casainmente living way 11 dicembre -gennaio 2011 by Calleidos

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Photo Elisa Shebaro

dicembre 2010 - GeNNAiO 2011

Perfetta armonia tra forma e contenuto

θ (Phi) = b_ ln (r/a)

Spaccato di una conchiglia di un Nautilus con le cavità disposte secondo una spirale logaritmica che riproduce alla perfezione il progetto delle galassie e ci dimostra come la Sezione Aurea (Phi) sia l’espressione matematica della bellezza e dell’eleganza della natura. La spirale logaritmica segue una crescita esponenziale stabilita dalle leggi fisiche dell’universo, come dimostra la formula della Sezione Aurea. Entrambe sono celate in ogni angolo della Terra: semi, fiori, frutti, persino gli animali e gli esseri umani. Tutto, in natura, segue questo schema, frutto di una particolare sequenza matematica, sequenza che non ha un punto di inizio, ma prosegue infinitamente sia verso l’interno che verso l’esterno. Per la sua proprietà di crescita, perfettamente armonica, la spirale logaritmica è stata anche chiamata, nel corso dei secoli, la “curva della vita”.

www.calleidos.it

Rivista di informazione del settore casa Dicembre 2010 / Gennaio 2011 ANNO V N.11

DIFFUSIONE GRATUITA

Iscrizione Tribunale di Vicenza n. 1217 SOcIETà EDITRIcE / REDAzIONE: Calleidos S.r.l. via Aldo Moro, 54 - 36035 Marano Vicentino TEL. 0445 560709 - 624978 FAX 0445 1920319 www.calleidos.it info@calleidos.it DIRETTORE RESpONSAbIlE: Giuseppe Grolla DIRETTORE EDITORIAlE: Stefano Battistella stefano.battistella@calleidos.it STAmpA: Industrie Grafiche Vicentine S.p.A. hANNO cOllAbORATO: Anna Feracin Daniele Berlato Elena Guzzonato Elisa Shebaro Enrico Ruffato Giuseppe Grolla Ilaria Moro Mara Capitanio Maria Vitella Stefano Battistella E’ vietata la riproduzione anche parziale del contenuto pubblicitario senza autorizzazione dell’editore. L’editore non è responsabile del contenuto pubblicitario stampato ed è sollevato in qualsiasi caso da responsabilità civile o penale nei confronti dei lettori o di terzi.

AREA URbANA cENTRAlE DI VIcENzA: Vicenza AlTO VIcENTINO: Schio Thiene Malo San Vito di Leguzzano Monte di Malo Marano Vicentino Sarcedo Breganze Fara Vicentino Zugliano Zanè Carrè Chiuppano Caltrano Arzignano Torrebelvicino Pievebelvicino Santorso Piovene Rocchette Cogollo del Cengio Mosson Velo d’Astico Valle dell’Agno Bassano del Grappa Marostica AlTOpIANO DI ASIAGO: Asiago Canove Cesuna Gallio Roana Tresche Conca

WEb: www.casainmente.it/magazine/living

Hotel Villa Michelangelo Via Sacco, 19 - Arcugnano - Vicenza

E-mAIl: info@casainmente.it

Casa Vicenza presso Stadio Romeo Menti

VOIp: casa in mente - calleidos

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pER INSERzIONI pUbblIcITARIE: 0445 560709 - 348 5122499 info@calleidos.it

editoriale

06 Naturalmente, living way abitare il nuovo

ArreDAmenTI

20 Lettera aperta ad un imprenditore 28 IM.CA. Scelta di qualità 34 Th Center la torre per uffici nel Parco Sud 36 Cittadella dello Sport 48 Lanificio Cazzola

Dal 1887 a Schio VI - Via SS.Trinità, 27 - t/f + 39 04

Anche quest’anno acquisti 2 ambienti e vai grati

50 Residence Val 56 Residence Le Betulle

Lettera aperta ad un imprenditore

57 Fred Building: alti livelli per un concept inedito 59 Cumerlato certifica la prima CasaClima a Thiene

esperienze ed eventi

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Th Center la torre per uffici nel Parco Sud

Cittadella dello Sport

Professione Fantasia

Lanificio Cazzola

materiali e tecnologie

18 La pietra naturale. Materiale del mondo libreria

64 Design Contemporaneo 64 Product Design in the Sustainable Era 64 Interior yacht design 65 Il gioiello oggi

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ChIamaCI SubITo da ReTe FISSa peR un pRevenTIvo gRaTuITo

65 Architettura e radicamento 4

65 Il design del riuso Fiere Italia 2010 / 2011

oltre casa

23 Arte Padova 63 Fiere Italia 2010 / 2011

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contenuti

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aprile - maggio 2010

maggio - giugno 2010

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origini nomadi Ho in mente una casa. E un modo di viverla. Jasper morrison

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adamo dalla Fontana Presidente BdF indUstriEs Pitti Filati 12ma Mostra internazionale di architettura

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Cerca la funzionalita’ e troverai il design alvar aalto saloni del mobile 2010 intervista all’architetto massimo Broglio

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Un modo Esclusivo di vivere la Casa

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proposte

abitare le alpi ...cosa dico all’idraulico ???

Cosa ho in mente Karim rashid Una punta di diamante del design del novecento

Un modo Esclusivo di vivere la Casa

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febbraio - marzo 2010

gres: solidità ed eleganza sotto i piedi l’arCo di diana, dea della purezza e della luce intervista a Federico mojentale

da Bradbury Building a Blade runner ripensare lo spazio Come in una bolla di sapone

Un modo Esclusivo di vivere la Casa

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Un inchino di luce la poltrona sacco alessandro mendini Curare la casa per curarne gli abitanti

ron arad professione fantasia la cucina: un progetto di Famiglia

Un modo Esclusivo di vivere la Casa

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il colore è luce, la luce è energia: il colore è energia. zaha Hadid a Padova mostra di architettura Curiosità dell’abitare nel mondo

C’era una volta la taverna... piccoli ritocchi per grandi risultati domUs arEa l’eleganza del particolare

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Gaetano Pesce: design contemporaneo b&o per il living Plastiche trasparenti? sì grazie!

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design ricercato e strutture d’avanguardia architetto diego Peruzzo: l’arte dell’architettura. Philippe starck & Kartell

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49° edizione internazionale del salone del mobile di milano

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le terrazze: in armonia con l’architettura

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l’eleganza ha un colore solo, il bianco la fotografia di come sarà...

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Naturalmente, living way La natura. Da sempre ne definiamo i contorni per rapportarci in maniera equilibrata ed armoniosa con il mondo. Per starci bene. Nel living way 11 ne abbiamo scoperto l’aspetto più artistico e culturale. Naturalmente progettato. Come nell’ultima tappa del percorso di Tarquinio Morbiato definito «progettare secondo natura», o meglio, progettare seguendo la filosofia dell’«architettura intorno all’uomo». L’Architetto ci presenta la sua proposta di vivere da noMade in un Hub, elemento che in un suo progetto può essere paragonabile alla parte fisica di un social network. Naturalmente vivo. Come il design scandinavo degli oggetti di cui parliamo in questo numero. Un’impronta artistica da sempre basata sulla natura. «Prendi in mano un sasso levigato dalla corrente e troverai in esso la nostra cultura» sostiene Tapio Wirkkala.

Photo:

Elisa Shebaro www.elisashebaro.com

Model: Virginia Suchodolski Wardrobe Stylist: Jarred Garza Make-up: Ivan Castro Hair stylist: Philip Wolff

editoriale

Un concetto che esprime tutta la semplicità delle linee pulite nordiche, delle loro correnti moderniste tutt’ora assai vive e che addirittura sfornano nuovi classici. Un forte legame con la natura e la naturalezza sono i motivi della contemporaneità, il cui significato aumenta sensibilmente con il passare del tempo. L’interesse per la natura è un fenomeno duraturo che si dimostra ancora in crescita e si esprime con particolare intensità attraverso i prodotti artistici. Naturalmente semplice. Come il talento umano che trova forma ed espressione in Professione Fantasia. Arredi dalla bellezza così semplice da sembrare un tutt’uno armonioso con lo spazio. La nostra classica finestra sulle idee creative più recenti e innovative, che intercettano i bisogni delle persone e influiscono in maniera determinante sulla natura e il successo di nuovi prodotti. Naturalmente bello. Come la pietra, che proviene dalle viscere della terra per giungere fino a noi e donarci l’armonia dei rivestimenti con cui rifiniamo le nostre case, per il nostro benessere fisico. La tradizione e il fascino delle pietre naturali esaltano da sempre il senso estetico delle persone e conferiscono un gusto particolare alle abitazioni. L’essere umano, in quanto tale, è fatto per vivere in armonia con l’ambiente che lo circonda. Cosa ovvia, si può dire. Non sempre sembra esserlo. L’undicesima tappa del nostro modo Esclusivo di vivere la Casa si presenta così, all’insegna della naturalezza. 7

Naturalmente, da living way… Il miglior augurio di Buone Feste!

