Andersen

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SPED. ABB. POST. - COMMA26 - ART. 2 LEGGE 549/95

Mensile di letteratura e illustrazione per il mondo dell’infanzia

numero 372 - maggio 2020 - € 8.00



IN QUESTO NUMERO Editoriale di Barbara Schiaffino ........................................................................

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Illustratore di copertina: Chen Jiang Hong di Walter Fochesato .............................

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Scuola, infanzia e lettura ai tempi della Covid-19 a cura di Anselmo Roveda..........

pag. 10

XXXinterventi di Pino Boero, Laura Di Biase, Anna Caruccio, Antonella Botti, Francesca Lorusso, XXXCaterina Bruzzone, Maria Agostini, Filomena Grimaldi, Daniela Carucci e Caterina Ramonda, XXXillustrazioni di Enrico Macchiavello

periodico mensile, anno XXXIX, n. 372 - marggio 2020 - Reg. Trib. di Genova n° 40 del 2.12.82 - ISSN 1828/5015 - Direttore Responsabile Barbara Schiaffino - Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità Feguagiskia’studios, via Crosa di Vergagni 3r, 16124 Genova, tel. 0102757544, fax 0102510838 - www.andersen.it Stampa ME.CA, Recco (Ge)

Intervista a Brian Selznick di Martina Russo........................................................ Passeggiata nelle Terre di Mezzo di Rossella Caso .............................................. Intervista a A.P. Cappello, nuovo direttore del Cepell di Barbara Schiaffino ............ Intervista a Bjarne Reuter di Eva Valvo...............................................................

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BCBF 2020 - Bologna, comunque di Elena Pasoli, direttrice Bologna Children's Book Fair . BCBF 2020 - Children's Book Fair 2020 a cura di Mara Pace ..................................

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Xxxinterventi di Walter Fochesato e Martina Russo

BCBF 2020 - Anniversari 10, 20, 30... ..................................................................

pag. 40

Xxxinterventi di Francesca Archinto, Sante Bandirali e Della Passarelli

Direttore Barbara Schiaffino Coordinamento redazionale Walter Fochesato, Anselmo Roveda

Notiziario....................................................................................................... Scaffale ......................................................................................................... Vetrina/ le recensioni.......................................................................................

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Hanno collaborato a questo numero Maria Agostini, Francesca Archinto Sante Bandirali, Pino Boero Antonella Botti, Caterina Bruzzone Alessandra Carli, Daniela Carucci Anna Caruccio, Rossella Caso Laura Di Biase, Filomena Grimaldi Vania Imbrogiano, Francesca Lorusso Enrico Macchiavello, Mara Pace Elena Pasoli, Della Passarelli, Anna Pedemonte, Caterina Ramonda Martina Russo, Eva Valvo

Copertina di Chen Jiang Hong

XXXIX EDIZIONE

PREMIO ANDERSEN Pronti per l'annuncio dei finalisti?

Abbonamento annuo (10 numeri + Annuario) Euro 69,00 /Estero (Paesi europei) Euro 99,00 / Estero (Paesi extra Europa) Air Mail Euro 120,00 c.c.post. 13609169 Genova www.andersen.it/comeabbonarsi © 2020 Andersen Il copyright, ove non specificato, deve intendersi degli autori. Foto, testi e disegni, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

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Questo periodico è associato all’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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Editoriale n.372 | maggio 2020

La lettura e la scuola, nonostante. La Fiera di Bologna, comunque. Il Premio Andersen, sempre. Sì, benché la pandemia non abbia ancora terminato lo stravolgimento delle nostre abitudini (mentre scrivo, fine aprile, ci avviamo alla fase 2, ma la normalità è lontana), i mondi del libro, della lettura e dell’educare non si fermano; sperimentando e trovando nuove strade. Così la Fiera di Bologna, alla fine, sperimenta, proprio in questi giorni, una Online Special Edition; abbiamo chiesto alla direttrice Elena Pasoli di raccontarcelo in queste pagine. Così il nostro Premio Andersen si appresta a comunicare in forme nuove i finalisti dell’edizione 2020 e a immaginare occasioni di consegna del riconoscimento adeguate alla situazione; a proposito, seguite il sito Andersen.it e i canali social della rivista per restare aggiornati in tempo reale sulle tante novità che stiamo approntando. Così il mondo del libro - dalle librerie alle realtà di promozione della lettura, passando per l’intera filiera dell’editoria - mette in campo modalità nuove, creando competenze che serviranno per i mesi a venire ma che auspichiamo possano presto tornare a essere accessorie a quelle consolidate delle buone prassi in presenza e in condivisione serrata; in questo numero trovate, tra l’altro, un’intervista al nuovo direttore del Centro per il Libro e la Lettura; anche su questi temi, vista la rapidità dell’evolversi degli scenari, vi invitiamo a seguirci sul web per le informazioni puntuali. Così il mondo della scuola - pur in un'indefinitezza di prospettiva sulla ripresa in presenza che logora e pur nella varietà delle situazioni e delle condizioni - sta cimentandosi, almeno per quel che riguarda le e gli insegnanti appassionati e competenti, con forme di didattica nuova (emergenziale, varrà la pena ricordarselo bene) nel tentativo di garantire il diritto all’istruzione e ad un tempo delle occasioni relazionali ed educative capaci di colmare parzialmente l’isolamento che anche l’infanzia e l’adolescenza stanno vivendo; su questi temi trovate nelle pagine a seguire uno Speciale ricco di spunti e testimonianze. Ecco, su infanzia e adolescenza però una cosa andrà detta, in modo chiaro: in questi mesi si è resa evidente la marginalità che larga parte della politica assegna all’età evolutiva. Ogni pensiero intorno all’infanzia di fronte all’emergenza è arrivato tardivo e confuso; marginale, appunto. Per il futuro però, nonostante i tempacci, restiamo fiduciosi. La rivista c’è ed è qui bella, permettetemi di dirlo, come al solito. La rivista c’è e continuerà ad esserci per creare collegamento, per evidenziare il lavoro intorno alla letteratura e all’illustrazione, per condividere riflessioni e buone pratiche. E allora lo ripeto: aiutateci a continuare con la stessa forza e puntualità, sostenete Andersen; aiutateci ad arrivare là dove non siamo, parlatene a colleghe e colleghi, ad amiche e amici. Noi non vediamo l’ora di condividere con voi le scelte del Premio Andersen 2020, il prossimo numero sarà lì per quello. Buon tempo.

Barbara Schiaffino

VI ASPETTIAMO A GIUGNO con il numero 373,

nel frattempo, continuate a seguirci su: www.andersen.it

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ILLUSTRATORE DI COPERTINA

Chen Jiang Hong Un segno raffinatissimo ed elegante, con l’utilizzo di tecniche pittoriche della tradizione orientale in dialogo con la cultura occidentale, capace di dare vita a un'opera dai forti contrasti di luce e dagli arditi tagli compositivi, in una messa in pagina varia e quanto mai ariosa di Walter Fochesato

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Biografia Chen Jiang Hong si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Pechino e alla École des Beaux Arts di Parigi, dove vive dal 1987. Utilizza spesso tecniche pittoriche tradizionali come inchiostro di china e colori su seta e su carta di riso. I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo e oggi è considerato uno dei grandi maestri dell’illustrazione internazionale per l’infanzia. In Italia è pubblicato da Babalibri e Camelozampa.

