongesso 15mm • Intercapedine per passaggio impianto elettrico 15mm • Isolante termoacustico in fibra di legno 80mm • Barriera al vapore • Pannello X-Lam in legno d’abete 120mm

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Nodo trave lamellare Stratigrafia 2 • Trave portante in legno lamellare 600x160mm • Infisso in alluminio a taglio termico con doppio vetro bassoemissivo 2

Nodo di ancoraggio trave lamellare-fondazione


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Sezione terra-tetto Spaccato assonometrico

Stratigrafia 3 • Membrana impermeabilizzante 3mm • Tavolato di fissaggio 30mm Sottostruttura in travetti di legno 120mm • Barriera impermeabile traspirante • Isolante termoacustico in fibra di legno 120mm • Pannello X-Lam in legno d’abete 120mm • Barriera al vapore • Intercapedine per passaggio impianto elettrico 15mm • Lastra di cartongesso 15mm Stratigrafia 4 • Rivestimento orizzontale Alu Trespa • Struttura e sottostruttura di fissaggio • Barriera impermeabile traspirante • Isolante termoacustico in fibra di legno 120mm • Pannello X-Lam in legno d’abete 120mm • Barriera al vapore • Isolante termoacustico in fibra di legno 80mm • Intercapedine per passaggio impianto elettrico 15mm • Lastra di cartongesso 15mm Stratigrafia 5 • Pavimentazione in linoleum 10mm • Strato di ripartizione in cotto 20mm • Freno vapore • Pannelli radianti • Isolante termoacustico in fibra di legno 40mm • Isolante in EPS 100mm • Barriera al vapore • Massetto armato 120mm • Vespaio areato tipo Igloo • Magrone 100mm

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Progetti di riqualificazione e ampliamento della Scuola Primaria “San Donato� Istituto Comprensivo Statale Lucca


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Aerofotogrammetrico. Foglio 19F22

pagina a fronte in alto a sinistra Pianta del piano terra in alto a destra Prospetti in basso foto dello stato di fatto

Stato attuale La scuola primaria di San Donato funziona a tempo pieno su due sedi: il plesso di Sant’Angelo, che ospita le prime e seconde classi, e il plesso di San Donato, che accoglie circa cento alunni di terza, quarta e quinta. L’edificio di San Donato è costituito da sole cinque aule, ed è privo di spazi funzionali adeguati all’organizzazione del tempo pieno. La carenza più evidente, considerando le otto ore di scuola quotidiane, è senza

dubbio l’assenza di un locale adibito alla refezione, ne consegue che gli alunni consumano il pasto monoporzione in aula. È opportuno ricordare che la ristorazione scolastica non può essere intesa esclusivamente come semplice soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali, ma deve essere considerata un importante e continuo momento di educazione e di promozione della salute. Al fine di garantire una corretta gestione della refezione, si rende necessario migliorarne le dotazioni strutturali e impiantistiche in termini di disponibilità


scuola primaria “san donato”

di locali e arredi adeguati e confortevoli per la consumazione del pasto. Oltre all’edificazione della mensa l’edificio necessita di un’aula per attività motorie e di laboratori. Per la risoluzione delle problematiche di cui sopra il Comune di Lucca ci ha chiesto di progettare un corpo di fabbrica staccato dalla scuola esistente ma collegato alla stessa con un tunnel chiuso. Il corpo di fabbrica sarà realizzato sul lato sud del plesso scolastico, interessando terre-

ni di proprietà privata. La nuova costruzione dovrà occupare una superficie di circa 450 mq su un piano. La distribuzione interna dei locali prevede la necessità di realizzare: una nuova mensa di circa 160,00 mq, completa di locale destinato alle operazioni di sporzionamento e dei servizi per il personale addetto; due laboratori di circa 50,00 mq ciascuno; i servizi igienici nel numero sufficiente alle funzioni previste.

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una scuola come strumento di apprendimento Maria Vittoria Arnetoli Emis Bejko Elisa Belardi

Analisi territoriale del sito d’intervento e dell’andamento delle ombre e dei venti

Inquadramento L’esercizio progettuale del corso di Progettazione Ambientale nell’anno accademico 2015/2016 verte sul duplice intervento di riqualificazione ed ampliamento della Scuola Primaria di San Donato a Lucca. Il progetto rappresenta la sintesi di un lavoro annuale di ricerca, approfondimento e sperimentazione sul tema degli edifici scolastici, della loro riqualificazione energetica e delle strategie bioclimatiche da adottare nella progettazione. Negli ultimi anni le istituzioni hanno, infatti, riconosciuto il ruolo chiave che gli edifici scolastici hanno nelle nostre città, diventando modelli di riferimento per una comunità che vi si immedesima e che vi attribuisce un profondo valore educativo e civile. Le soluzioni adottate nell’ambito della nostra proposta progettuale nascono quindi

come risposta al quesito sempre più incalzante della riqualificazione dei complessi scolastici esistenti, promosso dalle istituzioni sia a livello nazionale che comunale. Obiettivi del progetto Gli obiettivi generali del progetto hanno previsto: –– la creazione di un complesso scolastico energeticamente efficiente, che promuovesse standard confrontabili con i modelli nearly-Zero Energy Building o con i protocolli di rating CasaClima e Passivhause; –– la realizzazione di spazi progettati in accordo con l’approccio bioclimatico e sostenibile; –– la definizione di spazi accoglienti, flessibili e caratterizzati da alti livelli di comfort indoor.


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Concept progettuale e strategie di intervento


una scuola come strumento di apprendimento

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in alto

Pianta del piano terra in basso Rendering


una scuola come strumento di apprendimento

Il sito su cui siamo intervenuti è localizzato a sud-ovest del centro storico di Lucca, in un’area di media densità urbana che, secondo quanto è emerso fin dalle prime analisi, presenta una vocazione prevalentemente residenziale. Il nuovo ampliamento s’inserisce in un lotto di forma regolare annesso al perimetro del complesso esistente, entrambi disposti longitudinalmente rispetto all’asse stradale di Via di Villa Altieri. L’approccio utilizzato per la definizione del progetto preliminare ha previsto una fase iniziale di analisi del contesto di riferimento. Allo studio delle funzioni urbane e dei sistemi infrastrutturali si è affiancata l’analisi bioclimatica, condotta usando il software Ecotect e lo studio degli elementi di criticità ambientale della zona geografica di riferimento. I risultati di tali analisi sono andati a confluire all’interno di un quadro sintetico descrittivo dei vincoli, delle esigenze e dei requisiti, da cui si sono poi mosse le scelte progettuali definitive. A ciò si è aggiunta una breve esperienza di indagine insieme agli alunni della Scuola Primaria di San Giovanni Valdarno (AR), ai quali è stata rivolta la domanda “Come vorresti che fosse la tua scuola?” con l’obiettivo di comprendere quali fossero le esigenze spaziali ed ergonomiche da realizzare per la progettazione della scuola del futuro. Ovviamente i dati emersi dall’intervista non volevano rappresentare un esaustivo campione di riferimento, ma piuttosto la dimostrazione di come il processo progettuale possa essere

impostato sulla base del modello partecipativo per definire strategie e soluzioni compositive di carattere estetico e spaziale che permettano di dare una risposta sociale sostenibile al momento creativo. Metodologia e contenuto Il concept e la soluzione proposta sono stati definiti sulla base di alcuni principi di riferimento legati alla progettazione ambientale, che possono essere sintetizzati secondo le seguenti macro-categorie: –– volontà di garantire spazi modulari, polifunzionali e flessibili, che possano essere adattati ed attrezzarli velocemente per lo svolgimento di varie attività nell’arco della giornata secondo i vari tipi di utenza: gli alunni che utilizzano l’edificio nelle ore scolastiche e gli adulti che fruiscono degli spazi quando la scuola continua ad essere aperta come civic center; –– raggiungimento di alti livelli di comfort indoor, declinato in tutte le sue accezioni: acustico, termo-igrometrico, di qualità dell’aria e distribuzione della luce; –– efficienza energetica, intesa come adozione di soluzioni tecnologiche d’involucro e d’impianto innovative. I sistemi e le tecnologie utilizzate rendono l’edificio un esempio di architettura pensata responsabilmente, che rispetta le normative europee in ambito di risparmio energetico degli edifici pubblici; –– attrattività degli spazi e del complesso scolastico, che si presta quale occasione

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in alto

Progetto esecutico. pianta del piano terra in basso Rendering della mensa e della palestra

pagina a fronte dall’alto in basso Sezioni Prospetti

di rivitalizzazione del territorio locale, fornendo alla comunità degli ambienti adatti ad ospitare molteplici attività extra-scolastiche di carattere socio-culturale; –– necessità di rendere l’oggetto architettonico uno strumento di apprendimento, un “congegno” tecnologico divertente e leggibile che sia capace di mostrare agli utenti, nelle sue parti più innovative, il suo funzionamento così da permettere agli stessi (alunni in primis) di diventare fruitori consapevoli, conoscitori dei benefici e dei vantaggi apportati dai sistemi

e dalle tecnologie impiegate. In questo modo il polo scolastico sarà valorizzato e arricchito di nuovi contenuti, anche culturali, diventando una sede di diffusione di conoscenze e uno strumento, rivolto alla comunità, capace di rendere i cittadini consapevoli del ruolo dell’edilizia sostenibile come soluzione capace di contrastare i cambiamenti climatici; –– accessibilità degli spazi, intesa come requisito fondamentale capace di garantire la fruibilità della scuola in tutte le sue parti anche agli utenti diversamente abili. Gli obiettivi di efficienza e comfort sono


una scuola come strumento di apprendimento

stati tradotti attraverso la definizione di un organismo architettonico omogeneo, in cui la copertura a terrazza svolge un ruolo chiave di unione tra l’edificio esistente e il nuovo ampliamento: su di essa i bambini possono osservare il camino di ventilazione a chiusu-

ra del cortile interno, su cui sono integrati i pannelli fotovoltaici. All’interno del complesso scolastico gli ambienti didattici, le loro interrelazioni, la forma, la disposizione e le dimensioni sono stati, inoltre, concepiti in funzione:

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Dettaglio Tecnologico Sezione terra-tetto Stratigrafia 1 • Pannello di rivestimento Trespa 10mm • Sistema di fissaggio • Pannello in cartongesso 15mm • Pannello isolante Syntherm 55mm • Pannello in cartongesso 30mm • Isolante Recycle Therm Km0 220mm • Pannello in cartongesso 30mm • Intonaco 20mm

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una scuola come strumento di apprendimento

Dettagli tecnologici della copertura, dell’attacco a terra e dell’involucro Stratigrafia 2 • Pavimentazione in gres • Strato protettivo di tenuta • Guaina impermeabilizzante • Massetto delle pendenze 10mm • Pannello isolante resistente a compressione 50mm • Lamiera grecata • Profilo IPE 240 • Controsoffittatura in cartongesso isolata autoportante 15mm

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Stratigrafia 3 • Intonaco 20mm • Pannello in cartongesso 30mm • Isolante Recycle Therm Km0 220mm • Pannello in cartongesso 30mm • Pannello isolante Syntherm 50mm • Pannello in cartongesso 15mm • Struttura e sottostruttura di rivestimento • Pannello di rivestimento Trespa 10mm

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Sistema costruttivo Dettaglio tecnologico del nodo parete ventilatacopertura Stratigrafia 4 • Pannello di rivestimento Trespa 10mm • Intercapedine d’aria 65mm Pannello isolante Syntherm 150mm • Membrana di protezione UV • Muratura esistente in laterizio

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–– dell’età e del numero degli alunni che ne usufruiranno; –– delle attività che vi si svolgeranno; –– delle unità pedagogiche e dai tipi di insegnamento che saranno adottati. I percorsi distributivi sono scardinati dall’idea statica di mero collegamento, e ripensati come spazi multifunzionali. Nel nostro progetto essi sono stati progettati in modo da essere vissuti e abitati, e per questo sono ampi e illuminati da luce naturale.

L’ambiente distributivo diviene luogo d’incontro, così come il cortile centrale coperto su cui affacciano tutti gli spazi interni. Il collegamento distributivo verticale è assicurato da una scala e da un ascensore, dimensionati in modo da garantire l’accessibilità anche agli alunni diversamente abili. Le scelte progettuali sono state finalizzate all’ottimizzazione della prestazione energetica globale dell’edificio, abbiamo quindi adottato:


una scuola come strumento di apprendimento

–– soluzioni per incrementare la captazione solare passiva e la ventilazione naturale; –– sistemi di schermatura e ombreggiamento; –– impianti per il controllo della qualità dell’aria interna e per l’ottimizzazione dell’illuminazione naturale; –– scelte architettoniche e morfologiche finalizzate alla riduzione dei ponti termici e delle dispersioni energetiche. Per quanto riguarda l’edificio esistente, il progetto è stato sviluppato per rispondere a molteplici requisiti, tutti necessari a ridurne i consumi energetici, come segue: –– l’involucro esterno è stato modificato attraverso l’aggiunta di un pacchetto stratigrafico che permettesse di farlo funzionare come una facciata ventilata, migliorandone notevolmente le caratteristiche termoigrometriche in termini di isolamento invernale ed estivo; –– la copertura è stata modificata interamente, sostituendo quella esistente non isolata con una molto più leggera e coibentata; –– all’interno della copertura, in corrispondenza del cortile interno, è stato realizzato un camino di ventilazione che consente l’areazione e l’illuminazione naturale degli spazi. Nella superficie trasparente di tamponamento del camino solare sono stati integrati dei pannelli fotovoltaici che permettono di coprire, insieme a quelli integrati nel nuovo corpo di fabbrica, il 50% del fabbisogno elettrico del complesso scolastico.

Per quanto concerne l’edificio di nuova costruzione le scelte finalizzate al risparmio energetico hanno riguardato in modo particolare: –– la copertura, pensata in modo da garantire ombreggiamento nel lato più soggetto all’irraggiamento solare: per questo motivo, sul fronte sud la copertura presenta uno sbalzo maggiore che contribuisce, insieme alla presenza di alberi caducifoglie, all’ombreggiamento della vetrata sottostante; –– il cortile interno centrale, la cui copertura vetrata fornisce il supporto per l’integrazione di pannelli fotovoltaici semitrasparenti, con l’obiettivo di produrre energia elettrica e schermare l’ambiente interno. Anche in questo caso la superficie trasparente è stata sollevata rispetto al manto di copertura opaco per permettere l’integrazione di lamelle che consentissero di ventilare naturalmente l’ampio spazio sottostante; –– l’involucro verticale opaco, progettato in modo da garantire alti livelli di isolamento termico e utilizzando un materiale isolante a basso impatto ambientale. Conclusioni Le scelte progettuali inerenti l’intero intervento di riqualificazione e ampliamento sono state compiute immaginando la gestione del cantiere, nel quale dovevano essere coordinati sia i lavori di ristrutturazione dell’edificio esistente che quelli di realizzazione del nuovo ampliamento durante

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Sistema costruttivo Spaccato assonometrico rappresentativo della stratigrafia del fabbricato preesistente a seguito dell’intervento di riqualificazione; sulla struttura continua portante in laterizio viene applicato un cappotto termico costituto da un doppio strato isolante in materiale riciclato e una struttura autoportante che sorregge una parete ventilata

Sistema costruttivo Spaccato assonometrico illustrativo della composizione stratigrafica della nuova realizzazione; la struttura portante è in acciaio e gli elementi di chiusura sono pannelli isolanti in materiale riciclato, la finitura esterna è realizzata con pannelli in alluminio, il pavimento è galleggiante e integra i pannelli radianti


una scuola come strumento di apprendimento

l’attività scolastica. Si è quindi valutato fin da subito come ottimale l’impiego di un sistema costruttivo a secco, che garantisse di comprimere i tempi di costruzione e di rendere rapidamente l’ampliamento accessibile e operativo. La gestione del cantiere, da avviare durante i mesi estivi, è stata immaginata come segue: –– realizzazione del nuovo corpo di fabbrica, eccetto le finiture esterne; –– avvio dei lavori di coibentazione esterna dell’edificio esistente, rimandando a una

seconda fase la il rifacimento della copertura; –– al momento di riapertura della scuola a settembre, i bambini possono essere accolti nelle parti concluse della vecchia scuola e successivamente spostati nel nuovo corpo di fabbrica per svolgere le attività didattiche abituali, adibendo gli spazi esistenti della mensa e dell’aula motoria ad aule didattiche provvisorie, in attesa della rapida conclusione di tutto l’intervento di riqualificazione.

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nuovo corpo, nuova pelle Paolo Artini Virginia Brogi Alessandro Pucci

Analisi bioclimatica delle ombre portate durante l’anno

Inquadramento La scuola si trova in via di Villa Altieri 74, nel quartiere di San Donato a Lucca, che si estende nella zona a sud-ovest della città. A livello urbanistico, l’area di progetto presenta edifici, a uno o più piani, posti accanto alle storiche corti, che caratterizzavano l’antico quartiere medioevale. L’area è ben collegata alle principali reti stradali della città ed è nelle vicinanze delle uscite Lucca Est e Lucca Ovest dell’autostrada A11. La Stazione ferroviaria di Lucca si trova a 2,4 km dalla scuola ed è raggiungibile sia in auto che in autobus, è però da sottolineare che San Donato non è ben fornito dalla rete dei mezzi pubblici, in quanto è raggiungibile con una sola linea urbana con capolinea in piazzale Verdi vicino alle mura di Lucca. Nel quartiere mancano

luoghi d’interesse pubblico quali: biblioteche (la più vicina si trova a 2,4 km, nel centro storico a Lucca) videoteche, sale espositive e cinema, fondamentali non solo per i ragazzi della scuola ma per tutta la piccola comunità. San Donato non è attraversato da piste ciclabili, esse si trovano solo lungo il fiume Serchio ed intorno alle mura di Lucca. L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica distaccato dalla scuola esistente e ad essa collegato da un tunnel chiuso. L’ampliamento ospiterà: una mensa/spazio polifunzionale, completa di locale destinato alle operazioni di sporzionamento e dei servizi per il personale addetto; un’aula per attività motorie; due laboratori di 50,00 mq ciascuno più nuovi servizi igienici.


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Progetto di riqualificazione energetica e architettonica dell’edificio. Le soluzione proposte

Pagina a fronte Inquadramento planimentrico dell’edificio

Obiettivi del progetto Le recenti linee guida del MIUR inerenti l’edilizia scolastica ricordano che: “Oggi emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, comfort e benessere. La scuola diventa il risultato del sovrapporsi di diversi tessuti ambientali: quello delle informazioni, delle relazioni, degli spazi e dei componenti architettonici, dei materiali, che a volte interagiscono generando stati emergenti significativi. La struttura

spaziale è interpretabile anche come una matrice con alcuni punti di maggiore specializzazione, cioè gli atelier e i laboratori, alcuni di media specializzazione e alta flessibilità, cioè le sezioni/classi e gli spazi tra la sezione e gli ambienti limitrofi e altri generici, cioè gli spazi connettivi che diventano relazionali e offrono diverse modalità di attività informali individuali, in piccoli gruppi, in gruppo. La sequenzialità di momenti didattici diversi che richiedono setting e configurazioni diverse alunni-docente o alunni-alunni sta alla base di una diversa idea di edificio scolastico, che deve essere in grado di garantire l’integrazione, la complementarietà e l’interoperabilità dei suoi spazi. L’adattabilità degli spazi si


nuovo corpo, nuova pelle

estende anche all’esterno, offrendosi alla comunità locale e al territorio: la scuola si configura come civic center in grado di fungere da motore del territorio in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali.” L’obiettivo del progetto, dal punto di vista distributivo ed architettonico, è quindi stato quello di creare uno spazio di apprendimento adatto alle necessità odierne e conforme alle linee guida prima menzionate. Per quanto riguarda l’aspetto legato alla progettazione ambientale l’obiettivo è stato quello di utilizzare soluzioni tecnologiche di involucro e di impianto innovative, antisismiche ecologiche ed efficienti per il raggiungimento della Classe A, intervenendo anche sull’edificio esistente con la riqualificazione

dell’involucro architettonico, migliorandone le qualità energetiche e l’aspetto estetico. Metodologia e contenuto Per quanto riguarda la metodologia progettuale abbiamo adottato un approccio ‘esigenziale-prestazionale’, basato sul trinomio: esigenze, requisiti e prestazioni. Le caratteristiche costruttive adottate hanno tenuto conto delle classi di esigenza dell’utenza finale, espresse dall’ UNI 8289 (sicurezza, benessere, fruibilità, aspetto, gestione, integrabilità e salvaguardia dell’ambiente) riconducibili alle seguenti richieste dell’Amministrazione Comunale: –– realizzazione di un plesso scolastico che abbia la possibilità di diventare “civic cen-

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Pianta del piano terra. 1. ingresso 2. aule 3. laboratori 4. mensa/aula polifunzionale 5. cucina 6. aula per attività motoria 7.spogliatoi 8. WC 9. distributivo 10. portineria e sala insegnanti 11. sala impianti

Pagina a fronte Rendering

ter” e contribuire alla qualità del tessuto urbano circostante; –– realizzazione di spazi flessibili che garantiscano polifunzionalità, comfort e benessere per ogni attività scolastica e extra-scolastica. Allo stesso tempo sono stati garantiti i seguenti requisiti: –– collegamento con la rete dei mezzi pubblici e accessibilità attraverso percorsi carrabili e pedonali sicuri; –– spazio urbano fruibile da tutta la comunità; –– attrattività del complesso (attrezzature urbane, presenza di attività, impatto visivo dell’edificio); –– funzionalità dei nuovi spazi interni;

–– controllo della radiazione solare; –– controllo della temperatura dell’area; –– controllo della ventilazione naturale. Infine abbiamo individuato una serie di prestazioni inerenti le soluzioni tecnologiche adottate: –– piantumazione di alberi caducifoglie per incrementare l’ombreggiamento delle facciate orientate a sud; –– realizzazione di una pensilina in prossimità della fermata dei mezzi pubblici dotata di un sistema di schermatura della radiazione solare diretta; –– messa in opera di un’area pavimentata attrezzata con rampe per l’accessibilità dei disabili, localizzata di fronte agli ingressi;


nuovo corpo, nuova pelle

–– realizzazione di un atrio con funzioni di: ingresso e di filtro fra i due corpi di fabbrica; –– spazio di accoglienza e attesa; –– progettazione di una piazza collegata al sistema urbano da cui si può accedere alle funzioni scolastiche ed extra-scolastiche del nuovo edificio; –– integrazione di spazi polifunzionali quali la mensa e la sala per le attività motorie, che si affacciano sulla piazza ed hanno ampie aperture a sud; –– installazione di una copertura a verde

estensivo per migliorare il comfort indoor; –– alloggiamento in copertura di un impianto solare termico e fotovoltaico; –– utilizzo di sistemi per l’illuminazione naturale; –– adozione di sistemi di rivestimento dell’involucro esistente per migliorarne le prestazioni energetiche e l’aspetto estetico; –– installazione di sistemi di raccolta e riuso delle acque piovane; –– utilizzo di materiali con elevati coefficienti di inerzia termica e isolamento termico.