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Con questo numero termina la serie di articoli che hanno avuto come filo conduttore: “progettare secondo natura” o meglio progettare seguendo la filosofia dell’ “architettura intorno all’uomo”. Nel numero precedente avevo promesso che avrei trattato un caso concreto, e cioè come sia possibile vivere da noMade in un Hub. Definisco nei miei progetti con il termine HUB, la parte fisica di un social network. Avete presente facebook? Una volta entrati nel mondo dei social network, si conoscono un sacco di persone, si fanno amicizie, ma poi ad un certo punto c’è la necessità di incontrarsi. Di solito ci si incontra al bar, all’uscita di un casello, o in una hall di un albergo. Ci si può incontrare per amicizia o per lavoro, da soli o in gruppo. In realtà non esistono dei posti adatti per i social networkers: ma chi sono? Tarquinio Morbiato Architetto

E’ COME SE UNA NUOVA SPECIE DI ESSERI UMANI FOSSE NATA, IN REALTÀ È VERO, QUESTE PERSONE INFATTI HANNO DEI BISOGNI BEN PRECISI. CI SI INCONTRA PER LA PRIMA VOLTA, MA IN REALTÀ È COME SE CI SI CONOSCESSE DA SEMPRE. PER AMICIZIA COME DICEVO PRIMA, MA ANCHE PER LAVORARE, PER VENDERE O ACQUISTARE, PER SVILUPPARE UN PROGETTO O PER CHIUDERE UN CONTRATTO. UN HUB HA TUTTO QUELLO CHE SERVE PER POTER FARE QUELLO CHE HO APPENA ENUNCIATO E ANCHE DI PIÙ. NEL PROGETTO CHE STO SVILUPPANDO A PADOVA, SIAMO A DUE PASSI DAL CENTRO, IN UN EX COMPLESSO INDUSTRIALE DEGLI ANNI SESSANTA CHE DISPONE DI UNA SUPERFICIE DI 14.000 MQ. STORIA, SPAZIO, VICINANZA AL CENTRO DOVE POTER VIVERE E LAVORARE AL TEMPO STESSO. PALESTRA, RISTORANTE, MARKET DI QUARTIERE, LABORATORI ARTIGIANALI, UFFICI SINGOLI E/O CONDIVISI, SALE RIUNIONI, SALA CONGRESSI, ASILO NIDO, CARSHERING, BIBLIOTECA E CAFFÈ, MA ANCHE LA TUA CASA DOVE RITROVARE LA TUA INTIMITÀ, SPAZI PER INCONTRARSI A PARLARE E CONDIVIDERE PROGETTI E SOGNI, SPAZI DOVE ORGANIZZARE EVENTI PER CONOSCERE E TROVARE PARTNER O FINANZIATORI. SI PUÒ VIVERE MEGLIO DI COME SI È ABITUATI, ESISTONO I PROGETTI E ANCHE I LUOGHI DOVE STIAMO REALIZZANDO QUESTI PROGETTI.

esperienze ed eventi

PARTE FISICA DI UN SOCIAL NETWORK

Nascerà nell’area industriale, che e’ stata sede di una azienda di arredamento, attraverso un progetto di rivalutazione degli edifici esistenti. 14.000 metri quadri di edifici industriali, un progetto generale di rivalutazione che mi è stato affidato dalla proprietà. Lo studio del Concept generale contiene una precisa indicazione: mantenere il più possibile invariata la volumetria esistente e il carattere forte che contraddistingue tale luogo. Da un primo sopralluogo ho percepito immediatamente l’energia che caratterizza questo luogo tanto da sentire, passando nelle varie zone, come ogni singola parte rappresentasse il “volere del fondatore” nel progetto di espansione aziendale. Si percepisce infatti come ogni volume sia stato accostato l’uno all’altro per dare spazio allo sviluppo di un’azienda che nei primi anni viveva e si integrava totalmente tra il luogo ed il lavoro. Edifici differenti tra loro perché costruiti in tempi diversi, ma tutti caratterizzati da un preciso intento: voler contenere e proteggere l’azienda e chi vi lavorava. Una zona di 4000 metri quadri è suddivisa in quattro capannoni coperti a volta. Sono e rimangono un’opera d’arte sia per la struttura che per la forma. Quando ho visto la volta composta da elementi quadrati in laterizio disposti a 45 gradi che sorregge il manto di copertura, non credevo ai miei occhi. Credo non esiste ingegnere strutturista oggi in grado di dimensionare tale struttura, infatti solo la maestria di un capomastro assieme a un calcolatore illuminato, hanno potuto realizzare tale opera d’arte. Non esiste miglior connubio tra edificio contenitore e contenuto. In un’altra zona si nota come l’azienda fosse focalizzata nella produzione. Si nota infatti una struttura più severa e solida, denota quindi una propensione alle cose anche pratiche. In realtà l’azienda non doveva più dimostrare niente a nessuno. Dopo aver fatto questo breve giro e assorbito il carattere del luogo, sono passato alla fase operativa. Un mese di isolamento totale tra lucidi, sottolucidi e carte da schizzo, nasce così un progetto di architettura che si fonde tra luogo e storia. Passato, presente e futuro, spazio libero e costruito e quanto sia giusto fare per accogliere chi avrà il privilegio di riscrivere una parte del futuro vivendo tale luogo con lo stesso spirito di chi oltre cinquant’anni fa ha piantato il seme in quella zona di Padova che si presentava come una distesa di campi abbandonati lungo la ferrovia.

Nasce così il progetto HUB Padova ovest, e da un luogo dove il prodotto finale era solo la parte conclusiva di un processo di fusione tra la volontà di chi voleva, attraverso il lavoro, fare un’esperienza formativa per se ma anche per chi sarebbe stato l’utilizzatore finale. Un luogo dove tutto era la rappresentazione di un disegno più grande. Dal luogo di lavoro ai progetti realizzati, dalla visione dell’imprenditore illuminato fino all’ultimo operaio che partecipava attivamente ad un sogno che man mano diveniva realtà. HUB Padova ovest, un luogo dove sarà possibile vivere, lavorare, nutrire il corpo e lo spirito. Un luogo dove le molteplici attività coinvolte possano fare della condivisione uno dei punti di forza per lo sviluppo di progetti evoluti. Un luogo dove il cliente diventa fornitore, il progettista diventa il venditore, il produttore diventa l’utilizzatore. Solo attraverso il coinvolgimento attivo delle varie parti coinvolte nella realizzazione di un prodotto e’ possibile controllare la qualità, il prezzo, la rispondenza del mercato, i tempi di realizzazione. Artisti, progettisti, tecnici, imprenditori, venditori, artigiani, laureandi, professori, formatori, politici e utilizzatori, tutti coinvolti per dare vita a un nuovo modus operandi, o meglio riprendere a “fare” le cose che hanno senso per noi e per gli altri. Chi pensa che se le cose vanno male e’ colpa di qualcun altro, e’ fuori rotta. Chi pensa che se in una azienda non si fanno utili e’ colpa del venditore e basta sostituirlo. Chi pensa che la crisi e’ come una brutta malattia piuttosto che uno stimolo per migliorare, non fa al caso nostro. Ma se c’e’ chi invece si e’ già rimboccato le maniche e ha voglia di fare, chi vede nel lavoro una scuola per il continuo miglioramento, chi sente di avere ancora tanto da dire, è sicuramente la persona adatta a questo luogo.

esperienze ed eventi

Progetto sistemico

In occasione dellle feste natalizie, auguro a tutti i lettori Buone Feste ed un meraviglioso 2011. Da gennaio inizieranno una serie di articoli che avranno come tema â&#x20AC;&#x153;come realizzare la casa dei tuoi sogniâ&#x20AC;?. Ogni mese passeremo attraverso il come affrontare e realizzare il proprio sogno, anche e specialmente a portata delle nostre tasche. Per chi volesse scrivermi la mia e-mail: tarquinio@morbiato.it

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PH Artichoke lampada a sospensione La lampada PH Artichoke, detta anche Kogelen (“pigna”), è un modello funzionalista ideato da Poul Henningsen. Presenta un’imponente struttura, di acciaio e metallo smaltato, a lamelle che permettono il diramarsi delle foglie di rame, che diffondono nelle stanze una luce calda. Nel 1958, con la realizzazione di questo oggetto d’arredamento, il designer danese si propose di evitare l’abbagliamento e di ottenere il massimo di luce riflessa. Il risultato fu raggiunto mediante delle “foglie” sovrapposte, che diffondono la luce su un’ampia area. La lampada era stata pensata, originariamente, per un uso in spazi pubblici. Henningsen ha creato opere notevoli come architetto, scrittore, cantautore, regista e designer. Ma era, soprattutto, un attento osservatore dell’ambiente urbano, con un particolare interesse per la recente innovazione della luce elettrica. Le lampade che prendono il suo nome, infatti, sono macchine per ottenere il massimo di luce riflessa, grazie a un raffinato sistema di schermi incastrati gli uni negli altri, che dirigono la luce esattamente là, dove deve andare, e, contemporaneamente, impediscono agli occhi di esserne abbagliati.

designer e design Fabbricata dalla Louis Poulsen, il cui fondatore omonimo allestì la prima centrale elettrica di Copenaghen nel 1982, PH Artichoke rientra nei modelli originali creati da Poul Henningsen per la ditta. Tuttora, infatti, ne rimane uno dei pezzi forti dell’assortimento, insieme alla lampada da tavolo plurischermata PH 5, anch’essa del 1958. È stato uno degli oggetti del design moderno danese più esportato in Europa e uno dei rari casi in cui i principi del funzionalismo sono stati realizzati punto per punto. La produzione di lampade entrò a far parte delle attività dell’azienda proprio grazie alla collaborazione con l’artista di Copenaghen iniziata nel 1926. Il design di Henningsen, il costruttivista della luce, garantisce ancora oggi un terzo del fatturato complessivo del marchio storico. Le lampade PH hanno portato la Poulsen quasi al rango di un’istituzione nazionale e grazie a questo è stata una delle prime marche di design danese a inserirsi attivamente nel mercato internazionale. Se in origine i paralumi avevano semplicemente lo scopo di nascondere le parti tecniche dalla lampada e le lampadine, nel caso di PH Artichoke l’uso si fa funzionale all’arredamento. Le lampade PH sono diventate oggetto prediletto da architetti progressisti come Hannes Meyer, Ludwig Mies van der Rohe e Alvar Aalto che, già nel 1928, volle utilizzarle in un teatro di Turku. Queste opere sono quasi sempre oggetti che spiccano in mezzo alla stanza in modo vistoso, esteticamente imponenti. Si basano su analisi scientifiche, sono state progettate tenendo conto delle curve di distribuzione e riflessione della luce. Pensate per la produzione di massa, sono state concepite come una famiglia di prodotti nati per rispondere a qualsiasi esigenza specifica, dal locale da ballo al campo da tennis, dalla chiesa al parco divertimenti. Durante la guerra Henningsen progettò addirittura dei lampioni compatibili con il coprifuoco per i giardini di Tivoli di Copenaghen. Le lampade PH rappresentavano un progresso sia sul piano tecnico sia su quello sociale. Infatti, non soltanto contribuivano a migliorare il sistema dì illuminazione e quindi le condizioni di vita, ma erano per di più alla portata di tutti. Erano una fonte di luce “popolare”, per lo meno in Danimarca.

