Courtesy Emilia-Romagna 2020 - L’opera aperta / The open work

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AN EVENT BY

Courtesy Emilia-Romagna 2020 L’opera aperta / The open work Un progetto / A project by Arte Fiera – BolognaFiere Spa Ideazione / Concept Simone Menegoi Con il patrocinio di / Patronage Regione Emilia-Romagna A cura di / Curated by Eva Brioschi Assistenza curatoriale e produzione / Curatorial assistance and producer Sara Cattaneo Progetto architettonico / Design Monica Lambertini Hanno collaborato / Contributors Gloria Bartoli, Alessandra Delvino Graphic Design Doubledot Trasporti / Courier Spedart Consulente assicurativo / Insurance advisor Area Broker & Qz Consulting S.R.L. Si ringraziano per la mediazione culturale / Thanks for the cultural mediation Dipartimento delle Arti, Università di Bologna Silvia Grandi Alessia Bruni, Sara Cosimini, Francesco Mancinelli, Eugenia Mandaglio, Umberto Pasqualini Lancellotti Si ringraziano / Special thanks to Tutti i prestatori / All the lenders Traduzioni / Translations Eric Siegel BolognaFiere Spa è a disposizione degli eventuali aventi diritto per le fonti non individuate.




ARTISTI ARTISTS

Carla ACCARDI Vincenzo AGNETTI Yuri ANCARANI Elisabetta BENASSI DAVIDE BENATI Vasco BENDINI Carlo BENVENUTO AlIghiero BOETTI Luca CACCIONI Dino CANDELO Eugenio CARMI Claudio CINTOLI Gianni COLOMBO Bruno CONTE DADAMAINO Fischli & Weiss lUCIO FONTANA Yang FUDONG Piero GUCCIONE Luciano LEONOTTI Osvaldo LICINI Ibrahim MAHAMA Arturo MARTINI MASBEDO MATTIN Alessandro MENDINI Giorgio MORANDI Mattia MORENI Bruno MUNARI Maurizio NANNUCCI Dino PEDRIALI Michelangelo P ISTOLETTO Enrico PRAMPOLINI Barbara PROBST Luisa RABBIA XaviER RIBAS Gerhard RICHTER Matthew RITCHIE Alessandro ROMA Sergio ROMITI Mino ROSSO Piero RUGGERI SALVO Elisa SIGHICELLI Daniel SILVER John F. Simon Jr SISSI Alberto SUGHI Carlo ZAULI


c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

The second edition of the Courtesy Emilia-Romagna series fully confirms one of its founding premises: that institutional collections (both public and private) of modern and contemporary art in the Emilia-Romagna region are so rich and varied that curators can use them to create exhibitions that are equally fascinating but completely different in subject matter and approach. Last year, Davide Ferri, with Solo figura e sfondo, looked for a specific thematic link with the Emilia-Romagna territory. Eva Brioschi, this year’s curator, has chosen to roam freely, following the thread of the works and their individual references. The exhibit proceeds by (undeclared) groups arranged by meaning: viewers will discover them by themselves or (as suggested by the exhibit’s title and Umberto Eco’s essay to which it refers) will create their individual itineraries based on their sensitivity and knowledge. The choice of works will even surprise visitors who are familiar with the institutions involved: many of the works selected by the curator are as remarkable as they are relatively unknown to the general public. At the institutional level, we are happy to announce two new participants: the Cineteca di Bologna, which has provided the single most imposing and spectacular work in the show - a monumental piece from the set of Fellini’s Casanova - and the San Patrignano Collection, which has found a venue in Rimini and therefore is now part of the network that the exhibit aims to showcase. We welcome both of these institutions and their works, and invite the reader to discover all those that make up Eva Brioschi’s mosaic - a constantly changing, unpredictable, engaging polychrome surface. Simone Menegoi Artistic Director of Arte Fiera

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l’ o p e r a

Al suo secondo appuntamento, il ciclo Courtesy Emilia-Romagna conferma in pieno una delle premesse alla base della sua concezione: l’idea che le collezioni istituzionali d’arte moderna e contemporanea della regione Emilia-Romagna, sia pubbliche che private, costituiscano un bacino così ricco e vario da permettere a curatori diversi di costruire, a partire da esse, mostre ugualmente affascinanti ma completamente diverse per tema e approccio. L’anno passato Davide Ferri, con Solo figura e sfondo, aveva cercato un legame tematico specifico con il territorio emiliano-romagnolo; la curatrice che ne ha raccolto il testimone, Eva Brioschi, ha scelto invece di spaziare liberamente, seguendo il filo delle opere e dei loro rimandi individuali. La mostra procede per raggruppamenti dotati di senso, ma non dichiarati: lo spettatore li scoprirà da sé, oppure, in accordo con il titolo della mostra e il saggio di Umberto Eco a cui rimanda, creerà il proprio percorso secondo la propria sensibilità e le proprie conoscenze. E la selezione di opere sorprenderà anche chi ha già una certa familiarità con le collezioni coinvolte: molti dei lavori scelti dalla curatrice sono tanto notevoli quanto poco noti al pubblico.

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A livello di partecipazioni istituzionali, segnaliamo con piacere due nuovi arrivi: quello della Cineteca di Bologna, da cui proviene il singolo pezzo più imponente e spettacolare della mostra, un elemento monumentale della scenografia del Casanova di Fellini; e la Collezione di San Patrignano, che ha trovato casa a Rimini, entrando così a far parte di quel network di cui la mostra ambisce ad essere una vetrina. Nel dare il benvenuto a queste istituzioni e alle loro opere, vi invitiamo a scoprire tutte quelle che compongono il mosaico concepito da Eva Brioschi: una superficie policroma mai uguale a se stessa, imprevedibile, avvincente. Simone Menegoi Direttore artistico di Arte Fiera

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Eva Brioschi THE OPEN WORK

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In his essay The Open Work, Umberto Eco (Piedmontese by birth but Emilian by adoption) treats the subject of indefinability in a work of art, understood as an apparatus that anyone – even the artist himself – can “use” the way he thinks best. Although open works are formally finished by their creator, they are “completed” by the interpreter at the time of their aesthetic use. Thus, every use becomes an interpretation and a performance. The concept of open art is a metaphor of the impossibility to unequivocally interpret every human creation, in an age in which concepts such as discontinuity, fluidity, indeterminism, entropy, contradiction, and complexity demonstrate our need to adapt (resilience) to the world we live in, accepting it and integrating it in our sensibility. Contemporary art, almost par excellence, needs both critical contribution as well as participation. Its ambiguity, multivalence, indeterminacy give rise to infinite interpretive possibilities that put the spectator and creator in an active relationship, with unconscious projections and continuous additions. In this personal and partial exploration of collections in Emilia-Romagna, I attempted to account for multiple aspects of this constitutive peculiarity of contemporary art – an invitation to “complete” the work with the creator by means of a careful, aware, but also personal interpretation. The exhibit is not divided into precise sections, respecting as much as possible its essential theorem (the open nature of contemporary art), which allows variegated and fluid demonstrations and infinite corollaries. Rather, it should be understood as a device to be activated, put into motion through experience: a visit to be made with open eyes and mind. The incipit of this path is a walk-through work by Gianni Colombo, a “cacogoniometric architecture” (the artist’s own definition) that is part of a series of environmental works (wood structures and arches) that Colombo started creating in the early 1980s with the intention of awakening the spectator’s passive perception by pushing him to confront an unusual use of space. This installation introduces visitors to the beginning of a path in which they will be asked to renounce certainties, categories, and prejudices. A trip to be taken with the lightness that Calvino spoke about in his Six Memos for the Next Millennium: lightness that is not superficiality but “gliding above things, not having weights on your heart.” Elisabetta Benassi’s maps/mouchoirs and Matthew Ritchie’s large canvas entitled Mr. Universe speak of escapes and parallel worlds and provide counterpoint to mysterious obstacles, sculptures such as the installations by Fischli & Weiss, gres sculptures by Zauli and Silver, a totemic and unusual Mattia Moreni. Works that want to be elements of détournement, sud-


Eva Brioschi L’OPERA APERTA Nel saggio che va sotto il titolo Opera aperta Umberto Eco, piemontese di origine ma emiliano d’adozione, affronta il tema dell’indefinitezza dell’opera d’arte, intesa come un apparato che chiunque, persino il suo stesso autore, può “usare” come meglio crede. Le opere aperte sono opere che, seppure formalmente compiute dal loro esecutore, vengono “completate” dall’interprete nel momento stesso della loro fruizione estetica. Ogni fruizione diviene così un’interpretazione e un’esecuzione. Il concetto di arte aperta è una metafora dell’impossibilità di dare lettura univoca di ogni creazione umana, in un’epoca in cui nozioni come discontinuità, fluidità, indeterminismo, entropia, contraddizione e complessità, manifestano la necessità di adattarsi (resilienza) alla realtà in cui viviamo, accettandola e integrandola alla nostra sensibilità. L’arte contemporanea è quasi per antonomasia un’arte bisognosa di contributo critico, ma anche di partecipazione. La sua ambiguità, plurivalenza, indeterminatezza, costituiscono la germinazione di infiniti protocolli di lettura, transazioni che mettono in relazione attiva il fruitore e l’autore, proiezioni inconsce e aggiunte continue. In questa personale e parziale esplorazione delle collezioni presenti sul territorio emiliano-romagnolo, la mia visione ha cercato di dare conto di alcune declinazioni di questa particolarità costitutiva del contemporaneo. Un invito a “completare” l’opera con l’autore mediante una lettura attenta, consapevole, ma anche personale. La mostra non si divide in sezioni definite per rispettare quanto più possibile l’enunciato del suo teorema (la natura aperta dell’arte contemporanea), che ammette dimostrazioni variegate e fluide, e corollari infiniti. Essa è da intendersi piuttosto come un dispositivo da attivare, un congegno da mettere in movimento attraverso l’esperienza: una visita che va compiuta con occhi e mente aperti. L’incipit di questo cammino è un’opera attraversabile di Gianni Colombo, un’“architettura cacogoniometrica” - la definizione è dell’artista stesso - che fa parte di una serie di opere ambientali (strutture lignee ad archi) che Colombo comincia a realizzare nei primi anni Ottanta con l’intento di destare la passività percettiva dello spettatore, mettendolo di fronte a un utilizzo inconsueto dello spazio. Quest’installazione introduce il visitatore all’inizio di un percorso nel quale gli sarà chiesto di abbandonare certezze, categorie e pregiudizi. Un viaggio da compiere con la leggerezza di cui Calvino parlava nelle sue Lezioni americane, quella leggerezza che non è superficialità ma «planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore». Di evasioni e di mondi paralleli parlano le mappe/mouchoirs di Elisabetta Benassi e una grande tela di Matthew Ritchie intitolata Mr. Universe, a cui

