Caccia Passione ottobre 2013

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ANNO II nr.10 - ottobre 2013

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Falconeria:

• L’apertura per il falconiere

Migratoria:

• Un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

Ungulati:

• Caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

caccia alla lepre

un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile


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in copertina caccia passione ANNO II nr.10 - ottobre 2013

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

caccia alla lepre

un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile Falconeria:

• L’apertura per il falconiere

Migratoria:

• Un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

Ungulati:

• Caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

caccia alla lepre

un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

E’ una delle cacce più entusiasmanti che esistano e si contende persino il primato delle emozioni assieme a quella del cinghiale. Stiamo parlando della caccia alla lepre, vera e propria arte venatoria che da decenni appassiona migliaia di cacciatori

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sommario 12 Stanziale:

Anno II Nr. 10

caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

www.cacciapassione.com Pg 6 News venatorie

20 Migratoria:un autunno di

caccia, con allodole, turdidi e colombacci

a cura della redazione

Pg 12 S tanziale: caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Rosalba Mancuso

Pg 20 M igratoria:un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

Giovanni Di Maio

28 Falconeria: l’apertura per il 28 Falconeria: l’apertura per il Pg falconiere falconiere

Caccia Passione 2

Vittorio De Marchi


Pg 64 M unizioni: Cartucce “Baschieri & Pellagri” Extra Rossa Magnum c.410 per la tortora e Baby Magnum per il colombaccio

Domenico Mansueto

Pg 66 Ottiche: Telescopio da Osservazione Zeiss Dialty 18 45x65 S tanziale: caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Rosalba Mancuso

Pg 73 Veterinaria: neoplasie nel cane da caccia

Rosalba Mancuso

Pg 34 Ungulati: caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

Kalaris

Pg 41 Caccia e cacciatori: prima volta a caccia, testimonianze, curiosità ed informazioni utili

Ungulati: caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

Rosalba Mancuso

Pg 46 Caccia all’estero: in Catalunya, a caccia di anatre in botte

34

Claudia Zedda

46 Caccia all’estero: in

Catalunya, a caccia di anatre in botte

Pg 54 Cani da caccia: SGrand Blue de Gascogne, a caccia di lepri e cinghiali

Kalaris

Pg 58 Fucili da caccia: : Rizzini Artemis, sovrapposto da caccia di elegante fattura

Emanuele Tabasso

54 Cani da caccia:

Grand Blue de Gascogne, a caccia di lepri e cinghiali Caccia Passione 3


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Editoriale La stupidità di un “bipede” durante una battuta al cinghiale... Questa volta proponiamo un editoriale diverso, avrete modo di particolareggiare la stupidità e la capacità di farci gettare addosso critiche da chi tutto è fuorchè Cacciatore. Tali persone sono solo Delinquenti comuni. Lettera alla redazione di un episodio accaduto a Roberto Sanna di Codrongianus (SS): “Ciao a tutti gli amici cacciatori, approfitto di questa comunicazione per sensibilizzare ulteriormente i comportamenti durante l’esercizio venatorio. Vi racconto un piccolo episodio accadutomi. Abito nelle campagne del comune di Codrongianos (SS) domenica scorsa venivo svegliato alle 7,00 di mattina dall’abbaiare intenso dei miei cani, dopo essermi alzato e affacciato dal terrazzo prospiciente un bosco di mia proprietà distante 80 metri circa dalla mia abitazione mi sono accorto che era in corso una battuta la cinghiale. Fuoco acceso per chiudere la cima del monte, le voci per chiudere la parte destra, voci dentro il bosco e cani in quantità con campanellino che faceva una bella musica. Ho pensato “ma non saranno matti!!??”. Mi vestivo velocemente e andavo a controllare. Non era un cane, o meglio non era un cane a quattro zampe, era un specie di “bipede” strano, occhi molto vispi che sprizzavano intelligenza, giacca verde e pantaloni marrone. Ovviamente mi sono adirato, pensate che mio figlio di 8 anni gira in bicicletta proprio in quei punti. Il “bipede” mi guarda molto alterato mi dice che non essendo un fondo chiuso lui li può stare, ovviamente gli faccio notare la vicinanza della casa, ma imperterrito continua, anzi scarrella mette la cartuccia di traverso (vedo che è a pallettoni) e mi dice: “Fai il C…. che vuoi io qua ci sto quando voglio!!”. Mentre ero intento nella filosofica chiacchierata, vedo spuntare (sempre dentro il mio terreno) un’altra forma di bipede, più aggressivo, direi folkloristico che tra un C…. e l’altro, mi intimava di tornarmene a casa, anzi scarrelava il suo bel calibro 12 mostrandomi tre belle Fiocchi a pallettoni. Chiudete gli occhi e pensate a quello che voi avreste fatto, io non l’ho fatto, ho mantenuto la calma e gli ho detto che avrei chiamato i Carabinieri. Risposta“Vai chiama chi cazzo vuoi ma vattene!!”. Ma non appena incamminato verso la porta di casa mia, notavo che si stavano defilando. Dopo poche ore apprendevo che questi individui sono stati individuati e fermati vicino alle rispettive auto dal Corpo Forestale, quindi perseguiti per varie violazioni. Tutto questo mi ha fatto pensare tanto, al fatto che anche io sono un cacciatore, mi sono sentito in difetto davanti a coloro che tutelano la civil condotta. Perché ho provato queste sensazioni? Perché abbiamo un’arma in mano e questo ci porta ad essere in una posizione di inferiorità e non di superiorità, il fucile si deve praticamente nascondere quando si dialoga con una persona, si deve assumere un atteggiamento remissivo fatto di tanti “Mi scusi..”. Secondo me a chiunque che non mostri tali atteggiamenti non dovrebbe essere permesso il rilascio del porto d’armi. Saluti, Roberto Sanna.” L’episodio accaduto al nostro lettore, lascia a tutti noi veri Cacciatori un senso d’amarezza; oltre al fatto che rimango basito nel leggere quanto inviato alla mia attenzione. Ecco perché questo editoriale che certamente farà riflette tutti noi, saprà far ricordare che la Caccia è una passione che deve regalare momenti di aggregazione dai sapori antichi ma sempre nel rispetto delle norme e delle regole, particolareggiando anche quelle non scritte, poiché che anch’esse contribuiscono per una corretta gestione dell’attività venatoria e nel far crescere la stima verso chi pratica questa nobile arte, infatti solo in questo modo si isolano coloro che della Caccia ne fanno un uso che ci squalifica. Pierfilippo Meloni


Puglia approvate modifiche alla Legge Regionale venatoria Puglia approvate a maggioranza le modifiche alla Legge Regionale di disciplina dell’attività venatoria.

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a seconda commissione consiliare presieduta da Giovanni Brigante ha approvato a maggioranza, con il voto contrario del capogruppo di Sel Michele Losappio, la proposta di legge in materia di caccia e protezione della fauna selvatica omeoterma, primo firmatario il consigliere Donato Pentassuglia (Pd). Obiettivo del testo, modificare la legge regionale 27/98 e adeguarla alle direttive comunitarie in materia, sulla quale è dovuto intervenire anche il Servizio legislativo della Giunta che ha ap-

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portato modifiche finalizzate al recepimento delle nuove disposizioni. L’esame della legge era stato già incardinato nella seduta precedente con l’approvazione di una parte dell’articolato, ma sospeso, però, per consentire alla commissione di lavorare su un unico testo che tenesse conto sia degli adeguamenti elaborati dall’Ufficio legislativo, che del parere del Governo con l’ausilio della struttura tecnica dell’Assessorato. Nella seduta di oggi dopo aver esaminato ed approvato a maggioranza, con l’astensione di Losappio (Sel), tutti gli emendamenti oggetto di approfondimento, si è passati quindi alla votazione finale del testo che ha visto il consenso della maggioranza dei componenti e dell’assessore al ramo Fabrizio Nardoni presente ai lavori insieme alla struttura tecnica. Fonte: AgenParl


News venatorie Due Ori per Benelli: Oro per la Kite e per la MP 90S Ai recenti campionati italiani, avvenuti la scorsa settimana a Milano i portacolori della Benelli Armi hanno portato a casa due importanti successi.

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’azienda festeggia l’oro conquistato da Dino Briganti con la pistola ad aria compressa Benelli Kite. L’alfiere delle fiamme gialle ha sbaragliato quest’anno un folto gruppo di concorrenti e si è piazzato sul più alto gradino del podio conquistando il tricolore. Anche Alberto Cardinali (già apprezzato consulente in azienda) è diventato campione nel gruppo A specialità pistola standard e nel gruppo A pistola automatica impugnando una Benelli MP 90S cal. 22, realizzando ben 570 punti su 600. Da segnala-

re anche il secondo gradino del podio conquistato dalla squadra di Pesaro formata da tre tiratori, di cui due alfieri che impugnavano pistole Benelli. Alberto Cardinali e Valentino Battistelli con la Benelli MP 90S cal. 22.Questi successi testimoniano la grande qualità dei prodotti Benelli che si riscontra non solo nei semiautomatici da caccia, ma anche in vincenti pistole. Benelli Armi S.p.A. Caccia Passione 7


Anuu Migratoristi: Un Passo all’insegna della Stranezza Non si poteva pensare, col bel tempo del mese di settembre, ad una situazione così anomala che sta determinando una stagione migratoria iniziata bene e proseguita altrettanto sino alla fine di settembre.

