Utility 4.0, non solo industry

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UTILITY 4.0, NON SOLO INDUSTRY a cura di Redazione Energia Media


GLI AUTORI Redazione Energia Media

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Nella rivoluzione digitale in corso occorre guardare alle imprese e non solo a quelle manifatturiere. Le utility sono un banco di prova importante di questo cambiamento epocale. Il parere degli esperti Industria 4.0. Se ne parla spesso, alle volte a proposito, altre volte meno, soprattutto quando “industria 4.0� diventa un modo di dire, una formula, dietro la quale si nasconde tanta, troppa confusione. Chi sembra non avere dubbi circa la portata strategica della rivoluzione digitale applicata alla produzione manifatturiera e alle imprese di servizi sono gli operatori delle multiutility. Tra questi, Mattia Sica, direttore Reti, Tecnologia, Energia di Utilitalia, la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas, intervenuto nel Forum Uni-Cig 2018 a Milano.


““Due anni fa abbiamo condotto una ricognizione sui progetti delle multiutility nostre associate riconducibili all’Impresa 4.0 che operano nel mondo del gas - ha affermato Sica –. Il primo dato che è emerso riguarda gli investimenti: in Italia si sta investendo molto per le applicazioni del mondo digitale. La spesa in questo settore evidenza come si sia intrapreso un trend irreversibile di investimenti che inciderà sul concetto tradizionale di gestione dell’impresa. E anche le utility italiane stanno investendo in questa direzione. Il secondo elemento che è emerso dalla nostra ricognizione suggerisce che è sbagliato pensare all’Impresa 4.0 riferita al solo mondo manifatturiero. Il sistema delle multiutility sta facendo infatti sforzi importanti alla ricerca di spazi di manovra, e quindi di mercato, proprio in relazione alle opportunità che il 4.0 consente. E alcuni spazi le utility li hanno trovati, penso ad esempio alle attività di smart manufacturing. Dalla verifica fatta con le imprese nostre associate, gli investimenti si sono indirizzati su diverse fasi dei processi produttivi: sul monitoraggio e sull’automazione delle attività svolte in materia di infrastrutture, sulla raccolta ed elaborazione dei dati per la manutenzione predittiva, sull’assistenza e sicurezza nell’ambito della gestione della forza lavoro”. Le utility, si sa, fondano la loro forza sulle infrastrutture a rete, che come tali sono caratterizzate da dispersioni sul territorio anche di ampie dimensioni. Ecco che le applicazioni digitali nella logica del 4.0 possono rivelarsi fondamentali per i sistemi di rilevazione in continuo e automatico dei parametri degli impianti, per dare, ad esempio, indicazioni delle variazioni geometriche (deformazione, stress meccanici) e dei parametri ambientali (temperatura, umidità, presenza di agenti chimici…) e per la mappatura in 3D delle infrastrutture per un’ottimizzazione delle attività di progettazione. “Molte delle attività svolte dalle utility italiane - conclude Sica - per quanto concerne l’informatizzazione cartografica delle reti rientra nella logica dell’Impresa 4.0”. La tecnologia quindi, soprattutto quella digitale, è un fattore determinante. Ma da sola non basta. Così almeno la pensa Giambattista Gruosso, docente del dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano, che ritiene come il tema dell’Industria 4.0 non sia questione di tecnologia, ma di strategia. “La tecnologia è importante - ha sostenuto Gruosso - e consente anche grandi cambiamenti, ma rischia di rimanere fine a se stessa se non è finalizzata. Anche i dati sono importanti e sempre in quantità crescente nel nuovo paradigma del 4.0, ma se manca una visione strategica rischiano di 4


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rimanere solo tanti. Sono anche convinto che sia corretto parlare di Impresa 4.0 e non solo di Industria 4.0, in quanto il nuovo paradigma è applicabile, ad esempio, agli edifici e ai servizi. Le società di servizi, le multiutility, possono trarre grandi benefici dalle tecnologie e dal loro impiego. I servizi sono contesti efficaci per l’applicazione dell’Impresa 4.0: le tecnologie possono indurre forti cambiamenti nel modo di lavorare e contabilizzare l’attività lavorativa e di migliorare la sicurezza del lavoro”. Nell’Impresa 4.0, si sa, i dati sono fondamentali, ma sono un valore solo se vengono trattati, organizzati, conservati. Molto spesso non è così: manca chi li organizza, li analizza, li conserva. Oggi, però, la tecnologia viene in soccorso e permette di disporre di sistemi automatici di gestione dei dati stessi. Pensiamo ai risponditori automatici: per le utility i chatbots possono rappresentare la tendenza del futuro, così come le blockchain, strumenti di analisi per le transazioni, possono servire anche per le attività di meetering, anche per garantire che il dato sia oltreché raccolto anche certificato e collegato alla fatturazione del servizio. In questa fase di cambiamento anche la normativa è un fattore importante. Lo sostiene Ruggero Lensi, direttore generale dell’Uni, l’ente nazionale di normazione. “Il nostro compito - afferma Lensi - è fare informazione sull’attività e sui contenuti normativi, perché fare informazione significa fare cultura, che a sua volta vuole dire fare mercato. Nell’attività di quest’anno, infatti, uno dei sei grandi temi che abbiamo deciso di affrontare è dedicato all’Industria 4.0. Un tema nuovo per noi, abituati come siamo ad affrontare le questioni in una logica settoriale. Volendo occuparci di Industria 4.0 dobbiamo invece modificare l’approccio, in quanto si tratta di un tema trasversale. La seconda importante questione del rapporto tra attività normativa e rivoluzione digitale sta nel campo di applicazione, che non può essere limitato, come hanno deciso i tedeschi, alla fabbrica, ma il campo di intervento va esteso agli altri luoghi della produzione. Una conferma positiva di questa impostazione e un riconoscimento dell’importanza dell’attività di normazione sono stati forniti dai temi affrontati in occasione del G7 dello scorso anno, avvenuto sotto la regia italiana. Per la prima volta un consesso così importante ha riconosciuto l’importanza della normativa nello sviluppo dell’Industria 4.0”.

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