Di Chen in Italia dal 2004 a tutt’oggi sono apparsi dieci albi tutti pubblicati da Babalibri, ad eccezione de Il piccolo pescatore e lo scheletro proposto nel 2019 da Camelozampa. Sono tutte opere realizzate come “autore completo”, escludendo Tensin e l’Orchessa, del 2020, dove il testo spetta a Pierre Bertrand. Altro elemento che unisce tutta questa produzione - ma anche qui vi è una deroga - sono i temi via via prescelti che si rifanno sempre, pur con tutte le dovute libertà del caso, al patrimonio fiabesco dell’estremo oriente e, in particolare, alla sua terra natale, la Cina. Fra l’altro, leggo che Chen è nato a Tientsin. Un curiosa coincidenza giacché ci riporta ad una pagina poco nota (e tutto sommato poco nobile)

Nella pagina d'apertura e in alto in questa pagina, immagini da Il piccolo pescatore e lo scheletro (Camelozampa, 2019); in questa pagina, in basso, immagine per Il principe tigre (Babalibri, 2005).

della nostra storia nel “secolo breve”. Infatti nel 1901, in seguito alla rivolta dei Boxer, domata nel sangue dai vari corpi militari inviati dalle potenze occidentali l’Italia ottenne una minuscola concessione. Pensate un appezzamento di terreno lungo circa un chilometro e largo 500 metri, in una zona di paludi e saline e con la presenza di un vecchio cimitero. Ovviamente man mano l’area venne bonificata, vi fu una sorta di piano regolatore e il territorio giunse ad avere fino a diecimila abitanti, cinesi per la gran parte. Poi arrivò la seconda guerra mondiale con l’occupazione giapponese e nel 1947 Tientsin venne restituita alla Cina. Questo breve excursus storico mi permette di passare a quella deroga alla quale poco ANDERSEN 7


sopra accennavo: si tratta de Io e Mao. La Piccola Guardia Rossa (2008). E da questo libro vorrei partire perché qui vive e pulsa una risentita materia autobiografica. “Una piccola strada grigia. Un odore di carbone aleggiava nell’aria. I fili dell’alta tensione si muovono nel vento. Una schiera di edifici, un caseggiato di mattoni”. Una povertà dignitosa, ma serena, All’improvviso arriva il vento gelido della Rivoluzione Culturale che porta con sé il fanatismo, la delazione, l’umiliazione pubblica, i processi sommari, i libri bruciati in piazza, il cibo che manca. E ancora la signora Liu, colta e amante di Mozart, che un giorno viene messa su di un camion e di lei non si saprà più nulla; il babbo dell’autore che viene mandato a

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“rieducarsi” nella foresta di Hai Long Jang e tornerà dopo anni, stanco e invecchiato. Nel frattempo il piccolo Chen va a scuola, coltiva la passione per il disegno, diventa una Piccola Guardia Rossa, partecipa ai riti dell’indottrinamento di massa, li subisce e forse in parte li condivide o ne resta comunque affascinato. Finché nel dicembre del 1976 il “celeste timoniere” muore. C’è una piana e accorata ricostruzione di un’infanzia e quel che più colpisce è proprio il contrasto fra la quotidianità e le sue piccole gioie (le rare caramelle, le passeggiate con il nonno, il primo petardo per il capodanno cinese…) e i drammi della Storia. Qui il segno dell’artista si fa aspro e violento, non abbandona l’attento

e mosso realismo ma vira verso accenti espressionistici che deformano i volti e le pose. Una traccia per dirci che il dolore per i soprusi patiti e l’"educazione” subita non è passato ma che si è acquisita la consapevolezza del poterci fare finalmente i conti, trovando la forza per raccontarlo agli altri. Accanto ad esso mi piace mettere Il cavallo magico di Han Gan (del 2004), albo di superba e colta fattura. Nasce da un’antica leggenda e da un pittore realmente esistito (Han Gan, appunto) il quale un giorno, mercé il suo tocco magico, riesce a dar vita a uno splendido e focoso cavallo destinato ad accompagnare in guerra un generale. Ma, dinnanzi al tragico spettacolo della battaglia, il destriero disarciona il cavaliere


e fa ritorno dal suo demiurgo. “Vedi questo quadro? Io avevo dipinto cinque cavalli. Un mattino mi sono svegliato e ne ho trovato sei. Il tuo cavallo ora vive qui. Nel mio quadro!” Avendo lo spazio ci si accorgerebbe che in tutti i libri di Chen si assiste a questa tensione morale dove la leggenda o la fiaba o il mito (penso a Dolci di luna del 2018), nella fortissima intensità del racconto e nella piena bellezza delle immagini, diventano elemento di riflessione sulla vita. Chen non vuole mai insegnarci nulla ma, quasi per mano, accompagna il lettore in un mondo di alti sentimenti,

di rapporti ancestrali con la natura e gli animali (il tema del “bambino selvaggio” ne Il principe tigre del 2005), di mutamenti e processi di formazione, di lotte contro i soprusi del potere e le ingiustizie, di amore per le piccole cose (cito Lian del 2007). Su tutto un segno raffinatissimo ed elegante che, nell’utilizzo di tecniche pittoriche della tradizione come l’inchiostro di china e i colori su seta e carta di riso, rappresenta al tempo stesso una sorta di ponte con l’Occidente e la sua cultura. Penso ai forti contrasti di luce, agli arditi tagli compositivi, ad una messa in pagina varia e

quanto mai ariosa, ad una propensione che sovente si nutre di sollecitazioni pittoriche e, azzarderei, musicali (l’opera lirica?) Ecco, avviandomi alla conclusione giudico da tal punto di vista esemplare e riassuntivo Il piccolo pescatore e lo scheletro perché in questa storia originalissima e forte, coraggiosa e lirica tutti i fili colorati della narrazione di Chen sembrano dipanarsi: modernità e tradizione, dramma e dolcezza, autobiografia e crescita, mondo degli affetti e metamorfosi, etica del lavoro e volontà caparbia di non arrendersi. Una piccola, grande sinfonia.

Nella pagina di sinistra, in alto, immagine da Il principe tigre (Babalibri, 2005), in basso, da Piccola aquila (Babalibri, 2009). In questa pagina, due immagini da Il cavallo magico di Han Gan (Babalibri, 2004). ANDERSEN 9


CHILDREN'S BOOK FAIR

Bologna, comunque di Elena Pasoli, direttrice Bologna Children’s Book Fair

Negli ultimi anni, soprattutto da quando, nel 2017, la nostra fiera vinse il premio internazionale Carle Honor nella categoria Bridge, sono stata invitata da diverse istituzioni - da organizzatori fieristici a fondazioni e università - a raccontare come la fiera del libro per ragazzi di Bologna sia riuscita a valicare i confini tradizionali di appuntamento fieristico annuale per diventare promotore economico e culturale a tutto tondo, 365 giorni all’anno, in diverse parti del mondo. Mi hanno chiesto di spiegare come abbiamo fatto a guadagnarci un ruolo diverso nella nostra comunità di riferimento, diventando un interlocutore attivo, molto spesso anche un partner per lo sviluppo di nuove idee e progetti tesi a promuovere i libri, gli illustratori, gli autori, il lavoro degli editori ma anche la crescita stessa del settore, la sua evoluzione, persino i suoi contenuti. Ho raccontato anche perché abbiamo deciso, pur inizialmente criticati, di portare ad altri mondi professionali - vicini meno alla “cultura” e più alle “merci” - la bellezza dei libri e dell’illustrazione, cercando di infrangere l’ignoranza, o meglio, l’assoluta inconsapevolezza che tuttora mi sorprende in tanti adulti - e intendo anche importanti professionisti, giornalisti di altri settori, docenti universitari persino - sulla ricchezza dell’editoria per l’infanzia e sull’importanza di offrire ai bambini libri “scelti” per la loro qualità, non libri qualunque, solo perché sono “libri” e “fanno bene” (quanti luoghi 32 ANDERSEN

comuni, quanta retorica, quanto feticismo opprime la pubblica discussione sulla lettura e sulle politiche di sostegno al libro, allontanando sempre di più una concreta azione per un reale sviluppo!). Mi piaceva, in queste presentazioni, accostare due immagini per spiegare come eravamo e come siamo diventati: prima un grand hotel, che aspetta ogni anno la sua bella clientela rinfrescando ciclicamente pareti e arredi e la accoglie con gradevoli e sempre nuovi programmi di intrattenimento. Poi un campo da calcio, con giocatori in azione. Io la nostra storia la rappresentavo così, spiegando come dopo decenni di successi maturati in casa nostra abbiamo deciso di scendere in campo, diventare noi stessi giocatori del grande campionato della cultura per ragazzi… start playing the game. Già, THE GAME: scontato, facile e un po’... "salottiero" da lì finire al game di Baricco, per allargare il campo, parlare delle sfide e delle nuove regole del gioco imposte dal digitale, di quanto le nuove tecnologie incidano anche nel campo dei contenuti per i giovani lettori, eccetera e eccetera. Chi avrebbe potuto pensare che quel riferimento, lo ripeto, fatto a cuor leggero sarebbe diventato così presto il punto di partenza di un altro modo ancora di essere “la” fiera e tutto il resto che siamo diventati?! Come tutti, anche noi ci stiamo reinventando digitali, e per essere sinceri