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embra di essere piombati nella stagione invernale, poiché l’ultima settimana è stata determinata da cattivo tempo, con nevicate ad alte quote. Sulle montagne del comasco e della bergamasca, a pochi chilometri dall’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN, nella mattinata dell’11 ottobre i fiocchi hanno imbiancato i territori che, solo dopo mezzogiorno, hanno ripreso il loro aspetto autunnale.In questo contesto meteorologico è difficile trarre una conclusione ben determinata

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sulle condizioni del passo. Basti pensare che, se da un lato si è incominciato ad osservare le prime Peppole in movimento e la prima cattura del Tordo sassello presso l’Osservatorio di Arosio, accompagnate da qualche Lucherino e Passera scopaiola, sono stati ancora inanellati, nelle stazioni del nord Italia, specie estatine come il Succiacapre, l’Assiolo, l’Averla piccola, il Culbianco, la Balia nera e il Codirosso. Ancora assenti i Regoli, i Merli e le Cince in genere tra cui la Cinciallegra, specie quest’ultima numerosamente abbondante nel nord-est d’Europa dove nell’ultimo weekend ne sono state inanellate più di tremila segnando un record di presenza e costringendo gli inanellatori a chiudere le reti per poterle analizzare. Per quanto riguarda le altre specie si segnala un buon passaggio di Colombacci nel centro Italia, dove Tordo e Merlo scarseggiano, come le Allodole al sud e già segnalate al nord della penisola. Buona la presenza dei limicoli come Piovanelli pancianera e Pivieresse. Tra le anatre l’Alzavola è segnalata un po’ ovunque nelle aree umide. Si hanno notizie dalla Grecia dove sta


News venatorie avvenendo un ottimo passo migratorio, mentre in Francia la migrazione è più evidente sulla costa che nell’entroterra. Nei prossimi giorni sarà determinate l’evolversi della situazione che, si spera, possa essere positiva con l’arrivo di un nuovo e consistente numero di migratori. C.S. n. 7 – Elaborazione dati sulla migrazione post-nuziale a cura di

ANUU Migratoristi – Ufficio coordinamento tutela ambientale ricerca ornitologica inanellamento (Via Baschenis 11/c, 24122 Bergamo – tel. 035/243825 – fax 035/236925, e-mail: anuu@anuu.org) in collaborazione con l’Osservatorio Ornitologico di Arosio – FEIN. ANUUMigratoristi Stampa

Calendario Venatorio Liguria 2013/2014, Approvato calendario caccia transitorio. Così Francesco Bruzzone, capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale, commenta l’approvazione, da parte della Giunta Regionale, di un calendario transitorio per sbloccare l’attività venatoria. sitivi. Abbandono l’aula, ma non abbandono la questione, e domattina sarò presente in commissione. da una parte, la soddisfazione per il risultato che sta arrivando, ma non mi dimentico il disgusto rispetto a quanto avvenuto. Per ora, ringrazio tutti quelli che hanno seguito con interesse e con vicinanza la vicenda, rigetto ogni accusa di aver esagerato nella forma di protesta, perché oltre all’argomento specifico, si tratta di una questione più ampia, che rielle prossime ore conti- guarda il dare sempre la certezza del nuerò a vigilare affinché la diritto ai cittadini che pagano”. Commissione, convocata per doUFFICIO STAMPA LEGA NORD LIGURIA mani mattina, produca effetti po-

“N

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MondoCaccia, è il Salone Nazionale della caccia tradizionale e sostenibile, in programma a CarraraFiere dal 22 al 24 novembre prossimi, in contemporanea con la quarta edizione di MondoPesca.

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ondo Caccia è realizzata in collaborazione con la Federazione Italiana della Caccia e con il patrocinio delle federazioni ed associazioni di rappresentanza. E’ una rassegna che in soli tre giorni consentirà un rapido e fattivo scambio di conoscenze e di informazioni tra i produttori e gli utenti, tre giornate di alta concentra-

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zione, intenso ritmo di incontri e contrattazioni sono le caratteristiche che la contraddistingueranno. Il Salone metterà in mostra tutto ciò che è indispensabile ed innovativo per il settore: dalle attrezzature all’abbigliamento tecnico, dagli accessori al turismo venatorio. Attraverso convegni e mostre saranno trattate diverse tematiche che interessano


Eventi

il settore della caccia e saranno proposti una serie di incontri per discutere delle politiche di sostegno e di regolamentazione del settore. Infine uno spazio importante sarĂ messo a disposizione per iniziative didattiche rivolte ai piĂš piccoli, per iniziare insieme un cammino nel rispetto della

natura. Da anni Carrarafiere organizza importanti eventi fieristici anche di valenza internazionale, tesi alla valorizzazione dei vari segmenti di mercato, puntando molto sulla valorizzazione di attivitĂ a forte presenza regionale, come nel caso della caccia, che ne rappresenta un pilastro storico.

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Stanziale

Caccia alla lepre un’esperienza faticosa , ma emozionante ed affascinante

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Caccia alla lepre un’esperienza faticosa , ma emozionante ed affascinante

E’ una delle cacce più entusiasmanti che esistano e si contende persino il primato delle emozioni assieme a quella del cinghiale. Stiamo parlando della caccia alla lepre, vera e propria arte venatoria che da decenni appassiona migliaia di cacciatori

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uesta tipologia di caccia vanta una lunghissima tradizione che coinvolge tantissime generazioni di cacciatori:

sperienza indimenticabile e ricca di colpi di scena. Gli imprevisti tipici di questa caccia suscitano, infatti, tantissime emozioni, le quali, il più

bisnonni, nonni, fino a figli e nipo- delle volte, si trasformano in ricordi ti. I cacciatori di lunga data parlano indelebili. Chi ha avuto la fortuna della caccia alla lepre come di un’e- di cimentarsi nella caccia alla lepre Caccia Passione 14


Stanziale dice di non essere più riuscito a dimenticarla e di averla voluta ripetere per tutto il resto della sua vita di cacciatore. Oltre alle emozioni, però, la caccia alla lepre regala anche tanta fatica, anzi viene comunemente definita come una delle cacce più faticose e stressanti del mondo venatorio. La fatica dipende non solo dalle caratteristiche del selvatico, ma anche dall’allenamento a cui sottoporre i cani scelti per cacciarlo. La lepre, poi, non è una preda facile da catturare. Veloce e scattante, sa nascondersi molto bene in posti impensabili, persino sotto gli alveari.

differenza di questi ultimi, presenta dimensioni maggiori, orecchie più lunghe con estremità scure e occhi più grandi. Le differenze morfologiche con i conigli sono presenti anche nei piccoli, i quali nascono con gli occhi aperti e già ricoperti di una pelliccia protettiva. Probabilmente, per il suo talento nella corsa, la lepre è anche più coraggiosa e intelligente del coniglio. Questo selvatico, infatti, sa intuire molto bene le minacce provenienti dal mondo esterno. L’animale si abitua molto facilmente a sfuggire ai cani e al cacciatore, ecco perché è meglio cacciare solo le lepri

La sua velocità rende anche difficile la mira e il tiro, ma è proprio questo che rende emozionante la sua caccia. La scova, l’eventuale inseguimento e l’abbattimento sono, infatti, le fasi più esaltanti della caccia alla lepre. Questo animale è un mammifero lagomorfo appartenente alla famiglia dei leporidi, la stessa dei conigli. A

più giovani e all’inizio della stagione venatoria: quelle adulte, una volta sfuggite alla prima cattura, sfuggiranno quasi sempre, a meno che non si diventi abilissimi nell’individuare i posti e le tane in cui questi animali si nascondono. Conoscere i nascondigli della lepre non è facile, mentre è più semplice conoscerCaccia Passione 15


ne gli habitat, solitamente tipici di alcune specie. La lepre comune, ad esempio, si ritrova in quasi tutto il territorio nazionale, ad esclusione delle Isole maggiori. La lepre italica è presente in Sicilia, la lepre sarda copre tutto il territorio della Sardegna, mentre la lepre bianca abita il territorio alpino. Questo selvatico

lo bisogna seguire un motto molto comune tra i cacciatori, ovvero che “la regina baffuta si trova solo dove meno te l’ aspetti”. “Regina baffuta” è uno di nomi che i cacciatori solitamente usano per cacciare la lepre. La caccia a questo selvatico si svolge come quella classica al cinghiale: in squadra alla posta. La lepre si può

vive nei campi, nelle basse aree collinari e nei boschi. Come già detto, i suoi nascondigli sono davvero impensabili, tanto che per cacciar-

cacciare anche in forma vagante, con o senza cani. Per quanto riguarda questi ausili bisogna usare cani da seguita o da ferma. Sull’uso dei

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Stanziale cani esiste però una certa polemica tra i cacciatori: alcuni suggeriscono esclusivamente i cani da seguita, altri quelli da ferma. La verità, come sempre, sta nel mezzo e in tal senso si può aggiungere che nella caccia nei campi o nei prati, in pianura o in collina, conviene usare i cani da seguita, mentre in quella nei boschi, quelli da ferma. Le razze da seguita più utilizzate per la caccia alla lepre sono il segugio italiano, il beagle e il meticcio segugio pointer, mentre per i cani da ferma, il setter inglese e lo spinone italiano. I cani, da cuccioli, devono subire un duro allenamento per imparare a individuare e a cacciare solo la lepre. Inizialmente li si può abituare a inseguire i conigli. In seguito, si possono mettere a caccia di lepri in posti dove ci sono anche i caprioli, che per i cani rappresentano delle prede più appetibili. Quando i cani sbagliano a cacciare e si rivolgono al capriolo, bisogna sgridarli e indirizzarli severamente verso la lepre. Una volta allenati, i cani saranno pronti per la scova del selvatico. Molto emozionante è la caccia in squadra alla posta, da effettuare con un attento sopralluogo dei luoghi frequentati dalla preda. In queste aree si piazzano le poste. Le lepri inseguite dai cani fuggono solitamente in luoghi facil-

mente percorribili e in salita. Dopo la scova, non rimarrà altro da fare che affidarsi alla mira dei tiratori che occupano le poste ( i postatoli). Dalla scova al tiro si vivranno momenti ricchi di emozioni e di scariche di adrenalina, dove si assisterà a una vera e propria sfida di astuzia tra i cani e le lepri, abilissime nella corsa e nel seminare gli inseguitori. Emozionante è anche la caccia vagante nei boschi, con o senza cane. In assenza di quest’ultimo, la scova spetta al cacciatore, che deve possedere un udito molto fine per sentire, nell’assoluto silenzio del bosco, il Caccia Passione 17


movimento furtivo della lepre. Se si è fortunati e non sempre è così, ci si ritroverà a mirare e colpire un selvatico davvero imprendibile. Le armi più adatte per la caccia alla lepre sono la doppietta o il semiautomatico. La prima è l’arma tradizionalmente usata per la caccia alla lepre. Nella caccia moderna si usano anche i semiautomatici, fucili leggeri che consentono una buona capacità di movimento del cacciatore, specie in una caccia faticosa come questa. Leggerezza e praticità sono comunque caratteristiche possedute anche

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dalla doppietta. I fucili devono avere strozzature medie ( 4/12) e cartucce con pallini numero cinque o sei. La lepre va cacciata solo entro il calendario venatorio predisposto dalle singole Regioni. La lepre italica, ad esempio, è cacciabile solo in Sicilia, dal 15 ottobre al 30 novembre. In molte province è ormai vietato cacciare questo selvatico. Il motivo è dovuto al fatto che le lepri, a causa della riduzione del loro habitat naturale ( vedi pesticidi e diserbanti nei terreni) stanno ormai scomparendo.


