n. 26 La Bella Politica

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Giuseppina… vai avanti, cambierà

Giuseppina la postina dei clan Ad oggi ha fatto sequestrare 224 milioni di euro Franca Fortunato Giuseppina Pesce dell’omonimo clan, è l’unica collaboratrice viva. Altre donne che avevano deciso di collaborare con la giustizia contro la ’ndrangheta hanno avuto diverso, crudele, destino. Quelli con gli inquirenti saranno colloqui tormentati perché la figlia maggiore i primi tempi non riesce a condividere le sue scelte, le dichiarazioni di Giuseppina comunque apriranno le porte della galera anche per sua madre e sua sorella. Il vecchio capobastone storico, Giuseppe Pesce, si sarà rivoltato nella tomba. La nipote, Giuseppina, diventata collaboratrice di giustizia. Cose di un altro mondo! Giuseppina Pesce, è figlia di Salvatore, detto “u babbu” uomo di punta della cosca omonima insieme al fratello Antonino. È accusata di essere la “postina del clan e di portare gli ordini del padre, in carcere, agli altri associati. Per questo reato è stata arrestata il 28 novembre 2010 insieme ad altri quaranta affiliati alla cosca (operazione “All’Inside”). Cresciuta a “pane e ’ndrangheta”, Giuseppina conosce tutti gli affari e i segreti della famiglia, immaginare quindi il futuro dei suoi figli, non è difficile, in carcere ha modo di riflettere… e decidere. Giuseppina, nata e cresciuta a Rosarno, al momento dell’arresto ha 34 anni, due figlie di 16 e 6 anni e un figlio di 9. Suo marito, Rocco Palaia, è in carcere per associazione mafiosa. Anche suo padre è in carcere e così il fratello

Francesco. La madre, Angela Ferrero, e la sorella Marina entreranno in carcere dopo le sue rivelazioni. Che famiglia! Tutti in carcere. E i suoi figli? Sono destinati a fare la stessa fine? È a questo che Giuseppina pensa. Che la sua era una famiglia mafiosa, l’aveva capito già all’età di dieci anni. A tredici, finita la scuola Media, il suo desiderio era di iscriversi al Magistrale di Palmi, ma il padre glielo impedì. “No, tu non andrai da nessuna parte, tu resterai chiusa in casa” le gridò. E così fu. “Non andavo più neanche a lezioni di piano, stavo solo in casa” - raccontò agli inquirenti. Era solo un’adolescente, ma cominciò a pensare che sposarsi era l’unico modo per uscire da quella prigione. A quattordici anni, appena adolescente, fece la “fuitina” con Casablanca pagina 32

l’uomo che amava, Rocco Palaia, anche lui appartenente a una cosca. Non andò come lei sperava o sognava. Con quest’uomo conoscerà la violenza sul suo corpo e non troverà né nella madre né nelle donne della “famiglia” un sostegno alla sua ribellione. E come poteva trovarlo in donne succubi, subalterne e complici dei loro uomini, che hanno fatto coincidere la famiglia di sangue con la famiglia di ’ndrangheta? Dopo la nascita della prima figlia, Angela, il marito divenne sempre più violento e aggressivo. Ad ogni sua ribellione, lui la picchiava. Avrebbe voluto lasciarlo, ma la morale della famiglia di ’ndrangheta non consente il divorzio. “No, non me lo permettevano, i miei… lui… Tutti mi dicevano “dài, dagli un’altra


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