ne sentiamo tutta la responsabilità e in qualche modo il peso. Perché il mondo, il nostro mondo ci guarda con fiducia e non vogliamo sbagliare. Così, le riflessioni fatte per presentare il “modello” fiera di Bologna sono state ora utilissime per scomporre gli elementi della nostra manifestazione e tracciare la mappa di una sua inedita edizione digitale in grado di riproporne non solo l’aspetto commerciale ma anche l’atmosfera, i legami, le persone. Non è retorica dire che atmosfera, legami, persone sono anche gli elementi che hanno reso possibile la realizzazione del progetto in così breve tempo, lavorando tutti rigorosamente da casa, con fusi orari diversi ma con la stessa voglia di “fare” e di farlo insieme: il team della fiera del libro e dei suoi eventi, i colleghi dell’area digital, tutti i collaboratori, i consulenti e la grande comunità degli editori, degli illustratori, degli studiosi di tutto il nostro mondo. Siamo gente che corre, questo si sa. Oltre che coi progetti, a me piace tanto correre anche con le gambe, e spesso anzi le due corse viaggiano insieme: ho una piccola personale raccolta di sentieri e di percorsi che mi ricordano la nascita di un’idea per una mostra o per un tema nuovo da sviluppare. Questa volta ho potuto correre soltanto coi pensieri e col lavoro, e devo dire che mi sono trovata come sempre in ottima compagnia. E così in pochissime settimane abbiamo potuto mettere in campo una edizione online di BCBF - virtuale di nome,


reale di fatto - che si compie innanzi tutto nei quattro giorni previsti per la fiera (4-7 maggio) ma che proseguirà nei mesi a venire in tutti gli aspetti che la compongono. Innanzi tutto, la parte di scambio dei diritti: la piattaforma BCBF Global Rights Exchange è un servizio che offriamo gratuitamente da maggio alla fine dell’anno agli editori e agenti iscritti come espositori alla fiera di quest’anno e ai visitatori (sempre solo gli agenti e gli editori) delle due ultime edizioni. Gli espositori caricano qui informazioni e immagini dei loro titoli, fissano appuntamenti con gli interlocutori interessati, li incontrano in videocall, fanno trattative per i copyright come accade a Bologna. Per le mostre inauguriamo BCBF Galleries: nei giorni di fiera tutti possono visitare la Mostra Illustratori, il cui Annual è già nelle librerie, mentre le altre mostre (A universe of stories - starring: The Book, Figure per Gianni Rodari, la mostra per il decennale

del premio BCBF-Fondazione SM, la personale di Hassan Mousavi) rimangono “aperte” tutto l’anno. Per i giovani illustratori, gli affezionati al nostro Illustrators Survival Corner, organizziamo una maratona di portfolio review della durata di 24 ore, che coinvolge 240 illustratori e 24 prestigiosissimi esperti (editor, illustratori, docenti) da tutte le aree del mondo. E poi dal 4 al 7 maggio trasmettiamo dal nostro sito un bel programma di incontri, con le presentazioni dei vincitori del BolognaRagazzi Award, del Premio Poesio, dello Strega Ragazze e Ragazzi, dibattiti su diversi temi, testimonianze degli illustratori di Rodari, un focus sul mercato editoriale cinese, e tanto altro ancora. Non è tutto: con questa edizione speciale della fiera vede la luce Fairtales, un nuovo strumento di informazione di BCBF a metà strada tra una rivista e un blog. Su Fairtales racconteremo regolarmente nei mesi e

negli anni a venire tutte le nostre iniziative, con focus speciali sui diversi protagonisti, interviste, reportage dalle mostre all’estero, notizie sui mercati editoriali dei paesi che ci vedono presenti con le nostre attività, approfondimenti sui temi delle nostre mostre. Ad esempio su “A universe of stories starring: The Book”, la mostra delle mostre, direi quasi, per chi ha a cuore il libro per ragazzi. Realizzata per inaugurare, il 23 aprile nella giornata mondiale del libro e del copyright, le nostre attività online, propone oltre cento titoli internazionali che parlano di libri, di biblioteche e bibliotecari, di librai e librerie, di grandi autori e di grandi romanzi. Una mostra che parla anche ai genitori, alla scuola, a tutti coloro che riconoscono l’importanza e il ruolo del libro di qualità i giovani lettori ed anche a chi, nell’emergenza di questi tempi, ha aperto il cuore e la mente a nuove riflessioni.

La mostra: A universe of stories. Starring: The Book! In occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Copyright, il 23 aprile, Bologna Children’s Book Fair ha annunciato il programma di eventi virtuali al centro della speciale edizione online della fiera (4-7 maggio 2020) con un’esclusiva mostra digitale di picture book che vede protagonisti il libro e la lettura. In anni recenti, l’editoria per ragazzi, a livello internazionale, ha visto fiorire una copiosa produzione di picture book il cui protagonista è proprio il mondo del libro. Prodotto culturale di grande importanza, l’albo illustrato è il primo piolo della scala che il lettore deve salire per diventare un lettore “ forte”. Forte perché appassionato e assiduo. Nei titoli selezionati per la mostra l’oggetto libro diventa il protagonista principale della storia, e luoghi come le librerie e le biblioteche sono naturali habitat da esplorare e da frequentare il prima possibile. Molti titoli celebrano i pionieri di questo mondo: grandi scrittori e illustratori, ma anche storiche figure di editor e di editori, librai, fondatori di biblioteche, attivisti che si sono adoperati per la promozione della lettura. Qualche esempio di grandi nomi: John Newbery, Andrew Carnegie, Margaret Wise Browne, Pura Belprè, illustratori come Anthony Browne, Suzy Lee, Oliver Jeffers, Sergio Ruzzier, Madalena Matoso, Attilio, Maurizio Quarello, Melissa Sweet, Shinsuke Yoshitake, Jimmy Liao, Tony Ross, Alessandro Sanna. Nelle pagine degli albi colorati il gesto di leggere diventa familiare, naturale, come giocare, correre, ascoltare storie. Non sono libri didascalici, ma opere di impianto narrativo che giocano su più piani: informano, procurano divertimento, suscitano sorpresa e meraviglia. I 120 titoli, da tutte le aree del mondo, sono esposti in cinque stanze: Stanza 1 librerie, Stanza 2 biblioteche, Stanza 3 scrittori, Stanza 4 il libro e la lettura, Stanza 5 i protagonisti (cioè autori o illustratori che al tema hanno dedicato più lavori come Oliver Jeffers, Melissa Sweet, Zachariah Ohora, Maurizio Quarello, Jeanette Winter, Cheryl Orsini, Cédric Ramadier e Vincent Bourgeau). La mostra è curata dall’Accademia Drosselmeier in collaborazione con ALIR-Associazione delle Librerie Indipendenti per Ragazzi.

