Lotte Unitarie 10/2015

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Attualità

Lotte Unitarie OTTOBRE 2015

Auser: per questa volta non gioco

Antonio Nigro Presidente provinciale AUSER Alessandria

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ra le tante iniziative che AUSER ha messo in campo nell’ultimo anno vogliamo segnalare l’adesione al progetto ‘Io non gioco: una scommessa vincente’. Come è ormai noto da tempo, il gioco d’azzardo è diventato un problema sociale al punto da entrare fra le dipendenze patologiche da seguire con trattamenti di ‘disintossicazione’ vera e propria. Il progetto presentato dall’associazione di promozione sociale PARCIVAL di Alessandria si propone di agire su vari livelli: prevenzione con l’individuazione dei fattori di rischio in giovane età e dei comportamenti di gioco problematici, informazione con campagne rivolte soprattutto ai giovani, insegnanti e ge-

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nitori anche con interventi negli Istituti Superiori, sostegno psicologico, sociale e legale per chi è preda di questa terribile dipendenza. AUSER, partner del progetto, ha allestito nei propri locali, in via Cavour 29, uno sportello di ascolto specializzato: l’accesso è anonimo e gratuito, la finalità è quella di fornire ai giocatori patologici e alle loro famiglie la possibilità di chiedere aiuto superando imbarazzi e vergogne e di fare filtro per il passaggio verso il servizio istituzionale del SERT.

Chi vorrà utilizzare lo sportello troverà la disponibilità di psicologi, educatori e avvocati telefonando al 333 9337827. Gli incontri si svolgono in forma riservata in un locale predisposto e come abbiamo già detto in forma anonima. Con l’adesione al progetto ‘Io non gioco: una scommessa vincente’Auser intende impegnarsi anche sul terreno della cura e della prevenzione di una dipendenza che tanti danni sta facendo fra persone in situazione di disagio e alle loro famiglie.

Prosegue poi l’attività ‘classica’ di Auser, consolidata nel tempo e dall’esperienza: servizi di trasporto per anziani, malati, diversamente abili; assistenza su scuolabus, distribuzione pasti, corsi di alfabetizzazione informatica per anziani, corsi di lingua italiana per cittadini stranieri, sportelli migranti presso alcune sedi di camere del Lavoro della provincia. È sempre più evidente come in tempi di crisi economico-sociale l’apporto del volontariato sia importante e necessario: tante pic-

cole azioni fanno alla fine un risultato apprezzabile. Infatti lo scopo della nostra attività è quello di dare socialità, contrastare la solitudine, mettere ‘insieme’generazioni diverse, fornire anche un aiuto a chi si trova in difficoltà. Le sedi Auser si trovano a Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Tortona, Serravalle Scrivia: a ottobre l’Auser Provinciale di Alessandria aprirà un nuovo circolo a Trino denominato ‘Centro d’incontro per la terza età’.

Orazione funebre per Gianfranco Marchesotti Massimo Pozzi Segretario Regionale CGIL Piemonte

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ggi è un giorno triste, salutiamo Gianfranco nel modo antico in cui si salutano i compagni. In noi prevale il dolore per una scomparsa troppo prematura ma, il ricordo di Gian, rimarrà in ognuno di noi che gli siamo sopravvissuti e che gli abbiamo voluto bene. Io mi soffermo ricordando quella parte della sua vita più pubblica di sindacalista. Credo sia stato sempre molto discreto, timido e al contempo geloso degli affetti privati, comunque i più importanti per lui. La sua attività sindacale inizia come delegato del Consiglio di fabbrica della Schiavetti, azienda metalmeccanica. Venne poi distaccato dalla FIOM a cavallo degli anni 70 e 80 diventando segretario di una lega FLM. Dopo qualche anno abbiamo cominciato a lavorare assieme, Gianfranco era segretario di lega della FLM di Tortona io di quella di Alessandria. È stato per noi un periodo di grande apprendimento, abbiamo fatto assieme l’università del sindacato di allora, arrivavamo da diverse esperienze, lui ha fatto il percorso canonico nella CGIL da delegato a funzionario e per lui l’appartenenza alla FIOM è sempre stata fondamentale. Nella CGIL in quei tempi organizzata per componenti Gianfranco aderiva

alla terza componente essendo politicamente dell’area del Manifesto. La più piccola e la meno componente di tutte. Gianfranco, nelle discussioni che in CGIL facciamo nei Congressi, si schierava quasi sempre in minoranza, scelta che lo ha sicuramente penalizzato nel percorso sindacale. La sua collocazione nelle aree di pensiero che caratterizzano le regole democratiche in CGIL era sempre frutto esclusivo delle sue convinzioni sindacali. Infatti, una delle cose che credo ritenesse tra le più importanti era il diritto di critica. In effetti non ha mai lesinato le critiche sulle cose che non lo convincevano però senza mai cedere al settarismo. Tantè che non ha mai lesinato critiche, aperto dibattiti, contestato i vertici all’interno delle componenti o aree in cui militava. Penso che per lui la discussione, il confronto di opinioni su proposte diverse, che invocava quasi sempre nei suoi interventi, era uno dei modi con cui poter far fare dei passi in avanti al sindacato, per trovare il modo migliore di difendere gli interessi dei lavoratori. Il confronto anche aspro con lui non era mai distruttivo ed era sempre leale. Alla fine comunque cercava ogni volta che era possibile l’accordo, sapeva contrattare e mediare, era un sindacalista. In effetti se ci si accontenta dello status quo non si progredisce e per questo Gianfranco era indubbiamente un progressista for-