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Progetto esecutivo. Pianta del piano terra

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Progetto esecutivo. Sezione longitudinale


nuovo corpo, nuova pelle

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Una delle soluzioni tecnologiche caratterizzanti l’intervento di riqualificazione e ampliamento è stata quella inerente la sostituzione della vecchia copertura con una nuova chiusura orizzontale nella quale abbiamo integrato un tetto giardino estensivo con l’obiettivo di creare una continuità spaziale ed estetica tra il nuovo edificio ed il corpo di fabbrica esistente, migliorando il microclima esterno ed il comfort degli spazi sottostanti. Lo spazio tampone che funge da filtro e ospita l’atrio d’ingresso e la portineria diventa elemento di connessione tra la preesistenza e l’ampliamento. La realizzazione del nuovo corpo di fabbrica è caratterizzata dalla costruzione di due nuovi volumi direttamente collegati con l’atrio: uno destinato ad ospitare i laboratori, i servizi e l’aula per l’attività motoria; l’altro concepito come uno spazio polifunzionale da adibire a mensa nelle ore dei pasti. I due corpi di fabbrica, nuovo ed esistente, sono connessi formalmente attraverso la riqualificazione dell’involucro edilizio e l’uso dello stessa soluzione di facciata ventilata che permette di aumentare le prestazioni termoigrometriche dell’involucro opaco e, grazie alla collocazione di listelli in cotto in prossimità delle finestre, di limitare il surriscaldamento degli ambienti interni nelle ore di massimo soleggiamento. La creazione di una piazza/agorà antistante la scuola, collegata al tessuto urbano,

ospitante le funzioni pubbliche del plesso, permette di incrementare la fruibilità dello spazio pubblico di matrice scolastica, che diventa luogo di incontri informali, capace di accogliere ambienti per le attività a cielo aperto legate allo sport e/o al tempo libero. L’intervento di riqualificazione e ampliamento è, infatti, stato pensato per trasformare il plesso scolastico nella sua interezza in un elemento di connessione sociale capace di contribuire, incrementandola, alla qualità del tessuto urbano circostante. Conclusioni Tutte le soluzioni tecnologiche adottate sono state scelte nell’ottica della sostenibilità ambientale dell’intervento e dell’efficienza energetica globale dell’edificio. L’analisi dell’illuminamento degli spazi interni, effettuata con il programma Velux, ci ha permesso di valutare l’incidenza dell’illuminazione naturale in ogni ambiente della scuola. Abbiamo studiato gli spazi destinati a ospitare le destinazioni d’uso principali, quali: la mensa, le aule, l’aula per l’attività motoria e l’atrio. Attraverso il calcolo del rapporto aeroilluminante e del fattore medio di luce diurna (FLDm) abbiamo stabilito la conformità di questi spazi con i fattori minimi in termini di standard igienico sanitari, così come indicato dalla normativa sull’edilizia scolastica e dalle norme tecniche UNI. La distribuzione planimetrica degli ambienti interni è stata progettata in modo da


nuovo corpo, nuova pelle

Sezione terra tetto Spaccato assonometrico Stratigrafia 1 • Tetto verde • Terriccio • TNT • Pannello di polistirene espanso • Strato drenante • Strato impermeabilizzante • Massetto delle pendenze • Coibentazione in Stiferite • Film multistrato B.A.V. • Solaio in acciaio Stratigrafia 2 • Sistema frangisole regolabile • Rivestimento in gres • Doppia pannellatura in cemento rinforzato • Coibentazione in pannelli di Stiferite • Strato d’aria • Coibentazione in pannelli di Stiferite • Doppia pannellatura in cemento rinforzato • Intonaco per interni

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Dettagli tecnologici

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Sezione terra tetto dell’ampliamento Stratigrafia 3 • Tetto verde • Terriccio • TNT • Pannello di polistirene espanso • Strato drenante • Strato impermeabilizzante • Massetto delle pendenze • Coibentazione in Stiferite • Film multistrato B.A.V. • Solaio in acciaio Sezione orizzontale dell’ampliamento Stratigrafia 4 • Sistema frangisole regolabile • Rivestimento in gres • Doppia pannellatura in cemento rinforzato • Coibentazione in pannelli di Stiferite • Strato d’aria • Coibentazione in pannelli di Stiferite • Doppia pannellatura in cemento rinforzato • Intonaco per interni

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nuovo corpo, nuova pelle

sfruttatare nel miglior modo possibile l’irraggiamento solare diretto. Il concept impiantistico è stato studiato in base alle caratteristiche termoigrometriche dell’involucro e alle esigenze della scuola. Per quanto riguarda il controllo microclimatico è stato scelto di utilizzare un impianto di riscaldamento a bassa temperatura coadiuvato da un sistema di ventilazione meccanica, alimentato da un’unità di trattamento d’aria, capace di garantire gli adeguati ricambi d’aria. Il sistema di riscaldamento scelto è del tipo radiante a soffitto. È stato deciso di installare sulla copertura della mensa un impianto solare termico composto da pannelli inclinati di 30° verso sud, tale impianto garantirà la produzione di

circa il cinquanta per cento di acqua calda sanitaria necessaria alla scuola. Tutti i terminali impiantistici e i macchinari al loro servizio saranno installati in un vano tecnico, destinato ad ospitare la centrale termica, collocato nel corpo di fabbrica sito tra la scuola esistente e il nuovo corpo di fabbrica, in modo da ridurre la lunghezza delle tubazioni e limitare le dispersioni termiche dovute al trasporto del fluido termovettore. L’analisi delle caratteristiche termoigrometriche delle chiusure opache verticali e orizzontali e dei componenti finestrati sono state, infine, valutate con il software MC Impianto. Queste verifiche hanno dimostrato la validità delle soluzioni d’involucro adottate in termini di trasmittanza ed inerzia termica.

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riqualificazione consapevole per un benessere sostenibile Edoardo Rossi Gabriele Rovetini

Analisi del sito

Inquadramento La scuola primaria di San Donato funziona a tempo pieno su due sedi: il plesso di S. Angelo che accoglie le classi prime e seconde, e il plesso di San Donato che accoglie circa cento alunni delle classi terza, quarta e quinta. L’edificio di San Donato è costituito da una struttura che ospita cinque aule e gli spazi funzionali essenziali per la vivibilità del plesso, rimanendo privo degli spazi necessari allo svolgimento del tempo pieno. La mancanza più evidente è senza dubbio quella di un locale adibito alla refezione, oltre agli spazi necessari per le attività motorie. Da qui nasce l’esigenza di realizzare un nuovo corpo di fabbrica distaccato dalla struttura esistente, collegato alla stessa attraverso un percorso chiuso e riscaldato. La nuova struttura si collocherà a sud rispetto all’istituto

esistente, nel lotto adiacente, con la possibilità di poter sfruttare in maniera ottimale ed efficiente l’orientamento dello spazio a disposizione. Obiettivi di progetto Il nuovo corpo di fabbrica dovrà contenere: –– una nuova mensa di almeno 160,00 mq, comprensiva di locale destinato alle operazioni di sporzionamento e dei servizi per il personale addetto; –– un’aula per le attività motorie; –– due laboratori dedicati agli studenti di almeno 50,00 mq ciascuno; –– dei nuovi servizi igenici. L’edificio sarà realizzato utilizzando tecnologie innovative, efficienti e rispettose dell’ambiente, con l’obiettivo di raggiungere la classe energetica A. Il progetto prevede


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e pagina a fronte Concept progettuale Strategie di intervento


riqualificazione consapevole per un benessere sostenibile

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Inquadramento planimetrico

pagina a fronte

Rendering


riqualificazione consapevole per un benessere sostenibile

inoltre la riqualificazione del plesso scolastico già esistente, migliorandone le prestazioni termoigrometriche e acustiche e riducendone i consumi energetici. Metodologia e contenuto L’idea di progetto è stata quella di sfruttare nel migliore dei modi la possibilità di sviluppare planimetricamente il nuovo edificio rispetto all’asse eliotermico, ovvero lungo l’asse nord-sud, sistemando la grande sala della mensa, e i due laboratori nella parte dell’edificio maggiormente soleggiata. Questi ambienti, dotati di grandi vetrate, potranno sfruttare per l’intera giornata l’illuminazione naturale, e saranno adeguatamente schermati per evitare il surriscaldamento estivo e nei periodi intermedi.

Nella parte nord-ovest non soggetta a irraggiamento diretto, saranno collocati lo spazio per le attività motorie, affacciato sul giardino interno, e il locale tecnico destinato ad ospitare la centrale termica ed i servizi. Il nuovo edificio è concepito come somma di tre volumi distinti che ospiteranno: –– la grande sala adibita a mensa e il locale sporzionamento; –– i laboratori, i servizi, lo spazio per le attività motorie, ed il locale tecnico; –– un grande ambiente di distribuzione caratterizzato da chiusure verticali e orizzontali trasparenti e collocato in posizione baricentrica rispetto a gli altri due volumi. L’ambiente centrale, progettato come spazio distributivo tra l’ingresso, la mensa, i servizi e i laboratori, è stato concepito come

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Progetto esecutivo Pianta parziale del piano terra

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Progetto esecutivo Prospetto fronte principale

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Progetto esecutivo Sezioni sotto

Rendering Mensa


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Dettaglio tecnologico Sezione terra tetto Stratigrafia 1 • Rivestimento in lastre metalliche • Sistema di drenaggio in granulato di tufo • Pannello isolante • Guaina impermeabilizzante • Isolante termico • Barriera al vapore • Pannello prefabbricato X-Lam 100mm • Pannello in cartongesso ignifugo

Stratigrafia 2 • Involucro trasparente verticale, doppio vetro e montanti in alluminio.

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riqualificazione consapevole per un benessere sostenibile

una serra solare che diventa spazio tampone non climatizzato tra gli altri corpi di fabbrica, contribuendo a ridurre le dispersioni termiche verso l’esterno e a produrre, nei mesi invernali, calore attraverso la captazione solare passiva. La scelta strategica di suddividere il nuovo corpo di fabbrica in volumi distinti è stata dettata inoltre dalla necessità di pianificare nel tempo la sua realizzazione. Una costruzione modulare lascia la possibilità all’Amministrazione Pubblica di decidere i tempi di costruzione in relazione alle sue reali possibilità economiche. Il modulo che ospita la mensa e il locale sporzionamento sarà realizzato interamente in legno e vetro; la struttura da progetto è, infatti, caratterizzata dalla presenza di grandi portali in legno lamellare che scandiscono gli ingressi alla mensa, e da grandi vetrate che si affacciano sulla strada di accesso. Il modulo che ingloba i laboratori, i servizi e l’aula motoria sarà realizzato in pannelli di legno prefabbricato del tipo XLAM. Questo sistema tecnologico, oltre ad essere un’ottima soluzione dal punto di vista del rendimento energetico, grazie alle proprietà isolanti del legno stratificato, consente di accelerare i tempi di messa in opera riducendone conseguentemente i costi: i pannelli arrivano infatti in cantiere prefabbricati, pronti ad essere assemblati sulla fondazione in calcestruzzo, per essere quindi coibentati e finiti nell’arco di poche settimane. A livello impiantistico abbiamo deciso di adottare un impianto ad alta efficienza ali-

mentato da una pompa di calore, che potrà essere connessa alla caldaia a condensazione esistente. Il sistema di riscaldamento scelto è del tipo a pavimento radiante. La ventilazione sarà di tipo meccanico: alimentata da un’unità di trattamento aria collocata all’interno del locale tecnico, e collegata al sistema di aerazione, opportunamente isolato e integrato nella controsoffittatura. È stato deciso di installare sulla copertura un impianto solare termico che, dimensionato in maniera ottimale, garantisce la produzione totale del fabbisogno di acqua calda sanitaria dell’intero plesso scolastico. Il progetto di riqualificazione del vecchio edificio prevede l’eliminazione del locale tecnico attuale, e della caldaia esistente, che sarà trasferita nella nuova centrale termica; questa demolizione ci ha permesso di trovare spazio per localizzare una nuova aula riservata ai professori. Per la riqualificazione del plesso scolastico esistente, è stata fondamentale la decisione di adottare una soluzione d’isolamento a cappotto per la muratura esistente caratterizzata da un nuovo strato di finitura, capace di cambiarne totalmente l’immagine. L’intervento ha riguardato inoltre la sostituzione della copertura a falde esistente con una nuova chiusura orizzontale piana con finitura a tetto giardino estensivo, del tipo DAKU. La nuova copertura oltre ad essere più performante dal punto di vista termoigrometrico consente di limitare l’impatto visivo dell’edificio nel contesto urbano circostante e, attraverso la realizzazione di

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

lucernai in corrispondenza del vecchio atrio della scuola, permette di incrementare il contributo della luce naturale anche negli spazi comuni dell’edificio esistente. Conclusioni Tutte le scelte progettuali sono state orientate al raggiungimento di obiettivi precisi di efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale. Sia le pareti prefabbricate, scelte come tamponamento della struttura del nuovo corpo di fabbrica, che l’isolamento a cappotto, adottato per la coibentazione dell’edificio esistente, hanno permesso di ridurre sensibilmente i consumi per la climatizzazione di en-

trambi gli edifici. Così come la scelta di utilizzare, sia nell’intervento di nuova costruzione che in quello di riqualificazione, infissi a taglio termico con vetro camera bassoemissivo. L’integrazione di un impianto solare termico e di un impianto fotovoltaico sulla nuova copertura, ha infine permesso di aumentare la produzione di energia rinnovabile il loco. La somma di queste strategie d’involucro e d’impianto, congiuntamente alle soluzioni bioclimatiche finalizzate all’incremento del comfort indoor, ci hanno permesso di progettare un edificio con un indice di prestazione energetica (Epi) di 21,93 kWh/mq anno, classificabile in classe energetica A.


riqualificazione consapevole per un benessere sostenibile

Dettaglio tecnologico Spaccato assonometrico esemplificativo delle soluzioni tecnologiche adottate nella mensa: • struttura in X-Lam opportunamente isolata • copertura in lastre metalliche • involucro trasparente • pavimento radiante

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Progetto di riqualificazione e ampliamento della Scuola Primaria “San Marco� Istituto Comprensivo Statale Lucca


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Inquadramento planimetrico Scuola preesiste nte

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Piante del piano terra e del piano primo

Lo stato attuale Il Complesso scolastico di San Marco è ubicato in via Baccelli a Lucca ed è attualmente costituito da tre volumi realizzati in epoche diverse e precisamente: –– negli anni ’60 il corpo di fabbrica che ospita al piano terra la scuola materna a tre sezioni di San Marco e al piano primo i locali di segreteria; –– negli anni ’70 il corpo di fabbrica, in parte di un solo piano, dove è ospitato il refettorio con i relativi servizi, e in parte di due piani, dove sono ospitate le aule; –– negli anni ’80 il corpo di fabbrica che ospita una palestra a uso scuola/quartiere.

L’edificio nella sua complessità era stato concepito per allocare dieci aule, ma a seguito dell’andamento demografico degli ultimi anni, si è reso necessario recuperare ulteriori spazi portando il numero delle aule a tredici e trasformando parte dell’ampio atrio al pianto terra in ambienti per l’attività didattica. Questa scelta ha comportato la rinuncia ad avere spazi coperti da destinare a funzione ricreativa, con un disagio considerevole per alunni e insegnati. L’esigenza dettata dalla necessità di adeguare la scuola al crescente numero di iscritti e di trasformarla in un Polo Scolastico che possa ospitare anche altri studenti


scuola primaria “san marco”

delle scuole del Comprensivo 4, che attualmente si trovano in edifici che non sono di proprietà del Comune, ha condotto la Pubblica Amministrazione a riflettere sulla necessità di ampliare il corpo di fabbrica esistente con una sopraelevazione in corrispondenza della parte centrale a un solo piano. La richiesta è stata quindi quella di riqualificare l’edificio esistente prevedendo la realizzazione di un nuovo volume di 300,00 mq di su-

perficie utile all’interno del quale collocare cinque nuove aule, corredate da una doppia batteria di servizi divisi tra maschi e femmine. Grazie a questa espansione sarà possibile recuperare i tre ambienti attualmente destinati ad attività didattica al pianto terra, così da creare nuovi spazi da utilizzare per attività complementari alla funzione scolastica secondo gli indirizzi moderni dell’istruzione.

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geometrie a colori Giovanni Bandini Giulia Bellini Monica Bozzi

Analisi del sito Studio del soleggiamento

Inquadramento L’area di progetto è situata in provincia di Lucca, in una zona prossima alle mura della città: l’istituto scolastico in questione è costituito da tre corpi di fabbrica principali: –– un primo nucleo, risalente agli anni Sessanta, realizzato in muratura portante, che oggi ospita gli ambienti dirigenziali del complesso scolastico e alcune aule; –– un secondo nucleo risalente agli anni Settanta, realizzato con struttura puntiforme in cemento armato e tamponamento in muratura, ad oggi ospitante due refettori e aule; –– il terzo polo è costituito invece dall’edificio della Palestra, databile attorno agli anni Ottanta, anch’esso realizzato con struttura puntiforme in cemento armato e tamponamento in laterizio.

Le richieste dell’Amministrazione Comunale comprendevano sia la realizzazione di una sopraelevazione di un piano nel corpo centrale dell’edificio scolastico, sia la riqualificazione dell’involucro architettonico dell’edificio esistente, da integrare con soluzioni tecnologiche capaci di sfruttare le energie rinnovabili, come fotovoltaico e solare termico. Per rispondere alle richieste sopra elencate abbiamo avviato un’attenta analisi del sito, sia dal punto di vista del contesto urbano, che ambientale, finalizzata all’individuazione delle criticità e delle potenzialità da utilizzare nella scelta delle soluzioni progettuali, cercando di trovare anche le soluzioni economico-gestionali più adatte a controllare progetti di riqualificazione di edifici pubblici come quelli in oggetto.


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Concept progettuale e strategie di intervento Progetto delle demolizioni degli elementi non strutturali obsoleti

Concept progettuale e strategie di intervento Progetto delle nuove schermature e dell’impianto fotovoltaico

pagina a fronte sopra e sotto

Concept progettuale e strategie di intervento Progetto di riqualificazione energetica


geometrie a colori

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Inquadramento planimetrico della scuola con gli interventi di riqualificazione Planivolumetrico

pagina a fronte

Rendering Fronte principale con l’ingresso

Obiettivi del progetto Gli obiettivi generali che ci siamo prefissati sono stati due: 1. garantire un comfort interno che sfruttasse soprattutto le potenzialità di un involucro ben temperato, alimentato e integrato da impianti per la produzione di energia rinnovabile; 2. dare una nuova immagine all’edificio scolastico, per renderlo un centro attrattivo per il quartiere in cui è inserito.

Per quanto riguarda l’intervento di ampliamento, trattandosi di realizzare cinque nuove aule con servizi annessi, abbiamo cercato, supportati anche dalle normative vigenti, di creare spazi a misura di bambino, dove gli alunni siano capaci di muoversi liberamente, spazi capaci di stimolare la creatività dei più piccoli e coniugare sia lo svolgimento delle attività prettamente scolastiche sia quelle legate alla crescita individuale e sociale.


geometrie a colori

Metodologia e contenuto Per la progettazione dell’ampliamento, abbiamo sviluppato un volume quanto più compatto e scatolare, che s’inserisse perfettamente fra i due edifici già esistenti, e ne favorisse il collegamento, cercando di non gravare sul sistema costruttivo sottostante. Tale volume è composto una sottostruttura in legno lamellare che poggia direttamente sul terreno, così da non dover rinforzare la struttura a telaio in cemento armato esistente. Le tamponature sono costituite da pannelli prefabbricati, stratificati in maniera da limitare le dispersioni termiche, lineari e punti-

formi, verso l’esterno; la stratigrafia proposta è costituita da materiali traspiranti che non incidono negativamente sulle caratteristiche igroscopiche del pacchetto murario esistente e garantiscono il raggiungimento dei limiti di trasmittanza termica previsti dalla normativa vigente. Il corpo di fabbrica è orientato lungo l’asse longitudinale est-ovest: ciò ci ha permesso di proporre una disposizione delle nuove aule secondo tale direzione, inserendo grandi aperture finestrate su entrambi i lati, in modo da favorire l’illuminazione naturale dei locali ad uso didattico, con l’accortezza

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Progetto esecutivo Pianta dell’intervento di sopraelevazione

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Progetto esecutivo Pianta dell’intervento di sopraelevazione con indicazione degli arredamenti sotto

Progetto Dettaglio strutturale Studio dell’illuminanza delle nuove aule

di prevedere sistemi di oscuramento integrati con il rivestimento di facciata, per limitare i fenomeni di surriscaldamento dovuti all’eccessivo irraggiamento. Inoltre, nelle aule che si affacciano sul lato ovest sono stati integrati dei lucernari in copertura così da incrementare la percentuale di

luce naturale anche sulle superfici di lavoro più lontane dalle finestre. Per quanto riguarda la riqualificazione energetica dell’involucro, analizzando i due sistemi costruttivi caratterizzanti gli edifici esistenti (muratura portante e struttura a pilastri e travi in cemento armato


geometrie a colori

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Progetto esecutivo Atrio, rendering

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Progetto esecutivo Aula, rendering

con tamponamento verticale in laterizio), abbiamo deciso di usare due strategie diverse, ossia limitarci ad aumentare l’isolamento termico delle chiusure in muratura e di demolire, invece, le tamponature della struttura a telaio per sostituirle con soluzioni prefabbricate. Tale scelta è stata dettata dalla necessità di migliorare le condizioni ambientali interne, poiché la parte interessata racchiude le principali attività scolastiche, sia didattiche che ricreative; conseguentemente, anche le coperture sono state ripensate, proponendo l’integrazione di tetti giardino di tipo estensivo. L’aspetto austero dell’edificio, a nostro parere, mal si adattava alla sua funzione, perciò abbiamo deciso di uniformare la finitu-

ra esterna delle facciate in due diversi modi: –– per il nucleo in muratura abbiamo optato per un rivestimento esterno di finitura con pannelli decorativi laminati ad alta pressione del tipo TRESPA, scelti in quattro coloriture differenti; –– per il nucleo in cemento armato abbiamo deciso di avvalerci di una seconda pelle, a cui affidare il ruolo sia estetico che di oscuramento degli elementi vetrati. Questo layer è composto da pannelli di lamiera stirata, leggeri e microforati così da consentire l’ingresso della luce ed ostacolare il passaggio della componente termica della radiazione solare incidente, creando un filtro d’aria fra le due superfici di chiusura capace di incrementare la dissipazione del calore.


geometrie a colori

Conclusioni L’analisi energetica delle scelte progettuali, condotta attraverso simulazioni inerenti le proprietà termoigrometriche delle stratigrafie di involucro proposte ed il calcolo del fabbisogno energetico globale dell’edificio, ci ha permesso di quantificare il miglioramento ottenuto in termini di consumi energetici, impatto ambientale e comfort indoor. Le simulazioni hanno dimostrato come l’intervento di riqualificazione abbia permesso di: –– migliorare le prestazioni dei pacchetti murari, abbassando le trasmittanze termiche delle chiusure verticali oltre i limiti previsti dalla normativa energetica italiana; –– incrementare le prestazioni delle chiusu-

re verticali trasparenti, grazie alla decisione di sostituire tutti gli infissi con elementi finestrati con telaio a taglio termico e vetrocamera basso emissivo; –– ridurre i consumi energetici globali grazie all’adozione di un sistema di riscaldamento radiante a pavimento e l’integrazione nei controsoffitti di un sistema di ventilazione meccanica controllata; –– ottimizzare l’illuminazione naturale in tutti gli ambienti, grazie all’apertura di ampie superfici vetrate opportunamente schermate secondo le diverse esposizioni, che permettono di mantenere una connessione visiva con il giardino della scuola e il verde circostante;

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Sezioni e prospetti

–– aumentare la produzione di energia rinnovabile, grazie alla decisione di integrare nella copertura della palestra esistente un impianto a pannelli solari per

la produzione di acqua calda sanitaria da utilizzare nei servizi igienici e negli spogliatoi.


geometrie a colori

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2

Intervento sull’edificio esistente Nodo parete-copertura Stratigrafia 1 • Pannello Trespa Meteon • Intercapedine d’aria • Barriera traspirante ed impermeabile • Isolante termico • Muratura in laterizio esistente

Nuovo edificio Nodo parete-copertura Stratigrafia 2 • Pannello di oscuramento in lamiera stirata • Passerella di ispezione e manutenzione • Intonaco termico • Isolante termico • Pannello OSB • Doppio pannello isolante in fibra di legno • Lastra di gessofibra

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insediamenti produttivi sostenibili il modello apea della toscana •

Tchoban Voss Architekten Nhow hotel, Berlino ©RosaRomano

Aldo Nepi

Responsabile Sostenibilità della Produzione e del Consumo del settore Pianificazione del Territorio presso la Regione Toscana

