Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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trasformare i sindaci del territorio i nuovi cavalieri d'onore? Non ci accorgevamo che la nostra visione del vivere era astratta, utopia senza gambe? Qualche commento in questa direzione arrivò. In effetti, volevamo esporre il nostro progetto intermedio senza rinunciare a tutta la nostra fantasia visionaria, all'utopia realizzata nella nostra mente, al racconto dell'impegno profuso, alla cronaca dei chilometri percorsi, alla presentazione delle persone ricche incontrate. Certo, apparivamo anche un po' esaltati, ma eravamo pieni di ricerca realizzata. Tania apparve dolcemente contrariata quando Ugo, nel mostrare le vetrine allestite all'ingresso della Borsa da Matilde Romito, la direttrice del Museo Provinciale, disse, con altrettanta dolcezza, che l'intero percorso di ricerca, frammenti raccolti in trenta anni, poteva essere contenuto in uno solo dei suoi vasi. Ma non era una battuta dissacrante, anche se l'intero staff tecnico della provincia rise con piacere: per Ugo era un concetto. Dovevamo costruire un contenitore più grande di tutta la ricerca possibile. Ribadivo a Tania che anche l’archeologa Giovanna Greco, per la sua ricerca archeologica, da anni proponeva per la prospezione archeologica l’utilizzo di più specialismi per arrivare ad un concetto di territorio pluridisciplinare e che questo procedere aveva dovuto mettere in discussione tutti i comportamenti più tradizionali. Per Giovanna Greco il problema diventa più complesso in Italia Meridionale e in Sicilia, dove la presenza di città coloniali greche ha determinato la formazione di un modello legato particolarmente ad una Polis, vi era difficoltà continua a separare vecchio e nuovo modello. Iniziavo a pensare che l’argomento di tesi scelto da Tania era troppo specialistico, una ricerca di archivio puntigliosa, basata sulla lettura attenta del particolare per la ricostruzione storica dell’evento possibile, una ricerca sulle metodologie di ricerche d’archivio, non una vera e propria ricerca sui cambiamenti. Anche se avesse avuto successo, scoprendo la provenienza di fabbricazione della sua testolina, difficilmente avrebbe potuto ricomporre i motivi di quel viaggio senza ipotesi di ritorno, senza tensione verso la scoperta. Ugo continuava a ripetere che noi, in fondo, eravamo in cerca dell’insuccesso. Io, dopo di lui, per evitare incomprensioni, dovevo precisare che l’insuccesso, come evento probabile dell’approccio laboratoriale, diventava la fonte di riflessione per rialimentare i temi della ricerca, per mettere in grado il ricercatore di fornire il progetto giusto, sostenibile, di lungo periodo. A nostro conforto arrivò l’invito del Sindaco di Fasano che aveva riconosciuto


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