Lettera aperta ad un imprenditore: INTERNAZIONALIZZARE L’IMPRESA Nel 2009 il fatturato prodotto dalle imprese edili all’estero è cresciuto del 13,8% rispetto all’anno precedente e ha superato la fatidica quota del 50% verso i paesi esteri, mentre quello in Italia è calato di oltre il 10% (rapporto ANCE 2010). Questi dati sconcertanti sono solo l’ultima conferma che la strada dell’internazionalizzazione intrapresa qualche anno fa dalla Molinaro Architettura è quella giusta. Il problema per noi è stato questo: come possiamo coinvolgere, per affrontare i mercati esteri, le imprese venete che sono per la maggior parte piccole? La risposta è perfettamente sintetizzata dal titolo di una conferenza di Sebastiano Zanolli: “Ignorate i confini, trovate nuovi alleati, create una rete”. Noi veneti “da soli” siamo finora andati avanti veloci, ma oggi se vogliamo andare lontani dobbiamo imparare anche a muoverci “in gruppo”. Questo ci obbliga a sconvolgere il nostro l’individualismo da “contadino stanziale” (ossessionato dai confini) e risvegliare, come ci suggerisce Tarquinio Morbiato (CASAINMENTE N°10), lo spirito nomade ancora presente in noi, più adatto a muoversi nell’incerto. La serietà dell’attuale crisi ce lo impone.

La Molinaro Architettura, partendo col proporre il concetto di edificio “Herby” (tipologia multipiano ecologica - CASAINMENTE N°9) ai mercati asiatici, ha cominciato a interloquire con enti pubblici nazionali/esteri, sondato possibili incarichi o commesse fatte da operatori stranieri e acquisito partners nazionali/esteri (nuovi alleati). Ciò ha innescato una reazione aggregativa spontanea che ci ha suggerito ad integrare i normali servizi di progettazione con: 1. rapporti analitici della situazione economica del mercato 2. analisi della domanda specifica per settore di mercato 3. analisi della concorrenza e dei potenziali clienti 4. organizzazione di contatti P2P (Person to Person) con servizio di interpretariato 5. personale dedicato presente in loco 20

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abitare il nuovo In particolare per edifici di alto livello spesso ci è stato richiesto il progetto “chiavi in mano” (vedi illustrazioni), questo ci ha spinto a diventare un punto di riferimento per cordate (creare una rete) di imprenditori operanti in svariati settori dell’edilizia: dai produttori di impianti di betonaggio al fornitore di mobili o di particolari elementi di finitura. Una volta consolidate le relazioni e definite le procedure legali per la propria tutela, abbiamo l’opportunità di far incontrare gli imprenditori con funzionari pubblici, investitori e managers, ben disposti a collaborare con noi italiani. Quando riusciremo a realizzare tutto ciò saremo attrezzati per affrontare in modo diverso anche il prossimo nuovo mercato interno del Veneto, cioè il dopo-crisi. Il rapporto oCSE 2010 ci dice che la nostra regione, per evitare l’emarginazione dal mercato globale, dovrà far nascere una “governance metropolitana” in grado di colmare il sempre più grave deficit infrastrutturale, di richiedere i fondi europei per “l’Urban regeneration”, gestire una sensibilità ambientale dei fatti e non dei veti, darci un taglio con “lo sviluppo disordinato e a bassa densità del territorio”, spazzare via lo spaventoso cumulo Kafkiano di “piccole norme” tanto contorte quanto completamente inefficaci ( … In caso di copertura curva la linea mediana della falda è sostituita dal punto dell’estradosso della copertura individuato dall’intersezione con la stessa della perpendicolare passante per la mezzeria della corda congiungente la sommità con l’imposta … stralcio da un regolamento comunale su come misurare l’altezza di un edificio… ) che non vuol

dire deregulation ma norme chiare, trasparenti e uniformi. In poche parole dovremo tornare a pensare in grande.... Ci riusciremo?

Queste immagini sono tratte da un progetto preliminare per un hotel sei stelle da realizzare nel centro di Hanoi (Vietnam)

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Arte Padova mostra-mercato arte moderna e contemporanea L’edizione di quest’anno di Arte Padova, prestigiosa Mostra Mercato dedicata all’Arte Moderna e Contemporanea, si è svolta nei padiglioni di Padova Fiere dal 12 al 15 novembre. La città veneta culla dell’arte e della cultura da sempre meta ambita di visitatori nazionali ed esteri, ha ospitato questa manifestazione per il 21esimo anno consecutivo. Oltre 22mila visitatori ad ammirare le gallerie d’arte più quotate, circa 160, affiancate da una selezione di opere di alto livello che spaziavano dall’Espressionismo al Surrealismo, dal Futurismo al Dadaismo, dal Cubismo all’Astrattismo, fino a giungere allo Spazialismo, all’arte Concettuale, alla Pop Art e non solo. Il bilancio è sicuramente positivo anche dal punto di vista economico. Molte più opere, rispetto alle edizioni passate, hanno trovato un acquirente con centinaia di transazioni chiuse. L’appuntamento patavino da due anni sta facendo segnare costanti miglioramenti. Nell’edizione del 2010 ha evidenziato un incremento delle presenze attorno al 6% rispetto a quella scorsa, nonostante un calo generale di presenze di visitatori nelle manifestazioni fieristiche. In un momento economico delicato come quello che stiamo vivendo è un importante segnale di salute quello che ci arriva dall’arte, osservata dal punto di vista del mercato. Infatti, le più recenti analisi sull’andamento delle vendite rivelano che, nonostante il generale momento di stagnazione economica, il mercato dell’arte ha dimostrato una ripresa positiva già dal secondo semestre del 2009. Circa trenta mila metri quadrati hanno ospitato gallerie di importanza nazionale e internazionale. Da Ca’ di Fra’ a Cardelli & Fontana, Fioretto Arte, Poleschi, J&G Art, Mazzoleni, Studio d’arte Campaiola, Zonca&Zonca, Vecchiato Art Galleries.

La quattro giorni patavina ha richiamato oltre 22mila opere di pittura, scultura, grafica e fotografia. Il pubblico è rimasto notevolmente colpito dall’elevata ricchezza, varietà e qualità delle opere presenti. Tra gli autori in esposizione, infatti, c’erano Afro, Arman, Baj, Balla, Burri, Carrà, Chagall, Christo, De Chirico, De Pisis, Fontana, Guttuso, Hartung, Klee, Magritte, Matta, Morandi, Picasso, Rosai, Rotella, Schifano, Sironi, Tamburi, Wharol e molti altri. Arte Padova, la rassegna madre della galassia Nord Est Fair, è la fiera d’arte moderna e contemporanea più longeva d’Italia dopo ArteFiera. Anche quest’anno ha dato la possibilità di ammirare le opere delle più importanti del panorama nazionale, e non solo, riunite insieme per l’occasione. Un evento importante non solo per gli specialisti e i conoscitori, ma anche per tutti coloro che hanno voluto avvicinarsi al variopinto mondo dell’arte moderna e contemporanea. Un ampio ventaglio di scelta, ricco di opere selezionate in linea con le richieste di un mercato artistico vivace, offerto non solo ai collezionisti dei classici del Novecento, ma anche a chi desidera investire in opere di artisti contemporanei, affermati o emergenti. Infatti, appare sempre in crescita la ricerca in ambito collezionistico delle opere dei grandi maestri come De Chirico, così, come in forte e continua espansione appare l’apprezzamento dei lavori che oltrepassano la classica tecnica pittorica e indirizzano il pubblico verso forme alternative di comunicazione visiva. Una manifestazione artistica, amata dal pubblico e dagli operatori del settore, che nelle varie edizioni si propone di condurre il visitatore lungo un percorso fatto di stili e poetiche, fornendo nuove chiavi di lettura ed interpretazione attraverso la conoscenza di artisti più e meno noti. Collezionisti, esperti d’arte, galleristi, artisti, appassionati d’arte si sono incontrati e confrontati con i vari attori del mercato dell’arte in Italia. Le opere presenti spaziavano dal campo della scultura, della pittura, della grafica fino a giungere in quello della fotografia, per ripercorrere un’epoca e scoprire nuovi artisti.

