Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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in un convegno; l'artista si sarebbe dovuto esibire nella galleria civica d'arte contemporanea. Partimmo ugualmente per Copparo. potevamo discutere dei temi sperimentali adatti al Cilento e nello stesso tempo capire come mai si era rallentato l'entusiasmo degli amministratori copparesi. Fummo nuovamente ospitati a Casa Bighi (la casa razionalista che tentava di far entrare visivamente la natura nell'interno della villa), capimmo così l'importanza di saper leggere i beni ambientali prima di accennare ad un qualsiasi intervento; del resto, la proposta di Ugo per Copparo prevedeva una lettura lenta dei luoghi, fatta attraverso l'immaginario e il visivo dell'opera che si sarebbe ricomposta proprio vicino casa Bighi. Tornavano in mente i temi di identità e sviluppo, la nuova identità vista come progetto di sviluppo possibile da proporre nuovamente a Copparo per evitare che la comunità si richiudesse nel modello adattivo, una fertilità possibile, ma senza discontinuità significative. Il direttore generale del comune, la dr.ssa Daniela Ori sembrava la più entusiasta. Quell'armonia artificiale tra natura e mura, vissuta in quella casa, ci faceva percepire la necessità della discontinuità, della situazione nuova da creare, sensazione che già avevamo percepito nello sguardo vivo e nelle espressioni di curiosità della Ori. Fu in quella casa che capimmo che dovevamo rompere i ruoli in cui eravamo stati collocati dal programma del Sindaco, da Diego e Giuliano, affettuosi responsabili del “Settembre Copparese”. Io mi accomodai nella casa comunale e chiesi di parlare verso le 12, mentre Ugo iniziava a fare capricci d'artista nella galleria dove, con grande meraviglia del direttore, aveva fatto collocare tre tele bianche di dimensioni enormi rispetto al tradizionale uso di quegli spazi. Ugo fece capricci ed ottenne vino, 50 chili di frutta, pere mele banane ed uva in abbondanza, che collocò all'ingresso della galleria, in alto 101 gladioli, mentre nella parte mediana dispose in circolo un bel numero di poltrone. Nella parte restante, ma ben visibile da tutte le parti della galleria, tre tele bianche da dipingere. Quando? <<Ho dovuto constatare, anche da qualche intervento, che noi economisti, come pure storici e scienziati sociali, nelle discussioni sui temi dello sviluppo locale trascuriamo la dimensione delle valenze naturali, conoscenze e possibili bisogni legati al progetto della Natura. Nello stesso tempo non riflettiamo abbastanza sulle dimensioni dello spazio e del tempo che hanno accompagnato la nascita di contesti specifici>>. Il territorio spesso propone, in situazioni naturali simili, esiti culturali, politici e perfino mentali diversi. In effetti, volevo richiamare l'attenzione sulla necessità di saper guardare dentro


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