A un osservatore distratto potrebbe sembrare che tutta l’attenzione degli addetti ai lavori sul futuro dell’industria sia focalizzata sui temi condensati nel termine Fabbrica 4.0, ovvero attinenti la digitalizzazione e la re-ingegnerizzazione dei processi produttivi. Questione senz’altro centrale, ma non sufficiente a spiegare la nuova rivoluzione che investe i sistemi manifatturieri di tutto il mondo: in effetti a ben guardare una componente non secondaria di questo fenomeno è costituita dalla riconversione verde di prodotti e processi, o per parafrasare il legislatore comunitario, da un’economia più efficiente nell’uso delle risorse. Si tratta della prospettiva dell’economia circolare, una strategia di lungo termine essenziale per garantire la crescita e l’occupazione in Europa, in quanto attraverso il recupero di efficienza consente di migliorare la produttività, riducendo i costi e rafforzando la competitività. In questo quadro, uno degli strumenti dimostratisi più efficaci per imporre un modello imprenditoriale coerente con gli obiettivi dell’economia circolare è la simbiosi industriale: concetto derivato dall’esperienza internazionale dei parchi eco-industriali, tipologia di insediamento che può essere efficacemente descritta come “una comunità di imprese che cooperano tra loro e con la comunità locale per ripartire efficientemente le risorse (informazioni, materiali, energia, infrastrutture e ambiente naturale), con l’obiettivo di perseguire l’efficienza economica, la qualità ambientale ed un equo sviluppo delle risorse umane nelle aziende e nella comunità locale”. Perfettamente in linea con questa visione olistica dei contesti produttivi, la Toscana dal 2010 ha elaborato una propria disciplina per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) “finalizzate alla promozione e allo sviluppo di attività artigianali e industriali i cui processi siano gestiti come sistema territoriale d’insieme, in modo da garantire una qualità ambientale complessivamente elevata, unitamente al sostegno, consolidamento e miglioramento della competitività del sistema produttivo regionale, in una prospettiva di sviluppo sostenibile”. Nel modello APEA una costante di tutte le discipline regionali in materia è il grande rilievo assunto dai criteri prestazionali che caratterizzano e qualificano come sostenibile un determinato insediamento. In altre parole, un elemento di evidente convergenza tra le APEA italiane è la ricca dotazione di infrastrutture e servizi nonché la ricerca di soluzioni


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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

migliorative sia a livello di area sia di singola impresa/stabilimento. Analizzando comparativamente i vari testi normativi che compongono la disciplina toscana potremmo estrapolare che “progettare un’APEA significa prevedere un’area caratterizzata dalla presenza e dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi idonei a garantire il rispetto dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, in conformità ai principi di prevenzione e controllo integrati dell’inquinamento, con la finalità di conseguire, unitamente alla competitività del sistema produttivo, la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza…” Consapevole della novità rappresentata da questo approccio, anche per la natura interdisciplinare della materia e per la governance sostenibile proposta dal Regolamento n. 74/2009, la Regione Toscana ha ritenuto opportuno facilitare il decollo del sistema APEA con uno specifico documento che affronta in modo esauriente tutti gli aspetti e consente di definire le migliori modalità operative: “L’applicazione della disciplina toscana sulle APEA: metodologia e casi studio”, articolato in due volumi (Vol. 1: Gli elementi fondamentali del nuovo modello insediativo; Vol. 2: Guida alle soluzioni che soddisfano i criteri prestazionali APEA). In particolare, il secondo volume può essere catalogato come un vero e proprio manuale esemplificativo delle buone pratiche sostenibili applicabili ai luoghi di produzione (aree industriali, ma anche singoli stabilimenti) che, attraverso un lavoro di selezione e di analisi, tende a evidenziare i benefici derivanti da una progettazione di qualità e dall’attivazione di percorsi di partnership tra pubblico e privato. Le APEA in Toscana rappresentano dichiaratamente il vertice dell’evoluzione avvenuta nella progettazione degli spazi produttivi ed é con questa consapevolezza che la proposta regionale vuole fornire insieme un modello selettivo, ma replicabile, e allo stesso tempo un termine di paragone capace di indurre per via emulativa un salto qualitativo a tutti gli insediamenti, anche a quelli non strettamente produttivi. La sfida presenta livelli di difficoltà di tutto rispetto, come sempre d’altronde quando si tratta di innovazione, ma non mancano i segnali che il cambiamento si sia messo in moto. L’ipotesi di miglioramento per contaminazione sembra essere stata recepita già da qualche anno e si è tradotta principalmente nei bandi per la riqualificazione ambientale degli insediamenti produttivi che dal 2008 per tre volte si sono ispirati ai criteri prestazionali e ai requisiti APEA. Anche per questa via si sta assistendo alla diffusione del fenomeno e a un progressivo miglioramento degli insediamenti produttivi esistenti, tipologia giustamente privilegiata rispetto alle nuove urbanizzazioni. Per tutta una serie di fattori — evidenti sinergie con il tema delle certificazioni ambientali, propensione alla cooperazione nella competizione tipica dei sistemi distrettuali, non ultimo la sollecitazione rappresentata dalla legge e


insediamenti produttivi sostenibili il modello apea della toscana • aldo nepi

dalle conseguenti attività di promozione regionali e locali — il panorama toscano è sempre stato particolarmente ricettivo nell’applicazione dei principi dell’ecologia industriale, ma nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un dinamismo inconsueto. Di fatti, proprio in questi ultimi mesi possiamo registrare due eventi emblematici della maturità raggiunta dalle sperimentazioni toscane: da un lato, con l’ottenimento della prima denominazione APEA, è stato coronato il vasto programma di miglioramento ambientale che ha investito le aree industriali di Ponte a Egola nel comune di san Miniato (PI), dall’altro è definitivamente decollato l’ambizioso progetto per la realizzazione dell’APEA di Colmata nel comune di Piombino (LI). Oltre a questi due battistrada, troviamo un drappello di insediamenti che si stanno orientando verso i canoni proposti dal modello APEA: tra i più conosciuti quello dell’area di Capezzano Pianore gestita dal Cons. Le Bocchette di Camaiore (LU), antesignano della figura di Soggetto Gestore su cui si fonda il concetto stesso di Area Ecologicamente Attrezzata. Altre aree coinvolte (con diversi gradi di intensità e/o consapevolezza) in un percorso che potrebbe arrivare alla denominazione APEA sono quelle di Navicelli nella Darsena Pisana (PI), di Sambuca nel comune di Tavarnelle Valdipesa (FI) e di Pianvallico nel comune di Scarperia e San Piero (FI). Vi sono poi insediamenti in cui la prospettiva dell’applicazione del modello APEA rappresenta un obiettivo di lungo periodo, uno sfondo su cui lavorare attraverso interventi che originano da programmi di riqualificazione o rigenerazione urbana. Possono annoverarsi in questa tipologia, per esempio, la Nuova Zona industriale di San Zeno (Arezzo), l’area di Ciocche Puntone (Seravezza), il 1° Macrolotto di Prato, l’area del terziario avanzato di Lucca (ex Bertolli), l’area di Gello (Pontedera), le aree di Querciola e Volpaia (Sesto Fiorentino), ecc. Vi sono, infine, i casi di contesti particolarmente vocati a cui manca un piccolo incentivo per superare il punto di non ritorno: valga per tutti l’esempio dell’area di Sant’Agostino a Pistoia, dove la vicinanza al centro storico ha portato alle estreme conseguenze i fenomeni della terziarizzazione e della mixité funzionale. In situazioni del genere proprio l’approccio APEA potrebbe consentire di recuperare le esigenze delle imprese in una proposta che aumenti l’attrattività dei luoghi migliorandone la qualità e l’eco-efficienza. Del resto l’affermazione di un approccio sostenibile all’insediamento produttivo è ormai percepibile a tutti i livelli di governo: segnali inequivocabili giungono sia dalle istituzioni centrali sia da quelle comunitarie, in particolare nell’attuazione della strategia Europa 2020. Ma in Toscana, forse anche per l’apprezzamento suscitato sul campo, questa opzione insediativa ha ricevuto un avvallo che rivela più di ogni altra considerazione quale sia il modello di area industriale su cui puntare per riavviare il motore dello sviluppo regionale. In proposito il Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015, il principale documento di programmazione

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

della passata legislatura, è stato piuttosto eloquente tanto che vale la pena chiudere questo sintetico inquadramento con un suo breve, ma significativo, estratto dal Principio ispiratore n. 2 “Promuovere uno sviluppo durevole e sostenibile”: “La promozione della crescita, economica e sociale della Toscana si coniuga, e non si contrappone, con la tutela e la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali della nostra regione (ne sono un esempio le aree produttive ecologicamente attrezzate), principio che può rappresentare anche un volano per incentivare forme di produzione e consumo più sostenibili, migliorando l’efficienza, favorendo la riduzione dei consumi energetici e il riuso dei sottoprodotti, sviluppando le fonti rinnovabili, per costruire nuove filiere tecnologiche e creare nuove opportunità occupazionali”.

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Sauerbruch Hutton Architekten Caserma di polizia e dei vigili del fuoco, Berlino ©RosaRomano




il seminario sulle aree produttive ecologicamente attrezzate •

Paola Gallo

prof. Associato e titolare del Laboratorio di Progettazione Ambientale

Wiel Arets, Felix Thies, Maik Ilmer Allianz Headquarters, Wallisellen (Switzerland)

Gli insediamenti produttivi sono, fra tutte le attività umane, quelli che impongono alla società i costi maggiori in termini di qualità ambientale. Diventa quindi particolarmente rilevante riuscire a valutare l’impatto che queste strutture hanno sul territorio su cui insistono, per determinare la pericolosità indotta sull’ambiente in termini di territori compromessi e progettare di conseguenza interventi mirati a ristabilirne la compatibilità ambientale. Indirizzi regionali per la progettazione ambientale delle aree produttive Lo scenario che sottende alla progettazione delle aree produttive però non è ancora caratterizzato da strumenti normativi adeguati e in grado di fornire un quadro completo delle azioni da intraprendere per una progettazione di qualità nel rispetto dell’ambiente. Come primaria conseguenza, a eccezione di sporadiche esperienze, in Italia ha continuato a delinearsi un sistema produttivo fortemente energivoro, caratterizzato da interventi impattanti sul territorio e privo di dotazioni infrastrutturali in grado di limitare il consumo delle risorse e contenere la produzione di elementi dannosi — rifiuti, emissioni inquinanti, rumore — per l’ambiente e le comunità. Questo particolare ambito della progettazione richiede perciò la necessità di sviluppare nuovi principi, modelli e interventi dimostrativi in grado di mettere in risalto quelli che sono i connotati specifici, rinvenibili sia nelle esperienze europee ad oggi già realizzate, sia dalle esperienze sperimentali condotte da amministrazioni e/o consorzi di gestione in piena autonomia. L’occasione per affrontare questo delicato argomento nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Ambientale è nata quindi dall’intento di tradurre operativamente le norme della disciplina sulle APEA1 (acronimo di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzate, concetto introdotto nel panorama legislativo italiano dall’articolo 26 del D.Lgs 112/98 per definire un’area “dotata delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”), che in Toscana è stata completata ormai da tempo, con il Regolamento 2 dicembre 2009, n. 74 e con la successiva approvazione dei criteri che 1

Vedi capitolo 2.2 in questo stesso volume


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ne definiscono le prestazioni ambientali avvenuta con la D.G.R. 28 dicembre 2009, n. 1245. Un disciplinare non prescrittivo, finalizzato a prevenire una progettazione incoerente con le politiche di tutela ambientale e della salute, ormai radicate nella coscienza delle comunità, che propone azioni considerate prioritarie per il raggiungimento di un modello insediativo improntato alla sostenibilità e alla promozione della competitività, al fine di operare con maggior efficacia nel territorio regionale, arricchendo gli strumenti operativi disponibili e rafforzando le scelte e le soluzioni utilizzabili. La complessità della progettazione architettonica dell’APEA impone una gestione sistemica del progetto in grado di coniugare le possibili implicazioni architettonico-ambientali con i principi dell’ecologia industriale. In particolare, la progettazione deve tenere conto dell’area nel suo insieme e considerare ogni infrastruttura, edificio e attrezzatura come parte integrante di un sistema più vasto d’area. L’iter progettuale per una APEA può essere quindi riassunto come segue: Analisi dei sistemi territoriali per l’ubicazione e la pianificazione del sito attraverso la determinazione di: –– aspetti fisici; –– aspetti ecologici (ecosistemi); –– aspetti ambientali-culturali (dinamiche storiche del territorio, valori del territorio); –– aspetti economici; –– reti esistenti (infrastrutture, utenze, di trasporto). Valutazione dei dati raccolti –– Definizione della capacità di carico del luogo; –– esame, rapportato alla dimensione territoriale, della gestione dei sistemi incidenti sulle risorse ambientali (acqua, energia, materie prime, rifiuti, ecosistema e habitat, trasporti, inquinamento). Individuazione dei principi guida alla progettazione dell’area –– Integrazione delle risorse artificiali e/o naturali presenti; –– localizzazione strategica degli insediamenti e dei servizi; –– distribuzione in maniera proporzionale al fabbisogno, delle attività industriali, di servizio, delle aree a verde, del sistema viario; –– ottimizzazione della flessibilità dell’area integrando piccole reti di scambio e grandi dorsali di distribuzione della mobilità, degli impianti, ecc.


il seminario sulle aree produttive ecologicamente attrezzate • paola gallo

–– perseguimento della qualità e della sicurezza della vita lavorativa; –– progettazione partecipata (con il coinvolgimento di amministratori pubblici, tecnici, imprenditori e cittadini per un confronto sulla qualificazione e lo sviluppo della loro realtà territoriale. In particolare, l’incontro con le imprese eventualmente già presenti in loco consente di raccogliere il punto di vista degli imprenditori sulle prospettive di sviluppo della loro attività produttiva, sulla carenza dei servizi, sui punti di forza e di debolezza dell’area, e di favorire il diretto coinvolgimento nel progetto). La metodologia adottata Innovazione, sviluppo produttivo, partecipazione, sostenibilità quindi per una nuova visione di area produttiva: tutti concetti che hanno rappresentato le tematiche strategiche di base per il lavoro didattico condotto nel secondo seminario sulla aree industriali secondo il modello APEA, sviluppato nel Laboratorio di Progettazione Ambientale. Questa seconda sezione della pubblicazione espone, infatti, i risultati del lavoro didattico condotto dagli studenti che hanno affrontato il progetto per l’ampliamento di un’area industriale gestita dal Consorzio “Le Bocchette”2, situata nel comune di Camaiore (LU), con l’obiettivo di riprogettare il comparto con funzioni a completamento e di riqualificare l’attuale insediamento. ll contatto con il Consorzio che gestisce una delle più grandi aree industriali della Versilia ha costituito quindi l’occasione per affrontare il tema delle aree APEA in questo secondo seminario. Il progetto nel suo complesso doveva prestare particolare attenzione al collegamento tra la zona di nuova edificazione e il vecchio insediamento, così come tra il progetto e il contesto ambientale e urbano di riferimento. L’obiettivo era quello di aumentare le potenzialità strategiche dell’area facendo di questo insediamento un polo di interesse anche per la comunità locale con l’inserimento di nuove funzioni da offrire per fruire gli spazi dell’insediamento industriale anche in orario non lavorativo e da parte di utenti esterni; il tutto con particolare attenzione alla sostenibilità dell’intervento, combinando strategie per il comfort indoor e outdoor, impiegando strategie per il risparmio energetico e per la riduzione dell’impatto ambientale. Dal momento che la progettazione sostenibile ha come azione chiave la gestione di tutte le variabili legate ai molteplici fattori ambientali, attraverso i dati raccolti durante le operazioni preliminari e attraverso le informazioni fornite dalle disposizioni normative e dai regolamenti

2 Uno dei Consorzi industriali tra i più grandi della Versilia che raggruppa oltre cento stabilimenti produttivi collocati nell’area di Capezzano Pianore http://www.consorziobocchette.com/

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in materia, gli studenti hanno elaborato un progetto architettonico e ambientale tenendo in considerazione le esigenze di funzione, qualità, e sostenibilità dell’intervento. La progettazione di un’area produttiva ecologicamente attrezzata richiede infatti un nuovo approccio strategico, il cui obiettivo prioritario consiste nel miglioramento della qualità e delle performance ambientali considerate come motore per uno sviluppo economico competitivo e al passo con lo scenario internazionale, per portare ricadute positive su aspetti anche di carattere economico e sociale. In particolare le caratteristiche progettuali che hanno guidato gli studenti nelle soluzioni proposte si sono articolate in: –– identità architettonica; –– integrazione visiva e paesaggistica; –– accessibilità visiva e fisica; –– facile manutenibilità, affidabilità, sicurezza e continuità di servizio; –– efficienza ed ecompatibilità delle risorse; –– progettazione del ciclo di vita; –– principi di progettazione eco-sostenibile; –– integrazione di servizi territoriali, ambientali e tecnologici. Così come nel seminario sull’edilizia scolastica3, l’esercizio progettuale consisteva nell’elaborare un progetto alle diverse scale di approfondimento, secondo la normativa italiana, per poi giungere a una valutazione finale sull’equivalenza tra il progetto elaborato e i requisiti ambientali richiesti dal regolamento APEA della Regione Toscana. Un progetto da elaborare attraverso la riflessione e l’elaborazione dei seguenti punti. Il contesto, con la definizione del rapporto fisico, visivo e funzionale con il luogo attraverso la definizione degli obiettivi e dei vincoli di progetto, con il seguente sistema di obiettivi: –– espansione dell’area industriale; –– connessione tra nuovo intervento e vecchio insediamento; –– creazione di un nuovo polo attrattore locale con nuove funzioni e servizi a integrazione dell’area industriale esistente; –– raggiungimento della qualifica di Area Industriale Ecologicamente Attrezzata secondo le Linee Guida APEA della Regione Toscana.

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Vedi capitolo 2.1 in questo stesso volume


il seminario sulle aree produttive ecologicamente attrezzate • paola gallo

I vincoli, dettati da: –– attraversamento sull’area di una linea di alta tensione che obbliga a mantenere una fascia di rispetto per la localizzazioni di manufatti edilizi. Un esercizio che ha consentito agli studenti di affrontare scelte di carattere tecnico-operativo per la progettazione urbana e l’espansione dell’area industriale secondo il seguente programma funzionale: Progettazione a scala urbana –– Lottizzazione dell’espansione industriale; –– verde pubblico (per esempio spazi di sosta, relax, ecc.); –– viabilità (per esempio piste ciclabili); –– spazi per attività sportive all’aperto (per esempio campi sportivi, aree fitness, climbing, ecc.); –– parcheggi. Progettazione a scala edificio –– Progettazione di un edificio polifunzionale con la possibilità di ampliarne la superficie del 20% da adibire a serra solare; –– foresteria; –– ambulatorio (primo soccorso); –– servizi per l’area; –– spazi relax e di socializzazione; –– sala congressi; –– sala espositiva; –– uffici (per esempio incubatori e co-working). I progetti si sono quindi articolati secondo il percorso progettuale indicato dal documento regionale per la progettazione delle aree APEA che consiste nell’individuare le tematiche ambientali prioritarie per la realizzazione di un’area produttiva ecologicamente attrezzata, mettendo in rilievo i punti essenziali per la pianificazione e lo sviluppo sostenibile, per meglio definire le attrezzature che un’area produttiva dovrà possedere per essere definita ecologicamente attrezzata. Le tematiche individuate riguardano: –– protezione di suolo e sottosuolo; –– tutela delle acque; –– mobilità e logistica; –– energia;

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–– gestione dei rifiuti; –– salvaguardia e valorizzazione dell’habitat e del paesaggio; –– protezione dall’inquinamento (acustico, elettromagnetico, dell’aria); –– salute e sicurezza. I progetti proposti dai gruppi di lavoro su questo tema sono stati quindi affrontati secondo le principali tematiche ambientali che hanno guidato ogni singola fase dell’esercizio; in particolare: –– il gruppo costituito dagli studenti G. Artesi, M.Botta, T. Nencini e M. Tobia ha affrontato il progetto con l’obiettivo di generare un luogo con un ciclo produttivo-energetico capace di soddisfare l’intera necessità dell’area attraverso sistemi tecnologici innovativi e l’interazione sinergica tra le soluzioni adottate, per rendere l’area autosufficiente e assimilabile a una centrale energetica. Agli ampi spazi verdi di matrice organica che disegnano le strade di collegamento interne, ai quali si alternano i lotti da assegnare alla nuova espansione industriale, si contrappone l’edificio direzionale con spiccate caratteristiche di sostenibilità legate alla tipologia costruttiva a secco in acciaio, un involucro leggero e una copertura ‘captante’ che unisce gli spazi sottostanti; –– differente l’approccio del gruppo costituito da B. Battaglia, V. Romita, C. Rossin ed E. Sartoni che ha scommesso sui punti di forza dell’area e sulle sue potenzialità naturalistiche, facendo ruotare l’intero progetto attorno al nucleo pulsante e cioè al nuovo edificio polifunzionale, che si inserisce nella zona più verde del comparto, nel tentativo di riconnettere la parte esistente con quella nuova. Percorsi ciclabili e pensiline fotovoltaiche perimetrano l’intervento con l’intento di favorire l’integrazione sociale a scala urbana mentre l’edificio polifunzionale si propone con i fronti diversificati a seconda dell’esposizione, quasi come una ‘vetrina’ per offrire contenuti caratterizzati e adatti a ogni versante; –– il gruppo degli studenti E. Acquasanta, F. Bagnoli, F. Baldini, J. Barelli infine, a partire dal vincolo ambientale presente sull’area, ha articolato l’insediamento industriale aggregando i nuovi edifici produttivi secondo ‘cluster’ posti proprio lungo la direttrice principale dell’area che la taglia in due e posizionando il blocco polifunzionale all’ingresso dell’insediamento adottando un lessico compositivo che, attingendo dalle caratteristiche formali degli elementi naturali, lo caratterizzasse come una grande lastra rocciosa che emerge dal terreno e si confonde col paesaggio circostante.


il seminario sulle aree produttive ecologicamente attrezzate • paola gallo

Conclusioni I risultati presentati di seguito illustrano il buon livello raggiunto per questo esercizio progettuale e nel contempo dimostrano che la sostenibilità in architettura non consiste semplicemente nel soddisfare gli obiettivi ambientali e neppure basarsi esclusivamente su aspetti soggettivi, ma si deve fondare su approcci olistici dove i singoli parametri in gioco devono essere analizzati e valutati criticamente, per giungere a una pratica progettuale socialmente, culturalmente, economicamente ed eticamente responsabile. Inoltre dimostrano che la progettazione ambientale non deve piÚ essere vista come una specializzazione separata in cui le conoscenze vengono fornite attraverso componenti satellitari all’interno della pratica progettuale, ma piuttosto deve essere parte integrante e fonte di ispirazione dell’intero processo di progettazione.

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Progetti di riqualificazione della APEA Industriale “Le Bocchette� Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata


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Inquadramento territoriale Area di progetto e viabilità principale

Sezione territoriale con indicazione del percorso del sole e direzione dei venti principali

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Foto dell’area

Lo stato attuale Il ‘Consorzio Promozione e Sviluppo le Bocchette’ vanta la presenza di un centinaio di imprese associate (micro, piccole e medie, secondo la definizione canonica) che hanno una forza lavoro complessiva di oltre 1.900 addetti. Le aziende di natura artigianale, industriale e commerciale sono gli ingranaggi di un meccanismo teso a implementare la sua produzione sulla base dei settori trainanti dell’economia regionale e nazionale della

nautica, meccanica, edilizia ed elettronica. L’eterogeneità delle componenti di tale meccanismo rende possibile definirlo come un nucleo che racchiude tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera. “Divenire area APEA significa ‘voler cambiare vita’, significa diversificarsi, quindi divenire un’area produttiva dotata di una nuova filosofia di vita che ha come obiettivo principale un programma di miglioramento delle dotazioni e delle prestazioni ambientali verso obiettivi di sostenibilità


apea industriale “le bocchette”

(socio ambientale), sviluppo locale e crescita della competitività aziendale”. Questa dichiarazione mette in luce la volontà di intraprendere un percorso lungimirante che punta all’efficienza non solo produttiva ma anche energetica, e richiede una riconversione dinamica che possa consolidare l’immagine della principale area industriale di Camaiore e, contemporaneamente, condurla a un’espansione sostenibile. Il lotto si colloca tra una zona marittima a Ovest e una zona collinare-montuosa a est, i

venti dominanti spirano dal mare, durante la stagione estiva, con una velocità media pari a 13 km/h; inoltre, trovandosi in un’area extraurbana, non è interessato da ombreggiamenti rilevanti. In previsione di un aumento dell’attività industriale e, conseguentemente, delle emissioni di CO2, è stato ritenuto opportuno dedicare un’ingente percentuale del progetto all’installazione di alberature e inerbimenti sportivi e ricreativi cosicché fungano da filtro tra l’area produttiva e il contesto rurale limitrofo e possano ovviare

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h ll' i parcheggi h i he d dell'area: 156

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Foto dell’area di progetto

Rili d d Rilievo dell d degrad Rilievo del degrado: i percorsi pedonali

Rilievo del degrado: il fondo stradale Rilievo del degrado: il fondo stradale

P bl ti h d ll' Problematiche dell'are


apea industriale “le bocchette”

alla mancanza di ombreggiamento; il canale che scorre in prossimità della zona interessata fornirà l’acqua necessaria all’irrigazione per mezzo di canali sotterranei. Obiettivi di progetto 1. Operare una riconversione consapevole sfruttando i punti di forza naturalistici dell’area di progetto; 2. attivare un processo progettuale mirato all’indipendenza energetica del consorzio; 3. aumentare la fruibilità e il valore attrattivo dell’area convertendola da luogo esclusivamente di lavoro a luogo d’interesse per un’utenza eterogenea; 4. creare una nuova viabilità articolata in percorsi preferenziali carrabili, ciclabili e pedonali favorendo le attività di car sharing, bike sharing e car pool per un rag-

giungimento dell’area facilitato, condiviso ed ecologico; 5. installazione di pannelli fotovoltaici, tetti verdi e isole ecologiche, utilizzabili anche dai cittadini dei borghi adiacenti per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti; 6. favorire l’interdisciplinarietà attraverso la progettazione di spazi incubatori di nuove imprese e ambienti che permettano la cooperazione tra le varie aziende e la divulgazione di tali esperienze a terzi; 7. creare uno spazio con funzione di ‘vetrina didattica’ che agisca da tramite tra produttore e consumatore; 8. scegliere materiali prodotti in loco in modo da annullare emissioni nocive, costi di trasporto e avere la possibilità di una comunicazione diretta tra progettista e produttore, con conseguente libertà di personalizzazione del prodotto.

