Brand Care magazine 005

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©Flickr-by Ian Andrew Schneider suono, prestando attenzione solamente a quest’ultimo nella sua materialità, nella sua sostanza, nelle sue dimensioni sensibili. L’epoché, rappresenta un decondizionamento delle abitudini d’ascolto, un ritorno all’esperienza originaria della percezione, per cogliere l’oggetto sonoro in quanto substrato delle percezioni che lo prendono come veicolo di un senso da capire o di una causa da identificare. La messa tra parentesi, in cui consiste l’”ascolto ridotto”, porta quindi, primo, a mettere fuori circuito la considerazione di ciò a cui il suono rimanda, secondo, a distinguere questo avvenimento sonoro percepito dal segnale fisico a cui lo studioso di acustica lo rapporta e che, in sé, non è affatto sonoro. L’attitudine di Pierre Schaeffer è sempre stata fenomenologica, essendo la fenomenologia una “filosofia che mette in sospeso, per comprenderle, le affermazioni dell’attitudine naturale, ma […] anche una filosofia per la quale il mondo è sempre ‘già là’, prima della riflessione, come una presenza inalienabile, e in cui tutto lo sforzo sta nel ritrovare questo contatto naïf, ingenuo con il mondo per donargli infine uno statuto filosofico” (M. Merlau-Ponty, 2003, Fenomenologia della percezione, Milano, Feltrinelli). Potremmo dire che, ciò che Schaeffer in fondo pratica e predica ai ricercatori, è la capacità di stupirsi di fronte al mondo. In questo modo l’ascolto ridotto e l’oggetto sonoro divengono correlati: si definiscono rispettivamente come attività percettiva ed oggetto della percezione.

classiche forbici, puntatori, zoom, comuni alla maggioranza dei software, fino a misuratori, grafici, tabelle, forme d’onda e così via) e che permettono di modificare i fondamentali aspetti e parametri del suono. Tra questi strumenti, uno dei più importanti è sicuramente lo Spectrum Analyzer:“uno strumento […] che fornisce informazioni riguardanti il livello di ampiezza medio di un evento audio, in un dato intervallo di frequenze. Ciò può essere utile, per esempio, per localizzare le frequenze che necessitano di equalizzazione. Lo Spectrum Analyzer visualizza le informazioni in un sistema cartesiano bidimensionale XY, in cui l’asse X rappresenta le frequenze e l’asse Y i valori di ampiezza”. (R. Guerin, 2001, Cubase SX. La composizione musicale professionale col PC, Milano, Apogeo, p. 66). In questo modo, quando ascoltando una musica sorge l’esigenza di correggere il sound, l’analisi spettrale consente di “vedere” dove intervenire. Non di rado, musicisti produttori e tecnici del suono, utilizzano questo strumento per comparare il proprio lavoro a quello al quale vogliono ispirarsi. Oggi i musicisti che entrano in studio, messi di fronte alle comparazioni tra sonorità fatte con lo Spectrum Analyzer, sono abituati a comporre e ragionare il suono in termini spaziali. D’altra parte, l’orecchio umano può avere diverse percezioni dello stesso suono in diversi momenti, mentre con l’analisi spettrale il grafico dello spettro delle frequenze non cambia. Un software per la gestione dei suoni e la manipolazione sonora con tutte le caratteristiche appena citate (e anche di enorme diffusione) è Cubase. Grazie a questo programma è possibile Per concludere e attualizzare, si comprenderà l’importanza, registrare, modificare, spostare eventi, attraverso l’utilizzo di se non la preponderanza, della vista nelle pratiche di un’interfaccia grafica, negli anni sempre più intuitiva. L’utente editing digitale alla base di tutti i tipi di produzione visualizza le tracce registrate, e al loro interno la forma d’onda sonora. Attraverso lo schermo infatti, la manipolazione del dei suono: è semplicemente un grafico, con il tempo sull’asse suono è resa possibile dall’utilizzo di strumenti visivi (dalle delle ascisse, e la dinamica su quella delle ordinate.


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