Notevole successo riscuote ormai da anni il settore artistico della fotografia: linguaggi eterogenei, uniti ad una varietà multiforme di soggetti, convenzionali e non, permettono di ottenere opere artisticamente valide e interessanti dal punto di vista collezionistico, risultando ormai evidente che la potenziale riproducibilità di uno scatto non ne compromette necessariamente il valore. E’riconducibile a questa tendenza l’operato di Maurizio Galimberti, apprezzato e conosciuto anche all’estero, artista noto per aver rilanciato, grazie ai suoi foto mosaici, le celebri istantanee del marchio Polaroid.

oltre casa Paesaggi, architetture e skyline, talvolta alterati nella loro forma originale da frottage e doppie esposizioni, sono solo parte dei soggetti immortalati da questo artista, definito anche come il “fotografo delle star”; i personaggi più in vista della Hollywood contemporanea aspirano, infatti, ad essere ritratti dall’obbiettivo di Galimberti, capace di raccogliere nei suoi scatti anche le più velate variazioni d’espressione di un volto. Altri due performer poliedrici sono Pasquale Zeno, giovane artista napoletano che utilizza il mezzo fotografico per manifestare emozioni vissute durante l’esperienza del viaggio, e lo sperimentatore delle più svariate forme d’arte Zhang Huan, artista attivo a New York ma originario di Pechino, capace di instaurare un rapporto dialettico tra la sua innata componente orientale e l’acquisita matrice occidentale. Negli anni Arte Padova ha creato un vero e proprio network di eventi. Infatti, è ricco anche il programma di mostre collaterali nelle sedi museali cittadine, come I percorsi dello sguardo. Arte del ‘900 e oltre al Centro Culturale Altinate fino al 9 gennaio. Con una quarantina di protagonisti dell’arte del nostro tempo, questa mostra si propone di offrire al vasto pubblico una straordinaria carrellata di “visioni contemporanee”. Come in un libro d’arte illustrato, il percorso espositivo condurrà il pubblico a sfogliare alcune tra le pagine più interessanti dell’alfabetizzazione linguistica dell’arte del Novecento, cogliendone le linee guida, le tematiche portanti e la poetica di numerosi artisti, gruppi e correnti, fino ad arrivare alle ricerche attuali; il tutto valorizzato da un’esposizione che rafforza il confronto tra le diverse esperienze creative documentate. Un percorso che va da Massimo Campigli a Mario Sironi, Lucio Fontana, Mario Schifano, Alighiero Boetti, fino ai più recenti lavori di artisti come Ugo Nespolo e Maurizio Galimberti. La mostra, organizzata in collaborazione con ArtePadova ed espressione della sua collezione, rappresenta l’evento cardine della prima edizione di RAM - Ricerche Artistiche Metropolitane. Un ambizioso contenitore culturale di eventi e manifestazioni che si svolgeranno nelle diverse sedi espositive e negli spazi pubblici della città, da ottobre a dicembre, per un confronto appassionante e poliedrico incentrato sulle ricerche artistiche dei nostri giorni. Dunque, terminata la fiera, saranno ancora numerose le occasioni per prendere visione di splendide opere.

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Da tempo si parla di nuove concezioni di spazi abitativi, di moderne tecnologie applicate alla quotidianità della vita, di risparmio energetico e di altre soluzioni innovative. tutte queste esperienze si possono finalmente vivere in abitazioni dallo schema funzionale dove il comfort è di casa. Linee pulite ed essenziali, spazi ben distribuiti, ordinati e ampliati dalla naturale luminosità degli ambienti per inquilini positivi, equilibrati e socialmente affermati. iM.cA. costruisce case che rappresentano un perfetto investimento economico. Grazie all’esperienza acquisita in 30 anni di lavoro iM.cA. ha imparato a considerare tutto ciò che è indispensabile per assicurare una perfetta abitabilità. Panorama, natura, silenzio, praticità sono, infatti, solo alcune delle parole chiave. La scrupolosa ricerca dei luoghi grarantisce ambienti lontani dai rumori cittadini ma vicini ai servizi della città; la ricerca di materiali innovativi da vita a case eco-sostenibili e minimal nei consumi, infine l’importanza rivolta alla progettazione assicura spazi indipendenti e la privacy. il tutto, ovviamente, senza rinunciare al comfort di ambienti caldi e accoglienti d’inverno e freschi d’estate che favoriscono il relax e la salute dei propri inquilini. soluzIonI “CHIAVI In MAno” iM.cA. grazie alla sua esperienza 30ennale accompagna il cliente dall’inizio alla fine del progetto con un servizio “chiavi in mano” che consente di ottimizzare tempo e risorse economiche. Una squadra di lavoro che comprende maestranze qualificate ed uno staff di professionisti che cercano di captare ed anticipare le esigenze dei clienti: dallo studio di fattibilità allo sviluppo del progetto, dalla definizione degli aspetti tecnici, finanziari, legislativi e amministrativi, alla scelta dei materiali, dall’esecuzione dei lavori fino all’assistenza post-vendita. tutto questo supportato dal rapporto diretto dei soci dell’azienda. Un servizio realmente “all inclusive”, che semplifica ogni aspetto dell’intermediazione e permette di vivere solo “il piacere della casa”.

il progetto è realizzato nel comune di Schio ed è certificato in casa clima classe B. Per la realizzazione dell’edificio sono state inserite molte tecnologie di ultima generazione che riescono a interfacciare elevati isolamenti termici e acustici. Sul piano interrato si possono trovare elementi che garantiscono un ambiente più asciutto e blocchino l’ingresso del gas radon che comunemente si trova nell terreno. Salendo al piano terra si possono trovare murature perimetrali molto isolanti, ecosostenibili e con enormi capacità di traspirazione, portoncini d’ingresso e finestrature di alta qualità. Sulle coperture inoltre sono integrati architettonicamente i pannelli fotovoltaici e solari termici dove, grazie all’orientamento del fabbricato, si garantisce un esposizione ottimale verso sud. Le strutture inoltre sono progettate per garantire un confort abitativo migliore dato anche dal piacevole calore del sole che nel periodo invernale raggiunge il più possibile l’interno dell’abitazione. nel periodo estivo, invece, grazie ai corpi ombreggianti che ostacolano l’ingresso dei raggi solari, l’ambiente rimane più fresco. i nostri immobili sono dunque realizzati con la massima cura perché la vostra serenità è per noi la cosa più importante.

Arne Jacobsen

Nato a Copenaghen nel 1902, Arne Jacobsen studia architettura alla Reale Accademia Danese d’Arte. Nel 1925 viene premiato all’Exposition des Arts Décoratifs di Parigi per un progetto di sedia. Si laurea nel 1927 e inizia a lavorare come libero professionista nello studio di Paul Holsoe. Nel 1929 presenta la sua casa del futuro alla fiera edilizia di Copenaghen. Nel 1930 fonda uno studio di progettazione che dirigerà fino alla sua morte nel 1971. Qui esercita l’attività di architetto, progettista d’interni, designer di mobili e prodotti industriali, di tessuti e di ceramiche. Ha disegnato mobili per la Fritz Hansen e oggetti per la tavola per la Stelton, oltre che per altre aziende.

Poltrona Egg

designer e design Ammiratore dei lavori di Gunnar Asplund di Le Corbusier e di Mies van der Rohe, fu uno dei primi esponenti dello stile moderno in Danimarca. Inizialmente lo espresse progettando case per la ricca borghesia di idee progressiste. In seguito, nei tardi anni trenta, si propose con progetti di portata maggiore, come quello del residence Bellavista e dello stabilimento dell’industria farmaceutica Novo. Da giovane che faceva tendenza con le sue innovazioni, Jacobsen diventa presto uno degli architetti più richiesti, impegnato contemporaneamente su più campi. A portarlo sull’onda della fama internazionale è una serie di villette a schiera costruite a partire dal 1946 a Søholm. Già pochi anni dopo la seconda guerra mondiale, l’artista danese, incarna il modernismo morbido considerato come tipicamente scandinavo negli anni cinquanta. Dal 1956 insegna architettura alla Reale Accademia Danese d’Arte di Copenaghen. Da architetto, tra i suoi progetti più noti troviamo il St. Catherine’s College a Oxoford e l’hotel SAS a Copenaghen, realizzato tra il 1956 e il 1960. Per quest’ultimo ideò originariamente la famosa Poltrona Egg, Modello n.3316 del 1957. Infatti, non realizza solo l’edificio, gli interni e l’arredamento. Raggiunge un’organicità di design meticolosamente dettagliata e di grande raffinatezza fornendo anche l’impianto di illuminazione e disegnando i tappeti, le posate e persino i portacenere. Sempre negli anni cinquanta Arne Jacobsen lavora al progetto di una sedia in compensato, un materiale che aveva già usato prima della guerra per le poltroncine di un cinema. Un paio d’anni addietro gli americani Charles e Ray Eames avevano presentato la loro prima sedia dal sedile in compensato curvato, sfruttando una tecnica originariamente utilizzata dall’aeronautica militare statunitense per rivestire gli aerei. Jacobsen se ne procura un esemplare e si sforza di creare un modello che non fosse troppo simile. La sedia Myren (“formica”) è un colpo di genio che rappresenta il punto di svolta della sua carriera di designer. Le gambe sottili come un fuso sono un messaggio inequivocabile di rifiuto della tradizione del mobile danese, che affondava le sue radici nell’artigianato. Contemporaneamente, Jacobsen, prende le distanze anche dal severo funzionalismo degli anni prima della guerra. Myren, detta anche Ant e realizzata nel 1952, è una delle prime sedie davvero compatibili con le tecniche di produzione industriale. Composta solo da due elementi, il sedile e le gambe che a esso venivano agganciate, viene costruita in modo estremamente economico, anche per la minima quantità di materiale utilizzato. Il modello originario ha soltanto tre gambe e una slanciata sagoma da formica.

designer e design

Sedia Ant

Una forma tanto avanguardista che il produttore Fritz Hansen, all’inizio, non pensava affatto alla possibilità di una produzione di massa. Da allora sono stati venduti più di un milione di pezzi, nei colori più disparati, lontani anni luce dall’idea purista dell’ideatore. Nel 1955 il designer riutilizza il principio, che aveva ottenuto tanto successo, nel più robusto modello 3107. Da allora a oggi è stato declinato in un’ulteriore cinquantina di varianti. Questa sedia ha una struttura in tubo d’acciaio sagomato e cromato, un sedile in compensato curvato e verniciato con mordente teak.

