n. 26 La Bella Politica

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Una bella idea… giriamo in bicicletta! normale, lo status che deve conseguire, più di ogni altra, è appunto quello della normalità, bisogna solo mettersi d’accordo su quali siano i parametri di questa supposta normalità. Che sarebbe: niente pony, niente impinnate, tutti col casco, niente risalita spedita sui marciapiedi per guadagnare qualche metro. Niente battuta di Benigni. Certe volte una si sente autorizzata a chiedersi cosa spinga tanto i palermitani a ridimensionare e rileggere il codice della strada a loro uso e consumo. C’è una spiegazione al lavoro nero, all’arte di arrangiarsi, ma alla rilettura del codice stradale no. Spregio del pericolo? Bisogno di andare velocemente ovunque? (Al lavoro? Ma se c’è un tasso di disoccupazione altissimo?). La verità è che i palermitani amano l’auto, in maniera evidente e spudorata, ci ho messo anni a spiegare ad amici nordici che l’idea di “facciamo una passeggiata” palermitana è mettiamoci in auto e contempliamo a passo d’uomo il lungomare di Mondello. Le passeggiate si fanno coi passi, uno dietro l’altro, o al massimo in bicicletta, cioè usando il tuo corpo, le tue gambe (o le mani come abbiamo visto fare a Zanardi in handbike) per muoverti. Questo mio amore per la bicicletta è una necessità lontana: ci andavo a scuola, denunciava e soddisfaceva il mio desiderio di indipendenza. Lo so, perché l’ho fatto. In bici puoi andare ovunque, mantenendoti in forma e senza inquinare. L’unica cosa è che un ciclista tiene conto del traffico, ma il traffico, confessiamolo, non tiene conto del ciclista (i pedalatori sono in pericolo ovunque, per questo

nasce salvaiciclisti.it, un movimento popolare che chiede città a misura di bici). Adesso non più, complice il prezzo della benzina e le bici elettriche, ma fino a qualche anno fa la tua lentezza era presa quasi come un’offesa. Palermo è perfetta per essere percorsa in bicicletta, il sole ti bacia per sei mesi all’anno. Non ci sono salite, eccetto per Monte Pellegrino, troppo impegnative. Da qualche parte si snodano piste ciclabili, invase da auto e motorini, che finiscono nel nulla, ogni tanto, senza preavviso, che nessuno mantiene, che basterebbe allungare, ripristinare, considerare come piccole arterie capaci di alleggerire il mostro “traffico” che tiene in ostaggio Palermo. Per questo, a un certo punto, io l’ho chiesto persino al Sindaco, il neoeletto Leoluca Orlando (uno dei punti programmatici della sua campagna elettorale recita: incentivazione dell’uso delle piste ciclabili), per adesso alle prese con mille urgenze, Gesip in

testa. Questo l’invito: “Diego Cammarata ignorò l’invito ma lei, Casablanca pagina 44

Leoluca Orlando! Ci viene con la sua family a fare un giro in bici con me per la città? Un bell’itinerario turistico monumentale, come fossimo turisti che la vedono per la prima volta, o un giro in centro, proviamo a immaginarci i palermitani che vogliono rinunciare alla macchina, o le mamme coi bimbi sul seggiolino della ruota di dietro, o i precari, gli ecologisti, gli studenti (di sede e fuori sede), o semplicemente i palermitani, con la bici, che vogliono uscire e pedalare con tutto questo sole o correre al lavoro. Quando scenderà dal sellino avrà le idee chiare come non mai sulle piste ciclabili, sulla circolazione del traffico, sulla sicurezza stradale. Sarà meraviglioso, sarà divertente. Faremo risuonare il campanello per tutti i vicoli! Lei queste cose le sa fare. Poi le offro un caffè o una granita per rinfrescarsi. Oppure preferisce una brioche col gelato?”. La missiva è stata recapitata, vi terrò informati dei risultati.


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