Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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chiesi se ci sarebbe stata la possibilità di riprodurre altri troni per farli scolpire ad un artista. Giuseppe non ebbe esitazioni, era incuriosito, nonostante non fosse chiara la finalità del lavoro. <<Il Dio degli Animali dovrà annunciare al paese che a Sanza, un falegname, un artista ed un economista vogliono costruire un nuovo coro ligneo, contemporaneo, da poggiare sul Monte Cervati come segno di nascita della Città del Parco>>. Giuseppe si fidò dell’economista e si rese disponibile qualche ora dopo; avvertimmo il sindaco ed il Dio degli Animali stazionò per oltre tre mesi nel centro storico di Sanza. Alle persone che domandavano di questa presenza, Giseppe rispondeva che presto sarebbe arrivato un artista a scolpire altri troni, ed appena il progetto di piazza sarebbe diventato visibile, un luogo sul Monte Cervati avrebbe accolto la Piazza come simbolo di fondazione della nuova piazza contemporanea. Non la nuova piazza per Sanza, ma la piazza della Città estesa nel Parco, la città fatta di cento paesi e mille luoghi tutti in grado di ricevere energia da questo nuovo luogo, centro e fuoco d’acqua vitale. Una piazza contemporanea estemporanea, per far crescere la consapevolezza sulla città nuova. L’evento comunicato avrebbe ridato a Sanza quel ruolo rivendicato ma mai ottenuto per rivendicazione; quel riconoscimento che deriva dalla consapevolezza di molti, dalla crescita culturale necessaria al cambiamento. Per un intero inverno, Ugo raggiunse periodicamente la bottega di Giuseppe; suo padre Saverio, benché ammalato, ebbe una sorta di risveglio vedendo l’utilità ritrovata dei suoi vecchi attrezzi. Un po’ per necessità ed un po’ per amore, Ugo alternava strumenti moderni e strumenti antichi; troni angeli, troni animali, troni maschili e troni femminili riempirono la bottega di Giuseppe. Otto troni furono trasferiti nel bar centrale come messaggio di comunicazione del nuovo che stava per arrivare. Un nuovo salotto di legno scolpito faceva compagnia ai viandanti ed agli abitanti di Sanza che spesso finivano per annunciare, in modo inconsapevole, la necessità di possedere dei nuovi riti, una nuova piazza contemporanea accanto a quella usata quando in agosto, per la festa della Montagna, a piedi, si risale il monte per far sostare temporaneamente la madonna in cima al Monte, un pellegrinaggio secolare. La piazza cresceva nel centro storico ed il Monte Cervati sembrava più vicino; aumentava la consapevolezza del patrimonio in possesso del territorio. L’economista sperava nella nascita di nuovi comportamenti; ricordava le


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