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CHILDREN'S BOOK FAIR

a cura di Mara Pace

BolognaRagazzi Award (BRAW) Il BolognaRagazzi Award (BRAW), ambito riconoscimento internazionale della Bologna Children’s Book Fair nato nel 1966, premia ogni anno l’eccellenza dei progetti grafico-editoriali, la loro forza innovativa e la capacità di dialogare con i giovani lettori. Nella selezione emersa quest’anno dai lavori delle tre giurie - che hanno esaminato 1888 titoli da 41 Paesi del mondo - sono emersi i libri di tre editori italiani. Il vincitore assoluto della Non Fiction è Marie Curie. Nel Paese della scienza di Irène Cohen-Janca, pubblicato da Orecchio Acerbo nel 2019 e illustrato da Claudia Palmarucci, illustratrice che aveva già ricevuto una menzione speciale al BRAW con l’Opera Prima Le case degli altri bambini. Orecchio Acerbo è inoltre co-editore dell’albo che vince la categoria speciale dedicata al cinema: Museum di Javier Sáez-Castán e Manuel Marsol (illustrazioni di Manuel Marsol - Fulgencio Pimentel, Orfeu Negro, Orecchio Acerbo; Spagna, Portogallo, Italia; 2019), definito dalla giuria “un geniale racconto per immagini dove un’avventura della vita s’immerge in sogno usando il linguaggio del cinema e dell’arte”. Tra le menzioni speciali della nuova categoria permanente dedicata ai Comics troviamo altri due titoli pubblicati da editori italiani: Diana sottosopra di Kalina Muhova (Canicola) per la sezione Early Reader e Ninna Nanna a Teheran di Nassim Honaryar (Rizzoli Lizard) per la sezione Young Adult. Il vincitore assoluto della categoria Fiction è Meine Liebsten Dinge Müssen Mit della scrittrice iraniana Sepideh Sarihi, con le tavole dell’illustratrice tedesca Julie Völk (Beltz & Gelberg, Germania, 2018): la storia di una bambina che sta per andare a vivere in un altro Paese e comprende che non potrà portare con sé tutte le proprie cose, ma che potrà tenerle nel cuore. “Una storia di migrazione e memoria” leggiamo nelle motivazioni della giuria, “dove una bambina, mentre sperimenta l’autonomia in sella alla sua bicicletta, si confronta con il tema della perdita.” Le menzioni speciali della Fiction vanno a Le roi de la lune di Bérengère Cournut, illustrato da Donatien Mary (Éditions 2024, Francia, 2019); Le grand serpent di Adrien Parlange (Albin Michel Jeunesse, Francia, 2019); The wall in the middle of the book di Jon Agee (Dial Books for Young Readers, Stati Uniti, 2018), albo tradotto da Il Castoro, dove si narrano le disavventure di un cavaliere che pensa di essere al sicuro, perché protetto da un muro. Dello stesso autore Il Castoro aveva già pubblicato Roar! Come diventare un leone. Le menzioni speciali per la sezione Non Fiction, vinta da Marie Curie. Nel Paese della scienza, sono assegnate a Mapping Sam di Joyce Hesselberth (Greenwillow Books, Stati Uniti, 2018), un’introduzione alla cartografia; Infinite Hope: a black artist’s journey from World War II to peace di Ashley Bryan (Caitlyn Dlouhy Books, Stati Uniti, 2019); Suffragette. The battle for equality di David Roberts (Two Hoots, Regno Unito, 2018); Plasticus Maritimus. Uma espécie invasora (Planeta Tangerina, Portogallo, 2018) di Ana Pêgo e Isabel Minhós Martins, sulla salvaguardia dell’ambiente, illustrato da Bernardo P. Carvalho come il titolo vincitore della Non Fiction dello scorso anno, ora disponibile in Italia con Donzelli: Atlante dei grandi esploratori di Isabel Minhós Martins. L’edizione italiana di Plasticus Maritimus è invece entrata a far parte del catalogo di Topipittori, nella collana "Pino" (Miglior progetto di divulgazione Premio Andersen 2017). Il vincitore della categoria Opera Prima è Where is your sister? di Puck Koper (Two Hoots, Regno Unito, 2019), un “libro che gioca con la paura universale di perdersi”. Le menzioni speciali vanno a An old tailor shop at intersection di Ahn Jaesun (Woongjin Think Big, Corea del Sud, 2019); Troca-Tintas di Gonçalo Viana (Orfeu Negro, Portogallo, 2019); Kiki en promenade di Marie Mirgaine (Éditions Les Fourmis Rouges, Francia, 2019) e Widziałem pieknego dziecioła (I Saw a Beautiful Woodpecker) di Michał Skibinski (illustrazioni di Ala Bankroft, Wydawnictwo Dwie Siostry, Polonia, 2019). Il vincitore della sezione New Horizons è Lullaby for Grandmother dell’artista polacca Iwona Chmie34 ANDERSEN


lewska (BIR Publishing , Corea del Sud, 2019): un omaggio all’"alto valore artistico del gesto artigianale”, definito dalla giuria “un vero capolavoro visivo.” Sono tre le sezioni della nuova categoria Comics. Per il Middle Grade vince Imbattable. Justice et légumes frais di Pascal Jousselin (Dupuis, Belgio, 2017), un supereroe che utilizza il linguaggio visivo dei fumetti per sconfiggere i cattivi. Le menzioni speciali vanno a Simon & Louise di Max de Radiguès (Éditions Sarbacane, Francia, 2017); Les vermeilles di Camille Jourdy (Actes Sud BD, Francia, 2019) e Akissi Aller-Retour di Marguerite Abouet (Disegni di Mathieu Sapin - Gallimard Jeunesse, Francia, 2019). Vince la sezione Early Reader Written and Drawn by Henrietta (Toon Books, Stati Uniti, 2015), un nuovo titolo di Ricardo Liniers, autore già più volte pubblicato in Italia (ricordiamo in particolare Il sabato è come un palloncino rosso, La Nuova Frontiera). Le menzioni speciali vanno a Toni. Und alles nur wegen Renato Flash di Philip Waechter (Beltz & Gelberg, Germania, 2018), il già citato Diana Sottosopra e un titolo di Ariol, scritto da Emmanuel Guibert e disegnato da Marc Boutavant (Bayard Éditions, Francia, 2019), serie pubblicata in Italia da Beccogiallo. Infine, per la categoria Young Adult della sezione Comics vince The short Elegy di Animo Chen (Locus Publishing, Taiwan, 2019), una toccante raccolta di storie incentrate su vari tipi di perdita. Le menzioni speciali vanno al già citato Ninna nanna a Teheran; a Kahe Heli Vahel di Joonas Sildre (Arvo Pärdi Keskus, Estonia, 2018) e a Laura Dean Keeps Breaking Up With Me di Mariko Tamaki (disegni di Rosemary Valero-O’Connell - First Second, Stati Uniti, 2019). Solo per il 2020, il BRAW dedica una categoria speciale al Cinema. Accanto al già citato vincitore assoluto - Museum - troviamo Féminin Féminin. Las mujeres de la nouvelle vague di Josefina Schargorodsky (Tres Tigres Tristes/Avenauta, Spagna, 2019); Cinematográfico di Gema Sirvent (illustrazioni di Ana López, Editorial Libre Albedrío, Spagna, 2019), Hello Monsieur Hulot di David Merveille (Rouergue, Francia, 2010-2015-2019 - in Italia pubblicato da Excelsior 1881) e L’arcobaleno del tempo di Jimmy Liao (Locus Publishing Company, Taiwan, 2011 - in Italia pubblicato da Terre di Mezzo). La giuria del BRAW è composta da Dina Basso della Libreria dei Ragazzi di Torino; Nicolette Jones, scrittrice e conduttrice televisiva; Birthe Steinbeck, vice-direttore artistico della “Süddeutsche Zeitung Magazin”; Lisa Von Drasek, curatrice del Children’s Literature Research Collections. La Giuria della sezione speciale di quest’anno, dedicata al Cinema, è formata da Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna; Claudio Gubitosi, direttore del Giffoni Experience; Eva Sangiorgi, direttrice del Festival Internazionale del Cinema di Vienna; Davide Tolin della Libreria Pel di Carota. Infine, la giuria della nuova categoria permanente Comics è composta da Rachel Cooke, giornalista britannica, Christian Gasser, scrittore svizzero e coeditore di una rivista indipendente di fumetto; Calvin Reid, caporedattore del Publisher Weekly e Emiliano Varrà di Hamelin. (m.p.) Due immagini selezionate per la Mostra Illustratori: sopra, Matteo Berton (Italia); sotto, Lu Wen Ting (Taiwan).