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den changes of perspective which, by means of astonishment and irony, induce reflection under the surface of perception. A precious and abstract work by Gerhard Richter and numerous works linked to the idea of the indefiniteness of form (Ruggeri, Bendini, Romiti, to mention just a few) accompany our eyes beyond the pictorial surface until we break through it with works by Fontana and Boetti. The visitor encounters oases of hieratic calm in Morandi’s watercolours, in Salvo’s Palms, in one of his Self-portraits with still life, in the oneiric reflections of Elisa Sighicelli’s photograph printed on satin, but also apocalyptic landscapes in Xavier Ribas’s large photographic installation. At the centre of the exhibition, visible from almost every corner of the show, a female head rises hieratically and majestically, seeming to emerge from below ground only up to her lower eyelids. Eyes wide open, wearing a crown with cosmic and nautical symbols, this girl’s head is a major loan from the Cineteca di Bologna to celebrate the centennial of Federico Fellini’s birth (20 January 1920 – 31 October 1993). Designed for the film Il Casanova (1976) and constructed of polystyrene, wood, painted plaster and fibreglass, Fellini named it Venusia (as in the piece in the soundtrack composed by Nino Rota, “O Venezia, Venaga, Venusia”). The head appears in the film’s opening sequence: in a merry and carnivalesque night, the head, amid joyful shouts, emerges from the waters of the Grand Canal right under the Rialto Bridge, but then quickly submerges again, as if an ill omen, seeming to anticipate Casanova’s fate. The head returns in the film’s final scene, when it materialises, motionless, on the surface of a surreal and completely frozen Venetian lagoon. This head is the pulsing heart of the exhibit, the symbol of a deeply felt interpretation of Emilia-Romagna’s collections, which hide unexpected masterpieces such as this. After the encounter with Fellini’s Venusia, visitors are asked to engage all of their physicalness in a confrontation with works that focus on the human body and its expressive flexibility, as expressed by Sughi’s nervous and tormented brush strokes, Martini’s sculptural mastery, the skilful and voluptuous use of light in the works of Dino Pedriali, called the 20th century’s Caravaggio of photography, with his iconic portraits of Pasolini, Warhol, and Carol Rama (to name just a few). The exhibit continues with moments of public participation, with works that present art as a form of social involvement, such as Pistoletto’s serigraphy on steel, testimonies of performances by Cintoli and Mattin, but also multiple images of the same scene, taken simultaneously by several cameras remote-controlled by Barbara Probst. Continuing the visit in an anticlockwise direction, with Venusia as ful-


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fanno da contrappunto degli inciampi misteriosi, opere scultoree come le installazioni di Fischli & Weiss, le sculture in gres di Zauli e Silver, un totemico e inconsueto Mattia Moreni. Opere che vogliono essere elementi di détournement, degli scarti prospettici che inducono, attraverso stupore e ironia, a una riflessione sotto la superficie della percezione. Un prezioso e astratto Gerhard Richter e numerose opere legate all’idea di indefinitezza della forma (Ruggeri, Bendini, Romiti, per citarne alcuni) accompagnano i nostri occhi oltre la superificie pittorica, fino ad attraversarla grazie alle opere di Fontana e Boetti. Il visitatore incontra quindi oasi di calma ieratica negli acquerelli di Morandi, nelle Palme di Salvo, in un suo Autoritratto con natura morta, nei riflessi onirici della fotografia stampata su raso di Elisa Sighicelli; e ancora paesaggi apocalittici nella grande installazione fotografica di Xavier Ribas. Al centro dello spazio espositivo, visibile quasi da ogni angolo della mostra, si erge ieratica e maestosa la sommità di una testa femminile, che sembra emergere dal suolo soltanto fino all’altezza delle palpebre inferiori. Gli occhi sgranati, la chioma cinta da una corona sormontata da simboli cosmici e marini, questa testa di fanciulla è un importante prestito che arriva dalla Cineteca di Bologna, per celebrare il centenario della nascita di Federico Fellini (20 gennaio 1920 – 31 ottobre 1993). Essa fu infatti progettata per il film Il Casanova (1976); realizzata in polistirolo, legno, gesso dipinto e vetroresina, chiamata da Fellini stesso Venusia (nome che ritorna nel brano della colonna sonora composta da Nino Rota, “O Venezia, Venaga, Venusia”) la scultura compare nella sequenza di apertura del film. In una festosa e carnevalesca notte, proprio sotto il Ponte di Rialto, il capo della creatura emerge dalle acque del Canal Grande tra grida gioiose, ma rapidamente si inabissa di nuovo come un cattivo presagio, che sembra anticipare le sorti del protagonista. Ritroviamo la scultura nel finale del film, quando affiora immobile dalla laguna veneziana surreale e completamente ghiacciata. Questa testa è il cuore pulsante della mostra, il simbolo di una lettura partecipata delle collezioni emiliano-romagnole, che nascondono capolavori inattesi come questo. Dopo l’incontro con la Venusia felliniana il visitatore viene chiamato a misurarsi con tutta la propria fisicità in un confronto con opere che mettono al centro il corpo umano, la sua duttilità espressa mediante i nervosi e tormentati tocchi pittorici di Sughi, l’asciutta maestria scultorea di Martini, il sapiente e voluttuoso uso della luce nelle opere di Dino Pedriali, definito il Caravaggio della fotografia del Novecento, a cui si devono ritratti iconici di Pasolini, Warhol, Carol Rama (per citarne solo alcuni). La mostra continua con momenti di partecipazione del pubblico attraverso

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crum, we enter a room with a videoprojection by Yuri Ancarani from the Mast collection. The video, entitled Da Vinci, refers to Leonardo but features a robot - so called - filmed at work in the Centre for Robotic Surgery at Pisa University Hospital. A surgeon uses a joystick to remotely control a robot performing surgery in an operating room. The sharp, documentary images have no dialogue, but rather a pervasive and absorbing soundtrack that accompanies the gestures and movements of man and machine, which seem to stage the choreography of a dance. The human mind is the perfect machine that presides over and conducts this performance. Another video accompanies us toward the end of our path: The Half Hitching Post by Yang Fudong, one of China’s most important contemporary artists. Once again, the subject of this work is a journey: two young couples (played by the same actors) meet in a mountainous landscape with hard, dry, yellow earth. One couple is fleeing the city and its noise and chaos, while the other is traveling to the city, seeking liberation from that arid rocky land, metaphor of a life of adversity and hard labour. A minimal, fragmentary narration describes the idiosyncrasies of an alienated modern world. At the end of the path we receive an invitation to look further, toward a metaphysical space beyond human finiteness and beyond time measured by social conventions, in Masbedo’s video Look Beyond and in Carlo Benvenuto’s photograph, which manages to capture the invisible, exceeding the ability of the human eye and the mimetic recording of the camera. Likewise, Maurizio Nannucci, with his neon Think, urges us to combine feeling and reason, to understand that the duty of art is not to provide answers, since it is in perpetual balance between order and disorder, between limits and transgressions, in an exchange between centre and periphery where images are replaced by new forms of language. This is the statement printed on a poster by the artist, the only piece extraneous to the show because it was not lent by a local institution, but instead inserted as an epilogue, a marginal note to this exhibit/journey, whose end, as always and for everyone, is a new beginning.


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opere che mettono in pratica l’arte come forma di coinvolgimento sociale, come la serigrafia su acciaio di Pistoletto, le testimonianze delle performance di Cintoli e Mattin, ma anche le molteplici immagini della stessa scena, scattate simultaneamente da diversi apparecchi fotografici radiocomandati da Barbara Probst. Proseguendo nella visita in senso antiorario, con la Venusia felliniana come fulcro, incontriamo una stanza con una videoproiezione di Yuri Ancarani, proveniente dalla collezione del Mast. Il video, dal titolo Da Vinci, rimanda al genio italiano ma ha per protagonista un robot – così chiamato - filmato in azione al centro di chirurgia robotica dell’ospedale universitario di Pisa. Qui un chirurgo, tramite joystick, comanda in remoto il robot che esegue l’operazione nella sala chirurgica. Le immagini nitide e documentarie non hanno alcun dialogo, ma sono corredate da un sonoro pervasivo e coinvolgente che accompagna i gesti e i movimenti di uomo e macchina, che sembrano inscenare la coreografia di una danza. La mente umana è la macchina perfetta che presiede e governa questo spettacolo. Ancora un video ci accompagna verso la fine di questo cammino, si tratta di The Half Hitching Post di Yang Fudong, uno dei più importanti artisti contemporanei cinesi. In quest’opera ritorna il tema del viaggio: due coppie di giovani (interpretate dai medesimi attori) s’incontrano in un paesaggio montuoso dominato da una terra ocra, secca e dura. Una coppia fugge dalla città, dal rumore, dalla confusione, mentre l’altra cerca emancipazione da quella terra di montagna arida, metafora di una vita di avversità e duro lavoro, dirigendosi verso la città. Una narrazione minima e frammentaria racconta le idiosincrasie di una modernità alienata. Al termine del percorso espositivo troviamo un invito a guardare oltre, verso uno spazio metafisico al di là della finitezza umana e del tempo scandito dalle nostre convenzioni sociali, nel video Look Beyond dei Masbedo, nella fotografia di Carlo Benvenuto, che riesce a catturare l’invisibile, superando la capacità percettiva dell’occhio umano e la registrazione mimetica della macchina fotografica. Anche Maurizio Nannucci, con il suo neon Think, ci sollecita a unire sentimento e ragione, a comprendere che l’arte non ha il dovere di fornire risposte, poiché essa sta in perenne equilibrio tra ordine e disordine, tra i limiti e le loro trasgressioni, in uno scambio tra centro e periferia dove le immagini vengono rimpiazzate da nuove forme di linguaggio. Questo è lo statement stampato su un poster dello stesso autore, unico elemento spurio alla mostra perché non prestato da un’istituzione della regione, ma inserito come un epilogo, una postilla a margine di questa mostra/viaggio, la cui fine sia per tutti, come sempre, un nuovo inizio.

