Nell'Anima

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Giudicherete voi le poesie qui pubblicate! Da parte mia non nego che sono quelle cui sono più affezionato. E non perché le ultime creature siano le più care, ma perché sono state esaltate dalla collaborazione di due ispirati artisti. In primo luogo Cesare Reggiani: le ha musicate, senza mai distaccarsi dal testo. Avrei giudicato impossibile una simile impresa, se non avessi poi ascoltato una realizzazione che supera le mie aspettative. Le mie poesie non sono testi per musica: semplicemente poesie, scritte in piena libertà. Non mi sono mai posto il problema se fossero musicabili o no, ho solo scritto, sugli argomenti che mi stanno a cuore. È successo un miracolo, evidentemente, se penso ai risultati. Un miracolo dietro il quale stanno due sapienze tecniche e due spiriti poetici che si sono incontrati: le mie competenze e quelle di Cesare. La sinergia è un prodigio, quando più esperienze lavorative si incontrano, e producono un valore aggiuntivo. I testi potenziati, esaltati: la più bella soddisfazione della mia vita. Il successo dell’impresa non sarebbe stato certo completo, se un altro poeta, un poeta della chitarra, non si fosse aggiunto: Paolo Giovannini, un musicista per il quale, come per Reggiani e per me, l’arte è una magia pratica. Ci vuole molta conoscenza tecnica per fare poesia. Evocative sono le frasi musicali che Paolo ha intarsiato nelle canzoni, riversando il suo spirito sul nostro spirito, la sua ispirazione sulla nostra ispirazione. I suoi interventi non sono mai tecnici aggiustamenti, o tanto meno esibizioni di virtuosismo. E non sono mai a se stanti. Sono tasselli pensati per integrare l’atmosfera poetica dei singoli pezzi, a dare anima all’anima. Duro e difficile lavoro è stato per tutti e tre; ma più per gli altri due, che per me. Io ho dato il la con le mie poesie: gli altri hanno costruito una sinfonia, musicale e visiva, a partire da quel la. Costruire! non è questa l’arte? Io amo i costruttori, odio i distruttori. Alla loro valorizzazione hanno poi contribuito moltissimo anche le illustrazioni, visive: poesie esse stesse, musica esse stesse. Musica sulle parole che mi ha sussurrato l’anima. Opera d’anima nel suo complesso, col bisturi spietato di uno sguardo lucido: senza scontati intimismi. Ma poesia, poesia, poesia! Poesia verbale, poesia visiva, poesia musicale. Pensate ai Notturni di Chopin, o alle Ballate di Bob Dylan. Creativi sono stati anche gli altri membri di «Histrix», e quanti hanno preso parte al progetto: qui sorregge la melodia un robusto bordone di contrabbasso, là spicca un violino, una fisarmonica, una tastiera sapientemente adoperata come organo Hammond o come pianoforte; ovunque, son voci, cori, le cicale friniscono nella Serenata: la natura, evocata, aggiunge il suo suono, il suo richiamo lontano. Son le risate del dopolavoro, e l’afflato del mare senza vento. E la neve che lenta fiocca, ad annunciare una bellezza senza tempo. Paolo Melandri, Agosto 2010


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