Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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temporaneamente bloccato la parte vecchia del porto di Salerno, il Dio degli animali si mosse verso il Parco del Cilento, arrivò a Teggiano per annunciare che, per la ricerca dei temi del parco, doveva essere costruita una piazza sperimentale. Quaranta troni in castagno avrebbero seguito il primo, delimitando il nuovo spazio. Una nuova piazza, La piazza dei Flauti e del Natale, lontana, lontanissima dalla città (dove la piazza non è più il luogo della comunicazione e dell’incontro individuale, di presa di coscienza) doveva essere concepita ed annunciata come contrapposizione teorica dell’immaginario collettivo che vede la piazza di Gannano come la piazza del Sud. A Gannano c’è la piazza descritta da Leonardo Sinisgalli: <<su lastre di pietra sconnessa, al ritorno dalla campagna, i vecchi fumano chini qualche mozzicone di sigaro, e chiacchierano mentre la pignatta di ceci cuoce lentamente, sperimentando i tempi dell’attesa>>. Per Sinisgalli e per tanti che parlano del Mezzogiorno, questa è la piazza degli uomini del Sud, una delle tante dei mille paesi non urbanizzati, <<dove non è cambiato nulla, dove non cambierà mai nulla>>. Per me e per Ugo, la piazza del Natale doveva essere la piazza veramente nuova, quella che proponeva l’incontro delle attività sperimentali dell’uomo, per fare ritrovare a tutti i valori del cambiamento, annunciando i comportamenti necessari all’evoluzione contemporanea dei luoghi. Ma dove edificare la nuova piazza?

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