Migratoria

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Migratoria

Un autunno di caccia con allodole, turdidi e colombacci

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Un autunno di caccia con allodole, turdidi e colombacci

I primi mesi della Stagione Venatoria coincidono con la dolce e colorata stagione autunnale che sembra davvero fatta apposta per il cacciatore migratorista, esperto conoscitore delle proprie prede e delle loro abitudini.

L

’autunno è una delle stagioni mite, per dirigersi verso sud al fine più belle dell’anno non solo di raggiungere le zone soleggiate e per il clima mite e i colori che tiepide del mondo prima che sulle la caratterizzano ma soprattutto per nostre zone arrivi il gelido inverno. i frutti che la terra offre e che l’uo- Possiamo quindi dire con certezza mo ha imparato a conservare nel che l’autunno è la stagione della cacmodo giusto affinché possa gustar- cia alla migratoria, è quel periodo li durante tutto il resto dell’anno. in cui il cacciatore, sia esso migratorista o stanzialiIn autunno il cacIl Tordo è una preda mol- sta, mette in campo ciatore in genere sfrutta i tempi di to ambita, sia per la diffi- i risultati del lavoro silenzio venatorio coltà del tiro, sia per la preparatorio fatper dedicarsi alla bontà delle sue carni, è il to dalla chiusura raccolta di funghi protagonista dei flussi mi- della stagione pree castagne ed allo gratori autunnali che in- cedente fino all’astesso tempo fare teressano il nostro paese pertura di quella nuova; si prova l’efuna buona osservazione del territorio, in partico- ficacia dei propri richiami, sia vivi lare osservazione dei movimenti che fissi e mobili, delle giostre di ridella fauna migratoria. L’autunno chiami, dei capanni per la caccia da infatti è soprattutto la stagione de- appostamento e ogni altro tipo di gli uccelli migratori che sfruttano artefatto utile all’attività venatoria. questo periodo dell’anno, in genere Il fascino della caccia alla migratocaratterizzato da un clima ancora ria è anche questo: la preparazione. Caccia Passione 22


Migratoria Il cacciatore è quindi anche un artigiano nonché un esperto conoscitore delle abitudini degli uccelli migratori che predilige insidiare; proprio in base a queste conoscenze il cacciatore da il meglio di se per l’ideazione e la costruzione degli artefatti di cui si servirà poi durante il periodo di apertura della caccia. E’

a finire così il fascino del periodo autunnale e della caccia alla migratoria? La risposta è dentro di voi, parafrasando un personaggio comico di un po’ di tempo fa. Ciò che invece non è mai cambiato nel tempo sono gli uccelli con le proprie abitudini ed il fatto che il cacciatore, quello vero, oggi come

pur vero che al giorno d’oggi i tempi sono cambiati e diverse sono le filosofie comportamentali dei cacciatori, tutto è più semplice e si trova facilmente in commercio tutto ciò che occorre, siano essi richiami finti o giostre, siano essi capanni da caccia venduti prefabbricati da montare con tanto di istruzioni… ma allora che gusto c’è? Dov’è va

ieri si ritrova immerso nella natura divenendo tutt’uno con essa e divenendone il primo custode. La caccia alla migratoria si distingue in vari tipi a seconda delle specie cacciate. Tra queste la caccia più gettonata dell’autunno è probabilmente quella ai turdidi, in particolare il Tordo Bottaccio ed il Tordo Sassello. Tornando quindi sull’osCaccia Passione 23


servazione che il cacciatore fa nel periodo che precede l’apertura della Stagione Venatoria non possiamo non menzionare gli oliveti tenuti sotto stretto controllo dai cacciatori; infatti gli oliveti sono in genere prescelti dai Tordi, durante le loro rotte migratorie, per trovarvi nutrimento. Questi volatili infatti dai boschi ove passano la notta, si spostano, alle prime luci dell’alba, verso

postamento temporaneo tra la natura circostante è un’attenzione necessaria poiché i Tordi sono dotati di un ottima vista e sono molto furbi pertanto difficili da ingannare. In genere il primo spollo all’alba non regala buoni colpi poiché c’è ancora poca luce ma poco a poco il sole comincia a illuminare la mattinata e se abbiamo scelto un buon posto ci troveremo dinanzi

le distese di olivi per nutrirsi e poco prima del tramonto cominciano a fare ritorno verso i boschi pertanto i cacciatori stanno molto attenti a questi spostamenti al fine di trovare il miglior posto ove posizionare i propri appostamenti temporanei ed attendere l’arrivo dei Tordi. Una buona mimetizzazione dell’ap-

ad un ben visibile via vai di Tordi tra il bosco e gli alberi di olivo. Un altro buon momento per la caccia ai tordi è il tramonto, ovvero quel periodo in cui, come abbiamo spiegato, questi uccelli fanno ritorno verso il bosco per passarvi la notte. Tra i Tordi, spesso è facile trovare qualche Merlo, altra specie di turdi-

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Migratoria de, il cui volo è però generalmente più basso rispetto ai cugini maculati. Altro tipo di caccia alla migratoria in autunno è quella alle Allodole e ai Colombacci. Per quanto riguarda le Allodole, questo tipo di caccia viene in genere svolto in pianura o sugli altopiani ove, durante le giornate di inizio del passo, è possibile ammirare meravigliosi stormi di Allodo-

Tordo, allestire un apposito appostamento temporaneo ben mimetizzato nella natura circostante ed è consigliabile utilizzare in questo caso appositi richiami, siano essi vivi o meccanici nonché qualche giuoco, che possano attirare le Allodole a tiro utile per il cacciatore. Molto più complessa invece è la caccia al Colombaccio. La complessità di questo tipo di caccia sta

le in volo durante la mattinata. A differenza della caccia al Tordo per cacciare l’Allodola non è necessario la levataccia mattutina per precedere le luci dell’alba poiché questa specie di volatile si muove per tutta la mattina regalando al cacciatore molte possibilità di insidiarla. Può essere però molto utile, come per il

nella preparazione; si usano infatti appostamenti fissi o temporanei, richiami vivi o finti, fissi o mobili il cui posizionamento richiede un notevole impegno già dalle ore notturne che precedono l’alba. La più antica tradizione per la caccia al Colombaccio in alcune zone d’Italia, soprattutto in Toscana, riCaccia Passione 25


sulta essere la più ricca di prepara- to dei volantini, alla dimestichezza tivi e forse la più affascinante; que- nel comandarli ed alla perfetta mista tecnica di caccia al colombaccio metizzazione dell’appostamento. prevede in genere il posizionamen- Grande soddisfazione viene proto di un capanno da caccia o altro prio dal fatto che il Colombactipo di appostamento fisso ben co- cio è un volatile particolarmenstruito pertanto ben mimetizza- te intelligente ed attento ma to tra la natura circostante, spesso soprattutto molto diffidente. addirittura tra le cime degli alberi. Negli ultimi anni i flussi migratori Si utilizzano poi il richiami vivi per sono andati via via modificandoattirare i Colombacci: si tratta di si a causa delle mutate condizioni colombi appositamente addestrati metereologiche dovute a una, quasi per fare i “volantini” cioè effettua- impercettibile per noi umani, trare un ampio volo quando stimo- slazione temporale della stagioni lati dal cacciatore, farsi avvistare secondo la quale si sono avuti andai Colombacci in Le migrazioni sono ticipi di inverno, primavere prolunvolo e fare ritorno spostamenti che gli gate e periodi dalle a l l’app ost amento possibilmente animali compiono in temperature estive facendosi seguire modo regolare, perio- prolungati spesso dai cugini selvati- dico (stagionale), lun- fino al mese di ottoci. In questo modo go rotte ben precise bre con bruschi ed improvvisi passagi Colombacci seguendo i volantini si avvicineranno gi alle gelide temperature invernali. all’appostamento fisso ove il caccia- Ciò nonostante gli uccelli migratore si farà trovare pronto al tiro. tori sembrano comunque conIn quest’ultima tecnica la prepara- servare le proprie abitudini mizione è così importante che spesso gratorie pertanto sta al cacciatore al cacciatore non importa il carnie- aggiornare le proprie conoscenze re che riesce a portare a casa ma in fatto di flussi migratori e, quaquel che davvero gli interessa è il lora l’annata sia stata poco sodrisultato dell’attività preparatoria, disfacente per quanto concerne il ovvero la capacità dimostrata di passo del volatile prediletto, potrà far avvicinare il più possibile i sel- sempre confidare in una migliore vatici grazie al buon addestramen- stagione per la prossima annata. Caccia Passione 26


Migratoria


Caccia Passione 28


Falconeria

L’ apertura per il

il falconiere Caccia Passione 29


L’ apertura per il

il falconiere

Tutti i cacciatori sanno cosa vuol dire aspettare con ansia la giornata di apertura della caccia:aspettano frementi nella calura estiva,tengono in forma il cane,controllano e ricontrollano fucili e cartucce e quando arriva il giorno finalmente si dà sfogo alla passione!