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Maurizio Nannucci

Art is not intended to be perfectly transparent in meaning... poster 68 x 99 cm Base progetti per l’arte / Maxxi, Roma 2016 12


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ISTITUZIONI INSTITUTIONS

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COLLEZIONE FONDAZIONE MAST BOLOGNA La Fondazione MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, ente non profit legato al gruppo industriale Coesia, nata nel 2013, è una realtà culturale internazionale che promuove progetti di innovazione sociale e welfare aziendale. Il MAST è un luogo aperto alla città, di condivisione e collaborazione, che ospita diverse attività. La Gallery ne è uno dei pilastri, con le due anime che la rappresentano: quella multimediale, sulla tecnologia del gruppo Coesia, e quella della fotografia dell’Industria e del Lavoro, in cui si inserisce la collezione di oltre 5000 opere tra immagini, video, pubblicazioni. La PhotoGallery di MAST è uno spazio espositivo che vede alternarsi, ogni quattro mesi, esposizioni tematiche e progetti monografici, mostre storiche e proposte di autori contemporanei, tratte dalla collezione o provenienti da altri archivi, istituzioni internazionali e raccolte private. Dal 2013 ha proposto al pubblico 22 mostre temporanee curate da Urs Stahel, che è anche curatore della collezione. Il nuovo progetto espositivo della Fondazione MAST (25 gennaio – 3 maggio 2020) è UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK, che comprende una grande mostra collettiva sulle divise da lavoro nelle immagini di 44 fotografi internazionali e un’esposizione monografica di Walead Beshty Ritratti industriali che raccoglie centinaia di ritratti di addetti ai lavori del mondo dell’arte incontrati dall’artista nel corso della sua carriera. The MAST Foundation, Arts, Experience and Technology, a non-profit institution linked to the Coesia industrial group, opened in 2013, is an international cultural centre promoting social innovation and company welfare projects. The MAST is a place for sharing and collaborating that hosts various activities open to the city. The PhotoGallery is one of its pillars, characterised by two key elements: a multimedia approach linked to the technology of the Coesia group and a visual approach, including the collection of photography on industry and work, which consists in over 5000 works – images, videos and publications. The MAST PhotoGallery is an exhibition space presenting thematic exhibitions, monographic projects, historical shows and proposals of contemporary authors, selected from the collection or on loan from other archives, international institutions and private collections. Since 2013 it has offered to the public 22 temporary exhibitions curated by Urs Stahel, who is also the curator of the collection. The new exhibition project of the MAST Foundation (25 January - 3 May 2020) is UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK, which includes a collective exhibition on work uniforms in the images of 44 international photographers and a monographic exhibition of Walead Beshty’s, Industrial Portraits, which brings together hundreds of portraits of art world insiders encountered by the artist during his career.

ARTISTI ARTISTS YURI ANCARANI XaviER RIBAS


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griglia immagini

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Yuri Ancarani

Da Vinci 2012 pellicola 35 mm, 5.1 dolby digital, videoproiezione a un canale, 25’ Collezione MAST

© Yuri Ancarani, courtesy of the artist and Gallery ZERO, Milan

mast.org

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COLLEZIONE FONDAZIONE TITO BALESTRA ONLUS LONGIANO, FORLÌ- CESENA La Fondazione Tito Balestra deve il suo nome e la sua intera esistenza a Tito Balestra. Si costituì infatti grazie all’atto di liberalità della moglie, Anna Maria De Agazio, la quale dopo la prematura morte del marito nel 1976, donò alla Fondazione l’intero patrimonio figurativo, per un totale di oltre 2000 opere fra oli, opere di grafica e di scultura. La Collezione fu aperta al pubblico per la prima volta nel 1982. Il 30 dicembre 1989 essa ottenne il riconoscimento giuridico da parte del Presidente della Repubblica; nello stesso anno cambiò sede trasferendosi nelle sale del Castello Malatestiano, completamente restaurato. Sin dall’inaugurazione avvenuta nel giugno del 1991, la Fondazione persegue lo scopo di diffondere la conoscenza dell’opera grafica e delle arti visive contemporanee attraverso l’esposizione permanente di parte delle opere, mostre temporanee, manifestazioni, convegni promossi anche in collaborazione con enti pubblici e privati, ed altre molteplici attività. Un’attenzione specifica è rivolta ai laboratori didattici, attivi dal 1999. The Foundation’s name and its entire existence is bound to Tito Balestra. After his early death in 1976, Anna Maria De Agazio, Balestra’s widow, donated his figurative heritage (over two thousand paintings, sculptures and graphic works) in order to constitute the Foundation. The Collection opened to the public for the first time in 1982. On December 30th 1989, Tito Balestra Foundation received legal recognition by the President of the Republic and in the same year moved inside the completely restored Malatestian Castle. Since its inauguration, aims and purposes of the Foundation are to raise knowledge of graphic work and contemporary visual art by exploiting the remarkable artistic patrimony preserved and by promoting moments of meeting and exchange, conferences, events, also in cooperation with public and private institutions. The Foundation aims to increase its activities, sound attention is paid to educational workshops, active since 1999. fondazionetitobalestra.org

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ARTISTI ARTISTS Bruno CONTE


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BRUNO CONTE

(5-14) 1963 pannello: costruzione in legno, gesso e pittura 48,5 x 25,5 x 2 cm 19


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COLLEZIONE MARAMOTTI REGGIO EMILIA

La Collezione Maramotti è una collezione d’arte contemporanea privata che ha aperto al pubblico nel 2007, nella sede storica della società Max Mara, a Reggio Emilia. La collezione permanente, visitabile gratuitamente e su prenotazione, consta di una selezione di oltre duecento opere dal 1945 ad oggi – soprattutto dipinti, ma anche sculture e installazioni – rappresentative delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali del secondo Novecento e delle ricerche contemporanee più recenti. Sono inoltre presentati con continuità mostre tematiche e progetti temporanei commissionati ad artisti internazionali. Le opere realizzate divengono parte della Collezione, con l’obiettivo di fondere pratiche di acquisizione e apertura ad una loro fruizione pubblica. Inoltre la Collezione Maramotti espone e acquisisce i progetti delle vincitrici del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery, premio biennale giunto alla sua ottava edizione, rivolto ad artiste emergenti con base nel Regno Unito. Collezione Maramotti, located in the historical headquarters of the Max Mara company in Reggio Emilia, is a private contemporary art collection that opened to the public in 2007. The permanent collection, visits to which can be booked free of charge, comprises a selection of more than two hundred works from 1945 to the present – mostly paintings, but also sculptures and installations – representing the most significant Italian and international artistic trends since 1950 as well as the most recent contemporary research. Thematic exhibitions and temporary projects commissioned from international artists, are also regularly presented. The works created become part of the Collection, with the goal of merging acquisition policies and greater enjoyment by the general public. In addition, the Collection exhibits and acquires the projects of artists awarded the two-yearly Max Mara Art Prize for Women, in collaboration with Whitechapel Gallery, addressed to emerging women artists based in the United Kingdom. collezionemaramotti.org

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ARTISTI ARTISTS Luisa RABBIA Matthew RITCHIE Gerhard RICHTER John F. Simon Jr


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Gerhard RICHTER AB, Mohn 1986 olio su tela 67,5 x 82 x 3 cm

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COLLEZIONE MASSIMO ORSINI MUTINA FOR ART FIORANO, MODENA

Fischli & Weiss

Untitled (tube) 2011-2012 fusione in gomma sintetica 37,5 x 33 cm (scultura) 35 x 80 x 47 cm (base)

Mutina for Art è un progetto variegato che include lo spazio espositivo MUT presso la sede Mutina di Fiorano Modenese, il premio This is Not a Prize assegnato annualmente per sostenere un artista internazionale, e DIALOGUE, un programma di collaborazioni con artisti, gallerie e istituzioni artistiche. Mutina for Art is a multifaceted project which comprises the exhibition space MUT at Mutina Headquarters in Fiorano Modenese, the award This is Not a Prize, assigned annually in the support of an international artist, and DIALOGUE, a regular programme of collaborations with artists, galleries and artistic institutions.

