Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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e storie contemporanee cominciavano a riconoscersi e ricadevano con contorni definiti sul territorio. Un grande Puzzle cominciava a mostrarsi, difficilmente interpretabile complessivamente, ma qualche luogo cominciava a mostrare una nuova identità, bisognava sviluppare la capacità di cogliere in quelle nuove carte, nel paesaggio visivo, il complesso delle relazioni di identità. La mappa dei siti minori si contrapponeva, in termini di comunicazione, a quella delle città grandi, Paestum e Velia. Mettere in rete i siti minori significava parlare di un'altra città? La risposta della ricerca archeologica è no. Per l'economista e l'artista la provocazione era quello di affermare che era possibile, si poteva dire sì. Suggerimmo di pensare alla possibilità di ricomporre i frammenti, abbandonando l'idea di coerenza storica, che invece continuava a far parte della ricerca archeologica, e, adoperando il principio di complementarietà rispetto al progetto di nuova identità dei luoghi, proporre il possibile scenario del puzzle. Nuovo e vecchio, tradizione e contemporaneità, territorio ed immaginario, creatività della natura e creatività artistica, attività del fare e attività dell'anima intrecciate in forme rivelatrici di un processo possibile, di evoluzione creativa. Il Dio degli Animali fece un magnifico viaggio da Teggiano fino a Paestum, comunicando i temi della piazza nuova, scortato da Giovanni e Nicola del servizio ecologia della provincia, e seguito come un'ombra dall'artista e dall'economista. Durante il viaggio, il sole proiettava l'ombra del Dio sui prati, sulle case e sulle strade, configurando centinaia di nuove forme possibili. Per Ugo, mille mostre temporanee, istantanee, erano state prodotte con l'aiuto del sole in mille luoghi diversi. Giovanni aveva procurato ad Ugo piante di alloro, che vennero conficcate nelle corna in legno di castagno del Dio. Nel corridoio dell'Ariston, era apparso come albero-uomo maestoso, un impatto visivo straordinario, un punto d'attrazione irrinunciabile, una partenza per il percorso-mostra che comunicava la necessità di riconoscere la Certosa Esplosa per edificare la città nuova. Nel territorio diffuso del Parco, ricerche archeologiche sui siti minori e ricerche sul contemporaneo dovevano mettersi in complementarietà, riconoscendo e valorizzando l'intermedio, proponendosi come progetto concettuale ampio, rivoluzionario, che chiedeva ai luoghi piccoli di offrirsi come luoghi in grado di far cambiare dimensione all'intero territorio, offrendosi come componenti di nuovi equilibri territoriali. Nasceva l'idea di fondare e/o formare una nuova città: la Città del Parco. 50


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