Le sedie della Serie 7, tra le quali il modello 3107, hanno ricevuto un Gran Premio alla Triennale di Milano del 1957. Inizialmente disponibili unicamente in compensato con finitura tipo legno, in seguito sono state prodotte anche in versione colorata. Il progetto è incentrato sulla complessa sagomatura di un unico pezzo di compensato. Insomma, queste leggere sedie impilabili popolano ormai gli ambienti più diversi in tutto il mondo. Sono pratiche, belle da vedere e, nonostante la durezza del materiale usato, permettono di stare comodamente seduti grazie alla loro morbidezza di forme.

Th Center la torre per uffici nel Parco Sud

THIENE...

Nel cuore del futuro Parco Sud, una splendida zona semicentrale a cinque minuti dal centro, prenderà forma Th Center, la Torre multipiano per uffici privati e pubblici. Ideata dalla ditta F.lli Munaretto di Giuseppe s.r.l. di Thiene, importante realtà dell’Alto Vicentino operante da oltre cinquant’anni nel settore delle costruzioni in ambito civile, artigianale e industriale e progettata dallo Studio Ferrari Architects Srl di Vicenza, si propone di diventare un autentico polo della vita thienese. Destinata ad accogliere uffici e spazi commerciali di servizio di grande prestigio, si adatta perfettamente ad ospitare ogni tipologia di studi professionali, centri servizi e sedi di aziende. Situata in una zona strategica, è di facile accesso attraverso le vie di comunicazione principali presenti nella zona. Nell’ampia area circostante è prevista la realizzazione di un Parco attrezzato per lo sport e il tempo libero. Al centro Th Center, la torre multipiano, che per metà verrà utilizzata da uffici pubblici nell’ambito del nuovo polo direzionale di Thiene. L’edificio è costituito da due ali di differente altezza. L’ala destinata ad uffici e servizi privati si articola su nove piani, con varie opzioni possibili per quanto riguarda la distribuzione dello spazio. Ogni piano ha una superficie di circa 550 metri quadrati. Dunque, lo spazio ideale per accogliere le più diverse attività professionali e di servizio con un facile accesso per l’utenza. Il progetto prevede la totale personalizzazione degli spazi interni e delle finiture in funzione delle varie soluzioni d’uso previste. L’ala destinata agli uffici pubblici del nuovo polo direzionale di Thiene si articola su dodici piani fuori terra. Il progetto è particolarmente innovativo, frutto di anni di studi e lavoro da parte della ditta F.lli Munaretto di Giuseppe s.r.l. Il particolare contesto in cui è situato, caratterizzato da ampi spazi di verde, rende la sua realizzazione un evento unico nella zona dell’Alto Vicentino.

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La Torre multipiano Th Center copre una superficie lorda di 8.600 metri quadrati. Al piano terra ospita una piastra per servizi, in cui è prevista la collocazione di alcuni esercizi pubblici. Le due ali dell’edificio sono collegate al centro da un corpo-scale, costituito da un grande spazio di disimpegno attorno a tre ascensori, di cui due panoramici. La pianta è stata studiata a schema rettangolare, affusolata alle estremità, in modo da alleggerire l’impatto visivo degli spigoli. L’insieme presenta una volumetria molto articolata, dove prevale la visuale delle facciate verticali che si dispongono a ventaglio. Sono previsti degli elementi verticali di irrigidimento con funzioni antisismiche della struttura esterna. Risulterebbero, così, l’unico elemento pieno delle facciate che sono quasi completamente composte da vetrate. Al piano interrato sono previsti due ampi parcheggi coperti con ingressi indipendenti, dotati di uscite di sicurezza e collegati con vani-filtro al corpo scala centrale. Il progetto della torre Th Center di Thiene si pone l’obiettivo di segnare con un elemento di forte verticalità la Cittadella dello Sport. I quaranta metri di altezza vengono raggiunti con un edificio molto articolato, sia planimetricamente che altimetricamente. La pianta dell’edificio è generata da linee di fuga concentriche e disposte a ventaglio, in modo da generare verso l’esterno angoli acuti. Le due ali e il corpo centrale dei percorsi verticali si elevano a quote diverse. Un volume di vetro molto frastagliato; ogni parete trasparente è rivolta verso paesaggi diversi: trasparenza e leggerezza, in modo da far entrare negli ambienti interni il paesaggio circostante (il verde del Parco e gli orizzonti della montagna e della pianura). Il mix di destinazioni uffici pubblici e privati conferirà dinamicità e vitalità.

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Cittadella dello Sport l’edilizia in armonia con l’ambiente

La Cittadella dello Sport - Parco Sud è in fase di realizzazione nell’area lungo la S.p. Nuova Gasparona a sud del Comune di Thiene su un’area di 217.000 mq. E’ un progetto che, per dimensioni e caratteristiche degli impianti sportivi e ricreativi, interessa tutto l’Alto Vicentino. Un programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale ideato e realizzato dalla ditta F.lli Munaretto di Giuseppe s.r.l. di Thiene in collaborazione con lo Studio Ferrari Architects Srl di Vicenza. L’ampia area attorno al campo sportivo ospiterà un Parco attrezzato per lo sport e il tempo libero. Le nuove opere pubbliche comprendono il completamento dello stadio e la realizzazione di nuovi impianti sportivi (calcio, calcetto, rugby), un parco urbano attrezzato con un’arena per eventi all’aperto e un palazzo per uffici pubblici e privati nell’ambito del nuovo polo direzionale “Th Center”, voluto dall’Amministrazione Comunale per concentrare le funzioni pubbliche ad oggi distribuite in più sedi nel territorio comunale. Oltre alla parte prettamente sportiva, è prevista la realizzazione di una vasta area destinata ad attività commerciali e servizi. La zona centrale della Cittadella dello Sport sarà completamente pedonale. Sarà delimitata da un percorso pedonale ad anello di 5 metri di larghezza, adatto quindi a qualsiasi attività di fitness e di relax. Si estenderà tutt’attorno, sviluppandosi per un kilometro e 256 metri, affiancato sul lato esterno da un filare di alberi di alto fusto. Verrà così a crearsi una separazione netta tra i percorsi pedonali e le aree accessibili agli autoveicoli. All’esterno dell’anello pedonale sono previsti i parcheggi per gli utenti, con facile accesso a tutte le aree. Parcheggi alberati ampi, a servizio dello stadio e del parco, pavimentati in green-park per privilegiare il verde alle superfici asfaltate. Degli ulteriori spazi a parcheggio verranno realizzati anche come pertinenza delle attività direzionali e commerciali, che potranno essere utilizzati in occasione di eventi speciali. 36

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La gravità del tempo Mostra personale di Matko Vekić

Esposizione alla 53 Biennale di Venezia, Palazzo Querini Stampalia, Venezia – 2009

Dopo aver rappresentato il padiglione della Croazia all’ultima Biennale di Venezia (2009), Matko Vekić espone nella sua prima personale in Italia presso la galleria Yvonneartecontemporanea. Nella mostra LA GRAVITA’ DEL TEMPO sono esposte tele dei due cicli di Matko Vekic’ TV Choice e Gabbie, entrambe accomunate dalla profonda ricerca filosofica dell’artista. La generazione di Matko Vekić è cresciuta con la televisione. Nella profondità dei primi ricordi, là dove appaiono lontane immagini sfumate non si trovano prati fioriti, animali e persone, ma le loro immagini sullo schermo. Come quelle di Vekić nella serie TV Choice. 38

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esperienze ed eventi

Cary Grant che fugge davanti all’aereo, il bombardiere che vola, la commovente figura di King Kong, l’orrore della storia che conosciamo attraverso lo schermo. Sullo stesso schermo a volte in contemporanea su canali diversi girano immagini storiche accanto a film, a elementi della natura e prestazioni sportive. Quello che sembra moderno e superficiale in TV Choice appare come arcaico e profondo – la morte, la lotta, il volo, le stelle, la stessa storia eterna nel nuovo contesto mediatico. Opere della serie “TV Choice”. Olio, smalti e vernice su tela, 81x75 cm cad. – 2010

“Gabbia” olio, cera e vernice su tela, 110x100 cm – 2010

I quadri di Vekić sono attraenti e profondi nello stesso momento. Sono opere estremamente poetiche che invitano l’osservatore a provare quel classico piacere per le belle arti dimenticate. Nella serie Gabbie troviamo opere con diverse gradazioni cromatiche che rappresentano quasi delle lanterne riccamente ornate con un’apertura sulla faccia superiore che ci consente di elevarci sul piano verticale verso alte sfere di spiritualità, di arrivare al nostro centro interiore per rendere il nostro mondo un luogo più accettabile da vivere. Matko Vekić partecipa attualmente alla Biennale Internazionale del Cairo.

esperienze ed eventi

Allestimento presso la galleria Yvonneartecontemporanea. In basso Matko Vekic con Yvonne Pugliese

MOSTRA: DESCRIZIONE: A CURA DI: PERIODO:

LA GRAVITA’ DEL TEMPO Mostra personale di Matko Vekic’ Carolina Lio 25 novembre 2010 – 22 gennaio 2011

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luglio - agosto 2010

origini nomadi Ho in mente una casa. E un modo di viverla. Jasper morrison www.casainmente.it argonauti per passione il mito dell’acciaio. la ricerca del perfetto materiale tra storia, tecnica, chimica e leggenda im.Ca. scelta di qualità divano bocca di gufram il design alle prese con l’eterno mistero della seduzione Professione fantasia osa Code Fiere 2010

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agosto - settembre 2010

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lavoro, dignità, tEMPo gian luigi Barcarolo

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gallio Film Festival del cinema italiano. opere prime.