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mutina.it

ARTISTI ARTISTS Fischli & Weiss

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COLLEZIONE MUSEO CARLO ZAULI FAENZA Il Museo Carlo Zauli è un contenitore che attraverso le sue collezioni e attività dal 2002 esplora e diffonde l’arte contemporanea, con una speciale attenzione alla ceramica, materiale della tradizione locale. Si trova a Faenza, negli spazi appartenuti dal 1949 allo scultore Carlo Zauli. Attraverso un intenso programma (residenze d’artista, conferenze, eventi di musica e teatro contemporanei, workshop) il museo racconta la vitalità che ne ha sempre caratterizzato l’atmosfera, diventando un punto di riferimento per la produzione e diffusione dei linguaggi contemporanei. Carlo Zauli Museum is a container that through its collections and activities since 2002 has explored and spread contemporary art, with a special attention to ceramics, the material of the local tradition. It is located in Faenza, in the spaces that have belonged of the sculptor Carlo Zauli since 1949. Through its intense program (artist residencies, lectures, contemporary music and theatre events, didactic workshops) the museum tells the vitality who has always characterized the atmosphere of the space, becoming a point of reference for the production and spreading of contemporary languages. museozauli.it

ARTISTI ARTISTS DAniel SILVER Carlo ZAULI

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Carlo ZAULI

Dado esploso 1985 gres 106,5 x 99,5 x 83,5 cm

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COLLEZIONE VERZOCCHI MUSEO CIVICO DI PALAZZO ROMAGNOLI A due passi dai Musei San Domenico, lo storico Palazzo Romagnoli, oggi sede museale, ospita le collezioni civiche del Novecento. L’intero piano terra è dedicato all’esposizione permanente della prestigiosa Collezione Verzocchi. Questa Collezione, nata dalla volontà di un affermato imprenditore d’origine forlivese e donata al Comune di Forlì nel 1961, raccoglie settanta quadri di artisti italiani di generazioni diverse e di diverse tendenze artistiche, da Guttuso a Donghi, da Vedova a De Chirico, uniti da uno stesso filo conduttore: il Lavoro. La singolare impresa di Giuseppe Verzocchi (Roma 1887 – Milano 1970), libero imprenditore, appassionato e tenace industriale delle costruzioni, viene illustrata non solo attraverso l’esposizione di tutti i dipinti, ma viene contestualmente narrata a partire da una selezione di documenti, fra i quali fotografie, oggetti e testimonianze scritte. La visita al Palazzo prosegue al primo piano dove sono collocati oli e incisioni di Giorgio Morandi, sculture di Adolfo Wildt e La grande Romagna’ opere pittoriche e plastiche rappresentative del vasto e composito patrimonio novecentesco forlivese. Palazzo Romagnoli, only a few minutes walk from Musei San Domenico, is an historic building hosting today the civic collections of the twentieth century. The entire ground floor hosts the permanent exhibition of the Verzocchi collection. This prestigious collection came to be thanks to the efforts of a successful local entrepreneur and was then donated to the municipality of Forlì in 1961. It consists of seventy paintings made by Italian artists of different generations and various artistic trends. From Guttuso to Donghi, from Vedova to De Chirico; all the works of art share a common theme: labour. The singular endeavour of Giuseppe Verzocchi (Rome 1887 – Milan 1970), passionate and tenacious entrepreneur in the construction industry, is illustrated not only through the exhibition of the paintings he commissioned but is narrated at the same time with the support of a selection of documents, such as photographs, personal objects and written records. On the first floor, the visitors will find a selection of works which include oil paintings and engravings by Giorgio Morandi, sculptures by Adolfo Wildt and La grande Romagna, pictorial and sculptural works representative of the vast and multi-faceted heritage of Forlì in the twentieth century. cultura.comune.forli.fc.it

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ARTISTI ARTISTS Enrico PRAMPOLINI


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Enrico PRAMPOLINI

Il lavoro nel tempo (ritmi geologici) 1949 olio su tela 99 x 78,5 x 5,7 cm 27


c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

COLLEZIONI D’ARTE E DI STORIA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA GENUS BONONIAE. MUSEI NELLA CITTÀ Il polo Genus Bononiae Genus Bononiae. Musei nella Città è un percorso culturale, artistico e museale, nato per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, e articolato in palazzi storici restaurati e riaperti al pubblico, situati nel cuore di Bologna. Un museo diffuso Per meglio descrivere e comprendere il «genus», la stirpe dei bolognesi di ieri e di oggi, Genus Bononiae. Musei nella Città si sviluppa attraverso un percorso urbano che ne racconta la storia, la vita, le arti e i sogni; utilizza le strade di Bologna come corridoi, palazzi e chiese come sale di un unico grande museo, inserendosi nella struttura istituzionale già esistente e prevedendo un pieno collegamento con le altre realtà culturali, economiche e sociali che animano la comunità locale. Genus Bononiae itinerary Genus Bononiae. Museums in the City is a cultural, artistic and museum itinerary, created by the Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. It is composed of historical buildings, right in the centre of Bologna, that have been restored and are now open to the public. A scattered museum To better describe and understand the “genus” and stock of the Bolognese people from yesterday and today, Genus Bononiae. Museums in the City follows a path through the city and narrates its history, life, arts and dreams; it uses the streets of Bologna as corridors and the buildings and churches as rooms, blending into the existing institutional structure, and ensuring a full link with other museums, art galleries, as well as the other cultural, economic and social initiatives which animate the local community.

Fabio Roversi-Monaco Presidente di President of Genus Bononiae. Musei nella Città

Carlo Monti Presidente President of Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

genusbononiae.it

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SALVO

Palme 2000 olio su tela 81 x 181 cm

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

ARTISTI ARTISTS Carla ACCARDI Vasco BENDINI Mino ROSSO SALVO

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

COMITATO DOUTDO

doutdo è un contenitore di iniziative culturali promosso dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli che ha lo scopo di raccogliere fondi in favore della Fondazione Hospice. Ogni due anni doutdo propone eventi dedicati alle arti e alle eccellenze della nostra cultura coinvolgendo artisti, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti. La prima edizione del 2012 è stata dedicata all’arte contemporanea, madrina d’eccezione con un suo Wish Tree, Yoko Ono, mentre l’edizione 2014 ha visto protagonista il design con padrini i Masbedo. L’edizione 2016 ha coinvolto invece i mondi dell’arte contemporanea, architettura e design e ha sviluppato un ambizioso progetto di realtà virtuale. Padrino d’eccezione, Dario Fo e tutor e ispiratore, Alessandro Mendini. L’edizione 2016 è stata selezionata per l’assegnazione del Compasso d’Oro 2018. L’edizione 2018-20 si prefigge un importante obiettivo etico: riflettere, attraverso l’arte, sul rapporto tra le morali individuali e la responsabilità sociale. Padrini di questa quarta edizione Alessandro Mendini e Philip Rylands. doutdo is a container of cultural initiatives promoted by the Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli, whose aim is raising funds to support the Foundation projects. Every two years doutdo promotes events dedicated to the arts and the excellence of our culture, involving institutions, private companies and collectors. The first edition in 2012 was dedicated to contemporary art and has been honoured by the participation, as a tutor, of the international artist Yoko Ono with her Wish Tree. Design was the topic chosen for the 2014 edition whose tutor was the renown artistic pair Masbedo. The 2016 edition involved the contemporary art, architecture and design worlds with an ambitious virtual reality project. The tutor of this edition was the Nobel Prize for Literature Dario Fo and the muse was Alessandro Mendini. The 2016 edition was selected for the award of the Golden Compass 2018. doutdo 2018-20 aims at an important ethical goal: to reflect, through art, on the relationship between individual morals and social responsibility. Tutors of this fourth edition are Alessandro Mendini and Philip Rylands. doutdo.it

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ARTISTI ARTISTS Elisabetta BENASSI Masbedo ALESSANDRO Mendini MAURIZIO Nannucci


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

ALESSANDRO MENDINI

Lassù 1983 scultura in bronzo con base in pietra leccese 20 x 129 x 18 cm 20 x 100 x 18 cm (base)

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

FONDAZIONE CINETECA DI BOLOGNA La Fondazione Cineteca di Bologna, fondata nei primi anni Sessanta, è membro della Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF) dal 1989 e dell’Association des Cinémathèques Européennes (ACE) dal 1991. Negli anni ha sviluppato il profilo internazionale dei propri progetti, che vanno dalla conservazione al restauro e valorizzazione del patrimonio cinematografico, dai programmi didattici alla programmazione quotidiana nelle proprie sale, dall’apertura di una biblioteca specializzata che raccoglie o lavora su archivi preziosissimi come quelli di Charlie Chaplin, Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica, Bernardo Bertolucci, fino alla realizzazione del festival Il Cinema Ritrovato, manifestazione dedicata al grande cinema del passato di ogni epoca e luogo e che raccoglie oltre 100mila spettatori ogni anno a cavallo tra giugno e luglio. L’archivio film della Cineteca raccoglie oltre 70mila titoli rappresentativi di tutta la storia del cinema, dall’epoca muta ai nostri giorni. Tra le altre: leggendarie case di produzione come Titanus e Cristaldi hanno depositato alla Cineteca di Bologna le loro collezioni. Il laboratorio della Cineteca, L’Immagine Ritrovata, è oggi considerato uno dei migliori laboratori al mondo, e ha lavorato ai capolavori di Sergio Leone, Charlie Chaplin, Pier Paolo Pasolini, i fratelli Lumière, Luchino Visconti, F. W. Murnau, Vittorio De Sica, Jean Renoir, Federico Fellini, Roberto Rossellini e molti altri. Fondazione Cineteca di Bologna is an internationally distinguished film archive founded in the 1960s, a full member of the Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF) since 1989, and of the Association des Cinémathèques Européennes (ACE) since 1991. In the last 20 years Fondazione Cineteca di Bologna has broadened its projects, activities and areas of distinction which include: film restoration, film collection, teaching programs, daily theatrical screenings, publishing (books and DVDs), a globally known restoration festival - Il Cinema Ritrovato - and five other festivals throughout the year, a library, non-film collections - photography, graphic design, art, and archives - the Chaplin, Pasolini, De Sica, Bertolucci archives. Fondazione Cineteca di Bologna film vaults hold a collection of over 70,000 prints including 16 and 35mm positives and negatives of films restored by the archive and collections belonging to film producers, distributors and collectors, offering a representation of the whole history of cinema, from silent to sound up to the mid-1990s. Among others, the legendary film production companies Titanus and Cristaldi Film have recently deposited their collections with the Cineteca. Cineteca’s L’Immagine Ritrovata laboratory has established its reputation in the world of film archives thanks to the restoration of many masterpieces by Leone, Chaplin, Pasolini, the Lumière brothers, Visconti, Murnau, Renoir, De Sica, Fellini, Rossellini and many others. Cineteca is also a partner in The Film Foundation’s World Cinema Project for the restoration, dissemination, and preservation of cinema heritage from neglected countries. cinetecadibologna.it

ARTISTI ARTISTS Dino CANDELO

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l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Dino CANDELO, Scultore Realizzata Da Mekane Su Ideazione E Indicazioni Di Dante Ferretti E Francesca Lo Schiavo

Venusia 2010 polistirene espanso verniciato 300 x 400 x 630 cm c.ca

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c o u r t e s y e m i l i a

griglia immagini

r o m a g n a

Sergio ROMITI

Oggetti su tavolo 1949 olio su tela 85 x 65 cm

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FONDAZIONE DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA BOLOGNA La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna è una fondazione di origine bancaria nata nel 1991 dalla Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Dal 2002 la sede della Fondazione è Palazzo Paltroni, in via delle Donzelle 2, nel cuore di Bologna. La Fondazione persegue finalità di solidarietà sociale, contribuisce alla salvaguardia e alla crescita del patrimonio artistico e culturale, al sostegno della ricerca scientifica e allo sviluppo delle comunità locali attraverso la definizione di programmi e progetti di intervento da realizzare direttamente o con la collaborazione di altri soggetti pubblici o privati. In occasione di Arte Fiera 2020, la Fondazione organizza due mostre, che testimoniano l’attenzione e l’impegno costante verso l’arte contemporanea: 3 Body Configurations. Claude Cahun, VALIE EXPORT, Ottonella Mocellin, una mostra collettiva a cura di Maura Pozzati e Fabiola Naldi (dal 18 gennaio al 18 aprile in via delle Donzelle 2), e Nave Nodriza, un’installazione site-specific di Elulalia Valldosera a cura di Maura Pozzati (dal 19 al 26 gennaio presso l’Oratorio di San Filippo Neri della Fondazione del Monte in via Manzoni 5).