Mostra Illustratori Per la Mostra Illustratori di quest’anno la giuria internazionale ha selezionato lo scorso gennaio 76 artisti da 24 Paesi: le loro opere non potranno essere esposte all’ingresso della Fiera come d’abitudine, ma è stata annunciata una speciale versione digitale dell’esposizione che sarà accessibile dal 4 al 7 maggio 2020, insieme al Muro degli Illustratori e a un calendario di incontri virtuali per l’Illustrators Survival Corner. Sono 14 gli illustratori selezionati per l’Italia per la Mostra Illustratori 2020: Federica Aglietti, Alessio Alcini, Andrea Antinori, Michael Bardeggia, Matteo Berton, André Bittencourt Ducci, Elisa Cavaliere, Philip Giordano, Francesco Giustozzi, Marta Lonardi, Isabella Mazzanti, Naida Mazzenga, Giulia Parodi, Francesca Sanna. La giuria di quest’anno era composta da Valérie Cussaguet (Francia), che ha partecipato alla fondazione della casa editrice Thierry Magnier; il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna En-

rico Fornaroli; l’illustratore Lorenzo Mattotti; Cathy Olmedillas (Regno Unito) dello Studio Anorak; e la direttrice editoriale Machiko Wakatsuki (Giappone). I partecipanti under 35 della Mostra Illustratori sono ogni anno candidati al Premio Internazionale di Illustrazione Bologna Children’s Book Fair - Fundación SM: un premio che offre al vincitore un assegno importante, con l’intento di garantirgli la tranquillità per creare, in un anno, un albo illustrato che verrà pubblicato e lanciato sul mercato mondiale dalla casa editrice spagnola SM. L’illustratrice vincitrice dello scorso anno è Sarah Mazzetti. Sempre tra i partecipanti alla Mostra Illustratori, in questo caso Under 30 e ancora inediti, dal 2012 viene assegnata una borsa di studio che consente di frequentare a titolo gratuito ARS IN FABULA - Master in Illustrazione per l'Editoria, lavorando a un progetto libro assegnato all’illustratore da uno degli editori partner del Master. (m.p.)

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Claudia Palmarucci di Mara Pace Claudia Palmarucci, classe 1985, nasce a Tolentino (Macerata) e, dopo l’Accademia di Belle Arti, frequenta anche il master Ars in Fabula. Entra così in contatto con Orecchio Acerbo, che le affida il suo primo lavoro, un testo di Ljudmila Petrusevskaja. All’albo illustrato La rosa, seguono Le case degli altri bambini (testo di Luca Tortolini, menzione speciale al Bologna Ragazzi Award) – dieci ritratti di case e dei loro abitanti, tra realtà e immaginazione –, I musicanti di Brema e Marie Curie, che riceve quest’anno il Bologna Ragazzi Award per la Non Fiction. Due volte premiata al BRAW: che cosa rappresenta questo premio dal punto di vista lavorativoprofessionale? Nonostante la dicotomia di stati d’animo che m’investe a seguito di qualunque riconoscimento, posso dire che la notizia del BRAW mi ha reso immensamente felice. Abbiamo duramente lavorato per alcuni a mesi a questo libro, tentando alcune scelte audaci, come quella di raccontare per intero la storia di Marie Curie, dalla nascita alla morte. Abbiamo cercato di mantenere solida la necessaria ricerca scientifica, intrecciandola a un approccio a me più congeniale, ovvero quello emozionale. Ne è derivato un libro denso. Volevo che la figura di Marie Curie apparisse in tutta la sua complessità senza tradire ciò che la lettura di alcune biografie e della sua autobiografia mi ha lasciato impresso, ovvero l’immagine di una donna estremamente dedita al suo lavoro, di grande umanità nonostante una sorta di apparente glacialità e impermeabilità ai personali stati d’animo più profondi, che quasi mai affidava ai suoi affetti. Abbiamo cercato di evitare la mitizzazione che spesso investe alcune figure in qualche modo eccezionali, mostrando i numerosi ostacoli e umiliazioni che, come molte altre donne dell’epoca, la scienziata fu costretta ad affrontare. Ho lasciato andare le ottantaquattro immagini del libro con il timore di non essere stata abbastanza accurata nell’indagine storico-scientifica e di aver trasposto su carta un’immagine troppo algida della donna che avevo incontrato, attraverso la pluralità di voci che hanno saputo narrarla. Anche per questo un riconoscimento internazionale importante come quello offerto dal BRAW è stato per me molto significativo. Non so bene cosa ne deriverà da un punto lavorativoprofessionale ma, a prescindere da questo, si sono saldate alcune crepe dell’ingombrante insicurezza e insoddisfazione che mi accompagnano sempre. Marie Curie è un testo di non fiction. Noto che ogni anno sono pochissimi gli illustratori che partecipano alla selezione della mostra illustratori nella sezione Non Fiction. Come mai? Di recente ho notato, anche nell’illustrazione, una crescente attenzione verso un’indagine di stampo scientifico. Forse qualcosa sta cambiando. È un campo che mi affascina, richiede un sostanzioso approfondimento e l’elaborazione delle informazioni non deve necessariamente trasformarsi in qualcosa di spersonalizzato, scevro dagli usuali processi creativi. Qualche anno fa non la pensavo così, mi spaventava l’idea di dover mantenere l’oggettività a sfavore della soggettività. Marie Curie è infatti il mio primo lavoro di non fiction. La ricerca scientifica richiede un rigore che può essere percepito come un vincolo ma, al contempo, offre una possibilità di confronto. Trovo seducenti i limiti in generale; questo è anche il motivo per cui mi ostino a utilizzare una tecnica pittorica manuale, per quanto mi rallenti e affatichi. Può dirmi qualcosa in più a proposito delle tecniche di illustrazione che utilizza? Utilizzo quasi sempre grafite e pittura a olio su carta. Non uso l’olio in maniera tradizionale, evito il materico per poter lasciare spazio d’azione anche alla matita, con cui ottengo la tridimensionalità delle forme. La pittura a olio è la tecnica che più mi è familiare, ho bisogno del contatto con la materia e, inoltre, non ho molta dimestichezza con i metodi del digitale, anche se mi affascinano moltissimo. A oggi li uso quasi unicamente nella fase finale per l’aggiustamento cromatico delle immagini scansionate. Il formato di Marie Curie è stato deciso in base alle illustrazioni? Il formato di Marie Curie è stato deciso in base alla densità del testo, necessaria per condensare in poche pagine una vita straordinaria come quella della scienziata. È stata di Fausta Orecchio l’intuizione di adottare l’impostazione di un albo illustrato molto bello, La leggenda di Sally Jones di Jacob Wegelius, pubblicato in Svezia da Bonnier Carlsen Bokforlag e uscito in Italia con Orecchio Acerbo nel 2017. Fino a oggi ha sempre illustrato testi altrui. È una scelta? Se sì, perché? Mi piace, dentro e fuori l’ambito professionale, ascoltare voci altre. L’alterità custodisce una certa dose di mistero, di stranezza, a volte di estraneità; lo spaesamento che deriva da queste

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In queste pagina, illustrazioni di Claudia Palmarucci da Marie Curie. Nel paese della scienza (Orecchio Acerbo, 2019).