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corpo_costruzione. interazione fra unità in una pelle-filtro fra interno ed esterno Gloria Artesi Mariolina Botta Tecla Nencini Michele Tobia

Concept di progetto e strategie di intervento

Inquadramento L’area di progetto fa parte del Comune di Camaiore in Provincia di Lucca. Caratterizzata da un clima mediterraneo e prossima al mare ed al sistema montano delle Alpi Apuane. Nei mesi estivi l’area è lambita da venti caldi provenienti da sud-ovest, mentre nei mesi invernali si registra la presenza di correnti d’aria fredda discensionali provenienti dalle vicine Apuane. La superficie destinata all’ampliamento dell’insediamento industriale esistente è collocata in prossimità dello svincolo autostradale e risulta tangente alla strada statale di collegamento tra Camaiore e la fascia litoranea versiliana. A est del lotto di progetto si trova l’area industriale esistente, già in parte adattata ai parametri APEA.

Obiettivi Gli obiettivi che ci siamo posti nell’ideazione di questa nuova frazione di area produttiva ecologicamente attrezzata, riguardano il raggiungimento di un’elevata qualità architettonica senza sacrificare aspetti legati alla sostenibilità ambientale del progetto. Un caposaldo fra le scelte che in seguito andremo a illustrare è stato l’utilizzo di soluzioni tecnologiche integrate alla scala dell’edificio e finalizzate alla produzione di energia rinnovabile, quali: pannelli solari-termici, fotovoltaici e impianti geotermici. Abbiamo inoltre adottato soluzioni per la riduzione dell’impatto ambientale complessivo della nuova espansione come: –– sistemi di depurazione tramite fitodepurazione;


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Analisi del sito

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Analisi del sito sopra

Concept al centro

Percorso del sole nel solsistizio d’estate e d’inverno sotto

Analisi della viabilità, del verde attrezzato e dell’ubicazione dei capannoni industriali


corpo_costruzione. interazione fra unitĂ in una pelle-filtro fra interno ed esterno

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Strategie di intervento

–– impianti di raccolta delle acque piovane; –– isole ecologiche attrezzate per la gestione consapevole dei rifiuti urbani, –– smaltimento dei rifiuti prodotti in loco in una centrale di cogenerazione. L’obiettivo è stato, infatti, quello di generare un ciclo produttivo ed energetico capace di soddisfare le necessità dell’area, la quale, tramite l’innovazione tecnologica e l’interazione sinergica delle soluzioni adottate, sarà energeticamente autosufficiente e assimilabile a una centrale termoelettrica. Il progetto del centro polifunzionale Le Bocchette è stato sviluppato, inoltre per diventare un modello di pianificazione urbana di tipo olistico basato sui concetti della bioclimatica, capace di integrare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e distribuzione razionale delle risorse.

Metodologia e contenuto La necessità di progettare un nuovo lotto produttivo secondo le caratteristiche APEA nei pressi del complesso industriale esistente, ci ha condotto a un primo approccio al progetto preliminare finalizzato a trovare gli elementi di connessione tra la zona assegnataci e gli isolati ad essa adiacenti, ordinati secondo una maglia ortogonale, da noi recuperata nella sistemazione dei lotti destinati ad ospitare i nuovi stabilimenti industriali. La geometria dell’espansione urbana si sovrappone nel nostro masterplan alla maglia della centuriazione romana, che caratterizza le zone limitrofe a destinazione agricola e che diventa il motivo di demarcazione e definizione dei tracciati pedonali che solcano la superficie dedicata a verde pubblico. I nuovi edifici occupano il lotto con una densità decre-


corpo_costruzione. interazione fra unità in una pelle-filtro fra interno ed esterno

scente verso il confine Nord, per traguardare in uno spazio verde non edificato dove sarà posto il centro polifunzionale. Le infrastrutture di collegamento dell’area sono sviluppate per differenziare il traffico pesante, costituito dai camion che garantiscono l’approvvigionamento di merci e materiali, dalla mobilità a bassa velocità, garantita da un servizio di car-sharing e da una rete di piste ciclabili. Le zone a verde si diramano da un parco centrale verso il perimetro del lotto, nel quale sono collocati orti collettivi e attrezzature sportive. Tutte le zone destinate a ospitare gli incubatori industriali presentano: ampie aree verdi alberate; sistemi di fitodepurazione ove necessari alle lavorazioni insediate; superfici carrabili realizzate con pavimentazione drenante; impianti per la produzione di energia rinnovabile integrati nell’involucro architettonico dei nuovi edifici. Il progetto per il nuovo centro polifunzionale Le Bocchette nasce inoltre con l’intento di trovare una soluzione formale che permetta di integrare la funzione pubblica e privata cui dovrà essere adibito l’edificio. Il nuovo corpo di fabbrica si sviluppa, quindi, secondo uno schema compositivo caratterizzato dalla scelta di circoscrivere lo sviluppo planimetrico in un rettangolo, con il lato maggiore parallelo all’asse est-ovest, nel quale si alternano volumi di dimensione variabile raccordati da una copertura comune che delimita gli spazi di connessione. L’involucro diviene elemento di transizio-

ne e comunicazione fra ambiente interno ed esterno ed è caratterizzato dall’adozione di soluzioni tecnologiche innovative, quali: una struttura portante costituita da travi reticolari tridimensionali e pilastri in acciaio (analoga a quelle utilizzate per la costruzione dei grandi hangar industriali); una pelle esterna composta da elementi d’alluminio microforato; una copertura caratterizzata dall’integrazione di un impianto fotovoltaico in pannelli di silicio policristallino e che, grazie all’alternanza di superfici opache e trasparenti schermate anch’esse da pannelli in alluminio microforato, diventa il filtro materico che lascia traguardare il cielo creando interessanti giochi d’ombre e luce nelle zone comuni sottostanti. Lo spazio di connessione, tamponato superiormente con una superficie vetrata, è concepito per funzionare come una serra solare e si configura come un elemento di transizione non climatizzato tra un corpo di fabbrica e l’altro. La pelle esterna, caratterizzata dalla presenza dei pannelli in alluminio microforato, è pensata come un sistema adattivo che cambia forma e configurazione in relazione alle condizioni climatiche esterne e permette il controllo dinamico dei flussi energetici passanti durante tutto l’arco dell’anno. La distribuzione degli spazi interni risponde a un’attenta analisi bioclimatica legata all’orientamento del corpo di fabbrica, rispetto alla quale gli ambienti di uso diurno sono collocati sul fronte sud, mentre le funzioni

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Masterplan

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Concept progettuale Studio del sistema ambientale


corpo_costruzione. interazione fra unitĂ in una pelle-filtro fra interno ed esterno

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Progetto definitivo Pianta del piano terra

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Rendering Vista della corte interna, vista dell’ingresso, vista dell’area relax sotto

Rendering Vista dell’insieme

ricettive occupano i fronti est ed ovest e i servizi, gli ambienti frequentati saltuariamente e privi di grandi aperture (come la sala conferenze e lo spazio espositivo) sono collocati in corrispondenza del fronte nord. La scelta di utilizzare l’acciaio, per la realizzazione delle parti strutturali, e soluzioni preassemblate a secco, per i tamponamenti verticali (costituiti da pannelli stratificati isolati e finiti con lastre di gesso-fibra) e orizzontali è stata dettata dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale dell’edificio e garantirne la totalità reversibilità. Per quanto riguarda le soluzioni impiantistiche abbiamo deciso di integrare la centrale termica con un impianto geotermico

a sonde verticali che produrrà l’energia necessaria a climatizzare gli ambienti attraverso sistemi radianti a bassa temperatura. L’edificio sarà inoltre servito da un sistema di ventilazione meccanica controllata alimentato dai pannelli fotovoltaici integrati in copertura. L’utilizzo di questi sistemi ci permetterà di azzerare il fabbisogno energetico globale del corpo di fabbrica. Conclusioni I risultati ottenuti con le simulazioni condotte con il software Mc-Impianto rispetto ai sistemi d’involucro opaco e trasparente ci hanno permesso di determinare: –– la trasmittanza termica dei pannelli stratificati a secco da noi progettati e propo-


corpo_costruzione. interazione fra unità in una pelle-filtro fra interno ed esterno

sti come chiusura verticale (U: 0,14 W/m2 K) e come chiusura orizzontale (U: 0,17 W/m2 K); –– il fabbisogno energetico globale dell’edificio, che è risultato pari a 9,58 kWh/m2 anno.

Questi dati hanno dimostrato che le strategie progettuali adottate permettono di ridurre, azzerandoli, i consumi energetici globali del nuovo corpo di fabbrica raggiungendo e superando i target previsti dalla certificazione APEA.

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Progetto definitivo Sezioni

Progetto definitivo Prospetto sud

Progetto definitivo Prospetto nord


corpo_costruzione. interazione fra unità in una pelle-filtro fra interno ed esterno 1

Dettaglio tecnologico Sezione terra tetto Stratigrafia 1 • Pannello in vetro cristallino/ fotovoltaico con nodo a sfera reticolare spaziale • Pavimentazione in quadrotti di cls 20mm • Guaina impermeabilizzante • Doppio strato di OSB 40mm • Strato isolante 80mm • Barriera al vapore • Pannello OSB 20mm • Lamiera grecata • Soffitto radiante in cartongesso Stratigrafia 2 • Trave in acciaio HEB 300 • Doppio strato isolante 140+30mm pavimentazione in parquet 20mm • Sistema per massetto a secco 30mm • Barriera al vapore • Pannello OSB 20mm • Lamiera grecata • Intercapedine per impianti 30mm • Isolante termoacustico 50mm • Soffitto radiante in cartongesso Stratigrafia 3 • Pavimentazione in gres 20+15mm • Intercapedine per passaggio impianti 150mm • Pannello OSB 20mm • Strato isolante 80mm • Guaina impermeabilizzante • Massetto 70m • Vespaio aerato • Magrone 150mm

2

3

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take a walk on the industrial side Beatrice Battaglia Valeria Romita Chiara Rossin Emilio Sartoni

Analisi delle ombre portate durante il solstizio invernale ed estivo

Inquadramento Il “Consorzio Promozione e Sviluppo” le Bocchette vanta la presenza di un centinaio di imprese associate (micro, piccole e medie) che hanno una forza lavoro complessiva di oltre millenovecento addetti. Le aziende, di natura artigianale, industriale e commerciale, sono gli ingranaggi di un meccanismo teso a implementare la sua produzione sulla base dei settori trainanti l’economia regionale e nazionale quali nautica, meccanica, edilizia ed elettronica. L’eterogeneità dei componenti sociali e produttivi di tale meccanismo rende possibile definire il Consorzio un nucleo industriale che racchiude tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera. <<Divenire area APEA significa “voler cambiare vita”, significa diversificarsi, quindi divenire un’area produttiva dotata di una nuova filosofia di produzione e sviluppo che

ha come obiettivo principale un programma di miglioramento delle dotazioni e delle prestazioni ambientali verso obiettivi di sostenibilità (socio ambientale), sviluppo locale e crescita della competitività aziendale >> (Da: “Il vero valore di APEA” – www.consorziobocchette.com) Questa dichiarazione mette in luce la volontà degli imprenditori coinvolti nell’esperienza APEA di Camaiore di intraprendere un percorso lungimirante che punta all’efficienza non solo produttiva ma anche energetica e richiede una riconversione dinamica della catena industriale che possa consolidarne l’immagine e, contemporaneamente, condurla ad un’espansione sostenibile. Al fine di proporre un progetto in linea con i suddetti principi, e con l’obiettivo di comprendere e sfruttare al meglio le potenzialità energetiche dell’area in questione, è stato


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•

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Concept di progetto Strategie di intervento


take a walk on the industrial side

condotto uno studio bioclimatico su larga scala che ci ha permesso di comprenderne le caratteristiche ambientali. Il lotto di progetto si colloca tra una zona marittima a Ovest e una zona collinare/montuosa a Est; durante la stagione estiva i venti dominanti spirano dal mare con una velocità media pari a 13,00 km/h; inoltre, trovandosi in una località pianeggiante, l’area non è interessata da fenomeni di ombreggiamento dovuti alla presenza di alture. In previsione di un aumento dell’attività industriale e, conseguentemente, delle emissioni di CO2, è stato ritenuto opportuno dedicare un’ingente percentuale dell’area di progetto alla piantumazione di alberature e inerbimenti estensivi, oltre che alla realizzazione di attrezzature sportive e ricreative, così da garantire la presenza di zone non edificate che fungano da filtro tra l’area produttiva e il contesto rurale limitrofo, capaci di incidere positivamente sul microclima urbano grazie alla presenza della vegetazione. L’acqua necessaria alle attività dell’insediamento industriale sarà fornita dal canale che scorre parallelamente al lotto di progetto. Obiettivi del progetto Gli obiettivi perseguiti nell’ambito del progetto dell’espansione dell’area industriale le Bocchette sono stati i seguenti: –– operare una riconversione consapevole del lotto esistente sfruttando i punti di forza naturalistici dell’insediamento; –– attivare un processo progettuale mirato

all’indipendenza energetica del Consorzio; –– aumentare la fruibilità e il valore attrattivo dell’area convertendola da luogo esclusivamente di lavoro a luogo d’interesse urbanistico e sociale; –– creare una nuova viabilità, articolata in percorsi preferenziali carrabili, ciclabili e pedonali favorendo le attività di car sharing, bike sharing, e car pool nell’ottica di una mobilità facilitata, condivisa ed ecologica; –– installare pannelli fotovoltaici, tetti verdi e isole ecologiche utilizzabili anche dai cittadini dei borghi adiacenti per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti; –– favorire la diversificazione funzionale tramite la progettazione di incubatori per nuove imprese e ambienti che permettano la cooperazione tra le varie aziende e la divulgazione di tali esperienze a terzi; –– creare uno spazio con funzione di “Vetrina Didattica” che agisca da tramite tra produttore e consumatore; –– scegliere materiali prodotti in loco in modo da annullare le emissioni nocive e i costi di trasporto e promuovere una comunicazione diretta tra progettista e produttore, con conseguente libertà di personalizzazione del prodotto. Metodologia e contenuto Per soddisfare al meglio gli obiettivi preposti nel documento programmatico di progettazione preliminare, ogni fase del processo

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

•

Masterplan

•

Soluzioni di sezioni stradali con indicazione dei diversi tipi di piantumazione previsti

pagina a fronte

Analisi delle strategie progettuali


take a walk on the industrial side

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Masterplan Planimetria e rendering

pagina a fronte sopra

Progetto esecutivo Pianta del piano terra sotto

Progetto esecutivo Pianta del piano primo

progettuale è stata affrontata con l’intenzione di applicare strategie dedicate alle diverse esigenze della committenza e, al contempo, coerenti con una visione d’insieme dell’intero insediamento industriale, in cui il vecchio e il nuovo si fondono a creare un unico nucleo pulsante. L’accesso carrabile alla zona è garantito a Sud dalla strada già esistente che corre tangente alla zona di espansione industriale, a Nord da una strada di servizio per i mezzi pesanti, intervallata da spazi di sosta per lo scarico delle merci, che si inserisce sulla Strada Provinciale 1, via di principale collegamento con i borghi abitati limitrofi. Lungo tali assi viari è stata prevista l’installazione di pensiline fotovoltaiche de-

stinate alle fermate dei trasporti pubblici. I percorsi ciclabili e pedonali, invece, si diramano lungo tutta l’area attraversando le zone più verdi e permettono ai dipendenti di raggiungere il posto di lavoro in bici e agli utenti esterni di visitare l’insediamento produttivo per partecipare alle attività didattiche e sportive organizzate al suo interno. Il nuovo polo produttivo è realizzato con una struttura in acciaio tamponata con pannelli prefabbricati ed è caratterizzato dalla presenza di grandi superfici finestrate in alluminio a taglio termico, schermate da lamelle in legno. Gran parte delle industrie presenti all’interno del consorzio producono materiale edile, per questo motivo


take a walk on the industrial side

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Progetto esecutivo Sezione longitudinale

Progetto esecutivo Sezione longitudinale

pagina a fronte sopra

Progetto esecutivo Prospetto est sotto

Progetto esecutivo Prospetto nord

abbiamo scelto di utilizzare i materiali prodotti da alcune di queste aziende (C.D.E. SNC – impianti elettrici e climatizzazione Aer-mec; INFALL – infissi e serramenti in alluminio a risparmio energetico; MINUTERIE MARENCO – tornitura metalli; VETRERIA MARCO POLO – vetri; FALEGNAMERIA GRACCI – serramenti in legno a risparmio energetico) per la realizzazione dell’edificio polifunzionale. I materiali selezionati sono caratterizzati da basso impatto ambientale, resistenza al fuoco, possibilità di essere utilizzati in soluzioni d’involucro assemblate a secco. Per evidenziare l’integrazione formale tra

la zona industriale e la realtà extra-urbana circostante, la distribuzione dei nuovi venti lotti dell’espansione dell’area industriale, in un primo momento, ricalca l’andamento regolare delle preesistenze per poi assumere una conformazione frammentata e irregolare aprendo dei canali visivi che permettono, a chi costeggia l’area, di individuare facilmente gli edifici produttivi, pensati come suoi punti nevralgici. I lotti sono concepiti in maniera modulare, ma presentano dimensioni planimetriche (comunque rispondenti ai requisiti minimi inerenti il rapporto da garantire tra superficie coperta e superficie perme-


take a walk on the industrial side

abile) e orientamento diversi, in modo da sfruttare al massimo gli apporti solari. La copertura a shed dei nuovi edifici industriali è caratterizzata dall’alternanza di pannelli fotovoltaici per la raccolta di energia solare e tetti verdi le cui proprietà d’isolamento termico, evapotraspirazione, filtraggio di polveri sottili, miglioramento del microclima, protezione dello strato impermeabile e riduzione dell’inquinamento acustico, sono note. La fascia di rispetto attorno ad ogni edificio, è bipartita in aree verdi e pavimentate al fine di essere versatile e adattabile ai più svariati tipi di attività lavorativa. La progettazione del Centro Polifunziona-

le è stata sviluppata perseguendo un’etica compositiva all’insegna dell’ecosostenibilità e prestando attenzione alle esigenze spaziali del Consorzio “Le Bocchette”. Ai fronti maggiori dell’edificio sono state assegnate funzioni percettive differenti: il fronte visibile dalla strada con maggiore percorrenza assolve al ruolo di “Vetrina” del polo industriale, landmark dell’intero complesso; il fronte che si affaccia verso gli altri edifici industriali già presenti nel lotto è stato, invece, inteso come una piazza, un’area di sosta e di raccolta per coloro che vivono quotidianamente la realtà lavorativa del luogo. L’articolazione formale dell’edificio deriva dall’assemblag-

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Dettagli tecnologici Dettaglio A Nodo copertura/ chiusura verticale Dettaglio B Nodo solaio intermedio/ chiusura verticale Dettaglio C Involucro opaco • Pannello in gessofibra • Pannello OSB 10mm • Isolante in lana di roccia • Pannello OSB 10mm • Isolante in lana di roccia 150mm • Pilastro HEB 240 • Pannello OSB 17mm • Pannello in cartongesso 12,5mm

A

Dettaglio D Attacco a terra, fondazione a plinti B

C

D


take a walk on the industrial side

gio delle tre tipologie costruttive individuate per gli altri incubatori, una combinazione di tre volumi di altezza crescente da Est verso Ovest che si distinguono a livello materico, con l’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze dei diversi spazi che andranno ad accogliere. Il Centro polifunzionale è inoltre caratterizzato da una piazza, che grazie al suo sviluppo planimetrico è soleggiata durante tutte le ore del giorno. Per quanto riguarda l’articolazione degli spazi interni, è stata posta grande attenzione alla scelta di soluzioni tecnologiche che favorissero l’illuminazione e la ventilazione naturale. Gli ambienti collettivi come l’area ristoro, lo spazio coworking, la sala relax, l’auditorium e la sala espositiva, sono caratterizzati dalla presenza di grandi vetrate. Gli ambienti destinati ai soli utenti APEA, come l’ambulatorio e gli alloggi della foresteria, sono invece caratterizzati dalla presenza di finestre di dimensioni minori e di lucernai integrati nel solaio di copertura. Tutti gli edifici sono caratterizzati da coperture nelle quali è stato previsto di integrare impianti solari termici e fotovoltaici connessi alla rete elettrica con la quale scambiano energia durante tutto l’arco dell’anno. L’impianto di climatizzazione è alimentato da una pompa di calore elettrica aria/acqua. Questo tipo di generatore di calore è capace di produrre acqua calda sanitaria per il riscaldamento e, nel ciclo inverso, acqua fredda utilizzabile per raffrescare gli ambienti.

Svolge quindi la funzione di caldaia e condizionatore utilizzando l’acqua come fluido termoconvettore all’interno degli edifici. La pompa di calore sarà connessa a un sistema di riscaldamento a bassa temperatura costituito da pannelli radianti a soffitto. Per ridurre ulteriormente i consumi energetici per la climatizzazione abbiamo deciso di integrare l’impianto di riscaldamento con un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore che permette di ridurre l’inquinamento dell’aria indoor. La distribuzione dell’aria all’interno degli corpi di fabbrica di nuova costruzione avviene attraverso dei tubi flessibili che raggiungono i diversi locali dell’edificio. In ogni ambiente sono installate delle bocchette a soffitto per l’immissione e l’estrazione dell’aria. Conclusioni Le verifiche sulle prestazioni energetico-ambientali dell’edificio polifunzionale sono state effettuate con i seguenti software: –– ecotect, verifica dell’esposizione solare e analisi termica annuale; –– mc impianto, verifica della trasmittanza termica dei sistemi d’involucro opaco e trasparente; –– velux, verifiche illuminotecniche. Inoltre, abbiamo valutato la resa degli impianti fotovoltaici integrati sulla copertura degli edifici destinati a ospitare gli incubatori d’impresa. Tali impianti avranno un’estensione di 1500,00 mq ciascuno, con una potenza di picco pari a 93,75 kW, producendo

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educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Dettagli tecnologici Sezione terra tetto

1

Solaio di copertura Stratigrafia 1 • Ghiaia • Manto impermeabile • Isolante in lana di roccia • Massetto a secco • Barriera al vapore • Compensato marino • Lamiera grecata • Trave alveolare ACB Solaio secondo impalcato Stratigrafia 2 • Parquet • Pavilastra • EPS • Massetto a secco • Barriera al vapore • Compensato marino • Lamiera grecata • Trave alveolare ACB Solaio primo impalcato Stratigrafia 3 • Parquet • Pavilastra • EPS • Massetto a secco • Barriera al vapore • Compensato marino • Lamiera grecata • Profilo HEA 300 • Isolante in lana di roccia • Pannello in cartongesso Solaio controterra Dettaglio 4 • Parquet • Pannelli radianti • Massetto portaimpianti • Isolante in lana di roccia • Barriera al vapore • Massetto armato • Vespaio aerato • Magrone

2

3

4


take a walk on the industrial side

108.898,00 kWh/anno di energia elettrica che equivale ad un risparmio in bolletta di circa 9.801,00 ₏/anno e a una riduzione di emissioni di CO2 pari a 57,7 tonnellate l’anno. Grazie all’adozione delle strategie sopra elencate tutti gli edifici dell’area di espan-

sione industriale potranno raggiungere consumi energetici globali tali da essere certificati come edifici di Classe A secondo la normativa energetica italiana, rispondendo ampiamente ai target energetici indicati dalle direttive nazionali sulle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate.