N

oi falconieri d’alto volo(quelli che si dedicano alla caccia con pellegrini,lanari o sacri e loro ibridi) viviamo tutto questo in maniera diCaccia Passione 30

versa. I falchi generalmente passano l’estate fermi per la muta e il cambio delle penne e’ un momento sempre critico (una nuova remigante o timoniera rotta significa compromet-


Falconeria tere le prestazioni del rapace fino alla stagione successiva), anche se alcune regioni consentono l’allenamento dei falchi al di fuori della stagione venatoria per molti dei nostri falconi da caccia e’ meglio passare un’estate tranquilla con una dieta studiata appositamente per favorire il cambio delle penne,e qualora decidessimo di farli volare ugualmente il caldo limita fortemente le prestazioni e per un falcone il volo senza preda-

strategie che attuano per fuggire si sono affinate in migliaia e migliaia di anni per questo la vita di un rapace in natura e’ tutt’altro che facile. Solo un falconiere sa quanto e’ difficile arrivare alla cattura per un rapace,per questo l’apertura della stagione non e’ che l’inizio di un duro lavoro di allenamento che probabilmente ci porterà ad avere il rapace perfettamente pronto quando si dovrà chiudere con la caccia!

zione non e’ che un pallido palliativo di quello che dovrà poi affrontare durante la stagione venatoria. Le prede si sono evolute contemporaneamente ai loro predatori,le

Chiaramente ci sono delle differenze se stiamo preparando un giovane o se ci accingiamo a riprendere in mano il nostro preferito che ha già diverse stagioni alle spalle ma anCaccia Passione 31


che il più navigato tra i rapaci ha bisogno di un allenamento intenso. Esistono delle tecniche per aumentare la fitness (salti al pugno da altezze differenti,passate al logoro ad esempio) ma non c’è niente come la vera caccia per un rapace. Questo ci porta a considerare le differenze tra i falconieri italiani rispetto a quelli europei e di altri continenti:spesso in altre nazioni chi pratica la falconeria gode di particolari agevolazioni sul calendario venatorio forte di studi scientifici che dimostrano come l’incidenza di un rapace a caccia sulle popolazioni di prede Caccia Passione 32

selvatiche sia praticamente nulla. Animali come cornacchie, gazze, ghiandaie, minilepri, considerati “infestanti” spesso snobbati dai cacciatori tradizionali possono venire cacciate dai falconieri praticamente tutto l’anno,con i dovuti permessi, ottenendo così due risultati importanti:tenere sotto controllo le specie opportuniste e poter praticare la falconeria ai massimi livelli. E’ un peccato che nel nostro paese che è stato la culla della falconeria moderna non si riesca ad eguagliare le possibilità che hanno altri e che nel confronto si risulti spesso infe-


Falconeria riori (non per tecniche di addestramento o capacità,che non ci vedono secondi a nessuno ma per le effettive possibilità che abbiamo di praticare una corretta falconeria: la cattura di un selvatico nato in natura e quindi scaltro e abile;non e’ difficile per un falcone catturare un fagiano appena rilasciato ma questa non e’ vera falconeria e le soddisfazioni sono ben poche). La possibilità di osservare una splendida azione di caccia e più la preda avrà possibilità di fuggire più grande sarà la soddisfazione soprattutto nei casi rari di successo è vera falconeria!Personalmente nel mio ambito i fagiani selvatici sono pochi, le rare lepri vengono insidiate tradizionalmente dai segugi e le anatre un sogno che arrivano numerose solo a stagione ormai conclusa tranne qualche sporadico caso e quindi non inizio la caccia col falco all’apertura, evitando così sia il maggior affollamento sul campo ,sia di viziare il falco con qualche facile fagianotto “pronta caccia”. Preferisco aspettare il momento delle cornacchie e delle gazze ormai

numerosissime,scaltre e difficili e sicuramente selvatiche per arrivare poi ad insidiare qualche fagiano che si sia fatto le ossa e che sappia il fatto suo. Quando mi accingo a far partire per la prima volta dell’anno un falcone dal mio pugno per la caccia l’adrenalina e’ alle stelle e mentre lo

guardo negli occhi scuri fremente per l’attesa mi sento vivo come non mai sapendo che si innalzerà altissimo ancora una volta portandomi con lui dove l’aria e’ fresca e il cielo e’ blu! Caccia Passione 33


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Caccia di selezione

Caprioli di velluto

ecco sua altezza il capriolo

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Caprioli di velluto

ecco sua altezza il capriolo Il Capriolo in Italia è ungulato che cela fascino e rispetto, capace di regalare emozioni straordinarie durante censimenti e prelievi di caccia selettiva. Il capriolo è un animale trasformista, considerato il “Principe del Bosco”.

I

miei primi ricordi sono legati al capriolo, e non per via dei mille cartoni animati che lo mostrano come l’animale più tenero del mondo. Sono cresciuto nei pressi della favolosa Foresta Umbra, dove ieri più di oggi scorrazzavano queste crea-

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ture eleganti e schive, che col tempo hanno imparato a diffidare dei predatori e dunque anche dell’uomo. Non che in provincia di Foggia non si cacciasse il capriolo di velluto, ma durante la mia adolescenza ho imparato a rispettare questa crea-


Caccia di selezione tura e il rispetto porta sempre con sé la voglia di conoscenza: credo che in buona parte la mia vocazione per la veterinaria sia stata incentivata da questa amicizia silenziosa. Il capriolo è una creatura insolita: quando tutti abbandonano la montagna il capriolo resta, mutando colori, forme e struttura sociale. Tutto per non lasciare la propria casa che diciamocelo, durante la stagione invernale si fa parecchio inospitale. Non solo il cibo scarseggia, ma aumenta anche il numero di predatori che affamati si mettono alla caccia di qualsiasi cosa respiri: che si tratti di cani selvatici o di bracconieri la cosa cambia davvero poco. Eppure il capriolo resiste: sarà pure dotato

di occhi dolci, ma anche di una sagacia e di una intelligenza che non è da tutti. Capriolo maschio al pascolo E’ durante l’inizio della primavera che da ragazzi si facevano i conti dell’inverno passato: con i primi caldi le nevi si scioglievano e si trovava traccia di quei poveri animali che non ce l’avevano fatta: ma rimanendo in un territorio tanto inospitale ho sempre creduto che i caprioli mettessero in conto di perdere qualche amico. Quel che da sempre mi affascina è la capacità del gruppo di cambiare assetto; gli amori finiscono generalmente in autunno e con l’istinto all’accoppiamento sotto gli zoccoli i maschi si danno una bella calmata. Muore l’istinto territoriale

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e si iniziano ad intravedere i primi macchie bianche sulla gola, queste gruppetti di cervidi, normalmen- guidano il gruppo verso la sopravte composti da un maschio e qual- vivenza. Spetta alle femmine trovache femmina. Sono proprio queste re il cibo e luoghi sicuri. D’altronde, impegnate da semultime a guidare il Sia per via della stagiopre nella gestione gruppo: pare quane degli amori, sia per dei cuccioli, sono si che con la pervia della perdita del avvezze a tutte le dita del trofeo i palco, i caprioli sono insidie che i predamaschi perdano diversi dai cugini cervi tori possono lananche il loro diche il trofeo lo vedociare. Certo, i pasti ritto alla leaderno cadere in primavera. che propongono ship. Caccia di Selezione al Capriolo sono poveri e consistono al massiInsomma quando il gioco si fa duro, mo in poche erbe e foglie, ma tutle femmine di capriolo iniziano a to è utile per superare l’inverno. giocare e mentre il maschio per- Il maschio di capriolo perde il palde il pelo raso al quale sostituisce co in autunno (generalmente in noil fitto manto grigiastro con alcune vembre) e lo vede svilupparsi pochi

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Caccia di selezione giorni dopo, durante i mesi invernali quando, l’abbiamo detto, la possibilità di approvvigionarsi di cibo è davvero scarsa. La ricrescita del trofeo invece richiede un notevole apporto di calcio, da accumulare durante tutto il periodo autunnale e invernale. Capriolo maschio e capriolo femmina al pascolo E’ molto affascinare scoprire la fase di ricrescita del trofeo: la ferita si rimargina presto dopo la caduta, viene ricoperta da un nuovo tessuto sotto il quale si sviluppa prima uno strato di cartilagine che diventerà poi tessuto osseo. La zona è naturalmente ben irrorata e protetta da una folta pelliccia: questo consentirà una spedita crescita del tessuto osseo. Quando da ragazzi incontravamo un capriolo con trofei anomali, magari con troppe punte o deformazioni sapevamo bene che nel periodo della crescita aveva subito urti, graffi o ecces-

sivo gelo. Aveva sempre la possibilità di rifarsi l’anno successivo! Oggi non è più così semplice incontrarli durante le proprie passeggiate invernali e primaverili, per questo non smetterò mai di ringraziare io padre e mia madre che alla vita cittadina hanno sem-

pre preferito quella all’aria aperta, in pieno contatto con la bella natura che in Italia è la vera Regina Caccia Passione 39


Caccia Passione s.r.l. - Via Camillo Golgi n.1 - 20090 Opera (MI) - Tel 3383243383 Caccia Passione 32


Caccia e cacciatori

Prima volta a caccia

testimonianze, curiosità ed informazioni utili.