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Un modo Esclusivo di vivere la Casa Lucia Rijker

settembre - ottobre 2010

Palazzo Diamante The Future Lampada Fortuny La casa di ghiaccio Diquigiovanni, una scelta di tecnologia e design Schio e la città del futuro Il Legno Beyond Entropy Casa su Misura OSA Code Il giardino a settembre Living way otto Fiere Italia 2010 / 2011 www.casainmente.it

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ottobre - novembre 2010

Un modo Esclusivo di vivere la Casa noMADE KILOMETRO ZERO La ceramica. Arte e tecnica La casa naturale Eva Zeisel Art Verona Rietveld Chair sedia rossa-e-blu Lettera aperta ad un impresario edile: investire durante la crisi Professione fantasia IM.CA. Scelta di qualità Il giardino a novembre Fiere Italia 2010 / 2011 Cumerlato certifica la prima CasaClima a Thiene Fred Building: alti livelli per un concept inedit

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Una punta di diamante del design del novecento

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Karim rashid

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da Bradbury Building a Blade runner

rivista dEl sEttorE Casa • sEttEmbrE / ottobrE 2010 • anno 5

Un modo Esclusivo di vivere la Casa

Lettera aperta ad un imprenditore: INTERNAZIONALIZZARE L’IMPRESA HUB Arne Jacobsen Cittadella dello Sport. L’edilizia in armonia con l’ambiente PH Artichoke La pietra naturale Th Center. La torre per uffici nel Parco Sud Professione fantasia. Arredi per ambienti originali La gravità del tempo. Mostra personale di Matko Vekić Residence Le Betulle

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Professione fantasia Arredi per ambienti originali Tutti sembrano concordare che il design debba rispondere a bisogni di natura funzionale, tecnologica e culturale, e che debba evolversi per creare soluzioni innovative, in grado di comunicare contenuti ed emozioni, trascendendo idealmente la tradizionale forma e natura degli oggetti. I designer sono spinti dalla costante ricerca di nuove tendenze evolutive e culturali, in grado di stimolare la loro creatività in continuo fermento. La fantasia degli artisti disegna progetti che dalla mente si trasferiscono prima sulla carta e poi nello spazio reale, tangibile. Quanto una proiezione mentale e fantasiosa può diventare, però, tangibile? L’attività intellettuale del designer ideando forme, strategie stilistiche, produttive e di marketing contribuisce al successo delle aziende del settore del mobile. Innumerevoli progetti, frutto di approfondite ricerche e di esperienze acquisite in varie parti del mondo, hanno avuto la conferma del mercato che li ha giudicati dei best sellers. Soprattutto per quanto riguarda i progetti e le linee di complementi d’arredo per uso domestico, e non solo, che vi presentiamo di seguito.

Happy days - Divano, poltrona e puof 44

Partiamo con Happy days, un’originale composizione che gioca sull’abbinamento del divano, della poltrona e di un divertente pouf. Prende forma nel 2000 dall’idea del friulano Adriano Balutto, un designer per vocazione «cittadino del mondo», la cui attività è stata premiata svariate volte con prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale.

designer e design Un divano a due posti che si accompagna ad una poltrona singola munita di pouf che si propone come una soluzione completa per ogni tipo di ambiente, dal più eccentrico al più minimale. Questi arredi sono costruiti su una struttura in multistrato di faggio sagomato che si posa su di un basamento in metallo cromato o verniciato. Tutte le sedute sono realizzate in poliuretano schiumato, con la parte del cuscino in floccato e piuma. Si possono trovare sia in tessuto che in pelle. La poltrona, come il divano rifinita con degli originali bottoncini decorativi sugli schienali, è disponibile anche con il cuscino come poggiatesta realizzato in pelle e piuma.

Pollon Pouff - Puffo

Il secondo oggetto che vi presentiamo è Pollon Pouff, il pouff che dalla forma prende l’aspetto di un cilindro bombato dalle varie tonalità di colore. Creato dal Centro Studi Casamania è privo di qualsiasi struttura rigida e di parti contundenti. L’esteticità priva di spigoli lo rende un arredo eclettico, alternativo e comodo. Realizzato con palline di polistirene espanso e rivestito in tessuto drenante o in similpelle, internamente accoppiata ad uno strato di poliuretano espanso. Misura 56x56x45 h ed è disponibile nei colori: bianco, beige, rosso, bordeaux, marrone, verde, blu e nero. Questi rivestimenti tessili per imbottiti sono selezionati per assicurare ai clienti le migliori qualità prestazionali. Casamania, per la sua collezione, oltre alle fibre sintetiche si serve di tessuti naturali 100% lana. Tutti i tessuti di rivestimento sono resistenti alla luce e all’abrasione.

Passiamo ora ad un’altra proposta raffinata e dai più svariati impieghi. La ricerca della forma pura trova espressione in questo pezzo nato dalla matita di Luca Nichetto e definito Vad table. Un ideale tavolino da caffè, o da bar, che va a completare la famiglia di sedute Vad. Il piano in vetro verniciato color bianco-avorio, possibile anche nelle varianti in rosso o nero, poggia su una struttura in metallo cromato o verniciato prezincato, colorato nelle stesse tinte o in acciaio. La cuffia in poliuretano rigido ha una funzione estetica. Un tavolino da caffè che si adatta a tutti quegli interni e ambienti comuni che sono un concentrato di design e gusto. Spazi dalle geometrie rigorose, pareti neutre e arredi minimali sono il contesto ideale per il Vad table. Il tavolino in metallo con piano in vetro verniciato Vad di Casamania misura 65x65x75-110h. Caratterizzato da linee morbide e tondeggianti si ispira direttamente al design scandinavo. Là, infatti, si può trovare l’origine e la maggior diffusione dell’utilizzo di componenti in acciaio per tavoli e sedie, che consentivano una maggiore semplicità formale. Un’alta qualità estetica che oggi è ripresa nelle sue diverse sfaccettature in oggetti come questo, dal grande impatto espressivo. Il culto per la semplicità che influenza le tendenze contemporanee a livello internazionale. Può sembrare freddo, invece è accattivante. Uno stile minimalista fa di questo tavolino il complemento ideale di uno stile moderno.

Vad Table - Tavolino

designer e design

Web - appendiabiti

Chiudiamo con Web, l’appendiabiti progettato da Gianni Menguzzato & Claudio Nascimben. Fa parte di una famiglia di complementi d’arredo adatta a qualsiasi ambiente. Lo stelo consiste in un estruso di alluminio spazzolato lucido o verniciato bianco o nero. Tutti gli accessori sono fissati al profilo. Il gruppo di appendini e la base sono realizzati in alluminio verniciato argento, declinato anche nelle varianti del bianco o del nero. I particolari inseriti sono in plastica morbida di colore bianco, arancio, grigio o nero. La realizzazione di questo oggetto per Casainmente si è ottenuta grazie alle molteplici ed utili esperienze maturate nell’analisi e nell’uso dei vari materiali e tecnologie, in particolare con le plastiche e l’alluminio.

Foto gentilmente concesse da Arredamenti Rossi Schio

Lanificio Cazzola A Schio, una nuova importante rinascita architettonica

Schio...

Il lanificio Cazzola, edificio risalente al 1860 e rimasto produttivo fino agli anni ’90 del secolo scorso, oggi ritorna a vivere attraverso il recupero funzionale effettuato dalla Zermiglian Costruzioni. Schio, già scrigno contenente preziose testimonianze di Storia del Lavoro del nostro Paese, è arricchito ora da un nuovo complesso abitativo, culturale e commerciale, sito nel quartiere del S. Cuore. 48

ZERMiGLiAN coSTRUZioNi

Via Belfiore, 13 - SCHIO (VI) Tel. 0445.671104 - Fax 0445.671237 www.zermigliancostruzioni.it - info@zermigliancostruzioni.it

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L’antico lanificio, che nelle vesti di ospedale militare ospitò anche Hernest Hemingway durante la Grande Guerra, è stato ristrutturato nel pieno rispetto delle sue caratteristiche architettoniche e storiche: Zermiglian Costruzioni ha però anche tenuto in considerazione la possibilità di ottenere spazi vivibili ed adatti a qualunque esigenza dei diversi futuri inquilini. Ed ecco che gli ambienti dell’opificio sono stati trasformati in monolocali, bilocali e trilocali, dalle finiture ottenute accostando elementi tradizionali e naturali quali il mattone, la pietra, il legno.

Con la stessa attenzione alla ricerca di una soluzione che coniugasse tecniche moderne con materiali tradizionali, gli appartamenti hanno poi visto l’aggiunta di tetti in legno con travi a vista, soffitti mansardati, pavimenti dai materiali pregiati e terrazzini con parapetto. La re-interpretazione degli spazi inoltre non si è fermata alle strutture interne abitative, che, anzi, sono state inserite in un progetto di ampio respiro, volto a tenere conto delle tradizioni alle quali l’opificio è legato.

All’interno dei suoi 40.000 metri quadri infatti trova posto anche un museo, affascinante testimonianza del passato che non lascia il luogo. Infine la roggia, che garantiva energia alla fabbrica, è diventata una passeggiata, che si collega poi alle piste ciclabili poco distanti. Un’intelligente espansione verso l’esterno degli spazi recuperati, riletti in un’ottica contemporanea, ma senza perdere di vista quello che significa mantenere i legami con le radici del paese di Schio.