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Venti prevalenti 10

Camaiore (LU)

temperatura massima

Camaiore (LU)

umidità relativa

PROGETTO PRELIMINARE Diagramma percorso solare

PROGETTO PRELIMINARE Stereographic Diagram Location: 41.8°, 12.6°

N

345°

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330°

30°

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300° 1st Jul

60° 1st Jun

NELL’AREA INDUSTRIALE statedistribuiti a batteria. l fiume di Catemperatura massima industriale luppo percorso centrale sono esistente Diagramma percorso solare “LE BOCCHETTE” petto di una fascia LABORATORIO DI lottizzate in 18spaareePerdifavorire circalo sviluppo di straLABORATORIO DI La definizione del modello ell’Abate un nuovo ificabile, occupata 4 PROGETTAZIONE AMBIENTALE PROGETTAZIONE AMBIENTALE 3 temperatura Camaiore minima ziale si è3500 articolata svilup- tegie ale (centrodell’alta 1 nello m2 ciascuna per d’intesa inse- e partnership col(LU) elettrico laborative tra singole aziende, po di un masterplan, maturato nuove funesta fascia di centramodello svi- diare gli edifici a destinazione gli edifici industriali sono stati a partire dal sistema delle esitegrazione umidità relativa e caratteristiche, è industriale distribuiti a batteria. genze e dei requisiti delle com- agglomerati in micro cluster coesistente 1 equinozio autunno 8.30 osta per ospitare favorire lo sviluppo di da strael spastituiti 2/3 edifici. ponenti Per ambientali e attraverso llamodello qualifica princi2 equinozio primavera 8.30 ercorrenza La disposizione la determinazione delle ecaratEcologica3 equinozio estate 8.30 tegie d’intesa partnership col- degli edifici 3si è ata nello rvento: un svilupparco su due principi insediafunzionali e tra dimensionee 4 equinozio inverno 8.30 tuito damaturato un teristiche per- laborative singolebasata aziende, plan,Guida tivi molto semplici: l’esposizione nali a grande scala. 2 pedonale rialzato gli edifici industriali sono estati tema delle Ilesi4 ideale l’allineamento col tracmasterplan è stato ideato sel’intera lunghezza Tracciato canali d’irrigazione Campi coltivati ed aree verdi in micro cluster couisiti delle com1 equinozio autunno 8.30 ciato idrografico dei canali di guendoagglomerati degli assi di sviluppo PROGETTO PRELIMINARE che irrigazione, dovuto alla presenta da una longitudinali, da 2/3 edifici. ali e attraverso 2 equinozio primavera 8.30 erali definite dal stituitidisposizione di campi si prestava naturalmente degli ad za ta tensione La disposizione edifici si è coltivati e alla forne delle ntrale sonocaratstate 3 equinozio estate 8.30 Diagramma percorso solare essere adottata, considerati la te presenza d’acqua in questa enimento didi circa 18 aree basata su due principi insedianali e dimensio4 equinozio inverno 8.30 notevole estensione in lunghez- regione. di rispetto LABORATORIO DI ascuna per inse4 PROGETTAZIONE AMBIENTALE tivi molto semplici: ala. Pur essendo raccolti in piccoli za dell’area ed il vincolo che hal’esposizione icideia manudestinazione

e principi insediamplici: l’esposizione

Tracciato canali d’irrigazione

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30° 40°

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1st Sep

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Bagnioli Francesco

105°

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1st Apr

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180°

Baldini Federico

Barelli Iacopo

STUDENTI: Acquasanta Enrico Baldini Federico ANNO ACCADEMICO: 2015-2016 STUDENTI: Bagnioli Francesco Barelli Iacopo

4

1st Mar

N

345°

330°

165°

L’area di progetto è situata nel comune di Camaiore (LU), all’interno dell’area industriale “Le Bocchette” e risulta delimitata a Nord-Est dalla via della Calla Grande, LABORATORIO confinante con il comune di Massarosa, a Sud con la via dei DI Ghivizzani, a Nord-OPROGETTAZI NE AMBIENTALE vest dalla strada vicinale delle Bocchette e dal fiume diOCamaiore, Fossa dell'Abate. La zona de Le Bocchette costituisce il polo industriale della frazione di Capezzano Pianore, nel territorio comunale di Camaiore, in provincia di Lucca. 9

15

255° 1st Nov

90°

10

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165°

1 equinozio autunno 8.30 2 equinozio primavera 8.30 3 equinozio estate 8.30

Laboratorio diCampi Progettazione coltivati ed aree verdi Ambientale LABORATORIO DI 4 equinozio inverno 8.30

7

22

1 1 1

2 2 2

33 Analisi dell’umidità 3

44

3 3 3

4 4 4

EDIFICIO EDIFICIO NELL’AR NELL’AR EDIFICIO “LE BOC BOC “LE EDIFICIO NELL’AR NELL’AR “LE BOC EDIFICIO Camaio Camaio “LE BOC NELL’AR Camaio “LE BOC Camaio Camaio

PROGE PROGE

Paola Gallo Rosa Romano Cristina CarlettiANNO

STUDENTI: 2015-2016

Acquasanta Enrico

Paola Gallo Rosa Romano Cristina Carletti 45°

8

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1st Oct

13

2 Analisi della radiazioni solari

11

Orografia ed edificato

4 Analisi delle precipitazionià

PROGE Analisi m m Analisi PROGE

Analisi PROGE Analism 11 Analis Analisi m Analis 22 Analis 1 Analis Analisi solarim solari 21 Analis Analis 33 Analis 2 solari 14 Analis Analis 4 Analis solari 3 Analis 2 43 solari Analis 34 Analis 4 Analis

Tracciati stradali

Diagramma temperature temperature medie medie Diagramma

Diagramma umidità umidità relativa relativa Diagramma

Diagramma della della radiazione radiazione solare solare diffusa diffusa Diagramma

Diagramma della della radiazione radiazione solare solare diretta diretta Diagramma

Diagramma temperature medie

Diagramma umidità relativa

Diagramma della radiazione solare diffusa

Diagramma della radiazione solare diretta

Diagramma temperature medie

Diagramma umidità relativa

Diagramma della radiazione solare diffusa

Diagramma della radiazione solare diretta

temperature mediefa parte della regione Diagramma umidità relativa Gran parte dellaDiagramma provincia lucchese geografica nota come Versilia, compresa tra la catena montuosa delle Alpi Apuane, che si sviluppa parallelamente alla costa, e la riviera. Dal punto di vista idrografico, Camaiore è ricchissimo di acqua, presente soprattutto in grandi falde sotterranee. Con l'entrata in vigore della legge regionale 66/2011 gran parte del territorio di Capezzano Pianore e Lido di Camaiore ricade in zona a pericolosità idraulica molto elevata.

Paola Gallo Rosa Romano Cristina Carletti

(LU)

30°

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300° 1st Jul

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o o ti

l’allineamentoCamaiore col tracstato se- ideale ePianore, Capezzano stribuitiideato a batteria. assi di sviluppo o sviluppo di stra- ciato idrografico dei canali di 3 e partnershipche col- irrigazione, dovuto alla presensposizione aturalmente singole aziende, ad za di campi coltivati e alla fordustriali sono stati considerati la te presenza d’acqua in questa in micro cluster coone in lunghez- regione. edifici. nevincolo degli edifici è Pur essendo raccolti in piccoli che siha

N

345°

330°

315°

75°

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DOCENTI:

Location: 41.8°, 12.6°

1st May

70°

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Location: 41.8°, 12.6°

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Stereographic Diagram

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ANNO ACCADEMICO:

Stereographic Diagram

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DOCENTI:

Area industriale Le Bocchette

1st Aug

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ANNO ACCADEMICO: DOCENTI: 2015-2016 Paola Gallo Rosa Romano

STUDENTI:

LABORATORIO DI temperatura minima PROGETTAZI ONE AMBIENTALE

1 Analisi delle temperature

Rosa Romano Cristina Barelli Carletti Iacopo

EDIFICIOPOLIFUNZIONALE POLIFUNZIONALE EDIFICIO eliofania assoluta NELL’AREA INDUSTRIALE NELL’AREA INDUSTRIALE “LE BOCCHETTE” precipitazioni “LE BOCCHETTE”

Gallo BagnioliDOCENTI: Francesco Paola Barelli Federico Iacopo Acquasanta Enrico Baldini

ANNO ACCADEMICO:

2015-2016

umidità relativa

Analisi morfo-climatica

Acquasanta Baldini Federico ANNO Enrico ACCADEMICO: 2015-2016

temperatura minima

PROGETTO PRELIMINARE

Bagnioli Francesco

STUDENTI:

temperatura massima

2015-2016 Cristina Carletti STUDENTI:

precipitazioni

ACCADEMICO:

Baldini Federico

Barelli Iacopo

Acquasanta Enrico

Bagnioli Francesco

Camaiore (LU)assoluta eliofania

DOCENTI:

Baldini Federico

Barelli Iacopo

DIAGRAMMA PERCORSO SOLARE

PROGETTO PRELIMINARE EDIFICIO POLIFUNZIONALE NELL’AREA INDUSTRIALE Analisi morfo-climatica “LE BOCCHETTE”

Paola Gallo Rosa Romano Cristina Carletti

Baldini Federico

Barelli Iacopo

Acquasanta Enrico

Bagnioli Francesco

ANNO ACCADEMICO:

2015-2016

STUDENTI:

ANALISI MORFO-CLIMATICA

Camaiore (LU)

DOCENTI:

di due mesi di siccità estiva dopo essersi unito ad un altro corso d’acqua, va a formare il fiume Lungo la costa, le precipitazioni Camaiore, sfociando, poi, nell’omonima località. L’estuario viene anche raggiungono i valori massimi annuali, chiamato Fosso dell’Abate. Lungo con valori oscillanti tra i 900 e i 1100 tutto il territorio sono presenti anche mm, distribuiti in circa 90-100 giorni piccoli bacini o laghi di dimensione annui; i valori pluviometrici risultano modesta alimentati dalle varie sor- così elevati nella parte settentrionale genti, tra cui particolare rilevanza per l’estrema vicinanza al mare delle Alpi Apuane, esposte agli umidi venidrografica è rivestita dal bacino Ventidel prevalenti lago di Massacciuccoli. In particola- ti che soffiano dal mare (soprattutto re nei pressi della zona industriale di Ponente, Libeccio ed Ostro). L’imme10 NTALE vista idrografico, Capezzano Pianore, sono presenti diato entroterra risente ovviamente EDIFICIO POLIFUNZIONALE ssimo di acqua, numerose coltivazioni, motivo per cui5 di questo influsso, seppur mitigato NELL’AREA INDUSTRIALE o in grandi falde si può facilmente leggere sul territo- dalla lontananza della costa. Il terri“LE BOCCHETTE” toriomesi versiliese rientra rio la di presenza di una fitta ed estesadi due di siccità estivanella zona sidopo essersi unito estiva ad un altro quali vieneluccontiprovincia di due mesi siccità altro smica 3 (sismicità bassa) e nella zona reted’acqua, di canalivae abacini di irrigazione, formare il fiume sia ilper uso pri-corso gione geograare fiume Camaiore (LU) DLungo di classificazione climatica, in cui è utilizzati a talelescopo la costa, le precipitazioni sfociando, poi, nell’omoni, compresa comuni contigui tra Camaiore, Lungo la costa, precipitazioni nell’omoconsentita il’accensione degli impianvalori massimi annuali, nima località. L’estuario anche raggiungono degli acquedotti elle Alpi Apua-raggiungono i valori massimiviene annuali, ene anche di riscaldamento La posizione a ridosso delle oscillanti tra idal 9001°enovembre i 1100 Fossotradell’Abate. LungoAlpicontivalori le bonifiche piùchiamato parallelamente valori oscillanti i 900 e i 1100 ate. Lungo con 15 aprilein per orario giorni massimo Apuane profondamente circaun90-100 il territorio sono presenti anche ilmm,aldistribuiti rea, l’abbondanaenti riviera affac-mm,tutto anche distribuiti ininfluenza circa 90-100 giorni consentito 12 ore giornaliere. clima della le correntiannui; i valoridipluviometrici risultano bacini ocosta laghiversiliese: di risultano dimensione esentainanche unpiccoli divide Bassaannui; i valori pluviometrici dimensione umidenella atlantiche, impattando controcosì elevati nella parte settentrionale alimentati dalle varie sorparticolare simodesta avarie BassasorVersi-secosì elevati parte settentrionale le vicine catene montuose, riversanoper l’estrema vicinanza al mare delle tra vicinanza cui particolare tasso di dissesto che Camaiore, rilevanza pergenti, l’estrema al marerilevanza delle su tuttaesposte regione abbondanti èlarivestita bacino affligge la Alpi re-idrografica clima ed Apuane, aglidal umidi ven- delpre-Alpi Apuane, esposte agli umidi venbacino deluna cipitazioni, soprattuttoti che soffiano dal mare (soprattutto lago di Massacciuccoli. In particolaamarittimi. in vigore della ti che soffiano dal concentrate mare (soprattutto particoladurante mezze stagioni. Nel di il pe-Ponente, Libeccio ed Ostro). L’immere nei pressiledella industriale /2011 gran Ponente, Libeccio ed zona Ostro). L’immedustriale di parte PROGETTO PRELIMINARE riodo estivo l’umidità molto elevata,diato entroterra risente ovviamente Capezzano Pianore, sono presenti Pianore ta idrografico, diato entroterra risente ovviamente opezzano presenti EDIFICIO POLIFUNZIONALE con valori traseppur i 60 motivo e 80%, favorisce coltivazioni, per cui di questo influsso, seppur mitigato re mo di di numerose questo influsso, mitigato ivoricade peracqua, cuiin zona Analisi morfo-climatica INDUSTRIALE il proliferare dileggere insetti, particolare Il terrisi può facilmente territo- dalla lontananza della costa.NELL’AREA aterritoPericolosità nna grandi faldedalla lontananza della costa. insul Il terrisul BOCCHETTE” zanzare, limitato dalla bonifica la presenza di una fittazona ed estesa zona sivata). lied viene conti-toriorioversiliese rientra nella si- deglitorio versiliese rientra nella “LE estesa viene eseguita rete3acquitrini di canaliche e bacini irrigazione, ASTERPLAN per uso pri-smica (sismicità bassa) e di nella zonaa iniziosmica 3 (sismicità bassa) e nella zona rrigazione, eliofania assoluta stagione. fascia costiera in cui è a taleLascopo territorio corrono (LU) omuni contigui D diutilizzati classificazione climatica, in cui è risultaD di classificazione climatica,Camaiore zioni avere climadegli di tipo mediterra-imposto consentitail l’accensione degli fascia impianua, alimentatiè dalgli acquedotti consentita l’accensione impianrispetto di una fattiquindi edilizi ogettuale uali,montane;piùtra i neo, caratterizzato ti di riscaldamento dal 1°occupata novembre La posizione a ridosso delle Alpi precipitazioni imposto il1° rispetto di una fascia oue delle dal novembre centrale inedificabile, abonifiche baseAlpidei ti di riscaldamento 1100 da rari giorni di gelo, ed una media al 15 aprile per un orario massimo Apuane influenza profondamente il ombricese, che ,damente l’abbondanper un orario massimo il al 15 aprile 1 dal tracciato elettrico dell’alta di centrale progetto: inedificabile, occupata orni anche un Area clima della12 costa le correnti consentito di 12 ore giornaliere. nta ore versiliese: giornaliere. le correnti consentito temperatura massima tensione. Questa fascia centraL’area didal di progetto interessa1 ano tracciato elettrico dell’alta o: umide atlantiche, impattando contro articolare ndo controse si tale dalla variante, è situata nel le, viste le sue caratteristiche, è nale vicinetensione. catene montuose, riversano so di dissesto , riversano Questa fascia centraetto interessatemperatura minima Camaiore (LU), all’inporto fisico, delle su tutta ladiregione abbondanti pre- stata predisposta per ospitare ffligge prela re- comune ndanti le, concentrate visteindustriale le sue caratteristiche, èpercorrenza princie, èil luogo situata nel dell’area venl’asse di terno “Le con cipitazioni, soprattutto nsoprattutto vigore della uttograndegli predisposta ospitare aiore (LU), umidità relativa durante stata le mezze stagioni. Nel il pedell’intervento: un parco Bocchette” e risulta delimitata aperpale zione 01 parte all’in. 1Nel il pemmeriodo estivo l’umidità molto elevata, costituito da unPROGETTO perdalla via Calla lineare, PRELIMINARE zzano Pianore gere e dei Nord-Est to elevata, di della percorrenza princiindustriale “Le l’asse ente in zona con valori tra i 60 e 80%, favorisce 2 , favorisce aricade rispettare. Grande, confinante con il comu- corso ciclo-pedonale rialzato pale dell’intervento: un parco ulta delimitata a gato il proliferare di insetti, in particolare Analisi morfo-climatica a Pericolosità ne particolare di Massarosa, a Sud con la che percorre l’intera lunghezza errizanzare,lineare, limitato dalla bonifica degli costituito da un pervia a). nifica della degli Calla via dei Ghivizzani, a Nord-O- dell’area. avi:siacquitrini che viene eseguita a inizio 2 uita a con inizio il comucorso nte fasce laterali definite dal vest dalla stradaciclo-pedonale vicinale delle Le rialzato aona industriaitoriorisulta corrono stagione. La fascia costiera risulta era eliofania assoluta percorso centrale sono state Bocchette e dal fiume di Cao predispoche percorre l’intera lunghezza a, a Sud con la cui è alimentati mediterra-dal- quindi avere clima di tipo mediterralottizzate in 18 aree di circa Fossa dell’Abate ian- a Nord-Oneo, caratterizzato montane; tra i maiore, dell’area. ani, precipitazioni mbre onemedia trachein- da rari giorni di gelo, ed una media 3500 m2 ciascuna per insebricese, EDIFICIO POLIFUNZIONALE auna vicinale delle Le fasce laterali definite dal simo dificazione Definizione del modello di svi- diare gli edifici a destinazione

ella provincia luca regione geograilia, compresa tra delle Alpi Apuaa parallelamente mata riviera affacSi divide in Bassa a. La Bassa Versianche Camaiore, un clima ed una nte marittimi.

Acquasanta Enrico

EDIFICIO POLIFUNZIONALE NELL’AREA INDUSTRIALE “LE BOCCHETTE”

ENTALE

Bagnioli Francesco

5

Studenti:

Orografia ed edificato

Tipo di elaborato:

della radiazione solare diffusa si presenta Diagramma radiazionemite solarema, direttavista la posizione IlDiagramma clima della costa versiliese tutto della sommato a ridosso delle Alpi Apuane, esso è profondamente influenzato dalle correnti umide atlantiche che, impattando contro le vicine catene montuose, riversano su tutta la regione abbondanti precipitazioni, concentrate soprattutto durante le mezze stagioni. Durante il periodo estivo l'umidità è molto elevata, con valori tra i 60 e 80%.

Tracciati stradali

Data:

LABORAT LABORAT PROGETTA PROGETTA LABORAT PROGETTA LABORAT PROGETTA LABORAT PROGETTA


think global, act local Enrico Acquasanta Francesco Bagnoli Federico Baldini Jacopo Barelli

Inquadramento territoriale e analisi climatica ed eliotermica

Inquadramento L’area industriale delle Bocchette si trova a Camaiore e rappresenta il cuore della realtà artigianale-industriale dello storico comune Versiliese, in cui quotidianamente gravitano oltre tremila e cinquecento addetti, tra lavoratori e visitatori. Un’area in espansione, divenuta il punto di riferimento per gran parte dell’area urbana Versiliana, che manifesta una produttività e una ricettività d’interesse regionale. Nata nei primi anni ‘70, l’area ha subito molteplici e positivi cambiamenti infrastrutturali, come ad esempio la realizzazione del vicino svincolo autostradale; opere che ne hanno garantito accesso e fruibilità, con un corrispondente incremento delle economie di scala nei servizi di logistica. Oggi l’area industriale ospita oltre centocinquanta imprese, di micro, piccola e me-

dia dimensione e in molti casi imprese di grande peso e rilievo nell’economia locale, nazionale e internazionale. Obiettivi del progetto L’elaborazione progettuale è stata sviluppata sulla base dei seguenti punti: –– definizione del rapporto fisico, visivo e funzionale con l’ambiente circostante attraverso la definizione degli obiettivi da raggiungere e dei vincoli di progetto da rispettare; –– espansione dell’area industriale nel lotto inedificato e indicato dal Consorzio di Gestione; –– creazione di un sistema di connessione tra l’intervento di nuova edificazione e l’insediamento preesistente; –– realizzazione di un nuovo polo attrattore


186

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

•

Masterplan con indicazione della viabilitĂ esistente e proposta, del nuovo edificato con indicazione dei tetti a verde, dei pannelli solari, delle aree a prato e degli arbusti, delle reti elettriche e idriche

pagina a fronte

Schemi funzionali rappresentativi delle strategie di intervento


think global, act local

187

EDIFICIO POLIFUNZION NELL’AREA INDUSTR “LE BOCCHETTE” Camaiore (LU)

PROGETTO PRELIMIN

Schemi assonometrici

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE AMBIEN

locale (centro polifunzionale), capace di ospitare nuove funzioni e servizi a servizio dell’area industriale esistente; –– raggiungimento della qualifica di Area Industriale Ecologicamente Attrezzata secondo quanto stabilito dalle Linee Guida APEA della Regione Toscana. Metodologia e contenuto La definizione del modello spaziale del progetto sviluppato nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Ambientale è stata articolata nell’ideazione di un masterplan, definito successivamente all’elaborazione

di un meta progetto che ha permesso l’individuazione del sistema delle esigenze e dei requisiti delle componenti ambientali e di conseguenza le caratteristiche funzionali e dimensionali dell’insediamento a grande scala e degli edifici alla piccola scala. Il masterplan è stato concepito sulla base della determinazione di assi di sviluppo longitudinali. Questo schema geometrico è stato scelto per la capacità di risolvere i problemi presenti nel lotto di progetto, caratterizzato da una notevole estensione in lunghezza e dalla presenza di un’area inedificabile collocata in posizione baricentri-


