BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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Gli anni scelleraTi

In Sicilia vive e opera una fascia di abitanti composta da non più di diecimila individui orribili che ogni giorno violentano la cultura, l’impresa, il lavoro onesto e inquietano la coscienza di cinque milioni di altri siciliani. Costituiscono il corpo militare arruolato che, piuttosto che produrre reddito, è tutto proteso ad aggredire il patrimonio creato dagli “altri” con il lavoro, con il sacrificio e l’intrapresa. Si tratta di soggetti subdoli, perversi che agiscono come lupi o come iene pronti ad assaltare e aggredire chiunque, terrorizzando e dilaniando il tessuto sociale. Si chiamano mafia. Questi prevaricatori perversi -minacciano con metodi felpati da belva spietata che arrivano a graffiare l’anima delle famiglie- possono teoricamente percorrere due strade: corrodendo lo Stato attuano la via della corruzione assecondando l’ambizione di molti politici corrotti, oppure minacciando di morte o di sequestro la popolazione civile che non si vuole piegare. La terza via è rappresentata dagli attentati, sotto tutte le forme possibili e immaginabili. Nel caso di sequestro di persona c’è in gioco la vita di un uomo che in quel momento soffre l’isolamento e l’incerta sopravvivenza. Quella che i familiari debbono compiere è una scelta in solitudine, in silenzio, senza conforti, con il cuore straziato. Ci sono preliminari che precedono il rapimento che intanto deve mettere terrore e predisporre la vittima potenziale e i parenti a trattare per evitare l’atto estremo. Con un meccanismo ormai “tradizionale”, mentre da una parte le richieste di riscatto diventano esose, si fa avanti un “amico” disposto ad “aiutare”. La sua azione si 81


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