La pietra naturale. Materiale del mondo Tradizione e uso moderno La pietra naturale, insieme all’argilla e al legno, è uno dei primi materiali che l’uomo ha utilizzato per costruire. All’inizio della nostra civiltà furono realizzali in pietra oggetti d’uso comune come armi, utensili semplici e gioielli. I primi edifici in pietra naturale lavorata di cui si ha notizia sono le piramidi egizie e i cosiddetti megaliti (in greco megalite significa grande pietra), tra i quali i più famosi sono certamente i cerchi di pietre di Stonehenge. Varie culture ed epoche hanno concepito strutture specifiche. In Grecia le pietre venivano allineate senza giunti di malta e utilizzate per creare elementi per la fabbricazione come zoccoli, colonne, architravi e fregi. I Romani perfezionarono la tecnica della volta. Già nel I secolo dopo Cristo fu pertanto possibile erigere infrastrutture come gli acquedotti. In epoca gotica l’arte degli scalpellini giunse al vertice. Le linee di forza venivano raggruppate nelle volte in costoloni reticolari, finemente articolati, e poi scaricate sui pilastri di parete. Le pareti tra i pilastri persero la loro funzione portante e si trasformarono in superfici luminose traslucide. Negli anni Venti del secolo scorso, l’uso di sottilissime lastre di pietra per il rivestimento delle pareti si impose nell’architettura moderna. Negli impieghi contemporanei, la pietra naturale ha perso la propria funzione statica nelle facciate isolate termicamente. I nuovi sviluppi degli ultimi decenni nella tecnica di taglio e fissaggio sono stati i fattori principali che hanno contribuito all’evoluzione delle facciate di pietra e al cambiamento radicale nel loro aspetto. Con la domanda crescente in Europa Centrale di un maggiore isolamento termico e di migliori caratteristiche fisico-tecniche, tutto il peso che non costituisca isolamento termico, viene ritenuto superfluo e porta solamente a un aumento dei costi di costruzione. L’industria ha reagito a questo stato di cose facendo trovare sul mercato lastre di granito spesse 15 mm e strutture composite, da usare come involucro, con rivestimento di pietra spesso 6 mm. In una capitale europea come Berlino strade intere sono state decorate con sottili rivestimenti di pietra proveniente da tutto il mondo e con tutti i trattamenti di superficie immaginabili. La pietra naturale, negli ultimi anni, ha vissuto una rinascita sorprendente, anche per la rinnovata importanza attribuita alle superfici lisce e alle qualità sensoriali.

Al giorno d’oggi, l’ecocompatibilità dei materiali da costruzione costituisce l’aspetto determinante per l’ecosostenibilità dell’intera costruzione. L’analisi secondo il rispetto dei fattori ambientali porta a definire la pietra naturale il materiale biocompatibile per eccellenza. Si trova in natura con una qualità di materiale da costruzione in forma quasi finita. L’energia che si consuma per estrarla e lavorarla ha un’incidenza considerata bassa, rispetto a buona parte dei materiali edili. Un materiale compatibile con l’ambiente anche secondo le attuali normative in materia di estrazione e ripristino ambientale. Infatti, unite ad antiche e recenti tecniche, permettono oggi una concreta salvaguardia dell’ambiente naturale della zona di estrazione. Praticamente non esistono rifiuti se si considera l’intero ciclo di escavazione, di lavorazione e riconduzione alla natura.

materiali e tecnologie

materiali e tecnologie LE PROPRIETÀ La varietà delle pietre naturali è impressionante. In Europa Centrale oltre 500 diversi tipi di pietre sono trattate sul mercato specifico, in tutto il mondo sono circa cinque mila. Dal momento che ogni pietra è dotata di proprietà e caratteristiche specifiche, anche le possibilità di impiego differiscono fortemente. La pietra naturale dispone di una conduttività termica ottima e di una capacità elevata di accumulare il calore. Dimostra, quindi, una grande capacità di isolamento termico. In caso di uso come rivestimento di pavimento, si deve tener conto della buona conducibilità delle pietre naturali. I pavimenti di pietra, vengono spesso avvertiti come freddi, dato che sottraggono calore ai corpi. Insieme ai sistemi di riscaldamento a pavimento, invece, la loro capacità di accumulo termico si rivela positiva. Per quanto riguarda l’aspetto e le proprietà estetiche, la pietra naturale rappresenta la tradizione. Simboleggia la resistenza, l’autorità e la qualità. Anche se in Europa Centrale viene prevalentemente impiegata nel rivestimento sottile per le facciate, a essa vengono ancora associate stabilità e forza, ad esempio negli edifici delle banche. Ogni tipo di pietra ha il proprio carattere, che si distingue prevalentemente dal colore e dalla porosità. La lavorazione della superficie, con martellinatura, lucidatura o sabbiatura può modificare in modo essenziale l’aspetto di una pietra. Anche se oggi arrivano pietre da tutto il mondo, la pietra naturale era in origine un materiale regionale, che rappresentava un chiaro legame con il luogo. L’immagine di città come Londra o Parigi è sempre stata caratterizzala dalla pietra locale. Le altre caratteristiche che ne fanno un materiale d’impiego unico sono il fatto di non contenere sostanze dannose o tossiche per la salute, non essere infiammabile e che non si carica elettrostaticamente. L’ORIGINE E LE TIPOLOGIE Le rocce nascono dalla cristallizzazione del magma fluido. Sono composte da diversi minerali, soprattutto silicati, la cui tenuta è assicurata dall’agglomerazione o da un legante (ad esempio l’argilla). L’origine è una caratteristica fondamentale per suddividere le pietre, perché ne costituisce la base per la classificazione sistematica. Oggi nel mondo sono commercializzate tra i 4500 e i 5000 tipi di rocce. Questo numero incredibile appartiene a tre grandi famiglie: le rocce eruttive, sedimentarie e metamorfiche. Le eruttive nascono direttamente dal magma fluido. Si sono formate con il raffreddamento e la cristallizzazione del magma proveniente dall’interno della terra e si suddividono in tre gruppi, in base al luogo della loro origine: le rocce plutoniche, chiamate così in onore del dio degli inferi, nate dalla cristallizzazione del “magma mobile” nella crosta terrestre e secondo la composizione dei minerali divise ad esempio in granito, diorite o gabbro; le rocce intrusive, nelle quali la cristallizzazione è irregolare per via del raffreddamento più rapido e possono contenere “intrusioni” di altro tipo, quali pegmatite, aplite e lamprofiro; le rocce magmatiche, frutto di fuoriuscite dalla crosta terrestre come ad esempio il diabase, il basalto o la riolite. Quasi tutti questi tipi di rocce sono antigelive e vengono utilizzate in edilizia per via della loro elevata resistenza alla compressione e all’usura. Le sedimentarie, invece, si sono formate in seguito all’azione degli agenti atmosferici, cementandosi e compattandosi in seguito per formare una

roccia solida. Si formano prevalentemente per disgregazione, erosione e deposito di rocce più antiche, che vengono trasportate dall’acqua o dai ghiacciai e si depositano, sedimentano, sotto forma di detriti come ghiaia o sabbia. Fanno parte di questa famiglia l’arenaria, la dolomite e il travertino. Le metamorfiche derivano da rocce già esistenti. Si formano sotto una grande pressione, temperature elevate o mediante processi chimici, attraverso i quali le proprietà principali della roccia originaria si modificano, oppure nascono rocce totalmente nuove. I tipi più famosi sono l’ardesia e il marmo. GLI IMPIEGHI Nella maggior parte dei casi, le pietre naturali vengono utilizzate per la produzione di leganti minerali o come aggregati nella produzione di calcestruzzo e malta. Nell’industria si ha la classificazione in pietre dure e pietre dolci per evidenziare le caratteristiche della composizione varia della pietra naturale per la pratica edile. Grazie alla disponibilità di rocce eruttive relativamente “dolci” e di rocce sedimentarie estremamente dure, nella scelta dei tipi di roccia adatti si dovrebbero far coincidere le proprietà fisiche specifiche, come la resistenza a compressione, al gelo e all’attrito, con il campo di applicazione. In genere, le pietre naturali, sono adatte alla muratura, alle coperture dei tetti e ai diversi rivestimenti, da quelli per facciate interne ed esterne a quelli per pavimenti. Nell’impiego della pietra naturale come rivestimento di parete esterna si deve fare in modo che le proprietà fisiche, estremamente differenziate, dei vari tipi di pietra rispondano ai requisiti dettati dagli agenti atmosferici. Il materiale deve resistere a fenomeni come la dilatazione termica, le variazioni del grado di umidità per evitare rigonfiamenti e ritiri, il gelo e i sali di condensa e soprattutto deve mantenere la stabilità chimica. Per le pareti in pietra naturale la grande gamma di tipi di pietre, formati e trattamenti superficiali offre una scelta di superfici pressoché illimitata. Si possono utilizzare pietre grezze o solo parzialmente lavorate, così come materiale ruvido o lucidato. Sono possibili muri di massi erratici, fatti con pietre tondeggianti e non lavorate, e muri di frammenti di pietre irregolari, ottenute dalle cave. Se le superfici orizzontali (superfici di posa) sono lavorate, si parla di stratigrafia. A seconda dell’intensità della lavorazione, si distinguono diversi livelli qualitativi. Nella muratura martellinata le pietre hanno superfici ortogonali. Nei muri irregolari le pietre, di diversi formati e altezze, sono giuntate a strati. La muratura di conci è composta da pietre delle stesse dimensioni. Indipendentemente da tutto ciò, la superficie a vista può essere lavorata meccanicamente.

Nel caso dei rivestimenti di pavimento in materiali solidi esistono moltissime pietre naturali. Pur con la stessa composizione esse possono avere strutture e colori diversi a seconda della provenienza. Grazie alla loro elevata resistenza i rivestimenti di pietra naturale vengono scelti quando una sollecitazione elevata su lungo periodo ne relativizza gli alti costi. Sotto questo punto di vista acquista grande importanza in trattamento di superficie, che influenza la resistenza all’attrito e le caratteristiche antiscivolo.

materiali e tecnologie La possibilità di scelta va dalle pietre porose con superfici ruvide (ad esempio arenaria), alle superfici lisce e lucide di marmo o granito. L’adattabilità di una pietra e del suo trattamento superficiale a un determinato impiego dipendono dalle varie composizioni. Le pietre sedimentarie con superfici porose e non sigillate sono sensibili nei confronti di liquidi, grassi, vino ecc. Per gli acidi, come ad esempio l’aceto, si possono avere reazioni chimiche che causano scolorimenti. I rivestimenti di pietra naturale vengono avvertiti come freddi al tatto. Invece, grazie alla loro alta conducibilità termica e alla notevole capacità di accumulo termico sono particolarmente adatti in presenza di riscaldamento a pavimento. Mentre, senza strato isolante questo tipo di rivestimenti non contribuiscono in alcun modo alla riduzione del rumore da calpestio.

