Casablanca n. 25 luglio - agosto 2012

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Quando l’uomo non ha argomenti… è solo violento come l’Università Kore ha posto a disposizione del “tavolo” il patrimonio di dati, conoscenze e competenze costruito sugli stessi temi. In un rapporto di autentica sussidiarietà (che significa autonomia, parità, integrazione) sono intervenute le Associazioni di donne, locali e nazionali, che da anni si battono per i diritti delle donne e contro ogni forma di violenza: in primo luogo “l’Associazione donne insieme di Piazza Armerina” e l’UDI. Alla Regione, presente all’incontro attraverso l’Assessore alla Famiglia e una dirigente dell’Assessorato alle Autonomie Locali, tutti hanno chiesto di rendere immediatamente operativa la legge regionale contro la violenza di genere approvata nel gennaio del 2012 ed ancora del tutto inattuata. Resistenza e concretezza Di fronte ai dati quantitativi e qualitativi che segnano l’escalation dei casi di femminicidio in Italia, alle tante vite di donne violate o spezzate, quali, “oggetti” privi di autonomo valore, se non quello segnato da chi crede di poterle possedere fino alla

morte - si pone di fronte a noi

un’unica responsabilità: realizzare gesti concreti in grado di alleviare dolore, di ridurre il numero delle vittime, di ripristinare i valori essenziali della convivenza e della civiltà, di garantire i diritti e le libertà delle donne. Per questo è necessario disporre in ogni territorio di una pluralità di soggetti istituzionali e sociali disposti a costituire la rete di tutela delle donne, attraverso la messa a disposizione delle competenze e dei poteri di cui ciascuno dispone. Così, se è indispensabile la presenza di associazioni di donne in grado di ascoltare e accogliere le donne in difficoltà, è altrettanto necessario che a livello almeno provinciale esistano strutture fisiche in grado di ospitare quelle che hanno la necessità di interrompere convivenze o contiguità pericolose; ovvero che le istituzioni siano in grado di offrire il sostegno economico e/o logistico che consenta ad una donna minacciata o già sotto violenza di sottrarsi al torturatore. Ma ancor prima è tempo di avviare nelle scuole un programma d’informazioneinformazione rivolto alle insegnanti e una serie di interventi, rivolti alle alunne e

agli alunni, tesi a promuovere l’educazione ai sentimenti e la Casablanca pagina 41

cultura di genere e delle differenze. A promuovere, sostenere ed attuare tutto questo si è impegnata l’UDI, insieme alle tante donne e associazioni e istituzioni presenti al convegno, a partite dal mese di settembre. Se Enna diverrà, come speriamo, un laboratorio in grado di produrre pratiche buone perché efficaci, sentiremo di avere onorato il debito di affetto che abbiamo contratto con Vanessa e con le altre donne che hanno subito il suo stesso destino: vittime anche della nostra impotenza ed incapacità. La costituzione parte civile, nel processo per l’omicidio di Vanessa, che l’UDI ha annunziato, si inscrive all’interno di quella pratica politica che vuole muovere insieme valori e concretezza, nell’esercizio della responsabilità che ogni donna assume verso di sé come verso le altre.


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