sensazioni mi impone un lavoro più approfondito, mi costringe a mettermi in discussione e a confrontarmi con i miei limiti. Banalmente, confrontarmi con qualcosa che viaggia al di fuori della familiarità mi risulta ammaliante e inquietante al tempo stesso ma mi induce a stare in ascolto e a cercare un tempo per la relazione. Questo non vuol dire che io ci riesca ma credo che questa sorta di colloquio disperato celi, proprio negli interstizi dell’incomprensione o della parziale comprensione, il seme delle immagini più belle. È una relazione che si crea tra scrittore, illustratore, editore, grafico, traduttore e lettore, nelle molteplici combinazioni possibili. Ha illustrato testi della tradizione e originali: quali sono le (diverse) sfide che pongono? Amo i testi di tradizione popolare poiché si prestano a essere plasmati, codificati e adattati a epoche e luoghi differenti, attraverso il filtro delle soggettività che li abitano. Custodiscono intrinsecamente la stratificazione di un patrimonio culturale modellato da tante voci. Amo lavorare con alcuni autori del mio tempo poiché sento che le radici di certe riflessioni sono impiantate nello stesso terreno e germogliano in un tentativo di codificazione di ciò che ci circonda. Ci sono alcuni temi che richiedono un’urgenza, un’attenzione. Senza nessuna pretesa di offrire al lettore un punto di vista univoco o dogmatico, ma nella speranza di preservare uno spazio in cui seminare delle riflessioni, un luogo dove lasciar sedimentare le domande senza necessariamente raccogliere risposte. Quanto conta la formazione a livello professionale? E quanto la ricerca personale? Credo sia molto soggettivo. Ho incontrato illustratori grandiosi, ognuno con un bagaglio decisamente eterogeneo. Posso dire che la ricerca personale è essenziale, vitale, si muove sulla spinta di una ricerca di identità che dovrebbe essere sempre tenuta viva. La formazione lo è altrettanto e la si può acquisire più velocemente in una scuola. È essenziale nella relazione con gli editori, che non hanno il tempo di educarci singolarmente alle conoscenze e agli ostacoli più o meno pratici che impone la realizzazione di un libro. Credo però sia anche importante non svalutare l’esperienza di autodidatta e gli errori a cui essa ti espone. A volte affacciarsi al mondo con troppi salvagenti ci induce ad avere paura di tuffarci. Per quanto mi riguarda, gli anni di formazione scolastica sono stati essenziali, mi hanno aperto a un mondo che non conoscevo e sono stati anche molto belli.

Marie Curie, un libro di Walter Fochesato Marie Curie. Nel paese della scienza (pp. 98, euro 16,50) è un libro scritto da Irène Cohen-Janca e illustrato da Claudia Palmarucci; due autrici ben presenti nel catalogo di Orecchio Acerbo. Della prima ricorderò i quattro albi illustrati da Maurizio Quarello mentre per la seconda vi è una collaborazione nata nel 2011 con il libro d’esordio La rosa e proseguito poi con Le case degli altri bambini e I musicanti di Brema. Quel che ho sempre apprezzato di Palmarucci, formatasi al master di Ars in Fabula e all’Accademia di Belle Arti di Macerata, è la forte originalità del segno. Un segno forte e marcato che si nutre di una non comune capacità di osservazione e di una caparbia e colta volontà di documentazione e ricerca. Solo in apparenza il suo è “realismo”, in realtà le numerose e mai superflue citazioni intermediali danno il la a immagini dalla forte componente narrativa e onirica al tempo stesso. Creando una sorta di continuo “spaesamento”, capace però di dar vita ad un rapporto quanto mai intenso con il testo. Ed è proprio quel che accade in questa vivida vita della Curie. Pur nel volgere di non molte pagine, le limpide parole dell’autrice e

le figure di Palmarucci riescono perfettamente a ridarci il senso e le scelte di una vita straordinaria e difficile, esemplare. Le dure prove della vita in una Polonia sotto il giogo zarista, i sacrifici per raggiungere la Sorbona in una Parigi dove vive umilmente, una volontà indomita e straordinaria che la porta ad aggiudicarsi per ben due volte il Nobel, pur in una società ancora fortemente intrisa di pregiudizi maschilisti. Senza dimenticare il fondamentale lavoro compiuto durante gli anni della Prima guerra mondiale per utilizzare i raggi X, da poco scoperti, nella cura dei soldati feriti. Faticoso e portato avanti sino allo spasimo sarà altresì il lavoro di ricerca scientifica da quando con il marito Pierre lavorano a scoprire e isolare gli elementi contenuti nella pechblenda. Ogni pagina, particolarmente efficace risulta il formato alto e stretto del libro, contiene un blocco di testo a cui si accompagna un’immagine della Palmarucci. Quest’ultima poi in due pagine finali approfondisce e spiega il perché di certe scelte o di certi fonti. Un contributo ulteriore alla comprensione di Curie ma, al contempo, un generoso e inusuale invito a farci entrare nel laboratorio di un illustratore. Giacché ogni sia pur piccolo particolare risponde a rigorose urgenze ed esigenze narrative: quadri, fotografie, affiches pubblicitarie, stampe, vecchi giornali, ogni cosa entra senza sforzo nel perfetto “congegno” di quest’opera.

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CHILDREN'S BOOK FAIR

Sarah Mazzetti di Mara Pace è voluto un mese e mezzo di prove e tentativi. I vari pezzi sono disegnati a mano, poi assemblati in digitale. A proposito di digitale: quanto entra nei suoi lavori? Nella maggior parte dei casi comincio disegnando a mano con una brush pen, una matita o ciò che mi serve in quel momento. Scansiono e poi faccio il colore in digitale, tenendo il segno originale. Con i libri c’è più tempo, ma quando si tratta di lavorare per una rivista i tempi sono davvero molto stretti. Bisogna essere più flessibili, avere il pieno controllo: lo spazio di sperimentazione c’è ma è molto circoscritto. Se mi chiedono di cambiare un colore, devo poterlo fare agilmente.

Sarah Mazzetti, nata a Bologna nel 1985, già vincitrice del Gran Guinigi 2018 con I gioielli di Elsa (Canicola - miglior fumetto breve), in seguito alla partecipazione alla Mostra Illustratori 2019 della Bologna Children’s Book Fair è stata selezionata tra tutti gli artisti under-35 per il Premio Internazionale di Illustrazione Bologna Children’s Book Fair - Fundación SM. Nasce così Lucilla, albo illustrato ispirato a Pollicino e che sarà pubblicato da SM. Un premio importante, che ha portato con sé la possibilità di lavorare a un nuovo progetto. "È stata davvero una vittoria inattesa, che mi ha colto alla sprovvista: non avevo in mente un albo illustrato da realizzare. La storia doveva essere inedita, o in alternativa attingere alla tradizione del Paese d’origine. Non avendo un racconto mio, ho pensato di cercare tra fiabe e racconti, e mi sono infine concentrata su Pollicino. C’erano però alcuni aspetti che non mi convincevano: attraverso la furbizia, Pollicino fa diventare ricchi i genitori che l’avevano abbandonato, e questo elemento non volevo mantenerlo. Ho così adattato e riscritto in modo abbastanza sostanziale la fiaba originale. La protagonista del mio libro non ha tanti fratelli: si chiama Lucilla, è una bambina e vive nella periferia di una grande città europea. Il punto di partenza è l’arrivo della Povertà, che è un vero e proprio personaggio. Lucilla viene abbandonata nel bosco e lascia le briciole per tornare a casa, come in Pollicino, ma il resto è molto diverso. Al cuore ci sono la scena delle briciole e l’idea che l’arrivo di una situazione critica cambi gli equilibri all’interno della società". La giuria l’ha definita un’artista “in grado di costruire ponti fra narrativa, arte grafica e graphic novel.” E in effetti ha realizzato fumetti suoi, illustrato albi scritti da altri, lavori per riviste. Qual è il linguaggio che sente più suo? Come cambia il lavoro? Il linguaggio che sento più mio è quello del fumetto: sento di riuscire a esprimere di più anche attraverso il testo. Però non vorrei fare solo fumetti. Mi piace spaziare, anche se è impegnativo. Ogni progetto è un mondo a sé, devo trovare ogni volta la grammatica giusta. Questo richiede tanto lavoro. Anche per definire la realizzazione di Lucilla - molto diverso rispetto agli altri dal punto di vista della tecnica - ci

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Facciamo un passo indietro. Come è diventata illustratrice? Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione a Bologna, perché mi piaceva scrivere e volevo che la scrittura facesse parte della mia vita. Ma il disegno è sempre stato una passione importante, anche se non l’avevo mai immaginato come il lavoro della mia vita. Poi ho avuto una sorta di illuminazione, ho sentito che avevo davanti a me l’ultima occasione: mi sono iscritta allo IED. Adesso ci sono tante scuole per illustratori, al tempo no. In famiglia non avevo nessuno che conoscesse il mondo artistico, quindi mi sono mossa da sola. Alla fine della scuola non avevo ancora un mio stile. Ho trascorso alcuni mesi a Londra come babysitter perché non mi sentivo pronta per lavorare. Poi sono tornata e ho fatto il tirocinio con Hamelin, rifiutando anche un’esperienza al Corriere della Sera. Sentivo il bisogno di entrare in contatto con quello che m’interessava davvero. E così è stato. Quali le principali difficoltà di un giovane illustratore in Italia? I miei guadagni sono all’80% non italiani. I progetti italiani sono pagati un po’ meno rispetto agli Stati Uniti, ma non è tanto questo il problema. Il problema sono le dimensioni del mercato editoriale: i lavori che arrivano sono pochi. Consiglio sempre agli studenti di non sentirsi legati a dove abitano, l’illustrazione può portare ovunque.