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Fondazione del Monte di Bologna and Ravenna is a banking foundation founded in 1991 from the Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Since 2002, the Foundation headquarter is Palazzo Paltroni, in via delle Donzelle 2, in the heart of Bologna. The foundation pursues aims of social solidarity, contributes to the preservation and development of cultural and artistic heritage, supports scientific research and local communities development through the design of programs and intervention projects to be implemented directly or in collaboration with public or private entities. On the occasion of Arte Fiera 2020, the Foundation organizes two exhibitions, that unfold the attention and the longstanding commitment towards contemporary art: 3 Body Configurations. Claude Cahun, VALIE EXPORT, Ottonella Mocellin, a collective exhibition curated by Maura Pozzati and Fabiola Naldi (from the 18th January until the 18th April in via delle Donzelle 2), and Nave Nodriza, a site-specific work by Eulalia Valldosera curated by Maura Pozzati (from 19th to the 26th January at Oratorio di San Filippo Neri in via Manzoni 5). fondazionedelmonte.it

ARTISTI ARTISTS SERGIO ROMITI

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

FONDAZIONE LERCARO RACCOLTA LERCARO BOLOGNA La Raccolta Lercaro: un museo da scoprire Il nucleo originario della collezione d’arte risale al 1971, quando quattro artisti bolognesi (Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi) donarono alcune loro opere al cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976) in occasione del suo 80° compleanno. Se da un lato veniva così riconosciuta l’attenzione che egli aveva sempre riservato all’arte, dall’altro si gettavano le basi per una vera e propria collezione di pittura e scultura. Col tempo, infatti, sono state acquisite altre opere soprattutto grazie ai rapporti intrattenuti dall’Arcivescovo con artisti di valore internazionale. La collezione permanente oggi comprende opere di Giacomo Manzù, Francesco Messina, Vittorio Tavernari e molti altri. Tra le opere di pittura e grafica, lavori di Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Adolfo Wildt. Nel 2014 la collezione si è ulteriormente arricchita grazie a nuove donazioni di lavori di Giovanni Boldini, Mario Fallini, Mirco Marchelli, Marcello Mondazzi, Graziano Pompili, Georges Rouault, Ettore Spalletti, William Xerra. The “Raccolta Lercaro”: a museum to discover The original core of the “Raccolta Lercaro” dates back to 1971, when four artists from Bologna (Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi) donated some of their works to Giacomo Lercaro (18911976), Archbishop Emeritus of Bologna, on the occasion of his eightieth birthday. The original collection has grown over the years, adding many other works of art. In 2009, Bishop Ernesto Vecchi, President of the Foundation “Giacomo Lercaro”, asked the new director, Andrea Dall’Asta S.I., to reorganize the exhibition space to leave space for temporary exhibitions and for promoting various cultural activities. The “Raccolta Lercaro” has since worked to become the producer of culture, educator of young people and a place of meditation of imagery. This ambition recognizes how man’s search for Beauty testifies to his longing for the Absolute. raccoltalercaro.it

ARTISTI ARTISTS Arturo MARTINI Piero RUGGERI

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l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Piero Ruggeri

Studio per figura nel paesaggio 1960 olio su compensato 39 x 27 cm

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

FONDAZIONE MASSIMO E SONIA CIRULLI SAN LAZZARO DI SAVENA, BOLOGNA La Fondazione Massimo e Sonia Cirulli ha come obiettivo la valorizzazione dell’arte e della cultura visiva italiana del XX secolo dalla nascita della modernità fino agli anni del boom economico (1900-1970). La Fondazione Cirulli propone progetti culturali dal taglio interdisciplinare attingendo alla ricca collezione che spazia dall’arte figurativa, al disegno progettuale, alla grafica, alla fotografia per raccontare uno spaccato della cultura italiana attraverso testimonianze inconsuete. La sede è a San Lazzaro di Savena in un edificio simbolo dell’architettura moderna italiana. Progettato nel 1960 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Dino Gavina, nel corso degli anni si è trasformato in un crocevia d’incontri che ha segnato la storia della cultura visiva e del design industriale del XX secolo. Fra i tanti personaggi del mondo della cultura che hanno varcato la soglia di questo edificio, ci sono artisti come Carlo e Tobia Scarpa, Marcel Breuer, Man Ray e Marcel Duchamp che lo hanno reso un vero e proprio laboratorio creativo, restituito alla città. Fondazione Massimo e Sonia Cirulli aims to promote, at a national and international level, the knowledge of twentieth-century Italian art and visual culture. The Fondazione will launch a variety of cultural projects complimenting the multifaceted character of its holdings, which survey several disparate fields – such as decorative arts, architectural design, industrial design, graphic design, and photography, which tell the story of modern Italian culture through their unusual perspectives. The Fondazione’s exhibition spaces and new headquarters is located in San Lazzaro di Savena in a building with a strong symbolic connotation in the context of twentieth-century Italian architecture and design, as it was designed by Achille and Pier Giacomo Castiglioni in 1960 for Dino Gavina. Along the years this space has become a crossroads of encounters that has marked the history of twentieth-century industrial design and visual culture. Among the biggest names who have been here, we can remember Carlo and Tobia Scarpa, Marcel Breuer, Man Ray and Marcel Duchamp who turned this space into a creative lab reopened to the public. fondazionecirulli.org

ARTISTI ARTISTS Osvaldo LICINI Bruno MUNARI

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Osvaldo LICINI

Paesaggio 1914 c.ca olio su cartone pressato 86,5 x 86 x 6 cm


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

Vincenzo Agnetti

Photo-Graffia 1979 incisione su carta fotografica 40,2 x 30,2 cm

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Š Archivio Vincenzo Agnetti Courtesy Comune di Modena, Collezione Galleria Civica, Raccolta del Disegno Fondazione Modena Arti Visive


FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE Fondazione Modena Arti Visive, nata nel 2017 per iniziativa del Comune di Modena e della Fondazione di Modena, è un centro di produzione culturale e di formazione professionale e didattica finalizzato a diffondere l’arte e la cultura visiva contemporanee e a porsi come un punto di riferimento nell’interazione fra discipline e linguaggi artistici differenti e nel dialogo fra le arti, la scienza e le tecnologie. Grazie alla molteplicità delle sedi che gestisce – Palazzo Santa Margherita, Palazzina dei Giardini, MATA, AGO-Chiesa di San Nicolò, Scuola di alta formazione – e raccogliendo l’eredità delle tre istituzioni confluite in essa – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena, Museo della Figurina – Fondazione Modena Arti Visive si presenta come un distretto culturale che propone e organizza mostre e corsi di alta formazione, laboratori, performance e conferenze, valorizzando il proprio patrimonio e costruendo un sistema di reti a livello locale ed extraterritoriale.

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Fondazione Modena Arti Visive, founded in 2017 by Comune di Modena and Fondazione di Modena, is a center of cultural production and professional training aimed at spreading contemporary art and visual culture and at presenting itself as a point of reference in the interaction between different disciplines and artistic languages and in the dialogue between arts, science and technologies. Thanks to the variety of its locations – Palazzo Santa Margherita, Palazzina dei Giardini, MATA, AGO-Chiesa di San Nicolò, School of Advanced Studies – and gathering the legacy of the three institutions merged into it – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena, Museo della Figurina – Fondazione Modena Arti Visive presents itself as a cultural district that proposes and organizes exhibitions and advanced training courses, workshops, performances and conferences, enhancing the collections that it manages and building a system of networks locally and extrateritorially. fmav.org

ARTISTI ARTISTS Vincenzo AGNETTI Alighiero BOETTI DADAMAINO Yang FUDONG Barbara PROBST 41


c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

GABINETTO DEI DISEGNI E DELLE STAMPE MODERNI E CONTEMPORANEI ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA Nel 1999 il direttore Vittorio Mascalchi decise di riorganizzare il generico “Fondo Storico” dell’Accademia di Belle Arti e promosse il riordino di raccolte configurate a partire dal 1710, anno di fondazione dell’Accademia Clementina. Furono dunque considerati settori, curati da Responsabili, i disegni, la quadreria, la gipsoteca e le sculture, l’archivio, la biblioteca; dal 1804 collocati nell’ex Noviziato dei Gesuiti in borgo della Paglia, dove l’Accademia (divenuta “di Belle Arti”) si era stabilita trasferendosi da Palazzo Poggi. È quindi dal 1999 che disegni e incisioni - da Piranesi a Gandolfi a Giani, da Basoli a Morandi - sono confluiti, a cura di Eleonora Frattarolo, in un sistematizzato Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Dal 2010 inoltre, furono chieste donazioni ad ex allievi, e ad artisti docenti in Accademia. Nacque così una raccolta - a tutt’oggi in fieri - di disegni contemporanei e di video d’animazione sperimentale. In 1999 the director Mr Vittorio Mascalchi chose to rearrange the general Academy of Fine Arts ”Historical Fund”, and fostered the reorganisation of the collections installed and increased from 1710, when the Accademia Clementina had been established. Therefore, the drawings, the paintings, the plaster gallery collection, the sculptures, the archive, and the library were established as specific sectors, curated by Supervisors; in 1804 they were located in the former Jesuit Novitiate in Borgo della Paglia, a neighborhood where the Academy (which later on became “of Fine Arts”) settled in after moving from Palazzo Poggi. Thus, in 1999 the drawings and the engravings - from Piranesi to Gandolfi to Giani, from Basoli to Morandi - have been merged, under the supervision of Eleonora Frattarolo, in a structured Cabinet of Drawings and Prints. Subsequently, since 2010 former alumni and students and professors of outstanding artistic achievements have been asked for donations. This is how a collection, still in the making, both of contemporary drawings and experimental animation videos - was born. ababo.it

