n. 26 La Bella Politica

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…nuove forme di detenzione

Il gabbio di Lampedusa Nuovi profili della detenzione amministrativa degli immigrati irregolari in Italia Fulvio Vassallo Paleologo Definiti “ospiti” una volta arrivati sulle nostre coste, gli immigrati clandestini per subito vengono rinchiusi. Galere? No, centri. Ovvero luoghi in cui le regole di detenzione amministrativa cambiano frettolosamente grazie “all’emergenza”. Nei centri, le “persone” arrivate illegalmente in Italia, dovrebbero essere identificate e trattate da esseri umani. Invece, sono abbandonati alla disperazione, o sedati con l’uso massiccio di psicofarmaci. Nel 2011 decine i casi di autolesionismo e diversi tentativi di suicidio nel centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa, nell’ex caserma Barone di Pantelleria, ed altre strutture di accoglienza allestite per l’emergenza Nord-Africa. La responsabilità per gli incidenti e le disfunzioni? Ricadeva solo sugli immigrati e poi le indagini - almeno in passato si arenavano o venivano archiviate. Il “gabbio”, di Lampedusa, un centro nel centro, nel quale non si effettuano convalide e non entrano difensori ed organizzazioni umanitarie al di fuori di quelle convenzionate con il Ministero dell’Interno. Detenute sotto tutti i punti di vista, ma definite dalle autorità amministrative e dagli enti gestori come “ospiti”, in realtà gli immigrati giunti irregolarmente nel territorio italiano possono essere rinchiusi in strutture con diverse denominazioni, e con diverse modalità di limitazione della libertà personale. Anche a seconda della nazionalità, che incide sulle probabilità di rimpatrio, in base agli accordi bilaterali ed alle differenti prassi applicative degli accordi di riammissione.

Il CPSA (Centro di primo soccorso ed accoglienza) di Contrada Imbriacola a Lampedusa, dopo la breve parentesi come CIE nel febbraio del 2009, conclusasi con una rivolta e con un incendio che lo distruggeva parzialmente, era stato ristrutturato e di nuovo riattivato, dal febbraio del 2011, come centro di prima accoglienza e soccorso (CPSA), ma con una parte utilizzata, di fatto, come centro chiuso - il cosiddetto gabbio. Un vero e proprio centro di trattenimento mai qualificato ufficialmente come CIE, nel quale dunque non si effettuavano Casablanca pagina 27

convalide e non entravano difensori ed organizzazioni umanitarie al di fuori di quelle convenzionate con il Ministero dell’Interno. E lo stesso periodico mutamento di destinazione, e di natura giuridica, si è verificato per il centro ubicato a Lampedusa nella vecchia base Loran, una struttura utilizzata nel 2011 per il trattenimento prolungato, dunque illegale, di minori non accompagnati, ma qualificata nel sito del Ministero dell’Interno come centro di identificazione ed espulsione, una struttura che ha continuato a funzionare dopo che


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