Silent Book Contest 2020 - Gianni De Conno Award È un’edizione diversa dal solito quella del Silent Book Contest 2020 - Gianni De Conno Award, dove le novità sono in parte dovute a una riorganizzazione e programmazione del concorso, e alcune, purtroppo, imposte dalla difficile situazione attuale. In primis, fra le novità programmate c’è un importante cambio all’interno del comitato organizzativo del Premio che vede Carthusia Edizioni come organizzatrice e capofila affiancata da partner come Children’s Book Fair, il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Comune di Mulazzo e l’Associazione Montereggio Paese dei Librai, IOB International Organization of Book Towns, il Centro per il libro e la lettura, IBBY Italia. Inoltre, da quest’anno, grazie al sostegno di BPER Banca, si apre la strada anche ad una prospettiva tutta nuova: con il Silent Book Contest Junior, infatti, una giuria di bambini delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria, affiancherà quella internazionale (presieduta da Walter Fochesato e composta da Emanuela Bussolati, Eros Miari, Arianna Papini, Elena Pasoli, Sonja Riva, Sara Wang, Javier Zabala e Patrizia Zerbi) e decreterà il vincitore fra i dodici lavori finalisti. A questo proposito, sono stati scelti i finalisti di quest’anno, protagonisti, a partire dal 4 maggio, di una Mostra Virtuale organizzata con Carthusia e visibile all’apertura della versione online di Bologna Children’s Book Fair. Un’occasione per scoprire, seppur virtualmente, le opere di Bistra Masseva (dalla Bulgaria con Game set match), Agnese Leone (dall’Italia con La sciarpa blu), Li Yao (dalla Cina con The courage, in mountain wind), Ekaterina Shegurova (dalla Russia con Bolezn), David Hearn (dal Regno Unito con Hide and seek), Lucie Stastna (dalla Repubblica Ceca con The night hunt), Milk Ng (dalla Cina con Hey human see what you do), Giovanni Colaneri (dall’Italia con La serra), Olga Shevchenko (dalla Russia/Ucraina con Odori della strada), Daria Solak (dalla Polonia con Hey I’m grey), Mariann Maray (dall’Ungheria con All the lonely people), Laura Maggioni (dall’Italia con Habitat). La speranza è quella di poter visitare la mostra di persona a fine agosto, a Montereggio di Mulazzo come ogni anno, in concomitanza con la Fiera del Libro, scoprendo, con l’occasione, il titolo del libro vincitore. In calendario permangono poi gli appuntamenti dell’autunno, con una grande mostra dei sette vincitori di tutte le edizioni del SBC unitamente ai finalisti di quest’anno esposta al Salone del Libro di Torino, occasione durante la quale si terrà anche la premiazione del vincitore 2020, alla presenza della Giuria e dell’autore. Sempre nei giorni del Salone verrà annunciato anche il titolo vincitore della sezione Junior, che verrà pubblicato a marzo 2021 da Carthusia e regalato a tutte le classi che parteciperanno alla Giuria unitamente a tutti i titoli della collana "Silent Book", per costruire, con il sostegno di BPER Banca, una piccola biblioteca di classe. (m.r.)

In questa pagina, quattro immagini dai lavori selezionati, dall'alto, La serra di Giovanni Colaneri (Italia), Game set match di Bistra Masseva (Bulgaria), Bolezn di Rina Allek (Russia) e The night hunt di Lucie Stastna (Repubblica Ceca).

Info: www.silentbookcontest.com

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Uovonero di Sante Bandirali All’inizio c’è Enza, che dice a Sante facciamo una casa editrice, e Sante che pensa sì, vabbe’, e allora facciamo anche una birreria su un fiordo norvegese o un allevamento di vombati su Marte. Poi c’è Lorenza che dice okay, e allora si può fare, e c’è una fiaba di Capuana con un uovo nero, il commercialista e il notaio che lo covano e quando si apre esce il Riccio Lino, che è neurodivergente e regala gommolose a tutti. Poi c’è Cappuccetto Rosso che scopre i libri in simboli per i bambini, i lupi, i cacciatori le nonne e i pesci parlanti, che inventano l’inclusione leggendo insieme ogni volta che possono. Poi c’è Salim che insieme a Ted e Kat si perde sul London Eye e vince il Premio Andersen, e c’è Siobhan Dowd che dall’alto della ruota e ancor più su diventa la madrina dell’uovo e lo accompagna mentre nascono romanzi, albi illustrati, giochi e saggi. Poi usciamo dalle cucine e abbiamo una vera sede e poi, hey!, ci sono giorni felici con Henry Winkler e il suo Hank Zipzer, che non è per niente un superdisastro anche se è dislessico, anzi, e fa incetta di premi e di simpatia ad altissima leggibilità, e tutti insieme piantiamo un albero, un pesco che non fa pesche ma pesci, il pesce di Lynda Mullaly Hunt, che si moltiplica e diventa dieci, anzi Cento. E poi arriva Camilla, che è arrabbiata perché vuole leggere ma non trova libri adatti a lei, e allora glieli facciamo noi insieme a tanti altri amici, così lei può mettere la rabbia in una scatola gialla, giocare con Bianca e il suo coniglio, e cantare la ninna nanna a un piccolo uovo lindo. E tutte queste cose le possiamo fare solo grazie al fatto che, oltre ai colleghi editori, ci sono i lettori, gli autori, gli illustratori, i librai, i bibliotecari, i giornalisti, i blogger, gli agenti, i promotori della lettura, gli amici, le scuole, i festival, le fiere, tutti quei posti dove è bello incontrarsi per conoscersi, parlare, scambiare, vedere, osservare, raccontare, ridere, festeggiare, abbracciarsi, come doveva essere quest’anno a Bologna, con tante sorprese preparate per i nostri primi dieci anni da uovineri, che sono arrivati con la rapidità di un video in time lapse e che volevamo celebrare con una mostra, una festa, un libro fatto apposta, tutto a ritmo di maracas-uovo nere e mille altre cose, in un clima di festa ancora più grande per l’approvazione della legge sul libro. E invece no. Invece arriva lui, il minuscolino fetente, quello col nome da automa di Star Wars che si dà arie da re. Il rompiscatole venuto da chissà dove, che nessuno ha invitato e che presto svanirà nel nulla. Quindi, niente paura, è solo un rinvio: festeggeremo i 10+1. E se nel frattempo i nostri giovani lettori vogliono seguirci da casa, ci sono tutte le attività di #intantofaccioqualcosa, un’iniziativa inclusa nel programma di Solidarietà Digitale, grazie alla quale scaricare gratuitamente dai social e dal nostro sito videoletture, giochi, ricette e altro da fare in casa. Nate per far sentire meno soli i bambini autistici in questo periodo di quarantena e progettate, come i nostri libri, con un occhio di riguardo all’inclusione e quindi adatte a tutti.