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l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

ARTISTI ARTISTS DAVIDE BENATI Luciano LEONOTTI SISSI

LUCIANO LEONOTTI

Giardino segreto 1993 fotografia su carta 141 x 66,5 cm

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c o u r t e s y

GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA “VERO STOPPIONI”

e m i l i a

COLLEZIONE MATTIA MORENI PARCO DI SCULTURE ALL’APERTO SANTA SOFIA, FORLÌ- CESENA

r o m a g n a

La Galleria d’arte di Santa Sofia, intitolata a Vero Stoppioni, è stata inaugurata nel 1990 per ospitare le opere raccolte durante varie edizioni del Premio Campigna. Ha sede in un edificio del primo Novecento e possiede uno spazio espositivo in cui i quadri e le sculture riescono a dialogare in maniera efficace ed armonica con l’architettura e le linee degli spazi interni, facendo cogliere al visitatore un’aura di modernità. All’interno dell’istituzione museale sono rappresentate le più interessanti tendenze artistiche italiane dagli anni Cinquanta a oggi. Un posto privilegiato all’interno del Museo è dedicato a Mattia Moreni (1920-1999); in una sezione, infatti, sono esposti i lavori realizzati dall’artista, che partecipò a varie edizioni del Premio Campigna e istituì un rapporto privilegiato con Santa Sofia, soggiornandovi per lunghi periodi. Nella Stoppioni vi sono dipinti che fanno parte in prevalenza dei cicli “Regressione della Specie” e “Belle Arti”, fra cui cinque autoritratti di grandi dimensioni. Domina lo spazio espositivo la grande Mistura (1976-1984), costituita da una parte convessa con materiali incollati e deformati con araldite e una parte concava, in cui si erge un calco a mezzo busto dell’artista stesso. Strettamente legato alla Galleria è un Parco di sculture all’aperto, in cui la filosofia è quella di integrare le installazioni con il paesaggio e con la storia del territorio, mettendo in relazione diretta arte e ambiente. Contemporary art is like one of the family here in Santa Sofia. Let’s just think of the Gallery of contemporary art “Vero Stoppioni”, founded in 1990. It was established thanks to Campigna Prize and the spirit of Vero Stoppioni, its promoter. Stoppioni’s idea was to create a close relationship between the artists and Santa Sofia. Mattia Moreni’s works (1920-1999) are certainly the most important. The “Vero Stoppioni” Contemporary Art Gallery is connected to the Park of outdoor sculptures. It is an open air structure that collects installations by world famous artists in various points of the town creating a unique union between art and environment. visitsantasofia.it

ARTISTI ARTISTS Piero GUCCIONE Mattia MORENI Alberto SUGHI 44


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Piero GUCCIONE

Studio di ritratto e interno 1980 matita e carboncino su carta 70 x 100 cm

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

GALLERIE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI FERRARA L’istituzione ha la sua prima origine nel 1836, con la fondazione della Pinacoteca civica. Ospitata dal 1842 assieme al Civico Ateneo a Palazzo dei Diamanti, la Pinacoteca riuniva le raccolte d’arte antica e la quadreria moderna secondo un progetto di matrice illuminista e neoclassica. Con il Novecento, la lenta apertura verso le novità introdotte dall’Impressionismo e dal Simbolismo favorisce l’ingresso nelle collezioni delle opere di artisti delle ultime generazioni, fra i quali Boldini. (Nel 1935, grazie al lascito della vedova, verrà istituito il primo nucleo del museo dedicato al celebre ritrattista). Quanto all’arte del Novecento, è soprattutto dopo la seconda guerra mondiale che si costituisce un’importante raccolta di opere di Funi, Melli e di De Pisis. A quest’ultimo, in particolare, vengono intitolate le collezioni del XX secolo dopo la donazione dei capolavori della collezione Malabotta. Nel 1958 le collezioni d’arte antica e moderna vengono separate e le seconde trovano collocazione a Palazzo Massari. È qui che, tra il 1996 e il 1998, ha luogo il riallestimento del Museo dell’Ottocento, del Museo Giovanni Boldini e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”, con l’ordinamento che si è conservato fino a maggio 2012, quando il terremoto ha reso inagibile il palazzo e ne ha imposto il disallestimento. Le collezioni del Novecento conservano inoltre rilevanti capitoli della storia artistica ferrarese della seconda metà del secolo scorso: tra queste, l’esperienza internazionale del Centro Video Arte e l’affascinante parabola creativa di Michelangelo Antonioni. Ferrara’s first Picture Gallery was founded in 1836. Located on the premises of the city’s university at Palazzo dei Diamanti from 1842, it contained collections of antiquities and modern paintings pertaining to the Enlightenment and neo-classical periods. With the 20th century, the gradual acceptance of the new artistic movements introduced by Impressionism and Symbolism led to the addition of works by the new generation of artists, of which Boldini. The bequest in 1935 by Boldini’s widow initiated the museum’s collection of works by this famous portraitist. The important series of works by artists like Funi, Melli and De Pisis were secured especially after the Second World War. The 20th century collections were named after de Pisis following the donation of the masterpieces of the Malabotta collection. In 1958, the ancient and modern art collections were separated, and the modern art moved to Palazzo Massari. This venue was refurbished between 1996 and 1998 to host the Museo dell’Ottocento, the Museo Giovanni Boldini and the Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo De Pisis”. However, the building was closed on account of the damage suffered during the earthquake of May 2012, and the collections moved. The museum’s collections of 20th century art also testify to important artistic events in Ferrara during the second half of the century, such as the international Centro Video Arte and the fascinating creative inspiration Michelangelo Antonioni took from his native city. artemoderna.comune.fe.it

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l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

ARTISTI ARTISTS Claudio CINTOLI

Claudio CINTOLI

Il filo di Arianna 1974 film b/n, sonoro, 24’30’’

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

ISTITUZIONE BOLOGNA MUSEI MAMBO - MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA Il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, inaugurato nel 2007, con i suoi spazi dedicati alla cultura visiva e alla sperimentazione, ha sede nell’edificio storico dell’ex Forno del pane, trasformato in sede espositiva su progetto di Aldo Rossi. La collezione permanente propone al pubblico un’interpretazione dell’arte italiana attraverso la storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e le successive acquisizioni, dagli anni Cinquanta fino agli sviluppi più recenti. Nella Sala delle Ciminiere, confermando e sviluppando una vocazione che storicamente lo ha reso punto di riferimento nel panorama delle istituzioni museali, il MAMbo privilegia la ricerca sulle nuove generazioni di artisti italiani e internazionali e sui media sperimentali, con una particolare attenzione alla produzione di nuove opere. La Project Room, grande sala situata negli spazi della collezione permanente, si concentra su progetti espositivi e artisti legati al territorio bolognese e dell’Emilia-Romagna, mentre lo spazio esterno di Villa delle Rose, edificio settecentesco donato al Comune di Bologna nel 1916 e prima sede della Galleria d’Arte Moderna, oggi ospita mostre temporanee e site-specific. Il museo dispone della Residenza per artisti Sandra Natali: agli artisti ospitati viene offerta l’opportunità di sviluppare e produrre progetti in linea con l’esperienza vissuta a Bologna. MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna was inaugurated in 2007. Dedicated to visual culture and experimentation, the museum is housed in the former municipal bakery, subsequently converted to an exhibition space with a project by Aldo Rossi. The permanent collection proposes an interpretation of Italian art through the history of Galleria d’Arte Moderna di Bologna as it successively made acquisitions, starting with art of the 1950s up to the most recent developments. The Sala delle Ciminiere displays works by new generations of Italian and international artists as well as experimental media projects, with special focus on new production, both long-standing fields of research that have made MAMbo a point of reference in the art and museum world. The Project Room – a large hall belonging to the permanent collection – shows works by artists connected with the city and the region of Emilia-Romagna. The Museum’s off-site exhibition venue, Villa delle Rose – an 18th-century building donated in 1916 to the city of Bologna and the initial location of the Galleria d’Arte Moderna di Bologna – today hosts site-specific and temporary exhibitions. The Museum makes available its Residenza per artisti Sandra Natali, providing artists with an opportunity to develop and produce projects triggered by their experience while in Bologna. mambo-bologna.org

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ARTISTI ARTISTS CARLO BENVENUTO Gianni COLOMBO LUCIO FONTANA SALVO

Gianni Colombo

Architettura cacogoniometrica 1981-85 installazione in legno laccato 200 x 250 x 400 cm Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna Photo: Matteo Monti Archivio fotografico MAMbo