Andare a caccia per la prima volta è un po’ come vivere quella famosa “prima volta”. Emozioni, ansia da prestazione, timore di non riuscire, sono tutte sensazioni e sentimenti che si provano proprio durante tutte le cose che si fanno per la prima volta

L

’esperienza, sicuramente, rap- questo caso, i futuri cacciatori hanpresenta un grande punto di no solo assistito alla battuta e non svolta nella vita del neo caccia- sono stati coinvolti ( per fortuna) tore, che si trova a vivere ( in senso nell’uso del fucile. Esistono anche venatorio) un cambiamento impor- genitori che hanno avuto l’ardire di tante nella sua vita. Le prime espe- portare i loro figli a caccia e di far rienze di caccia, secondo le testimo- sparare loro la prima cartuccia alla nianze degli stessi precocissima età di cacciatori, vengo- Andare a caccia la pri- sette anni. In queno vissute molto ma volta significa essen- sta sede non posprecocemente, un zialmente partecipare siamo soffermarci po’ come quell’al- a una battuta e spara- sulla bontà o peritra “prima volta”. In re la prima cartuccia. colosità di questo genere, i cacciatori gesto, che rimettiaprofessionali, o appassionati, sono mo solamente ed unicamente alla figli o nipoti “d’arte” che da adole- coscienza dei genitori. Di certo, far scenti accompagnavano padri, non- assistere un figlio o un nipote a una ni o zii durante le loro battute. Fre- battuta non è negativo, anzi. Sono quenti anche i casi in cui la prima proprio queste prime esperienze che volta a caccia è stata vissuta durante fanno maturare nei ragazzi il germe l’infanzia, tra i tre ed i sei anni. In selvaggio della passione venatoria. Caccia Passione 41


Inizialmente, se i futuri cacciatori sono troppo piccoli, l’esperienza può dar loro fastidio o, al contrario, può diventare estremamente esaltante, come ricorda un cacciatore oggi sessantenne. Quest’ultimo racconta di essere andato per la prima volta a caccia con il padre all’età di tre anni e mezzo. Un altro cacciatore racconta, invece, di aver avu-

venatori sono tutte molto appassionanti ed appassionate e rivelano il grande amore che si prova per un’attività che non è come si crede, cioè negativa o criticabile, ma che si pratica per una passione profonda nei confronti della vita all’aria aperta e a contatto con la natura. Le prime battute di caccia sono raccontate da cacciatori che hanno imparato dai

to quattro anni quando ha vissuto le prime esperienze venatorie in compagnia del padre. Si è trattato di esperienze entusiasmanti, tanto che era proprio lui, da bambino, ad alzarsi per primo la mattina e ad aspettare il papà per andare a caccia. Le primissime esperienze di caccia vissute dai cacciatori e raccontate con sincerità e passione nei forum

loro padri e nonni il rispetto per l’ambiente e per le specie protette, l’emozione dell’attesa e la cattura del selvatico che appare e scompare improvvisamente su un paesaggio poco prima silenzioso e deserto. Ed ancora, i cacciatori adulti di oggi rivedono le giornate di sabato o domenica mattina trascorse a mangiare panini con i loro nonni o genitori

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Caccia e cacciatori in attesa di preparare le poste, oppure le uscita all’alba nelle mattinate piovose, ma pur sempre eccitanti e foriere di grandi speranze. Tra i ricordi delle prime esperienze venatorie spiccano maggiormente quelli di caccia alla selvaggina migratoria, come beccacce, tortore, tordi e quaglie. Intensamente vissute anche le prime esperienze di caccia alla le-

pre. Il ricordo si fa vivo in coloro che hanno assistito da piccoli ( sempre tra i tre e di cinque anni) alla cattura di una lepre che era piĂš grande di loro. Da tutte queste prime esperienze di caccia sono venuti fuori i cacciatori professionisti di oggi. Tra questi, anche numerose donne, le quali, da ragazzine, venivano coinvolte nelle battute di caccia dai loro

nonni, padri o zii cacciatori. Basti pensare che in Maremma ci sono circa 200 donne cacciatrici, donne che hanno maturato la passione per la caccia vivendola all’interno delle loro famiglie d’origine. Queste donne, oggi, sono cacciatrici provette, sanno mirare e colpire il selvatico alla perfezione e sanno addestrare i cani da utilizzare per le diverse ti-

pologie di caccia. Dalle esperienze del passato si arriva poi alla prima esperienza ufficiale come cacciatore, che avviene a 18 anni, con il conseguimento della licenza di caccia. La licenza si consegue presentando una richiesta al comando dei carabinieri o alla questura competente e superando un esame in cui si deve dimostrare di conoscere le leggi Caccia Passione 43


venatorie, le specie di animali selvatici, le norme ambientali e quelle sull’utilizzo delle armi da fuoco. Il calendario delle prove di esame è fissato dagli uffici provinciali caccia e pesca. Per essere ammessi all’esame si devono produrre dei documenti che comprendono: due marche da bollo, un certificato medico in bollo della Ausl che attesti l’idoneità all’esercizio venatorio, un certificato del medico curante, un certificato di stato di famiglia in carta semplice, due fotografie formato tessera di cui una autenticata, una fotocopia del congedo militare o un certificato di abilitazione al tiro rilasciato dal Tiro a segno nazionale e copia dei versamenti di una tassa di concessione governativa. Superato l’esame, tutta la documentazione va Caccia Passione 44

inviata al comando dei carabinieri o alla questura. Eventuali variazioni della procedura vengono stabilite dalle singole province o regioni. La licenza di caccia dura sei anni, dopo i quali si deve procedere al rinnovo. Il neo cacciatore maggiorenne che ottiene l’agognata licenza si appresta a vivere certamente un’esperienza indimenticabile e spesso coronata dal regalo del primo fucile di caccia. Anche se regalato, il fucile va scelto in base al tipo di caccia che il giovane cacciatore vorrà praticare. Solitamente, si tratta della stessa caccia praticata dai parenti che, per tramandare una tradizione, spesso regalano proprio il loro vecchio fucile o una nuova versione dello stesso. L’arma da usare deve però essere calibrata in base al peso e alla


Caccia e cacciatori muscolatura del cacciatore. Il fucile, infatti, deve avere la lunghezza adatta per l’impugnatura e per garantire la mira, lo stesso dicasi del calcio. Quest’ultimo deve garantire un’esatta impugnatura e la pressione dell’indice sul grilletto. Un’errata lunghezza del fucile può causare errori di mira o di allineamento della canna. In tutti questi casi bisogna procedere alla modifica o all’acquisto di un’arma nuova. Per la caccia alla migratoria conviene scegliere armi superleggere, specie per cacciare la beccaccia, selvatico a volte difficile da individuare nelle zone impervie in cui si sosta per alcuni periodi dell’anno. Per la selvaggina di piccole dimensioni su usano fucili a canna liscia ( doppiette, sovrapposti, semiautomatici) che sparano munizioni spezzate, cioè a pallini. Per la caccia al selvatico di medie e grandi dimensioni si usano i fucili a canna rigata, che sparano munizio-

ni a palla unica, ovvero le carabine. Per andare a caccia e sparare per la prima volta bisogna anche conoscere le cartucce da usare. I neo cacciatori, di solito, preferiscono cimentarsi nella caccia alla migratoria. Ricordiamo, allora, che per cacciare la beccaccia vanno bene munizioni con piombo dall’8 al 12, preferibilmente con un calibro 12. Per le quaglie vanno bene cartucce con pallini di piccole dimensioni: 10, 11 e anche 12. Per il colombaccio, selvatico robusto e incassatore, si devono usare munizioni pesanti o magnum del calibro 12, contenenti piombo dal 5, al 7. Per la piccola migratoria( tordo, fringuello, passero, cesena, allodola, storno, merlo) si usano cartucce con piombo dal numero 8 al 10, ideali per la caccia da appostamento e per i tiri a lunghe distanze. Per quella allo schizzo, dove si spara a corta distanza, meglio usare piombo nella numerazione che va dal 10 al 12.

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In Catalunya

a caccia di anatre in botte

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In Catalunya

a caccia di anatre in botte

Un’avventura spagnola tutta da vivere, a pochi passi dall’Italia eppure immersi in un’atmosfera ancestrale e selvatica nella quale habitat selvatici agli estremi si mescolano e si fondono con arte. Anatre, pernici, cinghiali e conigli selvatici saranno i sovrani di una natura che in Catalunya impera.