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La Fiera di Bologna è da sempre anche il luogo nel quale festeggiare insieme gli anniversari, i traguardi di percorso delle case editrici del settore; vista la situazione e dovendo rimandare a quando saranno possibili le feste e gli abbracci, abbiamo qui accolto le voci di alcuni editori Sinnos di Della Passarelli In questi giorni di chiusura avremmo dovuto cominciare i festeggiamenti per i nostri 30 anni. Ce li immaginavamo diversi. Ma tant’è. Mentre scrivo stiamo ricevendo dai nostri autori italiani e stranieri i video che hanno deciso di inviarci per gli auguri, da lontano ma così potenti da confortare e illuminare lo stato di spaesamento e di agitazione di questi giorni. Che passiamo da privilegiati, senza dubbio. E questo non va dimenticato, perché questo maledetto virus ha provocato enorme dolore, vittime e perdita di lavoro, di sicurezza. Penso sia necessario, in questo momento, che il mondo dei libri per ragazzi sia unito e capace di ridisegnare nuove possibilità e di pretendere attenzione e sostegno. Se avessimo avuto librerie solide perché tutelate e biblioteche nelle scuole forse oggi i bambini e le bambine a casa avrebbero avuto più libri e più risorse. Bisognava pensarci prima ma non è mai troppo tardi. E se le crisi devono servire che allora questa ci serva per essere ancor più uniti e fattivi. Il percorso di Sinnos è fatto di incontri felici e ascoltando gli auguri dei nostri autori oggi - li trovate sulla nostra pagina fb - direi che è evidente. Gli incontri felici hanno determinato fin dall’inizio la realizzazione di un piano editoriale complesso per noi che ci siamo dentro, ma con linee guida ben precise. Ci sono degli aggettivi e delle parole che lo caratterizzano: cittadinanza, diritti e doveri, responsabilità, amore, amicizia, gentilezza, condivisione, solidarietà, ribellione alle ingiustizie, rispetto, libertà, limiti, scelte. All’inizio le abbiamo declinate con libri “testimonianza” - e qui gli incontri felici con Andersen, Roberto Denti, Gianna Vitali, Anna Parola, Silvana Sola e tutti gli altri che sono ancora i nostri compagni di strada, sono stati fondamentali. Ad un certo punto però abbiamo deciso che dovevamo cercare la bellezza e la sostanza, nella forma e nei contenuti: nella letteratura e quindi nel lavoro di scrittori e illustratori, capaci di portare nelle loro storie i valori in cui crediamo,

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Babalibri di Francesca Archinto Babalibri è una casa editrice specializzata in letteratura per l’infanzia che ha radici antiche: da una parte la casa editrice francese l’école des loisirs che lavora nel mondo dell’editoria per ragazzi da più di 50 anni e dall’altra la Emme Edizioni di Rosellina Archinto che ha rivoluzionato negli anni ’60/’70 l’editoria in Italia. È una casa editrice che non fa creazione di libri ma un attento lavoro di ricerca nel mondo editoriale internazionale per proporre ai bambini italiani titoli stranieri di qualità e, a nostro avviso, significativi per la loro crescita. Viviamo in una realtà dove le diverse culture, lingue, società si intersecano tra loro, dove le nuove generazioni inevitabilmente si dovranno confrontare sempre di più fra loro. Raccontare ai bambini il mondo, aprire le porte, rendere familiari e conosciute narrazioni geograficamente lontane è dunque per noi fondamentale oltre che bellissimo. La nostra ricerca si muove sia nel campo delle novità che fra i libri già pubblicati in passato ma ancora attuali nello stile e nei contenuti. Non puntiamo quindi alla novità come leva di vendita ma alla qualità. In fondo i bambini di 30/40 anni fa sono i genitori di oggi e se hanno apprezzato un libro quando erano piccoli perché non proporlo ai loro figli? Tante volte capita di incontrare questi genitori che vedendo per esempio Piccolo blu e piccolo giallo si emozionano perché lo ricordano dalla loro infanzia! Quindi Babalibri proprio per le sue radici, propone un catalogo vario per storie, stili, contenuti, epoche e paesi. Lo scopo principale del progetto editoriale di Babalibri è dare ai piccoli lettori le chiavi per l’accesso alla cultura. E l’accesso alla cultura passa per la lettura. La lettura permette ai bambini di costruire una propria identità, di crescere sereni, di conoscere il mondo che li circonda, di confrontarsi con esso. I libri che proponiamo hanno l’ambizione di volerli accompagnare in questo percorso, nelle loro riflessioni personali, nelle loro domande, questioni, dubbi. Altra caratteristica di Babalibri è quella di seguire i propri autori nelle loro creazioni. Sfogliando il nostro catalogo noterete la presenza di autori che con noi hanno pubblicato più di un libro. Questo ci ha consentito di creare un forte legame con loro, sostenendoci nella nostra identità. Babalibri è l’editore di Mario Ramos, di Erin Stead, Stephanie Blake, Yvan Pommaux, di Magali Bonniol e Pierre Bertrand (autori della serie di Cornabicorna), della coppia Maudet-Escoffier ma anche di autori che hanno fatto la storia dell’editoria come Leo Lionni, Iela ed Enzo Mari, Maurice Sendak. Babalibri quest’anno compie 20 anni e per festeggiare abbiamo organizzato una serie di iniziative che coinvolgono librerie, biblioteche e scuole. Dopo le prime due edizioni, proponiamo il nuovo catalogo ragionato Primi Passi nel mondo dei libri–3, curato da Angela Dal Gobbo. Questo catalogo vuole essere una bussola per sapere come individuare il libro giusto, proporlo nella chiave più adatta, riconoscere il momento migliore per suggerirne la lettura, ma si propone anche, di essere un concreto supporto per sperimentare insieme il piacere di leggere. Il progetto “Storie da ascoltare: parole e musica per sognare” nasce con l’intento di creare un viaggio tra voce e musica, un’esperienza emotiva condivisa tra bambini e adulti: venti libri del catalogo di Babalibri letti ad alta voce e accompagnati da brani musicali ascoltabili gratuitamente sul sito www.babalibri.it Ciascuno dei brani musicali che fanno parte del progetto è legato da un’ideale continuità emotiva alla storia con cui dialoga, ed è stato scelto per potenziare e arricchire l’esperienza di ascolto. Un percorso fatto di parole e musica che regali davvero ai piccoli lettori l’occasione di sognare. Infine la mostra “I nostri eroi preferiti”: 20 anni per 20 personaggi che meglio raccontano la storia di Babalibri, da scaricare gratuitamente sul sito della casa editrice, stampare ed esporre, per la gioia dei piccoli lettori. 20 anni di divertimento, curiosità, passione. 20 anni a leggere il mondo!

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insieme agli altri che ogni lettore può aggiungere, grazie alla qualità delle loro opere. Diciamo spesso no (l’editoria si fa con i “no”, scriveva Calvino) ma quando diciamo sì è un sì convinto e allora il lavoro ha inizio. Di molti dei nostri incontri felici - da Luisa Mattia a Patrizia Rinaldi, passando per Christophe Léon, Bart Moeyaert, per arrivare alle graphic insolite come D’amore e altre tempeste - Andersen ha dato testimonianza su queste pagine, premiandoci: che un premio è già essere in terzina ed è anche quello della recensione. Il lavoro con gli autori italiani è cresciuto, e grande ne è stata la ricchezza: Francesca Bonafini, Daniela Carucci tra le scritture più recenti, e Luogo Comune (Jacopo Ghisoni), Veronica Truttero tra le illustrazioni di questi ultimi anni. Un lavoro che ci ha portato anche all’estero: alcuni dei nostri libri sono stati tradotti e l’attenzione e lo scambio con editori stranieri si sta facendo più fitto. Ma anche il lavoro con gli autori e illustratori stranieri è un rapporto vivo che non si limita al semplice tradurre e rieditare: è successo in un paio di occasioni di vedere le nostre modifiche riprese nel libro dell’editore “in patria”. E con molti di loro, penso a Boonen, Melvin, Gaudesaboos, Moeyeart per citarne solo alcuni, è nato un rapporto di fiducia e stima che a volte è diventato amicizia profonda. Questo significa condividere ancor prima della stampa nel loro paese un loro progetto. Che il mestiere dell’editore è questo: cercare, selezionare i buoni libri e essere sponda dei propri autori, essere casa. Con regole e valori da condividere. Non so mentre scrivo in che momento saremo di questa assurda situazione, ma di una cosa sono certa: le librerie riapriranno, ci saranno incontri e fiere e festival: e ci ritroveremo per festeggiare i tanti compleanni di questo 2020. E allora auguri tanti agli altri bravissimi colleghi, con i quali condividiamo la bellezza e l’impegno di questo mestiere.

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