n. 26 La Bella Politica

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Sughereta e MUOS? difformità di essa, esegue lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici”. Le indagini erano state avviate nel luglio del 2011 a seguito di un esposto del Comune di Niscemi e si sono avvalse delle perizie e delle testimonianze di tecnici e ambientalisti. Dal punto di vista formale, l’installazione del terminale Muos (3 antenne paraboliche di 18,4 metri di diametro e 2 torri radio di 149 metri d’altezza) era stata autorizzata, l’1 giugno 2011, dall’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione siciliana, in palese violazione delle norme di attuazione previste dal Piano territoriale paesistico della Provincia di Caltanissetta per la riserva di Niscemi, approvato dalla stessa Regione nel maggio 2008. Il Piano aveva inserito l’area naturalistica all’interno del cosiddetto “livello di tutela 3”, limitando gli interventi alla mera conservazione del patrimonio naturale esistente, alla “rinaturalizzazione” e alla “sostituzione delle specie vegetali alloctone con specie autoctone” ai fini del potenziamento della biodiversità e della salvaguardia idrogeologica. Il Piano territoriale vietava invece espressamente la “realizzazione di infrastrutture e reti, tralicci, antenne per telecomunicazioni, impianti per la produzione di energia, nuove costruzioni e l’apertura di strade e piste”. Proprio quanto autorizzato dalla Regione dopo la repentina conversione pro-Muos del governatore Raffaele Lombardo. La riserva naturale “Sughereta” è un Sito di Interesse Comunitario di Natura 2000 (SIC) ed è il residuo di una vasta area boschiva (sugheri e lecci) che copre le ultime propaggini collinari dei monti Iblei, degradanti verso la costa della piana di Gela.

Comprende un’area complessiva di quasi 3.000 ettari, di cui 1.179 in zona A (riserva propriamente detta) e il resto in zona B (preriserva). Dichiarata area naturale protetta con il Decreto Assessoriale n. 475 del 25 luglio 1997, è stata affidata in gestione all’Azienda Regionale Foreste Demaniali. L’ ARROGANZA STATUNITENSE

La riserva di Niscemi costituisce un biotopo di notevole interesse naturalistico e scientifico, ed è stata designata per la presenza di quattro habitat, di cui uno prioritario. Ricca e di ampia distribuzione la flora esistente nell’area interessata dal nuovo programma militare. Si tratta di circa 200-250 specie diverse, il 40% delle quali esclusive del bacino del Mediterraneo, con alcune già sottoposte a tutela internazionale (orchidacee, liliacee, iridacee e cistacee). L’area si trova lungo le linee di migrazione dell’ornitofauna ed ospita ben 122 specie diverse di uccelli, 8 delle quali tutelate da direttive e convenzioni internazionali, 3 classificate come “vulnerabili” e 2 “minacciate”. Delle 11 specie di anfibi e 27 di rettili che vivono in Sicilia, sono presenti nel SIC di Niscemi, rispettivamente, 4 e 14 specie. Nella riserva s’incontrano infine Casablanca pagina 22

16 specie di mammiferi, 5 delle quali a rischio di estinzione. Uno straordinario patrimonio di flora e fauna che non è stato preso in considerazione né dai progettisti dell’impianto Usa né dai funzionari della Regione siciliana, che pure erano in possesso di uno studio sui possibili impatti del Muos sull’habitat a firma di tre professionisti siciliani, Donato La Mela Veca, Tommaso La Mantia e Salvatore Pasta. La relazione, acquisita dal Comune di Niscemi il 10 ottobre 2009, documentava in particolare l’“inadeguatezza” e la “scarsa attendibilità” della valutazione d’incidenza ambientale presentata dalla Marina militare statunitense. “Manca una benché minima valutazione degli impatti che l’infrastruttura avrà sulla fauna in fase d’esercizio e le considerazioni sugli impatti su flora e vegetazione in fase di cantiere sono a dir poco scorrette e inconsistenti”, scrivono gli esperti. “Relativamente allo studio della vegetazione, sono stati del tutto trascurati gli elementi di maggiore pregio. Eppure nell’area destinata ai lavori resta appurata la presenza di lembi sensibili di habitat d’interesse comunitario e prioritario e la potenziale presenza di specie tutelate dalle normative vigenti a livello nazionale ed internazionale”.


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