7 minute read

Maremma Doc: natura incontaminata e vini sorprendenti

LA DENOMINAZIONE Maremma Doc

piera genta

Advertisement

NATURA INCONTAMINATA E VINI SORPRENDENTI

Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana – realtà associativa composta da viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che vede impegnati viticoltori piccoli e medi a fianco di alcuni dei nomi più blasonati del panorama enologico nazionale – nasce nel 2014 con l’obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi inoltre alla tutela del marchio e all’assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore.

Oggi il Consorzio conta ben 322 aziende associate, con numeri in continua crescita, che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini per un totale di quasi 7 milioni di bottiglie prodotte all’anno – al 7° posto per l’imbottigliato tra le dop toscane – con la volontà di raggiungere i 10 milioni nel medio periodo, massa critica indispensabile per avere la giusta visibilità sui mercati internazionali. Presidente è Francesco Mazzei, fiorentino, classe 1959, imprenditore di successo e Ceo della Marchesi Mazzei spa, che annovera tra le sue aziende la Tenuta Belguardo nella Maremma Toscana. Mazzei ricopre attualmente anche la carica di presidente Avito, associazione che riunisce 22 Consorzi vitivinicoli della Toscana, che forniscono praticamente la totalità della produzione Dop e Igt regionale con oltre 1 miliardo di fatturato (11% di quello nazionale). Il Consorzio opera nell’intera provincia di Grosseto, una vasta area all’estremo sud della Toscana caratterizzata da condizioni pedoclimatiche molto diversificate, che incidono profondamente sulle caratteristiche della variegata gamma di vini proposta. Le dolci colline dell’interno disegnano un paesaggio tipicamente toscano, vocato alla coltivazione della vite e dell’olivo, elevandosi a nord ovest verso le Colline Metallifere – dove i parchi naturali condividono lo spazio coi geyser gorgoglianti e coi borghi medievali – e a nord est verso il Monte Amiata, antico vulcano spento e montagna sacra del popolo etrusco. Sulle propaggini dei Monti Volsini, a est del fiume Fiora, nel comprensorio di Pitigliano e Sorano si trovano le colline e gli altopiani caratterizzati da suoli vulcanici e dai tipici borghi arrampicati sul tufo (Parco Archeologico del Tufo). Tutta questa zona è caratterizzata da alcuni cavoni, tipo canyon, che si contraddistinguono per le pareti di tufo, in parte naturali, in parte scavate dagli etruschi (Vie Cave), che è possibile percorrere raggiungendo anche le numerose necropoli etrusche. Il promontorio dell’Argentario e l’Isola del Giglio offrono panorami mozzafiato, dove la limitata ma preziosa viticoltura eroica presente sui terrazzamenti a picco sul mare contribuisce non poco alla bellezza dell’ambiente; la fascia costiera, con suoi suoli argillosi, le vaste pinete e le aree di straordinaria importanza naturalistica, completa il suggestivo paesaggio della Maremma. Un punto di forza di questo territorio e dei vini qui prodotti è rappresentato dal concetto di sostenibilità naturale grazie a un’importante presenza di boschi e foreste, alla vicinanza del mare che con le sue

Il presidente Francesco Mazzei

brezze ripulisce l’aria e alla quasi totale assenza d’industrializzazione. La Maremma Toscana è un’area indubbiamente unica, capace di dare vita a varie tipologie di vini che esprimono il suo variegato territorio: ai vitigni autoctoni – Ciliegiolo, Canaiolo nero, Alicante, Sangiovese, Pugnitello, Aleatico, Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Malvasia, Grechetto –, si sono affiancate, a partire dagli anni Novanta del Novecento, varietà internazionali come Cabernet sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Viognier, Sauvignon, Chardonnay e Petit verdot per le quali la Maremma si è rilevata innovativa e vocata dimora. Chiediamo a Luca Pollini, tecnico di ultradecennale esperienza e direttore del Consorzio, un commento sui vini dell’annata 2021: “La qualità della produzione è stata senz’altro ottimale, grazie alla sanità delle uve con uno stato fitosanitario eccellente e al processo di maturazione che è proceduto ottimamente con un giusto scarto termico verificatosi soprattutto nella seconda metà di settembre. Dal punto di vista quantitativo, invece, si è riscontrato un calo tra del 15/20%, a carico soprattutto del Sangiovese e di varietà precoci come il Viognier e il Merlot, a causa dell’andamento climatico altalenante e soprattutto delle gelate tardive del mese d’aprile. E i riscontri che arrivano dai vini vendemmia 2021 già immessi al consumo – in particolare dai bianchi con in primis il Vermentino – stanno confermando questo quadro ottimale che fa davvero ben sperare anche per i rossi da invecchiamento”. A proposito di Vermentino, anche quest’anno si è tenuta la terza edizione del “Vermentino Grand Prix”, organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per promuovere, partendo dal suo territorio d’origine, quello che si sta dimostrando uno dei vini con la crescita più dinamica degli ultimi anni. “10 sono stati i vini selezionati, si tratta delle migliori espressioni di questo vitigno in una terra ancora incontaminata, senza industrie e proiettata a soddisfare i mercati internazionali – commenta il presidente Mazzei – così l’evento dimostra la sua capacità di sostenere il miglioramento qualitativo e la valorizzazione di quello che si sta sempre più attestando come una delle punte della denominazione. Infatti il ‘Vermentino Grand Prix’, nel breve arco di sole 3

