n. 26 La Bella Politica

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La palomba deve volare parla: “L’Italia è l’unico paese europeo in cui l’informazione è parzialmente libera. Lo dicono le maggiori istituzioni internazionali e lo dimostrano i nostri dati”. Non solo. “Ciò che conosciamo è solo la punta dell’iceberg. Gran parte dei giornalisti minacciati non ha la forza di denunciare. Come le vittime d’usura e stupri, si vergognano della violenza subita”. Secondo le stime di Ossigeno sono oltre diecimila le vittime dirette o indirette di intimidazioni su un totale di 110.000 iscritti all’Ordine, per lo più precari. Cifre da capogiro che crescono

vertiginosamente: da 78 a 95 casi in un anno con la Campania che scalza dal primato la Calabria raggiungendo quota 22. “Nella nostra regione - commenta il presidente dell’Ordine dei giornalisti campani Ottavio Lucarelli - ci sono pesanti condizionamenti da parte della malavita organizzata. Alcuni colleghi sono sottoposti a forme di tutela. Ma le minacce non hanno impedito ai cronisti di raccontare i fatti in un territorio ad alta densità criminale”. A Radio Siani, presidio di legalità nel cuore di Ercolano, Amalia de Simone ha un modo particolare di

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affrontare le intimidazioni. Ostinazione, ironia e documentazione: sono le parole chiave. “Se vuoi che ti dica che ho paura tanto da non poter dormire la notte, lo faccio”, scherza. “Ma in realtà credo che in Italia il problema non siano le minacce. È il precariato la vera pistola puntata alle spalle del cronista”. .


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