O

ggi seppure virtualmente torni della bellissima Isla de Buda, abbandoniamo l’Italia per divisa fra risaie, laghi e acquitrini: volare alla volta della favo- non di rado viene descritta come losa Catalunya, nei pressi del delta location fra le più belle al mondo, del fiume Ebro, e nei dintorni di un seconda solo al delta dell’Okawanfavoloso parco naturale abbraccia- go, nella più lontana Botswana. La to da una flora serpeggiante e dal convivenza fra la Isla e il coto de mare. Meta turistico venatoria che Alfada è pacifica ed antica, una sorta di collaboraogni anno richiaPortare sempre con se il zione naturale che ma moltissimi cacciatori, il Coto de permesso di caccia, la do- rende ancora più Caza La Alfacada, cumentazione del fucile appetibile la zona. confina con il Mar e l’assicurazione. La du- I favolosi uccelli Mediterraneo, con cumentazione può esse- che abitano laghi e il fiume Ebro e con re richiesta dagli Agenti acquitrini trovano ettari di terra tut- dell’ambienteedallapolizia nel coto La Alfacada un ottimo habiti coltivati a grano per un’estensione totale di 267 chi- tat nel quale nidificare: cacciatori, lometri. Sono queste situazioni na- fotografi e birdwatcher potrebbero turalistiche ad aver creato un habi- letteralmente impazzire di gioia. Si tat naturale per la vita di numerosi potranno incontrare germani reali, uccelli acquatici che abitano i din- fistioni turchi, canapigile, starne, Caccia Passione 48


Caccia all’estero cavalieri d’Italia, sgarzette, gallinelle d’acqua, folaghe e la pernice di mare che nidifica, per quel che riguarda l’Europa, solo qui. Non di rado è possibile inoltre incontrare il raro pollo sultano: insomma una vera e propria gioia per gli occhi. Tanta è la varietà e la quantità di germani che nidificano in zona, che non di rado vengono organizzate battute di caccia di controllo extra, che hanno lo scopo di riequilibrare la distribuzione dei volatili presenti nella zona. D’altronde gli acquitrini profondi al massimo 50 centimetri e i canneti sono un ambiente ideale per la vita non soprattutto per la riproduzione e la solo dei germani reali, delle starne presenza delle specie acquatiche, e dei cavalieri d’Italia, ma anche e sia che si parli di palmipedi che di

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trampolieri e anatre. Poco distante dal coto de coza La Alfacada ne sorgono altri 3: il Mas del Coll, il coto Vallibous e il coto Rossell per una varietà di scelta davvero invidiabile. Il Mas del Coll dista circa 60 chilometri dal coto La Alfacada e scivola verso l’interno: nasce circa a 650 metri d’altezza sul livello del mare e da sempre è casa

Nel territorio scorre il Rio Servol, ben frequentato dal colombaccio e raggiunta l’antica Masia di pietra detta Mas del Coll è possibile avere una visuale della collina davvero suggestiva, che spazia fino al raggiungimento del mare. Non è di minor fascino il coto de caza Vallibous, poco distante dagli altri due e con un carattere decisamente più

di aquile ed avvoltoi che amano le montagne rocciose e vi nidificano. L’habitat è comunque abitato non solo da zone rocciose, ma anche da pinete e boschi di querce dove non di rado è possibile incontrare pernici rosse, macchia mediterranea e piante aromatiche e medicinali.

montano. Il territorio è caratterizzato da profumati boschi di quercia nana e non manca la spinosa e profumatissima ginestra selvatica: la location è casa della pernice rossa. Infine il coto Rossell è particolarmente apprezzato dagli amanti del tordo, già ce il territo-

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Caccia all’estero rio si divide equamente fra uliveti e montagne. Il mare lo si può solo intravedere a distanza e l’habitat semi montano è davvero apprezzatissimo, profumato di macchia mediterranea e piante aromatiche. Capre montesi e pernici rosse qui sono di casa. Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta che può essere naturalmente indirizzata,

tecnica vagante, o cimentarsi nella caccia ai rallidi e acquatici in genere. Agli ospiti dei restanti coti de caza è riservata la caccia ai tordi, alle pernici rosse con cane, ai conigli selvatici e al cinghiale e selvaggina varia. Per tutti invece è previsto vitto, con tanto di colazioni, pranzi e cene, alloggio e pernottamento e uscite di caccia per un’avventura

specie se il viaggio ha carattere venatorio, dalle possibilità di caccia: gli ospiti del coto La Alfacada potranno dedicarsi alla tipica caccia alle anatre nel lago da botti gemelle, un’emozione che alcuni descrivono impareggiabile, alla caccia ai beccaccini in appostamento o con

mediterranea davvero indimenticabile. Se questo viaggio, per ora del tutto virtuale, ti ha regalato un certo fricicorio il consiglio è tener ben presente i calendari venatori della zona secondo i quali la caccia è consentita fra ottobre e gennaio e in alcuni casi febbraio. Caccia Caccia Passione Passione 51 43


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Cani da caccia

Grand blue de Gascogne

a caccia di lepri e cinghiali

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Grand blue de Gascogne

a caccia di lepri e cinghiali

Razza antica e ben equilibrata, il Grand Blue de Gascogne è un segugio a cinque stelle, ideale per la caccia alla lepre che non teme mettersi a confronto con il suo nemico di sempre, il cinghiale

D

otato di sguardo intelligente e portamento fiero, il Grand Bleu de Gascogne è un eccellente cane da caccia, facente parte del gruppo dei segugi e più precisamente dei

una grande storia e sono in molti i cacciatori che lo scelgono per le proprie avventure venatorie. Ha una certa predisposizione per la caccia con fucile a piedi che il più delle volte si trasforma in

cani per pista di sangue. Ampia- un vero e proprio inseguimenmente diffuso in Francia, come il to, non ha paura di confrontarnome stesso ci fa intuire, il cane ha si con la piccola selvaggina, ma Caccia Passione 54


Cani da caccia ga come esempio il cinghiale. Questo cane fantastico si adatta bene in muta, ma è in grado di offrire eccellenti prestazioni anche durante una caccia solitaria, visto che i tratti che lo distinguono sono davvero di rilievo: • olfatto finissimo; • voce da urlatore dotato di toni grevi; • costante e determinato, dotato di sorprendente istinto per la seguita; • carattere calmo e ben disposto a seguire gli ordini eventualmente dettati dal cacciatore. Per quanto non tutti lo sappiano, il Blue de Gascogne è famiglia formasecondo alcuni da il meglio di sé ta da 3 esemplari differenti: il Petit con quella di grande taglia: val- Blue, il Basset Blue ed il Grand Blue.

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In comune hanno tutti il fatto d’essere dei superlativi cani da traccia e da seguita. Naturalmente all’interno della famiglia esiste una superstar: si tratta del Grand blue de Gascogne; non è un caso che in passato lo si definisse comunemente come il più nobile ed imponente segugio di tutto il mondo.

Sant’Uberto, di alcuni altri segugi locali e del Bloodhound: ecco giustificato il suo olfatto sorprendente. In origine utilizzato per la caccia al lupo, al cinghiale e addirittura all’orso, pare che in passato abbia fatto innamorare più di un sovrano e che con il tempo, per rendere il Blue de Gascogne infallibile le selezioni costanti lo abOrigini biano portato ad essere non solo Come accennato in precedenza è un ottimo segugio, ma anche un originario del Sud Ovest francese, infallibile inseguitore di lepri. e fu la Guascogna ad ospitare i suoi natali. Comunemente si ritiene Caratteri che si tratti di una razza particolar- E’ il suo mantello tendente al blu mente antica, nata dall’incontro del ad avergli valso il nome Blue de Caccia Passione 56


Cani da caccia Gascogne. La colorazione della pelliccia in verità è però mista, dotata di piccole macchie sul tronco e di una certa mescolanza fra peli neri e bianchi. Gran lavoratore e rapidissimo durante il galoppo il Blue de Gascogne è alto fino a 72 centimetri nel caso dei maschi e 68 nel caso delle femmine e il suo peso oscilla fra i 32 ed i 38 chili. Il cane caratterialmente è molto ubbidiente, facile all’addestramento e cacciatore scrupoloso, per quanto in alcuni casi si dimo-

stri un poco pigro. Praticamente impossibile che morda un uomo, per questo oltre ad essere un eccellente cane da caccia si dimostra un compagno fedele. Per quanto sia in grado di cacciare, come accennato, anche la piccola selvaggina, il suo nemico storico è il cinghiale e non di rado in Italia è utilizzato proprio durante questo genere di attività venatoria. Se stai pensando di scegliere un bel Petit Blue ricorda che ha necessità di grandi spazi aperti nei quali scorrazzare.

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Fucili da caccia

Rizzini Artemis:

Sovrapposto da caccia di elegante fattura

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Rizzini Artemis:

Sovrapposto da caccia di elegante fattura La produzione della Rizzini di Marcheno spazia su una varietà di sovrapposti tale da poter soddisfare un ampio ventaglio di richieste per calibri, tipologie di bascula, raffinatezze estetiche, tutto accomunato da una pregevole qualità esecutiva

I

l nome Rizzini è assai diffuso nel comparto armiero della Val Trompia, ma solo il marchio Rizzini® qualifica le armi prodotte a Marcheno dall’azienda condotta, insieme alle due figlie Moira e Pamela, dal Signor Battista, animo

te che la specializzazione qui è vista non certo come limitativa, quanto piuttosto come rampa di lancio per avanzare sempre più. Osservando i fucili prodotti si ha immediata contezza di questo fatto perché il disegno d’insieme ha quel garbo proprio

pratico, curioso e sperimentatore, amante del lavoro ben fatto. Ora la ditta si dedica anche a una doppietta dalle particolari prerogative meccaniche, ma l’aver scelto tempo addietro il sovrapposto come settore in cui spendere decisamente le proprie energie dice chiaramen-

della ricerca e della maturazione stilistica mentre scorrere i particolari esecutivi conforta su quanto si possa ottenere dalle macchine di precisione, ovviamente utilizzate nella giusta maniera. Si spazia dalle bascule classiche a quelle arrotondate, dai calibri tradizionali a quelli medi

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Fucili da caccia e piccoli, tornati prepotentemente in auge non solo per il capanno quanto per la caccia con il cane, si allestiscono express insieme ai fucili da pedana e merita ricordare come la Rizzini sia una delle pochissime aziende entrate nel novero dei fornitori per i campioni della Fitav. In questo caso abbiamo preso in esame un sovrapposto molto classico e dedicato alla caccia, il modello Artemis che gratifica l’osservatore con le sue prerogative tecniche insieme a quelle di aspetto: queste ultime sono a nostro parere accentuate dalla cameratura adottata, il 20/76 (o 20 Magnum 3”) dove la minore sezione di canna e la bascu-

la con misura specifica conferiscono maggior slancio ed eleganza . La concezione del fucile è quella tradizionale gardonese che unisce praticità esecutiva, costi contenuti e resa garantita: la bascula in acciaio 18 NiCrMo5 è lavorata all’utensile o, dove preferibile, a elettroerosione, su macchine a controllo numerico. Si ottengono così le mortise cieche dei due tenoni posteriori appaiati con indubbio pregio di resistenza strutturale e di estetica poiché lo spessore del dorso rimane integro, il traversino interno di contrasto dal consistente spessore, le sedi dei semiperni e le camme per l’estrazione primaria dei bossoli, la sede longitudinale di scorrimento delle leve per la monta delle batterie e l’attivazione degli eiettori, il giro di cernie-