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

ISTITUZIONE BOLOGNA MUSEI MUSEO MORANDI Il Museo Morandi è la più ampia e rilevante raccolta pubblica al mondo dedicata a Giorgio Morandi. La collezione, che oggi comprende 62 dipinti, 18 acquerelli, 92 disegni, 90 acqueforti, 2 sculture e 2 lastre incise, costituisce un’occasione unica di conoscenza del percorso artistico morandiano, declinato in tutte le tecniche e illustrato nei diversi momenti e sfumature poetiche. Per sottolineare l’importanza dell’artista bolognese nel campo delle arti visive, nelle sale espositive si sperimenta l’accostamento delle sue opere a lavori di autori contemporanei e il museo ha ospitato mostre temporanee di artisti che a vario titolo ne hanno studiato e assimilato la lezione, tra i quali Bernd & Hilla Becher, Wayne Thiebaud, Tacita Dean, Rachel Whiteread. L’attività museale prevede inoltre la costante collaborazione a mostre dedicate all’artista bolognese organizzate da importanti istituzioni e sedi espositive sia in Italia che all’estero. Una preziosa occasione di approfondimento sulla biografia di Giorgio Morandi, a completamento del percorso del museo, è offerta da Casa Morandi, l’abitazione di via Fondazza 36 in cui l’artista visse e lavorò per quasi tutta la vita e in cui è possibile vedere la ricostruzione del suo studio negli ambienti originali. Museo Morandi is the largest and most significant public collection in the world of works by Giorgio Morandi. Comprising 62 paintings, 18 watercolours, 92 drawings, 90 etchings, 2 sculptures and 2 engraved plates, the collection is a unique opportunity to get a deep insight into Morandi’s artistic development, providing an overview of all the techniques he employed at different times attaining different poetic nuances. As a way of underlining the importance of this Bolognese artist in the visual arts field, the exhibition has on several occasions flanked his works with those of contemporary artists. Temporary exhibitions have been hosted of artists who have all in their different ways studied and assimilated Morandi’s teaching. They include Bernd & Hilla Becher, Wayne Thiebaud, Tacita Dean, Rachel Whiteread. The museum collaborates tirelessly with exhibitions dedicated to Morandi organized by important institutions and exhibition venues both in Italy and abroad. After a visit to the museum, a further fascinating insight into Giorgio Morandi, the man and the artist, can be had with a visit to his home in Via Fondazza 36, now Casa Morandi, where he lived and worked practically the whole of his life. The artist’s studio has been recreated in the same room where he once worked. mambo-bologna.org/museomorandi

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ARTISTI ARTISTS giorgio morandi


l’s o pl oe r af i ga up re ra t ae /s f ot nh de o o p e n w o r K

Giorgio Morandi

Paesaggio 1957 acquerello su carta 20,6 x 16,1 cm Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi © Giorgio Morandi by SIAE 2020 51


c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

Dino Pedriali

Yoshihiro 1987 carta/gelatina bromuro d’argento 104 x 126 cm 52

© MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna | cortesia IBC-Istituto per i Beni Artistici Culturali Naturali della Regione EmiliaRomagna, PinRa_1065

ARTISTI ARTISTS Eugenio CARMI Dino PEDRIALI


MAR - MUSEO D’ARTE DELLA CITTÀ DI RAVENNA Il MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna si trova all’interno del complesso monumentale della Loggetta Lombardesca che prende il nome dalla splendida loggia cinquecentesca dell’edificio. La Collezione permanente si compone di opere d’arte risalenti al periodo compreso tra il XIV e il XXI secolo e una sezione è interamente dedicata ai mosaici contemporanei. Tra le testimonianze più significative in collezione spiccano quelle di Antonio Vivarini, Marco Palmezzano, Nicolò Rondinelli, Giorgio Vasari, Guercino, Bertel Thorvaldsen, Domenico Baccarini e Gustav Klimt, l’artista viennese che, proprio a Ravenna, di fronte al fulgore dei mosaici bizantini, subì una fascinazione che influenzò significativamente l’evolvere del proprio stile. Il secondo Novecento è documentato da alcuni nomi eccellenti, come Mario Schifano, Tano Festa, Alighiero Boetti, Enrico Castellani e Maurizio Cattelan. La Collezione dei Mosaici Contemporanei conserva una serie di mosaici, corredati dai cartoni preparatori, realizzati per l’importante Mostra dei Mosaici Moderni, ideata da Giuseppe Bovini e inaugurata nel 1959. Tra le importanti opere esposte si possono ammirare quelle di Chagall, Mathieu, Guttuso, Cagli, Capogrossi, Saetti, Birolli, Santomaso, Vedova, Moreni, Corpora, De Luigi, Campigli, Afro e Mirko. La raccolta è in continuo arricchimento grazie alle traduzioni in mosaico come per le opere di Paladino, Fioroni, Balthus, Antonioni, Ontani e Carmi e grazie al lavoro di numerosi artisti e mosaicisti contemporanei.

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

The MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna is situated in the monumental complex of Loggetta Lombardesca, which takes its name from the building’s splendid sixteenth-century loggia. The permanent collection consists of artworks dating from the 14th to the 21st centuries, and one section is dedicated entirely to contemporary mosaics. The collection contains numerous important pieces, including works by Antonio Vivarini, Marco Palmezzano, Nicolò Rondinelli, Giorgio Vasari, Guercino, Bertel Thorvaldsen, Domenico Baccarini, and Gustav Klimt (who was so dazzled by the splendour of Ravenna’s Byzantine mosaics that they significantly influenced the evolution of his style). The second half of the 20th century is documented by artists such as Mario Schifano, Tano Festa, Alighiero Boetti, Enrico Castellani, and Maurizio Cattelan. The Contemporary Mosaics Collection has a series of mosaics, accompanied by preparatory cartoons, created for the important Modern Mosaic Exhibition, conceived by Giuseppe Bovini and inaugurated in 1959. The collection, with works by Chagall, Corpora, De Luigi, Campigli, Afro, and Mirko, is constantly expanding thanks to translations of works by Paladino, Fioroni, Balthus, Antonioni, Ontani, Carmi and others into mosaics, and thanks to the work of numerous contemporary artists and mosaicists.

mar.ra.it

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

MIC - MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE IN FAENZA Il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC) rappresenta un vero e proprio polo culturale, in una città di illuminata tradizione ceramica, Faenza, che unisce il suo nome, sin dal Medioevo, alla produzione di opere eccellenti. Fondato nel 1908, il MIC oggi conserva e promuove un patrimonio di oltre 55.000 opere, antiche e contemporanee, esposte in suggestivi spazi museali, sia antichi che contemporanei, che coprono una superficie di circa 16.000 metri quadri. Il museo ospita una biblioteca storica, un laboratorio di restauro, un laboratorio didattico fondato da Bruno Munari, archivi fotografici e documentari notificati dalla Soprintendenza e pubblica dal 1913 la rivista specialistica di ceramica “Faenza”. Oggi il MIC è un luogo sempre più vitale, non solo volto alla conservazione di un patrimonio che l’UNESCO ha riconosciuto nel 2011 quale “espressione dell’arte ceramica nel mondo”, ma attivo verso la comunicazione della propria missione, attraverso grandi eventi ed esposizioni. Al MIC si incontrano culture ceramiche di ogni tempo e luogo, dal 3000 a.C. ai giorni nostri, incomparabili capolavori che coinvolgono il visitatore permettendogli di vivere un’esperienza davvero unica. The International Museum of Ceramics (MIC) represents a real cultural pole situated in a town belonging to a great ceramic tradition, Faenza, which since the Middle Age has joined its name to the production of excellent works. Founded in 1908, today the MIC preserves and promotes a collection of more than 55.000 works, both ancient and contemporary, exhibited in wide and suggestive spaces covering more than 16.000 squared meters. The MIC includes a historical library, a restoration department, an educational department established by Bruno Munari, photographic and documentary archives, notified by the State department for the cultural heritage, and since 1913 it has published the magazine Faenza. Today the MIC is a lively site, not only devoted to the preservation of an heritage which the UNESCO has identified as “expression of ceramic art in the world” in 2011, but it is deeply involved in the communication of its mission, through great events and exhibitions. The MIC offers a complete vision of the ceramic cultures belonging to any age and place, from 3000 b.C. to nowadays, masterpieces which allow the visitors to live an extraordinary experience. micfaenza.org

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ARTISTI ARTISTS alessandro ROMA

Alessandro ROMA Untitled 2017 ceramica 26 x 51 x 17 cm


l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

Alberto SUGHI

Nudo appoggiato a un tavolo 1965 olio su tela 149 x 119,5 cm

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MUSEI COMUNALI DI RIMINI MUSEO DELLA CITTÀ Nel cuore di Rimini, città non solo di mare e di sogni felliniani, ma luogo di testimonianze millenarie, il Museo della Città racconta la sua identità storica e culturale. Ospitato nel settecentesco Collegio dei Gesuiti, su disegno dell’architetto Alfonso Torreggiani, il Museo racchiude memorie civiche provenienti da scavi, chiese ed edifici cittadini. In Pinacoteca sono esposti l’affresco con il Giudizio Universale dalla chiesa di Sant’Agostino, i capolavori della Scuola Riminese del Trecento; del periodo aureo della signoria dei Malatesta, le tavole di artisti di fama quali Giovanni Bellini, Domenico Ghirlandaio, Agostino di Duccio, Pisanello e Matteo de’ Pasti; dell’età barocca opere di Guido Cagnacci, il Centino, il Guercino e Simone Cantarini. Il Lapidario romano presenta un’ampia raccolta di iscrizioni dal I sec. a.C al IV d.C. con monumenti sepolcrali; completa la sezione archeologica, con materiali dalla preistoria al tardoantico, ai secoli centrali dell’impero, il complesso della Domus del Chirurgo. Uno spazio permanente è dedicato alla grafica di René Gruau, protagonista internazionale nel campo dell’illustrazione di moda. L’attività espositiva e il ruolo dell’arte contemporanea mantiene un dialogo costante con le collezioni permanenti.