Il direttore Luca Pollini

edizioni, è già diventato un appuntamento importante di promozione per i produttori e il brand Maremma; anche quest’anno abbiamo avuto la conferma che il Vermentino della denominazione ha una gran personalità non solo nella versione fresca e di facile beva ma anche in versioni più importanti con processi di vinificazione più complessi, tra i 10 migliori ci sono 9 vini non d’annata per esempio. Si tratta di un riconoscimento che può essere speso in termini d’immagine dalle cantine e che è occasione per avvicinare e allo stesso tempo avere un riscontro da esperti e operatori che diventeranno ambasciatori dei vini nelle loro specifiche attività. L’obiettivo dell’iniziativa è infatti quello d’alzare l’asticella ed è evidente che abbiamo imboccato la strada giusta, anche se c’è ancora molto da lavorare. La produzione di Vermentino Maremma Toscana DOC ha ormai stabilmente superato quella di altri vini della denominazione, nonostante il vitigno rappresenti solo il 10% della superficie vitata. Merito della modernità di questo vino, ben espressa dal suo bouquet fresco ma non banale capace d’affrontare anche l’invecchiamento, sempre più apprezzato dai consumatori in Italia e all’estero”, racconta Mazzei, che sottolinea come il “merito del successo deriva dalla tipologia particolarmente versatile e dal lavoro di squadra di viticoltori e Consorzio: i primi hanno unanimemente intrapreso un percorso di crescita qualitativa, il secondo le iniziative di valorizzazione e promozione”. Il Vermentino Grand Prix coinvolge ogni anno in giuria tecnici del settore e ristoratori stellati della Maremma Toscana, a cui in questa edizione si è aggiunto anche un rappresentante delle enoteche più importanti della zona. L’idea portata avanti dal Consorzio è quella di fare sistema per promuovere il brand Maremma Toscana nel suo insieme. Le 50 etichette proposte al panel dell’edizione 2022 hanno ottenuto nell’insieme il positivo riscontro dei giudici, che ne hanno sottolineato l’alto profilo qualitativo. La Top Ten conferma anche quest’anno una tendenza che si sta consolidando tra i produttori, cioè la vinificazione in purezza del Vermentino: “Una scelta che ben rappresenta la volontà di caratterizzare la propria produzione esaltando le particolarità che il vitigno esprime in questo specifico areale e nei diversi terroir – spiega il direttore Pollini – anche da questa edizione emerge un dato significativo che ci racconta una decisa preferenza verso i vini più complessi e maturi, tanto che nella Top 10 compare un solo 2021, così come nella scorsa edizione figurava un solo 2020”. Come racconta Pollini “in provincia di Grosseto il Vermentino, con 914 ettari contro i 138 del 2006, è il vitigno che sta crescendo con percentuali più alte, nessun’altra cultivar lo sta facendo in maniera così costante negli ultimi anni, oggi la Maremma Toscana è l’areale di coltivazione più importante della Penisola per il Vermentino”. Importante anche il lavoro di mappatura del territorio di produzione per individuare le zone, le biodiversità e le varietà da valorizzare, oltre che di indirizzo e sostegno alla viticoltura sostenibile finalizzata a preservare la Maremma, mantenendo e anzi potenziando la percezione positiva dei consumatori per questo territorio ancora incontaminato. Lo scopo della DOC Maremma Toscana è oggi quello di continuare a svilupparsi in maniera dinamica come ha fatto negli ultimi anni, attestandosi come un nuovo e affascinante volto della Toscana che attrae da sempre turisti e winelovers. Un luogo d’elezione capace d’affascinare e stupire gli amanti del bello e del buono di tutto il mondo, valorizzando le diversità di questo sorprendente e selvaggio territorio, ampliando gli orizzonti del gusto toscano attraverso la varietà e la qualità dei suoi vini. E la Maremma Toscana si conferma come una delle mete più gettonate sia nelle stagioni calde che in quelle più fresche, richiamando a sé un turismo di qualità desideroso di scoprire il suo lato green e assaporare la molteplicità dei prodotti di questa terra. Il turismo in Maremma è sinonimo di esperienza attiva, un magnifico viaggio tra colori, profumi, all’insegna del buon vivere.Territorio tra terra e mare, dedito con sapienza alla coltivazione della vite e alla produzione di vino sin dal tempo degli Etruschi, è un luogo tutto da scoprire, ancora incontaminato, ricco di natura, storia e cultura.