temente impegnato per far progredire le condizioni materiali delle persone che il sindacato vuole rappresentare. La sua esperienza sindacale dopo i metalmeccanici è proseguita da segretario degli alimentaristi della FLAI in due periodi differenti ed è stato in diverse segreterie della Camera del Lavoro. Più volte siamo stati in segreteria assieme. Chi come me lo ha conosciuto anche in quei ruoli sa con certezza che per lui comunque la CGIL si poteva criticare ma la si doveva sempre difendere. I suoi comportamenti sul lavoro erano irreprensibili ma mai si ergeva da moralista. Gianfranco anche per la formazione avuta, per la sua cultura da autodidatta, era un sindacalista che si documentava, studiava, non prendeva posizioni per sentito dire e se pensava di non sapere una cosa non aveva problemi a chiedere a chi su quel tema ne sapeva di più per essere sempre preciso nelle risposte e indicazioni sui problemi che gli ponevano. Si imbestialiva quando si imbatteva nei modi di fare raffazzonati di qualche sindacalista. Anche per questo voglia di capire, per questa curiosità sui cambiamenti nei fenomeni sociali, la sua prematura scomparsa ci priverà di una voce importante, di una analisi e di un pensiero utile, in un momento come questo di profondissimi cambiamenti nella società nella politiche e quindi nel sindacato.

Un sindacato che per lui non poteva che essere pluralista e quindi anche per questo unitario purché rappresentativo e democratico. Spesso quando ci incontravamo in questi ultimi anni, comportandoci come reduci di tempi che ritenevamo migliori, forse anche perché semplicemente eravamo più giovani, ci lamentavamo dell’abbassamento del livello nella politica e anche nel sindacato. Concordavamo, sulla necessità anche e sopratutto oggi che il Sindacato abbia più coraggio nello scegliere cosa difendere e cosa cambiare di fronte agli enormi mutamenti che stanno avvenendo nella società, nel lavoro, nella politica. Naturalmente entrando più nel merito, come spesso capitava, registravamo qualche dissenso. Non voglio cadere nella retorica che detestava ma è giusto dire che Gianfranco sapeva da sempre da che parte stare per lottare per l’emancipazione, i diritti e la dignità dei più deboli. E anche per questo era interessato ed impegnato sui temi internazionali, sulla pace, il diritto all’autodeterminazione dei popoli, l’immigrazione. Voglio citare su questo solo un piccolo ricordo su una esperienza che lo aveva affascinato. Il suo viaggio di cooperazione internazionale in Nicaragua che lui, sostenitore dei Sandinisti, fece se ricordo bene, a metà degli anni 80. Un’esperienza di cui parlava con entusiasmo sia ri-

portando degli aneddoti, come quando raccontava di come, durante un trasferimento vicino alla foresta, un suo accompagnatore armato sparò ad un iguana ma per fortuna la sbagliò. E Gianfranco fu contento di non dover assaggiare la prelibata coda di Iguana. Sia per le cose più importanti di una esperienza politica e sociale Latino Americana significativa per la sinistra, in un viaggio intrapreso comunque con una certa dose di coraggio. Interesse Internazionale e legame con il territorio due cose per Gianfranco fondamentali. È stato fino a pochi mesi fa, il segretario della Cdl di Novi, un prezioso punto di riferimento di sindacalista sul territorio che cerca di risolvere i problemi dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, degli immigrati, che vengono nelle nostre sedi. Giafranco poi è sempre stato curioso e attento a quello che si muoveva nelle realtà giovanili, naturalmente quelle più affini alle sue idee politiche. E, con una grandissima attenzione all’autonomia della CGIL si occupava della politica, in senso lato, partecipava alle battaglie che riteneva giuste, recentemente nel movimento contro il terzo valico, ed era da sempre un sostenitore della Comunità di San Benedetto al Porto, fondata dal suo amico Don Gallo, alla quale la sua famiglia ha chiesto di destinare eventuali offerte in sua memoria.

Gianfranco che difficilmente riusciva a non intervenire in un dibattito, però sapeva ascoltare oltre che parlare, una cosa molto importante per chi ha a riferimento la polis, cioè l’attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica, modello dell’antica Grecia, suo riferimento ancor prima di Tsipras. Una visione alternativa a quella che oggi pare vada per la maggiore e che ritiene che la partecipazione si risolva solo con il voto ad un partito o peggio ad un leader politico e, tutto sommato, meno gente và a votare meglio è. Gianfranco ci mancherà ma ha lasciato un segno in noi, nella CGIL e nel sindacato Alessandrino e Piemontese per questo, di lui rimarrà una impronta, non solo un ricordo. Mancherà ancor di più alla sua famiglia, a Natalina, a Emiliano, a Carlotta, a cui, parlo a nome di tutti i compagni e le compagne della CGIL, siamo vicini e cercheremo di stare vicini. Ciao Gianfranco, ti sia lieve la terra.


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