LeSiciliane - Casablanca n.62

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La morte ai confini. La scomparsa dell’orizzonte

Vite che non contano Carolina Kobelinsky Ai confini meridionali dell'Europa i morti fanno parte del paesaggio quotidiano. Diverse ricerche hanno dimostrato che, in alcuni paesi, in nome della sovranità europea coloro che sono considerati come indesiderabili si spingono ai confini, esponendo così queste persone alla morte. Le storie dei tentativi di superare le frontiere contengono spesso una dimensione legata alla promiscuità con la morte nel Mediterraneo, nel deserto. Il rapporto del migrante con la morte e la tragedia della scomparsa. «Era duro il deserto – racconta Cello Diallo Peul, di 18 anni originario di Conakry (Guinea) – ho visto dei fratelli morire. Era davvero duro, lasciare un fratello, vederlo morire e continuare. Tu cammini, vai avanti anche se hai la sensazione di non andare avanti, non ne puoi più e pensi a quelli che sono appena morti e che hai abbandonato. In Algeria ho rimpianto di essere partito. L’ho rimpianto diverse volte durante il viaggio ,ma nel deserto… quando questo mio fratello è deceduto proprio accanto a me, proprio in quel momento ho avuto dei rimpianti, ma era troppo tardi non potevo tornare indietro e poi il ricordo di ciò che ho visto, di tutti i fratelli, non lo dimenticherò, era davvero duro, sarei potuto morire anch'io come questo mio fratello, come gli altri. Sarei scomparso in mezzo alla sabbia e mia madre non avrebbe saputo niente e neanche la mia famiglia, sarei completamente scomparso». Ai confini meridionali dell'Europa i morti fanno parte del paesaggio quotidiano. LeSiciliane Casablanca 11


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