188

•

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Masterplan Masterplan con indicazione della viabilitĂ esistente e proposta, del nuovo edificato con indicazione dei tetti a verde, dei pannelli solari, delle aree a prato e degli arbusti, delle reti elettriche e idriche


think global, act local

ca, occupata dal tracciato elettrico dell’alta tensione. In corrispondenza di questa fascia centrale abbiamo deciso di collocare l’asse di percorrenza principale, sviluppato come un parco lineare, costituito da un percorso ciclo-pedonale rialzato rispetto al piano di campagna, che percorre l’area per l’intera lunghezza. Le zone laterali definite dal percorso centrale sono state lottizzate in diciotto aree di circa 3500,00 mq ciascuna, destinate all’insediamento degli edifici industriali, distribuiti a batteria sulle infrastrutture secondarie. Per favorire lo sviluppo di strategie d’intesa e partnership collaborative tra le singole aziende, gli edifici industriali sono stati aggregati in micro-cluster, costituiti da due e/o tre edifici al massimo. La collocazione e le scelte progettuali legate alle caratteristiche degli edifici si sono basate su due principi insediativi molto semplici: l’esposizione solare ideale e l’allineamento con il tracciato idrografico dei canali di irrigazione, dovuto alla presenza di campi coltivati e di canali per l’irrigazione. Pur essendo raccolti in piccoli agglomerati, ciascuno degli edifici mantiene una totale autonomia rispetto agli altri, essendo dotato di una propria area di pertinenza a verde attrezzato, di un parcheggio coperto, così come di accessi pedonali e carrabili che lo mettono in comunicazione sia con il tracciato stradale esterno che con quello ciclo-pedonale interno. Grande attenzione è stata posta alla pro-

gettazione delle aree di collegamento tra il tessuto di nuova edificazione e quello preesistente, in maniera da generare una soluzione di continuità tra i due, con la realizzazione di un sistema di percorsi pedonali e ciclabili immersi in aree verdi, che sono la naturale proiezione del tracciato viario esistente, all’interno dell’area d’intervento. Come precedentemente ricordato il progetto è stato sviluppato adottando soluzioni e strategie che permettessero di soddisfare i criteri APEA. APEA è l’acronimo di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata, introdotto nel panorama legislativo italiano dall’articolo 26 del D.Lgs 112/98 (c.d. decreto Bassanini) per definire un’area “dotata delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”. Il citato decreto ha demandato alle Regioni e alle Province Autonome la disciplina della materia a livello locale con particolare riferimento alle “forme di gestione unitaria delle infrastrutture e dei servizi” da parte di un Ente Gestore appositamente costituito. La Legge Regionale n. 87/1998 e il Regolamento n. 74/2009 sono gli strumenti normativi attraverso i quali la Regione Toscana ha dato applicazione al decreto Bassanini. In particolare “La Regione e gli enti locali, attraverso le APEA contribuiscono alla creazione di un modello di governo del territorio orientato alla sostenibilità, fondato su relazioni collaborative tra soggetti pubblici e privati” (Regolamento n. 74/2009, Art. 1,

189


190

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Inquadramento planimetrico con indicazione delle destinazioni funzionali

pagina a fronte

Rendering

comma 2). Per rispondere al fondamentale quesito “perché realizzare un’APEA?”, siamo partiti dalla considerazione di una serie di fattori legati alla visione che i diversi soggetti coinvolti in un’area industriale

hanno dell’APEA e da come essi interpretano le opportunità di sviluppo, di collaborazione, di dialogo e perfino di miglioramento competitivo che possono emergere da un percorso siffatto.


ne progettuale, do criteri di basso ientale ed efficienca, ci ha permese un edificio in cui o e la produzione i equilibrano, in cui truttivi sono scelti e al minore rilascio ase di produzione, o di pareggiare le n la piantumazione e a medio-alto fumateriali di origine me il canapulo, che coltivazione assorutralizzano grandi as inquinante. re la sostenibilità progetto abbiamo verifica energetica l software Mcimcon un valore di 2anno attesta una etica A+. classi energetiche l consumo di enerso è garantito da lima Oro, che riloWattora per meanno, il che si può pratica, anche in n sistema di riscalivo. La CasaClima

Oro è anche detta “casa da un litro”, perché per ogni metro quadro necessità di un litro di gasolio o di un m³ di gas l’anno.” 7

NELL’AREA I “LE BOCCHE think global, act local

191 Camaiore (LU

PROGETTO E

Rendering este

L’edificio polifunzionale è stato progettato adottando un approccio concettuale che ci ha permesso di tradurre in forme la sua incidenza energetica, rielaborandola in chiave estetica. L’idea principale è stata quella di adottare un lessico compositivo che, attingendo dalle caratteristiche formali degli elementi naturali, ci permettesse di realizzare il blocco edilizio del centro polifunzionale come una grande lastra rocciosa che emerge dal terreno, confondendosi con il paesaggio circostante. Abbiamo collocato il centro polifunzionale all’interno dell’ampia area verde nella zona Sud del lotto di espansione. Il nuovo edificio, costituito da due volumi uniti da una copertura comune si configura come un ampio portale di accesso al parco lineare delle Bocchette. L’edificio è stato pensato

per raggiungere il target nearly Zero Energy Building, con consumi energetici vicini allo zero, capace di diventare il simbolo etico ed estetico dell’intera area industriale. Nel centro polivalente sono state accentrate diverse funzioni, tra cui: il parcheggio di pertinenza, una foresteria, un ambulatorio medico, alcuni spazi collettivi (quali l’area relax, l’area ristoro, lo spazio co-working, la sala conferenze, ecc), una sala congressi ed un percorso espositivo. La volontà di minimizzare l’impatto ambientale delle nuove costruzioni ha costituito il fulcro essenziale delle nostre scelte progettuali: sono stati accuratamente selezionati al fine di raggiungere il maggior comfort per i futuri utenti la posizione e l’orientamento degli edifici, i sistemi strutturali e le chiusure opache, la dimensione e la ti-

LABORATORIO PROGETTAZION


192

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

INTNC

CCBLK38 PCMUR DSTNZ PNLAM CCINT

Progetto esecutivo Pianta del piano terra

CV2

PVMNL MTFIS MSTRM ISOFL

PVMNL

ISOXP

MTFIS

BAVAL

MSTRM ISOFL

INTNC

INTNC

INTNC

CCBLK38

CCBLK38

PCMUR

PCMUR

DSTNZ

DSTNZ

PNLAM

PNLAM

CCINT

CCINT

CV2

MTFIS

ISOFL

F-Ap 3

INTNC

Hv 300 cm

CNTRS

P2

F-wc 3

BAVAL

F-Ap 4 INTNC

MTFIS

CNTRS

INTNC

CNTRS

BAVAL

DSTNZ

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM

PNLAM

INTNC PCMUR DSTNZ PNLAM

PVMNG

CCINT

MTFIS MSTRM

ISOFL

CCINT

ISOXP

ISOFL

ISOFL

BAVAL

ISOXP

ISOXP

P2

BAVAL

P2

P2

F-wc 4

MTFIS MSTRM

P6

INTNC

MTFIS MSTRM

CNTRS

PVMNL

CNTRS

ISOFL ISOXP

PCMUR PVMNG

INTNC

INTNC

Hv 400 cm

PVMNL MSTRM

CCBLK38

ISOXP BAVAL

CNTRS

CCBLK38

Hv 300 cm

INTNC

ISOFL

MTFIS

ISOXP

BAVAL

DP

PVMNL MSTRM PVMNL MSTRM

ISOXP

CNTRS

ISOFL

P6

AMB-wc

ISOXP

BAVAL

BAVAL

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM ISOFL ISOXP

P3

P3 0,028 m

PCMUR DSTNZ PNLAM

P2

INTNC

F-Ap 2

P3

INTNC

MTFIS

CNTRS

P6

INTNC

P6

P2

INTNC

F-Ap 5

PCMUR

INTNC

PCMUR

P3

Hv 400 cm

PVMNL

PCMUR

P2

PVMNL

CNTRS

MTFIS

MSTRM

F-wc 2

CCINT

INTNC

PCMUR

Hv 300 cm

P2

BAVAL

INTNC CCBLK9

0,028 m

P2

MSTRM

ISOFL

ISOFL

INTNC

ISOXP

ISOXP

CNTRS

BAVAL

F-wc 5

INTNC

INTNC

BAVAL

W 115

CNTRS

F-Cor

F-Cor PVMNL

Hv 400 cm INTNC

MTFIS

CCBLK9

MSTRM

PVMNL

CCINT PCMUR

ISOXP

BAVAL

PNLAM

CCBLK9

ISOFL

ISOXP

DSTNZ

Hv 630 cm

MTFIS MSTRM

ISOFL

PCMUR

0,028 m

DSTNZ

BAVAL

0,028 m

0,028 m

PNLAM

CCINT

CCINT

INTNC

INTNC

CNTRS

CNTRS

PVMNL

AMB

PVMNL

MTFIS

INTNC

MSTRM

MTFIS

INTNC CNTRS

0,028 m

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM ISOXP BAVAL

F-wc 1

P3

F-Ap 1

F-Ap 6

Hv 300 cm INTNC

MTFIS

CNTRS

INTNC

F-wc 6

PVMNL

CNTRS P6

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM ISOFL ISOXP BAVAL

CV3

Hv 400 cm

PVMNL MSTRM

SFC1

ISOXP BAVAL

ISOFL

ISOXP BAVAL CV3

ISOFL

PVMNL

COP 0,00

0,028 m

ISOFL

Hv 300 cm

MSTRM

PCMUR

PVMNL MSTRM

MTFIS

INTNC

PCMUR

ISOFL ISOXP BAVAL

P3

MTFIS

P6

MSTRM

ISOFL

ISOFL

ISOXP

ISOXP

BAVAL

BAVAL

P2

P2

P6

INTNC

INTNC

PCMUR

PCMUR

F-R Hv 400 cm PVMNL

INTNC

MTFIS

CNTRS

0,028 m

0,028 m

MSTRM ISOFL P1

ISOXP INTNC

0,028 m

P1

BAVAL

PCMUR

SFC1

DSTNZ PNLAM CCINT

4,17 m

CV2

2,16 m

SFC1

SFC1

SFC1

SFC1

SC1 0,028 m

0,028 m

0,028 m

0,028 m

DET. 4

CODICI DI ZONA CODICE

F

Progetto esecutivo Sezione trasversale

CODICI DI VANO (F)

DESCRIZIONE

CODICE

DESCRIZIONE

Foresteria

F-Ap 1

Appartamento

Co-working

F-Cor

Corridoio

F-wc

Bagno

CW AMB

Ambulatorio

AR

Area Ristore

AX

Area Relax

SC

Sala Congressi

K

Cucina

Ter

Terrazza

Imp

Vano Impiantistico

CODICI DI VANO (AMB) CODICE AMB-wc

SOLAIO CONTROTERRA PVMNG

PVMNL

CODICE

DESCRIZIONE

Deposito

DP-wc

Bagno

Uniclic Multifit, con sistema di incastro a secco per pavimenti

Pannello termoisolante in fibra di legno mineralizzata ad alta

60 x 1 x 60

MSTRM

conducibilità termica per sistemi di riscaldamento radiante a

v x 7,5/9,5 x v

MTFIS

viscoelastico ad elevata densità Isolmant Isoldrum PU radiante 6,90 m

per la posa di parquet e laminati su pavimenti radianti, integrato

ISOXP

Pannello termoisolante anticalpestio in polistirene espanso estruso ad alta densità per solai Knauf Polyfoam C-500

BAVAL

alluminio con rete di rinforzo a maglia quadrata

estruso ad alta densità per solai Knauf Polyfoam C-500 Barriera al vapore Over-All Miofol 125 AV, in lamina di alluminio con rete di rinforzo a maglia quadrata

150 x 0,3 x 5000

SC1 0,028 m

PCMUR 8 x 60 x 125 PNLAM 150 x 0,3 x 5000 CCINT

W115

CHIUSURA OPACA VERTICALE 8 x 60 x 125

INTNC

CCBLK38

Intonaco Calcecanapa per interni Intonachino, in pasta a base di grassello di calce, canapulo finissimo e polvere di marmo

0,028 m

vx1xv

Calcecanapa Blick 38, blocco pieno prefabbricato a base di calce e canapa, rettificato, con scanalature per incastro 4,17 m

0,028 m

DSTNZ

100 x 0,18 x 850

5,20 m

Barriera al vapore Over-All Miofol 125 AV, in lamina di

Pannello termoisolante anticalpestio in polistirene espanso

38 x 25 x 50

Calcecanapa Blick 9, blocco pieno prefabbricato a base di calce e canapa, rettificato, liscio COP

60 x 3,4 x 102

sistema radiante a pavimento Eurotherm EcoPlus

BAVAL

con barriera al vapore in lamina di alluminio

ISOXP

di barriera al vapore e strato superiore in cartonfeltro bitumato forato per il posizionamento delle clip di fissaggio delle tubazioni,

pavimento Materassino fonoisolante in materiale termoconduttivo

CCBLK9

densità con doppio rivestimento in carta polietinata con funzione ISOFL

20 x 2,3 x 240

Massetto fluido autolivellante Knauf FE80 Termico ad alta

Bagno

CODICI DI VANO (DP)

Bagno

DP

Iperceramica Arkistar Silver MID, effetto cemento

in legno flottanti

DESCRIZIONE

WC

COP

Pavimentazione in lastre quadrate in gres porcellanato

Pavimentazione in parquet con doghe flottanti Woodco

Staffa distanziatrice in acciaio inox per fissaggio pannelli in lamellare, profilato a C, comprese viti di fissaggio autofilettanti Pacchetto prefabbricato per chiusure opache verticali Pannello in abete lamellare per utilizzo portante in ambiente umido (classe 3) Termointonaco Calcecanapa, intonaco termoisolante a base di grassello di calce e canapulo fine per interni ed esterni Parete in cartongesso a doppia orditura metallica con isolamento acustico in intercapedine


think global, act local

B SFe_SCALA ANTINCENDIO DISLIVELLO

4,17 m

ALZATA

0,18 m

N째 ALZATE

23

PEDATA

0,27 m

0,00

N째 PEDATE

P1

0,00

INTNC CCBLK38

PCMUR

PCMUR

DSTNZ

DSTNZ

PNLAM

PNLAM

CCINT

CCINT

CV1

0,028 m

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM

ISOFL

P5

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM

ISOFL

ISOFL

ISOXP

ISOXP

ISOXP

BAVAL

BAVAL

BAVAL

22

2A+P

INTNC CCBLK38

ISOFL

SFN

P1

1

SFN

2

3

63

4

5

6

7

8

INTNC

INTNC

INTNC

CCBLK38

CCBLK38

CCBLK38

PCMUR

PCMUR

PCMUR

DSTNZ

DSTNZ

DSTNZ

PNLAM

PNLAM

PNLAM

CCINT

CCINT

CCINT

ISOXP BAVAL

P2

P2

P2

Hv 300 cm

P2

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

0,028 m

MSTRM

INTNC CCBLK38

ISOFL

PCMUR

SFC1

ISOXP BAVAL

WC

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM

P2

ISOFL ISOXP BAVAL

INTNC PCMUR

P2

P2

P2

CW Hv 300 cm INTNC W 115

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

SFC1

INTNC

0,028 m

W 115

MSTRM ISOFL ISOXP BAVAL

8 7 6 5 4 3 2 1

AX 4,17 m

ALZATA

0,18 m

N째 ALZATE

23

PEDATA

0,27 m

N째 PEDATE

22

2A+P

63

SFC1

Hv 300 cm

SCALA INTERNA DISLIVELLO

PVMNG

INTNC

MTFIS

CNTRS

MSTRM ISOFL ISOXP BAVAL

SFC1

H(m)v 930 cm PVMNG

0,028 m

MTFIS

0,028 m

0,00

P1

MSTRM ISOFL ISOXP BAVAL

SFC1

1

SFC1

SFC1

SFC1

Intonaco Calcecanapa per interni Intonachino, in pasta a base

INTNC

di grassello di calce, canapulo finissimo e polvere di marmo

P1

SFC1

SFC1

SFC1

SFC1

vx1xv

Sistema per soffitto ribassato interno Knauf D113 ad orditura

4 x 13,5 x 13,5 24 x 155 x 240

P1

B'

RIVESTIMENTO DEL SOFFITTO 9 x 25 x 50

SFC1

metallica doppia non sovrapposta e rivestimento realizzato

CNTRS

vxvxv

con lastre in fibrogesso rivestito Knauf, compreso di cavi in DET. 3

acciaio, tenditori, tasselli e viti di fissaggio

1,8 x 120 x 400

vxvxv v x 300 x 18 DET. 2

DET. 1

TRZZ 4,17 m

4,17 m

SC1

SC2 0,028 m

0,28 m

SC2 0,028 m

0,00

0,028 m

0,028 m

0,028 m

193


194

educare al progetto sostenibile • paola gallo, rosa romano

Interni Rendering

EDIFICIO POLIFUNZI NELL’AREA INDUS “LE BOCCHETTE” Camaiore (LU)

PROGETTO ESECUT

Rendering dell’interno

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE AMB


think global, act local

pologia dei componenti finestrati, la qualità e la stratigrafia dei tamponamenti oltre che le caratteristiche degli impianti. Per questa ragione abbiamo deciso di realizzare la struttura portante del centro polifunzionale in travi lamellari in legno. Il legno è, infatti, un materiale da costruzione tradizionale, paragonabile all’acciaio dal punto di vista delle prestazioni statiche, ma con un ciclo di vita molto meno impattante in termini di emissioni di CO2. I tamponamenti verticali opachi sono stati progettati come elementi prefabbricati realizzati in calce e canapulo, materiali naturali e assemblabili con tecniche a bassissimo impatto ambientale che garantiscono performances igrotermiche ed acustiche elevate pur nella praticità e velocità del sistema di montaggio completamente a secco; inoltre, le caratteristiche chimico-fisiche insite nei materiali scelti permettono la progettazione di pacchetti murari dalla stratigrafia molto semplice, senza il pericolo di posizionamenti errati della barriera al vapore o degli isolanti. Il sistema di schermature solari, realizzato in quadrelli di cotto prodotto nel Chianti, fungendo anche da parete ventilata se sovrapposto al tamponamento opaco in argilla, contribuisce al comfort termico dell’edificio. La terracotta, materiale da costruzione tra i più tradizionali in Toscana, è riproposta in chiave innovativa attraverso i processi produttivi contemporanei, garantendo performances estetiche e funzionali inedite; da non sot-

tovalutare inoltre la durabilità di questo materiale, che, a patto di non subire traumi da urto o shock chimici, risulta essere pressoché illimitata. L’impianto di climatizzazione, scelto anch’esso con l’obiettivo di minimizzare i consumi energetici, è costituito da una pompa di calore alimentata da sonde geotermiche e da un impianto fotovoltaico integrato in copertura. Conclusioni L’elaborazione progettuale, svolta perseguendo costantemente i criteri dell’architettura bioclimatica e dell’efficienza energetica, ci ha permesso di ideare un edificio in cui il fabbisogno e la produzione di energia si equilibrano e in cui i sistemi costruttivi sono scelti in base alle loro potenzialità ecologiche (riduzione delle emissioni di CO2 in fase di produzione, installazione e smaltimento). Per certificare la sostenibilità del nostro progetto abbiamo eseguito la verifica energetica delle soluzioni adottate utilizzando il software MC Impianti. Quest’analisi di massima ci ha permesso di calcolare il fabbisogno energetico globale del nuovo corpo di fabbrica, che si è attestato intorno ai 6 kWh/m2 annui raggiungendo una classe energetica A.

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pagina a fronte Dettaglio tecnologico Sezione terra tetto Solaio di copertura Stratigrafia 1 • Pacchetto prefabbricato modulare Kalzip Nature Roof per tetto verde estensivo, inclinato e a chiusura ermetica, costituito da lamiera corrugata in acciaio inox, tappetino multistrato con funzione di separazione, drenaggio, accumulo idrico e protetto da membrana in geotessile non-tessuto, terreno di coltura in mix di argilla espansa, pomice e pietre laviche e substrato vegetale con piante di sedum • pacchetto prefabbricato Holzbau per coperture

orizzontali e inclinate costituito da cerchiatura esterna ed intelaiatura interna bidirezionale in legno di abete massello a sez. rettangolare (50 x 200mm) • isolamento termico in intercapedine con pannelli termoisolanti in fibra di legno mineralizzata (sp. 20mm) • chiusura int. ed est. in pannelli di abete lamellare a contenimento dell’intercapedine isolante (18mm cad.) Stratigrafia 2 • sistema di frangisole in terracotta della Palagio Engineering • traverso in acciaio inox Italmetalli per supporto

della controfacciata ombreggiante Stratigrafia 3 • Vetro magnetronico bassoemissivo AGC Glass Europe I-Top, vetro doppio con intercapedine singola, costituito da lastra esterna in vetro stratificato di sicurezza con trattamento bassoemissivo (9mm), intercapedine riempita con gas Argon (22mm), lastra interna in vetro temprato con trattamento antirugiada ed autopulente (9mm) • sezione finestrata apribile per Sistema ALSistem Sirio 50 Sealing Glazed in vetro strutturale con apertura manuale


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7,3 3,7 1,7 0,5 0,4

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KALNR MGTNT

1

GBTMA

8 7

LSTVN LMGRC

1,8 20

PCCOP

GHDNG

0,4 1,8

SCCOP

7,3 3,7 1,7 0,5 0,4

SCFAC

BCHTN RCDQ/C

8 7

KALNR MGTNT GBTMA LSTVN LMGRC

1,8

PLVSC

20

PCCOP

0,4 1,8

RCDAN DSTNZ

RCDAN

ARCCM

RTHBL

TRVCL RTHBL

100

CCINT

FRNGS

TRVLM

MNTNT PLVSC PNLFG PRFLT SCANT

PPLAM

2 ALS50SG AGCGLS40 TRVRS

7,5

6

9

11

16

9

11

16

0,9 2,2 0,9

0,9 2,2 0,9

FRNGS

1 0,3 8,4

60

16,4

60

AGCGLS40

TRVRS

+ 4,170 m

16,4

PVMNG

RTHBL

ALSFS50

MTFIS MSTRM

3,7 3,5 1,8 10,4

ISOFL ISONC

40

AGCGLS40

PCSIP

6 1,8

3

TRVSC

28

5,8 1,3

CNTRS

1

INTNC

MNTNT CRDVF

RTHBL

MSPND

VTRCL SGLPV

PVMNE STALU

RTHBL

GBIMP

PPLAM

SCDRN RCDAN

0,00 m

SZIPE

+ 0,028 m

+ 0,028 m

LMCNT GHDNG

1 0,3

PVMNG

9 3,7

MSTRM

MLTLT ISOFL

8 0,4 10,8

BAVAL

30

CPLX30

0,4 10

MGRNF

ISOXP SLTTA

GHDNM SCDXB MGTNT GHDNP TBZDV PZSPC

BLCFR

GBIMP

FNDZN

TBZVA

BTSTP

GBIMP



il seminario sustainable school for med area Paola Gallo Rosa Romano

Laboratorio di Progettazione Ambientale

L’accordo di collaborazione, sottoscritto nel marzo 2016 tra l’Università di Firenze e l’Università di Bojaca in Colombia, è stato l’occasione per attivare un seminario didattico sui temi della progettazione sostenibile degli edifici dal titolo “Sustainable School for Med Area”. Il seminario ha coinvolto un gruppo di docenti e ricercatori, appartenenti ai due paesi interessati, alla guida di un gruppo di quaranta studenti italiani e colombiani, che si sono cimentati a progettare edifici scolastici, in una settimana. Il seminario ha avuto l’obiettivo di orientare la formazione di una nuova generazione di architetti, che nel futuro si troveranno ad affrontare, nei rispettivi paesi di origine, il progetto degli edifici pubblici a destinazione educativa, con le complesse sfide della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Il percorso di ricerca progettuale adottato, di tipo multiscalare e multidisciplinare, è stato applicato a due casi studio scelti sul territorio Toscano: l’ampliamento dell’Istituto Tecnico Commerciale Fermi per la Provincia di Lucca e la costruzione di una nuova Scuola Primaria in località Sorbano per il Comune di Lucca. Con la scelta dei due casi studio, collegati a una realtà istituzionale a scala locale (il Comune e la Provincia di Lucca), l’obiettivo è stato quello di sviluppare progetti che rispondessero alle reali necessità di una committenza pubblica, coinvolta con un ruolo attivo sia nelle fasi di analisi e redazione del progetto sia nella valutazione dei risultati finali. La possibilità di far lavorare gli studenti italiani e colombiani in gruppi misti ed eterogenei ha permesso di accrescerne le competenze relazionali, favorendo lo scambio di conoscenza tra approcci compositivi e tecnologici differenziati, basati su un’impostazione metodologica fortemente influenzata dalle scuole di architettura di provenienza. Le proposte progettuali, scaturite dal lavoro condotto durante il workshop, che si è svolto nella settimana dal 23 e il 27 maggio 2016, sono state indirizzate sia nella scelta di soluzioni fortemente legate al territorio, integrate nel contesto climatico e culturale del luogo, sia nell’adozione di sistemi tecnologici fortemente innovativi e integrati con l’ambiente, tali da condizionare la composizione del progetto sia alla scala urbana sia a quella edilizia, garanti di una rinnovata resilienza infrastrutturale e sociale della città contemporanea. Gli esiti del workshop presentati in questa sezione sono il risultato di un seppur breve ma


