Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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Lo scenario d’uso dei luoghi appariva indefinito, non mancavano poi le ipotesi di megaprogetto di risanamento e riuso abitativo. La locale pro loco, con il presidente Franco Palmieri ed il vicepresidente, architetto Giuseppe Capo, si erano adoperati perché la sovrintendenza mettesse in sicurezza la chiesa e qualche spazio contiguo, creando in quest’ultimo uno dei primi musei della civiltà contadina del Cilento. Un recupero edilizio che tradiva in parte l’identità del luogo ma che era diventato presidio sociale capace di tenere viva l’attenzione su Roscino ed i temi del riuso. Durante l’inverno, il bravo sindaco di Roscigno, Armando Mazzei, organizza un convegno sul possibile futuro di Roscigno; nevicava quel giorno, ma io ed Ugo raggiungemmo ugualmente quel luogo, il paese vecchio: imbiancato, moltiplicava il suo fascino. L’unica abitante che non aveva obbedito all’ordinanza continuava a presidiare il paese: un fuoco ancora acceso, il paese non ancora abbandonato, animali da cortile che abitavano molte parti delle case rurali periferiche. Al convegno, nella bella sede della Banca Popolare di Roscigno, c’era tutto il paese: il sindaco Andrea Mazzei introdusse i lavori, parlarono amministratori, cittadini, un architetto famoso, Nicola Pagliara, l’economista e poco prima del Presidente della Provincia Alfonso Andria, Ugo Marano. Legge il suo scritto, lo interpreta, incontra lo sguardo di molti cittadini, dei proprietari delle case; c’è emozione nell’aria. L’idea progettuale, lo scenario possibile, l’utopia realizzabile vengono riconosciuti. Alcuni cittadini donano al sindaco ed agli abitanti di Roscigno nuovo, e, quindi nuovamente a se stessi, ben 5 case della Roscigno vecchia. Si creano i presupposti mentali e progettuali affinché possano partire i laboratori di ricerca sui temi del paesaggio rurale, della manutenzione, della messa in sicurezza, del possibile riuso dei luoghi, del loro restauro concettuale. Viene assorbita l’idea che quel luogo, Roscigno vecchia, porterà vantaggio economico e culturale alla Roscigno abitata. Il vuoto creativo viene riconosciuto; l’economista durante il convegno propone un gioco di parole. Roscigno vecchia, appare la Roscigno nuova, quella interessante, contemporanea, ma ben presto nuovi laboratori dovranno rinnovare Roscigno nuova che sarà diventata vecchia e poi subito dopo ripensare nuovamente a Roscigno vecchia fino a che Roscigno & Roscigno ritroveranno un unico tempo di evoluzione, non più paese doppio, ma unico, contemporaneo. Quasi simbolicamente la neve aveva unificato il paesaggio: un unico colore per tutto il territorio, Ugo ed io inseguimmo la macchina del presidente della provincia, Alfonso Andria, per non rischiare di rimanere bloccati dalla neve. Bisognava trovare nuovi ricercatori in grado di portare avanti il progetto complesso, anch’essi dovevano innamorarsi del luogo e del progetto possibile, aprire il loro laboratorio, ritrovare anch’essi i temi contemporanei del loro fare. Roscigno Laboratorio infinito di un paesaggio in metamorfosi lenta? 44


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