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ra su cui insiste con giusta frizione il testacroce posto nell’asta: il tiraggio è molto ben calibrato a garanzia di longevità dell’arma. Nella faccia sono praticati i fori di passaggio dei percussori imbussolati e con propria molla di ritorno. L’aspetto esterno è assai ben riuscito con i seni a doppia rotondità evidenziati dal sottile nastro lucidato che scende creando il rinforzo laterale e sottolineando la tavola di bascula; disegna poi un arco a tutto sesto dietro al semiperno della cerniera terminando nelle due cordonature rilevate del dorso. Le finte cartelle laterali conferiscono un’immagine più importante e, in questo esemplare, ospitano una maggiore dovizia dell’ornato in stile rinascimentale rifinito a mano. La chiave di apertura in pezzo unico con il perno presenta corpo snello e convesso con pulsante rotondo allungato di indubbia eleganza: viene montata ben aderente alla codetta superiore di bascula al cui apice è inserita la slitta della sicura con il tasto del selettore di sparo: il pacchetto fisso del gruppo di scatto vede qui il sistema monogrillo, ma si può avere anche il tradizionale bigrillo, con una guardia in acciaio brunito dal pregevole ovale che richiama lo stile dei maestri d’oltre Manica. Le canne ricavate da barre di acciaio Caccia Passione 62


Fucili da caccia C42 sono giuntate con il monobloc di culatta e saldate con lega a basso punto di fusione: esternamente molto ben tirate con brunitura omogenea e profonda sono lunghe 71 cm con l’alternativa di 67 cm o altre misure a richiesta, internamente cromate, dotate di bindella superiore a ponticelli lunghi con zoccolini pregevolmente fissati direttamente, senza sottobindella, mirino tondo

pistola arrotondata del tipo Principe di Galles o, a richiesta, all’inglese, calciolo in legno riportato. L’asta denota una sezione prismatica con raffinate curve di raccordo dei profili, sgusci superiori di presa appena accennati e molto eleganti, apice smussato in cui è inserito il pulsante di sgancio con meccanismo a pompa. Lo zigrino a losanghe molto fitte e ben rilevate assicura una presa

in ottone. Si possono avere le strozzature fisse o disporre, con supplemento, dei 5 strozzatori intercambiabili nelle misure classiche. Vengono montati di serie gli eiettori automatici con molla e congegno di sgancio inserito nei fianchi del monobloc. La calciatura in noce venato di classe elevata, finito a olio, fa bella mostra di sé grazie anche a una attenta lavorazione che vede una corretta incassatura e linee classiche attinenti allo stile e al gusto del fucile: la testa in cui si inserisce la bascula presenta specchi laterali rilevati e bordino spianato a contorno delle cartelle lunghe, impugnatura con

sicura anche con le mani bagnate. Il fucile pesa circa 2800 g nel calibro 20/76 e 3100 g nel calibro 12/76: è prodotto anche nel calibro 16/70, una riscoperta del tempo passato che sta riscuotendo un buon successo sia in Italia che all’estero, specie in Inghilterra dove è tornato in auge con numeri significativi. Merita poi segnalare come nel modello a bascula arrotondata detto Small Action siano proposti i piccoli calibri 28/70 e .410 Mg. sempre naturalmente con misure specifiche: fucili quindi estremamente aggraziati, leggeri e maneggevoli per un impiego di piena soddisfazione. Caccia Passione 63


Cartucce “Baschieri & Pellagri” Extra Rossa Magnum c.410 per la tortora e Baby Magnum per il colombaccio

Ideate e progettate per una particolare specie di selvaggina, le cartucce della “Baschieri & Pellagri” rispondono perfettamente alle esigenze dei cacciatori che hanno le idee chiare su come e cosa cacciare.

N

el 1886, dopo un anno di esperimenti, Settimio Baschieri e Guido Pellagri, realizzano la polvere ACAPNIA, una polvere da sparo senza fumo. Dopo pochi anni, grazie agli splendidi risultati ottenuti, i due amici fondano la società “Baschieri & Pellagri”. Nel 1923 la società in brutto periodo a seguito del quale Settimio Baschieri liquida il socio Guido Pellagri, consentendo l’ingresso nell’organico della società il genero Ulisse

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Manfredi. La “Baschieri & Pellagri”, con sede a Bologna, ancora oggi persegue gli obiettivi che i fondatori si erano prefissati di raggiungere: qualità e continua innovazione.


Munizioni L’azienda, infatti, realizza prodotti to potenti per il suo calibro. Sono affidabili dalle prestazioni eccellen- utilizzabili anche con fucili a cameti, punta sulla continua ricerca, con ra da 70 mm, punzonati PSF, hanno lo scopo di ottimizzare ed innovare un bossolo da 70 mm e la borra PL non solo il prodotto finito, ma an- 15, mentre il fondello è da 20 mm. che le materie prime, il progetto e I 35 gr. di polvere sono di tipo sfelo sviluppo delle macchine di pro- rica, i pallini possono essere: 7-6-5duzione, i cicli di lavorazione e l’or- 4-3 e raggiungere una velocità pari ganizzazione delle risorse umane . a 380 m/sec sviluppando una presResa balistica, aggiornamento e am- sione barometrica di 850 bar. Sono modernamento degli strumenti di perfette per la caccia alla tortora controllo, sviluppo e realizzazione Le cartucce 4 Baby Magnum è la clasdi nuove soluzioni tecniche sono ca- sica cartuccia Semimagnum, hanno ratteristiche di questa azienda. Pecu- un fondello da 20 mm ed un bossoliarità che hanno portato, anche alla lo 70 mm e sono destinate al calibro realizzazione del La “Baschieri & Pellagri” pro- 20. Vengono cabossolo “GOR- pone due tipi di cartucce spe- ricate con polvere M92S e con 42 DON SYSTEM”, cifiche, per la caccia al co- gr di piombo. La un brevetto esclusivo della lombaccio ed alla tortora. borra PL-15 conB&P. Numerosi sono i trofei conqui- tiene pallini di tipo: 7-6-5-4-3-2-0 che stati in ambito sportivo: 8 ori nelle consentono tiri alle massime distanze. Olimpiadi, 9 ori in Coppa del Mon- La cartucce 4 Baby Magnum sono do, 68 ori nel Campionato del Mon- state ideate per la caccia al colomdo, 75 ori nel Campionato d’Europa baccio e raggiungono una veloe 257 ori nel Campionato Italiano. cità massima di 400 m/sec sviLe Super Magnum Cal. 20 sono mol- luppando 730 bar di pressione.

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Telescopio da Osservazione

Zeiss Dialty 18 - 45x65 Nel campo delle ottiche da osservazione sono stati fatti grandi passi avanti che hanno garantito prodotti sempre più all’avanguardia e dall’usabilità elevata. In questo spazio vogliamo parlare proprio di uno di questi prodotti, creati, per la caccia e non solo, da una prestigiosa azienda tedesca: la Zeiss.

Q

uesto nome non è solo sinonimo di un marchio di successo, ma anche di garanzia, perché l’azienda, nel corso della sua lunga esperienza produttiva, ha sempre cercato di migliorare e potenziare la capacità visiva delle sue ottiche da caccia e da osservazione. In questo campo, un cenno particoCaccia Passione 66

lare merita il telescopio Zeiss Dialty 18 - 45x65, accessorio da osservazione dalle elevate potenzialità. Il telescopio modello Zeiss Dialty 18 - 45x65 è stato pensato proprio per le attività venatorie, anche se è possibile usarlo in altre attività di osservazione della natura. Grazie ai suoi materiali, durevoli e resisten-


Ottiche

ti, e alle lenti di alta qualità, Dialty di un oculare variabile da 18 a 45 18 - 45x65 può essere usato anche ingrandimenti ( caratteristica che è nelle condizioni ambientali più av- chiaramente indicata nel nome del verse, dove a essere compromessa è prodotto), con un ampio campo viproprio la visibilità. La leggerezza e sivo e capacità di basso ed alto incompattezza dei materiali rendono grandimento fino a 45x. Telescopio questo telescopio da Osservazione estremamente pra- Il telescopio Dialyt Zeiss Dialty 18 tico e comodo da è stato studiato per - 45x65. Il trattatrasportare anche offrire la massima af- mento antiriflesso in zone impervie e fidabilità anche in dell’oculare azzera difficilmente osser- condizioni estreme. il rischio di opacizvabili. L’ottica del zazione e di rifratelescopio Dialty 18 - 45x65, com- zione solare e lunare, consentendo pletamente rinnovata, offre, infatti, un’osservazione fatta di immagini un’elevata trasmissione di luce, con- nitide e dettagliate. Zeiss Dialty 18 sentendo l’osservazione anche nelle - 45x65 è realizzato con materiali ore più difficili ( mattina presto o che lo rendono resistente all’acqua sera). Il telescopio è anche dotato e alla polvere e che ne permettono Caccia Passione 67


l’uso non solo per la pratica venatoria, ma anche per qualsiasi attività di osservazione naturalistica. Dialty 18 - 45x65, inoltre, è talmente pratico e leggero che può essere usato in viaggio e da ornitologi, professionisti e tiratori. La leggerezza di que-