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intenso lavoro svolto collegialmente dai gruppi di studenti all’uopo costituitisi, per proporre soluzioni progettuali finalizzate alla riqualificazione urbana di piccoli brani di città. Le proposte di ampliamento e di nuova costruzione di questi due edifici scolastici sono state volutamente orientate per radicarsi nella specifica realtà territoriale e sociale italiana, caratterizzata da un endemica emergenza dettata dalla carenza di infrastrutture per l’educazione e dall’urgenza di trovare soluzioni tollerabili dal punto di vista ambientale, che permettessero il risanamento e/o la nuova costruzione degli edifici scolastici in tempi e modi gestibili, sia per quanto riguarda il loro impatto ambientale, sia in relazione alla necessità di controllare tempi e costi di realizzazione. I casi studio In accordo con la Provincia e il Comune di Lucca, che sono stati coinvolti come committenti virtuali dei progetti, il lavoro del workshop è stato indirizzato verso due differenti temi progettuali, simili per dimensioni, ma differenti nell’approccio: si tratta dell’ampliamento di un istituto superiore e di un nuovo edificio comprensivo, che contiene alcune classi per la scuola dell’infanzia unitamente alle aule per un solo ciclo di scuola primaria. L’ampliamento dell’Istituto Tecnico Commerciale Enrico Fermi La proposta progettuale nasce dall’esigenza dell’amministrazione provinciale di razionalizzare il proprio patrimonio edilizio scolastico realizzando nuovi poli didattici comprensivi e adeguando gli edifici esistenti agli standard energetici e di sicurezza previsti dalle normative nazionali. Nel caso specifico, l’obiettivo è stato quello di realizzare l’ampliamento del plesso destinato alla formazione superiore di natura tecnico-scientifica, capace di soddisfare l’offerta formativa di un bacino di utenza di circa mille e quattrocento studenti, attraverso: –– la realizzazione di un nuovo blocco aule, in sostituzione dell’edificio esistente destinato a palestra, collocato nell’area nord-est del lotto, nel quale spostare il Liceo Scientifico ospitato in edifici in affitto collocati nel centro storico lucchese; –– una nuova spaziosa biblioteca. Rispetto a questi due obiettivi progettuali sono stati definiti i seguenti vincoli: –– che gli ampliamenti fossero realizzati con l’adozione di tecnologie innovative, antisismiche, ambientalmente sostenibili ed efficienti per il raggiungimento della classe energetica A; –– che parte delle coperture fosse destinata all’alloggiamento di un impianto fotovoltaico; –– riqualificare l’involucro degli edifici esistenti, migliorandone la prestazione energetica e cambiandone l’aspetto architettonico;

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–– aumentare del 20% la volumetria da progetto nel caso in cui si prevedesse di integrare, anche parzialmente, delle serre solari da destinare a funzione di spazio tampone. Le proposte progettuali sono state elaborate dopo l’analisi dei dati, necessari alla fase istruttoria del progetto, finalizzata a individuarne le potenzialità e le carenze. In particolare, l’edificio esistente presenta una distribuzione planimetrica caratterizzata da corpi di fabbrica attestati lungo un asse che percorre il lotto longitudinalmente da sud-ovest a nord-est. Questa distribuzione fa sì che le aule per la didattica siano esposte inevitabilmente a nord ed a sud, presentando evidenti problemi di illuminazione naturale, per quelle esposte a nord, e di surriscaldamento per l’eccessivo irraggiamento, per quelle esposte a sud. Inoltre gli spazi esterni a servizio degli studenti sono nella maggioranza dei casi adibiti a parcheggio, mentre i collegamenti in quota tra le varie parti dell’edificio (aule, laboratori e spazi sportivi) hanno il limite di non riuscire a qualificare il suolo al di sotto di essi. Il nuovo Istituto Comprensivo in località Sorbano del Comune di Lucca Il secondo caso studio analizzato durante il workshop ha avuto per oggetto la progettazione di una Scuola dell’Infanzia (destina a ospitare due sezioni) e Primaria (per un ciclo di cinque classi), da edificare in adiacenza a un ampio parco pubblico, con l’obiettivo di sviluppare “una scuola a porte aperte, dove si vive e si apprende in natura, all’aria aperta e nella comunità che educa e che si educa insieme”1. Nel dettaglio la richiesta dell’Amministrazione Comunale, oltre alle aule per le attività di didattica frontale, comprendeva: 1

Tratto dal bando di concorso Scuole innovative posto a base per il progetto da sviluppare durante il workshop.


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–– la realizzazione di laboratori da destinare alle attività scientifiche, tecniche, artistiche, linguistiche, multimediali e informatiche; –– spazi da destinare a biblioteca ed emeroteca; –– spazi per la mensa delle due scuole (dell’infanzia e primaria); –– la palestra; –– l’auditorium per le attività extrascolastiche. L’esercitazione progettuale proposta ai gruppi di studenti ha attinto da un documento programmatico preparato dall’Amministrazione Comunale che richiedeva di prestare particolare attenzione alla progettazione integrata, dove i modelli spaziali si arricchiscono e si conformano ai nuovi modelli di apprendimento, prevedendo spazi destrutturati caldi per sostare, per sostenere la concentrazione, per favorire il gioco spontaneo, per incoraggiare l’apprendimento cognitivo e divergente. Tutto questo proponendo modalità didattiche informate ai modelli di apprendimento dell’open learning, del problem solving, delle azioni di cooperazioni, della co-costruzione della conoscenza, dell’autovalutazione e riflessione meta-cognitiva, della costruzione di regole condivise e dello sviluppo delle intelligenze multiple; principi che attendono a nuovi spazi per nuove funzionalità della scuola del futuro.

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Si tratta di spazi innovativi concepiti nel rispetto della sostenibilità ambientale mediante: l’applicazione di strategie passive e attive di captazione solare; l’utilizzo di materiali locali e naturali; l’integrazione di soluzioni costruttive capaci di migliorarne la prestazione strutturale e massimizzarne la resilienza in caso di sisma, oltre a garantire consumi energetici pari allo zero, grazie alle elevate prestazioni termoigrometriche dell’involucro. Il programma funzionale fornito dal Comune di Lucca richiedeva inoltre di integrare tecnologie per la produzione di energia rinnovabile, attraverso l’integrazione di impianti solari, fotovoltaici e geotermici. Metodologia didattica La metodologia didattica adottata per lo svolgimento del seminario è stata implementata per rispondere in modo adeguato alle istanze complesse necessarie alla valutazione ambientale e sociale del progetto di edifici dedicati all’istruzione. Tale complessità ha richiesto inoltre una forte contaminazione disciplinare (intrecciando le conoscenze di aree quali:l’urbanistica, la sociologia, la composizione architettonica, la tecnologia delle costruzioni, la pedagogia, ecc.) supportata da un profondo lavoro di analisi dei luoghi di progetto.


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Il seminario è stato articolato quindi in momenti formativi principali, costituiti da: –– lezioni frontali di approfondimento teorico e multidisciplinare tenute da docenti, nazionali e internazionali, sui temi dell’edilizia scolastica e della sostenibilità, e sul ruolo della ricerca progettuale. L’obiettivo è stato di fornire agli studenti i fondamenti teorici e gli strumenti metodologici per affrontare le fasi successive della ricerca e del progetto; –– analisi diretta delle aree d’intervento, avviata da un primo incontro inaugurale al cospetto delle autorità della città di Lucca, dedicata a momenti di approfondimento conoscitivo con sopralluoghi nelle aree degli interventi; –– avvio del workshop di progettazione con un primo momento dedicato all’analisi delle condizioni ambientali, dei caratteri insediativi, degli edifici e delle tecniche costruttive, nonché una fase di analisi di tipo sociologico, finalizzata a definire gli effettivi bisogni degli utenti, con interviste rivolte agli studenti e ai docenti delle scuole interessate, supportata dal contributo di amministratori e tecnici della municipalità comunale e provinciale di Lucca. Questa fase di studio è stata caratterizzata dalla predisposizione di momenti di brainstorming collettivi, con docenti e studenti italiani e colombiani, in cui i gruppi sono riusciti a sviluppare e a definire gli obiettivi strategici del progetto; –– una fase conclusiva di sistematizzazione e rappresentazione degli esiti del workshop, durante la quale i gruppi di studenti hanno lavorato alla stesura delle proposte architettoniche con l’obiettivo di definire l’idea progettuale e presentarla, alla fine del workshop, alle amministrazioni pubbliche coinvolte e chiamate a partecipare alla fase di valutazione finale dei risultati. La struttura del seminario è stata sviluppata per offrire agli studenti un ventaglio completo di attività a supporto del raggiungimento di competenze innovative e competitive, in linea con gli obiettivi formativi definiti dai descrittori di Dublino2 e relativi al secondo ciclo di forma2 I Descrittori di Dublino offrono definizioni generali delle aspettative di apprendimento e di acquisizione di capacità per ciascuno dei titoli conclusivi di ciascun ciclo di laurea; pur non essendo prescrizioni, non avendo carattere disciplinare e non essendo circoscritti in determinate aree accademiche o professionali, i descrittori mirano a identificare la natura del titolo nel suo complesso. I Descrittori di Dublino sono costruiti sui seguenti obiettivi: –– conoscenza e capacità di comprensione (knowledge and understanding); –– conoscenza e capacità di comprensione applicate (applying knowledge and understanding) Autonomia di giudizio (making judgements); –– abilità comunicative (communication skills); –– capacità di apprendere (learning skills). In particolare, secondo questo approccio i titoli finali di secondo ciclo (laurea magistrale) possono essere conferiti a studenti che: –– abbiano dimostrato conoscenze e capacità di comprensione che estendono e/o rafforzano quelle tipicamente associate al primo ciclo e consentono di elaborare e/o applicare idee originali, spesso in un contesto di ricerca; –– siano capaci di applicare le loro conoscenze, capacità di comprensione e abilità nel risolvere problemi a tematiche nuove o non familiari, inserite in contesti più ampi (o interdisciplinari) connessi al proprio settore di studio; –– abbiano la capacità di integrare le conoscenze e gestire la complessità, nonché di formulare giudizi sulla base di informazioni limitate o incomplete, includendo la riflessione sulle responsabilità sociali ed etiche collegate all’applicazione delle loro conoscenze e giudizi;

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zione universitaria3. In particolare, si è cercato di stimolare cognitivamente gli studenti portandoli ad applicare le conoscenze acquisite nel corso degli anni di studio in Architettura nell’ambito di contesti di ricerca interdisciplinare, arricchendole con riflessioni etiche e sociali relative a fenomeni complessi, e imparando a comunicare in modo chiaro e preciso a interlocutori competenti e con gli obiettivi del loro progetto. 3. Conclusioni generali Le propose sono state valutate sulla base dei criteri relativi alla soluzione architettonica, alla funzionalità e alla pertinenza con il quadro esigenziale, così come definito dall’ente locale e dalle istituzioni scolastiche di riferimento; inoltre sono stati adottati ulteriori parametri di valutazione desunti dal Bando Scuole Innovative, che veniva emanato dal MIUR proprio nel periodo del workshop e che ha costituito un ottimo riferimento per la progettazione dei due casi studio: a. qualità architettonica: valutazione della proposta ideativa in considerazione degli spazi interni ed esterni previsti sotto il profilo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e del design, della distribuzione e composizione architettonica generale e di dettaglio, della scelta dei materiali, dell’eco-sostenibilità complessiva e del carattere estetico; b. qualità dell’inserimento della proposta ideativa nel contesto urbano e ambientale: grado di valorizzazione del contesto urbano, valutato sia in base alla capacità di organizzare gli spazi esterni garantendo un rapporto sostenibile con l’esistente, sia sotto il profilo della coerenza, integrazione e armonizzazione delle proposte progettuali nel contesto urbano e/o ambientale; c. qualità e novità delle soluzioni architettoniche, rispetto alla didattica e alla relazione con l’ambiente naturale, e della progettazione di spazi verdi: coerenza con il progetto didattico che sia frutto di analisi e studi multidisciplinari anche in riferimento alla relazione tra ambiente esterno e interno, tra natura e vita della scuola. Valorizzazione dell’approccio psicopedagogico e degli eventuali apporti multidisciplinari; d. funzionalità e flessibilità nella definizione e distribuzione degli spazi scolastici: interrelazione tra gli spazi funzionali, collegamenti orizzontali e verticali, percorsi, permeabilità delle separazioni, multifunzionalità; –– sappiano comunicare in modo chiaro e privo di ambiguità le loro conclusioni, nonché le conoscenze e la ratio ad esse sottese, a interlocutori specialisti e non specialisti;

–– abbiano sviluppato quelle capacità di apprendimento che consentano loro di continuare a studiare per lo più

in modo auto-diretto o autonomo. I risultati di apprendimento comuni a tutte le qualifiche di un certo ciclo, sono espressi da descrittori di tipo generale: essi devono essere applicabili ad una vasta gamma di discipline e profili e, inoltre, devono tener conto delle molteplici articolazioni possibili del sistema d’Istruzione Superiore nazionale. Dopo la Conferenza Ministeriale di Praga (2001), un gruppo di esperti provenienti da differenti paesi ha prodotto una serie di descrittori per i tre cicli del Processo di Bologna, successivamente denominati Descrittori di Dublino (Dublin descriptors). 3


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e. accessibilità, fruibilità e sicurezza della struttura e dei suoi diversi ambienti: soluzioni innovative per il superamento delle barriere architettoniche coerenti con l’insieme architettonico. Gestione consapevole delle situazioni di pericolo. Attenzione, a seconda del caso, alle diverse problematiche legate agli utenti deboli, ai bambini in tenera età, ai giovani, agli adolescenti, ai diversamente abili. Utilizzabilità delle struttura e/o dei suoi spazi funzionali da parte soggetti terzi; f. qualità delle soluzioni tecniche e tecnologiche e scelta dei materiali in funzione della sostenibilità ambientale e della manutenibilità: attenzione alla pulizia e manutenibilità delle superfici, alla naturalità e riciclabilità dei materiali, alla sostituzione programmata dei componenti in un’ottica di ciclo di vita; g. qualità delle soluzioni tecniche e tecnologiche e scelta dei materiali in funzione del benessere degli occupanti: scelte per l’efficienza energetica (nZEB), la qualità dell’aria, della luce e dei suoni; h. sostenibilità economica: coerenza tra i costi ipotizzati, le soluzioni progettuali e la qualità architettonica. I risultati del workshop validano la metodologia didattica adottata; questa ha consentito agli studenti di tentare approcci innovativi nella ricerca progettuale, legati a una forte comprensione dei fenomeni sociali e ambientali, necessari per fronteggiare le odierne sfide di sostenibilità. Infatti, l’obiettivo era di far riflettere gli studenti sulla possibilità di sviluppare soluzioni capaci di trovare risposte architettoniche e tecniche, realizzabili in relazione alle richieste di committenze reali e nell’ambito di competizioni progettuali di tipo concorsuale, stimolandoli a risolvere, in tempi brevi (nell’arco di una settimana) e con strumenti adeguati, problemi ambientali e compositivi complessi; il tutto offrendogli di interpretare fin da subito, coadiuvati dai docenti coinvolti, il ruolo di giovani progettisti, interpreti delle esigenze e mediatori degli interessi sociali in gioco.

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Massini I. 2016, Scuole innovative per la Smart City. Verso la Buona Scuola, Master di II Livello “Il Progetto Della Smart City”, Dipartimento di Architettura Università di Firenze (non pubblicato). Pepe D. 2009, Scuole Ecocompatibili. Dal nido per l’infanzia all’istituto superiore, Dei, Roma. Pepe D., Rossetti M. 2014, La riqualificazione energetico-ambientale degli edifici scolastici, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna. Romano R., Gallo P. 2015, Teenergy For Synergy: A Practical Tool For Energy Efficiency In The School Design, in: 31th International PLEA conference, Bologna, 09-11 September 2015, Ass. Building Green Futures, Bologna, pp. 1-8. Tedesco S. 2010, Riqualificazione energetico ambientale del costruito: edifici scolastici, Alinea, Firenze Trachte S., De Herde A. 2014, Sustainable Refurbishment School Buildings. A guide for Designers and Planners, IEA Solar Heating and Cooling Program, Bruxelles.

Bibliografia sul tema delle aree produttive Agenzia Europea per l’Ambiente 2016, Economia circolare in Europa. Sviluppando la conoscenza di base, report n. 2/2016. Commissione Europea 2014, Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti, COM (2014) 398 final, Bruxelles. Daddi T., et alii 2015, Politiche regionali e sviluppo eco-industriale: lo schema volontario di certificazione ambientale dei parchi eco-industriali in Toscana, in Journal of Cleaner Production, vol. 114, pp. 62-70. Daddi T., Iraldo F., Frey M., Gallo P., Gianfrate V. 2015, Regional policies and eco-industrial development: the voluntary environmental certification scheme of the eco-industrial parks in Tuscany (Italy), «Journal Of Cleaner Production». ERVET 2010, Le aree produttive ecologicamente attrezzate in Italia. Stato dell’arte e prospettive, Bologna. Gallo P. 2013, Il modello organizzativo delle APEA per una governance territoriale eco-compatibile e competitiva, «Technè», no. 5, pp. 86-94. Gallo P. 2015, Enable environmental policies for eco-Industrial growth: a voluntary government tool for local productive areas in Tuscany (Italy), in Sayigh A. 2015, Renewable Energy in the Service of Mankind Vol I, Springer International Publishing, pp. 711-721. Gallo P. 2016, A new sustainable governance approach for industrial areas in Italy, «Journal Of Civil Engineering And Architecture Research», vol. 3, pp. 1308-1315. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare 2011, Fattori abilitanti per l’insediamento e lo sviluppo delle aree produttive ecologicamente attrezzate nelle regioni obiettivo convergenza, Roma.


bibliografia

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare 2012, Studio sull’applicazione delle APEA e linee guida su APEA-EcoAP nelle Regioni Convergenza e nelle altre Regioni elaborati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Governance e Azioni di Sistema” FSE 20072013 – Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, Roma. Nepi A. 2010, Le aree produttive ecologicamente attrezzate e gli APO in Toscana, in Cariani R. (a cura di) 2009, Ecodistretti 2009. Made “green” in Italy, pp. 209-219. Regione Toscana 2011, PRS Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 - Identità competitiva e sviluppo responsabile, «Quaderni della programmazione» n. 19, Firenze. Regione Toscana 2012, L’applicazione della disciplina toscana sulle APEA: metodologia e casi studio, voll. 1 e 2, Firenze.

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Biografie

Leonardo Enrico Acquasanta Pugliese, classe 1991. Infanzia in buona parte dedicata al gioco creativo e al disegno, passione che coltiva quotidianamente. Diploma scientifico, laboratorio d’arte in lingua inglese e tanto sport. Questi i motivi, tra gli altri, per cui nel 2011 si iscrive alla Scuola di Architettura di Firenze. Frequenta il corso di Laurea quinquennale ed è rappresentante degli studenti nei consigli di Scuola e Dipartimento. Nel 2012 entra a far parte dell’associazione studentesca ARK Kostruendo, dove impara il lavoro di gruppo e condivide responsabilità nell’organizzare workshop ed eventi culturali. In questo contesto, vivace e stimolante, si avvicina alle pratiche di socialita, auto-produzione ed auto-costruzione. Co-fondatore del collettivo di studenti-costruttori SPLIT, dal 2014 lavora con il bambù realizzando installazioni artistiche e strutture per festival ed eventi culturali.

Maria Vittoria Arnetoli Nata nel 1993 a Montevarchi (Ar), consegue il Diploma di Maturità al Liceo Scientifico Benedetto Varchi nel 2012 con votazione 94/100, nello stesso anno si iscrive, seguendo l’istinto più che una vocazione, alla Scuola di Architettura di Firenze scegliendo il percorso quinquennale. Durante gli anni del liceo compie soggiorni estivi di studio in Irlanda e Inghilterra ed entra nel mondo del volontariato con l’Operazione Mato Grosso, continuando poi ad arricchire il suo bagaglio di esperienze insieme alle associazioni Libera contro le mafie ed Enpa. All’interno di iniziative universitarie partecipa a viaggi-studio sia in Italia, a Torino, Roma e Trento-Bolzano, che all’estero, in Portogallo e in Francia. Ha partecipato nel maggio 2016 al workshop “Sustanaible schools for Med Area” in collaborazione con l’Università di Boyaca, Colombia. Attualmente sta frequentando l’ultimo anno del ciclo universitario all’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture de Montpellier, come partecipante al programma europeo di scambi universitari Erasmus Plus. Coltiva la sua passione per un’architettura contemporanea, multidisciplinare ed eticamente responsabile, situata nel proprio contesto storico e dunque indissolubilmente legata alle odierne problematiche sociali e ambientali.


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Gloria Artesi Gloria Artesi nata a Tropea il 2/11/1992, si è diplomata presso il liceo scientifico sperimentale Pietro Paolo Vianeo di Tropea. Durante gli anni di liceo ha sviluppato un certo interesse verso l’arte e l’architettura dovuto soprattutto a diversi viaggi in Europa, in America, in medio oriente e a un soggiorno studio di 6 mesi in Inghilterra. Dopo il diploma si trasferisce a Firenze per iscriversi alla Scuola di Architettura di Firenze. Qui approfondisce il suo interesse verso la progettazione architettonica, la sostenibilità e il restauro architettonico, prendendo parte ad alcune pubblicazioni come “In_Situ: musealizzazione dell’area archeologica di Frascole” del professor Fabio Fabbrizzi, e partecipando al seminario tematico sul restauro : “LE CORBUSIER MODELLI DI ARCHITETTURE PARIGINE” con annessa mostra degli elaborati. Per ampliare e confrontare la propria preparazione accademica, ha partecipato al progetto Erasmus, terminando il suo ultimo anno di università in Spagna presso Facoltà di Architettura della Università Politecnica di Valencia.

Paolo Artini Nato il 13/08/1992 ad Empoli (Fi). Ho frequentato il Liceo Scientifico “Il Pontormo” indirizzo bilingue Inglese-Tedesco. Fin da ragazzo ho sempre avuto passione per l’architettura e il design navale, decidendo così di iscrivermi nel 2011 alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Fino ad ora ho dedicato la maggior parte del mio tempo alla preparazione degli esami scolastici e alla realizzazione di progetti in ambito universitario, partecipando a Workshop formativi con la collaborazione di studenti esteri. Ho collaborato con alcuni studi di Architettura e Ingegneria per la realizzazione di progetti grafici come rilievi, render e fotopiani. Il percorso universitario mi ha portato a coltivare due delle mie più grandi passioni: quella per l’arte in generale e quella per la tecnologia, portandomi ad affinare l’utilizzo di programmi e software per una migliore presentazione di qualsiasi tipo di progetto.

Francesco Bagnoli Nasce a Firenze il 14/11/1992. Dopo essersi diplomato al liceo scientifico nel 2011, si immatricola alla Facoltà di Architettura. Durante il suo percorso di studi si interessa a tematiche legate alla sostenibilità ambientale, alle tecniche di autocostruzione, all’utilizzo di materiali alternativi e al riuso. Nel 2015, frequenta il workshop di Architettura Materiali e Ambiente in Marocco, dove ha la possibilità di entrare in contatto con i caratteri tradizionali dell’architettura in terra cruda, lavorando ad un progetto per la pianificazione di un intervento residenziale su grande scala. A partire dal 2014 frequenta Collettivo Ark e ne diventa membro. Nel 2014 frequenta WAARK (Workshop di Autocostruzione di Ark) supervisionato dal collettivo romano Orizzontale incentrato sulle tematiche della progettazione partecipata e dell’autocostruzione. Nel 2015 prende parte a LAB, Laboratorio di Architettura in Bambù, organizzato in collaborazione con Bambuseto e alcuni membri di AIB grazie a cui conosce e impara a utilizzare il bambù come materiale da costruzione. Nel 2016 partecipa all’iniziativa WAAP / 2030 +2°C, Workshop organizzato in collaborazione con Analogique, collettivo Pomaio, Legambiente focalizzato sulla realizzazione di un’architettura pneumatica. Dal 2015 insieme ad alcuni colleghi fonda il gruppo di autocostruzione SPLIT per approfondire l’utilizzo del bambù, con cui esegue alcune commissioni al di fuori dell’ambito universitario, prevalentemente scenografie e strutture temporanee per eventi e manifestazioni.


biografie

Federico Baldini Nasce a Pontedera (PI) il 08/03/1993. Compie gli studi obbligatori a Bientina, (PI) suo paese di residenza, frequenta poi il Liceo Artistico “A. Passaglia” di Lucca, dove si diploma nel 2012. Sempre nello stesso anno si immatricola alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, che attualmente frequenta. Durante i quattro anni di Università ha partecipato a varie attività promosse dalla Facoltà, una su tutte il workshop AMA (Architettura, Materiali e Ambiente), tenuto ad Asni (Marocco) dal 17/08/2016 al 27/08/2016, esperienza questa che gli ha permesso di approfondire le tecniche di costruzione tradizionale in terra cruda e contemporaneamente essere un’esperienza di tipo progettuale che mira alla realizzazione di un progetto pilota di un albergo diffuso basato sull’uso tradizionale dei materiali locali. Nel settembre 2016 partecipa ad un altro workshop a Mondovi (Cuneo) sul tema della accessibilità turistica al patrimonio storico con relative esercitazioni sul posto. Oltre ad essere appassionato d’arte, Federico Baldini è anche un musicista (batterista) nonché disegnatore/grafico su incarichi “a spot”.