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

An ancient heart beats within the walls of Rimini. The town’s history is told not only by its ancient monuments, but also by the Museum housed in the 18th century former Jesuit College. Though being the heir to collections which began to be assembled in the 19th century, the Civic Museum actually only came into being in 1981, thanks to a project, which, once completed, will bring together items dating from prehistoric to contemporary times. There are more than 1,500 items on display in this ‘house of memories’, a mirror to an area whose roots lie in the encounter between land and sea. museicomunalirimini.it

ARTISTI ARTISTS Luca CACCIONI Alberto SUGHI

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

Elisa Sighicelli

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Untitled (4301) 2018 fotografia stampata su raso 143,5 x 223 cm Dono dell’artista


MUSEI COMUNALI DI RIMINI MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARTISTI ARTISTS Ibrahim MAHAMA Michelangelo PISTOLETTO Elisa SIGHICELLI

La medievale piazza Cavour, nel cuore del centro storico, si prepara ad accogliere il Museo d’arte Moderna e Contemporanea, nato dall’incontro tra il Comune di Rimini e la Fondazione San Patrignano onlus. Il nuovo spazio espositivo, creato attraverso un progetto di restauro e valorizzazione architettonica del palazzo dell’Arengo (XIII sec.) e del contiguo palazzo del Podestà (XIV sec.), entra a far parte della rete dei Musei Comunali di Rimini arricchendone l’offerta culturale con il patrimonio di opere d’arte contemporanea raccolte dalla Fondazione a sostegno della propria operatività. Una collezione che continua a crescere grazie alla generosità di collezionisti, galleristi e artisti. A oggi sono circa cinquanta i nomi rappresentati, fra cui Vanessa Beecroft, Loris Cecchini, Nicola De Maria, Giovanni Iudice, William Kentridge, Iva Lulashi, Agnes Martin, Igor Mitoraj, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Yan Pei Ming, Michelangelo Pistoletto, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Elisa Sighicelli, Francesco Vezzoli, Xiaongang Zhang.

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

The medieval Piazza Cavour, in the heart of Rimini’s historical centre, is preparing to welcome the Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, the result of close co-operation between the Municipality of Rimini and the Fondazione San Patrignano. The new exhibition space, created through the restoration and architectural enhancement of Palazzo dell’Arengo (13th century) and the adjacent Palazzo del Podestà (14th century), becomes part of the network of the Musei Comunali di Rimini, expanding its cultural offer with the many contemporary artworks collected by the Fondazione San Patrignano to support its operations - a collection that continues to grow thanks to the generosity of collectors, gallery owners and artists. To date, the collection has works by about 50 artists, including Vanessa Beecroft, Loris Cecchini, Nicola De Maria, Giovanni Iudice, William Kentridge, Iva Lulashi, Agnes Martin, Igor Mitoraj, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Yan Pei Ming, Michelangelo Pistoletto, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Elisa Sighicelli, Francesco Vezzoli, and Xiaongang Zhang.

museicomunalirimini.it

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

XING bologna

Xing è un’organizzazione basata a Bologna che progetta, organizza e sostiene eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi. Le sue attività si concretizzano nell’ideazione e realizzazione di iniziative pubbliche (festival, happening, rassegne, progetti speciali, residenze, pubblicazioni) in cui condividere diverse modalità espressive tra operatori, artisti e pubblico. Xing è un’istituzione indipendente no profit, che si muove in un campo di competenze vasto e multidisciplinare: dalla produzione di immagini alla cultura visiva, dalle arti performative alle nuove forme della comunicazione e dei dispositivi linguistici, sociali, economici. Dal 2000 ad oggi Xing ha lavorato in contesti disparati, collaborando con un centinaio di partners pubblici e privati, e ha inventato formati anomali e piattaforme esecutive spesso inedite connesse alle time based arts, con l’intento di presentare non tanto opere chiuse, quanto azioni e messe in opera. A Bologna Xing ha organizzato undici edizioni (2000>2011) di Netmage International Live Media Festival e di F.I.S.Co. Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo, confluiti nel 2012 nel progetto a cadenza annuale Live Arts Week/Gianni Peng. Inoltre dal 2003 cura un programma continuativo di ricerca nei propri spazi di Raum. Xing is a cultural organization based in Bologna, operating with the purpose of planning, supporting and promoting products and events characterized by an interdisciplinary approach toward the issues of contemporary culture, with particular attention to generational tendencies and new languages. Its activity consists in the conception and realization of public initiatives (festivals, events, happenings, special projects, residencies, editorial projects) to share diverse expressive forms among operators, artists and the audience. Xing operates in a vast transdisciplinary field: from visual to sound cultures, from performing arts to new forms of communication and linguistic devices, approached in their social, economic and related forms. From 2000 to today, Xing has invented anomalous formats and executive platforms, often original, connected to time based arts. In Bologna, Xing has organized 11 editions of two festivals: Netmage International Live Media Festival and F.I.S.Co. Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo (2000>2011), whose experiences merge in 2012 in the project Live Arts Week/Gianni Peng. From 2003 curates a continuing program of research at their own space, Raum. xing.it

ARTISTI ARTISTS MATTIN

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l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K

Mattin

No No Nono No NO! Teatro Manzoni Bologna 30.1.2015 per RESISTENZA ILLUMINATA. Omaggio a Luigi Nono Video single channel - 20’ Photo: Luca Ghedini © Xing e Fondazione Teatro Comunale di Bologna

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c o u r t e s y e m i l i a r o m a g n a

ISTITUZIONI INSTITUTIONS

Collezione Fondazione MAST, Bologna pp. 16-17 Collezione Fondazione Tito Balestra ONLUS, Longiano (FC) pp. 18-19 Collezione Maramotti, Reggio Emilia pp. 20-21 Collezione Massimo Orsini, MUTINA FOR ART, Fiorano (MO) pp. 22-23

Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna pp. 48-49 Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi pp. 50-51 MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna pp. 52-53

Collezione Museo Carlo Zauli, Faenza pp. 24-25

MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza pp. 54-55

COLLEZIONE VERZOCCHI, MUSEO CIVICO DI PALAZZO ROMAGNOLI, FORLì pp. 26-27

Musei comunali DI Rimini – museo della città pp. 56-57

Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna – genus bononiae. musei nella città pp. 28-29

Musei Comunali di Rimini – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea pp. 58-59

Comitato DOUTDO, Bologna pp. 30-31 FONDAZIONE CINETECA DI BOLOGNA pp. 32-33 Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna pp. 34-35 Fondazione Lercaro – Raccolta Lercaro, Bologna pp. 36-37 Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, San Lazzaro di Savena (BO) pp. 38-39 Fondazione Modena Arti Visive pp. 40-41 Gabinetto dei disegni e delle stampe moderni e contemporanei – Accademia di Belle Arti di Bologna pp. 42-43 Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” di S. Sofia (FC) pp. 44-45 Gallerie d’arte Moderna e Contemporanea, Ferrara pp. 46-47

XING, Bologna pp. 60-61


OPERE artworks

CARLA ACCARDI SENZA TITOLO 1989 VINCENZO AGNETTI PHOTO-GRAFFIA 1979 YURI ANCARANI DA VINCI 2012 ELISABETTA BENASSI MOUCHOIRS 2019 davide benati TERRAZZE 1995 VASCO BENDINI COMPOSIZIONE MONOCROMA GRIGIA 1958 CARLO BENVENUTO SENZA IL SOLE (IL SOLE SUL CAVALLETTO) 2007 ALIGHIERO BOETTI CLESSIDRA, CERNIERA, VICEVERSA 1985 LUCA CACCIONI LOTOPHAGIE 2016 DINO CANDELO VENUSIA 2010 EUGENIO CARMI COME SAREBBE BELLO IL MONDO 2009 CLAUDIO CINTOLI IL FILO DI ARIANNA 1974 GIANNI COLOMBO ARCHITETTURA CACOGONIOMETRICA 1981-85 BRUNO CONTE (5-14) 1963 DADAMAINO COSTELLAZIONI 1983 FISCHLI & WEISS FLIRT, WEBE USW 1984 FISCHLI & WEISS UNTITLED (TUBE) 2011-2012 FISCHLI & WEISS UNTITLED 1994-2002 LUCIO FONTANA CONCETTO SPAZIALE S.D. YANG FUDONG THE HALF HITCHING POST 2005 PIERO GUCCIONE STUDIO DI RITRATTO E INTERNO 1980 LUCIANO LEONOTTI GIARDINO SEGRETO 1993 OSVALDO LICINI PAESAGGIO S.D. IBRAHIM MAHAMA SAMSIA 2014 ARTURO MARTINI TORSO S.D. MASBEDO LOOK BEYOND 2013 MATTIN NO NO NONO NO NO! 2015 ALESSANDRO MENDINI LASSÙ 1983 GIORGIO MORANDI PAESAGGIO 1957 GIORGIO MORANDI PAESAGGIO 1959 MATTIA MORENI UNE PASTEQUE TECHNOLOGIQUE CHIMIQUEMENT MALADE 1972-1976 BRUNO MUNARI PROGETTO GRAFICO DI TESSUTO PER LA X TRIENNALE DI MILANO - ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLE ARTI DECORATIVE E INDUSTRIALI MODERNE E DELL’ARCHITETTURA MODERNA 1954 MAURIZIO NANNUCCI ART IS NOT INTENDED TO BE PERFECTLY TRANSPARENT IN MEANING… 2016 MAURIZIO NANNUCCI THINK 2016 DINO PEDRIALI YOSHISHIRO 1987 MICHELANGELO PISTOLETTO TRA SPECCHIO E TELA 1988 ENRICO PRAMPOLINI IL LAVORO NEL TEMPO (RITMI GEOLOGICI) 1949 BARBARA PROBST EXPOSURE #6A, N.Y.C., CENTRAL PARK, 06.04.01, 2:44 P.M. 2001 LUISA RABBIA PATHWAY 2014 XAVIER RIBAS NÒMADES 2008 GERHARD RICHTER AB, MOHN 1986 MATTHEW RITCHIE MR UNIVERSE 1998 ALESSANDRO ROMA UNTITLED 2017 SERGIO ROMITI OGGETTI SU TAVOLO 1949 MINO ROSSO ELEMENTI IN VOLO 1927 Piero ruggeri STUDIO PER FIGURA NEL PAESAGGIO 1960 SALVO AUTORITRATTO CON NATURA MORTA 1973 SALVO PALME 2000 ELISA SIGHICELLI UNTITLED (4301) 2018 DANIEL SILVER THE SURFACE’S FLOWING 2012 JOHN F. SIMON JR VISIONS 2009 SISSI SOSPESO 2006 ALBERTO SUGHI LA DOCCIA 1963 ALBERTO SUGHI NUDO APPOGGIATO A UN TAVOLO 1965 CARLO ZAULI DADO ESPLOSO 1985

l’ o p e r a a p e r t a / t h e o p e n w o r K


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