n. 26 La Bella Politica

Page 14

“Milano la vera capitale della ’ndrangheta” Sindona, e di “Tangentopoli”. Ci dimentichiamo che tra il 1992 e il 1993 in Lombardia vengono effettuate numerose indagini, “Wall Street”, “Nord-Sud” e “Hoca Tuca”, solo per citarne alcune, in cui vengono arrestate e processate per mafia circa tremila persone appartenenti, tra le altre, alle cosche dei Papalia, Sergi, Morabito, Flachi e Coco Trovato. QUI LA MAFIA NON ESISTE Certo, la Commissione Parlamentare Antimafia percepì l’entità e la gravità del fenomeno, dedicando ad esso largo spazio nelle relazioni del 1989, 1990 e 1991 e svolgendo, sempre in quegli anni, svariati sopralluoghi a Milano. Nel corso della legislatura 1992-1994 in seno alla Commissione venne anche costituito un gruppo di lavoro incaricato di occuparsi proprio delle attività delle organizzazioni criminali nelle zone non tradizionali, attività che si concluse con un’ampia relazione approvata all’unanimità. Certo, a Milano nel novembre 1990 fu istituito dal Comune un “Comitato di iniziativa e vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso”, presieduto dal Prof. Carlo Smuraglia, nelle cui relazioni venne fornito un quadro molto ampio della presenza delle organizzazioni criminali a Milano e degli effetti negativi e distorsivi che ciò stava già producendo sul buon andamento delle Istituzioni e sulla stessa economia. Ma tutto questo non è bastato in una città che negava quasi l’esistenza stessa delle mafie e non è stato sufficiente per la maggior parte delle Istituzioni meneghine e lombarde che hanno continuato, nella migliore delle

ipotesi, a nascondere la testa sotto la sabbia. Addirittura a Milano, nel maggio 2009, il Consiglio Comunale approva a maggioranza la delibera di revoca della “Commissione d’inchiesta sugli interessi mafiosi attivi nel territorio milanese”, a poco più di due mesi dal voto all’unanimità con il quale la stessa era stata costituita. I sindaci ci dicevano che la mafia a Milano non esisteva, i Prefetti ci dicono che la mafia non c’è o che, sì, forse c’è ma è diversa che nel resto del Paese e i Ministri, contraddicendo la stessa DDA, ci dicono che a Milano e in Lombardia l’omertà non c’è. A Milano e in Lombardia per anni, nonostante le evidenze, è stato vietato parlare di mafia. Il risultato? Nel disinteresse generale, nella sottovalutazione e, ora lo possiamo proprio dire, nella collusione, le mafie si sono radicate ancora di più mentre le vittime sono state lasciate sempre più sole. Le vittime non denunciano, i pochi che lo fanno devono subire ritorsioni. Troppi imprenditori sono convinti che non sia sbagliato fare affari con la mafia. I mafiosi non si intestano più direttamente i patrimoni per timore delle confische e trovano soggetti compiacenti, spesso sono addirittura i loro stessi avvocati a intestarsi direttamente o tramite società fittizie i patrimoni. “La Lombardia per le sue coordinate geografiche e per le sue infrastrutture è crocevia dei traffici e dei flussi finanziari nazionali ed internazionali leciti o illeciti. È un territorio ricco e produttore di ricchezza, necessariamente preso in considerazione, da sempre, dalla criminalità organizzata mafiosa. È inoltre un territorio con grandi opportunità di crescita economica, come noto infatti ospiterà l’Expo Casablanca pagina 14

2015, con una previsione di investimenti ingentissimi. Negli anni ’90 decine di indagini, centinaia di arresti e di maxiprocessi hanno confermato la presenza sul suo territorio delle Mafie. Da ultimo si è visto affermarsi lo strapotere della ’Ndrangheta”. Così testualmente recita l’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia e le recenti operazioni “Infinito” e “Crimine” del 13 luglio 2010 condotte dalla DDA di Reggio Calabria e di Milano, concluse con l’esecuzione di oltre 300 arresti (di cui circa 160 nel solo territorio lombardo), nei confronti di cosche operanti in Calabria, Lombardia, Piemonte e Liguria, rappresentano una ulteriore conferma della “occupazione” da parte della ’ndrangheta di gran parte del territorio nazionale e del giro di affari che ruota intorno alla stessa attraverso una strategia di espansione nel tessuto economico e finanziario. LA METAFORA DELLA ’NDRANGHETA E DELL’OMERTÀ Nella relazione dedicata specificatamente al fenomeno della ’ndrangheta e approvata all’unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Francesco Forgione, si afferma testualmente che “Milano e la Lombardia rappresentano la metafora della ramificazione molecolare della ’ndrangheta in tutto il Nord”. Nella relazione annuale del 2008 della Direzione Nazionale Antimafia si legge che “La vera capitale della ’ndrangheta è Milano”. Nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia si legge che “In Lombardia, le proiezioni di cosa


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.