Giovanni Bandini Nasce il 3 dicembre 1992 a Siena, abita a Certaldo in provincia di Firenze; compie gli studi superiori presso il liceo scientifico A. Volta di Colle Val d’Elsa, grazie al quale entra in contatto con materie umanistiche, quali filosofia, letteratura, storia ed arte, che lo aiutano nella scelta del suo futuro percorso di studi. Nel 2012 consegue il diploma. Così dopo aver concluso il suo primo percorso formativo parte alla scoperta delle maggiori capitali europee, quali Berlino, Amsterdam, Barcellona, Londra, Praga, Rotterdam e molte altre, durante il quale si amplifica la sua passione viscerale per l’Architettura, complice il fatto che queste città lo aiutano a scoprire nuove emozioni grazie alla loro vitalità. Una volta tornato in Italia si iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove sta attualmente concludendo il percorso di studi.

Jacopo Barelli Nasce a Perugia il 23/04/1991. Si diploma al liceo scientifico nel 2010 e si trasferisce a Firenze, immatricolandosi alla Facoltà di Architettura, della quale è attualmente studente. Nel 2014 partecipa a WAARK (Workshop di Autocostruzione di Ark) approfondendo temi riguardanti il riuso, la progettazione partecipata e l’autocostruzione. Temi che sono serviti a realizzare strutture temporanee per usi differenti all’interno della Facoltà di Architettura. Il workshop è organizzato dal “Collettivo Ark” di cui poi entra a far parte nello stesso anno. Nel 2015 prende parte a LAB tramite il quale ha la possibilità di scoprire il bambù come materiale da costruzione, realizzando, assieme agli studenti, strutture temporanee all’interno della Facoltà di Architettura. Nello stesso anno fonda, con dei colleghi, il gruppo di autocostruzione SPLIT con cui progetta e costruisce scenografie, strutture temporanee, installazioni per eventi e manifestazioni, cercando di usare prevalentemente materiale sostenibile o riutilizzabile. Nel 2016 partecipa al concorso “ideasforward 24h competition: H2O” presentando un’idea per un villaggio galleggiante alla quale viene assegnata la menzione d’onore.

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Beatrice Battaglia Nata in Sicilia nel giorno dell’equinozio di Primavera del 1991. Studia inglese e francese alle scuole medie e frequenta il liceo Scientifico E.Vittorini di Lentini (SR) scegliendo l’indirizzo specialistico in fisica e matematica. Tendenzialmente placida, canalizza le sue energie nell’apprendimento della danza classica e contemporanea all’interno della compagnia Megakles Ballet, oggi Petranura Danza, con la quale trascorre 10 felici anni. Appena diplomata lascia l’isola per approdare a Firenze dove frequenta l’università di Architettura quinquennale ed entra a far parte del collettivo di “Archigiani” Bottega Rem che, ben presto, diventa la sua nuova famiglia. La ritrae nella foto “Convivenza” con cui vince il primo premio di un contest fotografico indetto da Radio-Eco e con loro realizza installazioni artistiche, mostre fotografiche e allestimenti di Festival culturali tra cui il festival Teatro a Progetto di Settignano e il Collisioni Festival a Barolo.

Ernis Bejko Nato a Erseke, Kolonje una piccola località alpina albanese confinante con la Grecia. Vista la passione verso le scienze esatte decide di iscriversi al liceo scientifico “Ismail Qemali” e già nei primi anni di liceo comincia a manifestarsi la sua passione per l’architettura. Conclude i suoi studi presso il liceo “Ismail Qemali” a luglio del 2012 con voto di maturità 91/100. Nel settembre 2012 si iscrive all’Università degli studi di Firenze dove tutt’ora svolge il suo processo di apprendimento. Nel maggio del 2016 partecipa ad un International Workshop con tema “Sustainable schools for Med Area” dove scambia idee e metodologie di lavoro con un gruppo di studenti Colombiani, il cui scopo e quello di realizzare un progetto che rispetti in tutto e per tutto tutte le normative ambientali vigenti e che salvaguardi l’ambiente. Nello scorso agosto comincia la sua prima esperienza lavorativa come un “full-time intern student” presso LOFT, uno studio di design e architettura situato a Tirana, Albania.

Elisa Belardi Nata il 30 dicembre 1993 e vive a Montevarchi (AR). Qui ha frequentato le scuole primarie, e si e poi diplomata all’Istituto di Istruzione Superiore per Geometri Giorgio Vasari di Figline Valdarno (FI) nell’anno accademico 2011/2012. Messo da parte il percorso da geometra, ha deciso di seguire la strada che da sempre sapeva essere giusta per lei, ed attualmente e iscritta al quinto anno del Corso di Laurea Magistrale Quinquennale a Ciclo Unico presso la Scuola di Architettura di Firenze. Pensa che l’architettura sia una delle forme di arte più essenziali ed altruistiche realizzabili, ma è anche interessata ai temi più contemporanei dell’architettura bioclimatica e del risparmio energetico, che considera come un atto di responsabilità nei confronti della società in generale. La passione per i viaggi l’ha portata a vivere per sei mesi in Lituania, dove è stata exchange student presso la Vilniaus Gedimino Technical University di Vilnius.


biografie

Giulia Bellini Nasce l’11 febbraio 1991 a Firenze ove risiede tutt’oggi; compie gli studi superiori presso l’ex Istituto d’Arte di Porta Romana scegliendo come indirizzo il corso di arredamento, durante il quale acquisisce competenze in modellistica e i primi rudimenti di ebanisteria, disegno, sia dal vero che geometrico e in composizione. Nel 2008 ottiene il titolo di maestra d’arte, come previsto dal percorso scolastico e nel 2010 consegue il diploma in arredamento. Durante la permanenza all’Istituto d’Arte approfondisce e consolida la passione per la progettazione, soprattutto architettonica, che la porta ad iscriversi nel 2010 alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove sta concludendo il percorso di studi. Nell’aprile 2016 esce la pubblicazione “In_Situ, musealizzazione dell’area archeologica di Frascole, Ricerche | architettura, design, territorio”, di Fabio Fabbrizzi, professore associato di progettazione architettonica e urbana presso il DiDA, nella quale è raccolto anche il progetto del museo archeologico di Giulia, sviluppato durante il Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III.

Mariolina Botta Nasce a Siena, il 22 gennaio 1993. Frequenta il Liceo Scientifico a Siena dove inizia ad appassionarsi all’architettura grazie ai viaggi organizzati ogni anno dalla scuola, sia come gite in Europa, sia come settimane di vacanze studio in America. Dopo il diploma si trasferisce a Firenze per iscriversi alla Scuola di Architettura e qui inizia a maturare il suo interesse non solo per la progettazione, ma anche per il paesaggio e per tutto ciò che un architetto può fare per la salvaguardia dell’ambiente. Per arricchire il suo bagaglio culturale e avere più opportunità, decide di prendere parte al programma ERASMUS e studiare un anno in Spagna.

Monica Bozzi Nata il 18 settembre 1993 a Pescia, in provincia di Pistoia, ha compiuto i primi studi nella città natale dove nel 2007 si iscrive al Liceo Scientifico C.Lorenzini. Nel 2010 partecipa ad uno scambio interculturale con la cittadina danese di Skive, dove rimane per due settimane: questa esperienza ha contribuito ad accrescere il suo interesse per le lingue e la cultura scandinava, portandola negli anni successivi a compire numerosi viaggi in questi paesi. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, la passione per l’arte e la fotografia la portano ad iscriversi nel 2012 alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove attualmente prosegue gli studi. Nel 2016 ha preso parte al Workshop internazionale Sustainable School for Med Area, organizzato in collaborazione tra l’Ateneo Fiorentino e l’Università colombiana di Boyacà, per approfondire numerosi temi relativi alla progettazione sostenibile di edifici scolastici.

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Virginia Brogi Nata ad Empoli (FI) il 12\06\1992, da padre e madre creativi. Mio padre è un art-director ed ha una sua agenzia di comunicazione, moda e design, mia madre è un art-buyer e crea accessori. Sono cresciuta a Montespertoli (FI) e ho frequentato il Liceo Artistico Virgilio di Empoli con indirizzo “architettura e arredo”. Oltre ad interessarmi di pittura, scultura e architettura, ho coltivato la passione per la danza e la recitazione, amo l’arte in tutte le sue sfumature, infatti ho frequentato corsi di teatro e accademie di danza dall’età e ad oggi studio recitazione e cinema a Firenze presso la scuola di cinema Immagina. Conclusa la scuola superiore, ho effettuato il test di ammissione alla Facoltà Di Architettura di Firenze. Oltre a studiare collaboro con mio padre nella sua agenzia seguendo la parte di pubbliche relazioni, ufficio stampa e organizzazione di eventi. Amo viaggiare e ho iniziato a farlo fin da giovanissima. Adoro visitare posti nuovi e scoprire culture diverse; sono una persona curiosa e dinamica, amo stare a contatto con le persone e lavorare in gruppo.

Tecla Nencini Nasce a Firenze il 27 Luglio 1993. Cresce nella città di Prato dove ha la sua formazione primaria presso il Convitto Nazionale Cicognini e vi si diploma all’indirizzo Classico Europeo nell’A.A. 2011-2012. Qui ha modo di coltivare allo stesso tempo l’interesse per gli studi classici e le lingue, prendendo parte a scambi culturali a livello europeo. La passione nel fare esperienza di luoghi a lei vicini e a viaggiare la porta ad indirizzare la sua scelta di formazione universitaria verso la Scuola di Architettura di Firenze. Negli anni accademici sviluppa un parallelo interesse nella composizione architettonica e nell’innovazione tecnologica sostenibile. Tra il 2015 e il 2016 ha modo di partecipare ad un concorso di idee per la progettazione del Museo del Fado per la città di Lisbona, visitata nello stesso periodo per lo studio dell’architettura portoghese moderna e contemporanea. Nello stesso anno viene selezionata per il workshop “Spazio Luce Architettura” organizzato da Casabella Formazione, svoltosi presso la storica sede del Bauhaus di Dessau con la partecipazione dell’architetto spagnolo Josè Ignacio Linazasoro.

Tatiana Pignatale Nata a Taranto nel 1992, consegue nel 2009 la maturità artistica indirizzo architettura e nel 2010 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze. Dal 2011 è assistente presso il corso di disegno dell’architettura del prof. G. Verdiani. Prende parte alle campagne di rilievo in Turchia nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN, 2012-2015) “Arte e habitat rupestre in Cappadocia e nell’Italia centromeridionale” in collaborazione con numerose università italiane. Nel 2015 coopera alla campagna di rilievo spagnola nell’ambito del TOVIVA project “torres de vigia y defensa del litoral valenciano” in collaborazione con il Politecnico di Valencia. Negli ultimi anni matura una serie di pubblicazioni nell’ambito del rilievo partecipando a convegni internazionali. Dal 2013 partecipa all’International Conference on Cultural Heritage and New Technologies (CHNT) organizzato dal Museen der Stadt Wien – Stadtarchäologie a Vienna. Nel 2016 partecipa e fa parte dello staff tecnico-operativo dell’Intenational Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean coast (FORTMED2016). È stata membro dell’Associazione di Restauro Filippo di Ser Brunellesco di Firenze. I suoi principali interessi riguardano l’area del rilievo e della rappresentazione, andando ad approfondire maggiormente l’ambito della modellazione 3D, della fotogrammetria, del rilievo laser scanner e dei software ad essi legati. Collabora presso studi di architettura ed archeologia tra Firenze e Roma occupandosi di progettazione, grafica e 3D.


biografie

Alessandro Pucci Nato a Poggibonsi (SI) il 13/11/92. Ho frequentato il liceo scientifico “Alessandro Volta”di Colle val d’Elsa (SI). La passione per l’arte e l’ architettura trasmessami dalla mia famiglia, soprattutto da mio fratello ora laureato in pittura all’ Accademia di Brera, mi ha spinto nel 2011 ad iscrivermi alla Facoltà di Architettura presso l’Università degli studi di Firenze. Questo percorso di studi mi ha portato a sviluppare un interesse per tutti gli aspetti di questo campo: dalla composizione alla progettazione tecnologica al restauro alla progettazione strutturale, imparando ad utilizzare molti strumenti e software che la tecnologia di oggi ci offre in questi settori. Ho partecipato a molti workshop e seminari all’estero e con studenti stranieri poiché ritengo che siano valide integrazioni formative al normale corso di studi. Il resto del mio tempo lo dedico all’altra mia grande passione, la pallacanestro, sport che pratico da quando avevo sei anni e che mi ha permesso di viaggiare molto in tutta Italia e all’estero. Attualmente lo pratico a livello professionistico nel campionato di serie C nazionale.

Valeria Romita Nata a Cetraro, in provincia di Cosenza il 15/02/1993, frequenta il Liceo Classico “Silvio Lo Piano”. Al terzo anno di liceo decide di impegnarsi nella carriera politica in ambito scolastico diventando così rappresentante degli studenti all’interno della Consulta Regionale. Mantiene questo interesse politico anche all’interno dell’Università di Firenze, venendo eletta nel Consiglio di Dipartimento della Scuola di Architettura già dal primo anno di università. Durante il corso della carriera accademica all’interno della facoltà di Architettura Magistrale a ciclo unico ha modo di partecipare a diversi Workshop, nei quali ha potuto conoscere e interagire con studenti di altre nazionalitaà, in particolar modo nell’anno 2016, dopo aver vinto una borsa di studio si reca in Argentina, accompagnata dal professore Raffaele Paloscia, per partecipare ad un seminario organizzato dall’Università di Santa Fe, nel quale approfondisce l’interesse per l’urbanistica e per la progettazione di aree urbane dismesse in paesi in via di sviluppo.

Edoardo Rossi Iscritto al Liceo Artistico Virgilio di Empoli nell’a.s. 2005/06, e diplomato nell’ a.s. 2010/11 con la valutazione di 100/100 dopo avere frequentato negli ultimi tre anni il corso di Architettura previsto dal Liceo. Si iscrive nell’a.a. 2011/12 alla Facoltà di Ingegneria Meccanica di Pisa e nell’a.a. 2012/13 alla Facoltà di Architettura per il corso Magistrale in Architettura quinquennale appassionandosi ai corsi di rilievo e restauro. Vive a San Miniato e gli piacerebbe studiare e lavorare per mantenere, conservare e recuperare tutte le bellezze antiche presenti in Italia.

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Gabriele Rovetini n. 18/03/1993 San miniato (Pi) residenza: Fucecchio (Fi) Formazione: Diplomato al liceo scientifico Arturo Checchi di Fucecchio nel 2012 2 Istritto al 5° anno del corso di lauerea di Architettura Magistrale a Firenze (Classe LM-4 c.u.)

Chiara Rossin Nasce a Verona il 19/06/1993. Già da bambina ama giocare con le costruzioni, dipingere e fare escursioni in montagna, passioni che ha sempre voluto catturare con la fotografia, mezzo che le permette di esprimere forme e sensazioni. Frequenta il liceo classico “Scipione Maffei” dove partecipa attivamente alle attività proposte soprattutto nell’ambito dei diritti umani. Il liceo le fornisce numerosi campi di interesse che la porteranno ad iscriversi alla Scuola di Architettura, scelta per la quale si trasferisce a Firenze cogliendo l’occasione di conoscere e conoscersi, sviluppando così la possibilità di approfondire gli aspetti scientifici, umanistici e artistici.

Gabriele Rovetini Durante la mia carriera universitaria ho avuto modo di entrare in contatto con ogni aspetto dell’architettura, iniziando a capire l’importanza del singolo elemento da costruzione e la sua scelta, a quanto è fondamentale entrare in contatto con l’ambiente dove si andrà a progettare prima ancora di prendere foglio e penna. Penso che ogni studente abbia una sua concezione di architettura, che si inizia a sviluppare durante il percorso di studio e continua ad evolversi di pari passo alle sue esperienze per tutta la vita. Nella mia esperienza, anche se pur limitata e breve, penso che anche il più piccolo “gesto”, come potrebbe essere la semplice scelta di posizionare un muro “un po’ più a destra o un po’ più a sinistra” vada a modificare uno spazio cambiandone il significato e la funzione. Quindi la progettazione si trasforma in un processo decisionale teso alla realizzazione di un volume che si relaziona all’ambiente circostante non solo esteriormente ma anche internamente, cercando di regalare al fruitore un’esperienza.

Emilio Sartoni Nasce a Sesto Fiorentino il 19 Luglio 1993. Fin da piccolo preferisce passare del tempo montando e smontando oggetti e giocattoli, verniciando e dipingendo e facendo lunghe passeggiate in sella alla sua bicicletta. Frequenta la scuola elementare, media, e i primi tre anni della scuola superiore a Sesto Fiorentino, successivamente per esigenze familiari si trasferisce a Forte dei Marmi, in Versilia, dove conclude l’Istituto Tecnico per Geometri. Nell’anno 2008 scoprendo la passione per la fotografia si iscrive al circolo fotografico l’Altissimo, a Pietrasanta, del quale farà parte fino al trasferimento a Firenze. Nel 2012 nel capoluogo toscano inizia a frequentare il corso di laurea in Architettura Magistrale a ciclo unico. Nel 2014 ha modo di vivere in prima persona l’esperienza di cantiere affiancato dallo studio di architettura Eutropia.


biografie

Michele Tobia Nasce a Firenze il 26 Agosto 1993. Cresce nella citta di San Miniato, in provincia di Pisa, dove frequenta le scuole elementari e medie. La madre, architetto, lo indirizza a coltivare la crescente passione per il disegno che non abbandonerà negli anni delle scuole superiori dove riuscirà a frequentare workshop di pittura promossi dal Liceo Scientifico G. Marconi. In questo ambito conosce il pittore contemporaneo di San Miniato Gianfranco Giannoni, che lo indirizza all’esperienza dei vari generi artistici. Si diploma nel 2012 già convinto di voler intraprendere una carriera universitaria legata all’architettura e al design. Nei primi anni di formazione universitaria alla Scuola di Architettura di Firenze matura un’idea di composizione architettonica legata ai luoghi e alla loro storia, riconoscendo nei fini di una buona progettazione gli intenti sociali e gli effetti sull’ambiente che la circonda. Nel 2015 ha modo di confrontarsi con una prima esperienza concorsuale, collaborando con la madre nella progettazione di un nuovo involucro per il tabernacolo di Benozzo Gozzoli a Legoli (PI), aggiudicandosi la seconda posizione ex aequo tra i partecipanti.

Ilenia Tramentozzi Nasce a Bologna nel 1991, consegue nel 2010 il diploma di geometra presso l’Istituto Tecnico Crescenzi-Pacinotti di Bologna e decide di proseguire gli studi nello stesso campo professionale iscrivendosi alla Facoltà di Architettura di Firenze. Collabora con studi di architettura e archeologia tra Firenze e Roma occupandosi di progettazione, grafica 3D e restituzione grafica. Inoltre, ha collaborato alla progettazione strutturale ed acustica di uno studio di registrazione. Ricopre il ruolo di grafico presso una copisteria di Firenze dal 2013. È stata membro dell’Associazione di Restauro Filippo di Ser Brunellesco di Firenze. Ha maturato pubblicazioni internazionali prendendo parte a convegni quali l’International Conference on Cultural Heritage and New Technologies (CHNT19-2021), organizzato dal Museen der Stadt Wien–Stadtarchaologie a Vienna, e l’International Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean coast (FORTMED2016). Nel giugno 2016 vince il bando per il ruolo di Tutor degli studenti al Laboratorio Informatico di Architettura presso l’omonima Facoltà dell’Università degli Studi di Firenze.

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Finito di stampare per conto di DIDAPRESS Dipartimendo di Architettura UniversitĂ degli Studi di Firenze Marzo 2017



La Progettazione Ambientale rappresenta nell’ambito del percorso formativo dello studente in architettura, una disciplina trasversale e si inserisce all’interno del lungo percorso evolutivo del progetto che riguarda il complesso rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia. Così facendo, l’insegnamento della disciplina del progetto, viene filtrata da una nuova cultura che confluisce nei concetti imprevisti e affascinanti quali l’importanza dell’aspetto sociologico ed antropologico nella trasformazione dell’ambiente, il rispetto dell’autonomia delle culture e delle tradizioni del luogo, l’attenzione alle risorse energetiche disponibili e la coscienza del possibile esaurimento delle stesse, e soprattutto l’importanza del concetto di ‘limite’ nel percorso evolutivo della società moderna. I repentini cambiamenti climatici e le innovazioni tecnologiche che stanno modificando sotto il profilo culturale, sociale e tecnologico l’attuale scenario professionale nel quale si troverà ad operare il futuro architetto, ci impongono quindi l’esigenza di formare operatori sempre più capaci di prefigurare e conseguentemente affrontare la complessità delle trasformazioni urbane, del territorio e del paesaggio in grado cioè di gestire un numero maggiore di fattori per ottenere il raggiungimento di una qualità del progetto sempre più diffusa. Questa pubblicazione nasce dalla considerazione che per ricostruire una cultura diffusa dell’abitare, è necessario trasferire ad oggi più che mai alle nuove generazioni, metodi e strumenti per un approccio progettuale attento alla complessa dimensione uomo-ambiente e quindi raccoglie i risultati delle attività progettuali svolte durante il Laboratorio di Progettazione Ambientale attivo presso il corso di Laurea della Scuola di Architettura di Firenze, con l’intento di offrire ad una nuova generazione di architetti, attraverso la sperimentazione didattica, gli strumenti per affrontare la complessità metodologica del progetto che si traduce inevitabilmente in una complessità esecutiva. Paola Gallo è Professore Associato di Tecnologia dell’Architettura (ICAR12), docente del Laboratorio di Progettazione Ambientale e del Laboratorio di Tecnologie dell’Architettura presso il Dipartimento DIDA dell’Università degli Studi di Firenze, è Segretario scientifico del Centro Interuniversitario ABITA. Dal 1998 ad oggi partecipa costantemente a progetti di ricerca nazionali ed internazionali negli specifici programmi del settore energia e ambiente. Svolge la sua attività di ricerca nell’ambito tematico dell’innovazione tecnica e tecnologica nel progetto di architettura orientato alla sostenibilità ed in collegamento a queste attività, ha pubblicato diversi saggi ed articoli scientifici in Italia ed all’estero. Rosa Romano si è laureata con lode nel 2003 presso la Facoltà di Architettura di Firenze, dal 2005 collabora con il Centro di Ricerca Interuniversitario ABITA, partecipando a numerose ricerche nazionali ed internazionali inerenti le tematiche della Sostenibilità Ambientale e del Risparmio Energetico degli edifici ed approfondendo il tema della progettazione e valutazione energetica di Componenti di Facciata Innovativi per il clima Mediterraneo. Dal 2010 è PhD in Tecnologia dell’Architettura, e Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e dal 2014 è titolare, come docente a contratto, del Laboratorio di Tecnologia dell’Architettura presso la Scuola di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze.

9 788896 080788

€ 22,00


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