n. 26 La Bella Politica

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Editoriale – mensile

Alla ricerca della rotta smarrita Così parlò Pippo Fava

“Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il voto a un uomo politico corrotto, ignorante e stupido, solo perché una volta al potere ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione a un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro. Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua". (Giuseppe Fava 1983) Parole profetiche? Premonitrici? Una verità, anche quando in modo buonista sosteniamo che sì il voto di tanta gente non è un voto libero. È sotto ricatto: bisogno, miseria, nuove forme di povertà. Tuttavia i rivoli del ricatto elettorale abbracciano anche un non bisogno, ambizioni, affari, carriere. Gli ideali sono in coma, l’ideologia alla gogna. La maggior parte della politica magna, magna…spende e spande, organizza “feste eleganti senza sesso”, oppure lunghe e costose crociere regalate dagli amici… La grande ammucchiata? Colpa della legge elettorale. Le porcate sui più deboli? In nome e per conto dell’Europa. Gli aumenti esagerati dei rappresentanti istituzionali? Votati all’unanimità. Opposizione? Piccolissima, manco si avverte. C’è dell’altro. Una cosa grave, il cosiddetto “voto utile”. Ma sai provi a dire - gli ideali… ti si risponde che sei una nostalgica, impastata di ideologie. Vale a dire, rischi il rogo come le streghe. Dimenticando perfino che, ideologia vuol dire concezione del mondo, concezione della vita, dottrina, scuola, pensiero, filosofia. Insomma, un pacchetto di valori, ideali, progetti e proposte per un mondo più giusto. Più bello. Nulla. L’unica strategia, l’unico ideale, è

vincere. A quale prezzo? Con quale Progetto? Soprattutto, con chi? Ovvio, con tutti coloro che hanno contribuito a creare lo sfacelo. Si dice “essere moderni” e parecchi ci credono. NOI NO! *** “I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi a volte sono banchieri. I mafiosi sono quelli che in questo momento stanno ai vertici della nazione”. Era la fine del 1983. Giuseppe Fava così rispondeva a Enzo Biagi che lo intervistava. Dopo una settimana lo ammazzarono. La regione Lazio e la regione Lombardia (e prima ancora la Sicilia), ci raccontano che la mafia è dentro le istituzioni, eppure non riusciamo a ribellarci. Ci si accontenta di uno, pochi, che finiscono in galera… che poi escono e si ricandidano. Il garantismo… Il terzo livello di giudizio… Bisogna accertare i fatti… E se capitasse a noi…Sì, ma è un fenomeno trasversale. Trasversale a che? A chi? Tutto questo denaro rubato da tesorieri di partiti, capigruppo, semplici onorevoli deputati o senatori, era della comunità, sarebbe servito per il paese.

Casablanca pagina 3

Chi sta pagando col sangue la crisi? Monti con quali classi sociali recupera? Su chi risparmia? Non vedo la giusta indignazione. Non vedo le monetine buttate in faccia all’uscita dell’albergo. Non vedo la rabbia. Non ci si incazza. L’assurdo e l’impensabile si fondono: Molti oppressi, guardano a destra, forse fidandosi, forse lasciandosi comprare. Quelli che sanno tutto, si inerpicano in ragionamenti del tipo “Sono piccole cifre. Un aereo F 35? I soldi rubati? Gli sprechi? Non risolverebbero il problema del paese”. Come si risolve allora, prelevando dai poveri ? Derubandoli e defraudandoli in termini economici e in termini di servizi? Questa grande quantità di denaro sottratta, di sicuro avrebbe alleggerito i sacrifici, reso più leggero il peso della crisi. Dato servizi. Abbassato le tasse. Far sopravvivere i piccoli commercianti e i loro negozi. Far respirare i piccoli comuni. Insomma questa barca di denaro a qualcosa sarebbe servita. Non diciamo cazzate.


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