Brand Care magazine 005

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La conseguenza diretta della schizofonia è la nozione di acusma, elaborata da Pierre Schaeffer nel Traité des Objets Musicaux (1967). Il termine deriva da acusmatica, cioè il nome che i discepoli di Pitagora avevano dato alle sue lezioni, che venivano ascoltate mentre il maestro era celato dietro a un velo. Senza vederlo, come ricorda Schaeffer, veniva restituito all’udito la totale responsabilità di una percezione che normalmente si appoggia ad altre testimonianze sensibili. L’acusma, quindi, è una presenza sonora in assenza della sua sorgente e che, in quanto tale, può intrattenere rapporti “innaturali” con altri corpi, con altri contesti, con altre sonorità. L’innaturalità dell’acusma risiede nel fatto che un suono, attraverso attrezzature e procedimenti tecnici, può essere separato dal suo corpo-sorgente, dalla cui vibrazione era stato prodotto, e che può successivamente venir

riprodotto da un corpo-macchina. Questo non ha col suono alcun legame naturale ed esclusivo, poiché può riprodurre indifferentemente qualsiasi suono, rumore o voce. Oggi, noi continuamente presentifichiamo l’esperienza degli allievi di Pitagora ogni giorno attraverso media come Tv, Radio, Internet e, non da meno, le tecnologie di registrazione. Ora, quali sono le conseguenze di una situazione acusmatica? La pure écoute, innanzitutto (l’ascolto puro): spesso, per riconoscere un suono, un aspetto importante consiste nell’identificazione attraverso la vista della sorgente sonora. Nel momento in cui non è possibile vedere ciò che “suona”, ci si accorge che ciò che era “ascoltato” in realtà era “visto” e inserito in un contesto. L’ascolto puro sopprime i supporti dati dalla vista per identificare le fonti sonore. Un’altra conseguenza dell’esperienza acusmatica è l’écoute des effets (l’ascolto degli effetti), cioè la dissociazione della vista e dell’udito, favorendo l’ascolto delle forme sonore per loro stesse (quindi dell’oggetto sonoro). Pierre Schaeffer aveva intuito l’esistenza di questo fenomeno quando ha descritto le variations de l’écoute. Infatti, attraverso l’ascolto ripetuto di uno stesso frammento registrato, si verificano delle variazioni dell’ascolto, dovute a direzioni ogni volta diverse, “rivelanti ogni volta un nuovo aspetto dell’oggetto, verso cui la nostra attenzione è deliberatamente o incoscientemente impegnata”. Un’ultima conseguenza dell’acusmatica sono les varia-

©Flickr-by mishmoshimoshi

recchiature elettroacustiche per trasmetterli e conservarli, tutti i suoni, per quanto labili, possono venir amplificati e diffusi ovunque o essere immagazzinati su nastro o su disco per le generazioni future”. Con malcelata nostalgia, egli conclude: “abbiamo disgiunto il suono dalla sua dimora abituale e gli abbiamo conferito un’esistenza amplificata e indipendente” (R. M. Schafer, 1985, Il paesaggio sonoro, Milano, Ricordi, p. 131). Si verifica, così, proprio quello che Heidegger riteneva improbabile, i suoni si staccano dal loro corpo-origine e, perdendo il loro legame con il corpo e con il luogo, diventano “suoni puri”.


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