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Cumerlato certifica la prima CasaClima a Thiene certificazione energetica e innovazione per il residenziale Gli edifici certificati casaclima dall’Immobiliare cumerlato sono abitazioni a basso consumo energetico, ecologiche ed energeticamente efficienti. le costruzioni vengono realizzate con particolare cura nell’isolamento, nell’eliminazione delle dispersioni termiche e nell’efficienza degli impianti tecnologici in modo da ottenere delle abitazioni di categoria B. tale tipologia di abitazioni ha un fabbisogno termico annuo inferiore a 50 kWh/m². Per ottenere questo grande risultato ogni abitazione viene dotata di pannelli solari e boiler di accumulo per la produzione di acqua calda. le caseclima di categoria B certificate cumerlato possono anche essere definite, sotto il profilo dei costi, case da 5m³. Infatti, è questo il loro consumo di metano per ogni metro quadrato di superficie abitata. Ad agevolare la scelta di abitare rispettando l’ambiente e riducendo i consumi c’è un contributo facile da ottenere previsto dal pacchetto di incentivi economici varati dal consiglio dei Ministri lo scorso 19 marzo 2010. Per tutti coloro che decidono di acquistare delle case di nuova costruzione ad alta efficienza energetica, da utilizzare come prima abitazione, è previsto un contributo di 83 euro al metro quadro, con un massimo di 5mila euro per la classe B.

Nei dati forniti dall’agenzia Casa Clima, unico ente certificatore riconosciuto a livello nazionale, la classe D dello standard delle case esistenti, una classe intermedia non certo delle peggiori, ha un fabbisogno termico annuo di 90 kWh/(m²·a). Le abitazioni di categoria B come queste, invece, hanno un consumo di 50 kWh/(m²·a). Significa che il livello medio di consumi annuo per una casa di nuova costruzione è di 9m³ di metano per metro quadrato, mentre quelle certificate da Cumerlato consumano solo 5m³ di metano per ogni metro quadrato di superficie abitata.

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oltre casa

Fiere Italia 2010 / 2011

gennaio

febbraio

aprile

maggio

27/31 - VERONA - VIVI LA CASA - Arredamento e casa 27/30 - BOlzANO - KLImAhouSe - Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e l’edilizia sostenibile 28/31 - BOlOgNA - ARTeFIeRA ART FIRST - Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea 30/01 - 7/02 - PARMA - SALoNe DeL moBILe DI PARmA - Arredamento e accessori

FEBBARIO - gENOVA - ARTe GeNoVA - 7° mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea 3/6 - MIlANO - The AFFoRDABLe ART FAIR mILANo - Fiera d’Arte Contemporanea 26/02 - 06/03 - TORINO - exPoCASA - Arredamento e idee per abitare 27/31 - VERONA - VIVI LA CASA - Arredamento e casa

8/11 - MIlANO - mIART ART NoW! - Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea 12/17 - RhO (MIlANO) - I SALoNI - Salone internazionale del mobile

4/6 - CERNOBBIO (COMO) - PRoPoSTe - Fiera Produttori Tessuto d’Arredamento e Tendaggio

Design Contemporaneo Patrizia Mello Electa Editore

Il volume di Patrizia Mello intende fare il punto sull’evoluzione del design negli ultimi decenni, valutandone i nuovi orizzonti di sviluppo. Al centro della riflessione gli stimoli introdotti in molti campi del vivere quotidiano dalle nuove tecnologie, che stanno rivoluzionando l’ambiente domestico. Il testo, illustrato con gli oggetti, gli ambienti, ma anche con disegni e computer rendering delle ricerche più recenti, offre una lettura del tutto inedita della contemporaneità e delle mutazioni che interessano il nostro vivere quotidiano.

Product Design in the Sustainable Era

Interior yacht design Abitare tra cielo e acqua

Un titolo importante che connota immediatamente il periodo storico in cui stiamo vivendo. Nonostante gli errori dei decenni precedenti sembra infatti che la tanto agognata rivoluzione verde abbia finalmente avuto inizio: l’era della sostenibilità, della maggiore attenzione a tutto ciò che riduce gli sprechi, che trasforma gli oggetti ormai inutili in qualcosa di nuovo e funzionale, che crea nuovi posti di lavoro e nuove figure specialistiche per lo studio e la realizzazione di tecnologie rispettose dell’ambiente. In ”Product Design in the Sustainable Era“, edito dalla casa editrice tedesca Taschen (in libreria da fine maggio), Dalcacio Reis, uno tra i più noti designer brasiliani, ha raccolto e illustrato ben 180 progetti di product design dall’anima ecologica, vincitori di premi internazionali e provenienti da più di 20 paesi. Importanti studi di design e aziende di tutto il mondo, tra cui Electrolux, General Electric, Frog Design, IBM, IDEO e New Deal Design, si sono dedicate, con approcci diversi, a progetti che condividono un impatto minimo sull’ambiente e che contribuiscono ad evitare lo spreco di materiali.

Il volume, dedicato al tema dell’abitare tra cielo e acqua, affronta diversi settori disciplinari: in primo luogo nautica e yacht design, ma anche interior design e arredamento nautico. Questa ricerca prende in considerazione il desiderio primario di abitare a contatto con l’acqua e osserva come la contemporaneità ne affronti le istanze sconfinando sempre più dalla nautica all’architettura, coinvolgendo non solo progettisti affermati nel settore nautico, ma anche i protagonisti della scena architettonica internazionale. L’approccio critico degli autori evidenzia i limiti della progettazione d’interni nautici se svincolati dalle competenze necessarie per rendere armonico il progetto interno ed esterno delle imbarcazioni, e pone in risalto la rivoluzione che negli ultimi anni sta investendo il settore nautico, impegnato nel rendere sempre più equilibrato il dialogo tra le parti. Il volume si compone di quattro sezioni: una ricognizione storica che esemplifica alcuni casi emblematici dell’iconografia navale, dell’architettura acquatica, dell’arredo nautico, un’analisi del panorama contemporaneo attraverso indagini sui principali temi e questioni progettuali nel settore dell’Interior Yacht Design; una selezione dei maggiori progetti di Interior Yacht Design e infine, una sezione tecnica di apparati dedicati ai materiali da costruzione e agli oggetti di design civile adatti alle esigenze nautiche, che offrano strumenti utili alla progettazione, ma anche alla comprensione del progetto.

Dalcacio Reis Taschen Editore

Massimo Paperini e Dardi Domitilla Meltemi Editore

libreria

Il gioiello oggi Arte moda design Alba cappellieri Electa Editore

Cos’è un gioiello oggi? Quali competenze, discipline o saperi investe? È arte, moda o design? Metallurgia, mineralogia o alchimia? Industria o artigianato? Eterno o effimero? Amuleto o bijoux? Da queste domande nasce il nuovo libro di Alba Cappellieri, professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, che Preziosa presenta in anteprima. Il volume, edito da Electa, analizza per la prima volta la complessità del gioiello contemporaneo, non dal punto di vista artistico ma nell’ottica del sistema gioiello, inteso come la risultante delle diverse componenti della filiera, che ne definiscono le caratteristiche formali, prestazionali ed emozionali. Attraverso i contributi di esponenti delle diverse anime del gioiello, il libro analizza il territorio e i distretti, il mercato, il prodotto con i suoi valori ed accezioni, il modo di progettare secondo i metodi del design. Individua le criticità del passaggio dal progetto alla produzione e analizza le nuove tecnologie; approfondisce i diversi modelli di distribuzione, dai più tradizionali ai più recenti quali e-commerce e temporary shop, gli scenari di sviluppo dei luoghi di vendita. Affronta le specificità della comunicazione e quelle della formazione e promozione, svelando aspetti meno conosciuti ma non meno importanti per l’innovazione di un settore che fatica ad evolversi.

Architettura e radicamento

Il design del riuso

Il campo di esplorazione dell’opera è costituito da 10 progetti realizzati nel corso degli ultimi anni nell’ambito di altrettanti concorsi di progettazione. Il risultato di questa riflessione porta a dire che una parte importante dell’identità della cultura architettonica del nostro paese sta nella volontà di radicamento e che questo abbia costituito il motivo della singolare attenzione che, in un passato non molto lonatano, è stata riservata all’architettura italiana in campo europeo e mondiale. L’intento che si ripropone questo saggio è quello di riammagliare discorsi sull’architettuta italiana forse troppo frettolosamente interrotti.

In questo libro si vuole approfondire il “pensiero creativo”, quello che secondo lo psicologo Edward De Bono permette “di considerare le cose non soltanto per quello che sono, ma anche per quello che potrebbero essere”. Non verranno analizzati i metodi di ecodesign ma qualcosa di più semplice ed immediato: esempi di riuso intelligente che chiunque (non solo designer professionisti) può mettere in atto. Si tratta di cercare un rapporto nuovo con gli oggetti, imparando a separarli dalla loro funzione principale e ad osservarli per le loro potenzialità materiche, formali, tattili, percettive. Questo è sfidare il senso comune del valore degli oggetti, è raccontare la storia che un oggetto vuole narrare, è mostrare la fragilità della materia, è cogliere l’armonia e l’abilità costruttiva di un particolare, è cercare la bellezza in luoghi inaspettati. È così che un giorno un vecchio copertone è diventato un’altalena...

Raffaele Pannella Rizzoli Editore

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Palazzo Diamante

Foto cantiere 31 ottobre 2010

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