-1,4 mm; campo visivo a 1000 metri, 40-23 m; distanza minima di focalizzazione, 10 m; tipo di obiettivo, acromatico a 5 lenti; altezza 78 mm; larghezza 76 mm, lunghezza, 395 mm; peso, un chilo e duecento grammi circa. Il telescopio Dial-

sto telescopio dipende dalla modalità di costruzione, completamente monoblocco, estremamente compatta e con rivestimento in gomma. Zeiss Dialty 18 - 45x65, si presenta affidabile anche nel design, semplice, lineare, ma al tempo stesso molto raffinato. Il monoblocco è colorato di nero, con ai lati il logo blu elettrico dell’azienda e lente con effetto antiriflesso. Le principali caratteristiche tecniche di Dialty 18 - 45x65 sono: diametro obiettivo, 65 mm, diametro della pupilla d’uscita 3,6

ty 18 - 45x65 è dotato anche di un meccanismo di riempimento d’azoto che impedisce l’appannamento delle lenti. I precedenti modelli di telescopio targati Zeiss presentavano il difetto dell’eccessiva pesantezza, con il Dialty 18 - 45x65 il problema è stato risolto, tanto che lo si può tranquillamente trasportare dentro lo zaino a tracolla. Zeiss Dialty 18 - 45x65 Telescopio da Osservazione E con lo zaino a tracolla, o in spalla, e il Dialty 18 - 45x65 ci si può recare in alta montagna a caccia di

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Ottiche lepri, beccacce e pernici, ovvero in ambienti dove è richiesta un’attenta osservazione capace di coprire anche lunghissime distanze. Il telescopio da osservazione della Zeiss si rivela molto adatto anche per la caccia vagante, dove si richiede una minuziosa osservazione degli ambienti visitati dalla selvaggina.Vista l’elevata capacità di ingrandimento di questo accessorio ottico, l’osservazione è consigliabile solo tramite una salda base di appoggio ( giacca, zaino, ecc.) o tramite l’uso di un cavalletto. Ai lati dell’obiettivo, il Dialty 18 - 45x65 è dotato di una filettatura universale che ne consente il montaggio in tutti i cavalletti d’uso commerciale. Il telescopio monoblocco della Zeiss è adatto all’osservazione sia dei portatori di occhiali che di quelli senza occhiali. Nel primo caso, è necessario capovolgere il paraocchio di gomma posto sull’obiettivo, nel secondo, invece, bisogna osservare senza capovolgere o allungare lo stesso paraocchio. Telescopio Zeiss Dialty 18 - 45x65 Il Dialty 18 - 45x65 della Zeiss garantisce una lunga durata ed è co-

perto da una garanzia decennale. Tuttavia, per mantenerlo sempre in buone condizioni, si sconsiglia di esporlo per troppo tempo al sole senza coperchio protettivo e senza custodia. Le lenti e l’obiettivo possono, infatti, attirare i raggi solari distruggendo gli elementi interni del telescopio. Per evitare gravi danni alla vista, bisogna evitare di puntare sul sole o su fonti al laser, perché le lenti del telescopio, anche se antiriflesso, non possono proteggere gli occhi dalle radiazioni dirette. La pulizia delle lenti del telescopio( per rimuovere polvere e sporcizia) va effettuata con setole e pennelli, mentre le impronte delle dita si rimuovono appannando la superficie con l’alito e strofinandola delicatamente con un panno per pulitura delle ottiche. Il Dialty 18 45x65 della Zeiss è, come già detto, un telescopio monoblocco, cioè uno strumento ottico con oculare fisso e non removibile. Il particolare non sminuisce il pregio e il valore del prodotto e chi volesse acquistarlo deve mettere in conto un esborso economico compreso tra 1200 e 1300 euro. Caccia Passione 69


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Veterinaria

Neoplasie nel cane da caccia Il cane da caccia può dare il massimo solo se gode di ottima salute. Purtroppo, il benessere dell’animale può essere messo a dura prova da gravissime patologie. Tra queste, anche le neoplasie, variegata serie di malattie chiamate anche tumori o cancro

A

nche se ancora non esistono l’animale ha un forte legame affettidati statistici certi o recenti ( vo. I tumori dei cani riguardano sia il Registro Tumori Animali gli esemplari di sesso maschile che risale al 2001) che possano confer- femminile. Naturalmente, il sesso fa mare un aumento dell’incidenza dei sì che l’incidenza di alcuni tipi di tutumori nei cani, tra le diagnosi degli more sia molto diversa tra il cane e la studi veterinari si registrano anche le cagna. Quest’ultima viene colpita da tumori mammaneoplasie. CerI tumori del cane si manifestato, sarebbe meri, mentre il prino spesso con gli stessi sintomi glio che al cane mo, da quelli al di quelli umani e in organi connon venisse mai testicolo. Le neosiderati vitali, come il pancrediagnosticato un plasie colpiscono cancro. La noti- as, lo stomaco e l’intestino. Al- cani di qualsiazia è spesso uno tri tumori possono colpire pure si età, anche se choc per il pa- la vescica, la pelle e le ossa. per alcuni cancri drone, perché fa pensare subito al specifici, come quello al pancreas, la qualcosa di molto grave e al rischio fascia di età più colpita è quella tra i di morte per un animale che magari è nove e i dieci anni di età. Alcuni dati vissuto per anni accanto al cacciatore statistici, risalenti a qualche anno fa e che magari ha dimostrato presta- e precisamente al 2002 , rivelano che zioni venatorie eccellenti. I segni ed la diagnosi di tumori mammari ha rii sintomi di un cancro si manifesta- guardato il 20% delle cagne. Le cause no, infatti, con un’enorme sofferenza dei tumori canini sono simili a quelda parte del cane, sofferenza che si le dei tumori umani, sono cioè legate trasmette anche al padrone, con cui al benessere e al progressivo aumenCaccia Passione 73


to dell’età degli animali. Con l’invecchiamento, infatti, le cellule subiscono uno stress ossidativo che ne danneggia il DNA. La maggior parte dei tumori si originano proprio da danni cellulari. Tra le cause dei tumori canini non rientrano i cibi in scatola. Secondo i veterinari, i tumori nel cane non sarebbero affatto causati dai cibi in scatola, che contengono tutte le sostanze nutritive di cui l’animale ha bisogno, anche se una cattiva alimentazione, specie se troppo ricca di grassi, può giocare un ruolo determinante nella genesi di molti tumori. Anche l’inquinamento e probabilmente anche i pesticidi contenuti in alimenti vegetali, possono essere implicati nella causa dei cancri animali, mentre i raggi solari potrebbero essere responsabili dei tumori della pelle. Le neoplasie possono colpire diverse razze e anche in questo caso, l’incidenza di alcuni tipi di cancro cambia proprio in base al tipo di cane. Il tumore osseo, ad esempio, detto osteosarcoma, colpisce cani di grossa taglia, come il Rottweller, il San Bernardo e l’Alano, mentre il tumore della milza ( emagiosarcoma), neoplasia ad elevata malignità, colpisce frequentemente il Pastore tedesco. Un tumore della pelle, detto mastocitoma , può essere riscontrato nel Labrador, nel Boxer, nel Bulldog e nel Boston terrier. Un Caccia Passione 74

tumore del pancreas chiamato insulinoma, a incidenza rara, può presentarsi nei cani di taglia medio –grande e nelle seguenti razze: Setter irlandese, Boxer, Labrador, Pastore tedesco e Collie, oltre ad altre razze di cani da caccia. Nei cani da caccia e da lavoro, la diagnosi di insulinoma può essere spesso confusa, perché uno dei sintomi della malattia è l’ipoglicemia o il calo di zuccheri, frequente nei cani impegnati nelle battute o in attività molto faticose. Prevenire il tumore nel cane non è sempre facile e per battere in tempo la malattia bisogna scoprirla al suo esordio. Le neoplasie si manifestano quasi sempre con dei sintomi chiari e tangibili.


Veterinaria

Uno zoppicamento, ad esempio, può essere il sintomo di un tumore osseo, mentre una verruca sotto il pelo può indicare un tumore della pelle. In altri tipi di tumori interni il cane può manifestare perdita di peso, inappetenza, disturbi digestivi, vomito e persino convulsioni. Per individuare in tempo un tumore è consigliabile osservare spesso l’animale e notare qualsiasi variazione del suo comportamento o del suo peso. I tumori della pelle si possono scoprire accarezzando spesso il pelo dell’animale. Se si dovessero notare dei noduli o delle verruche, anche di piccole dimensioni, bisogna recarsi immediatamente dal veterinario. I tumori mammari e

testicolari dei cani si possono prevenire con la sterilizzazione e la castrazione. Questi interventi devono però essere praticati in giovane età, perché in età avanzata diventano inutili. La diagnosi di neoplasia maligna prevede l’asportazione chirurgica della massa tumorale o dei noduli e il trattamento con chemioterapia. Le cure chemioterapiche nei cani sono soggette ad opinioni controverse: alcuni veterinari riferiscono che siano meno dannose negli animali che nell’uomo, mentre altri le considerano assolutamente inutili e non risolutive. Il dott. Alessandro Prota, specialista in Medicina Veterinaria Integrata, nel suo sito tumoricanegatto.blogspot.it rivela che i tumori animali sarebbero causati da una carenza di ossigenazione cellulare e che le cure più adatte sarebbero quelle in grado di restituire ossigeno alle cellule e quindi a base di antiossidanti, aloe arborescens, chinoni omepatizzati e rimedi omotossicologici. L’ossigenazione cellulare, secondo il dott. Prota, può essere favorita anche dall’assunzione di cibi poco cotti. I nostri amici animali non debbono per forza sviluppare tumori, anzi, a volte, possono persino fiutare e individuare per tempo quelli umani. Lo dimostra il caso di due Labrador usati come tester per scoprire tumori umani allo stadio iniziale. Caccia Passione 75


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Sul prossimo numero Stanziale: tecniche per la caccia del turdus merula

caccia passione

Anno II – N° 10 – ottobre 2013 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto

Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Migratoria: caccia alla regina di Romagna

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Ungulati: battute di caccia al cinghiale, la sicurezza prima di tutto

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