LeSiciliane - Casablanca n.62

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Libertà di movimento per tutti

Un passaporto, un visto, un aereo Silvia Dizzia Nonostante il limite delle frontiere posto alla loro libertà di movimento, le persone che intendono lasciare il proprio paese per raggiungere una speranza non si demoralizzano. Non si fermano. Neppure davanti al rischio della morte e a dispetto dei vari tipi di muri che l’Europa continua ad alzare. L’autrice dell’articolo, volontaria della Croce Rossa di Restoring Family Links – che si occupa della ricerca di dispersi e creazione di collegamenti con le famiglie –, racconta alcuni episodi vissuti direttamente sul campo, rivivendo il dolore di quei momenti. Mary è arrivata insieme al fratello. Non vuole essere separata da lui. Il suo sguardo esprime solo terrore e non capisco. Dopo un po' ritorno da lei e le chiedo perché è così preoccupata, che può contare su di me. Mi afferra per il braccio e tutto di un fiato mi racconta che è stata rapita e violentata. Che ha subito violenze di ogni genere. «Qui le bastonate sono finite? Qui non subirò più violenze?» mi chiede guardandomi negli occhi. In quel momento ho sentito come un pugno allo stomaco... L'unica cosa che sono riuscita a dirle è stato: «Qui le bastonate fisiche sono finite... ma quelle della vita, no». Non ho saputo dire altro. Ha compreso. Voleva essere rassicurata, voleva solo un abbraccio. Quando ci siamo salutate mi ha detto di non preoccuparmi perché è più serena e mi ha dato un bacio. In questi anni, ho cercato di seguire il suo consiglio. Provo a

stare tranquilla. Quelle domande, però, quello sguardo, non riesco a rimuoverli. Ho provato a non pensarci... Negli anni abbiamo sperimentato che dall’Eritrea, Somalia, Sudan, Nigeria, Senegal, Egitto, Siria, Tunisia ecc., in tanti decidono di partire dai loro Paesi di provenienza. Ognuno con un motivo serio per cui lasciare la terra in cui è nato, dove è cresciuto e dove ha legami affettivi. Le guerre, i conflitti, la fame, le carestie, i cambiamenti climatici, la salute… e, perché no?, il desiderio di conoscere posti nuovi, la speranza di trovare un futuro migliore sono motivazioni serie. Oggi, ancora di più rispetto a ieri, chi possiede un passaporto e ottiene il visto per partire può considerarsi un passeggero di prima classe. Non tutti, infatti, hanno il denaro per prendere un aereo, non tutti posseggono un passaporto e in LeSiciliane Casablanca 13

ogni caso non tutti – pur avendo del denaro e passaporto – ottengono il visto dalle autorità competenti per prendere un aereo e raggiungere il paese desiderato. Non tutti i passaporti consentono la stessa libertà di movimento. Può viaggiare chi ha un passaporto occidentale o chi riesce ad avere un visto per lavoro, turismo, studio… Nonostante la dichiarazione universale dei diritti umani preveda che: Ogni individuo ha diritto alla libertà di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese. L’Europa, che avrebbe dovuto avere un ruolo “ponte” tra i Paesi del Mediterraneo e l’Occidente, si è fatta notare invece per il suo scarso impegno nel campo dell’abolizione del visto e una crescente ostilità contro gli immigrati. Ostilità che nasce dalla gestione


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