Brand Care magazine 005

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Ikea, la grande industria del mobile fai da te, ha fatto del design uno dei punti cardine della propria politica commerciale, facendosi strada anche nel mercato italiano, quello più esigente nel campo dell’estetica e dell’arredamento. Mobili e accessori firmati Ikea hanno avuto, e continuano ad avere, un successo grandioso nonostante la minore qualità rispetto alle grandi case italiane di arredo. Una delle chiavi del suo successo sta sicuramente nell’economicità dei suoi prodotti, raggiunta anche grazie al fatto che questi vengono montati direttamente dal cliente. Il must della strategia di Ikea è proprio il rendere semplici le attività difficili: dalla fase di concepimento dell’imballaggio un interaction designer studia l’interazione prodotto-utente in modo tale che sia difficile commettere errori anche per gli acquirenti meno esperti, soprattutto durante il montaggio; il libretto di istruzioni diventa un alleato durante questa fase, un vademecum composto solo ed esclusivamente di illustrazioni, grazie all’approccio instructional design sostenuto da Ikea e basato sull’intuizione e la riduzione dei costi (tale approccio, per esempio, non prevede traduzioni). Ogni aspetto del prodotto Ikea viene studiato e pensato nei minimi dettagli focalizzando sull’usabilità del design e facendo divenire questa un vantaggio competitivo del brand. Una strategia quindi a tutto campo

che ha permesso al brand Ikea di divenire uno dei leader del mercato dell’arredamento. La casa americana Apple, produttrice di veri e propri gioielli della tecnologia, è artefice di una rivoluzione nel mondo dell’informatica, avendo incentrato il suo business sull’estetica e sull’estrema usabilità piuttosto che esclusivamente sulle componenti hardware. Il merito è di un team di designers capeggiato da Steve Jobs e da Jonathan Ive, motivati dalla passione e l’amore per gli oggetti tecnologici belli e seducenti: Apple è stata in grado di creare un mix perfetto tra design e ottime prestazioni, dando la possibilità al designer di esprimere al massimo la sua creatività e ribaltando l’assunto per cui l’estetica del prodotto debba adattarsi ai dispositivi hardware. Nonostante i prezzi siano più elevati rispetto a quelli applicati dai competitor, Jobs è riuscito a costruire un vero e proprio colosso tra i brand informatici. Il MacBook, ad esempio, esteticamente accattivante, presenta delle specifiche tecniche che nella quotidianità risultano essere più che utili: dal cavo dell’alimentazione collegato con un magnete in modo che sia più difficile far cadere incidentalmente la macchina , ai programmi creativi come PhotoBook e I-movie, alla telecamera integrata, per non parlare della perfezione rasentata a livello software. Insomma un vero e proprio connubio tra estetica e usabilità, che rispecchia il concetto di design e rafforza la brand identity di Apple: quando davanti ai nostri occhi compare la “mela” non possiamo che associarla al brand, al suo essere cool, al passo con i tempi, continuamente aggiornato, giovane e divertente. Siamo di fronte a due casi aziendali che sfruttano il design non solo per raggiungere l’appeal estetico, ma associano la piacevolezza delle forme alla funzionalità e alla praticità dei loro prodotti, ottenendo in entrambi i casi un brand carismatico e di successo. Il giusto modo di fare business. Non trovate?

©Alessandra Colucci

Oggi il design si fonde con il brand al fine di comunicare valori, identità e strategie di comunicazione, differenziando un’azienda, un prodotto o un servizio dai competitor agli occhi del consumatore. Due casi di eccellenza a questo riguardo sono sicuramente Ikea e Apple, per i quali il design contribuisce a creare brand awareness. Entrambi i brand, conosciuti a livello mondiale, puntano molto sull’estetica degli “oggetti” che producono, ma sempre associandola all’usabilità. In tali casi il design sposta il suo “dover essere” verso quella che Taylor definiva la “one best way”.


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